- ComunicAzione

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n8 - 02/2015
I N N O VA T I VA
Brainstorming
Ho deciso: lo compero!
10 trends del 2015
ComunicAttori
Jacques Séguéla
i creativi
del passato
surf a motore
Sommario
Brainstorming
Focus
Il metodo per ottenere
risultati straordinari
Il tabellone che facilita
il brainstorming
10 trends che cambieranno
ComunicAttori
consumi e consumatori
Jaques Séguéla
Ho deciso:
lo compero!
Tips
18 segreti per realizzare
una presentazione
come Steve Jobs
ComunicAzione
è un progetto editoriale di Tangherlini srl
Direttore Editoriale: Mirco Tangherlini
Direttore Responsabile: Riccardo Silvi
Iscrizione nel registro dei giornali e periodici N°14/12 del 2 Luglio 2012
Redazione: Via Caduti del Lavoro, 2 - 60131 Ancona - 071.2802604
visita il sito di ComunicAzione a questo indirizzo:
www.comunicazionemagazine.com
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emozione onirica
Editoriale
Questo numero è risultato
particolarmente complicato da
realizzare, non per mancanza di
idee, ma "per colpa" di troppe
informazioni e spunti che avremmo
voluto inserire nelle poche pagine
a disposizione e di un periodo
ricco di progetti da realizzare.
Nonostante tutto, ancora
una volta siamo pronti, fieri di
raccontarvi la favola meravigliosa
della comunicazione. Ogni articolo
è, a mio parere, a suo modo
interessante per chi ama questo
lavoro, ma sono particolarmente
orgoglioso della seconda puntata
della sezione "ComunicAttori".
Questa volta si parla di Jaques
Séguéla, una pietra miliare della
storia della comunicazione, un
uomo che ha anticipato metodi
e linguaggi della comunicazione
"persuasiva". Trovo importante
conoscere i personaggi che
hanno tessuto la crescita del
nostro mestiere, applicare le loro
visioni al lavoro di tutti i giorni,
confrontare le idee dei grandi
"ComunicAttori", miscelarle con le
nostre esperienze e tenerle come
punto di riferimento quando le
idee sono confuse. Spero, come al
solito, di avervi regalato un numero
utile e interessante.
[email protected]
5
Brainstorming:
il metodo
per ottenere
risultati
straordinari
di Mirco Tangherlini
F
are un brainstorming è
sempre qualcosa di difficile.
Visto da fuori può sembrare
solamente un momento un po' pazzo
Pensate a quello che gli altri dove volano parole, idee, risate e a volte
farebbero nella vostra situazione. anche del silenzio. Il silenzio infatti è
Poi fate il contrario. forse l'ostacolo più grande da superare quando sia fa un brainstorming.
“
”
Si cerca subito l'idea perfetta, quella
vincente, quella giusta.
E ci si blocca al primo pensiero.
Per chi fa comunicazione, fare brainstorming è un'operazione usuale, comune ma
mai scontata. Per questo è importante
avere sempre dei piccoli stratagemmi
da poter mettere in campo quando le
idee tardano ad arrivare.
Ecco 23 tecniche di brainstorming che
potrete utilizzare per uscire da una
situazione di stallo.
Studiando questa lista, sarà possibile trovare il metodo migliore per
affrontare il problema da superare
e l’obiettivo da raggiungere.
1
Viaggio nel tempo
Come si potrebbe affrontare questo
problema se si fosse in un periodo di
tempo diverso?
10 anni fa?
100 anni fa?
1.000 anni fa?
10.000 anni fa?
Nel futuro? Tra 10 anni?
Tra 100 anni?
2
Teletrasporto
Cosa succederebbe se ci si trovasse
di fronte a questo problema in un luogo
diverso?
In un paese differente?
In un diverso stato?
Come si potrebbe gestire?
3
Cambia attributi
Come vedresti il problema se fossi
di un altro sesso?
Un’età diversa?
Un’altra razza, altezza, peso?
Ad ogni cambio di attributo, si diventa
esposti a un nuovo spettro di pensieri
fino ad ora inconsciamente tenuti fuori.
4
Rolestorming (gioco di ruoli)
Cosa faresti se tu fossi qualcun altro?
I tuoi genitori?
Il tuo capo?
Il tuo migliore amico?
Il tuo nemico?
5
Figure iconiche
Questo è uno spin-off del rolestorming. E se tu fossi una figura iconica
6
ComunicAzione8
del passato?
Albert Einstein?
Steve Jobs?
Bill Gates?
Come si potrebbe rivedere il
problema?
6
Visualizzatele gerarchicamente in
formato albero. Iniziate con il vostro
obiettivo al centro, diramandolo poi
negli argomenti secondari, continuando ad espanderli in altrettanti
sotto-argomenti.
10
fate scrivere le loro idee sul proprio foglio
di carta.
Dopo 10 minuti fate ruotare i fogli tra
i partecipanti.
Continuate fino a quando tutti avranno
scritto sul foglio di tutti gli altri.
13
Superpotenze
Intersezioni
Partenza
Cosa faresti se improvvisamente vi
trovaste con i superpoteri di Superman?
Spiderman?
Wonderwoman?
X-Men? Hulk?
Idee su argomenti apparentemente
non collegati possono intersecarsi.
Mettete il vostro obiettivo a fianco di
obiettivi simili in diverse aree o contesti
e individuatene i temi e le soluzioni
parallele. (Ad esempio, se il vostro
obiettivo è quello di essere un artista di
successo, cercate le storie di musicisti,
educatori, sviluppatori di giochi, produttori di computer, uomini d’affari vincenti,
ecc. troverete dei punti in comune da
poter applicare alla vostra situazione?
Che cosa ha funzionato per ognuno di
loro che potreste adottare?)
Ragionate su quante più idee possibili.
Selezionate le migliori e riflettete su
quelle idee come “partenza” per altre idee.
Ripetete fino a trovare la migliore
soluzione.
7
Riempire il gap
Identificare il punto attuale - punto
A - e il vostro obiettivo finale - punto B.
Qual è il divario che esiste tra A e B?
Quali sono tutte le cose di cui avete
bisogno per riempire questa lacuna?
Elencatele e scoprirete che cosa ci
vuole per raggiungere il punto B.
8
Gruppo di idee
Formate un gruppo e iniziate a
pensare assieme. Più cervelli sono
meglio di uno! Lasciate che le vostre
“spremute creative” fluiscano insieme!
9
Mappa mentale
La mappa mentale, anche se poco
utilizzata, rappresenta un ottimo strumento per lavorare su più idee.
11
Analisi SWOT
Fare una SWOT della vostra
situazione.
