UN ELENCO DELLE BUONE PRATICHE Anno 2006 Premessa Gli operatori dei Comuni intervistati hanno preferito alcune di queste caratteristiche che qualificano una pratica come buona: certi fattori sono stati considerati più rilevanti, altri decisamente meno. Tra i fattori maggiormente scelti sono sicuramente l’efficacia, la sostenibilità economica e l’innovatività; tra quelli meno considerati la trasferibilità ed il mainstreaming. C’è insomma la tendenza ad identificare come buone pratiche quegli interventi che non erano mai stati effettuati in passato e che rappresentano per questo motivo delle soluzioni nuove. E’ interessante notare come la caratteristica dell’innovatività indichi una attenzione al cambiamento della realtà sociale e delle esigenze della società stessa che richiede, proprio perché intimamente dinamica, risposte sempre adeguate e dunque in qualche modo “nuove”. POLITICHE FAMILIARI E INTERVENTI DI SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE IN DISAGIO SOCIO ECONOMICO: UNA ANALISI A LIVELLO LOCALE. Indagine realizzata dal Forum delle Associazioni Familiari ai sensi della L.328/2000 di promozione dell’associazionismo sociale in collaborazione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali REGIONE LOMBARDIA Milano: In un senso è aver cercato di costruire un rapporto di collaborazione con il Privato sociale che ha a volte consentito di superare dei problemi che dal punto di vista amministrativo era presente. Inoltre si considera un buon intervento un intervento che considera la famiglia nel suo insieme e non i soggetti singoli separati. Brescia: Reddito d’ingresso: nuclei familiari con minori, di adulti, persone sole tra i 35 e i 50, e tra i 50 e i 60. C’è un progetto di accompagnamento all’emancipazione sociale e una valutazione dell’intervento. Cremona: Introduzione di un titolo sociale a favore delle grandi povertà con lo scopo di rendere l’individuo autonomo rispetto ad un circuito assistenzialistico che diventerebbe vizioso.Il titolo viene erogato su decisione dell’assistente sociale, con il quale il cittadino stipula un contratto. Il soggetto di questo intervento è, quando esiste, la famiglia. Inoltre si tende a collegare interventi in settori diversi, quando la famiglia in carico è multiproblematica. Dalmine: E’ ritenuto essere una buona pratica il prestito sull’onore perché da dignità alle persone nel rapporto con altri soggetti. Lainate: Progetti sociali personalizzati, e progetto spazio gioco. Mantova: Lavoro di rete su tutto il distretto. Ci sono degli sportelli unici per orientare il cittadino; si lavora per progetti e dunque in modo più mirato conoscendo bene la situazione della persona/famiglia. E’ in fase di preparazione un software per unificare tutta l’informazione. Merate: In prima battuta si dice che il Comune non fa nulla che vada oltre le normali mansioni. Poi vengono citati un buono pasto e buono trasporto a favore di 12 famiglie povere. La modalità di distribuzione dei buoni ha permesso un risparmio di circa 4.000 euro. Quest’anno tutte le persone che hanno fatto richiesta l’anno scorso non si sono presentati: probabilmente le famiglie hanno avuto un miglioramento, quindi noi abbiamo avuto un risparmio. La modalità di consegna dei buoni è considerata una buona pratica perché ha permesso un minore sperpero di risorse. Servizio di orientamento all’abitazione e orientamento lavorativo. Sondrio: E’ stato introdotto un intervento per il minimo vitale. Non si individuano interventi particolarmente innovativi, il minimo vitale non è considerato intervento innovativo perché adottato da molte altre amministrazioni in Lombardia. L’intervento più innovativo è il prestito sull’onore, attivo da 4 o 5 anni, che sembra aiutare le famiglie ad uscire da situazioni di povertà. Anche le borse lavoro sembrano aver dato buoni risultati intermini di collocazione ed inserimento del soggetto in un ambito sociale, favorendo anche le relazioni tra persone. Per accedere alla borsa lavoro sono richieste alcune competenze minime. Nel distretto si contano circa 30 interventi di borsa lavoro, dei quali circa un terzo sono risultati in un inserimento nel mondo del lavoro nell’arco di un anno. Il dato è considerato buono. Per realizzare queste borse lavoro vengono firmati dei contratti a tre tra amministrazione,utente, e ditta ospitante. La persona viene poi seguita da un tutor. 