Progetto di tirocinio di: Laura Dalla Dea Preparato per: Corso di Riqualifica per Educatore Professionale Anno 2010/2011 Presso: C.I.S.A. Tortona PREMESSA Per il terzo e ultimo anno del corso di riqualifica per educatori professionali, il tirocinio è dedicato all’anziano ospite in casa di riposo. L’educatore professionale nelle strutture per anziani è raramente presente, in alcuni casi l’educatore è impiegato come animatore. Molti equivocano sul significato di “Animazione” in casa di riposo. Si pensa al divertimento, all’intrattenimento, alle feste; animare può anche essere questo, ma ha anche una valenza molto più profonda. Essere animatori significa esprimere, (vale a dire “spremere fuori”, “tirare fuori” da sé), ciò che si ha e ciò che si è. Nelle Case di Riposo, in particolare, è essenziale per le persone anziane sentirsi accolti e ascoltati; l’intervento d’animazione incomincia da qui. All’animatore, spetta il compito di: Valorizzare la persona anziana, facendo emergere dal suo intimo quello che ancora può dare innanzitutto a e per se stessa e poi agli altri. aiutare l’anziano a inserirsi nella struttura, favorendo i rapporti con gli altri ospiti e gli operatori. fare sì che la casa di riposo e i suoi abitanti siano in costante rapporto col territorio. L’attività d’animazione in casa di riposo è strutturata e finalizzata ponendosi degli obiettivi individuali e di gruppo. Per questo motivo il tirocinio in casa di riposo per l’educatore professionale è importante, poiché l’animatore in casa di riposo deve operare tramiti mezzi e tecniche comuni alla professionalità dell’educatore: l’ascolto, l’osservazione, l’empatia, la progettualità. “I BISOGNI DEL TIROCINANTE” ossia: “GLI OBIETTIVI DEL TIROCINIO” Conoscere la realtà della RSA. Osservare l’anziano ospite per comprenderne i bisogni. Capire dall’interno l’operato dell’animatore. Approfondire l’uso di terapie alternative in uso. Essere di supporto e d’aiuto alle diverse professionalità, in modo che la presenza del tirocinante possa essere non un carico in più, ma un alleggerimento. METODI e STRUMENTI Osservazione Ascolto Empatia Comunicazione LUOGO R.S.A. di Castelnuovo e R.S.A. di Pontecurone. TEMPI 105 ore distribuite in giornate di 8 ore da Dicembre 2010 a Maggio 2011. VALUTAZIONE L’esperienza di tirocinio in R.S.A.con gli anziani si è svolta di mercoledì, giorno in cui vi è la “Pet therapy”. La scelta di questa giornata è stata determinata dalla volontà d’approfondimento di questa terapia alternativa, ma anche per l’importante sinergia e concertazione tra le diverse professionalità: “lo psicologo, la pet terapista, la responsabile di struttura, la fisioterapista, l’animatrice, le O.S.S.” che insieme hanno contribuito a creare un “percorso/progetto” sia individuale che di gruppo, mettendo al centro la persona. L’attività di pet therapy è stata così il punto di collegamento tra le varie professionalità e i bisogni dell’utente. Sinergia, individuazione dei bisogni e determinazione degli obiettivi in un ottica di un “tutto tondo” ha fatto sì che i risultati di questo percorso fossero evidenti per tutti. I bisogni generali dell’anziano in casa di riposo e individuati dal “gruppo di lavoro/equipe” sono: migliorare l’umore (ansia, apatia, depressione.) migliorare lo stato di benessere psicofisico. socializzare migliorare o mantenere le funzioni psicologiche e mentali residue (la memoria, la comunicazione verbale e non verbale.) favorire il movimento facilitare il rapporto tra gli ospiti e gli operatori. Gli obiettivi generali coincidono con i bisogni, mentre gli obiettivi specifici sono stati definiti utente per utente dopo un’accurata osservazione e conoscenza da parte degli operatori della R.S.A. e un incontro d’osservazione e test da parte della pet terapista. La metodologia utilizzata potrei ricondurla al concetto comune e generalizzato della “pet therapy”, ma credo sia importante sottolineare l’importanza di questa terapia alternativa (come di altre: arte terapia, teatro-danza terapia, ecc.) quando, come in questo caso, l’azione combinata potenzia i singoli interventi assistenziali e riabilitativi. I contenuti di questo percorso sono calibrati e determinati dal pet terapista che condurrà ogni seduta insieme al fisioterapista e/o l’animatore stimolando i pazienti durante l’esperienza a livello: cognitivo, relazionale,affettivo, psicomotorio. La “pet terapia” La presenza dei cani, Bimba e Thea, insieme alla Pet terapista Patrizia Fossati nella struttura è stato un ottimo stimolante nei casi di demotivazione, di tristezza e di depressione latente; il fatto di prendersi cura degli animali (primo step: la conoscenza) ha favorito l’autostima, e inoltre, permesso la socializzazione. Gli animali si sono dimostrati utili per aiutare quelle persone che hanno difficoltà di movimento, perché anche chi credeva di non riuscire a fare più un certo movimento, avendo il cane vicino, si è sentito invogliato a muoversi per andargli vicino e accarezzarlo. Secondo una teoria recente, il benessere derivato dalla presenza di un cane ha basi chimiche e fisiologiche: le sue manifestazioni di affetto stimolerebbero l'organismo a produrre endorfine, inducendo uno stato di tranquillità e rilassatezza. Durante il tirocino questo è apparso molto chiaramente. Vi è stato un miglioramento del tono dell’umore individuale, del gruppo e dell’intera struttura, poiché anche il personale e gli altri ospiti non direttamente partecipanti all’attività son stati coinvolti dal clima festoso che ha accompagnato l’ingresso nella struttura di Bimba e Thea. L’esperienza di pet-therapy è il risultato del lavoro sviluppato da un team interdisciplinare composto da diverse figure professionali che hanno interagito ciascuna con il proprio specifico ruolo e in modo complementare. In questo tirocinio ho avuto l’opportunità di partecipare a una riunione preliminare alla formazione dei gruppi e alla verifica e osservazione degli utenti da parte della pet terapista. Questo metodo di lavoro mi ha chiaramente dimostrato quanto sia importante che membri del gruppo di lavoro partecipino direttamente sia alla progettazione e alla valutazione dei programmi sia allo svolgimento della attività. I pazienti che hanno partecipato al progetto sono stati osservati nei loro progressi e nella loro attività tramite la compilazione di una “scheda / diario” appositamente formulata dalla pet terapista che contiene l’anamnesi del paziente, con osservazione ed elaborazione del suo profilo, definizione degli obiettivi di miglioramento e attività svolte. La preparazione e formazione della pet terapista, che prevede l’abilitazione a lei, ma anche ai suoi cani è fondamentale dato che anche in questo caso il lavoro svolto è di squadra: “pet terapista e il suo cane”. “La pet therapy non è solo il mercoledì.”: l’approccio interdisciplinare di questo metodo di pet therapy, prevede una collaborazione importante con la fisioterapista, l’animatrice e l’O.S.S. di riferimento delle strutture. Durante la settimana queste figure professionali lavoreranno, in accordo con la pet terapista raccogliendo immagini, pensieri, emozioni insieme ai partecipanti al progetto. Questo materiale sarà utilizzato nelle sedute di pet therapy successive per la composizione di “cartellonidiari” dell’attività come rinforzo e stimolazione ulteriore. VALUTAZIONE RISPETTO AL PROGETTO DEL TIROCINANTE Gli obiettivi che mi ero posta per questo tirocinio sento d’averli raggiunti grazie all’accoglienza e disponibilità all’interno delle strutture e da parte delle figure professionali incontrate, tra cui l’animatrice e le fisioterapiste che mi hanno supportato e informato. Grazie all’affetto e apertura degli ospiti delle strutture. Un particolare ringraziamento alla pet terapista Patrizia Fossati che mi ha consentito d’approfondire e conoscere tecniche, metodi della pet therapy e per la sua professionalità aperta a un agire interdisciplinare costruttivo, aperto e attivo.