L’azienda L’azienda è un organizzazione economica che, utilizzando i fattori produttivi (forza lavoro, materie prime, tecnologie e finanziamenti) attraverso l’attività economica, produce beni e servizi che vengono utilizzati dall’uomo per soddisfare i propri bisogni. Essa può essere classificata: • in base al settore di appartenenza; • alla produzione; • alla forma giuridica; • in base al fine o scopo. In base al settore di appartenenza abbiamo: • settore primario (caccia, pesca, agricoltura,ecc.); • settore secondario (industrie, costruzioni); • settore terziario (servizi tradizionali); • settore terziario avanzato (le nuove tecnologie legate alla telematica e all’informatica); In base alla produzione abbiamo: • produzione diretta; • produzione indiretta; Per produzione diretta intendiamo: la trasformazione fisico–tecnica della materia prima in un prodotto finito. Per produzione indiretta intendiamo: la collocazione nel tempo e nello spazio dei prodotti finiti (aziende mercantili). La collocazione nel tempo riguarda l’utilizzo dei sistemi di conservazione (esempio: le celle ambiente e il sistema di refrigerazione); quella nello spazio, invece, la collocazione dei prodotti da un luogo ad un altro. In base alla forma giuridica abbiamo: • azienda semplice o individuale (conduzione familiare); • aziende collettive: società di persone e società di capitale. Per azienda semplice intendiamo un’azienda in cui, la conduzione viene portata avanti da un’unica figura detta imprenditore e in cui, partecipano come dipendenti, componenti della famiglia: il coniuge e i parenti entro il terzo grado; gli affini entro il secondo grado. La legislazione fiscale prevede che il reddito di impresa debba essere attribuito per almeno il 51% all’imprenditore ; il restante suddiviso tra gli altri componenti. Per aziende collettive intendiamo quelle società in cui figurano più persone chiamate soci che vanno a comporre il cosiddetto capitale sociale. Le società di persone a loro volta si suddividono in: • Snc e Sas 1 Le società di persone, giuridicamente, vengono definite anche società imperfette in quanto, in caso di fallimento ,non godono di autonomia patrimoniale, ciò significa che devono subentrare anche con il proprio patrimonio personale. Le società di capitale sono: • SPA • Srl • SAPA • Credito cooperativo per azioni Le società di capitali, a differenza delle società di persone, vengono definite società perfette, ciò significa che, in caso di fallimento rispondono solo per le quote sottoscritte, fatta eccezione dei soci accomandatari che compongono la SAPA. In base al fine o scopo possiamo classificare l’azienda in: • Azienda profit o di profitto: le aziende interessate sono soprattutto le aziende private che operano per il raggiungimento del massimo profitto (es: FIAT, Pirelli, ecc.). • Aziende non profit: si identificano in modo particolare tra le associazioni e le fondazioni, e operano senza scopo di lucro nel campo della ricerca e per interventi umanitari. Si sostengono con il contributo dello Stato e dei cittadini. • Aziende della Pubblica Amministrazione (Stato e enti territoriali): vengono definite, insieme alla famiglia, anche aziende di erogazione che operano soprattutto grazie alle entrate che provengono dai tributi pagati dai cittadini. Lo scopo essenziale è quello di migliorare le condizioni della collettività. In base alla forma giuridica i soggetti che portano avanti il sistema azienda sono: • soggetto economico; • soggetto giuridico. Il soggetto economico è colui che porta avanti gli interessi dell’azienda. Il soggetto giuridico è colui che si assume obblighi e diritti dell’azienda. Il soggetto giuridico può essere una persona fisica o giuridica (pubblica e privata). Il soggetto economico e il soggetto giuridico nelle società individuali e di persone coincidono, mentre nelle società di capitale sono distinti e separati (es. azionisti e FIAT: gli azionisti rappresentano il soggetto economico, mentre la FIAT il soggetto giuridico). L’azienda opera con: • soggetti interni (proprietari, soci, dipendenti); • soggetti esterni (finanziatori, fornitori, clienti, Stato e Pubblica Amministrazione). STRUTTURA ORGANIZZATIVA DELL’AZIENDA La struttura organizzativa si suddivide: 2 • organizzazione tecnica; • organizzazione umana. Per organizzazione tecnica intendiamo l’utilizzo di tutti gli elementi adoperati nell’attività aziendale (es. impianti, macchinari, ecc.). Per organizzazione umana intendiamo tutte le relazioni che nascono tra i vari individui che interagiscono all’ interno dell’azienda. Le funzioni principali di un’azienda sono: • funzioni primarie (logistica, produzione e marketing); • funzioni di supporto (approvvigionamenti, il personale e la ricerca dello sviluppo); • funzioni infrastrutturali (finanza, contabilità, direzione generale, controllo). L’azienda strutturalmente assume una forma verticistica o piramidale legata anche alle sue dimensioni; negli ultimi anni essa può assumere, in riferimento anche alle nuove tecnologie adottate, una forma ad uovo. I vari organi che compongono la gerarchia aziendale sono: • organo volitivo o strategico (organo decisionale); • organo