2 POLITICHE FAMILIARI E INTERVENTI DI SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE IN DISAGIO SOCIO ECONOMICO: UNA ANALISI A LIVELLO LOCALE. Indagine realizzata dal Forum delle Associazioni Familiari ai sensi della L.328/2000 di promozione dell’associazionismo sociale in collaborazione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Varese: Progetto affido anziani soli. Recentemente il Comune ha organizzato un intervento tramite una associazione di volontariato, l’AUSER, che sta facendo una mappatura a tappeto degli anziani, da un lato per verificare i bisogni che hanno facendo interviste a tutti gli anziani del quartiere e dall’altro lato per testare la lo disponibilità a dare tempo per volontariato a favore degli anziani in stato di bisogno. Accompagnamento sociale. È la preoccupazione di gestire nel suo insieme un caso di difficoltà o disagio che può essere segnalato dalla famiglia stessa, dai parenti, vicini, dalla scuola o dai volontari, prima che la difficoltà e il disagio sfoci in una situazione di crisi familiare irreparabile. Si attiva l’intervento del caso nelle diverse direzioni: se c’è un bisogno economico si attiva un contributo economico, come il minimo vitale o il canone per l’affitto oppure attraverso sistemi di volontariato per il banco alimentare. Se l’esigenza è quella dell’isolamento sociale si favorisce il collegamento con le strutture socio assistenziali (servizi ricreativi per la famiglia, associazionismo e dove è possibile e ci sono volontari anche favorire le condizioni di buon vicinato). Se ci sono difficoltà nelle competenza psicosociali di relazione l’intervento è quello del counseling psicologico. Se è pesante la presenza del minore a rischio nella famiglia si sperimenta l’affido familiare per sottrarre momentaneamente un minore che è un peso non gestibile da questo nucleo famigliare debole e lo si colloca in una famiglia che lo tenga temporaneamente in cura per poi restituirlo alla famiglia d’origine quando la difficoltà temporanea è superata. Questi interventi cercano di affrontare nella sua globalità la situazione di disagio per evitare che sbocchi in una crisi familiare irreparabile, dalla devianza all’abbandono all’abuso. 3 POLITICHE FAMILIARI E INTERVENTI DI SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE IN DISAGIO SOCIO ECONOMICO: UNA ANALISI A LIVELLO LOCALE. Indagine realizzata dal Forum delle Associazioni Familiari ai sensi della L.328/2000 di promozione dell’associazionismo sociale in collaborazione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali REGIONE EMILIA ROMAGNA Bologna: Prestiti sull’onore (requisiti: famiglie monogenitoriali, straniere, con molti figli o con la presenza di disabili e anziani in casa; in situazione estemporanee di emergenza con redditi medio bassi). Vengono concessi fino a 6.000 euro, la domanda viene discussa in commissione. Carpi: Sostegno alla domiciliarità a favore degli anziani: attiva molte risorse coordinate attorno alla stessa persona dai gruppi di volontariato agli assistenti domiciliari, per arrivare anche agli interventi economici. Serve per alleviare la situazione di famiglie con anziani non autosufficienti. Viene effettuato un controllo del reddito ed il servizio è a carico del Comune a cui si aggiunge una quota di partecipazione a carico della famiglia variabile in base al reddito. Casalecchio di Reno: L’intervento di assistenza domiciliare su anziani non o parzialmente autosufficienti sia inseriti in famiglia che soli. L’assistenza viene gestita dagli assistenti sociali integrata da collaboratori per la spesa a casa, il pasto a casa e l’attivazione