Paramorfismi e Dismorfismi - ASD Idylle Centro Fitness

Premessa
L’Età evolutiva è caratterizzata da un continuo sviluppo corporeo, sia dal punto di vista osseo e della mobilità
articolare, sia relativamente all’ampliarsi dei tendini e dei muscoli.
L’accrescimento di queste parti costringe il corpo ad assumere posizioni nuove, talvolta scorrette, per ricercare
nuovi equilibri, che possono alla lunga tradursi in atteggiamenti sbagliati dello scheletro.
Si parla in questi casi di PARAMORFISMI, indicando con tale espressione tutto ciò che, pur determinando
un’alterazione della forma corporea, è correggibile.
Useremo, invece, la parola DISMORFISMI quando le alterazioni dello scheletro si sono ormai cronicizzate e
non possono essere modificate con la cinesiterapia.
La maggioranza dei Paramorfismi viene a formarsi in età scolastica, spesso per una errata postura nello stare nel
proprio banco o per un eccessivo carico di zaini e cartelle.
I dismorfismi si generano per una mancata attenzione verso i Paramorfismi, inoltre questi ultimi, se rilevati fin
dai primi anni di scuola, possono essere eliminati facilmente attraverso la ginnastica correttiva.
I Paramorfismi più facilmente riscontrabili possono riguardare il dorso e gli arti inferiori; i primi si dividono a loro
volta in simmetrici o asimmetrici, a seconda se agiscono sul piano sagittale o sul piano frontale
Per una migliore comprensione degli aspetti trattati si ritiene opportuno aggiungere qualche nozione sulla
dinamica della colonna vertebrale.
La dinamica della colonna vertebrale
La colonna vertebrale presenta sul piano
sagittale quattro curve
concavità
fisiologiche, di cui due a
posteriore o lordosi, nel tratto cervicale e
lombare, e due a concavità anteriore o cifosi, nel tratto
dorsale e sacrale.
Tali curve rivestono un’elevata importanza
perché hanno la funzione di scaricare i colpi e i
contraccolpi che altrimenti si ripercuoterebbero sul cervello
qualora le articolazioni delle vertebre e dei dischi non
attenuassero, frazionandone l’effetto, gli agenti d’urto.
Esse svolgono inoltre l’azione di incrementare
la resistenza della colonna vertebrale .
Verranno analizzati ora i Paramorfismi più diffusi dedicando particolare attenzione, dove sia
possibile, ad esercizi correttivi. Successivamente verranno analizzati i comportamenti scorretti più
frequenti, causa di questi problemi, suggerendo le possibili soluzioni.
Esercizi correttivi
Portamento rilassato o abito astenico
1)
Il portamento rilassato o abito astenico è
dovuto all’incapacità del corpo di opporsi alla forza
di gravità, che ne altera la forma. Il soggetto si
presenta con capo inclinato in avanti, addome
promittente, spalle cadenti, piedi piatti ecc. In
seguito si instaurano atteggiamenti scoliotici.
L’abito astenico è considerato la causa
principale dei vari Paramorfismi. Si pensa sia dovuto
a:
– tono della muscolatura al di sotto della
normalità;
– componenti di origine psicologica.
2)
Si evidenzia in modo particolare nel periodo
della crescita ed è legato soprattutto a fattori quali
clima, alimentazione, ambientamento, esercizio
fisico.
Per attenuare o correggere tale paramorfismo
si deve praticare un attività motoria non
eccessivamente impegnativa che interessi
principalmente le parti carenti, prediligendo gli
esercizi da proni, supini, seduti, in ginocchio.
3)
Sulla schiena, ginocchia flesse,
le
braccia lungo il corpo.
Inspirando levare le braccia
tese giusto dietro la testa, poi
ritornare alla posizione di
partenza, passando per i
fianchi ed espirando. Dopo
qualche sequenza, eseguire di
nuovo lo stesso esercizio ma
con 0,5-1 Kg di peso fra le
mani.
Sulla schiena ginocchia flesse,
braccia tese e divaricate
all’altezza delle spalle. Tirare le
ginocchia
sul
petto,
appoggiarle su un fianco, il più
vicino possibile al braccio teso
– riportarle al petto e poi
eseguire lo stesso movimento
dall’altra parte
A pancia in giù, braccia tese in
avanti, fronte a terra. Sollevare
alternativamente le braccia
senza muovere la testa. Nella
stessa posizione sollevare le
braccia simultaneamente.