direttivo (attua le strategie dell’ organo volitivo); • organo di controllo ( svolge un ruolo di controllo sulle norme a difesa del lavoratore); • organo esecutivo o di base (esegue materialmente le direttive dell’organo direttivo, i dipendenti). L’azienda opera con: • soggetti interni (proprietari, soci, dipendenti); • soggetti esterni (finanziatori, fornitori, clienti, Stato e Pubblica Amministrazione). STRUTTURA ORGANIZZATIVA DELL’AZIENDA La struttura organizzativa si suddivide: • organizzazione tecnica; • organizzazione umana. Per organizzazione tecnica intendiamo l’utilizzo di tutti gli elementi adoperati nell’attività aziendale (es. impianti, macchinari, ecc.). Per organizzazione umana intendiamo tutte le relazioni che nascono tra i vari individui che interagiscono all’ interno dell’azienda. Le funzioni principali di un’azienda sono: • funzioni primarie (logistica, produzione e marketing); • funzioni di supporto (approvvigionamenti, il personale e la ricerca dello sviluppo); • funzioni infrastrutturali (finanza, contabilità, direzione generale, controllo). 3 L’azienda strutturalmente assume una forma verticistica o piramidale legata anche alle sue dimensioni; negli ultimi anni essa può assumere, in riferimento anche alle nuove tecnologie adottate, una forma ad uovo. I vari organi che compongono la gerarchia aziendale sono: • organo volitivo o strategico (organo decisionale); • organo direttivo (attua le strategie dell’ organo volitivo); • organo di controllo ( svolge un ruolo di controllo sulle norme a difesa del lavoratore); organo esecutivo o di base (esegue materialmente le direttive dell’organo direttivo, i dipendenti) Struttura organizzativa dell’azienda Struttura elementare Struttura funzionale Struttura divisionale Struttura a matrice Aziende di piccole dimensioni Aziende di medie dimensioni Aziende di grandi dimensioni Aziende di elevatissime dimensioni Struttura multifunzionale 4 Aziende di dimensioni elevate GLI ORGANI AZIENDALI Organo volitivo o vertice strategico Organo direttivo Organo di controllo Organo esecutivo 5 L’IMPRESA COME SISTEMA Possiamo definire sistema ogni insieme di elementi, materiali e immateriali, coordinati e integrati tra loro per il raggiungimento di un certo fine. SISTEMA IMPRESA può essere suddiviso in: SOTTOSISTEMA ORGANIZZATO Si occupa di coordinare gli elementi umani, materiali e immateriali presenti nell’impresa SOTTOSISTEMA GESTIONALE Esegue le operazioni, diverse a seconda del tipo di impresa, necessarie per raggiungere l’obiettivo generale di conseguire un utile. 6 SOTTOSISTEMA INFORMATIVO Fornisce all’organizzazione e alla gestione le informazioni necessarie per effettuare tutti ti tipi di scelte possibili. È preposto anche al controllo e feedback (l’analisi degli effetti e delle conseguenze delle decisioni prese). IMPRESA • Cellula del sistema economico nazionale, costituito da un insieme di aziende collegate tra loro SOCIO-TECNICO APERTO FUNZIONALE Caratterizzato da decisioni umane e da operazioni tecniche Costituito da elementi che svolgono nel suo interno differenti funzioni 7 Influenza ed è influenzato dall’ambiente circostante. Riceve in entrata (input) energie e informazioni e restituisce in uscita (output) prodotti e servizi. AMBIENTE ESTERNO SISTEMA IMPRESA INPUT Energie e informazioni esterne informazio ni interne ed esterne decisioni operazioni FEEDBACK MERCATO E AMBIENTE ESTERNO 8 rilevazione dei risultati OUTPUT Prodotti e servizi Cultura generale Difesa Giustizia Religione Usi e Costumi Politica Geografia Partiti Politici AMBIENTE Storia Sindacati Fornitori Istruzioni Clienti Stato e Pubblica Amministrazione Finanziatori 9 OPERAZIONI DI GESTIONE FINANZIAMENT0 INVESTIMENTO TRASFORMAZIONE TECNICO ECONOMICA DISINVESTIMENTO RICERCA E OTTENIMENTO DEL FABBISOGNO FINANZIARIO CAPITALE In denaro In natura ACQUISIZIONE FATTORI PRODUTTIVI Materie Prime Tecnologia Forza Lavoro COMBINAZIONE FATTORI PRODUTTIVI PRODUZIONE VENDITA DI BENI E DI SERVIZI 10 Ricavi (Entrate Monetarie) LA GESTIONE AZIENDALE La gestione aziendale non fa altro che racchiudere un’infinità di operazioni tra loro coordinate che hanno come unica finalità il raggiungimento di un obiettivo specifico: il massimo profitto. Le operazioni interessate sono: • operazioni di FINANZIAMENTO; • operazioni di INVESTIMENTO; • operazioni di TRASFORMAZIONE TECNICO–ECONOMICA; • operazioni di DISINVESTIMENTO. Le operazioni di finanziamento riguardano la ricerca o l’ottenimento dei capitali che noi abbiamo già definito come fabbisogno finanziario. Il capitale può essere espresso in denaro e in natura (terreni, fabbricati, ecc.). Il capitale espresso in denaro può essere costituito da capitali interni e capitali esterni. Le operazioni di investimento fanno riferimento all’acquisizione dei fattori produttivi che sono: materie prime, tecnologia, forza lavoro e finanziamenti. Le operazioni di trasformazione tecnico– economica riguardano il processo produttivo e la combinazione dei fattori produttivi. Le operazioni di disinvestimento riguardano la vendita dei beni e dei servizi che permettono all’azienda di ottenere dei ricavi e, tramite essi, delle entrate