CLIMA > Cambiamento climatico > Le cause > Gli effetti > I rimedi

CLIMA
> Cambiamento climatico > Le cause > Gli effetti > I rimedi > L’Accordo di Parigi > Stili di vita
sostenibili
> Clima e meterologia > Le regioni climatiche in Italia
> Combustibili fossili > Il petrolio
> Fonti rinnovabili
> Rifugiati ambientali
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> Cambiamento climatico
Il cambiamento climatico si definisce come lo spostamento della temperatura “media” e, quindi, come
un cambiamento vero e proprio del clima, misurato in un arco temporale molto lungo (almeno
trent’anni), che interessa tutto il Pianeta.
Da quando esiste la Terra, cioè da 4,6 miliardi di anni, i cambiamenti climatici si sono sempre
verificati, con periodi non solo di riscaldamento della temperatura ma anche di raffreddamento (per
esempio le ere glaciali). Molti di questi cambiamenti sono stati drastici e hanno profondamente
modificato l’evoluzione della vita, portando anche ad “estinzioni di massa” che hanno colpito molte
specie animali e vegetali. Ma questi sconvolgimenti sono avvenuti quando non vi era la presenza
dell’uomo, presenza che, invece, oggi è fortemente diffusa con quasi 7 miliardi e mezzo di esseri umani.
In televisione o sui giornali si sente parlare spesso del problema dei cambiamenti climatici, del
surriscaldamento del pianeta e di eventi atmosferici estremi che ne conseguono: alluvioni, siccità,
desertificazione... Gli scienziati dell’Ipcc (Intergovernmental panel on climate change), ovvero il
gruppo intergovernativo istituito dell’Onu nel 1988, sostengono che stiamo vivendo in un’epoca di
cambiamento climatico e che l’uomo ne è in buona parte responsabile.
>> Le cause
Il clima oggi si sta modificando anche a causa delle attività umane, in particolare quelle per produrre
energia elettrica a partire dalle fonti fossili come il carbone, per riscaldare gli edifici, far circolare i
mezzi di trasporto (automobili, aerei e navi…), produrre a livello industriale qualsiasi bene o
materiale, coltivare i prodotti agricoli e allevare le specie animali finalizzate all’alimentazione.
Queste attività rilasciano nell’atmosfera forti concentrazioni di gas che causano il surriscaldamento
della Terra, il cosiddetto “effetto serra”, provocando di conseguenza gli squilibri climatici. Il principale
di questi gas è la CO2 (anidride carbonica), gli altri sono il metano (CH4), il protossido di azoto (N2O),
l’ozono (O3), il vapore acqueo e i Clorofluorocarburi (CFC).
>> Gli effetti
I cambiamenti climatici sono un problema globale che interessa tutte le regioni del mondo. I gas serra
sono prodotti principalmente nelle regioni più ricche, dove si produce e si consuma di più, ma gli
effetti negativi dello sconvolgimento del clima si verificano ovunque e stanno diventando sempre più
intensi. Le calotte polari e i ghiacciai fondono, il livello dei mari cresce. In alcune regioni aumentano i
fenomeni meteorologici estremi, come le alluvioni e le forti precipitazioni, mentre altre sono colpite da
siccità e ondate di calore senza precedenti.
Gli effetti più gravi si verificano nei Paesi in Via di Sviluppo, ma tutte le regioni del mondo, compresa
l’Europa e l’Italia, sono colpite dai cambiamenti climatici. Nell’Europa centro-meridionale aumentano
le ondate di calore, gli incendi forestali e i periodi di siccità (carenza di piogge per lunghi periodi, che
rende arida e bruciata la terra). Il Mediterraneo si sta trasformando in una regione arida. L’Europa
settentrionale sta diventando molto più umida e le alluvioni invernali (straripamenti di corsi d’acqua
collegati a forti piogge) potrebbero diventare un fenomeno sempre più ricorrente. Le città nelle quali
vivono oggi quattro europei su cinque sono esposte a ondate di calore e alluvioni e all’innalzamento
del livello dei mari, ma spesso non sono preparate ad adattarsi ai cambiamenti climatici.
