TEORIE DELL`IPNOSI La Teoria Neodissociativa di Hilgard (1973

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TEORIE DELL’IPNOSI
La Teoria Neodissociativa di Hilgard (1973)
Ernest Hilgard ha proposto la sua teoria neodissociativa dopo aver
rifiutato il costrutto di “trance” come esplicativo della condizione
ipnotica. I termini ‘state vs. non-state’ sono stati sostituiti dai
termini ‘’special processes’ e ‘social psychological’, coniati da
Spanos (1982).
Secondo la teoria neodissociativa, l’essenza dell’ipnosi è
nell’alterazione della esperienza cosciente in risposta alle
suggestioni (alterazioni nelle percezioni, pensiero, memoria, e
percezione di controllo volontario sulle azioni). Hilgard ha arguito
che la mente umana può essere caratterizzata da un set di strutture
cognitive semi-indipendenti che sono sotto l’influenza di un sistema
di controllo centrale sovraordinato.
Il sistema di controllo centrale (Ego Esecutivo) può essere
identificato con la coscienza e consta di due funzioni:
(a) la ‘funzione esecutiva’ che stabilisce gli obiettivi a breve e lungo
termine, ne determina la relativa priorità e pianifica le iniziative e
azioni volte a raggiungerli;
(b) la ‘funzione di monitoraggio’, caratterizzata dall’attenzione
selettiva che sonda l’ambiente sia per estrarre informazioni utili al
raggiungimento degli obiettivi, sia per cogliere segnali non attesi che
possono minacciare la vita dell’individuo.
Il sistema esecutivo centrale può attivare i vari subsistemi che
controllano attività quali la memoria, le abitudini, i sistemi di
credenza, i ruoli sociali, etc. I subsistemi si auto-regolano e possono
operare in modo automatico quasi senza consapevolezza conscia,
poichè non necessitano del controllo centrale.
Secondo il modello di Hilgard l’ipnosi consiste in una condizione di
temporanea dissociazione o sconnessione tra le varie parti del
sistema-mente che normalmente sono bene integrate. Il tipo di
suggestione determina il livello di dissociazione.
Es.: - Una suggestione di analgesia ipnotica diventa operativa se si
verifica una dissociazione tra sistemi di percezione del dolore e il
sistema di monitoraggio conscio.
- L’amnesia ipnotica può essere prodotta da una dissociazione tra il
sistema di memoria e il sistema esecutivo.
- Le allucinazioni ipnotiche, secondo questo modello, sono prodotte
da una dissociazione tra meccanismi volontari di generazione
dell’immagine e processi di giudizio della realtà.
La teoria di Hilgard enfatizza la modificazione, in ipnosi, dei
controlli sulle attività di pensiero e azioni. Secondo Hilgard,
l’alterazione della qualità dell’esperienza conscia può essere
caratteristica solo degli stati di ipnosi profonda.
RESOCONTO DELLA TEORIA NEODISSOCIATIVA
ALLA ‘RISPOSTA INVOLONTARIA’
STRUTTURA DI CONTROLLO
CENTRALE (Ego-Esecutivo: Coscienza)
Barriera Di Comunicazione
SUGGESTIONE
Disponibile
alla
Coscienza
Non Disponibile alla
coscienza
La struttura di controllo centrale (ego-esecutivo) ordina
l’esecuzione o l’inibizione del movimento, ad es., del braccio.
Così tale azione è un atto volontario (Kihlstrom, 1992). Il
partecipante percepisce l’atto emesso come involontario, poichè
esso è controllato dalla porzione dell’io che è stata separata dalla
consapevolezza.
RESOCONTO DELLA TEORIA SOCIO-COGNITIVA
ALLA ‘RISPOSTA INVOLONTARIA’
SUGGESTIONE
FUNZIONI ESECUTIVE
CONSAPEVOLE
INCONSAPEVOLE
MOVIMENTO
Il comportamento ipnotico è il prodotto di fattori individuali quali:
abilità, attitudine, credenza, aspettativa, attribuzione, e interpretazione
della situazione. Non vi è evidenza sperimentale per l’uso del termine
‘stato’ di ipnosi.
Sarbin (1989) e Spanos (1986) hanno sempre considerato la risposta
ipnotica come volontaria. Secondo tali Autori alcuni partecipanti (i più
suscettibili all’ipnosi) ingannano se stessi nel credere che i loro atti
intenzionali sono involontari. Spanos (1991) ha sostenuto che almeno
alcune delle intenzioni dei soggetti in ipnosi sono ‘tacite’. In altre
parole, i soggetti non dimenticano le loro intenzioni; essi non sono mai
stati consapevoli delle loro intenzioni. C’è da chiedersi, comunque,
come una intenzione possa essere inconscia; secondo Bowers (1992)
questo è un ossimoro. Anche la teoria di Hilgard, tuttavia, si basa sulle
intenzioni inconsce. Le differenze tra le teorie neodissociative e sociocognitiva relativamente alla risposta ideomotoria riguardano le cause
di questa mis-attribuzione che i soggetti in ipnosi fanno.
