Corso di Riabilitazione Strutturale POTENZA, a.a. 2011 – 2012 La valutazione di edifici in c.a. Il processo di conoscenza della struttura (2) Dott. Marco VONA DiSGG, Università di Basilicata [email protected] http://www.unibas.it/utenti/vona/ INDIVIDUAZIONE DEI DETTAGLI COSTRUTTIVI Come impostare la campagna di indagini? Quale livello di estensione e completezza considerare? DEFINIZIONE DEI DETTAGLI COSTRUTTIVI Verifiche soddisfacenti SI VERIFICHE IN-SITU LIMITATE dei dettagli costruttivi Verifiche NON soddisfacenti DISPONIBILITÀ Disegni costruttivi originali VERIFICHE IN-SITU ESTESE O ESAUSTIVE dei dettagli costruttivi NO PROGETTO SIMULATO VERIFICHE IN-SITU LIMITATE dei dettagli costruttivi Verifiche locali di resistenza INDIVIDUAZIONE DEI DETTAGLI COSTRUTTIVI PROGETTO SIMULATO: serve, in mancanza dei disegni costruttivi originali, a definire la quantità e la disposizione dell’armatura in tutti gli elementi con funzione strutturale. Va eseguito sulla base delle norme tecniche in vigore e della pratica costruttiva caratteristica all’epoca della costruzione VERIFICHE IN-SITU LIMITATE: servono per verificare la corrispondenza tra le armature effettivamente presenti e quelle riportate nei disegni costruttivi, oppure ottenute mediante il progetto simulato. Richiedono che i controlli vengano effettuati su almeno il 15% degli elementi strutturali primari per ciascuna tipologia di elemento INDIVIDUAZIONE DEI DETTAGLI COSTRUTTIVI VERIFICHE IN-SITU ESTESE: servono quando non sono disponibili i disegni costruttivi originali come alternativa al progetto simulato seguito da verifiche limitate, oppure quando i disegni costruttivi originali sono incompleti. Richiedono che i controlli vengano effettuati su almeno il 35% degli elementi strutturali primari VERIFICHE IN-SITU ESAUSTIVE: servono quando non sono disponibili i disegni costruttivi originali e si desidera un livello di conoscenza accurata (LC3). Richiedono che i controlli vengano effettuati su almeno il 50% degli elementi strutturali primari INDIVIDUAZIONE DEI DETTAGLI COSTRUTTIVI Tabella C8A.1.3a – Definizione orientativa dei livelli di rilievo e prove per edifici in c.a. Circolare 2 febbraio 2009, n. 617 Istruzioni per l’applicazione delle “Nuove norme tecniche per le costruzioni” di cui al D.M. 14 gennaio 2008 INDIVIDUAZIONE DEI DETTAGLI COSTRUTTIVI Table 3.2: Recommended minimum requirements for different levels of inspection and testing Eurocode 8 - Design of structures for earthquake resistance – Part 3: Assessment and retrofitting of buildings prEN 1998-3, June 2004, Brussels Corso di Riabilitazione Strutturale POTENZA, a.a. 2011 – 2012 La valutazione di edifici in c.a. Il Progetto Simulato Dott. Marco VONA DiSGG, Università di Basilicata [email protected] http://www.unibas.it/utenti/vona/ COS’È IL PROGETTO SIMULATO? Progetto simulato (O.P.CM. 3274 , Circolare C8A.1.B.3) “Serve, in mancanza dei disegni costruttivi originali, a definire la quantità e la disposizione dell’armatura in tutti gli elementi con funzione strutturale o le caratteristiche dei collegamenti. Deve essere eseguito sulla base delle norme tecniche in vigore e della pratica costruttiva caratteristica all’epoca della costruzione.” Eurocode 8: Design of structures for earthquake resistance. Part 3: Assessment and retrofitting of buildings DRAFT No 7, June 2004 § 3.4.2.1. Simulated design • • Quantità, qualità e disposizione delle armature Dettagli costruttivi COME AFFRONTARE IL PROBLEMA DEL PROGETTO SIMULATO ? GLI ELABORATI DI PROGETTO DISPONIBILI − Per gli edifici