Quali sono i punti di forza?
Punti deboli?
Opportunità?
Minacce?
L’ analisi si aprirà fino a sviluppare
idee di cui non eravate a conoscenza
prima.
12
Scrivere le idee
Utilizzate un gruppo di persone e
14
Brainstorming variabile
Identificate la variabile del risultato
che si desidera ottenere.
Se il vostro obiettivo è quello di raggiungere un certo numero di visitatori
sul tuo sito web, la variabile da tenere in
considerazione è il visitatore stesso.
Elencare quindi tutte le possibilità di
quella variabile.
Diverse varianti dei potenziali visitatori
saranno:
sesso,
età,
razza,
nazionalità,
occupazione,
interessi,etc.
Pensate alla domanda con ogni variabile diversa.
(Ad esempio, per il sesso: come si
possono ottenere più visite di donne sul
tuo sito web?
Come si possono ottenere più visite
di maschi al tuo sito web?
Per l’età: come si possono ottenere
7
più visite di adolescenti?
E di adulti?).
15
Nicchia
Questo è il livello successivo al metodo
di brainstorming variabile.
Mescolate le variabili che avete elencato, mescolatele e abbinatele in modo
diverso.
Ad esempio, utilizzando l’esempio
precedente, come possiamo ottenere più
visite di adolescenti di sesso maschile sul
tuo sito web (sesso + età)?
Come possiamo ottenere più visite di
adulti americani di sesso femminile sul
tuo sito web (nazionalità + sesso + età)?
16
Pensiero in fuga
Osservate le ipotesi alla base dell’obiettivo che si sta cercando di ottenere, poi
capovolgete questo assunto e guardate
il vostro obiettivo da questo nuovo punto
di vista.
(Ad esempio, volete guadagnare di più
dalla vendita di libri. L’ipotesi potrebbe
essere ‘La gente compra i libri perché
ama leggere’.
Capovolgete questa ipotesi. Potreste
dichiarare che la gente compra i libri
come regalo, per farne una raccolta, ecc.
Un’altra ipotesi potrebbe essere ‘La gente
legge i libri’.
Il rovescio della medaglia di questa
ipotesi potrebbe essere la gente guarda
i libri (disegni).
Fuggire dai presupposti iniziali vi porterà a un diverso livello di pensiero su
come raggiungere l’obiettivo).
Brainstorming
17
Pensare il contrario
Pensare a quello che gli altri farebbero nella tua situazione.
Poi fare il contrario.
18
vedere come sarebbe possibile inserirli
nella vostra situazione.
Prendete una parola, immagine
casuale da un dizionario, sito, libro,
rivista, giornali, TV, etc., un oggetto a
caso dalla vostra camera, casa, posto di
lavoro, quartiere, etc. e così via.
22
Disponibilità delle risorse
Meditazione
E se il denaro, il tempo, le persone,
le forniture non fossero un problema?
Che cosa succederebbe se poteste
ottenere ciò che volete per raggiungere
l’obiettivo? Cosa fareste?
Focalizzate l’attenzione sulla questione chiave:
“Come posso risolvere il mio problema?”, “Come posso raggiungere il
mio obiettivo?” E meditate in un luogo
tranquillo.
Tenete carta e penna di fronte a voi
in modo da poter scrivere immediatamente ciò che vi viene in mente.
Fate questo almeno per 30 minuti,
fino al raggiungimento del risultato
prefisso.
19
Analizza le forze
Quali sono le forze che possono
guidarvi verso il raggiungimento
dell’obiettivo?
Quali sono le forze che agiscono
contro di voi?
20
Esagerazione
Esagerate il vostro obiettivo e provate
a capire come affrontarlo da questo
nuovo punto di vista.
Che cosa succederebbe se avesse
10 volte le dimensioni attuali?
100 volte? 1000 volte?
21
Ottenere un input casuale
Cercate stimoli casuali e provate a
23
Scrivere un elenco di 101 idee
Scrivete una lista di almeno 101
idee per affrontare la situazione.
Provate a sentirvi pazzi e scrivete
tutto ciò che vi viene in mente senza
limitazioni.
8
Focus
Il tabellone
che facilita
il brainstormning
di Tangherlini Comunicazione Innovativa
S
pesso si arriva ad organizzare
un brainstorming (tecnica
creativa di gruppo per far
emergere idee volte alla risoluzione di
un problema) senza avere le idee chiare
sul problema da affrontare.
Anche il team della nostra agenzia,
una volta ricevuto il brief dal cliente,
riunisce le proprie "menti brillanti"
e comincia a fare brainstorming per
trovare soluzioni creative in base ad
obiettivi concreti stabiliti con il committente e rispettando le esigenze del
mercato di riferimento.
Spesso si parte da appunti scritti
a mano, altre volte da note digitali
provenienti dal tablet dell’account, a
volte le suggestioni derivano da ricordi
di parole intercettate.
Il nostro metodo di lavoro, sempre
pragmatico ed estremamente razionale,
ci ha portato ad elaborare un documento semplice ma efficace da utilizzare
durante l’incontro con il cliente.
Lo spirito creativo lo ha fatto assomigliare al tabellone di un gioco da
tavolo con cui interagire insieme a chi
ci affida la comunicazione.
Un colpo d’occhio immediato su
servizi, strumenti di comunicazione,
strategie e posizionamento, permette
a noi e al cliente di comprendere da
subito come muoversi.
Una volta tornati in agenzia il brainsorming sul progetto diventa più semplice, i dati relativi al marketing risultano
chiari, non si rischia di sbagliare e si
può partire per il viaggio creativo.
Come sempre, il
percorso che conduce
alla semplificazione
è laborioso e, arrivare
alla definizione di questo
strumento, ha richiesto
parecchie sedute di brainsorming e confronti continui
tra creativi e commerciali.
Abbiamo chiesto anche
aiuto ai nostri clienti che, in
quanto coinvolti nell’utilizzo,
hanno contribuito attivamente
con feedback e spunti utili.
Il risultato è davvero efficace ed
economico, un poster in formato A2
stampato in bianco e nero.
È stata scelta una carta “usomano”
sia per il piacere che procura al tatto
sia perché è possibile prendere appunti
sul foglio durante l’incontro anche
utilizzando una matita.
L’abbiamo già messo alla prova e
testato sul campo con esiti davvero
interessanti, ma soprattutto con brainstorming più veloci ed efficienti.
