SCALE METALLICHE IN TORRI MURARIE
Lorenzo Jurina1, Alberta Chiari2, Gianluca Gelmini3,Valentina E. Mogicato4
1
Politecnico di Milano – dip. ABC, [email protected]
Architetto libero professionista, Brescia, [email protected]
3
Architetto libero professionista, Bergamo, [email protected]
4
Architetto libero professionista, Monza e Brianza, [email protected]
2
ABSTRACT
The insertion of new stairs in existing buildings, with particular reference to
masonry towers, appears a quite complex design topic. The re-functioning is
strongly influenced by the peculiarity of the space, developed mainly in vertical
direction. The theme of the paths assumes a primary role and characterizes the
project that has to deal with functional requirements, regulations and aesthetic.
The use of steel, suitably adapted to the specific cases, offers to the designer the
freedom of expression, mechanical strength, compatibility with existing structures
and reversibility.
In the present paper some cases of recovery of masonry towers are commented, in
which the stair assumes each time a different function, characterizing the vertical
space at the same time.
The type of construction and the generous proportions of the Tower of the Castle of
Trezzo allowed the creation of a COR-TEN steel stair inside, with large ramps and
comfortable intermediate stops. In Torre del Borgo di Villa d'Adda, where a new
library was expected, the new metal staircase becomes an architectural element that
formally connects different levels. The designed geometry allows the viewer to
read the integrity of the vertical space.
Furthermore, the new stairs provides also a structural function, since it guarantees
the mutual connection between the four perimetral masonry walls, originally
widely damaged.
In the case of Gorani Tower in Milan the new stair plays a decisive structural role,
becoming the backbone of the tower. Along a convoluted vertical path, the stair is
intertwined with five inclined steel tube, that support the stair and, using vertical
cables parallel to the walls and coming down from the top, "take over" a portion of
the self-weight of the masonry walls, removing a portion of the vertical loads.
Parole chiave/Key-words:
Towers, Stair, Temporary Exhibitions, Vertical Space, Re-functioning
Introduzione
La tipologia degli edifici a torre in muratura è molto diffusa nel patrimonio storico
italiano e si è sviluppata soprattutto a partire dal medioevo con scopi difensivi,
religiosi e politici.
Le destinazioni d’uso che hanno portato alla nascita delle torri ne hanno spesso
determinato le caratteristiche geometriche quali la forma, l’altezza e la presenza di
aperture. La localizzazione geografica, invece, ne ha determinato la tecnica
costruttiva, in mattoni o pietra, a seconda della disponibilità di materiale nella
zona.
Ogni torre dunque presenta caratteristiche uniche che, soprattutto in caso di
recupero e consolidamento, devono essere attentamente studiate con l’obiettivo di
essere conservate ed integrate nel nuovo uso.
Questioni Funzionali
La conservazione e la valorizzazione dell’architettura si configura come un vero e
proprio atto culturale, che può essere operato solo in relazione ad un oggettivo
riuso, ottenuto attraverso una trasformazione controllata dell’edificio.
Tale presupposto contempla almeno due attività complementari: primo, la
conservazione della materia esistente, consapevoli della unicità della materia
storica in tutte le sue stratificazioni; secondo, l’adeguamento funzionale del
manufatto storico, il quale deve risultare compatibile con l’originaria natura
dell’edificio e deve essere tale da garantirne la continuità storica.
Quando si interviene su edifici a torre uno dei primi aspetti da valutare è la sua
conformazione spaziale, caratterizzata da uno sviluppo prevalentemente verticale,
che ne limita alcune modalità d’uso.
Tale sviluppo comporta che i collegamenti verticali, ossia rampe e scale, siano i
principali, se non gli unici, percorsi distributivi che accompagnano il visitatore alla
conoscenza dello spazio interno. La progettazione delle scale diventa così uno dei
temi architettonici principali, anche in virtù dello spazio circoscritto dentro il quale
occorre operare.
La realizzazione di nuove scale è quindi una esigenza anzitutto funzionale, che
deve saper coniugare i vari aspetti architettonici e strutturali.
Si vuole fin da subito sottolineare che la presenza di un percorso di risalita comodo
e accessibile, favorisce la visitabilità e l’uso della torre, e al contempo garantisce
una economica e frequente manutenzione, ovvero una corretta conservazione del
manufatto
In questa memoria si vogliono illustrare tre recenti progetti di recupero di torri in
muratura, di cui si sono occupati gli autori. I casi esposti trattano tre edifici molto
diversi l’uno dall’altro, ma che trovano un filo conduttore comune nell’inserimento
di una nuova scala metallica che, trasformando lo spazio interno, ne permette un
nuovo utilizzo.