costruiti prima dell’entrata in vigore della 1086/71, la probabilità di reperire la documentazione tecnica è molto bassa − Il R.D. n. 2229 del 16 novembre 1939, vigente fino al 1971, prevedeva, all’art. 4 del Capo I, soltanto l’obbligo per i costruttori di presentare, prima dell’inizio dei lavori, denuncia alla Prefettura della Provincia, allegando una copia del progetto di massima, il quale non conteneva alcun dettaglio ma soltanto dimensioni e caratteristiche principali dell’edificio da realizzare. − Al termine dei lavori, per ottenere la licenza d’uso della costruzione, il committente doveva poi presentare il certificato di collaudo delle opere alla Prefettura GLI ELABORATI DI PROGETTO DISPONIBILI Soltanto a seguito della legge 5 novembre 1971, n. 1086, è stato disposto, all’art. 4, l’obbligo di depositare il progetto esecutivo ed i calcoli statici presso l’ufficio competente del Genio Civile (ora sostituito dal corrispondente Ufficio Regionale) all’atto della denuncia dei lavori Le fasi previste erano: 1. 2. 3. 4. denuncia delle opere (progetto e calcoli) relazione a struttura ultimata nomina del collaudatore collaudo statico Anche nella prima fase di vigenza della 1086 la documentazione tecnica, sempre che sia disponibile, risulta frequentemente incompleta e/o poco accurata METODOLOGIA Individuazione dell’età di progettazione e costruzione Individuazione e studio dello schema strutturale Scelta del modello di calcolo Valutazione dei carichi Valutazione delle sollecitazioni Progetto – verifica delle ARMATURE Indagini – verifiche in situ INDAGINI – VERIFICHE IN SITU La revisione del Progetto Simulato è il passo finale della procedura I dettagli di armatura progettati al passo 5 saranno verificati/corretti alla luce delle evidenze emerse dai sondaggi considerando anche eventuali carenze ed errori di progetto Dettagli costruttivi Verifiche in-situ limitate. Servono per verificare la corrispondenza tra le armature o le caratteristiche dei collegamenti effettivamente presenti e quelle riportate nei disegni costruttivi, oppure ottenute mediante il progetto simulato. LA CAMPAGNA DI RILIEVO Elementi principali da rilevare 1. Stato generale di manutenzione e conservazione 2. Caratteristiche del calcestruzzo 3. Condizioni di degrado e/o danno degli elementi strutturali 4. Distacco dei pannelli di tamponatura dalla maglia strutturale 5. Interazione tra struttura ed impiantistica 6. Presenza ed entità di interventi di riparazione e qualità del loro collegamento alla struttura esistente 7. Presenza di dissesti nel terreno di fondazione e/o delle zone circostanti RILIEVO DELLO STATO DI FATTO Scheda sintetica di rilievo Stato di fatto Attività Descrizione Valutazione visiva dello stato di conservazione ispezionando esterno, sottotetto, e seminterrato Ricerca di zone degradate e/o danneggiate Espulsione copriferro (in tal caso valutare se trattasi di barre lisce o ad a.m.) Presenza di lesioni strutturali e non (natura ed ampiezza di eventuali lesioni) Presenza di evidenti dissesti nel terreno Disgregazione superficiale, rottura spigoli: balconi, gronde, pilastri Distacco dei pannelli di tamponatura dalla maglia strutturale Presenza di lesioni nei pavimenti Stato ed aspetto superficiale del calcestruzzo Interazione tra struttura ed impiantistica: valutazione della posizione degli impianti Rilievo fotografico e ubicazione sulla planimetria Dati RILIEVO DELLO SCHEMA STRUTTURALE Schema strutturale Scheda sintetica di rilievo Numero dei piani Altezza di interpiano a tutti i livelli Individuazione