Caterina Viola Strategie per attivare la risorsa compagni di classe Caterina Viola Strategie per attivare la risorsa compagni di classe nell’inclusione di un allievo con autismo “Quando allievi così speciali […] entrano a scuola nulla può restare com’era: l’organizzazione, la didattica, le relazioni devono modificarsi perché ogni forma di adattamento degli allievi al contesto dipende primariamente da quanto coordinamento e quanta flessibilità vengono messi in campo” (Cottini, 2013). In questa affermazione si può trovare la sintesi delle trasformazioni e degli adattamenti che la scuola deve progettare per essere in grado di dare risposte vincenti alle pressanti domande -­‐ non sempre esplicite, spesso da decifrare -­‐ che provengono dagli alunni con bisogni educativi speciali e da quelli con disturbi dello spettro autistico in particolare. La scuola dell’integrazione e dell’inclusione, che vuole individualizzare e personalizzare la propria risposta alle domande di formazione di tutti e di ciascuno, deve caratterizzarsi per un surplus di risorse materiali e umane, un surplus di passione etica e di scientificità, un surplus di capacità di adattamento. La scuola deve essere in grado di costruire le sinergie e le condivisioni necessarie per progettare e programmare l’organizzazione di contesti adeguati ai bisogni e ridurre i limiti non connaturati alla persona, ma alla situazione culturale nella quale essa intende inserirsi. “Le persone con disabilità hanno bisogno di aiuti specifici per poter accedere all’esperienza di vita e 1 Caterina Viola Strategie per attivare la risorsa compagni di classe di contesti flessibili e riorganizzabili a seconda del bisogno particolare che esprimono” (Malaguti, 2007) e vi è necessità di un'organizzazione, una didattica, di un sistema di relazioni costruttive speciali, funzionali all’impegno di trovare le vie per promuovere un processo di riorganizzazione positiva e sostenibile della dimensione scuola. Non si tratta di far finta di nulla in nome di una irreale normalità: i limiti non vanno ignorati, ma riconosciuti perché si possano ridurre le situazioni di svantaggio. Docenti ed educatori, famiglie, compagni di classe sempre più informati e preparati, più consapevoli, la crescita stessa della sensibilità verso le diversità sostengono nell’impegno e fondano la speranza che realmente tutte le persone in difficoltà possano trovare la giusta via per l’inclusione. Un primo passo è senz’altro accogliere la diversità, accogliere i “viaggiatori inattesi” con uno sguardo che non sia pregiudiziale, ma sappia guardare veramente alla persona nella sua globalità e non alle sue mancanze. Compito prioritario degli insegnanti e degli educatori, nel complesso processo di inclusione scolastica delle persone con disturbi dello spettro autistico, deve, perciò, essere l’avere cura, sostenere e accompagnare, l’essere mediatori verso la vita, verso la conquista di ruoli attivi, di più ampi livelli di autonomia e di autodeterminazione, attivando tutte le risorse che possano garantire a tutti gli alunni un ruolo attivo e propositivo. Come sostenuto e sperimentato dalla letteratura specializzata, i compagni possono rappresentare una formidabile risorsa per l’inclusione degli allievi con disabilità (Cottini, Canevaro, Ianes, Macchia, Stainback e Stainback). Fare della classe un contesto includente vuol dire innanzitutto mobilitare al massimo la risorsa classe, attivando e sollecitando i compagni ad assumere atteggiamenti di accettazione attiva ed empatica dell’alunno in difficoltà, e di quelli con disturbi dello spettro autistico in particolar modo, per i quali il processo di inserimento in contesti relazionali è strutturalmente complesso e richiede un adattamento del contesto alle loro peculiari modalità di funzionamento. Naturalmente, non è sufficiente far parte della stessa classe per promuovere negli studenti gli aspetti assertivi e di prosocialitá, occorre che gli insegnanti progettino consapevoli strategie di riorganizzazione della comunità classe mediante un non scontato e non routinario lavoro di riadattamento e adeguamento continuo a problematiche sempre nuove. Gli insegnanti