Dorso curvo e lordosi lombare
Si ha il dorso curvo quando la curva fisiologica dorsale della
cifosi è più appariscente del normale e deriva da una rilassatezza
psicologica e da un equilibrio nervoso o muscolare poco stabile. Si
tende a valutare un dorso “curvo”quando l’angolo di curvatura del
soggetto in piedi,nel tratto dorsale,supera i 40°.
Esercizi correttivi
1)
Sulla
schiena,
ginocchia
flesse.
Contrarre
gli
addominali (ritirare il
ventre) spingere i reni
a terra – portare le
ginocchia al petto –
tornare nella posizione
di partenza. Idem un
ginocchio dopo l’altro.
2.
Dalla posizione seduta
braccia flesse con un
angolo di 90° gomiti
vicini al busto e mani
extraruotate
(con
palmi rivolti verso
l’alto) effettuare una
spinta delle spalle in
dietro mantenendo i
gomiti vicini al busto.
Nelle ipotesi più gravi, il dorso curvo può essere dovuto a
rachitismo, tubercolosi, malattie tumorali, lesioni traumatiche.
In questi casi si effettueranno trattamenti con la cinesiterapia
e l’ortopedia.
In una prima fase, il soggetto è sempre capace, con la
volontà, di riportare il busto nella situazione di normalità.
Successivamente non è più in grado di farlo, cosicché il
corpo tende a scendere sul petto, il collo si sposta in avanti,le
spalle si avvicinano allo sterno e le scapole tendono ad alzarsi.
Questa postura, nel tempo, diviene stabile e immodificabile.
I corpi delle vertebre anteriori sono sottoposti a una
pressione tale da non riuscire piùa svilupparsi in modo organico e
assumono una forma a cuneo. L’atteggiamento della cifosi può
trasformarsi, se non presa in considerazione, in dorso curvo
astenico.
Insieme al dorso curvo va presa in considerazione la lordosi
lombare, che si forma come curva di compenso insieme
all’addome prominente. Essa è dovuta alle condizioni di
accorciamento in cui vengono a trovarsi i muscoli estensori nel
tratto lombare, a causa dell’aumentata superficie su cui si trovano
quelli del tratto dorsale, come se nel tratto lombare i suddetti si
tendessero a mo’ di corda d’arco.
.
Atteggiamento scoliotico
La colonna vertebrale di fronte deve presentarsi perfettamente rettilinea ; pertanto ogni deviazione
di quest’ultima a sinistra o a destra, che esca dalla verticale del filo a piombo immaginario che va dalla
prima vertebra cervicale all’ultima sacrale, prende il nome di scoliosi.
Le scoliosi possono essere: funzionali, quando non vi è modificazione morfologica e sono
reversibili ; strutturali, quando sono associate a modificazioni ossee e non sono reversibili.
Inoltre le scoliosi possono essere semplici (a una curva sola) o compensate (a più curve).
L’insorgenza della scoliosi può essere di origine miopatica (distrofie muscolari), osteopatica
(tubercolosi, rachitismo, fatture mal saldate), neuropatica (poliomielite, paralisi ), idiomatica ( la cui
causa cioè è sconosciuta, anche se diversi autori ipotizzano che derivi da un persistente atteggiamento
scoliotico).
Altri fattori che concorrono all’instaurarsi della scoliosi sono quelli visivi (un occhio più debole )
e acustici (indebolimento dell’udito).
Inoltre si è rilevato che :
a) La scoliosi si riscontra più facilmente nel sesso femminile che in quello maschile, con un
rapporto di 3 a 1
b) Solo in percentuale del 25-30% è ereditaria, comunque se è presente nella stessa famigliari
riscontra più frequentemente;
c)
Può dipendere da posizioni “comode” che i ragazzi assumono spesso.
Ciò che permette di rilevare l’effettiva presenza delle scoliosi è il referto radiografico; un
altro metodo per rilevarla è quello di porre il soggetto a piedi uniti, in massima flessione del busto
in avanti, con mani ai piedi: se si noteranno evidenti convessità sul dorso (gibbosità), saremo
in presenza di una scoliosi. Se invece il rachide risulta senza alcun evidente rilievo nel tratto
dorsale (assenza di gibbosità), saremo probabilmente di fronte a un semplice atteggiamento.