ComunicAzione8
piacere
serenità
timidezza
tolleranza
verità
allegria
gioia
apprensione
paura
ammirazione
spavento
esaltazione
allarme
panico
terrore
estasi
speranza
stupore
meraviglia
cautela
incertezza
sorpresa
distrazione
collera
ira
rabbia
ostilità
irritazione
ribrezzo
dolore
repulsione
disgusto
tristezza
malinconia
pensosità
antipatia
avversione
tedio
11
Ho deciso:
lo compero!
Cos’è l’inquadratura stretta?
di Tangherlini Comunicazione Innovativa
C
he cosa porta un cliente a
scelgiere un prodotto piuttosto
che un altro? Come si passa
dall'intenzione all'acquisto? Domande
Le emozioni tendono come queste spesso rimbalzano nella
a offuscare il processo testa di imprenditori, commercianti, diretdecisionale. tori commerciali. La domanda è come
nasce una "conversione all'acquisto"?
“
”
Ogni conversione dipende solamente
dalla decisione propria del cliente: sì
o no. Si chiama processo decisionale
e si basa sulle scelte personali che fa
ognuno di noi nel momento dell'acquisto.
Dal risultato di queste decisioni dipende
ogni conversione all'acquisto.
Se siamo in grado di capire la psicologia che si nasconde dietro il processo
decisionale siamo in grado di migliorare
tutti nostri tassi di conversione.
I processi di pensiero che portano i
clienti a maturare una decisione sono
comuni a tutte le persone.
Nell’articolo che segue, verranno
approfondite le quattro variabili che
caratterizzano il processo decisionale
d'acquisto, legate in particolar modo
al mondo dei siti web.
1
I clienti di solito non considerano
diverse opzioni
In più di un processo decisionale,
ogni persona sperimenta il fenomeno
dell’inquadratura stretta.
Ciò limita la loro capacità di prendere
in considerazione scelte alternative, e
li spinge a fare la prima o la più ovvia
scelta con cui si confrontano.
L’inquadratura stretta si manifesta quando non consideriamo tutte le
opzioni disponibili.
Le scelte sono confinate in uno
spazio ristretto.
Per esempio, se un uomo volesse
acquistare un portafoglio, non conoscendo molto sulla produzione di portafogli, pensa solo sulla base delle sue
informazioni: un portafoglio marrone
o un portafoglio nero.
Quello di cui non si rende conto è che
ci sono portafogli di nylon, portafogli in
pelle, portafogli tri-fold, portafogli bi-fold,
fermasoldi, portamonete, portafogli
cifrati, portafogli firmati, portafogli di
pelle di alligatore, portafogli organizer,
portafogli a tracolla, portafogli a fisarmonica, portafogli francesi da polso
e portafogli ibridi. Ancora, il cliente
potrebbe non aver capito che forse non
ha bisogno di un portafoglio. Forse ha
bisogno di mettere tutti i suoi soldi su
carte di credito, forse ha bisogno di
usare lo smartphone per il pagamento,
forse ha bisogno di fare voto di povertà
e non utilizzare più denaro, forse ha
bisogno di lasciare che sia la moglie
a comprargli un portafoglio o portare
in giro i suoi soldi, in modo che non
sia tentato di spenderli. E potremmo
proseguire.
Quando abbiamo stretto l’inquadratura delle nostre scelte ci rimane
una scarsità di decisioni e la nostra
mente ritorna al metodo più semplice
e diretto di prendere una decisione:
nero o marrone.
Come si applicano queste informazioni per ottimizzare la conversione all'acquisto?
Prima di tutto è necessario verificare
l’offerta disponibile rispetto alla parola
chiave richiesta dal cliente.
Se compare in cima ai risultati di
ricerca a pagamento, sarà anche nei
primi posti della mente delle persone.
La vostra presenza nella SERP
("pagina dei risultati del motore di
ricerca") alimenta la propensione del
cliente verso l’inquadratura stretta.
Si diventa una delle poche opzioni da
scegliere, migliorando così le possibilità
a una conversione.
Se un cliente sta valutando solo i
primi tre risultati in una SERP e tu sei
uno di loro, sicuramente non dovrai
preoccuparti se inzia a considerare
opzioni diverse.
Se per esempio un cliente ha bisogno
di un software CRM, cercherà prima
di tutto “software CRM”.
I primi tre annunci PPC entreranno
Il fenomeno dell’inquadratura stretta,
che ha lavorato a vostro vantaggio,
potrebbe sgretolarsi perché hai introdotto una nuova possibilità.
È opportuno, tuttavia, fare offerte per
parole chiave per ricerche di navigazione
già utilizzate da un concorrente.
nell’inquadratura stretta del cliente.
Tutti sanno che ci sono decine di
opzioni per un software, tuttavia, poiché
queste prime tre società di CRM elencate
nella SERP hanno investito del denaro,
sono in grado di catturare le decisioni
del loro pubblico di riferimento.
Focalizzate l’attenzione sulle parole
chiave che aiutano a promuovere il
prodotto al fine di cogliere la tendenza
all’inquadratura stretta dell’utente.
processo decisionale.
Non parlare di concorrenti.
Un cliente che ragiona con un’inquadratura stretta potrebbe non volere
alternative. Non parlate di concorrenti e
non mostrare perché il vostro prodotto
è migliore.
Potreste creare un attrito cognitivo.
Il cliente può pensare: “Hmm. Non
ho mai sentito parlare di questa azienda
prima“.
2
Bias di conferma
Le persone scelgono di dare più
importanza a dati che confermano una
decisione già presa.
Questo è noto come bias di conferma e colpisce gran parte del nostro
Cos’è il bias di conferma?
Il bias di conferma è un processo
cognitivo che permette di prestare
attenzione ai dati o alle informazioni
che confermano la nostra decisione.
Interpretiamo i nuovi dati in nostro
possesso attraverso le esperienze già
fatte e le decisioni già prese.
Ci sono molti tipi di bias di conferma .
Tutti i sistemi decisionali sono sensibili alla polarizzazione e inconsciamente
influenzati da questo fenomeno.
Una delle caratteristiche più affascinanti del bias di conferma è che ci
rafforza nelle nostre convinzioni al di
là del livello di credibilità.
Anche se la nostra posizione viene
contraddetta da una prova schiacciante,
rimaniamo tenacemente sulla nostra
posizione iniziale.
12
In un articolo del New York Times il
giornalista Carl Richards scrive, riguardo
al bias di conferma, che si tratta di una
“tendenza a cercare informazioni utili a
confermare il nostro modo di sentire, e
che lo facciamo in ogni momento della
nostra vita.”
Il processo, come suggerisce lo schema
qui sotto, è abbastanza semplice.
Poi, si confrontano i dati e i costi di
NetSuite che sono più interessanti.
Cosa facciamo?