RESOCONTO DELLA TEORIA DEL CONTROLLO DISSOCIATO
ALLA ‘RISPOSTA INVOLONTARIA’
INDUZIONE
IPNOTICA
Suggestione
STRUTTURA DI CONTROLLO
CENTRALE
“Ego Esecutivo”
STRUTTURA DI
CONTROLLO DEL
MOVIMENTO
Bowers (1992) e i suoi collaboratori (Woody & Bowers, 1994)
hanno recentemente formulato la teoria del controllo dissociato
come una modifica della teoria neo-dissociativa. Quest’ultima
ipotizza l’influenza della suggestione direttamente sull’ego
esecutivo, o struttura di controllo centrale. Bowers, al contrario,
ipotizza che la suggestione attiva direttamente i sub-sistemi di
controllo. L’induzione dell’ipnosi modifica la struttura di
controllo centrale, senza creare una dissociazione della coscienza,
ma indebolendo il controllo esecutivo sui sub-sistemi. Tale
indebolimento dei controlli esecutivi permette che i sub-sistemi di
controllo siano attivati direttamente dalla suggestione. Tale teoria
altro non è che una versione ‘forte’ dell’ipotesi dello stato alterato
di coscienza.
Teoria del Controllo Dissociato
Modello di Norman & Shallice (1988)
• Modificazioni nella esperienza di volontarietà –
“l’effetto suggestivo classico” (Weitzenhoffer,1953)
• L’induzione ipnotica rende indipendente l’attività dei
sistemi di controllo sotto-ordinati dall’integrazione
imposta dal sistema di controllo volontario
• In ipnosi l’attività del sistema supervisore centrale è
bypassata. L’attività di tale sistema esecutivo è
associata alla pianificazione volontaria, al monitoraggio
e alla coordinazione del comportamento
• Le suggestioni ipnotiche attivano direttamente i sistemi
di controllo sotto-ordinati
• L’esperienza di involontarietà corrisponde ad una
effettiva modificazione nella organizzazione gerarchia
dei sistemi che controllano il comportamento
• L’attività dei sistemi sotto-ordinati viene dissociata da
quella del sistema di controllo di grado più elevato
(Woody & Bowers, 1994)
• Norman & Shallice (1986) hanno sviluppato un modello
per spiegare i deficit funzionali osservati in pazienti con
lesioni frontali
Il Sistema Attenzionale Supervisore e il Sistema
Risolutore del Conflitto
Sistema Attenzionale Supervisore (SAS)
Sistema di controllo intenzionale, un meccanismo di
controllo superiore che viene attivato nella presa di decisione
e monitorizza la risoluzione del conflitto specialmente nelle
situazioni nuove.
Sistema di Selezione Competitiva (SSC)
Ciascuna operazione elementare (schema) ha ad ogni istante
un livello di attivazione dipendente dalla quantità di input
ambientali attivanti che riceve. L’operazione viene
selezionata ed eseguita quando viene raggiunto o superato
questo livello di attivazione, a meno che non venga inibita da
una diversa operazione che con essa è in competizione.
Questo processo di risoluzione del conflitto è del tutto
automatico. Shallice (1988) lo chiama selezione competitiva.
• Quando l’azione è nuova o complessa, la risposta non è
più automatica ma è controllata dal Sist. Attenzionale
Supervisore, un sistema di controllo di livello più elevato
che assiste l’attività del Sistema di Selezione Competitiva
(SSC)
• Il SAS ha accesso agli obiettivi e intenzioni e monitorizza
l’attività del SSC
• Il SAS non controlla direttamente le azioni.
esso opera indirettamente, modula l’attività del SSC
promovendo una attivazione o inibizione aggiuntiva ad
una operazione che prevale sulle altre, indipendentemente
dalle condizioni di stimolazione ambientale
Esperienza di Involontarietà
• Se la suggestione ipnotica parzialmente inibisce
l’attività del SAS (la cui attività è associata
all’esperienza di volontarietà) allora l’azione
conseguente viene esperita come automatica.
• Questo comporta che:
(a) la risposta suggestiva della persona ipnotizzata è
maggiormente dipendente dall’attività del SSC.