del televideosoccorso. Vengono utilizzati inoltre i centri diurni con un buon inserimento degli anziani in una attività sociale. L’intervento è effettuato in collaborazione con il volontariato in particolare con la pubblica assistenza per il trasporto ed il televideosoccorso, mentre l’AUSER si occupa altresì del trasporto. Faenza: Si sottolinea la capacità di coordinare gli interventi, facendo l’esempio di una famiglia con anziani a carico, nella quale il capofamiglia perde il lavoro. Si fa notare come in una situazione simile interverrebbero i servizi anziani, servizio adulti e quello per i minori in modo orchestrato. Fiorano Modenese: Senz’altro il sostegno tramite l’assegno di cura per gli anziani e i contributi per l’affitto. L’assegno di cura ha determinato un calo di richieste di ricoveri in casa di cura (per i quali il Comune è convenzionato con strutture private) ed è calata anche la richiesta di assistenza domiciliare. Reggio Emilia: Un percorso particolarmente significativo è quello destinato ai nuclei monogenitoriali ed in particolare alle mamme sole. È strutturato seguendo la situazione accompagnando la persona ad una fondamentale autonomia, consentendole di crescere e cercare di uscire da una situazione critica. È importante il coordinamento dei servizi con interventi tra loro in relazione a seconda delle esigenze del caso. L’intervento si sviluppa nel tempo a seconda delle esigenze del momento ed è sottoposto a controllo del reddito. Roncofreddo: Borse lavoro. L’intervento ha come target d’utenza persone con disagio sociorelazionali e normalmente con un livello culturale medio basso che non hanno la possibilità di trovare un inserimento nel mondo del lavoro. L’intervento è diretto a soggetti giovani, alcuni soli, ma in maggioranza inseriti in famiglia, con un fortissimo rischio di emarginazione sociale. C’è controllo del reddito familiare. Sant’Ilario: Inserimento di una adulto alcolista in una cooperativa, ottenuto mediante l’empowerment dei legami familiari (con la sorella). Intervento riuscito al 100%, la persona è ora autonoma. 4 POLITICHE FAMILIARI E INTERVENTI DI SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE IN DISAGIO SOCIO ECONOMICO: UNA ANALISI A LIVELLO LOCALE. Indagine realizzata dal Forum delle Associazioni Familiari ai sensi della L.328/2000 di promozione dell’associazionismo sociale in collaborazione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali REGIONE TOSCANA Firenze: Viene considerata una buona prassi l’esperienza del Quartiere n.5, per il buon livello di integrazione raggiunto con i Rom; per gli interventi di riqualificazione delle case popolari; per la riqualificazione di un’area intera. Nello specifico, si attuano interventi di: sostegno psicologico sostegno alle famiglie per la ricerca attiva di un lavoro assistenza domiciliare ed integrata (pulizie della casa e assistenza infermieristica) sostegno psicologico alla genitorialità Nel quartiere 5 si attua una progettazione non soltanto sul versante sociale ma anche educativo (rapporti con le associazioni dei genitori, ludoteca, un lavoro con le famiglie), apertura di servizi specifici di animazione per le famiglie, ed è attivato la scuola un rapporto forte. Arezzo: Progetto “Con te giorno e notte”, progetto di interventi domiciliari che favorisce la permanenza dell’anziano nella propria abitazione. Un’altra parte del progetto prevede anche un sostegno economico all’anziano per assumere una badante (è previsto un quantitativo di ore di lavoro, 36 ore di lavoro a settimana nel caso la badante non conviva presso la stessa casa dell’anziano). L’assegno di cura prevede il sostegno economico direttamente agli anziani o alle famiglie con anziani. (Requisiti: ISEE) E’ considerata una buona prassi la consegna dei “buoni servizio” agli utenti (anziani prevalentemente) relativi a diversi servizi: per esempio visite mediche, servizio podologia a domicilio, servizio lavanderia a domicilio. (Requisiti: le richieste sono fatte direttamente dal soggetto senza passare attraverso l’assistente sociale, sembra che non ci siano requisiti). Borgo san Lorenzo: Assistenza infermieristica domiciliare a casa del paziente al termine della degenza in ospedale.