Pensiamo: “Beh, sì, ma su base mensile il costo complessivo di SalesForce è
effettivamente più conveniente. In più, con
tutti i limiti di NetSuite, probabilmente
finirò per pagare di più in termini di tempo
perso e disagi. Inoltre, NetSuite probabilmente ha costi nascosti che in realtà lo
renderanno più oneroso. No, no, penso
che SalesForce sia più conveniente. “
Come applicano queste informazioni
per ottimizzare la conversione?
Ammettiamolo.
Molti dei nostri potenziali clienti hanno
deciso se fare un acquisto prima di vedere
il nostro sito web.
Per quanto persuasivi e convincenti
possiamo essere, in base al bias di conferma, è molto difficile che si scelga un
13
prodotto diverso.
Hanno deciso se acquistare.
Hanno deciso la categoria di ciò che
vogliono acquistare (camicia, portafoglio
nero, ecc).
Hanno deciso il prezzo del prodotto
da acquistare.
Sono grandi sfide da affrontare.
Dobbiamo rivedere il nostro messaggio
in modo da essere la scelta migliore.
Presentare prima di tutto l’argomento emotivo.
Il bias di conferma, però, può essere
anche ribaltato.
E il modo giusto per farlo non è con
grafici a torta, grafici lineari, statistiche e
numeri con punti decimali.
Ma toccando gli argomenti più emotivi.
Cerchiamo di capire cosa può emozionare il nostro cliente.
Che cosa vuole?
Gioia? Serenità? Accettazione? Piacere? Euforia?
Il vostro obiettivo è quello di superare
i pregiudizi.
Ricordate, la gente ascolta soprattutto
quello che vuole sentirsi dire.
Cosa? Vuole sentire cose che la rende
felice.
Il motivo per cui le persone sono
soggette al bias di conferma è tendono
a mantenere in equilibrio il loro stato
cognitivo preferito.
Analizzare informazioni contrastanti
richiede un'uscita dal ragionamento fatto,
e questo è un lavoro duro che crea un
fastidioso disequilibrio.
Se le informazioni veicolate dal messaggio risultano soddisfacenti e accattivanti,
verranno ascoltate.
Solo in seguito presterà attenzione
ai dati tecnici.
Ma spesso le emozioni hanno vari
gradi di impatto su una decisione.
Come si applicano queste informazioni per ottimizzare la conversione all'acquisto?
Le emozioni tendono spesso ad
offuscare il processo decisionale, e
questo aspetto può giocare o a vostro
vantaggio o contro di voi.
L'obiettivo di una strategia di conversione all'acquisto è quello di suscitare
emozioni positive ed utili.
Aggiungete un po’ di emozione su
una pagina di atterraggio e il cliente
sarà ben disposto nei vostri confronti.
Come ha riferito la Harvard Business
Review “una forte attivazione emotiva
è la chiave per il successo...”.
Tim Ash (CEO di SiteTuners & Chair
of Conversion Conference ) spiega che
“la gente spesso non prende decisioni
razionali.”
Alla luce di questa analisi, “il modo
migliore per aumentare i visitatori e
portarli all'acquisto è fare appello alle
loro motivazioni emotive fondamentali.”
4
I clienti hanno bisogno della
fiducia post-acquisto
A tutti noi piace stare bene con le
nostre decisioni.
Ma cosa succede se cominciamo
ad avere dei dubbi?
Probabilmente torneremo su tale
decisione.
In alcuni casi, la decisione è irreversibile: sposarsi, avere un figlio.
In altri casi, la decisione può essere
reversibile.
Anche se non possiamo annullare un’azione, possiamo restituire un
prodotto.
Si chiama rimorso del compratore,
e influenzerà anche le persone che
utilizzano il vostro sito.
Cos’è il rimorso del compratore?
Ho deciso: lo compero!
non solo di convertire i nostri clienti,
ma di concentrarci sul non perdere la
conversione una volta acquisita.
Come si applicano queste informazioni per ottimizzare la conversione all'acquisto?
Confermate che il loro acquisto è
stato una scelta giusta.
Nella pagina di checkout evidenziate
che hanno “fatto un affare”, congratulatevi con loro e fateli sentire sicuri.
Invitateli a condividere l’acquisto
sui social media.
Se condividono con gli amici quello
che hanno fatto, saranno meno propensi
a tornare indietro.
Inoltre, questo aiuta il marketing
della vostra azienda, trasformando i
clienti in evangelisti.
Il cliente deve avere fiducia nella
decisione presa.
Deve congratularsi con se stesso
e con la propria intelligenza per aver
fatto questa scelta.
Spesso chi si occupa del marketing
si concentra sulla parte anteriore delle
vendite (ottenere, persuadere, lusingare
i clienti).
Ma una volta ottenuto il risultato
prefissato, la partita non è affatto finita.
È necessario continuare a coccolare
il cliente fino a quando non è del tutto
soddisfatto.
Conclusione
Sapere come il cliente arriva a una
decisione può contribuire ad influenzare
il processo decisionale a tuo favore.
E per farlo è importante tenere a
mente le 4 considerazioni descritte
circa il processo decisionale:
3
Il rimorso del compratore è la senLe decisioni si realizzano quando
I clienti prendono in considerale emozioni sostituiscono i processi sazione di tristezza o rammarico dopo zione solo poche opzioni.
aver effettuato un acquisto.
del pensiero razionale
I clienti rifiutano i dati che sono in
Prendere una decisione è un processo
prevalentemente emotivo.
La decisione più difficile o intensa è
basata quasi esclusivamente sull’emotività.
Non possiamo separare l’emozione
dalla decisione.
Se la sensazione è forte, il cliente
si sentirà costretto ad agire in base
a questa tristezza, contraddicendo la
propria decisione.
Questo è esattamente quello che
non vorresti accadesse.
Ecco perché dobbiamo preoccuparci
conflitto con la loro decisione.
I clienti prendono decisioni
emotive.
I clienti hanno bisogno della fiducia
post-acquisto.
I nostri valori
diventano piacere
5
COLORE
Nero intenso. Con sfumature di bianco
che donano anima e innovazione da ogni
punto di vista.
ODORE
Tipici sono i sentori di creatività selvatica,
intuizione e analisi a cui seguono evidenti
profitti. Il finale può rivelare note di ricerca
approfondita e neuromarketing applicato
a seconda degli obiettivi prefissi.
SAPORE
Fortemente motivato, ricco di energia e
caratterizzato da un lungo e persistente
retrogusto di risultati.
Una gradazione importante, frutto di una
lavorazione mai banale e arricchita da contaminazioni di seo, marketing, illustrazione.