presenza e natura di giunti tra corpi contigui; Individuazione di corpi aggiunti, sopraelevazioni, modifiche dello schema resistente originario; interventi eseguiti in passato, di recente o in corso; Asimmetria del sistema resistente (presenza di sporgenze e/o rientranze e relative dimensioni); Parti di strutture controterra e/o seminterrate; Accertamento della tipologia, delle caratteristiche, dello stato di conservazione e del piano di posa delle fondazioni; Accertamento della tipologia e della posizione del corpo scale e dell’eventuale nucleo ascensore; Presenza di telai e/o sistemi resistenti in due direzioni ortogonali; Allineamento dei pilastri in due direzioni ortogonali; Posizione planimetrica, dimensioni quantitativi, disposizione e tipologia di armature dei pilastri; Posizione planimetrica, dimensioni, quantitativi, disposizione e tipologia di armature delle travi; Sfalsamento tra assi dei pilastri ed assi delle travi; Presenza di pilastri tozzi (elementi strutturali quali travi a ginocchio o tamponature disposte a nastro); Spessore, orditura, interasse dei travetti dei solai; Scelta delle zone da assoggettare a prove in sito RILIEVO DI ALTRI ELEMENTI Scheda sintetica di rilievo Indagini in sito Tamponature Carichi Presenza e posizione di archivi e/o biblioteche (fotografia e agenti collocazione planimetrica) Valutazione del carico permanente effettivo e del probabile carico accidentale (in relazione al progetto). Individuazione delle maglie strutturali efficacemente tamponate Dimensione e tipo delle tamponature Piano porticato. Piano flessibile. Finestre a nastro Altezza dei campi tamponati Individuazione punti di sondaggio per l’individuazione dei dettagli costruttivi: Pilastri Travi Solai: orditura, interasse, armature a momento positivo Consistenza delle tamponature: spessore, strati, camere d’aria Planimetria di massima, macchina fotografica, martello, strumenti di Attrezzatura rilievo e segnalazione, altri strumenti utili SAGGI E PROVE: Dimensioni e Dettagli Costruttivi La scelta del livello di conoscenza a cui si decide di operare guida l’ESTENSIONE di saggi e prove Elementi da caratterizzare 1. pilastri: passo e diametro delle staffe, quantità e disposizione delle armature longitudinali 2. travi: passo e diametro delle staffe, quantità e disposizione delle armature longitudinali 3. solai: orditura, interasse, armature principali 4. tamponature: tipo e caratteristiche degli elementi utilizzati (laterizi forati, pieni, blocchi in cls, ecc.), spessore, numero strati, intercapedine 5. fondazioni: tipologia, piano di posa Quali e quanti elementi sottoporre a saggi e prove? SAGGI E PROVE: Dimensioni e Dettagli Costruttivi Quali e quanti elementi sottoporre a saggi e prove? È opportuno suddividere tutti gli elementi in tipologicamente simili in virtù di: • posizione nel sistema strutturale • ruolo nel sistema strutturale • carico presunto in funzione dell’area di influenza, ecc. gruppi I risultati di prove e sondaggi condotti soltanto per alcuni elementi si possono estendere a quelli simili ENTITÀ DEL CAMPIONAMENTO: rilievo dei dettagli VERIFICHE LIMITATE VERIFICHE ESTESE VERIFICHE ESAUSTIVE Per ogni tipo di elemento “primario” (trave, pilastro…) La quantità e disposizione dell’armatura è verificata per almeno il 15% degli elementi La quantità e disposizione dell’armatura è verificata per almeno il 35% degli elementi La quantità e disposizione dell’armatura è verificata per almeno il 50% degli elementi Le verifiche in-situ saranno effettuate su un’opportuna percentuale