“Villaggio Le Brocchi”, frutto di un accordo tra Regione, Provincia, Comunità Montana, Comune di Borgo San Lorenzo, Comune di Firenze, Prefettura di Firenze e Istituto degli Innocenti. Tale progetto ha previsto oltre al recupero edilizio una complessa azione nell’accoglienza temporanea di nuclei familiari con minori, stranieri, che hanno bisogno di un “tempo di avviamento” per la ricerca di situazioni abitative stabili. Lucca: E’ possibile considerare una buona prassi l’attività svolta dal Centro per la Famiglia e il Centro Infanzia e Adolescenza che offrono servizi riabilitativi e per il recupero di situazioni di disagio e tutta una serie di interventi preventivi. Il sostegno alla genitorialità prevede servizi di cura alla famiglia, l’accoglienza e l’integrazione. Carta Zonale dei Servizi, che indica tutti i servizi della Piana di Lucca ed è esempio di un processo di cittadinanza. Massa: Il Progetto GE.NE.SI: il progetto intende favorire l'attivazione di strumenti di monitoraggio e controllo della realtà sociale, al fine di cogliere, favorire ed incentivare i processi di integrazione tra soggetti pubblici, del privato sociale e dell'associazionismo che concorrono alla realizzazione delle politiche sociali. Il progetto prevede la creazione di un sistema di front-office multicanale, al fine di consentire l'accesso più congeniale, indirizzato: - ai cittadini che cercano informazioni sui servizi ed iniziative sociali, sulle associazioni di Volontariato-Terzo Settore e sulle loro attività, su strutture e erogatrici di prestazioni sociosanitarie; - ai cittadini-utenti fruitori di servizi di assistenza sociali e sociosanitari, al fine di interagire in maniera specifica con gli erogatori 5 POLITICHE FAMILIARI E INTERVENTI DI SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE IN DISAGIO SOCIO ECONOMICO: UNA ANALISI A LIVELLO LOCALE. Indagine realizzata dal Forum delle Associazioni Familiari ai sensi della L.328/2000 di promozione dell’associazionismo sociale in collaborazione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali degli stessi; - alle associazioni di Volontariato-Terzo Settore, al fine di fornirgli visibilità e informazioni di carattere amministrativo e legislativo. Poggibonsi: contributi per il pagamento degli affitti; intervento domiciliare (per situazioni di handicap, interventi educativi per minori in difficoltà), con un educatore che agisce come riferimento per tutti i componenti della famiglia, ove vi siano situazioni di disagio. *Volterra: Non sono messe in evidenza delle buone prassi ma elencati i punti di forza e debolezze degli interventi di carattere economico (forse questi ultimi sono considerati delle buone pratiche). Punti di forza sono la possibilità di garantire alla famiglia la soddisfazione di bisogni primari, e la possibilità di sostenere le famiglie a fronte di spese medico-farmaceutiche, utenze ed affitti. I punti deboli sono considerati essere il fatto che questi contributi economici vengano erogati anche a famiglie o persone giovani, e che ci sia un aumento del circuito assistenziale, in particolar modo tra gli immigrati. 6 POLITICHE FAMILIARI E INTERVENTI DI SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE IN DISAGIO SOCIO ECONOMICO: UNA ANALISI A LIVELLO LOCALE. Indagine realizzata dal Forum delle Associazioni Familiari ai sensi della L.328/2000 di promozione dell’associazionismo sociale in collaborazione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali REGIONE LAZIO Roma: La piattaforme alimentari di solidarietà per recuperare quello che si spreca nei supermercati. Progetto realizzato raggruppando tutte le associazioni presenti sul territorio. Bellegra: Abbassamento delle aliquote delle tasse comunali in base al reddito familiare e composizione. Bracciano: Centro diurno