CONSIGLIO CITTADINO DELLE PARI OPPORTUNITÀ DEL COMUNE DI PISA
PROGETTO "DIRITTI DELLE DONNE e MULTICULTURALITÀ" (GRUPPO CULTURA E SAPERI DI
GENERE)
Partners: Assessorato PPOO Comune, Cineclub Arsenale, Circoscrizione VI, Mediateca Regionale
Toscana, Unicoop; Giovani Persone, Istituzione Centro Nord-Sud;
(partecipazione --da confermare -- di ADMI, Arci Nuova Associazione, Attuttambiente, Comunità
Bengalese, Donne in Movimento e altre)
1) Premessa teorica: questi ultimi anni ci hanno resa familiare la presenza numerosa di uomini e
donne di paesi anche molto lontani, che vengono in Italia e in Europa per le più svariate ragioni.
Molte di queste persone si fermano e costruiscono qui una vita, che in parte è scelta e ricerca di
nuove opportunità, e in parte rimane sempre vita di ‘esilio’. In direzione inversa, per così dire, gli
italiani si sono intanto abituati a raggiungere e visitare con gran facilità luoghi una volta considerati
esotici e accessibili solo a pochi privilegiati viaggiatori. E tutti viviamo in un mondo in cui le frontiere
geo-politiche --e soprattutto economiche -- vanno di fatto dissolvendosi, salvo poi ricomparire
tragicamente come barriere culturali e ideologiche, conflitti di vario genere e causa. Per parlare di
questa nuova contiguità di luoghi e persone per molti aspetti diversi sono molto usati i termini
Interculturalità, multiculturalismo e multiculturalità, termini sicuramente vicini tra loro, ma non
sinonimi. Per citare Alessandro Bosi, “la multiculturalità è un dato di fatto: il concetto descrive la
fattuale compresenza di culture diverse entro una società, mentre il termine interculturalità
descrive uno specifico ‘progetto’ di interazione entro le società multiculturali.” Con il corollario che
“la presenza di molte culture in uno stesso contesto culturale è legata ai più significativi processi
dell’età contemporanea: internazionalizzazione dei rapporti di produzione e consumo;
mondializzazione dei sistemi informativi e mass-mediali; globalizzazione delle relazioni
economiche, di mercati tecnologici e culturali.”
Ora, al di là di ben intenzionate e generose affermazioni di principio, la multiculturalità, o meglio lo
spirito multiculturale, sono tutt’altro che privi di interrogativi e aspetti problematici, e tutt’altro che
facili da realizzare concretamente. La via più semplice –solo in apparenza--sembrerebbe la politica
di mera giustapposizione: una cultura accanto all’altra, in mutua ignoranza e distanza di rispetto; o
si può tentare la via della conoscenza e della penetrazione reciproca, ma in ambedue i casi i
problemi di fondo rimangono: primo fra tutti, rispettare e accogliere le diversità deve implicare
l’accettazione di norme culturali o religiose, o rituali e pratiche di vita che negano i diritti
fondamentali della persona e in particolare delle donne e delle bambine? Ovvero, pretendere da
tutti che alcuni principi che l’Europa e l’Italia considerano conquiste etiche e civili irrinunciabili --da
difendere con forza anche nel loro contesto interno-- , siano assunti e rispettati da tutti coloro che
entrano a far parte del nostro tessuto civile, vuol dire andare contro il principio del rispetto delle
diversità o è invece legittima richiesta in nome non di leggi nazionali e norme culturali locali, ma di
valori umani generali? In genere chi lascia i suoi luoghi di origine sa che troverà abitudini diverse
ed è pronto ad adattarsi. Altra questione è la consapevolezza da parte dei nuovi venuti del senso e
della portata dell’adattamento (o integrazione, se volete) che noi richiediamo loro, cosa cui mi pare
si pensi di solito relativamente poco. Così come spesso mancano a noi le basi minime di
conoscenza che ci permetterebbero un dialogo e un confronto reali.
2) Il progetto ‘Diritti delle Donne e Multiculturalità’ prende le mosse, dunque dalla esigenza che le
donne non siano soggetti passivi nella costruzione di una società multiculturale e si propone di
investigare alcuni aspetti delle culture ‘altre’ in un’ottica di genere, in particolare il ruolo delle donne
all’interno di quelle culture e i rapporti che esse tessono quando se ne trovano invece proiettate
‘all’esterno’, in paesi stranieri. In particolare il progetto cercherà di esplorare il campo delle
percezioni che l’occidente coglie di quelle culture per quanto riguarda la vita delle donne, e i
problemi che la multiculturalità può porre, nella realizzazione concreta della reciproca accettazione.