degli elementi strutturali primari per ciascun tipologia di elemento privilegiando gli elementi che svolgono un ruolo più critico nella struttura (pilastri) ENTITÀ DEL CAMPIONAMENTO: rilievo dei dettagli VERIFICHE LIMITATE VERIFICHE ESTESE VERIFICHE ESAUSTIVE Per ogni tipo di elemento “primario” (trave, pilastro…) La quantità e disposizione dell’armatura è verificata per almeno il 15% degli elementi La quantità e disposizione dell’armatura è verificata per almeno il 35% degli elementi La quantità e disposizione dell’armatura è verificata per almeno il 50% degli elementi Le percentuali di elementi da verificare hanno valore indicativo e debbono essere adattati ai singoli casi Per il raggiungimento delle percentuali di elementi da indagare si terrà conto delle eventuali situazioni ripetitive, che consentano di estendere i controlli effettuati su alcuni elementi strutturali facenti parte di una serie con caratteristiche di ripetibilità, per uguale geometria e ruolo nello schema strutturale. SAGGI E PROVE: CRITERI DI SELEZIONE Pilastri Indagare almeno uno in posizione centrale ed uno in posizione esterna per ogni tipologia (forma e dimensione) sia per gli allineamenti di pilastri esterni che per quelli interni SAGGI E PROVE: CRITERI DI SELEZIONE Travi Studiare almeno una esterna ed una interna per ogni tipologia (forma e dimensione) su cui gravano i carichi dei solai, una su cui grava solo il carico delle tamponature, una trave di collegamento, ecc.. SAGGI E PROVE: CRITERI DI SELEZIONE Solai Definire con accuratezza i vari campi con le relative dimensioni, direzioni di orditura, presenza di più campate e sbalzi. Lo schema di calcolo (trave singola o trave continua), e le conseguenti dimensioni e quantitativi di armature, potrebbero variare in virtù di tali caratteristiche INDIVIDUAZIONE DELLE ARMATURE • La posizione delle armature e la stima del loro diametro, lo spessore del copriferro, possono essere ricavate da indagini dirette, ossia mettendo a nudo le armature in alcune parti degli elementi strutturali rimuovendo il copriferro presente • In alternativa, o preferibilmente a loro integrazione, possono essere adoperati metodi non distruttivi basati ad es. su rilevazioni con apparecchi elettromagnetici (pacometro) • Per alcuni dettagli importanti quali ad esempio la chiusura delle staffe all’interno del nucleo di calcestruzzo o la lunghezza di sovrapposizione delle barre longitudinali, è necessario in genere ricorrere ad indagine diretta INDIVIDUAZIONE DELLE ARMATURE Negli elementi strutturali sui quali saranno effettuate le indagini sui materiali, le armature individuate (posizione delle barre longitudinali e delle staffe) saranno evidenziate allo scopo di guidare la localizzazione dei carotaggi INDIVIDUAZIONE DELLE ARMATURE INDIVIDUAZIONE DELLE ARMATURE INDIVIDUAZIONE DELLE ARMATURE INDAGINE CON TECNICA RADAR PROVE IN SITU NON DISTRUTTIVE: GEORADAR Le tecniche radar si applicano in base al principio che un flusso di energia elettromagnetica sia alterato dagli oggetti incontrati sul suo percorso e che tale alterazione possa essere rilevata attraverso degli echi di ritorno Si esegue l’irradiazione dell’elemento con impulsi di energia elettromagnetica a brevissima durata (qualche nanosecondo) ed elevata cadenza di emissione (decine di kHz) I segnali sono riprodotti sul monitor del sistema memorizzati come immagine della sezione indagata INDAGINE CON TECNICA RADAR L’irraggiamento viene effettuato tramite un’antenna (trasmittente) trascinata a velocità costante lungo la linea di prospezione