La Torre del Castello di Trezzo sull’Adda (MI)
Il castello Visconteo di Trezzo ha origini medievali e sorge lungo le sponde del
fiume Adda, al confine tra quello che era lo stato di Milano e quello di Bergamo.
L’originaria Torre dei Bernabò, nata con scopi difensivi e oggetto dell’intervento di
recupero, è costruita da una muratura di blocchi squadrati in ceppo d'Adda, un
conglomerato naturale di origine sedimentaria molto diffuso nella pianura Padana.
Il vano interno è apparso fin da subito molto suggestivo: privo dei solai intermedi,
andati perduti nel corso degli anni, si caratterizza per una magnifica prospettiva
verticale che termina con la superficie curva della volta a botte di sommità.
Figura 1 – Vista panoramica del Castello di
Trezzo sull’Adda
Figura 2 – Interno della torre prima dei lavori
Nell’ottica di recupero della torre è stato necessario anzitutto analizzare in modo
mirato gli aspetti intrinseci della Torre, connessi prevalentemente alla sua
particolare tipologia costruttiva e alle sue proporzioni geometriche.
Contestualmente si è pensato ad un ri-uso in vista dell’apertura al pubblico.
E’ stata pertanto ideata una grande scala metallica di risalita interna, caratterizzata
da rampe di ampie dimensioni e da numerose e comode soste intermedie.
Queste ultime risultano funzionali all’osservazione ravvicinata della compagine
muraria interna della Torre, consentono l’affaccio verso l’esterno a diverse altezze
e, non da ultimo, offrono la possibilità di allestire esposizioni temporanee.
La scala è stata strutturalmente concepita con un sistema portante “sospeso” alla
sommità della torre, mediante 4 batterie di tiranti verticali in barra metallica di
diametro 30mm. I tiranti sono ancorati in sommità ad un graticcio di travi
metalliche HE, ubicato sotto il piano di calpestio della nuova piazzetta panoramica,
realizzata in cima alla torre.
Da questo graticcio, attraverso feritoie praticate sulla volta, discendono i 4 fasci di
tiranti in grado di sostenere i 22 livelli della scala sottostante.
Affiancano e integrano questo sistema di sospensione centrale della scala alcuni
circoscritti punti di ancoraggio posti lungo lo sviluppo della stessa, sulle pareti
murarie interne della Torre.
Sia i pianerottoli di sosta che le rampe sono costituite da cosciali realizzati con
profili piatti accoppiati di sezione 15x200mm e da gradini e ripiani in lamiera di
spessore 5mm.
L’esito complessivo è quello di una scala “aerea” che preserva il suggestivo cono
prospettico verticale interno della torre e che, contemporaneamente, si mantiene
“distaccata” dalle pareti perimetrali consentendone una globale lettura di insieme.
Grazie alle sue generose proporzioni e ad un corretto rapporto usato nella pendenza
delle rampe, la scala risulta di agevole utilizzo per ogni tipo di visitatore, comprese
le persone con parziali difficoltà o disabilità motorie.
Figura 3 – Vista dall’alto della nuova scala
Figura 4 – Particolare della nuova scala
Ciò che caratterizza con forza la nuova scala è il materiale con cui è stata
realizzata, ossia l’acciaio COR-TEN preossidato.
Negli ultimi anni questo materiale ha preso sempre più piede negli interventi
sull’edilizia storica. La patina protettiva che si forma sulla superficie dell’acciaio,
di color rossastro, richiama le inclusioni antiche di ferro, facilitando così il
connubio tra materia storica e forme contemporanee.
Giunti in sommità al suggestivo percorso interno, attraverso il varco preesistente
nella grande volta di copertura, il visitatore può accedere alla nuova piazza
panoramica.
Anche questo spazio è fortemente caratterizzato dall’acciaio Cor-Ten, con cui è
realizzato il nuovo parapetto perimetrale, in lamiera stirata, e gli arredi principali.
La ricercata semplicità delle panche e degli elementi architettonici progettati per
questo spazio fa da contraltare allo spettacolare panorama che si apre sul territorio
circostante e sul sottostante Castello Visconteo, delimitato su tre lati dal corso del
fiume Adda. Nel prossimo futuro sono previste manifestazioni musicali, soprattutto
serali, che faranno di questa “piccola piazza nel cielo” un luogo suggestivo adatto
ai momenti del ristoro non disgiunto dalla cultura.
Figura 5 – Sistemazione della nuova terrazza panoramica
con arredi in cor-ten
Figura 6 – Nuova scala
Torre Medievale di Villa d’Adda (BG)
La Torre del Borgo rappresenta uno degli edifici fortificati più noti alla storiografia
bergamasca, divenuta nel tempo un “raccoglitore” di significati storici, artistici e
sociali.
