Terza scheda scuola di preghiera Esame di coscienza 1. Mi rivolgo al Signore invocando lo Spirito Santo. Ci si può aiutare con uno sguardo su un’immagine sacra, con un segno di croce… 2. Chiedo la grazia di potermi vedere come Dio, mio Salvatore mi vede. Posso ripetere qualche frase per me particolarmente significativa della Parola di Dio. 3. Ringrazio prima di tutto Dio per i benefici ricevuti e mi rendo conto di come Dio parla attraverso i fatti. Vivo con semplicità la gratuità delle cose che ci sono nella vita. 4. Ora, ripercorro la giornata, dialogando con il Signore, e chiedo conto alla mia coscienza ora per ora, o periodo per periodo, da quando ci si è alzati fino al momento di questo esame, prima sui pensieri, poi sulle parole e infine sulle azioni: a) I pensieri (odio, vendetta, invidia, ecc.) il più delle volte vengono e mi spingono verso un peccato mortale, cioè mi inducono a realizzare quanto questo cattivo pensiero mi suggerisce. Allora se io respingo questo pensiero non succede niente, ma è possibile peccare, anche venialmente, solo soffermandomi a lungo su questo pensiero. b) Le parole: mi domando: cosa ha prodotto il mio parlare? Cosa produce un parlare ambiguo, equivoco? Si può avere, ad esempio, la calunnia, cioè dire il falso su una persona. La diffamazione, che è dire ciò che è vero di una persona, ma dirlo a tutti. La critica, che è vicino alla diffamazione, per cui si mettono delle etichette a quella persona e quella persona non si riscatta più. c) Le opere: un criterio, uno schema per comprendere come è stato il mio agire durante la giornata può essere quello dei 10 comandamenti o quello delle beatitudini o quello delle virtù (fede, speranza e carità). Nelle opere vanno considerate anche le omissioni, cioè tutte quelle occasioni in cui avrei potuto fare qualcosa di buono e non l’ho fatto. 5. Finisco chiedendo allo Spirito Santo di mantenermi in questo spirito d’intimità con il Signore e di conservarmi nel guardarmi con il cuore, per avere lo sguardo giusto anche verso gli altri e verso il mondo. 1 Terza scheda scuola di preghiera Esame di coscienza versione da casa: Qualunque cosa il nostro cuore ci rimproveri, Dio è più grande del nostro cuore. (1Gv 3, 19) Per ogni giorno, di questa settimana, prova a seguire questi suggerimenti: 1. Mettiti alla presenza di Dio e guardati come lui ti guarda. 2. Poi individua almeno due benefici, per cui vuoi ringraziare il Signore. 3. In ultimo, chiedi perdono per un determinato peccato. ALCUNI BRANI DI ACCOMPAGNAMENTO: 1. Lc 15, 11-32: Dio non rinnega mai la sua paternità, nonostante i peccati commessi dai propri figli, ma sempre ne attende il ritorno. 2. Esame di coscienza: schema completo. 3. Lc 7, 36-49: il pentimento e il coraggio della peccatrice nel chiedere perdono, muove l’amore e la misericordia di Gesù. 4. Gv 8, 1-11: ogni peccato è perdonato e redento da Cristo. Ogni uomo se lo vuole può lasciarsi perdonare. 5. Gv 21, 15-19: nonostante il tradimento di Pietro, Gesù rinnova il suo amore per lui e invita Pietro ad amarlo nuovamente. 6. 1Gv 4, 7-10: Dio ci ha amato da sempre e ci ama fino al perdono dei nostri peccati. 7. Esame di coscienza: schema completo. 2 Terza scheda scuola di preghiera Senso di colpa e senso del peccato Il senso di colpa e il senso del peccato Si possono così descrivere: A. Il senso di colpa è una situazione, è un riflesso psicologico, sempre riconducibile a un senso di oppressione ed è sempre indefinito. Il senso di colpa ha una connotazione principalmente psicologica. “Senso” sta per “sentimento”: è il sentimento dell’essere in debito rispetto ad attese nei propri confronti che si riconoscono come pertinenti. Ad esempio: mi propongo che da domani inizierò a fare la dieta, poi invece matematicamente giunto il giorno della dieta, qualcuno ti offre un dolcetto, tu non resisti e cedi, mangiandolo. Allora sorge in te il senso di colpa: che si presenta nel nostro cuore percependolo come un rimprovero o un’accusa. Il senso di colpa non è altro che la nostra stessa voce che ci rimprovera, ci fa percepire come dei vigliacchi e degli sconfitti: “sono sempre lo stesso, non cambio mai… ormai sono irrimediabile… gli altri sono sempre meglio di me…”. Di solito tutto questo è anche accompagnato da uno strano senso di disperazione o depressione. Il senso di colpa psicologico, quindi, è totalmente diverso dal senso del peccato. Mentre la colpevolezza psicologica non ha basi oggettive, il peccato ha la rivelazione come base oggettiva. L’immagine soggiacente di Dio è quella del dio naturale, cioè non quello rivelato da Gesù ma quello che è la proiezione delle nostre paure e desideri. N.B. Il senso di colpa paralizza: ti vergognerai a confessarti o sarai reticente. B. Il senso di peccato, invece, è preciso e puntuale ed è sempre legato al senso della responsabilità. Ha come base oggettiva, che dà alla persona il significato giusto della sua condizione peccaminosa, i comandamenti e la Parola di Dio. Questo senso del peccato dà alla persona la possibilità di percepirsi, non tanto in colpa con se stesso, per aver disatteso alle proprie aspettative, quanto piuttosto gli fa comprendere la mancanza d’amore che c’è stata nel relazionarsi a Dio, agli altri e a se stesso. Il senso del peccato è in riferimento alla mia relazione con Dio: io costruisco l’immagine di Dio in me nella misura in cui, amo e riconosco Dio come buono, quindi amo a mia volta Lui e i fratelli. Il peccato è un difetto nell’amare, nel saper somigliare a Dio che è l’origine dell’Amore. Il senso del peccato nasce in noi solo quando pur avendo peccato capiamo che l’amore di Dio per noi non è mutato, ad esempio le lacrime di S. Pietro. Allora lì il senso del peccato, non è altro che percepire di aver perso un’occasione grande: quella di lasciarsi amare da Dio e riuscire ad amare Dio, anche nei fratelli. N.B. Il senso del peccato è liberante e desidererai confessarti. 3