(b) Mancanza di azioni spontanee auto-generate
(c) Iper-suggestionabilità, le azioni sono guidate
dall’ipnotista e dipendenti dagli schemi pre-esistenti
(credenze, motivazioni, aspettative)
Il modello di Schacter per spiegare le sindromi
dissociative
Daniel Schacter (1989) ha sviluppato un modello
denominato DICE (Dissociable lnteractions and Conscious
Experince) per spiegare le sindromi dissociative che
consistono in una dissociazione tra performance e
coscienza. Per esempio, soggetti 'blindsight' dicono di non
percepire la localizzazione di spot luminosi anche se la loro
performance in prove a scelta forzata è buona e indica che
a un qualche livello lo stimolo è percepito. Nella sindrome
amnesica i pazienti sono capaci di eseguire prove che
richiedono l'uso del materiale precedentemente
memorizzato. In entrambe le sindromi vi è una
dissociazione tra consapevolezza implicita ed esplicita e
memoria implicita ed esplicita. ll modello di schacter
comprende:
usano le informazioni
provenienti dal S. Cons.
Conscia per produrre
decisioni sulle azioni
volontarie
Livello della
dissociazione
il sistema di consapevolezza
conscia non controlla le azioni,
sebbene esso sia doppiamente
connesso al sistema esecutivo e ai
moduli specializzati di
conoscienza
monitorizza le decisioni del sistema esecutivo
memorizza la conoscenza di
eventi recenti a seconda del loro
contesto in una dimensione
spazio-temporale. Esso fornisce
al S.Cons.Conscia tali
informazioni
= No Informationi al Sistema Esecutivo
1) il Sistema di Consapevolezza Conscia (CAS) che
permette la consapevolezza soggettiva di molti tipi di
informazione che provengono da altri moduli di conoscenza;
2) i moduli di conoscenza, ciascuno specializzato per uno
specifico tipo di prova, memorizzano informazioni rilevanti
per ciascun tipo di processamento (manuale, verbale,
concettuale) e producono un output per il sistema di
consapevolezza conscia; 3) il Sistema Esecutivo che
produce decisioni e inizia azioni volontarie; è specialmente
importante per la risposta a nuove situazioni-stimolo. E'
importante notare che il sistema di consapevolezza conscia
non controlla le azioni, sebbene esso sia doppiamente
connesso al sistema esecutivo e ai moduli specializzati di
conoscenza i quali usano le informazioni provenienti da
questo sistema per produrre decisioni sulle azioni volontarie
da intraprendere. Il sistema di consapevolezza conscia,
comunque, monitorizza le decisioni del sistema esecutivo;
4) il sistema della Abitudine/Procedurale è controllato dal
sistema esecutivo per emettere attività cognitivo-motorie
apprese e divenute automatiche. Il sistema della Abitudine
procedurale non informa il Sistema della consapevolezza
conscia della sua attività così che essa accade
inconsciamente; 5) il sistema della memoria
dichiarativa/episodica che memorizza la conoscenza di
eventi recenti a seconda del loro contesto in una
dimensione spazio-temporale. Esso fornisce al sistema di
consapevolezza conscia informazioni circa le recenti
informazioni apprese ivi compresa la conoscenza del
contesto dell'esperienza personale in cui tali informazioni
sono memorizzate. Secondo Schacter, nelle sindromi
dissociative vi è una sconnessione tra sistema di
consapevolezza conscia e specifico modulo di conoscenza
(es., la conoscenza lessicale, facciale, spaziale, ecc.).
Schacter ha tenuto a puntualizzare che la sola funzione del sistema
di consapevolezza conscia è quella di monitorare e integrare
l'informazione proveniente dai differenti moduli specializzati, ma
non è assolutamente quella di prendere decisioni o di
implementare le risposte. Quest'ultima funzione è di dominio
esclusivo del sistema esecutivo. Secondo Schacter, i lobi parietali
inferiori e l'area cingolata al di sopra della porzione posteriore del
corpo calloso costituiscono il sistema della consapevolezza
conscia. I lobi parietali inferiori perché regioni di confluenza delle
informazioni provenienti dai vari moduli specifici. L'area cingolata è,
invece, parte delle connessioni callosali che connettono i lobi
parietali destro e sinistro. Un danno unilaterale ad un lobo parietale
produce disordini attentivi. Nei lobi frontali e specialmente nelle
aree prefrontali sono invece localizzate le funzioni del sistema
esecutivo. Un danno ai lobi frontali può danneggiare la capacità di
fare appropriate e nuove risposte volontarie anche se è mantenuta
la capacità per le risposte abituali e automatiche.