monetarie. Tali entrate permettono poi, all’azienda di poter estinguere i propri debiti e attuare il processo definito RITORNO DEL CAPITALE INVESTITO. Per quanto riguarda i finanziamenti abbiamo: i finanziamenti espressi in denaro, definiti anche debiti di finanziamento; debiti che regolano rapporti commerciali considerati anche debiti di regolamento o di fornitura. Il capitale, a sua volta, si suddivide in: • capitale interno; • capitale esterno. I capitali interni riguardano soprattutto quelle disponibilità finanziarie ottenute da aziende già operanti sul mercato che attuano la politica dell’autofinanziamento ovvero gli UTILI NON RIPARTITI ma reinvestiti, più le RISERVE. I capitali esterni sono divisi in: capitale proprio e capitale di terzi. Il capitale PROPRIO o di rischio è tutto ciò che viene apportato dall’imprenditore (azienda individuale) o dai soci (aziende collettive) in denaro e in natura. I capitali di TERZI sono tutti quei finanziamenti che essendo di debito, devono essere restituiti alla scadenza con la remunerazione degli interessi. Possono pervenire da banche, società finanziarie e mercati finanziari o di borsa. 11 CAPITALE INTERNI ESTERNI PROPRIO POLITICA DELL’ AUTOFINANZIAMENTO IN DENARO E IN NATURA UTILE NON RIPARTITO RISERVE 12 DI TERZI I FATTI DI GESTIONE I FATTI DI GESTIONE si suddividono in: • fatti Interni; • fatti Esterni. I fatti interni riguardano soprattutto la trasformazione tecnico–economica che avviene utilizzando i fattori produttivi. I fatti esterni riguardano invece tutti i rapporti che un’azienda instaura con l’ambiente esterno e in modo particolare con i seguenti soggetti: • fornitori; • clienti; • Stato e Pubblica Amministrazione; • finanziatori (banche, società finanziarie, mercati finanziari o di borsa). I CICLI PRODUTTIVI I cicli produttivi, che sono quattro, sono dettati da tutte le operazioni di gestione che un’azienda svolge durante l’esercizio amministrativo, e si suddividono in: • ciclo tecnico: è la combinazione dei fattori produttivi; • ciclo economico: inizia con il sostenimento dei costi e termina con l’ottenimento dei ricavi; • ciclo monetario: inizia con l e uscite monetarie (acquisto dei fattori produttivi) e termina con le entrate monetarie(vendita dei beni e servizi); • ciclo finanziario: inizia con l’accensione dei debiti di regolamento e termina con i crediti di regolamento. I debiti fanno riferimento all’acquisizione dei fattori produttivi e comportano, successivamente, un’uscita monetaria; i crediti si determinano con l’ottenimento dei ricavi e comportano, successivamente, un’entrata monetaria. Nell’analisi del ciclo economico e del ciclo monetario possiamo presupporre tre ipotesi: Ipotesi A: ciclo economico uguale al ciclo monetario (quando il pagamento dei beni e dei servizi avviene per pronta cassa); Ipotesi B: ciclo economico che si chiude prima del ciclo monetario (quando il pagamento avviene in modo rateale o differenziato); Ipotesi C: ciclo monetario che si chiude prima del ciclo economico (quando il pagamento avviene in modo anticipato). 13 L’ASPETTO FINANZIARIO E L’ASPETTO ECONOMICO DELLA GESTIONE L’aspetto finanziario riguarda soprattutto i finanziamenti interni e i finanziamenti esterni. Per quanto riguarda i finanziamenti esterni, in modo particolare quelli di debito, si suddividono in: • debiti di finanziamento; • debiti di regolamento o di fornitura. I debiti di finanziamento vengono suddivisi in: debiti a breve termine e debiti a medio–lungo termine. I debiti a breve termine non devono superare un tempo massimo di 12 mesi; quelli a medio termine vanno da un anno a cinque anni (es. sovvenzioni bancarie); quelli a lungo termine possono arrivare anche a quarant’anni (es. mutui ipotecari). I debiti di regolamento o di fornitura sono tutti quelli contratti con i fornitori. Se nel sistema finanziario parliamo di debiti, dobbiamo anche parlare di crediti e in questo caso possiamo avere: crediti di finanziamento (concessione di fidi da parte dell’azienda) e crediti di regolamento o di fornitura (quando l’azienda riscuote i crediti commerciali posticipatamente). Possiamo concludere o affermare che l’operazione finanziaria inizia con l’acquisizione dei fattori produttivi e si chiude tramite i disinvestimenti ovvero la vendita dei prodotti finiti. 14 Nell’analisi dei costi e dei ricavi l’equilibrio economico si ottiene quando i ricavi sono maggiori dei costi, la cui differenza determina l’utile. La classificazione dei costi avviene nel modo seguente: • costi pluriennali; • costi per merci (acquisto delle materie prime); • costi per servizi ( es. costi per utenza ); • costi fiscali (es. imposte); • costi per lavoro dipendente (es. salari e stipendi); • costi per godimento di beni di terzi (es. fitti); • costi finanziari (es. interessi passivi bancari); costi straordinari (es. minusvalenze, insussistenza). Costi per merci Costi straordinari Costi finanziari Costi per servizi CLASSIFICAZIONE DEI COSTI Costi fiscali Costi per godimento di beni di terzi Costi per lavoro dipendente 15 Quasi la totalità dei costi vengono rilevati come costo d’esercizio e compaiono nel conto economico d’esercizio. I costi