Il tipo di trattamento per l’atteggiamento scoliotico è in relazione alla gravità dell’alterazione:
fino a 30° potrebbe essere trattata con l’esercizio fisico, dai 30° ai 60° si dovrebbe associare
al trattamento fisico l’uso di un supporto ortopedico (corsetto), dai 60° in poi è consigliabile
l’intervento chirurgico.
E’ importante nell’azione correttiva non esagerare con esercizi che prevedano la flessione del
busto in avanti.
Esercizi correttivi
Il trattamento per la correzione di questo paramorfismo prevede esercizi in carico, in
scarico, di presa di coscienza, di mobilizzazione, di tonificazione.
Esercizi di presa di coscienza
Esercizi in carico
Sono tutti quelli eseguiti in piedi.
Sebbene utili, presentano la difficoltà di mantenere la
posizione corretta durante la loro esecuzione per via
dell’equilibrio, e questo problema potrebbe vanificare
l’utilità dell’esercizio stesso.
a)
Dalla posizione di partenza distesi a terra, con
ventre in alto (decubito supino); piegare la
gamba destra in avanti alto; ripetere con l’altra
gamba.
Durante
l’esercizio
la
colonna
vertebrale è ben aderente al suolo.
b)
Dalla posizione di partenza in piedi, con il dorso
in completo appoggio alla parete, braccia
distese lungo i fianchi, palmo delle mani in
appoggio al muro, i talloni a una distanza di
Esercizi in scarico
circa 25 cm dalla parete, effettuare un
piegamento
Sono tutti quelli eseguiti in decubito. Lo scopo di tali
esercizi è:
a)
b)
c)
d)
tonificare la parete addominale;
migliorare gli atteggiamenti simmetrici;
fissare le scapole;
incrementare la capacità respiratoria.
sulle
gambe
mantenendo
il
contatto con il muro. Ritornare alla posizione di
partenza.
c)
Dalla posizione di partenza in piedi, porsi
davanti allo specchio quadrettato, mettere in
linea la colonna vertebrale, le spalle, il bacino,
quindi portare le spalle indietro, contrarre gli
addominali e assumere la postura corretta.
Esercizi correttivi
Esercizi di tonificazione
a)
Da seduti con gambe unite e piegate, mani che
afferrano le ginocchia, rotolare sulla schiena e
tornare alla posizione di partenza. Ripetere. Le mani
Esercizi di mobilizzazione
a)
Dalla posizione in ginocchio, braccia in
b)
Dalla posizione di decubito prono (ventre a terra ),
alto, flettere il busto in avanti, tenendo
braccia semipiegate, mani che afferrano un elastico
il palmo delle mani in appoggio sul
in appoggio dietro le scapole, distendere le braccia
pavimento, con leggera flessione e
completamente ai lati e poi in avanti
successiva estensione della colonna
ritornare alla posizione di partenza.
vertebrale.
b)
sono sempre in presa.
c)
espirare e
Dalla posizione di partenza quadrupedica, con palmo
Dalla posizione di partenza in piedi,
delle mani a terra, dita rivolte verso l’interno,
salire sul primo gradino con dorso alla
effettuare delle iperestensioni (sella) e successive
spalliera, braccia semipiegate, mani in
flessioni (gobba). Il capo si estende e si flette
presa allo staggio. Spingere in avanti gli
assecondando la curvatura del rachide.
addominali mantenendo le scapole in
appoggio.
d)
Dalla posizione di partenza quadrupedica, con palmo
delle mani a terra, dita rivolte verso l’interno,
effettuare movimenti di iperestensione del rachide
flettendo il busto e le spalle il più vicino possibile al
suolo.
Scapole alate
Si hanno scapole alate nel caso in cui il margine vertebrale e l’angolo inferiore della scapola
risultino slittati in avanti sulla gabbia toracica.
Spesso le troviamo associate ad altri paramorfismi come il dorso curvo, il portamento rilassato e
l’atteggiamento scoliotico.