Kallio & Revonsuo (2001) : L’Ipnosi come “Stato Alterato di Coscienza”
Questi autori hanno evidenziato che il disaccordo tra i
ricercatori riguardo l’esistenza dello stato ipnotico dipende dal
livello rispetto al quale si studiano i fenomeni ipnotici e da che
cosa viene considerato importante nel fenomeno
(explanandum), e dalla successione degli eventi che portano
a questo fenomeno (spiegazione causale). Essi hanno
proposto un nuovo approccio basato sulla acettazione di fatti
comuni a entrambi i punti di vista, vale a dire che in ipnosi
cambia l’esperienza subiettiva. Questo cambiamento è l’unico
vero ‘explanandum’ per la ricerca sull’ipnosi, e che un
approccio teoretico dovrebbe partire da questo assunto
poiché trascende la sterile controversia "stato" vs. non-stato"
e inserisce l’ipnosi all’interno della crescente ricerca
multidisciplinare sui fenomeni della coscienza.”
Figura 1. Dominio esplicativo dell’Ipnosi
Livelli di Descrizione del fenomeno ipnotico
(Kallio&Revonsuo
∗ Il livello socio
- psicologico, che concettualizza e descrive le
interazioni tra le persone, vale a dire in questo caso,
l’interazione tra soggetto e ipnotizzatore. Per questo vengono
utilizzati i concetti come, ruolo, gioco di ruolo’ ‘compliance’, etc.
∗ Il livello personale che descrive il comportamento della
persona in termini di concetti psicologici quali credenze,
desideri, attitudini, aspettative, ecc.
∗ I livelli sub-personali che descrivono vari fenomeni che si
verificano entro la persona:
• il livello fenomenico, solo la esperienza subiettiva conscia
della persona
• il livello cognitivo, che descrive come l’individuo riceve,
processa e usa l’informazione per guidare il comportamento.
• Il livello neurale, che descrive i correlati neurofisiologici e i
meccanismi deil livelli cognitivi e subiettivi
Definizione di Stato di Coscienza (Kallio & Revonsuo 2001)
“First, the concepts "state" and "contents" of consciousness should
be clearly differentiated from each other. The contents of
consciousness refer to the patterns of subjective experience at the
phenomenal level: percepts, emotions, sensations, mental images
etc. The state of consciousness refers to the underlying context in
which the contents of consciousness are brought about. The
paradigmatic baseline state of consciousness is being awake and
perceiving the environment. When in the baseline state of
consciousness, the etiological pathway to or the constitutive
mechanisms of subjective experience work in such a manner as to
create veridical perceptual experience and non-delusional beliefs of
the surrounding world and oneself. Paradigmatic altered states of
consciousness are such that the etiological pathway to or the
constitutive mechanisms of subjective experience are temporarily
predisposed to create contents of consciousness that misrepresent
or create delusional beliefs of the surrounding world and oneself.
For example, when we fall asleep, we become functionally blind
even if our eyes were open....”
IL MODELLO AIM DI HOBSON (2000)
Descrive lo spazio tridimensionale dei possibili stati di coscienza
considerando variabili nel dominio sia neurobiologico che
psicologico:
Asse x: Attivazione Comportamentale (A)
Asse y: Direzione del Flusso d’Informazione (I)
Asse z: Modalità del Processamento dell’Informazione (M)
Ciascuna dimensione ha una interpretazione sia cognitiva che neurobiologica:
(1) la capacità del sistema di processare l’informazione (Attivazione)
(2) la direzione del flusso informazionale (interno-esterno) (I)
(3) il modo in cui l’informazione è processata (M)
Figura 2. Transizione normale, entro lo spazio degli stati AIM,
dalla veglia al sonno NREM e poi al REM.
Asse x: Attivazione Comportamentale (A)
Asse y: Direzione del Flusso d’Informazione (I)
Asse z: Modalità del Processamento dell’Informazione (M)
Asse x: Attivazione
Comportamentale (A)
Asse y: Direzione del Flusso
d’Informazione (I)
Asse z: Modalità del
Processamento dell’Informazione
(M)
Figura 3. Lo spazio degli stati AIM dopo una induzione ipnotica rispetto
alla ipnotizzabilità della persona
Dopo una induzione standard un soggetto ‘virtuoso’ di solito è rilassato,
per cui il livello di attivazione A è ridotto rispetto alla veglia
(specialmente se la persona ha gli occhi chiusi)
Asse x: Attivazione
Comportamentale (A)
Asse y: Direzione del Flusso
d’Informazione (I)
Asse z: Modalità del
Processamento dell’Informazione
(M)
Figura 4. Un soggetto ipnotico virtuoso dopo una
induzione ipnotica con gli occhi aperti o chiusi: Gli
stimoli interni/esterni spostano l’attività mentale lungo
l’asse "I" nello spazio degli stati AIM, spostando l’asse
“I” verso la direzione degli stimoli esterrni quando gli
occhi sono aperti.