Un prodotto non da tutti i giorni ma per
eventi importanti e abbinabile a piatti firmati.
Perfetto per chi ha un palato allenato ad
un prodotto di alta qualità che si caratterizza con note marcate di cura del brand,
rendering e animazioni 3d.
Da non sottovalutare il gusto iniziale di web,
sempre molto presente in ogni assaggio,
anche oltre il primo. Carente di tonalità
zuccherine ma certamente giustificato dal
contesto generale del prodotto. Elegante
e forte.
www.tangherlini.it
“
ComunicAzione8
Nel 2015 gli automi saranno
sempre più presenti
nella vita quotidiana.
”
1. NARCISISMO DIGITALE
I
consumatori ameranno sempre
più quei servizi in grado di rendere
immediatamente «professionale»
le creazioni amatoriali.
È una tendenza che incrocia due atteggiamenti che si sono affermati negli ultimi
anni: il narcisismo digitale e il «making».
Sulle abilità istantanee, per esempio,
ha puntato da subito Instagram rendendo
possibile la trasformazione di uno scatto
qualsiasi.
Altro segnale che indica la forza di
questo trend è la nascita di nuovi servizi
in questo solco: Seed Sheet, il cui progetto
sta cercando fondi su Kickstarter, promette di trasformare chiunque in perfetto
giardiniere.
Palate Home è invece una griglia smart
che assicura cottura a prova di chef grazie
a sensori e app.
Sullo stesso solco si muove Hexo+,
drone che segue e filma autonomamente
i suoi utilizzatori mantenendo sempre
l’angolatura di ripresa definita prima del
decollo.
17
10 trends
che cambieranno
consumi
e consumatori
Fonte Trendwatching.com
2. TUTTO SUBITO
N
el 2015 aumenterà la frenesia
dei consumatori che vorranno
ricevere in tempo reale qualsiasi
tipo di servizio, che si tratti della spedizione
di un pacco o della coda allo sportello.
Su questa linea si stanno muovendo
per primi alcuni brand nell’industria dell’intrattenimento e della ristorazione.
Starbucks, per esempio, ha annunciato
in ottobre il lancio di una nuova funzione
della sua app che sarà operativa nel 2015
e permetterà di ordinare frappuccini e
moccaccini ancor prima di entrare al bar.
Anche Taco Bell ha usato la propria
app per permettere ai consumatori di
ordinare e pagare mentre sono per strada.
Le catene alberghiere Starwood, Hyatt
e Hilton, invece, hanno messo a punto
app che permettono – ma solo agli ospiti
iscritti ai programmi fedeltà – di usare
lo smartphone per fare check-in e come
chiave della stanza.
3. SPESA CONDIVISA
I
pagamenti via mobile si stanno
generalizzando (almeno in USA,
dove Starbucks gestisce ormai 7
milioni di m-payment alla settimana e
Apple Pay ha visto 1 milione di utenti
registrati al servizio nei primi 3 giorni
dopo il lancio).
I commercianti che vogliono un
vantaggio in più dovranno approfittare
di nuovi strumenti che permettono
di condividere la spesa con gli amici,
servizio molto apprezzato in particolare
dai Millennial.
Lyft Line, servizio di car sharing
simile al francese BlaBlaCar, in novembre ha registrato che il 30% dei viaggi a
San Francisco è stato gestito attraverso
la sua app ed è pronto a lanciare il servizio in tutti gli USA nel 2015.
In Svezia, Audi Unite permette ai
consumatori di condividere un’auto
privata (fino a 5 passeggeri).
4. L’INTERNET E L’ECONOMIA
COLLABORATIVA
L
e nuove connessioni generano
nuovi comportamenti dei consumatori e, di conseguenza,
nuove opportunità per i marketer.
L’affermarsi nello stesso momento
dell’internet delle cose e del concetto
di condivisione sta moltiplicando la
sua potenza nell’ambito dell’economia
collaborativa.
Gli strumenti connessi sono ancora
pochi (secondo Accenture, solo il 4%
della popolazione ha in casa oggetti
connessi, ma almeno due terzi del
campione sondato in agosto considera
di acquistarne almeno uno nei prossimi
5 anni).
In questo ambito rientrano applicazioni come Audi Unite, il lucchetto
intelligente per le bici Bit Lock che
permette di verificare l’identità del
proprietario e si sblocca con un tocco
dello smartphone, e Breather, servizio attivo a New York, San Francisco,
Montreal e Ottawa che consente alle
persone di trovare uno spazio non
utilizzato e condivisibile per lavorare
o semplicemente fermarsi a riposare,
per un massimo di 30 minuti.
In Italia, invece, una delle ultime
piattaforme del genere è Maetrics,
frutto della joint-venture Officinæ Verdi
tra Unicredit e WWF, per risparmiare
denaro dalla maggiore efficienza di tutti
gli aspetti legati ai consumi energetici.
18
ComunicAzione8
5. MARCHE ETICHE
S
econdo Trendwatching, il
2015 sarà l’anno di svolta
per il progressivo impegno
delle marche a supporto di una
significativa trasformazione civica.
Lo chiedono i consumatori, soprattutto i più giovani, i quali da tempo
ritengono che le marche possano e
debbano fare di più per risolvere istanze
collettive, ben oltre il ruolo che sono
state abituate a ricoprire. E non si tratta
delle consuete iniziative di CSR, ma di
identificare quei «buchi» nelle istituzioni
che possono essere risolti sia operando
direttamente con una comunità, sia
condividendo con la pubblica amministrazione le proprie capacità.
Esempi virtuosi sono quelli dell’app
mobile Easy Taxi che in Nigeria ha
collaborato con Dettol per offrire ai
tassisti lezioni per diagnosticare e prevenire l’Ebola.
O quello di Volvo che in partnership
con l’Authority dei trasporti svedese ha
collaborato allo sviluppo del progetto
EletriCity per creare strade su cui ricaricare i veicoli elettrici. O ancora la piattaforma Connected Citizen annunciata in
ottobre da Waze per un programma di
scambio di dati con i governi locali che
ha l’obiettivo di migliorare le condizioni
del traffico in città e che ha già trovato
partnership in città come Los Angeles,
Rio de Janeiro, Barcellona e Tel Aviv.
6. EARLY ADOPTER
I
modelli di comportamento di
consumo tarati sui soli dati
demografici non sono più
sufficienti per definire i propri target.
Le persone, di tutte le età e in numerosi mercati, stanno ormai costruendo le
proprie identità in modo del tutto libero.
Età, sesso, classe sociale e luogo
di vita non bastano più per definirne, e
soprattutto, anticiparne i comportamenti
di consumo.