pluriennali, dato che vengono utilizzati per più anni dall’azienda, costituiscono il patrimonio dell’azienda stessa in cui vengono raggruppati gli impieghi. Contabilmente vengono rilevati nella sezione DARE dello Stato Patrimoniale. Tale sezione viene definita anche attività. Per i costi pluriennali, all’azienda è consentita il calcolo di una quota di ammortamento , che può essere rilevata al 31/12 nel momento in cui si determinano le scritture di assestamento, oppure durante l’esercizio amministrativo, quando l’azienda procede all’atto della dismissione in quanto ritiene il bene non più idoneo al processo produttivo. I costi pluriennali (beni strumentali) vengono definiti così in quanto partecipano alla creazione di ricchezza per più anni. Essi vengono rilevati come immobilizzazioni immateriali e materiali nell’attività dello Stato Patrimoniale tra gli impieghi nella sezione DARE. Al 31/12, tramite le scritture di assestamento, viene rilevata come costo d’esercizio la quota di ammortamento destinata in un apposito fondo. In caso di dismissione essa può essere per alienazione (rottamazione e permuta) e per eliminazione (volontaria e involontaria). Se avviene per rottamazione o permuta, contabilmente l’azienda può rilevare una plusvalenza o una minusvalenza determinata dalla differenza fra il valore contabile (costo originario meno percentuale di ammortamento) e valore di cessione. Se il valore contabile è > del valore di cessione = minusvalenza (costo non monetario); Se il valore contabile è < del valore di cessione = plusvalenza (ricavo non monetario). In caso di dismissione per eliminazione essa può essere volontaria e non volontaria. Volontaria in quanto l’azienda ritiene il bene strumentale non più conforme alle sue esigenze. Non volontaria in quanto la causa è dovuta ad effetti climatici e per dolo. Nella fattispecie la differenza fra costo originario e la percentuale di ammortamento non determina il valore contabile, bensì una insussistenza passiva straordinaria. Se l’eliminazione avviene per dolo e i cespiti interessati sono coperti da assicurazione, l’azienda chiede il risarcimento dei danni. Contabilmente rileviamo una sopravvenienza attiva straordinaria. I Ricavi I ricavi si ottengono con la vendita di beni e servizi; essi si classificano in: • ricavi per la vendita di merci; • proventi vari ( es. fitti attivi); • disinvestimento di beni a lungo ciclo di utilizzo; • ricavi finanziari (es. interessi attivi bancari); • ricavi straordinari (es. plusvalenze e sopravvenienze attive). Se i ricavi sono > dei costi l’azienda ottiene un utile (risultato economico positivo). Se i ricavi sono < dei costi l’azienda ottiene una perdita. 16 La differenza fra i costi e i ricavi determinano il reddito d’impresa. Il reddito d’impresa può essere: • globale; • d’esercizio. Parliamo di reddito globale quando i ricavi e i costi fanno riferimento alla vita ciclica dell’impresa. Parliamo di reddito d’esercizio quando facciamo riferimento ad un esercizio amministrativo. Il reddito d’esercizio rappresenta il risultato economico dell’azienda che può essere positivo e negativo. Positivo quando i Ricavi sono maggiori dei Costi; negativo quando i Ricavi sono minori dei Costi. Il reddito d’esercizio si determina alla fine di ogni esercizio amministrativo, di solito al 31/12 di ogni anno, o anche prima, solo nel momento in cui l’azienda decide di cessare la propria attività. ACQUISTO VENDITA SOSTENIMENTO COSTI OTTENIMENTO RICAVI ACCENSIONE DEBITI = USCITA MONETARIA RISCOSSIONE CREDITI = ENTRATA MONETARIA I ricavi d’esercizio, contabilmente, vengono considerati elementi positivi di reddito rilevati nella sezione AVERE del Conto Economico d’Esercizio; mentre i costi d’esercizio vengono considerati elementi negativi di reddito rilevati nella sezione DARE del Conto Economico. VALORI FINANZIARI E VALORI ECONOMICI Gli investimenti, i disinvestimenti e le disponibilità liquide che si determinano dalle operazioni di gestione, espresse in quantità monetarie, danno luogo a un sistema di valori che, a seconda della loro natura, si classificano in: Valori Finanziari (o originari) e Valori Economici (o derivati). I Valori Finanziari, per la loro natura, sono espressi in moneta. Essi si suddividono in: • valori di cassa; • conti correnti (crediti e debiti). I crediti sono valori finanziari attivi, mentre i debiti sono valori finanziari passivi. I crediti raccolgono tutti i crediti commerciali, come i crediti verso clienti e le cambiali attive; mentre i debiti raccolgono tutti i debiti commerciali, come i debiti verso fornitori, e le cambiali passive. Oltre ai debiti commerciali vengono elencati i debiti finanziari. Per quanto riguarda i valori di cassa possiamo definirlo come quel contenitore che racchiude tutta la disponibilità liquida. La disponibilità liquida comprende: • il denaro in cassa che deve essere sempre positivo; • i valori bollati; • conto corrente bancario; • conto corrente postale. Il conto corrente bancario può essere sia attivo che passivo, questo perché nel momento in cui si stipula un contratto in conto corrente di corrispondenza, la banca, in base al reddito procapite, stabilisce una disponibilità finanziaria iniziale. Se i valori finanziari (che per natura sono espressi in moneta) sono valori originari, quelli economici sono valori derivati, in quanto non sono espressi all’origine in moneta. 