Le scapole alate si evidenziano nell’età puberale per debolezza dei muscoli fissatori delle scapole e
tendono a scomparire col tempo.
Esercizi correttivi
1)
Dalla posizione seduta, gambe incrociate, mani alla nuca, spingere di seguito i gomiti per avanti
dietro.
2)
Dalla posizione di partenza, seduti gambe incrociate, braccia flesse, mani al petto, palme in giù,
spingere in più tempi i gomiti all’indietro.
3)
Dalla stessa posizione di partenza, slanciare le braccia verso l’alto e all’indietro, impugnando un
elastico.
Piede piatto
Il piede poggia su tre arcate: mediale, laterale e anteriore. Schiacciate da un elevato peso
corporeo, queste possono appiattirsi e generare il piattismo.
Questo paramorfismo compare con evidenza fra il terzo e il settimo anno, ma tende a scomparire
con il passare del tempo.
Il piede piatto acquisito costituisce un fattore fortemente limitante nelle attività sportive.
Per correggere il piattismo si ricorre solitamente all’uso del plantare, associato ad esercizi
correttivi mirati, fra questi quelli delle dita dei piedi che cercano di afferrare gli oggetti.
Esercizi correttivi
1)
Camminare in avanti sui talloni, le dita dei piedi flesse verso il basso.
2)
Dalla posizione di seduti, le gambe leggermente divaricate, raccogliere delle palline con le dita
dei piedi flesse verso il basso e successivamente farle cadere in un contenitore.
3)
Stessa posizione di partenza dell’esercizio precedente, afferrare e alzare con la flessione delle
dita dei piedi un fazzoletto
Ginocchio valgo
Si parla di ginocchio valgo quando le ginocchia si toccano fra loro, mentre le caviglie rimangono
distanti alcuni centimetri l’una dall’altra e formano la caratteristica X.
Questo disturbo colpisce prevalentemente il sesso femminile e può comparire sia nell’infanzia sia
nell’adolescenza. Solo se si interviene in questo periodo si possono ottenere discreti risultati.
Oltre agli esercizi specifici di ginnastica correttiva viene consigliato l’uso di plantari ortopedici.
Esercizi correttivi
1)
Dalla posizione di partenza in piedi camminare sui ceppi con l’inclinazione bassa verso
l’esterno.
2)
Dalla posizione seduta, gambe incrociate e piegate, spingere con le mani le ginocchia verso
il basso.
3)
Dalla posizione seduta, con le caviglie unite, distendere le gambe in avanti, tenendo
contemporaneamente stretto fra le ginocchia un cuscino.
Mal di schiena
Il mal di schiena è una condizione fastidiosa che, secondo alcune indagini, interessa quattro
persone su cinque nel corso della vita e può essere dovuta a cause diverse. Si può trattare di un
semplice fastidio che riguarda la muscolatura che circonda la colonna vertebrale, provocato da una
posizione scorretta, da un movimento errato o da un colpo d’aria, oppure può essere il sintomo di un
problema più serio, come un’ernia del disco.
Si vuol prendere in considerazione solo il mal di schiena che nasce da posizioni viziate o da
movimenti eseguiti in maniera scorretta, suggerendo, di volta in volta, quali sono le posizioni corrette.
Stando seduti è indispensabile che la colonna vertebrale abbia un buon sostegno. Se viceversa si
ha l’abitudine di leggere o di guardare la televisione a letto o sul divano, è buona norma utilizzare dei
cuscini al fine di rinforzare l’appoggio lombare.
Un buon letto deve offrire il giusto sostegno alla schiena, è quindi preferibile utilizzare un materasso
duro. Quello che conta soprattutto è una buona posizione di riposo, sia sulla schiena, con le
ginocchia leggermente sollevate, sia sul fianco a canna di fucile.
Per raccogliere o sollevare un oggetto, è consigliabile piegare gli arti inferiori mantenendo la
schiena dritta ed il ventre contratto.
Sulle scale, è opportuno chinarsi leggermente in avanti, come se si risalisse una pendenza.
Nel caso di un lungo lavoro da effettuare in piedi, davanti ad un tavolo, la posizione migliore
consiste nel tenere l’addome leggermente appoggiato contro il tavolo, un piede davanti all’altro e
leggermente sollevato (su un piccolo poggiapiedi).