Ovviamente i più giovani, Millennial
in testa, saranno sempre "early adopter"
di beni e servizi, ma ormai ogni innovazione viene adottata rapidissimamente
da un numero sempre più ampio di
persone.
La consuetudine, oggi, è abbracciare
questa nuova miscellanea socio-culturale, come hanno già fatto Coca-Cola con
lo spot del Super Bowl 2014 e Honey
Maid, sostenendo la fertilizzazione
cross-demografica e nascondendo un
po’ la storia della marca per conquistare
appeal presso consumatori di Paesi
lontani che ignorano l'eredità dei brand.
7. INCENTIVI E PREMI
È
il momento, per le
marche, di approfittare di
wearable e smartphone
per ricompensare i consumatori con
incentivi e premi personalizzati e in
questo modo recuperare reciprocità
nel rapporto.
Secondo una ricerca di Edelman dell’ottobre del 2014, il 66% delle persone ritiene
che il valore di scambio tra brand e consumatori è sbilanciato a favore del primo e il
70% ritiene che le marche sono motivate
dal desiderio di accrescere più i profitti
che la soddisfazione dei consumatori.
Gli esempi: la banca russa Alfa-Bank
in giugno ha lanciato un conto che premia
i correntisti che fanno esercizio fisico,
spostando piccole somme di denaro su
conti di risparmio con maggiori tassi di
interesse; in Olanda il governo ha lanciato
in settembre un’app per ricompensare i
ciclisti che non usano il telefono mentre
pedalano; nelle Filippine Mc Donald’s
e Coca-Cola hanno lanciato l’app "BFF
Time-out" per premiare chi fa un break
digitale, lasciando da parte il telefono
almeno per un po’.
19
8. PREZZI FLESSIBILI
T
10 idee
9. LA RISCOSSA DEI ROBOT
L
utte le dichiarazioni di
attenzione ai consumatori
fatte dalle marche – che
si tratti di sostenibilità, social
responsibility o altro – sono a rischio
credibilità se non sono sostenute
dai fatti, soprattutto nei mercati
in recessione e dove molte persone
hanno difficoltà economiche.
a cattiva immagine dei
robot tramandata dai film
di fantascienza e horror
è destinata a finire nel 2015, quando
gli automi saranno sempre più
presenti nella vita quotidiana
e soprattutto nel processo produttivo,
riducendo tempi e costi
di lavorazione.
Ormai, solo il 30% dei consumatori
globali (fonte Edelman) pensa che le
marche abbiano una sincera dedizione
nei confronti delle persone.
Anche perché i consumatori hanno
imparato, acquistando online, che il prezzo
è ultra-fessibile.
Le marche smart sanno cogliere le
occasioni, come ha fatto Uber che a Londra,
in occasione di uno sciopero di 48 ore della
metropolitana ha offerto uno sconto del
50% a tutti i passeggeri disposti a condividere il viaggio con un’altra persona; o
come il supermercato Community Shop
che – sostenuto da grandi catene come
Mark & Spencer, Tesco, Asda e Tetley che
forniscono eccedenze di stock – vende
prodotti di marca a prezzi scontati alle
famiglie aiutate dal welfare pubblico; o
come la RATP che a Parigi nel marzo
scorso ha offerto viaggi gratis per combattere l’inquinamento.
Un parcheggiatore-robot è in azione
all’aeroporto di Düsseldorf dal luglio
scorso: i clienti lasciano l’auto e a parcheggiarla ci pensa il robot che è anche
collegato al database dei voli per facilitare il ritiro dell’auto al momento del
ritorno.
In Giappone, invece, Nestlé sta
testando un commesso-robot battezzato
Pepper: fa da guida ai consumatori
aiutandoli a districarsi nella scelta tra
Dolce Gusto e Gold Blend.
10. MENO MARCHE
L
e marche che non sapranno
prendere posizione,
definendo sé stesse in base
a valori più o meno condivisi, nel
2015 resteranno indietro.
Secondo Trendwatching, ciò accade
per due motivi: il primo è che quando
i consumatori sono investiti da ondate
continue di branded content, chi rimane
neutrale scivola lentamente nell’anonimato; il secondo è che le persone,
soprattutto le più giovani, ritengono
che le marche debbano prendersi le
loro responsabilità e dichiarare dache
parte stanno.
Come ha fatto il mensile Glamour in
Polonia, offrendo una pagina gratis alla
community che combatte il cyber-bullismo; o la catena di ristoranti Nando’s
che in Sud Africa ha lanciato la campagna #nobluelights per protestare
contro i convogli della sicurezza che
invadono le strade accaparrandosi la
precedenza sulle auto "normali" (il
video è tra i più visti su You Tube in
Sud Africa); o Pantene che in India
ha lanciato la campagna "Shit Beauty
Promises They Make", una parodia
per ridicolizzare i claim e le promesse
esagerate di prodotti di bellezza invece
della solita comparativa.
ComunicAttori
20
21
Jacques Séguéla
e la pubblicità controcorrente
di Riccardo Silvi
“
Non dite a mia madre che faccio
il pubblicitario... Lei mi crede
pianista in un bordello.
”
U
na pubblicità mai uscita,
una strategia senza
brand e un ossimoro.
Se si valuta Jacques Séguéla dai suoi
lavori più famosi è già possibile tracciare
un quadro preciso del personaggio.
Pubblicitario, provocatore, adepto
della spettacolarizzazione del prodotto.
E spesso in controtendenza.
Il protagonista di questo nuovo
approfondimento sul mondo della
pubblicità e sui suoi attori è Jacques
Séguéla.
Mente creativa francese che, a suon
di manifesti e claim, ha rivoluzionato
il mondo della réclame francese e non
solo.
Farmacista per formazione accademica, Séguéla ha sempre identificato la
pubblicità come una vocazione.
“Il mestiere di presidente della
Repubblica e quello del pubblicitario
hanno in comune di non richiedere
né studi né diplomi. Tutto conduce alla
pubblicità. Prova che io ci sono arrivato
nientemeno che dalla botanica. Un po’
mio malgrado.”
Esordisce come giornalista ma si
consacra come pubblicitario e uomo
d’affari, Séguéla ha creato alcune fra le
più importanti campagne pubblicitarie
di Francia, capaci di attirare l’attenzione
di tutto il continente europeo.
Lavori frutto di una vocazione alla
controtendenza e sintesi spesso di una
vita fatta di scelte azzardate, colpi di
fortuna e vera genialità.
Un esempio, raccontato dallo stesso
Séguéla, identifica la vocazione pubblicitaria e precoce del creativo francese.
Un momento di genialità avvenuto
durante il giro del mondo.
