SCUOLA DI PREGHIERA: 4 - Esame di coscienza
1. Mi rivolgo al Signore invocando lo Spirito Santo. Ci si può aiutare con
uno sguardo su un'immagine sacra, con un segno di croce...
2. Chiedo la grazia di potermi vedere come Dio, mio Salvatore mi
vede. Posso ripetere qualche frase per me particolarmente significativa
della Parola di Dio.
3. Ringrazio prima di tutto Dio per i benefici ricevuti e mi rendo
conto di come Dio parla attraverso i fatti. Vivo con semplicità la gratuità
delle cose che ci sono nella vita.
4. Ora, ripercorro la giornata, dialogando con il Signore, e chiedo conto
alla mia coscienza ora per ora, o periodo per periodo, da quando ci si è
alzati fino al momento di questo esame, prima sui pensieri, poi sulle
parole e infine sulle azioni:
a) I pensieri (odio, vendetta, invidia, ecc.) il più delle volte vengono e
mi spingono verso un peccato mortale, cioè mi inducono a realizzare
quanto questo cattivo pensiero mi suggerisce. Allora se io respingo
questo pensiero non succede niente, ma è possibile peccare, anche
venialmente, solo soffermandomi a lungo su questo pensiero.
b) Le parole: mi domando: cosa ha prodotto il mio parlare? Cosa
produce un parlare ambiguo, equivoco? Si può avere, ad esempio, la
calunnia, cioè dire il falso su una persona. La diffamazione, che è
dire ciò che è vero di una persona, ma dirlo a tutti. La critica, che è
vicino alla diffamazione, per cui si mettono delle etichette a quella
persona e quella persona non si riscatta più.
c) Le opere: un criterio, uno schema per comprendere come è stato il
mio agire durante la giornata può essere quello dei 10
comandamenti o quello delle beatitudini o quello delle virtù (fede,
speranza e carità). Nelle opere vanno considerate anche le
omissioni, cioè tutte quelle occasioni in cui avrei potuto fare
qualcosa di buono e non l'ho fatto.
5. Finisco chiedendo allo Spirito Santo di mantenermi in questo spirito
d'intimità con il Signore e di conservarmi nel guardarmi con il cuore,
per avere Io sguardo giusto anche verso gli altri e verso il
mondo.
Esame di coscienza versione da casa:
Qualunque cosa il nostro cuore ci rimproveri, Dio è più grande del nostro
cuore. (1Gv 3, 19)
Per ogni giorno, di questa settimana, prova a seguire questi suggerimenti:
1. Mettiti alla presenza di Dio e guardati come lui ti guarda.
2. Poi individua almeno due benefici, per cui vuoi ringraziare il Signore.
3. In ultimo, chiedi perdono per un determinato peccato.
ALCUNI BRANI DI ACCOMPAGNAMENTO PER LA SETTIMANA:
1. Lc 15, 11-32: Dio non rinnega mai la sua paternità, nonostante i peccati
commessi dai propri figli, ma sempre ne attende il ritorno.
2. Esame di coscienza: schema completo.
3. Lc 7, 36-49: il pentimento e il coraggio della peccatrice nel chiedere
perdono, muove l'amore e la misericordia di Gesù.
4. Gv 8, 1-11: ogni peccato è perdonato e redento da Cristo. Ogni uomo se
lo vuole può lasciarsi perdonare.
5. Gv 21, 15-19: nonostante il tradimento di Pietro, Gesù rinnova il suo
amore per lui e invita Pietro ad amarlo nuovamente.
6. 1Gv 4, 7-10: Dio ci ha amato da sempre e ci ama fino al perdono dei
nostri peccati.
7. Esame di coscienza: schema completo.
Senso di colpa e senso del peccato
Il senso di colpa e il senso del peccato si possono così
descrivere:
A. Il senso di colpa è una situazione, è un riflesso psicologico, sempre
riconducibile a un senso di oppressione ed è sempre indefinito. Il senso di
colpa ha una connotazione principalmente psicologica. "Senso" sta
per "sentimento": è il sentimento dell'essere in debito rispetto ad attese nei
propri confronti che si riconoscono come pertinenti. Ad esempio: mi
propongo che da domani inizierò a fare la dieta, poi invece
matematicamente giunto il giorno della dieta, qualcuno ti offre un dolcetto,
tu non resisti e cedi, mangiandolo. Allora sorge in te il senso di colpa: che si
presenta nel nostro cuore percependolo come un rimprovero o un'accusa. Il
senso di colpa non è altro che la nostra stessa voce che ci rimprovera, ci fa
percepire come dei vigliacchi e degli sconfitti: "sono sempre lo stesso, non
cambio mai... ormai sono irrimediabile... gli altri sono sempre meglio di
me...". Di solito tutto questo è anche accompagnato da uno strano senso di
disperazione o depressione. Il senso di colpa psicologico, quindi, è
totalmente diverso dal senso del peccato. Mentre la colpevolezza psicologica
non ha basi oggettive, il peccato ha la rivelazione come base oggettiva.
L'immagine soggiacente di Dio è quella del dio naturale, cioè non quello
rivelato da Gesù ma quello che è la proiezione delle nostre paure e desideri.
NB Il senso di colpa paralizza: ti vergognerai a confessarti o sarai reticente.
B. Il senso di peccato, invece, è preciso e puntuale ed è sempre legato al
senso della responsabilità. Ha come base oggettiva, che dà alla persona il
significato giusto della sua condizione peccaminosa, i comandamenti e la
Parola di Dio. Questo senso del peccato dà alla persona la possibilità di
percepirsi, non tanto in colpa con se stesso, per aver disatteso alle proprie
aspettative, quanto piuttosto gli fa comprendere la mancanza d'amore che
c'è stata nel relazionarsi a Dio, agli altri e a se stesso. Il senso del
peccato è in riferimento alla mia relazione con Dio: io costruisco
l'immagine di Dio in me nella misura in cui,amo e riconosco Dio
come buono, quindi amo a mia volta Lui e i fratelli. Il peccato è un
difetto nell'amare, nel saper somigliare a Dio che è l'origine
dell'Amore. II senso del peccato nasce in noi e lo comprendiamo
solo quando pur avendo peccato capiamo che l'amore di Dio per noi
non è mutato, ad esempio le lacrime di S. Pietro. Allora lì il senso del
peccato, non è altro che percepire di aver perso un'occasione grande: quella
di lasciarsi amare da Dio e riuscire ad amare Dio, anche nei fratelli.
NB II senso del peccato è liberante e desidererai confessarti.