per disabili “fiore all’occhiello” Colleferro: Considerata una buona pratica il servizio civile in specifico quando riguardava compiti di accompagnamento alla dialisi, alla fisioterapia, alla spesa, e posta. Altro progetto citato, ma non specificato, è un progetto sulla disabilità. Frosinone: Inserimento lavorativo grazie al reddito minimo di inserimento è considerato buona prassi nonostante nessuno venga poi assunto nemmeno con un contratto a tempo determinato. Marino: Le borse di studio e le borse lavoro. Norma: Contributo economico alle famiglie, e anche l’assistenza domiciliare, finché è stata gratuita. Vacanze per gli anziani, e l’apertura di un centro per anziani nel 1995. Viterbo: Politica indirizzata ai nidi, con inserimenti ad hoc di personale molto competente. Oggi il bambino nel nido segue un percorso di crescita. Aumentano le scuole nido convenzionate e proporzionalmente le domande. 7 POLITICHE FAMILIARI E INTERVENTI DI SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE IN DISAGIO SOCIO ECONOMICO: UNA ANALISI A LIVELLO LOCALE. Indagine realizzata dal Forum delle Associazioni Familiari ai sensi della L.328/2000 di promozione dell’associazionismo sociale in collaborazione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali REGIONE CAMPANIA Napoli: Il “Reddito di cittadinanza”, anche se introdotto in via sperimentale solo in alcune regioni italiane, può essere considerato una “buona pratica”, perché non va incontro solo ai bisogni economici delle famiglie, ma prevede anche l’individuazione, la valorizzazione e l’accrescimento delle capacità e delle competenze di ciascun componente del nucleo familiare ammesso all’intervento al fine di inserirlo nella società e far si che diventi un soggetto produttivo, competitivo e riciclabile dal punto di vista lavorativo. L’intervento riguarda: a) integrazione delle risorse finanziarie destinate ai comuni per la gratuità dei libri di testo; b) accesso a percorsi di integrazione fra istruzione e formazione ed a percorsi di recupero dell’obbligo scolastico; c) accompagnamento alla fruizione degli interventi e dei servizi attivati ai sensi della Legge n. 328/2000 e dei successivi provvedimenti regionali di attuazione; d) attivazione di misure specifiche per l’autoimpiego e l’emersione dal lavoro nero; e) attivazione di una riserva nell’ambito delle attività formative programmate ordinariamente, riguardante tutte le diverse tipologie di attività formative; f) assegnazione di risorse al Consorzio Unico Campania per le politiche tariffarie dei trasporti; g) attribuzione di priorità nell’ambito delle politiche di contrasto dell’emergenza abitativa attivate dalla Regione Campania e dai comuni h) riduzione sull’acquisto dell’art-card e facilitazioni per le manifestazioni culturali promosse dalla Regione. Ariano Irpino: Gli interventi straordinari: nel momento in cui l’utente si presenta al servizio sociale e chiede di essere aiutato, di avere una misura di sostegno economico (come può essere il trasporto, le spese per farmaci, perché tante sono le situazioni di emergenza, l’aiuto immediato) è necessario avere la possibilità di avere un fondo di emergenza da cui l’assistente sociale, accertata la situazione di emergenza, può attingere direttamente per poter dare una risposta rapida, senza che passi molto tempo (anche perché molte sono le situazioni che hanno bisogno di una risposta repentina). Per le emergenze sociali è stato attivato un servizio di pronta reperibilità 24h su 24, e c’è quindi un assistente sociale che risponde a questo numero anche nelle ore notturne e quando il servizio è chiuso. Atripalda:L’intervento di presa in carico complessiva della famiglia, quindi non solo per affrontare il disagio economico, in quanto la povertà non è mai settoriale. L’intervento si conclude quando l’assistente sociale considera soddisfatto l’utente. Uno dei parametri di riferimento è il fatto che la persona si rende via via autonoma per cui non viene più di continuo a chiedere interventi