Una seconda antenna (ricevitore) rileva gli impulsi riflessi dalle superfici di discontinuità tra materiali a differente costante dielettrica attrezzatura per le indagini georadar operazioni di rilievo INDAGINE CON TECNICA RADAR Quantità di armatura risultanti dalle indagini Saggio nella mezzeria del pilastro 4Ø16 - CORRENTI Saggio in testa al pilastro 4Ø16 - CORRENTI + 2Ø16 - MONCONI INDAGINE CON TECNICA RADAR Quantità di armatura risultanti dalle indagini Ind. pacometriche saggio georadar INDAGINE CON TECNICA RADAR Quantità di armatura risultanti dalle indagini saggio Prog. Simulato + ind. pacometriche georadar Corso di Riabilitazione Strutturale POTENZA, a.a. 2011 – 2012 PROPRIETÀ DEI MATERIALI METODI DI INDAGINE DISTRUTTIVI E NON DISTRUTTIVI Dott. Marco VONA DiSGG, Università di Basilicata [email protected] http://www.unibas.it/utenti/vona/ VALUTAZIONE DELLE PROPRIETÀ DEI MATERIALI CALCESTRUZZO la misura delle caratteristiche meccaniche si ottiene mediante estrazione di campioni ed esecuzione di prove di compressione fino a rottura ACCIAIO La misura delle caratteristiche meccaniche si ottiene mediante estrazione di campioni ed esecuzione di prove a trazione fino a rottura con determinazione della resistenza a snervamento e della resistenza e deformazione ultima, salvo nel caso in cui siano disponibili certificati di prova di entità conforme a quanto richiesto per le nuove costruzioni, nella normativa dell’epoca LOCALIZZAZIONE DEI PUNTI DI MISURA • L’efficacia della stima è condizionata dalla distribuzione delle proprietà del calcestruzzo all’interno dei singoli elementi strutturali, distribuzione che può presentare una consistente variabilità per diversi fattori. • Nella scelta della localizzazione dei punti nell’elemento, andrebbero evitate quelle zone ove il calcestruzzo ha tipicamente caratteristiche diverse da quelle medie come si verifica, ad esempio, in corrispondenza della sommità dei pilastri. • L’andamento delle sollecitazioni può determinare tassi di lavoro fortemente variabili negli elementi e, dunque, stati di fessurazione con riduzione della resistenza locale valutata nei test di laboratorio. VALUTAZIONE DELLE PROPRIETÀ DEI MATERIALI METODI DI PROVA NON DISTRUTTIVI Sono ammessi metodi di indagine non distruttiva di documentata affidabilità, che non possono essere impiegati in completa sostituzione di quelli distruttivi ma sono consigliati a loro integrazione, purché i risultati siano tarati su quelli ottenuti con prove distruttive Nel caso del calcestruzzo, si adotteranno metodi di prova che limitino l’influenza della carbonatazione degli strati superficiali sui valori di resistenza. ENTITÀ DEL CAMPIONAMENTO PROVE (MATERIALI) Dettagli costruttivi Materiali Per ogni tipo di elemento “primario” (trave, pilastro…) LC1 Quantità e disposizione 1 provino di cls. per piano dell’armatura verificata per dell’edificio, 1 campione di almeno il 15% degli elementi armatura per piano dell’edificio LC2 Quantità e disposizione 2 provini di cls. per piano dell’armatura verificata per dell’edificio, 2 campioni di almeno il 35% degli elementi armatura per piano dell’edificio LC3 Quantità e disposizione 3 provini di cls. per piano dell’armatura verificata per dell’edificio, 3 campioni di almeno il 50% degli elementi armatura per piano dell’edificio Tabella C8A.1.3a Ai fini delle prove sui materiali è consentito sostituire alcune prove distruttive, non più del 50%, con un più ampio numero, almeno il triplo, di prove non distruttive, singole o combinate, tarate su quelle distruttive