17 IL PRINCIPIO DELLA COMPETENZA ECONOMICA Il principio della competenza economica si lega ai fatti di gestione in considerazione dell’utilizzo dei fattori produttivi che, intervengono nell’ambito di un esercizio amministrativo e costituiscono i ricavi e i costi ai fini della determinazione del reddito d’esercizio. Per quanto riguarda i fattori produttivi, la cui utilità è prevista per l’esercizio successivo o per più esercizi futuri, la competenza si rileva tramite le scritture di assestamento che si suddividono in: • Scritture di completamento: - interessi maturati sul c/c (bancario e postale); - crediti e debiti da liquidare (fatture da ricevere o da emettere); - Crediti da liquidare per premi su acquisti e debiti da liquidare per premi su vendite; - lo stralcio di crediti inesigibile; - trattamento di fine rapporto lavorativo (TFRL); - le imposte di competenza. • Scritture di integrazione: - svalutazione dei crediti; - ratei attivi e passivi; - fondi oneri futuri; - fondi rischi. • Scritture di rettifica: - le rimanenze finali di magazzino; - risconti attivi e risconti passivi. • Scritture di ammortamento: - beni strumentali o costi pluriennali. Tra le scritture di integrazione e di rettifica rileviamo in modo particolare i ratei e i risconti. I ratei sono valori finanziari riferiti a quote di entrate o di uscite future relative a ricavi e costi che hanno avuto la manifestazione economica, ma non quella finanziaria. Ciò significa che il pagamento del costo o la riscossione del ricavo avviene in modo posticipato. La parola «chiave» è: posticipatamente. I risconti sono valori economici riferiti a costi e ricavi che hanno avuto già la manifestazione finanziaria (pagati o riscossi anticipatamente), ma non quella economica. La parola «chiave» è: anticipatamente. 18 ESEMPI SUI RATEI Per quanto riguarda i ratei attivi al 31/12 andiamo ad integrare quella parte dei ricavi che hanno avuto già la manifestazione economica. Es: in data 3 ottobre concesso in affitto un magazzino a un canone semestrale di 1.200,00 €, la riscossione avviene posticipatamente. ESEMPI SUI RATEI Per quanto riguarda i ratei attivi al 31/12 andiamo ad integrare quella parte dei ricavi che hanno avuto già la manifestazione economica. Es: in data 3 ottobre concesso in affitto un magazzino a un canone semestrale di 1.200,00 €, la riscossione avviene posticipatamente. giorni rateo= 89 giorni di locazione= 182 182:89=1.200,00:x x= 586,81 € Rateo attivo 3/10/n 89gg 31/12/n 3/4/n+1 Per quanto riguarda i ratei passivi al 31/12 andiamo ad integrare quella parte dei costi che hanno avuto già la manifestazione economica. Es: su un mutuo passivo di 120.000,00 € ottenuto in data 01 aprile maturano ogni 6 mesi interessi al tasso di 4,50 % da pagare posticipatamente. Per quanto riguarda i ratei passivi al 31/12 andiamo ad integrare quella parte dei costi che hanno avuto già la manifestazione economica. Es: su un mutuo passivo di 120.000,00 € ottenuto in data 01 aprile maturano ogni 6 mesi interessi al tasso di 4,50 % da pagare posticipatamente. giorni rateo= 91 mutuo passivo= 120.000,00 € r= 4,50% 36500:(4,50 x 91) = 120.000,00 : x x = 1.346,30 Rateo passivo 01/10/n 91gg 31/12/n 01/04/n+1 19 I Risconti I risconti, a differenza dei ratei, sono valori economici di rettifica e vengono definiti anche conti antitetici, ciò significa che a un risconto attivo corrisponde la rettifica di un costo d’esercizio o elemento negativo di reddito. Ad un risconto passivo invece corrisponde la rettifica di un ricavo d’esercizio o elemento positivo di reddito. Es. di un risconto attivo: in data 13 luglio pagato anticipatamente un premio annuo di assicurazione per 3.600,00 €. Rettificare quella parte di costo che non è di competenza dell’esercizio in quanto la manifestazione finanziaria avviene nell’anno successivo. I risconti, a differenza dei ratei ,sono valori economici di rettifica e vengono definiti anche conti antitetici, ciò significa che a un risconto attivo corrisponde la rettifica di un costo d’esercizio o elemento negativo di reddito. Ad un risconto passivo invece corrisponde la rettifica di un ricavo d’esercizio o elemento positivo di reddito. Es. di un risconto attivo: in data 13 luglio pagato anticipatamente un premio annuo di assicurazione per 3.600,00 €. Rettificare quella parte di costo che non è di competenza dell’esercizio in quanto la manifestazione finanziaria avviene nell’anno successivo. giorni del risconto= 194 giorni complessivi= 365 365:194=3.600,00:x Risconto attivo x= 1.913,42€ 13/07/n 31/12/n 13/07/n+1 Per quanto riguarda le rimanenze di magazzino, esse vengono valutate in base al costo medio ponderato, al criterio LIFO (last in first out) e al criterio FIFO ( first in first out). La sua trattazione verrà approfondita e rielaborata nel programma del quarto anno. Adesso, per quanto riguarda la rilevazione contabile, evidenziamo solo la voce «Rimanenze finali». Es. di un risconto passivo: in data 15 settembre concesso in affitto un locale ad un canone quadrimestrale di 920,00 € la cui riscossione avviene in modo anticipato. Rettificare quella parte di ricavo che non è di competenza dell’esercizio in quanto la manifestazione finanziaria avviene nell’anno successivo. Es. di un risconto passivo: in data 15 settembre concesso in affitto un locale ad un canone quadrimestrale di 920,00 € la cui riscossione avviene in modo anticipato. Rettificare quella parte di ricavo che non è di competenza dell’esercizio in quanto la manifestazione finanziaria avviene nell’anno successivo. giorni del risconto= 15 giorni complessivi= 122 122:15=920,00:x x= 113,11 € Risconto passivo 15/09/n 31/12/n 15/01/n+1 20 Altra componente fondamentale per la determinazione del reddito d’esercizio sono, le Sopravvenienze attive e passive e le Insussistenze attive e passive, che possono essere ordinarie e straordinarie. Sono causate da eventi occasionali o imprevedibili, estranei all’attività dell’esercizio. Le sopravvenienze consistono in: • aumenti di attività Attive; • aumenti di passività Passive. Le insussistenze, invece, consistono in: • diminuzione di passività Attive; • diminuzione di attività Passive. Quelle ordinarie consistono in : • recupero di credito degli anni precedenti; • risarcimenti assicurativi; • rimborso imposte; • percepimento di contributi, • differenze di cassa; Quelle straordinarie riguardano: • le donazioni; • le vincite; • risarcimenti assicurativi legati a fattori esterni ( clima, dolo, ecc.); • recupero di crediti degli anni precedenti stralciati e ritenuti inesigibili; • distruzione e danneggiamento di beni; • danni subiti per furti e rapine; • perdite per espropri ecc. 21 IL PATRIMONIO Esso costituisce l’insieme di tutti i beni economici che un’azienda ha in un determinato momento. Il patrimonio o capitale viene espresso sia sotto l’aspetto qualitativo che quantitativo. Il capitale qualitativo esprime la natura dei beni, mentre quello quantitativo evidenzia il valore del bene in moneta nazionale. Tecnicamente e strutturalmente viene rappresentato tramite un prospetto definito Stato Patrimoniale. Lo Stato Patrimoniale è suddiviso in due sezioni: la sezione DARE (attività o impieghi); • la sezione AVERE (passività o fonti di finanziamento). Le attività si suddividono in: • immobilizzazioni; • attivo circolante • ratei e Risconti attivi. Le immobilizzazioni a loro volta si suddividono in: • immobilizzazioni immateriali (costi di impianto, ecc.); • immobilizzazioni materiali (fabbricati, impianti, ecc.); • immobilizzazioni finanziarie (mutui attivi, ecc.); L’ Attivo Circolante comprende: • rimanenze (merci, materie di consumo, ecc.); • crediti (crediti commerciali, cambiali attive, ecc.); • disponibilità liquida (denaro in cassa, assegni, valori bollati, ecc.). La sezione AVERE comprende tutte le fonti di finanziamento che servono all’azienda per soddisfare il proprio fabbisogno finanziario e possono essere di capitali interni ed esterni. I capitali interni costituiscono gli utili non distribuiti e vanno a determinare la politica dell’autofinanziamento; i capitali esterni possono essere di capitale proprio e di capitale di terzi. Il capitale proprio è formato da tutti i conferimenti in denaro e in natura apportati dall’imprenditore, mentre i capitali di terzi o di debito sono tutti quelli che provengono da enti creditizi e dai mercati finanziari. Tra le Passività troviamo: il Patrimonio Netto; fondi per rischi e oneri; debiti per TFRL; debiti (a breve, medio e lungo termine); ratei e risconti passivi. 22 STATO PATRIMONIALE DARE (ATTIVITA’) 1. IMMOBILIZZAZIONI • • • IMMATERIALI MATERIALI FINANZIARIE 2. ATTIVO CIRCOLANTE • • • RIMANENZE CREDITI COMMERCIALI DISPONIBILITA’ LIQUIDA 3. RATEI E RISCONTI ATTIVI 3. 4. AVERE (PASSIVITA’) PATRIMONIO NETTO FONDI PER RISCHI E ONERI DEBITI PER TFRL DEBITI • • • BREVE MEDIO LUNGO TERMINE 1. 2. 5. RATEI E RISCONTI PASSIVI Quando le ATTIVITA’ sono maggiori delle PASSIVITA’, l’azienda attraversa una fase di perfetto equilibrio patrimoniale e la differenza costituisce o determina il Patrimonio Netto. Se, per assurdo, le PASSIVITA’ sono maggiori delle ATTIVITA’ tutto ciò determina una situazione patologica di enorme squilibrio patrimoniale (deficit patrimoniale). ATTIVITA’ – PASSIVITA’= PATRIMONIO NETTO ATTIVITA’= PASSIVITA’ + PATRIMONIO NETTO PASSIVITA’- ATTIVITA’= DEFICIT PATRIMONIALE ATTIVITA’ + DEFICIT PATRIMONIALE = PASSIVITA’ Le parti ideali che compongono il Patrimonio Netto (PN) in un’azienda individuale possono essere: Ipotesi A: PATRIMONIO NETTO al 31/12/n1 PATRIMONIO NETTO = all’1/01/n1 REDDITO +/- d’esercizio PN AL 31/12/N1 = PN all’1/01/n1 + nuovi apporti dell’imprenditore - ( prelevamenti extragestione + titolare c/ritenute subite) +/- reddito d’esercizio Il reddito d’esercizio è l’incremento (utile) o il decremento (perdita) che il PN subisce per effetto della gestione durante un periodo amministrativo. 