dell’assistente sociale. Benevento: I “micro-nidi”: sono state formate delle ragazze che volevano intraprendere l’attività di allestire dei nidi presso i propri domicili e, a fine corso, è stato dato un finanziamento ad alcune di loro. L’intervento non è stato tradotto in pratica perché non è stato presentato alcun progetto. Il “Servizio di Assistenza Domiciliare Educativa”: un servizio di sostegno alla genitorialità e quindi alla familiarità. Considerato una buona prassi perché evita affidamenti a case famiglia, quindi evita la frantumazione del nucleo familiare. Il “Servizio affido” (SADE): è un servizio affidato a professionisti esterni reclutati tramite selezione pubblica che si articola in interventi di promozione e sensibilizzazione alla cultura dell’affido familiare, di formazione alle coppie o ai nuclei familiari che si avvicinano a quest’istituto e affiancamento anche nel percorso dell’affido vero e proprio, tramite la figura di un tutor che è 8 POLITICHE FAMILIARI E INTERVENTI DI SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE IN DISAGIO SOCIO ECONOMICO: UNA ANALISI A LIVELLO LOCALE. Indagine realizzata dal Forum delle Associazioni Familiari ai sensi della L.328/2000 di promozione dell’associazionismo sociale in collaborazione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali fisicamente presente nel nucleo familiare e che direziona l’intervento occupandosi anche delle spese del nucleo familiare. Il successo dell’intervento si misura sulla ricomposizione dei legami familiari e viene effettuato da una equipe. Capua: Non chiaro: pratica attivata sugli spazi aperti. Si riporta il caso di una persona che a seguito di un corso per la gestione di cooperativa ha iniziato una cooperativa. Il risultato positivo è però considerato “casuale”. Piedimonte Matese: Il Progetto Contrasto alla povertà attivato con la 328/00 è ritenuto essere una buona prassi. Esso trae spunto dalla metodologia introdotta dal RMI, ma ne rappresenta una evoluzione, perché l’utente viene inserito in un programma di recupero e di reintegrazione Come ho detto esso trae spunto dalla metodologia introdotta dal RMI, ma ne rappresenta una evoluzione. Sorrento: Viene data una definizione di cosa si considera una buona prassi; definita da interventi condotti dall’operatore in maniera sistematica, che prevedano l’ utilizzo di strumenti operativi innovativi che siano di supporto e di miglioramento dello stile di vita , dove il centro del procedimento attivo rimane sempre l’individuo singolo e/o il nucleo familiare. Tutti gli interventi sociali sono il risultato di un lavoro progettuale/operativo che prevede il coinvolgimento di tutti gli attori sociali coinvolti. 9 POLITICHE FAMILIARI E INTERVENTI DI SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE IN DISAGIO SOCIO ECONOMICO: UNA ANALISI A LIVELLO LOCALE. Indagine realizzata dal Forum delle Associazioni Familiari ai sensi della L.328/2000 di promozione dell’associazionismo sociale in collaborazione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali REGIONE SICILIA Palermo: Possiamo considerare una “buona pratica” l’intervento di accompagnamento del nucleo familiare con sostegno individuale e specifico ad ogni membro della famiglia. Alcamo: Affido familiare per minori che vivono in famiglie con difficoltà economiche ed evidenti problemi relazionali. L’affido è finalizzato a garantire una migliore qualità della vita ai minori, mentre si lavora per un prossimo reinserimento nella famiglia d’origine. L’intervento è attuato in collaborazione con le Comunità alloggio per il ricovero di minori in stato di convitto o semiconvitto. Non c’è partecipazione dell’utente. Esiste un controllo del reddito per accedere al servizio. Oltre alla collaborazione delle comunità alloggio il Comune si avvale della collaborazione di organizzazioni di volontariato e della Caritas per la segnalazione di minori a rischio. Caltanissetta: E’ ritenuto essere una “buona pratica” la sperimentazione del “Reddito Minimo