hanno oggi, nel nostro paese, le più ampie possibilità, normativamente riconosciute, di eliminare le tradizionali rigidità delle modalità di fare scuola, strutturando la classe come una comunità in cui è sollecitato e opportunamente rafforzato il coinvolgimento cooperante di tutti gli alunni, ciascuno dei quali partecipa alle attività e coopera con tutti gli altri per quello che realmente è, con le sue difficoltà certo, ma anche con le sue potenzialità positive, di modo che il suo apporto peculiare, in ragione della sua diversità, diventa, perciò, essenziale alla riuscita di tutti. Educare non retoricamente a rispettare la diversità, vissuta come un valore, ha rilevanti riflessi positivi anche nei contesti extrascolastici, costituendo la base per una più solida e democratica integrazione sociale. In questo fondamentale compito di progettazione di percorsi per l’attivazione della risorsa compagni di classi e per sollecitare il coinvolgimento degli stessi nella costruzione di una dimensione inclusiva i consigli di classe possono ispirarsi a varie metodologie didattiche, tra cui: -­‐ Promuovere nella classe la formazione e il consolidamento di un clima positivo e cooperante, attraverso il superamento di ogni forma di individualismo negativo, favorendo l’autoemulazione, sollecitando momenti di aiuto reciproco. 2 Caterina Viola Strategie per attivare la risorsa compagni di classe -­‐ Attivare percorsi di alfabetizzazione relazionale. -­‐ Utilizzare le strategie didattiche del tutoring e dell’apprendimento cooperativo. -­‐ Alternare i momenti di individualizzazione con quelli di lavoro comune anche ricorrendo allo strumento della didattica laboratoriale. -­‐ Ricorrere a tutte le metodologie che abbassano i livelli di competitività, attivano il senso di appartenenza non gregaria al gruppo, creano occasioni di lavoro e svago comuni, lavorando sulle competenze prosociali e sulla valorizzazione positiva degli altri (Cottini, 2008) In sintesi, per creare un clima solidaristico e inclusivo in classe è necessario mettere in campo capacità progettuali, organizzative, professionalità, impegno e condivisione di intenti, da parte dell’intero consiglio di classe. Favorire un contesto inclusivo è fondamentale perché stimola rapporti di amicizia e aiuto reciproco tra i compagni, sviluppa un clima positivo e collaborativo, permette a tutti di sentirsi accettati, compresi e valorizzati, sviluppa l'empowerment e le competenze metacognitive, contribuisce a creare una solida base socio-­‐affettiva e relazionale, come è dimostrato, oltre che dall'esperienza diretta di vari insegnanti, anche da numerose ricerche (Andrich e Miato, 2003). Per realizzare reali processi di inclusione, particolare rilievo assume la conoscenza del disturbo dello spettro autistico in generale e nello specifico delle caratteristiche peculiari del compagno, perché generatrice di comprensione, vicinanza e aiuto. Tale presa di coscienza attraverso la conoscenza non è un risultato che si può ottenere solo per mezzo di spiegazioni teoriche, ma richiede di mettere in campo diverse azioni positive organicamente progettate, quali attività che evidenzino "le doti e le capacità, oltre che le aree di difficoltà" della persona con disturbi dello spettro autistico. Considerando la disabilità come la risultante dell'interazione tra le caratteristiche del soggetto e quelle del contesto, la misura in cui una persona con autismo sperimenta difficoltà e svantaggi nel suo sviluppo personale non dipende soltanto dall'autismo, ma anche dalle opportunità che l'ambiente offre. Perché il contesto e le persone che ne fanno parte possano influire positivamente, il primo passo da compiere, vero cardine di una piena inclusione, è che gli altri compagni, resi consapevoli dalla conoscenza del disturbo, accettino e costruiscano un'immagine positiva del compagno con autismo. Non si tratta di un risultato scontato, ma del frutto di un serio e costante impegno. I docenti, attraverso la proposizione di filmati, di romanzi e racconti e le discussioni chiarificatrici possono guidare i compagni e tutte le persone che comunque vengono in relazione con l'allievo con DSA, a superare