Allucinazione
occhi chiusi
Allucinazione
occhi aperti
Figura 5a. Un soggetto ipnotico virtuoso durante
allucinazione con gli occhi chiusi: La stimolazione interna
sposta l’asse "I", verso la direzione di alta stimolazione
interna nello spazio AIM.
Figure 5b. Un soggetto ipnotico virtuoso durante
allucinazione con gli occhi aperti: La stimolazione interna
sposta l’asse "I", verso la direzione di alta stimolazione sia
interna che esterna nello spazio AIM.
Asse x: Attivazione
Comportamentale (A)
Asse y: Direzione del Flusso
d’Informazione (I)
Asse z: Modalità del
Processamento dell’Informazione
(M)
Limiti del modello AIM di Hobson:
Il livello di neuromodulazione del cervello è indubbiamente la
dimensione più controversa del modello, poichè non vi è alcuna
evidenza sperimentale che l’ipnosi produca modificazioni della
bilancia aminergica nel cervello.
Ipnosi e Coscienza (Il modello neurofisiologico di
Rainville)
1. L’induzione dell’ipnosi dovrebbe produrre cambiamenti non nei
sistemi della percezione, o a contenuti specifici della coscienza
ma cambiamenti in aspetti della esperienza fenomenica.
2. Dovrebbe interessare meccanismi neurofisiologici specifici che
regolano gli stati di coscienza.
Per questo autore è necessaria la distinzione tra stati e contenuti
della coscienza. I primi si riferiscono agli stati globali di un
organismo (es., attento, sveglio, sonnolento, asleep, dreaming,
…) che contiene e regola i contenuti della coscienza, ma non è
definito in termini di specifici contenuti o modalità percettive.
Sebbene questa distinzione tra stati e contenuti possa sembrare
artificiale, essa fornisce una utile cornice di lavoro per studiare i
processi neurobiologici potenzialmente separabili.
Se l’ipnosi è uno stato alterato di coscienza, allora in ipnosi si
dovrebbero verificare cambiamenti negli aspetti generali della
esperienza fenomenica che sono essenziali per la coscienza quando si
è svegli (Fig. 1a). Inoltre, le modificazioni dell’esperienza fenomenica
che caratterizza l’ipnosi dovrebbe accompagnarsi a cambiamenti
nell’attività cerebrale (Fig. 1c) nelle aree la cui attività è nota essere
responsabile della regolazione dei corrispondenti aspetti della coscienza
(Fig. 1d).
Riassumendo, operativamente si può ipotizzare che:
1. Alcune propietà chiave della fenomenologia della coscienza vengono
significativamente modificate dall’induzione dell’ipnosi.
2. La regolazione della coscienza indotta dall’ipnosi coinvolge
modificazioni fisiologiche affidabili nelle aree del cervello interessate dal
processo in corso.
Figure 1. The phenomenology and neurobiology of
hypnosis and consciousness
a
Phenomenology
of Hypnosis
Phenomenology
of Consciousness
c
Neurophysiology of
Hypnosis
d
b
Neurophysiology of
Consciousness
Secondo (Price, 1996), comuni dimensioni esperienziali riportate
dalle persone in ipnosi che descrivono l’esperienza subiettiva
dell’essere ipnotizzato sono:
1. Rilassamento Mentale: sensazione di rilassamento.
2. Assorbimento (“absorption”) Mentale: prolungato assorbimento
e focalizzazione dell’attenzione su uno o pochi target specifici.
3. Monitoraggio: riduzione del monitoraggio critico, di giudizio, e
censorio.
4. Orientamento: sospensione dell’orientamento spazio-temporale,
luogo, e/o senso di sé.
5. Azione (Agency): esperienza delle propie risposte come
automatiche o involontarie (cioè, si verificano involontariamente
e senza sforzo).
Il modello di Metzinger evidenzia la necessità della
rappresentazione del sé nell’esperienza soggettiva. Questo
modello fenomenico del sé è una rappresentazione transitoria
del sistema stesso. Il modello del sé viene costantemente
riattivato quando l’organismo incontra un nuovo oggetto che
entra nel campo della consapevolezza. In questo modello
vengono descritte tre principali caratteristiche target della
prospettiva fenomenica subiettiva, o soggettività (vedi Fig.2).
Tali caratteristiche sono “senso di sé” ( selfhood ), ”prospettività”
( perspectivalness ), “senso di appartenenza” ( minenes ).