I danni delle alterazioni del clima hanno costi altissimi. Tra il 1980 e il 2011 le alluvioni hanno colpito
più di 5,5 milioni di persone e provocato perdite economiche per oltre 90 miliardi di euro. I settori che
dipendono dal clima e dalle piogge come l’agricoltura, l’energia e il turismo, sono i più colpiti. A livello
globale, nel 2000 si sono verificati circa 150.000 morti a causa del cambiamento climatico (ad esempio
per ondate di calore o alluvioni), esiste inoltre il grave fenomeno dei profughi ambientali.
I cambiamenti climatici inoltre si stanno verificando a ritmi talmente veloci che numerose specie
animali e vegetali stentano ad adattarsi. Molte si sono già spostate verso altre zone. Alcune specie
saranno esposte a un maggior rischio di estinzione per l’aumento delle temperature. Gli esperti
affermano che il riscaldamento globale può alterare in modo sostanziale un terzo dell’habitat
(ecosistema, ambiente naturale) di piante e di animali entro la fine di questo secolo.
>> I rimedi
L’adattamento e la mitigazione sono le due azioni che si devono metter in campo per affrontare il
cambiamento climatico. L’adattamento include gli interventi volti a proteggersi dagli effetti del
mutamento del clima, ad esempio le dighe per le città costiere contro l’innalzamento del livello del
mare o la rinaturalizzazione del territorio per permettere l’assorbimento delle precipitazioni. La
mitigazione comprende misure e politiche, come l’Accordo di Parigi, per ridurre le emissioni di gas
serra (e dunque prevenire ulteriori squilibri climatici), tra cui migliorare l’efficienza energetica e
sviluppare le fonti rinnovabili.
>> L’Accordo di Parigi
I Governi di tutto il mondo hanno capito, già da molti anni, che per contrastare i cambiamenti climatici
e ridurre i gas serra è necessario l’impegno di tutti. Nel 1992 hanno firmato la Convenzione quadro
delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) e, nel 1997, il Protocollo di Kyoto che indica
alcuni impegni specifici da realizzare entro il 2012.
Queste azioni, tuttavia, non si sono rivelate sufficienti. Gli scienziati dell’Ipcc, allo scadere del
Protocollo di Kyoto, hanno lanciato un allarme: un aumento della temperatura di più di 2°C, rispetto ai
livelli preindustriali, potrebbe portare a cambiamenti irreversibili del clima, con conseguenze
disastrose per il Pianeta e per chi lo abita. Per contenere l’aumento di temperatura entro i 2°C le
emissioni di gas che alterano il clima devono essere ridotte drasticamente entro il 2050, fino ad essere
azzerate nel 2100.
A dicembre 2015 i Governi si sono incontrati a Parigi durante la COP21 (il 21° incontro della
Convezione quadro sui Cambiamenti Climatici) e hanno sottoscritto l’Accordo di Parigi, che prevede di
contenere l’aumento della temperatura media “ben al di sotto dei 2°C”, e possibilmente entro 1,5°C
rispetto ai livelli pre-industriali.
>> Stili di vita sostenibili
I Governi e le Nazioni Unite stanno cercando le soluzioni più adatte, ma ogni persona può e deve dare il
suo contributo al fine di evitare che il nostro pianeta, anche solo fra pochi decenni, sia molto diverso
da ora.
Anche scelte quotidiane possono contribuire a ridurre le emissioni di anidride carbonica e degli altri
gas serra. Si tratta di diventare più responsabili nell’affrontare gli acquisti e le piccole cose di ogni
giorno: preferire, per esempio, prodotti locali (che non richiedono lunghi trasporti), prodotti freschi
(quelli surgelati determinano alti costi energetici) o biologici (senza uso di fertilizzanti), limitare l’uso
dell’auto quando non è indispensabile, passando magari ai mezzi pubblici o alla bicicletta, evitare di
lasciare luci e apparecchi elettrici accesi quando non serve, riutilizzare gli oggetti quando è possibile,
acquistare prodotti realizzati con materiali riciclati, fare con attenzione la raccolta differenziata,
riutilizzare la carta. Molti di questi comportamenti, oltre a proteggere l’ambiente e il clima, aiutano a
risparmiare soldi!