23 Reddito d’ex = PN al 31/12/n1- (PN all’1/1/n1 –( Prelevamenti Extra - gestione +Titolare c/ritenute subite) + nuovi apporti dell’imprenditore). Alla fine dell’esercizio amministrativo determiniamo così il Patrimonio di funzionamento e il risultato economico dell’azienda. L’equilibrio patrimoniale e finanziario si determina quando: • L’ATTIVO CIRCOLANTE O CORRENTE E’ > DELLE PASSIVITA’ CORRENTI O A BREVE TERMINE; • IL CAPITALE PERMANENTE E’ > DELL’ATTIVO IMMOBILIZZATO. CAPITALE PERMANENTE = PATRIMONIO NETTO + DEBITI CONSOLIDATI O (MLT) Tutto questo viene evidenziato dalle seguenti tabelle: Impresa con struttura patrimoniale e finanziaria equilibrata ATTIVO IMMOBILIZZATO ATTIVO CIRCOLANTE Impresa con strutture patrimoniale e finanziaria squilibrata PATRIMONIO NETTO ATTIVO IMMOBILIZZATO PASSIVITA’ CONSOLIDATE ATTIVO CIRCOLANTE PASSIVITA’ CORRENTI 24 PATRIMONIO NETTO PASSIVITA’ CONSOLIDATE PASSIVITA’ CORRENTI La compravendita (contratto di vendita) Prima di iniziare la rilevazione contabile delle fatture di acquisto e di vendita voglio soffermarmi sul contratto di vendita (compravendita) con l’intendo di analizzare gli aspetti e i punti salienti o quelli più importanti. Quando parliamo di compravendita ci rifacciamo essenzialmente al concetto di scambi con soggetti che operano all’interno dei mercati (mercati sia interni che esterni). Gli scambi che avvengono determinano il prezzo dei beni e dei servizi in base alla Domanda e all’Offerta.. Gli scambi avvengono essenzialmente tramite: a) Mercati di acquisizione dei fattori produttivi; b) Mercati di sbocco o vendita dei prodotti e dei servizi (commercializzazione o disinvestimenti). Gli scambi che ogni impresa effettua vengono formalizzati legalmente tramite il contratto. Il contratto di compravendita si sviluppa attraverso tre momenti fondamentali che sono: a) Le trattative; b) La stipulazione del contratto; c) L’esecuzione del contratto. Le trattative precedono l’esecuzione del contratto, in cui si definisce in base all’offerta e alla contro offerta del venditore e del compratore che determinano le linee guida per arrivare alla conclusione. La contrattazione può essere a distanza e di presenza. Quella a distanza possono avvenire tramite: telefono, fax, posta elettronica, lettera commerciale e internet. Contrattazione di presenza la fase avviene con la presenza diretta dei due contraenti che permette loro di facilitargli il compito per il raggiungimento dell’accordo. Inoltre si ha la possibilità di constatare direttamente la natura e la qualità della merce. La stipulazione del contratto quando le trattative vanno a buon fine si passa alla stipulazione del contratto di vendita, che dovrà poi essere eseguito dagli entrambi contraenti o soggetti interessati. Il contratto di vendita determina il passaggio di proprietà di un bene o sevizio da un soggetto ad un altro a titolo oneroso ovvero contro il pagamento di un prezzo. I tre caratteri o aspetti fondamentali del contratto di vendita sono: a) Contratto bilaterale; b) Contratto consensuale; c) Contratto a titolo oneroso. Bilaterale in quanto i soggetti interessati sono due venditore e compratore, entrambi hanno interessi contrapposti ma nello stesso tempo si assumono obblighi reciproci. Consensuale in quanto si perfeziona nel momento in cui i soggetti interessati raggiungono l’accordo sulla quantità, qualità, sul prezzo della merce e sulle clausole accessorie. A titolo oneroso in quanto è un contratto che impone ad ogni contraente un sacrificio patrimoniale che consiste per il venditore nella cessione di una merce mentre per l’acquirente il pagamento del corrispettivo prezzo. Con la stipulazione del contratto entrambi i soggetti interessati si assumono degli obblighi. Gli obblighi del venditore sono: a) b) c) d) Consegnare la merce venduta al compratore; Trasferire al compratore la proprietà della merce; Prestare garanzia per l’evizione; Prestare garanzia contro vizi e difetti occulti. Gli obblighi del compratore sono: a) Ritirare la merce nel luogo stabilito; b) Pagare il prezzo nei tempi, modi e luoghi stabiliti. La legge non prevede una forma unica e obbligatoria di contratto di vendita . La stipulazione può avvenire: a) Con contratto verbale (detto anche a voce); b) Con contratto scritto (formale e non formale) Il contratto verbale si stipula sulla fiducia e quando i due contraenti si trovano nella stessa piazza e la quantità contrattata è di poca entità. È un contratto in cui l’accordo avviene sulla “PAROLA”. In questa tipologia l’aspetto negativo è quello che 25 basandosi sulla fiducia e non essendoci nessun documento scritto è molto rischioso in quanto in caso di contestazione nessuno può far valere gli obblighi assunti. Il contratto scritto non formale è quello più diffuso nelle imprese è indicato per i contratti a distanza e avviene tramite: lettera commerciale, fax e telegrammi. Esso si perfeziona tramite proposte e controproposte fino ad arrivare all’accordo e alla conferma dell’ordine. Il contratto scritto formale necessita della presenza simultanea dei due contraenti che redigono e firmano i due esemplari, in cui si riportano tutte le condizioni contrattuali. Con l’avvento della nuova tecnologia (informatica e telematica) i contratti scritti su carta, e led firme a mano con cui vengono conclusi e confermati, possono essere sostituiti da documenti informatici