Figura 7 – Vista della torre e della piazza
prima dei lavori
Figura 8 – Sezione di progetto
Il complesso della Torre del Borgo è composto da tre corpi di fabbrica contigui e
comunicanti: la torre centrale, di quattro piani fuori terra, che più degli altri ha
mantenuto la fisionomia originaria; la torre ovest, anch’essa di quattro piani ma
leggermente più bassa, e il nuovo corpo a est, un nuovo edificio costituito da soli
due piani che ospita parte del sistema di risalita. La potente ed accurata fattura
delle strutture murarie medievali, l’integrità della struttura tipologica di abitazione
fortificata, la posizione centrale rispetto all’abitato, conferiscono a questo
manufatto il senso più completo di monumento.
Il progetto di recupero si è occupato di diversi aspetti che condizionavano
fortemente la conservazione, l’utilizzo e la valorizzazione del manufatto: i dissesti
strutturali, il degrado e la precarietà dei paramenti lapidei , la mancanza di adeguati
collegamenti verticali e fra i corpi di fabbrica, la totale assenza di reti
impiantistiche. Queste problematiche hanno condiviso il medesimo carattere di
necessità e la loro risoluzione è stata parte di un unico problema. L’intero progetto
si è sviluppato perseguendo una duplice finalità: da un lato individuare soluzioni ai
problemi del degrado, dall’altro proporre una rilettura architettonica, distributiva e
funzionale dell’edificio. Si è voluto progettare una soluzione in grado di risolvere,
attraverso pochi elementi coerenti con la natura dell’edificio, l’insieme dei
problemi di carattere distributivo, strutturale ed impiantistico.
Figura 9 – Vista della scala al termine delle fasi di montaggio
Il nuovo sistema di risalita, composto da rampe e passerelle, si articola fra i tre
corpi di fabbrica, al fine di limitare i tagli della volta al piano terreno. La nuova
scala rispetta pienamente la tipologia storica delle scale a rampa unica aperte
direttamente sugli ambienti. Tale soluzione non altera né la lettura degli spazi, né
tanto meno la fruibilità degli stessi. Inoltre, essendo completamente interna ai
volumi, il sistema di risalita non altera la percezione dall’esterno, assicurando la
conservazione dell’immagine storica della torre.
Le parti strutturali sono state realizzate con profilati in acciaio, rivestiti con lamiere
in parte removibili, in modo da assicurare l’ispezionabilità dei passaggi
impiantistici. I parapetti contribuiscono in modo determinante al sistema portante
della scala. Benché appaiono come elementi pieni, essi sono semplici travi
reticolari, rivestite da una lamiera in acciaio: questo sistema permette di ottenere
una struttura molto resistente, ma al contempo leggera. Le travi principali delle
rampe, inoltre, hanno il compito di collaborare con i meccanismi di cerchiatura
perimetrale svolgendo un importante ruolo di confinamento delle murature.
Il sistema impiantistico è in gran parte contenuto nello spessore del sotto gradino,
garantendo la distribuzione impiantistica ai diversi piani. L’andamento dei
controsoffitti è studiato in modo da contenere le unità di trattamento ambiente, i
quadri elettrici, i corpi illuminanti e i punti di allaccio con la forza motrice e di
connessione alla rete telematica locale ed esterna. Tale scelta progettuale garantisce
la conservazione delle murature antiche in pietra, evitando la formazione di tracce.
Figura 10 – Vista della nuova scala
Figura 11 – Vista della nuova scala
Torre Gorani a Milano
Percorrendo il cuore più antico di Milano, sviluppato tra Corso Magenta e Via
Torino, ci si imbatte in importanti testimonianze storiche, tra cui la “torre Gorani”.
Essa costituisce uno dei rari casi milanesi di torri medievali ancora intatte, che
hanno segnato il paesaggio urbano. Le vicende costruttive della torre sono
strettamente collegate a quelle “palazzo Gorani” a cui era legata per una continuità
fisica e materiale. Il sito è stato completamente trasformato dai bombardamenti
della seconda guerra mondiale e la torre è stata abbandonata per molti decenni.
Attualmente essa risulta fisicamente isolata rispetto al suo contesto, oggetto di un
importante intervento di riqualificazione urbana. Già da diversi anni la torre
convive con un fitto ponteggio strutturale, esterno ed interno, certamente non
gradevole alla vista ma che ne ha scongiurato il crollo.
Figura 12 – Immagine storica della torre
Figura 13 – Stato attuale della torre con
ponteggi strutturali
Nell’ambito della riqualificazione urbana, è stato affrontato il tema del restauro, del
consolidamento e della rifunzionalizzazione della torre, che rimane un perno
storico milanese.