ENTITÀ DEL CAMPIONAMENTO PROVE (MATERIALI) Il numero di provini riportato nelle tabelle può esser variato, in aumento o in diminuzione, in relazione alle caratteristiche di omogeneità del materiale Tali caratteristiche sono legate alle modalità costruttive tipiche dell’epoca di costruzione e del tipo di manufatto, di cui occorrerà tener conto nel pianificare l’indagine Sarà opportuno, in tal senso, prevedere l’effettuazione di una seconda campagna di prove integrative, nel caso in cui i risultati della prima risultino fortemente disomogenei METODI DI PROVA SUL CALCESTRUZZO PROVA Costo Rapidità Danno Strutt. Danno Non Strutt. Rappresen tatività Affid. Carotaggio Alto Bassa Moderato Medio Basso Moderata Buona Windsor Medio Alta Minimo Moderato Superficiale Scarsa Ultrasuoni Medio Alta Nullo Medio Buona Moderata Scleromet. Basso Alta Nullo Medio Basso Superficiale Scarsa Caratteristiche di alcuni metodi di prova per la determinazione della resistenza del calcestruzzo METODI DISTRUTTIVI: IL CAROTAGGIO • È il metodo distruttivo più diffuso. Resistenza stimata in modo diretto (come per i campioni standard) • È NECESSARIO per la definizione diretta della resistenza del conglomerato e calibrare i risultati dei metodi non distruttivi • Il prelievo di carote da strutture in opera è regolato dalla norma UNI EN 12504-1 • Il criterio fondamentale da adottare è quello di ridurre al minimo l'effetto di RIMANEGGIAMENTO dovuto all'estrazione • Diametro delle carote non minore di 3 volte la dimensione massima dell'aggregato, l'altezza possibilmente pari a 2 volte il diametro METODI DISTRUTTIVI: IL CAROTAGGIO METODI DISTRUTTIVI: IL CAROTAGGIO Fissaggio carotatore METODI DISTRUTTIVI: IL CAROTAGGIO In presenza di armature interrompere la prova METODI DISTRUTTIVI: IL CAROTAGGIO Estrazione di una carota METODI DISTRUTTIVI: IL CAROTAGGIO PROVE DI COMPRESSIONE 1) Rettifica campioni 2) Strumentazione campione 3) Esecuzione prova 30 20 Modulo elastico Ec σ 10 0 0.00 0.01 0.02 ε 0.03 0.04 0.05 METODI DISTRUTTIVI: IL CAROTAGGIO La resistenza misurata sulle carote risente di numerosi fattori che la differenziano da quella che si misurerebbe in sito e su un equivalente provino standard: 1) diverse modalità di preparazione e stagionatura 2) differente età di stagionatura tra carota e provino standard 3) posizione del prelievo nell'ambito dell'elemento strutturale (ad es. al piede o alla testa di un pilastro, parallelamente o ortogonalmente alla direzione di getto) 4) il disturbo che consegue alle operazioni di prelievo 5) dimensioni delle carote (ad es. h/D diverso da 2) 6) presenza di armature incluse ELABORAZIONE RISULTATI DEL CAROTAGGIO Per convertire le N resistenze ottenute sulle carote fcar,i nelle corrispondenti resistenze in-situ fcis,i può essere adottata la seguente relazione: f c = (CH / D ⋅ Cdia ⋅ Ca ⋅ Cd ) ⋅ f car • CH/D = coefficiente correttivo per H/D diversi da 2, pari a CH/D = 2/(1.5 + D/H) • Cdia = coefficiente correttivo per D ≠ 100 mm, pari a 1.06, 1.00 e 0.98 per D, rispettivamente, uguale a 50, 100 e 150 mm • Ca = è il coefficiente correttivo per armature incluse, da assumere pari a 1.02-1.13 in funzione della posizione e del diametro della barra inclusa • Cd = coefficiente correttivo per il rimaneggiamento dovuto all’estrazione. Si ritiene corretto assumere Cd = 1.20 per fcar < 20 MPa, e Cd = 1.10 per fcar > 20 MPa (Collepardi 2002) PROVE NON DISTRUTTIVE: SCLEROMETRO Superficie 10x10 10 battute PROVE NON DISTRUTTIVE: SCLEROMETRO Curva indice di rimbalzo-resistenza cubica a compressione PROVE NON DISTRUTTIVE: SCLEROMETRO L’utilizzo dello sclerometro é regolamentato dalla norma UNI EN 12504 – 2 (2001) La norma precisa che lo sclerometro può essere utilizzato per - VALUTARE LA OMOGENEITÀ DEL CALCESTRUZZO IN–SITU - DELIMITARE ZONE DI CALCESTRUZZO DEGRADATO O DI SCARSA QUALITÀ - STIMARE LE VARIAZIONI NEL TEMPO PROPRIETÀ DEL CALCESTRUZZO DELLE PROVE NON DISTRUTTIVE: SCLEROMETRO NON PUÒ essere usato per la determinazione della resistenza. 