Senso di sé: si riferisce alla esperienza fenomenica della
costanza e interezza individuale (stabilità spazio-temporale). La
stabilità del modello del sé fenomenico è stato indicato
dipendere dalla relativamente stabile rappresentazione del
corpo e dei processi neurobiologici responsabili della
regolazione omeostatica (Damasio, 1999).
Gli oggetti della consapevolezza sono ancorati al sé fenomenico
che costituisce la forma fondamentale della coscienza del sé
primitiva (non concettuale) ed è l’elemento essenziale che
permette soggettività.
La prospettività o la prospettiva individuale descrive la
struttura dell’esperienza fenomenica centrata sul sé fenomenico,
in modo che gli oggetti della consapevolezza vengono
sperimentati in relazione al sè, dalla prospettiva propria del
soggetto.
Infine, il senso di appartenenza (“mineness”) descrive il
senso pre-riflessivo di proprietà e si riferisce a particolari
contenuti fenomenici come quelli riferiti al corpo (es., questa è la
mia gamba, Io sto provando dolore), a stati mentali (es., sono
premuroso), a stati affettivi (es., sono felice), o a intenzioni o
azioni volontarie (es., sto scrivendo). La sensazione che tutte le
caratteristiche fenomeniche dell’esperienza hanno referenti
interni o esterni è essa stessa una caratteristica fenomenica di
base.
Un aspetto importante del senso di appartenenza
(“mineness” o “ownership”) è il senso dell’io che compie
l’azione (self-agency), vale a dire l’esperienza fenomenica,
che alcune intenzioni o azioni sono generate dal senso di
appartenenza (cioè, dal proprio sé fenomenico), che sono
opposte al senso degli oggetti esterni o ad altri individui.
Numerosi disturbi clinici si manifestano con la distruzione del
senso di appartenenza, come ad esempio accade nei disturbi
schizofrenici (perdita del controllo o allucinazioni).
La ricerca ha mostrato che la corteccia cingolata anteriore è
coinvolta nella funzione esecutiva che ci permette di guidare in una
strada e ignorare un set di segnali mentre prestiamo attenzione ad un
altro (Awh e Gehring, 1999). In particolare, gli studi che utilizzano
l’EEG, la PET e fMRI suggeriscono che nella corteccia cingolata
anteriore l’esecuzione e il controllo di una risposta può essere
separata dal controllo del contesto nel quale viene svolta l’azione
(Elliot e Dolan, 1998; Luu e Tucker, 2002). Ad esempio, Elliot e
Dolan hanno trovato che la corteccia cingolata antero-dorsale era
attiva quando i soggetti generavano un’ipotesi riguardante quale
sarebbe stata una risposta corretta mentre la corteccia cingolata
antero-ventrale era attiva quando veniva effettuata una scelta. Altri
studiosi hanno suggerito che le differenze dorsali vs. ventrali
riflettono i processi cognitivi vs. quelli emozionali così come gli
esecutivi vs i valutativi (Bush, Luu e Poster, 2000).
In termini di modulazione dell’esperienza emozionale in ipnosi è
considerata consistentemente coinvolta la corteccia cingolata
anteriore. In una serie di studi PET, Rainville e colleghi (1999, 2002)
hanno mostrato che l’attività neuronale del tronco encefalo, del
talamo e della corteccia cingolata anteriore contribuiscono
all’esperienza di essere ipnotizzati. Questi Autori, in particolare,
riportano cambiamenti relati all’absorption nelle regioni più rostrali
della corteccia cingolata anteriore. In uno studio sulla modulazione
del dolore in ipnosi, Rainville e colleghi (1997) ha trovato che
l’attività nella corteccia cingolata anteriore si associava strettamente
all’esperienza soggettiva e che rifletteva la componente emozionale
(es., spiacevolezza) ma non la componente sensoriale degli stimoli
dolorifici. La corteccia cingolata anteriore destra è stata anche trovata
coinvolta nell’allucinazione, ma non nell’immaginazione di stimoli
esterni negli individui altamente ipnotizzabili (Szechtman, Woody,
Bowers, e Nahmias, 1998).
Cambiamenti nell’attività cerebrale durante rilassamento
ipnotico e ‘absorption’
Rainville et al. (1999, 2002) – In questo studio, le sensazioni di
rilassamento sono state specificamente associate ai livelli più
bassi di rCBF nelFeelings
tegmento
mesencefalico
tronco
encefalico,
of relaxation were
specifically associateddel
with lower
levels of rCBF
in the
mesencephalic tegmentum of the brain stem, the thalamus, and the ACC (rostral to the
hypnosis-related
increases incingolata
mid-ACC). The similarity
between some
effects of hypnotic
nel talamo e nella
corteccia
anteriore
(rostrale
agli
relaxation observed in this study and the effects of slow wave sleep (e.g. Hofle, Paus,
Reutens,
Fiset, Gotman,
Evans &corteccia
Jones, 1997) andcingolata
decreased vigilance
(Paus, Zatorre, La
aumenti relati
all’ipnosi
nella
mediale).