le eventuali barriere dei pregiudizi, generati dall’ignoranza, e a comprendere le specifiche peculiarità di funzionamento autistico. È di grande importanza aver chiaro che il compagno con sindrome autistica incontra difficoltà nell'elaborazione delle informazioni, nella comprensione dei concetti astratti, dei doppi sensi, dell'ironia, che è per lui estremamente arduo decifrare l'essenza di un messaggio, che ha scarsa coerenza centrale, deficit di teoria della mente, problemi sensoriali, difficoltà a contestualizzare le informazioni, a generalizzare gli apprendimenti, ma è anche altrettanto essenziale maturare la consapevolezza che i punti di forza di cui è dotato -­‐ come la buona elaborazione visiva, lo stile di pensiero logico, diretto, la buona memoria per i dati, l’attenzione ai dettagli -­‐ costituiscono risorse di cui tutta la comunità classe può giovarsi. Una ricerca (Swaim e Morgan, 2001) ha evidenziato che le caratteristiche peculiari dell'alunno 3 Caterina Viola Strategie per attivare la risorsa compagni di classe con disturbo dello spettro autistico, dando luogo a un comportamento bizzarro e apparentemente incomprensibile, possono creare nei compagni confusione, disorientamento e conseguente incapacità di relazionarsi. Pertanto non basta proporre occasionalmente la visione di un film, magari all’inizio dell’anno, o avviare un’isolata discussione, ma l'unico modo per avvicinare i compagni, superando lo sconcerto, è favorire in loro una buona conoscenza del disturbo, in modo da coinvolgerli nell’elaborazione e condivisione di strategie comuni. Informare e formare i compagni ha una serie di vantaggi ulteriori, ad esempio, consente di motivare e rendere accettabili particolari accorgimenti che potrebbero sembrare ai loro occhi delle concessioni preferenziali, permette, inoltre, di mettere in campo una serie di attività di sostegno attraverso metodologie e strategie didattiche inclusive, come il lavoro di gruppo e cooperativo, il tutoring, la didattica laboratoriale. Le iniziative di formazione sull'autismo dovrebbero rientrare in un più ampio progetto informativo sull'uguaglianza nelle differenze, e sul valore della diversità che tragga spunto a livello disciplinare dai principi fondamentali della Costituzione repubblicana e che potrebbe essere successivamente esteso anche oltre il gruppo classe, coinvolgendo il personale scolastico e i genitori degli alunni. "Portare in primo piano la diversità costituisce, nel contesto nel quale viviamo, una condizione assolutamente imprescindibile dell'educazione al rispetto e alla convivenza sociale. Anche per quanto riguarda il deficit il discorso non cambia; nel momento in cui lo stesso diventa oggetto di studio scientifico, stimolando la discussione e l'approfondimento dei compagni, le paure e le incertezze diminuiscono e la diversità stessa assume sempre più la valenza di condizione presente che non inficia la dignità e l'originalità della persona, anzi le esalta. La conoscenza facilita anche la comprensione di quelle che possono essere le risposte migliori e più naturali ai bisogni specifici degli allievi." (Cottini, L’autismo a scuola, Carocci, 2013). Conoscere l’autismo da parte degli alunni non solo fornisce razionali motivazioni, essenziali per un avvicinamento al loro compagno, e fonda le strategie della cooperazione, ma ha ricadute profonde sull’acquisizione del concetto di diversità come valore, che è di fondamentale importanza per un positivo inserimento nel complesso mondo multietnico, multiculturale, multireligioso in cui viviamo. Nella progettazione di percorsi per l’inclusione è utile prevedere il coinvolgimento attivo dei genitori dello studente con disturbo dello spettro autistico, se disponibili e pronti, che potrebbero rendere conto delle particolari caratteristiche del figlio in maniera diretta e coinvolgente, in modo da integrare le spiegazioni teoriche con aneddoti ed esempi concreti di funzionamento in contesti di vita quotidiana. Lo stesso studente con bisogni educativi speciali, a partire da una certa età, con il consenso dei genitori e il supporto e il coinvolgimento delle figure di riferimento (neuropsichiatra, psicoterapeuta, educatore), se ha già iniziato un percorso di autoconsapevolezza, e soprattutto se lo desidera, può essere preparato e coinvolto a spiegare ai compagni le caratteristiche del disturbo dello spettro autistico. In ogni caso, prima di iniziare una sessione informativa lo studente va reso partecipe degli obiettivi che si vogliono perseguire e dei metodi per raggiungerli. Le fasi del progetto potrebbero essere condotte dal docente di materia, nello specifico di discipline giuridiche ed economiche, collegandole alla programmazione disciplinare relativa ai principi fondamentali della Costituzione, si potrebbe prevedere, inoltre, l'intervento di esperti, 4 Caterina Viola Strategie per attivare la risorsa compagni di classe specialisti, docente per le attività di sostegno o di scienze, psicologia per affrontare la tematica da altri punti di vista. Per dare dinamicità al progetto e per mantenere alta la motivazione e l'attenzione, gli interventi potrebbero essere intervallati dalla visione di brevi filmati e dalla lettura di citazioni e testimonianze significative tratte da saggi, romanzi, racconti, articoli, consigliandone la lettura integrale. A conclusione del percorso sarebbe opportuno proporre la visione di uno o più film e assegnare dei romanzi da leggere e recensire. Un tale progetto si qualifica anche per l’organizzazione di attività complementari, quali interviste, lavori di gruppo, ricerche su personaggi celebri con disabilità, su ausili e tecnologie per la riduzione della disabilità, laboratori a tema per realizzare cartelloni o presentazioni e approfondimenti. Infine, è molto utile documentare il lavoro svolto assegnando un tema o facendo redigere una relazione da pubblicare sul giornalino della scuola e organizzando una mostra, nella loro classe, sui temi affrontati nel progetto. Attraverso tali strategie si dà modo di conoscere il compagno con autismo e di comprenderne i comportamenti, favorendo l'instaurarsi di relazioni positive. Informare i compagni di classe produce, inoltre, effetti positivi non solo sull'inclusione dell'allievo con autismo, ma ha anche ricadute significative su tutta la classe: "L'inclusione può essere utile anche per gli allievi a sviluppo tipico, per la loro crescita personale e sociale." (Cottini, L’autismo a scuola, Carocci, 2011). Numerose ricerche (Peck, Donaldson, Pezzoli, 1990) hanno, infatti, dimostrato che gli allievi che hanno come compagni di classe persone con disabilità acquisiscono una maggiore maturità sul piano emotivo e cognitivo, affettivo-­‐emozionale e sociale, sviluppano, grazie al lavoro cooperativo e alle strategie di tutoring, competenze di pensiero di ordine superiore. “Gli alunni imparano direttamente il significato del motto della Montessori con il suo celebre "Aiutami a fare da solo, cioè a restituire feedback, a incoraggiare, a gratificare, a motivare” (Canevaro, Ianes, 2006). Quando l’interazione è sollecitata attraverso procedure didattiche adeguate e strutturate, gli studenti migliorano il concetto di sé, acquisiscono maggiore comprensione interpersonale, minore paura delle differenze e la diversità viene percepita come un elemento naturale, che caratterizza la persona senza metterne in discussione la dignità. Bibliografia ANDRICH S. -­‐ MIATO L., La didattica inclusiva. Organizzare l’apprendimento cooperativo, Erickson, Trento 2003. CANEVARO A. -­‐ IANES D., Integrazione come risorsa, in CERINI G.-­‐ SPINOSI M. (a cura di), Voci della scuola, Tecnodid, Napoli 2006. COTTINI L., L’autismo a scuola, Carocci, Roma 2011. COTTINI L., Didattica speciale e integrazione scolastica, Carocci, Roma 2004. IANES D., Didattica speciale per l’integrazione, Erickson, Trento 2001. Erickson, 2008. IANES D. -­‐ TORTELLO M., La Qualità dell’integrazione scolastica, Erickson, 1999. MALAGUTI E., Accompagnare un progetto di vita. Orizzonti contemporanei nella pedagogia special, in A. Canevaro, (a cura di), L’integrazione scolastica degli alunni con disabilità, Erickson, 5 Caterina Viola Strategie per attivare la risorsa compagni di classe 2007 STAIMBACK W.-­‐ STAIMBACK S., La gestione avanzata dell’integrazione scolastica, Erickson, 1993. 6