«La nostra corsa contro il sole fu
una corsa contro l’orologio.
La nostra sola preoccupazione arrivando in una capitale non era certo
quella di visitare i suoi capolavori, ma
di trovare un lavoro che ci fornisse il
denaro necessario per lasciarla al più
presto.
Così il nostro miglior ricordo di viaggio non è né l’Empire State Building,
né il Taj Mahal, né il Cristo di Rio ma
il Seibu di Tokio.
Il quale non è un monumento ma
un negozio.
Terrorizzati all’idea di non trovare
un impiego liberatorio in questa città di
cui non parlavamo la lingua e che non
capiva la nostra, tentai il tutto per tutto.
Proposi al direttore del negozio una
pubblicità che ci sarebbe stata pagata
solo se avesse fatto vendere:
«Affidateci una delle vostre vetrine,
vi garantisco, senza alcun investimento, un aumento del volume d’affari
del reparto presentato in vetrina. Ci
pagherete in percentuale dell’aumento
delle vendite».
Il mio interlocutore sorrideva,
scettico.
«Sceglietevi una vetrina».
Scelsi quella della moda per uomo
e mi installai con Baudot nel bel mezzo
dei manichini di celluloide.
Per otto ore, cambiando abito ogni
due ore, facemmo i robot impassibili.
I giapponesi, basta un niente per
attirarli, si misero subito a far la fila.
Le vendite raddoppiarono in quattro giorni e noi guadagnammo di che
sostenerci fino in India».
I tre più importanti lavori di Séguéla
rappresentano senza dubbio il miglior
modo per descrivere il personaggio.
Partendo dal primo grande successo.
La pubblicità mai vista.
Il caso ha fatto accademia.
Il periodo è quello di fine anni ‘60,
il 1969 per l’esattezza.
Séguéla dopo aver girato il mondo
a bordo di una Citroen 2CV, avviato la
sua carriera giornalistica come reporter
ed essersi fatto assumere dalla sua
prima agenzia di pubblicità, decide di
mettersi in proprio.
E al primo cliente fa colpo.
L’obiettivo era quello di promuovere
un’azienda produttrice di motori per
imbarcazioni. Grazie all’esperienza come
corrispondente giornalistico, Séguéla
recuperò una foto di Georges Pompidou,
all’epoca Presidente della Repubblica, a
bordo di un piccolo scafo con il motore
firmato Mercury (il cliente).
Un claim come “Grazie, Signor
Presidente, di prender cura della vostra
sicurezza. Firmato Mercury” e la pagina
pubblicitaria era fatta.
Pronta per essere pubblicata sulla
rivista L’Express.
Caso volle che il presidente Pompidou vietò la pubblicazione della pagina
ComunicAttori
Jaques Séguéla
pubblicitaria e costrinse la rivista a strappare fisicamente, il giorno dell’uscita,
tutte le pagine «incriminate».
Ovviamente la curiosità fece il resto e
la «pubblicità mai uscita» ottenne il risultato sperato: visibilità e riconoscibilità.
«Il nuovo numero dell’Express,
benché non fosse ancora uscito, era
la notizia del giorno alla radio e alla
televisione. Non si parlava d’altro che
della pagina che nessuno avrebbe mai
visto: l’annuncio Mercury.»
«Nella Landernau pubblicitaria eravamo noi gli eroi del giorno. I notabili
della professione si domandavano con
condiscendenza e un filo di gelosia chi
fossero questi giovani guastafeste.»
Il talento di Séguéla lo ha portato
nel corso della sua carriera a curare
l’immagine delle più grandi aziende
francesi, fra le quali Citroën, Dunlop,
Carte Noire, Louis Vuitton e Club
Méditerranée.
E allo stesso tempo, il suo estro e la
tenacia hanno condotto il pubblicitario
francese a coinvolgere nei propri lavori
grandi firme della comunicazione.
Un nome su tutti: Salvador Dalì.
Séguéla convinse il maestro del
surrealismo a realizzare un dipinto a
fini pubblicitari per il lancio della Tour
Totem, un grattacielo residenziale situato
nel quartiere Front-de-Seine di Parigi.
L’incontro con Dalì, raccontato dallo
stesso Séguéla è a dir poco «surreale».
«La prima forma di genio di Dalì
sta nel conferire genio ad ogni istante
della giornata.
Bisognerebbe esporlo al Louvre a
fianco della sua crocifissione e dei suoi
orologi molli.
La sola idea fissa nel vortice delle
sue idee scoppiettanti è l’avidità dei soldi.
Le prime parole che mi rivolse furono
per chiedermi:
«Dov’è la valigia?»
«Che valigia, Maestro?»
«La valigia dei dollari. Come! Non
sapete che non ci si presenta mai a
Dalì senza un’offerta per la sua arte
supranormale? Sennò perché sareste
qui, gracile uomo?»
Ma fin dove può spingersi lo spirito controcorrente e geniale di un
pubblicitario?
Semplice, oltre la marca stessa.
Ed è il caso Carrefour, colosso dei
supermercati, per il quale Séguéla ha
realizzato «la migliore pubblicità degli
ultimi 30 anni» (secondo un sondaggio
22
dell’Institut Français d’Opinion Publique).
Non solo una pubblicità ma una vera
e propria strategia di marketing con lo
zampino di Séguéla.
Il cuore dell’idea, rivoluzionaria per il
1976, è semplice ma allo stesso tempo
disarmante: promuovere i prodotti della
grande distribuzione, senza marca e senza
nome.
Solo per quello che sono.
Un’idea che ha coniugato gli intenti
del cliente (trovare una nuova grande
idea per vendere i propri prodotti) e la
filosofia di Séguéla:
«Un ipermercato deve dare la parola
ai suoi compratori.
Se crea una marca, deve essere per
loro. E non per se stesso. Una marca di
consumatore. Direi anzi una non-marca.»
Il risultato fu una campagna pubblicitaria minimale di forte impatto.
Il prodotto su un cielo libero e il claim
che recita «Ecco il caffè Caffè».
Un successo raccontato con le parole
del pubblicitario francese:
«Quando ebbi mostrato l’ultima immagine, feci la domanda di fiducia:
23
«Che ne pensa?»
Mi rispose prima con un silenzio.
Tre o quattro minuti di vuoto.
Un’attesa mostruosa.
Poi si girò verso Thil.
«Etienne, bisognerà raddoppiare i
nostri acquisti», disse con voce dolce.
Si alzò e uscì.
Si portava via il mio cuore per
sempre.»
Ma un grande comunicatore prima o
poi viene corteggiato (e conquistato) dalla
sfida di una campagna elettorale politica,
terreno di scontro dove la comunicazione
fa la vera differenza.