Hofle, Caramanos, Gotman, Petrides & Evans, 1997) are striking and may reflect the relative
engagement
of similar
mechanisms.
(Paus 2000) has proposed
that the coordinated
somiglianza tra
alcuni
effetti
delPaus
rilassamento
ipnotico
osservati
pattern of changes in those structures reflects mechanisms regulating the brain’s arousal level
and theesubjects’
level of vigilance.
Consistent
with
this possibility,
hypnotic relaxation
may
in questo studio
gli
effetti
delle
onde
lente
del
sonno
e
la
reflect a state of decreased vigilance and an attenuation of the state of readiness to engage
or orient
toward, externalsono
sources sorprendenti
of stimulation. Additional decreases
observed in
diminuzione with,
della
vigilanza
e
possono
posterior parietal cortices within areas associated with orientation and attention to external
visual, auditory, and
somatosensory
stimuli
are consistent
with
this interpretation
(Coull,
riflettere meccanismi
simili.
Paus
(2000)
ha
proposto
che
il
Frackowiak & Frith, 1998; Paus et al., 1997; Peyron, Garcia-Larrea, Gregoire, Costes,
Convers, Lavenne, Mauguiere, Michel & Laurent, 1999).
pattern dei cambiamenti
coordinati nelle strutture sopraindicate
riflette i meccanismi che regolano il livello di arousal del cervello
e il livello di vigilanza. In linea con questa ipotesi, il rilassamento
ipnotico può riflettere uno stato di diminuita vigilanza e
un’attenuazione dello stato di prontezza nell’impegnarsi con, o
orientarsi verso, sorgenti esterne di stimolazione.
Gli effetti relati all’absorption non erano limitati solo a queste
aree target e includevano anche importanti aumenti nelle
regioni parietali frontali e posteriori. Questi effetti erano
correlati agli effetti osservati nel talamo e sono stati interpretati
riflettere l’attivazione della circuiti cerebrali dell’attenzione. Il
pattern preciso dell’attivazione coordinata nelle cortecce
frontale inferiore destra e parietale posteriore destra è ancora
consistente con il modello proposto da Paus (2000).
Questi risultati suggeriscono che la sorgente del meccanismo
compensatorio proposto sopra, possono coinvolgere
un’interazione tra le cortecce pre-frontali e la rete
troncoencefalo-talamo-corteccia cingolata. Effetti aggiuntivi
rilevanti dell’arousal cerebrale e dei sistemi attentivi sono stati
osservati nella corteccia occipitale. Gli aumenti indotti con
ipnosi nel rCBF occipitale erano correlati:
(1) con un aumento nell’attività EEG lenta (delta) nei lobi
occipitali;
(2) con una diminuzione nel rCBF nel talamo posteriore
(possibilmente nel nucleo pulvinar con le proiezioni alla porzione
extrastriata delle cortecce visive (Rainville et al., 1999);
(3) con un aumento specifico ndella sensazione soggettiva di
rilassamento ipnotico (Tabella 2; Rainville et al., 2002). Questi
cambiamenti coordinati potrebbero essere la conseguenza di una
relativa diminuzione nell’attività dei neuroni colinergici
ascendenti del tronco encefalo. Questi neuroni colinergici
proiettano al nucleo reticolare talamico che invia proiezioni
inibitorie agli altri nuclei talamici e normalmente prevengono la
formazione di stati oscillatori lenti di circuiti talamo-corticali
distribuiti. La riduzione di attività in questa via colinergica porta
normalmente ad una riduzione nell’influenza degli input
sensoriali ascendenti nell’attività corticale, facilita le oscillazioni
lente talamo-corticali, e forse potrebbe contribuire agli aumenti
dei ritmi lenti EEG nelle regioni occipitali e ad un aumento del
rCBF.
Rubichi e colleghi (2005) confrontando l’accuratezza delle risposte
allo Stroop di soggetti con alti, medi e bassi livelli di ipnotizzabilità
hanno riportato che l’effetto dell’interferenza era minore nei soggetti
con alta rispetto ai soggetti con bassa ipnotizzabilità. Egner et al.