Reciprocamente si cercherà di dare voce alle percezioni, ai esperienze che le donne ‘straniere’
formano di molti aspetti della nostra cultura, del nostro modo di essere donne occidentali, italiane,
e
quant’altro.
Il percorso si esplicherà fondamentalmente su tre linee:
1) Diritti delle Donne e norme culturali: si va, per esempio, dalle norme che regolano il
comportamento 'morale' delle donne, al matrimonio e al diritto di famiglia; dall'educazione delle
bambine / ragazze - al modo in cui il corpo e la salute delle donne entrano in gioco nella diversità
delle culture-- incluse per esempio pratiche come le mutilazioni genitali e altri retaggi "pesanti",-dallo status economico civile e politico delle donne, ai rapporti sociali, all'abbigliamento e alla
cosmesi.
2) Donne e globalizzazione; la situazione e il ruolo delle donne nelle diverse culture rispetto al
rapido processo di globalizzazione non solo economica, ma anche 'culturale' in atto.
3) Le donne nutrono il mondo: alimentazione e donne: storia e tradizione con dimostrazione pratica
e teorica di 'cucina etnica' (africana, indiana, asiatica, sudamericana/creola, ecc.) La storia della
produzione e della preparazione del cibo, e le norme culturali /religiose relative all'alimentazione,
nonché la distribuzione delle risorse alimentari nelle diverse aree culturali del mondo
4) Una serie di film su donne e/ o di donne dei vari Paesi del mondo, per 'illustrare' i temi del
progetto.
Il progetto si estende per almeno un intero anno a partire da questa primavera, per culminare,
preferibilmente il prossimo marzo con una giornata di convegno, che includerà anche musiche,
danza, aspetti della vita e della tradizione dell’area considerata. Al convegno interverranno esperte
e ospiti di 'peso', per es., Vandana Shiva, Anindita Balslev, Ciccarrone, e altre.
3) Realizzazione dei percorsi:
Abbiamo individuato tre aree geo-culturali che per peso culturale, e per importanza della presenza
delle comunità in Italia, e in Toscana (è chiaramente impossibile rappresentarle tutte) ci paiono
particolarmente rappresentative; ogni area sarà affrontata –sia pure in modo flessibile --secondo lo
stesso piano di lavoro
a. India e area di influenza culturale indiana, Bengal Indiano, Ceylon, Bangladesh
(musulmano) ecc.
Abbiamo in effetti iniziato con il film Monsoon Wedding, il 6 giugno avremo Fire di Deepa Mehta
all’Arsenale. Ci sarà la proiezione poi di un documentario alla saletta Coop di Cisanello; a
settembre un altro film Sognando Beckham e un incontro sull’India sulle linee descritte più sopra.
Per la Giornata a conclusione si propongono: la danza rituale; la rappresentazione del corpo
femminile nell'arte indiana; il modello culturale ideale della donna nel mito; l'India moderna e i diritti
della donna; il cibo e la tradizione alimentare (con buffet, esposizione di spezie/ingredienti con
riferimenti alle implicazioni religioso/ culturali); la donna e la globalizzazione;
b. Asia: Cina e area di influenza culturale cinese
La comunità cinese è presente e numerosa in Italia –Europa; seguiremo lo schema generale
adoperato per la prima area;
La cultura cinese è tra le più affascinanti e ricche del mondo, anche molto studiata in Italia. Ci sono
molti libri, films bellissimi, recenti o classici: da Lanterne Rosse a Non uno di meno a Balzac e la
piccola sarta cinese, oltre a films riguardanti direttamente il cibo: ex.: Ang Lee: Mangiare, bere,
uomo, donna o Banchetto nuziale ecc.)
c. Russia ed Europa dell’Est
Ogni area rappresenterà un percorso concluso, (documentazione, films, aspetti storico/religiosi,
origine e storia della tradizione alimentare, testimonianze) con contributo di esperte/i e delle donne
del Gruppo, delle Associazioni e delle comunità specifiche.
Altre aree proposte sono
a. Filippine e Indonesia
b. Medio e vicino oriente: Iran, Iraq, Turchia
c. Africa islamica (mediterranea) e Africa subsahariana (Senegal, Nigeria, ecc.)
d. Area sud-americana: Brasile, Cile, Cuba, Perù ecc. donne, culture indigene e
cultura post-coloniale.
Ma naturalmente abbiamo limiti ristretti di ogni genere ed è impensabile tentare cose oltre le nostre
forze.
PISA, Maggio 2005
La coordinatrice del Gruppo, Virginia Del Re