50 2 Eseguendo in alcuni punti prove sclerometriche e carotaggi, si correlano i relativi risultati ottenendo una relazione che fornisce Rc in funzione dell’indice di rimbalzo S, dalla quale si ricavano valori di resistenza in altri punti in cui si effettua la sola prova sclerometrica Resistenza Cubica a Compressione (N/mm ) Dovrebbe essere costruita una curva sperimentale di taratura 40 30 20 10 15 25 35 Indice di Rimbalzo 45 55 PROVE NON DISTRUTTIVE: SCLEROMETRO • Bassa affidabilità determinata dal fatto che la prova coinvolge lo STRATO SUPERFICIALE DI CALCESTRUZZO (non rappresentativo del calcestruzzo interno) • La CARBONATAZIONE che interessa lo strato superficiale aumentandone la rigidezza, incrementa il valore dell'indice di rimbalzo • La durezza superficiale di calcestruzzi stagionati é maggiore di quella interna. STIMA IN ECCESSO della resistenza • Le curve S - Rc degli strumenti CALCESTRUZZI “GIOVANI” sono riferite a PROVE NON DISTRUTTIVE: SCLEROMETRO RAPPRESENTATIVITÀ 60 55 50 Ir 45 40 35 30 25 20 0.00 10.00 20.00 30.00 fc [MPa] 40.00 50.00 PROVE NON DISTRUTTIVE: ULTRASUONI L’utilizzo del metodo ultrasonico è regolamentato dalla norma UNI EN 12504 – 4 (2005) La prova consiste nel misurare il tempo impiegato da onde soniche, di frequenza compresa tipicamente nell’intervallo 40-120 KHz, ad attraversare un mezzo compreso tra il trasduttore trasmittente Tx e quello ricevente Tr collocati a distanza nota, ricavandone la velocità di propagazione V=L/t PROVE NON DISTRUTTIVE: ULTRASUONI Lettura per Trasparenza Tr Tx Lettura d’Angolo L Tx Tr L Lettura di Superficie Tr1 Tx L1 L2 Tr2 PROVE NON DISTRUTTIVE: ULTRASUONI Legame teorico V - fc fc = 3.8 .10-5 V9.66, [MPa] 90 80 70 fc (MPa) 60 50 40 30 20 10 0 0 1 2 3 4 5 V (Km/s) La relazione teorica tra velocità ultrasonica e resistenza a compressione che si ottiene è del tutto inaffidabile PROVE NON DISTRUTTIVE: ULTRASUONI 2 Resistenza Cubica a Compressione (N/mm) 60 50 40 30 20 10 0 3 3,5 4 4,5 5 Velocità Ultrasonica (km/sec) Esempio di relazione velocità ultrasonica-resistenza a compressione rilevata su carote (da CEB 1989) PROVE NON DISTRUTTIVE: ULTRASUONI RAPPRESENTATIVITÀ 5000 V [m/s] 4000 3000 2000 1000 0.00 10.00 20.00 30.00 fc [MPa] 40.00 50.00 PROVE NON DISTRUTTIVE: ULTRASUONI Il calcestruzzo non é un mezzo omogeneo, isotropo ed elastico, per cui il legame tra velocità di propagazione e caratteristiche meccaniche deve tener conto delle sue reali proprietà fisicochimiche. I fattori che maggiormente influenzano le misurazioni sono: • rapporto acqua/cemento • età del conglomerato • contenuto di umidità • presenza di armature • stato di sollecitazione PROVE NON DISTRUTTIVE: ULTRASUONI Il metodo ultrasonico si rivela invece molto affidabile nel valutare la omogeneità del conglomerato e rilevarne lo stato fessurativo. Tx Tr2 Tr1 L/2 L/2 L L Rapportando i tempi di transito: - tf nella zona fessurata (Tx Tr1) - ti nella zona integra (Tr1 Tr2), si ottiene la profondità c della lesione: Utilizzo delle letture ultrasoniche superficiali per stimare la profondità di lesioni c = L 2 t t 2 f 2 i − 1