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> Clima e meteorologia
Il clima è l’insieme delle condizioni atmosferiche che si manifestano in un determinato luogo nel corso
di un lungo periodo. Il “tempo” invece indica l’insieme delle condizioni metereologiche che si
verificano in un luogo in un determinato momento.
Per stabilire il clima di un’area geografica gli scienziati registrano, per circa 30 anni, alcuni elementi
atmosferici fondamentali:
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la temperatura (la quantità di caldo o di freddo nell’aria)
le precipitazioni (la pioggia, la neve, la grandine)
l’umidità (determinata dalla presenza del vapore acqueo nell’aria)
il vento (i venti forti, deboli, caldi o freddi...)
Il clima è influenzato da diversi fattori:
la latitudine, ossia la distanza dall’equatore, che determina l’insolazione dell’area. L’equatore è
la linea che indica il posto più caldo della Terra: più ci allontaniamo dall’equatore e più fa
freddo
l’altitudine (più si sale verso l’alto più fa freddo)
la vicinanza del mare (il mare mitiga la temperatura, in quanto l’acqua trattiene il calore in
estate e lo cede lentamente in inverno)
le montagne, che sono una barriera naturale, bloccano il passaggio dei venti (caldi e freddi)
>> Le regioni climatiche in Italia
La nostra Penisola ha un clima mite in quanto si trova nell’emisfero boreale, a metà tra l’equatore e il
polo nord. La catena delle Alpi la protegge dai venti freddi del nord. Il mare circonda i tre lati del paese
e ne mitiga il clima. In Italia, tuttavia, il clima non è uguale in tutte le regioni, ma cambia a causa di
molti fattori. È divisa in sei regioni climatiche:
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La regione alpina con inverni lunghi e freddi, estati brevi e fresche, con notevole l’escursione
termica (giorno-notte; estate-inverno) e precipitazioni
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La regione padana con inverni freddi e nebbiosi, estati calde e afose, piogge frequenti in
primavera e autunno
La regione appenninica con inverni freddi e piovosi, estati calde ma fresche a seconda di
latitudine e altitudine
La regione ligure-tirrenica con inverni miti e piovosi, estati calde e ventilate
La regione adriatica con inverni freddi, estati calde con temporali
La regione mediterranea con inverni poco freddi ed estati calde e secche
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> Combustibili fossili
I cambiamenti del clima sono diventati sempre più dipendenti dalle attività umane e in particolare
dall’uso dei combustibili fossili (petrolio e derivati, carbone, gas naturale). I combustibili fossili sono
impiegati, ad esempio, per generare energia elettrica, per il riscaldamento nelle case, nei sistemi di
produzione industriale e nei trasporti. Ogni volta che accendiamo una lampadina o un Pc, che andiamo
in giro in automobile, che accendiamo il riscaldamento o l’aria condizionata in casa bruciamo
combustibili fossili ed emettiamo CO2. L’uso di combustibili fossili ha sempre dato benessere
economico, soprattutto ai paesi più industrializzati, ma ora rischia di sconvolgere la vita di tutti i
popoli, per le generazioni attuali e quelle future. Rispetto al periodo preindustriale la concentrazione
di CO2 (il principale gas serra responsabile del riscaldamento del clima.) nella composizione chimica
dell’atmosfera è aumentata del 40%.
>> Il petrolio
Il petrolio è un liquido infiammabile che deriva dalla decomposizione di alcuni di organismi animali e
vegetali antichissimi, accumulati nei secoli sul fondo di mari o di laghi (per questo si chiama “fossile”).