E Séguéla non poteva che vincere
questa battaglia.
La «guerra» è quella per le elezioni
presidenziali francesi del 1981 e i contendenti erano il presidente uscente Vàlery
Giscard d’Estaig e il socialista Francois
Mitterand.
Séguéla aveva il difficile compito di
fare di Mitterand il Presidente di tutti i
francesi.
Ne nacque una strategia di comunicazione politica perfetta, incentrata
sullo slogan «La force tranquille» e
il viso del candidato, rilassato, su uno
sfondo sereno.
Per capire il segreto della cavalcata
vincente di Mitterand tornano importanti e d’aiuto le parole dello stesso
Séguéla affidate questa volta al al libro
«Hollywood lava più bianco».
Il primo punto è la distinzione netta,
nella mente del politico e del pubblicitario, la distinzione fra comunicazione
e politica:
«Quando Mitterrand mi presentò al
partito, disse fuori dai denti:
«Ecco a voi il miglior pubblicitario
che io conosca. Eccovi soprattutto il
peggior uomo politico che abbia mai
incontrato.
E ne ho frequentati molti».
Durante la campagna elettorale
il genio di Séguéla lo portò persino
a far comporre «una canzone per il
rinnovamento» per andare incontro al
linguaggio dei giovani, con un filmato
girato da Richard Raynal ed un video
della Francia tricolore.
«A cantarla era una giovane di 18
anni ma» - ricorda Séguéla sempre in
«Hollywood lava più bianco» - «fummo
totalmente imbavagliati.
La commissione di controllo sulle
elezioni, in un sussulto di pubblifobia,
proibì ai candidati ogni apparizione
commerciale».
Di censura in decreto le mura di
Francia conobbero l’ultimo manifesto
della campagna solo in piccolo formato.
Per lo sprint finale l’uomo politico aveva ceduto il passo all’uomo
presidente».
Insomma un professionista della
comunicazione capace, nel corso della
sua carriera, di creare i presupposti
comunicativi per grandi campagne
pubblicitarie.
In conclusione il pensiero e la filosofia di Jaques Séguéla ben possono
essere riassunti in una massima citata
dallo stesso pubblicitario nel suo libro
«Non dite a mia madre che faccio il
pubblicitario... Lei mi crede pianista
in un bordello» ed attribuita ad un
imprenditore americano degli anni
'50:
“
Fabbrico punte da trapano.
L’anno scorso, ho venduto un milione
di punte di sei millimetri,
ma non perché gli americani
avessero bisogno di punte
da trapano, avevano bisogno
di buchi.Riabilitiamo il desiderio
”
24
Tips
18 segreti per realizzare una presentazione come Steve Jobs
1/Realizza schermate in analogico
Non rimanere bloccato da PowerPoint o Key Note. Gioca liberamente
con le idee su lavagne o schede.
2/Rispondi alla domanda più
importante del tuo pubblico
Questa domanda è «perché dovrei
essere interessato alla presentazione?»
3/Sviluppa la tua indole
messianica
Da dove viene la tua passione per
questo argomento?
4/Crea titoli brevi come un tweet
Il pubblico non vuole leggere, vuole
sentire la tua storia.
5/Disegna una mappa mentale
Utilizza un canovaccio in tre atti
in modo che il pubblico capisca che la
presentazione è organizzata in inizio,
metà e fine.
6/Introduci l’antagonista
Qual è il problema che deve essere
risolto o il nemico da superare?
7/Rivela l’eroe conquistatore
Qual è la soluzione al problema?
Qual è il nuovo strumento che porterà
alla vittoria?
8/Prepara tutto con stile Zen
Realizza una presentazione semplice, chiara e minimalista.
9/Utilizza i numeri
Formula statistiche in un contesto
interessante per il pubblico.
10/Utilizza parole facilmente
comprensibili
Revisiona più volte il progetto, modificalo fino a renderlo "semplice".
11/Condividi il palco
Non è un one-man show. Avvicendati,
se possibile, ad altri presentatori.
12/Scansiona la presentazione
con delle interruzioni
Aggiungi vita e intervalla il discorso
con dimostrazioni e storie concrete.
13/Sorprendi
Lascia sempre una sorpresa, una
rivelazione per il finale.
14/Gestisci la tua presenza
scenica
Controlla il linguaggio del tuo corpo,
fallo combaciare con quello che affermi
durante la presentazione.
15/Non trasparire stanchezza
Prova, prova, prova.
16/Indossare un abito adeguato
Vesti come il leader che desideri
apparire.
17/Studia la scena
Una volta che avrai provato tutto,
sarai più rilassato e naturale.
18/Buon divertimento
Anche se non raggiungi subito i
risultati prefissi, ridici sopra.
Ogni numero di ComunicAzione
è il frutto di un continuo lavoro di squadra,
tutto il nostro team contribuisce
attivamente alla sua realizzazione
Mirco Tangherlini
[email protected]
brains shaker / supervisor
Riccardo Silvi
[email protected]
account executive
Valentina Lucido
[email protected]
art director
Roberta Rogante
[email protected]
responsabile marketing
social media strategist
Marco Giacchetti
[email protected]
graphic designer / scraper developer
Stefano Gagliardini
[email protected]
3d artist / web developer / scraper
developer
Cinzia Mancinelli
[email protected]
amministrazione
i creativi
del passato
Micrometro
della bellezza,
stabilisce
la quantità
di trucco
necessario,
1937
Fatti un magazine tutto tuo
Hai mai pensato a quanto sarebbe utile
per la tua Azienda un magazine interno
per promuovere le ultime novità e per
coinvolgere il target con notizie interessanti
sul mercato di cui fai parte?
Fino a qualche anno fa questa soluzione
era un sogno destinato a pochi. Oggi con
le nuove tecnologie e senza bisogno di
andare in stampa ti offriamo la possibilità
di dare vita al tuo magazine digitale. Con
la cadenza che vorrai, realizzeremo la
tua rivista e, se lo riterrai opportuno, ci
occuperemo di generare tutti i contenuti. La
nostra esperienza, maturata collaborando
con le più note testate giornalistiche
italiane, ci permette di fornirti una grafica
coinvolgente e unica, creando per te uno
strumento che, nel tempo, si rivelerà utile a
raggiungere gli obiettivi migliori.
Chiamaci per conoscere tempi e costi di
realizzazione, rimarrai stupito.
è un marchio esclusivo di Tangherlini Comunicazione Innovativa
via Caduti del Lavoro, 2 - 60131 Ancona - 0712802604 - 0712832374 - www.tangherlini.it
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