d’Inserimento”. E’ stato attuato tramite interventi volti a perseguire l’integrazione sociale e l’autonomia dei soggetti e delle famiglie destinatari attraverso programmi personalizzati e attraverso trasferimenti monetari integrativi del reddito. Nel Comune di Caltanissetta hanno presentato domanda di partecipazione al R.M.I. circa 1.300 nuclei familiari. Di questi solo 125 nuclei, per circa 750 soggetti, sono riusciti ad usufruire di tale beneficio. I nuclei beneficiari sono stati inseriti nelle attività lavorative previste dai progetti di integrazione lavorativa, formulati dalle Assistenti Sociali. Enna: “Lavoro ed educazione alla responsabilità familiare”. L’intervento, ancora in corso, si è rivelato alta forma di integrazione sociale. E’ gestito dal Servizio Politiche Sociali del Comune e non è un intervento isolato ma è inserito all’interno di altri interventi rivolti sempre a favore delle famiglie in disagio socio-economico. l’intervento vede coinvolte famiglie “multiproblematiche”, che, oltre a vivere in situazione di disagio economico, si trovano a dovere affrontare gravi difficoltà di integrazione sociale e problemi relazionale interni al nucleo familiare. Le famiglie coinvolte sono soggette al controllo del reddito per favorire e dare la precedenza ai nuclei che vivono in maggiore difficoltà. Non c’è compartecipazione alla spesa. Messina: L’assistenza agli anziani in difficoltà economica. Questo è giudicato di successo perché ha coperto il bisogno e annualmente il bilancio è in pari, l’intervento è gestito dal Comune in collaborazione con le Cooperative sociali (il Comune copre le spese e le cooperative sociali mettono a disposizione gli operatori). Il controllo del reddito permette di ottenere un servizio gratuito per chi è indigente ed una partecipazione proporzionata al reddito per chi non è in condizione di povertà. Villarosa: Progetto lavorativo a carattere socializzante. Viene riportato come esempio il caso di una residente. Si mette in evidenza la capacità di coordinamento degli interventi: al progetto di inserimento lavorativo si è affiancato il progetto rosa, intervento rivolto ai figli della donna in questione. Si accede al servizio previo controllo incrociato del reddito. Canicattì: I lavori socialmente utili. Finalizzato al reinserimento in società, che sostituisce il contributo continuativo permettendo l’inserimento nel mondo del lavoro (fanno cura del verde pubblico, aiuto domiciliare anziani e disabili) (gestita autonomamente dal Comune, gli utenti si alternano per periodi di un mese, con stipendi di 400 euro per 25 unità). Requisiti: Controllo del reddito, numero componenti ed età. L’intervento è valutato tramite relazioni periodiche degli assistenti sociali. 10 POLITICHE FAMILIARI E INTERVENTI DI SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE IN DISAGIO SOCIO ECONOMICO: UNA ANALISI A LIVELLO LOCALE. Indagine realizzata dal Forum delle Associazioni Familiari ai sensi della L.328/2000 di promozione dell’associazionismo sociale in collaborazione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Castrofilippo: Sviluppo sociale del territorio e miglioramento della qualità della vita. Il Comune in collaborazione con un’organizzazione di volontariato sta portando avanti un progetto finalizzato al miglioramento della qualità della vita di famiglie che vivono in uno stato particolare di disagio. In particolare da tale intervento sono state raggiunte famiglie con la presenza nel loro interno di portatori di handicap e anziani. I soggetti destinatari dell’iniziativa sono stati coinvolti in attività ricreative di vario genere, in sede per i portatori di handicap e gite sociali per gli anziani. Patti: L’intervento di prevenzione e recupero della tossicodipendenza effettuato in collaborazione con la cooperativa Faro. Tutti i soggetti coinvolti hanno trovato lavoro, provengono da famiglie che vivono in disagio economico. Non c’è una partecipazione economica all’intervento. Requisiti: controllo del reddito. 11