Si trova nel sottosuolo di alcune regioni del globo. I suoi derivati comprendono i combustibili più
comuni, come la benzina, e alimentano gran parte dell’industria chimica. Il petrolio “greggio” (così si
chiama quando non ancora lavorato) è estratto, trasportato e raffinato in enormi quantità. Queste
operazioni comportano un notevole rischio per l’ambiente. Inoltre, il petrolio fuoriuscito da navi
petroliere durante molti incidenti ha già danneggiato fragili ecosistemi. Infine, la combustione su tutto
il pianeta di enormi quantità di petrolio è tra i maggiori responsabili dell’incremento delle percentuali
di anidride carbonica e di altri gas nocivi nell’atmosfera. Il petrolio, peraltro, è destinato a esaurirsi.
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> Effetto serra
L’effetto serra è un fenomeno che esiste da sempre, senza il quale la vita, come la conosciamo adesso,
non sarebbe possibile. È provocato dai cosiddetti “gas serra” (il principale è l’anidride carbonica, CO2),
che sono naturalmente presenti nell’aria in concentrazioni basse. I gas serra permettono alle
radiazioni solari di attraversare l’atmosfera e trattengono una parte del calore riemesso dopo che
queste hanno raggiunto la superficie del pianeta. In pratica si comportano come i vetri di una serra e
favoriscono il mantenimento della temperatura terrestre ai valori che consentono la vita. Questo
processo è sempre avvenuto naturalmente, senza l’effetto serra la Terra avrebbe una temperatura
media di -18˚C: le acque sarebbero congelate e non ci sarebbero le forme di vita che conosciamo.
Per contro, un’intensificazione dell’effetto serra, dovuto all’immissione eccessiva di gas da parte
dell’uomo e ad altri fattori naturali, può provocare squilibri climatici di dimensione planetaria. Dall’era
industriale (iniziata nel 1700 in Gran Bretagna e poi diffusasi in altri Paesi) in poi, la massiccia
emissione di gas-serra da parte dell’uomo ha alterato, e sta alterando sempre di più, la composizione
chimica dell’atmosfera, contribuendo a provocare profondi mutamenti del clima globale.
Nelle attività umane i gas serra sono prodotti dai combustibili fossili ma anche da:
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Discariche di rifiuti, che producono metano (CH4)
Utilizzo di fertilizzanti in agricoltura che generano protossido di azoto (N2O) e dagli
allevamenti di bestiame
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> Fonti rinnovabili
Solo negli ultimi anni l’uomo ha finalmente capito che per salvare il pianeta è assolutamente
necessario sfruttare altre fonti di energia, pulite e rinnovabili (rinnovabili in quanto, a differenza dei
combustibili fossili, non sono destinate ad esaurirsi), come l’energia del vento e del sole, che bisogna
ridurre gli sprechi di energia e di materiale, consumare in modo più intelligente e responsabile,
limitare l’uso dei mezzi di trasporto, promuovere il riciclo.
Ci sono diverse tipologie di fonte rinnovabile:
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Biomasse:
Eolico:
Geotermia:
Idrica:
Idrogeno:
Solare:
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> Profughi ambientali
I paesi “in via di sviluppo”, pur avendo minori responsabilità nel surriscaldamento globale, sono
spesso i più colpiti. Chi vive in condizioni di povertà dipende moltissimo dalle risorse naturali che lo
circondano: per esempio si alimenta con i prodotti agricoli delle terre circostanti, usa l’acqua dei fiumi
più vicini. Dunque subisce maggiori danni dagli eventi metereologici estremi. L’acqua è sempre più
scarsa e inquinata in queste regioni. Inoltre stanno aumentando le malattie legate al clima, come quelle
trasmesse dalle zanzare.
È stato calcolato che, tra il 2008 e il 2014, oltre 157 milioni di persone sono state costrette a spostarsi
e a migrare verso regioni più sviluppate, in cui vi è maggiore ricchezza e benessere, per i danni causati
da siccità, tempeste, alluvioni e altri eventi estremi. Molti “rifugiati” fuggono da conflitti e guerre, ma
non bisogna dimenticare che i conflitti e le guerre spesso nascono proprio per l’accesso alle risorse
naturali e idriche, che diventano sempre più minacciate a causa dei cambiamenti climatici e del
degrado ambientale.