(2005), utilizzando fMRI, hanno dimostrato che la risposta
conflittuale allo Stroop nella corteccia cingolata dorsale mostrava un
aumento in seguito all'ipnosi nei soggetti con alti livelli di
ipnotizzabilità, ma non nei soggetti bassi ipnotizzabili.
Raz et al. (2002, 2003) hanno mostrato che gli effetti
dell'interferenza dello Stroop erano aboliti nei soggetti con alti livelli
di suscettibilità ipnotizzati utilizzando una suggestione post-ipnotica
in cui era detto di percepire le parole come simboli senza senso.
Concludendo, Egner e Raz (2007) suggeriscono che la flessibilità del
controllo cognitivo sia deteriorata in ipnosi, ma che questa
condizione possa essere la chiave che permette alla persona
ipnotizzata di realizzare le suggestioni suggerite dall'ipnotista, senza
l'interferenza dei sistemi di monitoraggio di ordine superiore.
Role of Dorsal ACC In SelfRegulation
• Conflict monitoring signals need for adjustment
in cognitive control
• Affective component of pain matrix (Rainville et
al. 1997; Faymonville et al. 2000)
• Phasic sympathetic arousal (Critchley et al.
2003)
Hypnosis Effects on Cognitive
Control
• Stroop errors increase in hypnotized highs
(Jamieson & Sheehan 2004)
• ACC conflict monitoring provides a window on
cognitive control
• Conflict monitoring activation dissociated from
task set activation in hypnotized highs (Egner et
al. 2005)
Hypnosis Effects on Cognitive
Control
• Stroop errors increase in hypnotized highs
(Jamieson & Sheehan 2004)
• ACC conflict monitoring provides a window on
cognitive control
• Conflict monitoring activation dissociated from
task set activation in hypnotized highs (Egner et
al. 2005)
Conflict Monitoring and Cognitive
Control (Egner et al. 2005- Stroop test)
Two States of Waking
Consciousness
• Resting baseline - spontaneous self referential
mental activity
• Goal directed mental activity
• Two distinct and mutually inhibitory neural
networks
• Instrumental and Experiential mental sets
(Absorption)?
• Two modes of self-regulation
Discovery Of “Default Mode”
• dACC and a network of DLPFC regions are
consistently activated by goal directed cognitive
tasks
• But a consistent pattern of deactivations is also
observed across tasks
• These regions must be more active in the resting
or baseline conditions
• Network corresponds to a “default mode” of
brain organization (Gusnard &Raichle 2001)
• rACC and posterior
cingulate cortex (PCC)
form key nodes in this
network
• rACC and PCC activated
by evaluation of
emotional words and by
episodic recall
• Self-states are
intrinsically affect loaden
Two States of Waking
Consciousness
• Resting baseline - spontaneous self referential
mental activity
• Goal directed mental activity
• Two distinct and mutually inhibitory neural
networks
• Instrumental and Experiential mental sets
(Absorption)?
• Two modes of self-regulation
Role of Rostral ACC in SelfRegulation
• rACC heightened parasympathetic activation
(Nagai et al. 2004)
• rACC suppressed dACC and associated
sympathetic activation (Critchley 2005)
• rACC exercises inhibitory control of amygdala
in emotional conflict (Etkin et al.)
Default Mode & Hypnosis (Rainville
et al. 2003) ?
Functional connectivity of midCingulate (Faymonville et al. 2003)
Error Monitoring & Response
Correction
• ERP max at Cz
• Response occurs at 0
msec.
• The ERN (or Ne) can
be seen following error
responses
• This is followed by a
slower positive
component (Pe)
Error Related Negativity: Ne
• Fronto-central
distribution 50-80 msec
after incorrect response
• Occurs whether
conscious or unconscious
of error (automatic)
• Conflict between correct
and incorrect response
representations
• Generator localized in
dorsal ACC
Error Related Positivity: Pe
• Correlated to consciousness
of error
• Correlated to post error
slowing
– Signal to prefrontal areas to
initiate compensatory
control
• Correlated to post error SCR
and HR changes
– Source of
emotional/motivational (oh
crap) response to error
awareness
• Generator localized in rostral
ACC
rACC in Hypnosis ?
• Pe but not Ne reduced in
hypnotized highs (Kaiser
et al. 1997)
• Possible alteration in role
of rACC
• Regulation of integration
of dACC conflict
monitoring with
adaptation in cognitive
control
Clinical Research Questions
• Psychopathology may be considered as a disruption in
systems of self-regulatory control
• Hypnosis and absorption states permit forms of selfregulation that differ from active cognitive control
• What role does this system play in the development of
specific psychopathologies?
• What role do the dynamics of this system play in the
treatment or prevention of specific psychopathologies?
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