Il progetto ha affrontato inizialmente il tema del consolidamento generale, per
preservare la torre da eventuali danneggiamenti legati alle fasi costruttive dei nuovi
edifici limitrofi. Si è operato mediante una cerchiatura diffusa costituita da fasce in
polietilene, post tesate, a interasse ravvicinato.
Contemporaneamente è stato studiato il tema del recupero funzionale, partendo
dall’analisi delle caratteristiche geometriche.
La torre presenta uno spiccato sviluppo verticale, con i suoi 23 m al colmo della
copertura, a fronte dell’estensione planimetrica che alla base misura 4,5x5m circa,
con murature di 1metro di spessore. Le murature sono in laterizio a vista, dovuto
alla perdita pressoché completa degli intonaci originali.
All’interno è conservata solo la volta tra il piano terreno e il primo livello, mentre i
solai lignei originali sono andati perduti, lasciando come unica testimonianza la
risega delle murature
Il progetto, attualmente in fase di esecuzione, ha previsto la realizzazione di un
nuovo percorso di risalita interno, per giungere all’ultimo piano della torre dove
sono presenti ampie aperture, scandite da colonnine in marmo. A questo livello
dovrà essere realizzato un nuovo solaio, l’unico ricostruito all’interno della torre,
destinato a ospitare particolari eventi di ristorazione, da cui si può godere una
visuale panoramica privilegiata sulle vicine rovine del Circo romano.
Figura 14 – Vista 3D della nuova scala
Nella progettazione del nuovo percorso verticale si è voluto realizzare un tracciato
completamente svincolato dalle murature perimetrali, che fosse in grado di definire
una nuova scansione dello spazio interno e che fosse dichiaratamente
contemporaneo. Da questo presupposto è nata una insolita via di risalita, formata
da gradini e pianerottoli, che si articolano in una spirale irregolare che da’modo al
visitatore di osservare il volume della torre da punti di vista dinamici,
allontanandosi ed avvicinandosi alle murature. La scala verrà realizzata con
cosciali in acciaio, realizzati da piatti di sezione 35x12mm, che tracciano il disegno
globale del percorso di risalita. I gradini e i pianerottoli saranno realizzati con un
grigliato metallico, al fine di mantenere un discreto livello di trasparenza verticale
per garantire il passaggio della luce. Il nuovo percorso interno è sorretto da n.5 pali
in acciaio, che si innalzano, intrecciandosi con diverse inclinazioni fino al nuovo
solaio in acciaio, di cui costituiscono l’appoggio principale. Questo sistema
permette di trasferire il carico del solaio in cima alla torre direttamente alla base dei
montanti, ovvero all’estradosso della volta esistente opportunamente consolidata
mediante pali che passano nelle murature di base.
Un sistema di numerosi tiranti verticali post-tesati, paralleli al perimetro interno,
connette la muratura, a vari livelli, alla sommità dei pali inclinati e permette così di
sgravare localmente le murature da una percentuale del peso proprio,
migliorandone in definitiva il comportamento statico.
Conclusioni
Nel progetto di conservazione e valorizzazione dell’esistente, la scelta dei materiali
deve valutare in primo luogo la compatibilità tra la materia nuova e quella storica,
senza trascurare gli aspetti della leggerezza, l’estetica e la manutenibilità.
Il ferro è un materiale già utilizzato nelle costruzioni storiche soprattutto come
materiale strutturale; oggi l’acciaio, successore del ferro, può essere utilizzato sia
come struttura sia come finitura grazie alle ottime caratteristiche meccaniche e alle
molteplici possibilità di finitura architettonica.
I tre progetti presentati hanno utilizzato in modo molto differente l’acciaio, dando
luogo a soluzioni strutturali ed architettoniche molto diverse tra loro, che si
sposano con la diversità di ciascuna torre.
Riferimenti bibliografici
[1] 2014: Jurina L., Chiari A., Mazzoleni M., Un nuovo uso per la Torre dei
Bernabò a Trezzo sull’Adda (MI), 2°convegno internazionale REUSO – La cultura
del restauro e della valorizzazione. Firenze 6-8 novembre 2014, Vol.1 pag. 229236, Alinea editrice, ISBN 978-88-6055-829-9
[2] 2012: L. Jurina, Strutture in elevazione, in Almanacco dell’Architetto a cura di
Renzo Piano, Proctor Edizioni, 2012, ISBN 978 88 902 4670 8
[3] 2004: Jurina L., Nuove scale in antichi edifici, Atti del convegno “Antico e
nuovo. Architettura e architetture”, Venezia, 3 aprile 2004.