con firma elettronica. Infatti in base ad un decreto legislativo stabilisce che i documenti e gli atti formali, trasmessi e archiviati con strumenti informatici soddisfano il requisito legale della forma scritta e pertanto sono validi a tutti gli effetti di legge. Stessa cosa si può dire per i contratti stipulati con gli stessi strumenti in precedenza citati in quanto l’uso della firma elettronica li rende efficaci e pertanto da essi derivano per i contraenti i diritti e gli obblighi (previsti) di legge. La firma elettronica che la legge chiama firma digitale è l’elemento essenziale che attribuisce certezza alla sottoscrizione del documento e del contratto. Essa è composta da due codici: codice segreto e codice pubblico. Gli elementi del contratto: essi si suddividono in elementi essenziali e in elementi accessori. Quelli essenziali sono: qualità, quantità e prezzo. Quelli accessori sono: tempo e luogo di consegna della merce, modalità e spese di imballaggio, spese e rischi di trasporto e tempo, luogo e strumento di pagamento. La clausola contrattuale di consegna della merce rispetto al tempo prevede le seguenti opzioni: a) Consegna immediata: ciò significa che la merce deve essere consegnata o spedita subito con il primo mezzo di trasporto in partenza; b) Consegna a pronti: la merce deve essere consegnata entro un lasso di tempo molto breve (da 5 a 15 giorni); c) Consegna differita: la consegna della merce o spedita deve avvenire in un tempo utile stabilito nel contratto (questo avviene quando il fornitore non ha al momento la disponibilità della merce in magazzino); d) Consegna alternativa: il fornitore ha la possibilità di scelta tra due o più date di consegna della merce; e) Consegna ripartita: la consegna non avviene mediante un’unica spedizione ma viene frazionata nel tempo in più partite di quantità prefissata (si attua quando la merce è di quantità molto elevata). Il luogo di consegna delinea gli eventuali rischi di trasporto della merce e a tutela dei due soggetti interessati vengono inserite nel contratto determinate clausole, che condizionano anche il prezzo della merce stessa e sono: a) Consegna franco partenza ciò significa che tutti i rischi inerenti al trasporto della merce dopo essere uscita dal magazzino del fornitore sono a carico del compratore; b) Consegna franco destino in questo caso tutti i rischi di trasporto della merce sono a carico del fornitore o venditore; se il trasporto della merce avviene per mezzo vettore ovvero una figura ausiliare che esegue il trasporto per conto terzi, allora è necessario inserire le seguenti clausole contrattuali, che sono: a) Porto franco: il pagamento del trasporto al vettore è effettuato dal venditore; b) Porto assegnato: il pagamento del trasporto al vettore è effettuato nel luogo di destinazione dal compratore, dopo aver eseguito il pagamento può ritirare la merce. 26 L’imballaggio: l’imballaggio è costituito da tutto ciò che serve per contenere, custodire, proteggere la merce durante la conservazione e il trasporto cercando di salvaguardare la qualità e l’aspetto estetico. I requisiti fondamentali devono essere : la resistenza, la leggerezza, inalterabile, maneggevole, funzionale ed economico. Negli ultimi anni, anche per un problema ecologico legato alla tutela dell’ambiente, si è cercato di sostituire il vecchio imballaggio con materiale fortemente riciclabile. Sotto questo aspetto si è espressa anche l’Unione Europea, che ha indicato i criteri comuni da seguire per evitare l’ammasso di tonnellate di materiale come: la plastica, il vetro, il metallo, la carta, ecc.. la maggior parte del l’imballaggio deve quindi essere riutilizzato, riciclato e recuperato. In Italia per procedere al recupero e al riciclaggio è stato istituito il CONAI (Consorzio Nazionale Imballaggi); in materie di etichette, in base alle disposizioni europee che regolano il marchio di qualità ecologica, è stato istituito il Ecolabel (rappresentato dal simbolo di una margherita). Per la tutela dei consumatori sono intervenute apposite norme dell’UE che stabiliscono i requisiti fondamentali che gli imballaggi devono possedere in modo particolare per le confezioni e le etichette dei prodotti alimentari distinguendo quello di uso comune e quelli destinati a una alimentazione particolare. In tutti i casi le confezioni e le etichette dei prodotti destinati ai consumatori devono indicare: la denominazione commerciale, il nome del produttore, il luogo e la data di produzione. Le eventuali precauzioni da osservare nell’uso, l’elenco degli ingredienti, o dei materiali impiegati nella lavorazione, l’eventuale presenza di sostanze che possono danneggiare la persona o l’ambiente, iltermine di conservazione del prodotto. Inoltre recenti disposizioni impongono che le etichete dei prodotti alimentari devono specificare l’eventuale presenza di OGM (organismi geneticamente modificabili) quando supera la soglia dello 0,90%. Se si tratta di prodotti di origine animale le etichette devono anche indicare la provenienza della merce. Per rispondere alle aspettative dei consumatori sulla qualità del prodotto nuove regole europee hanno introdotto l’obbligo di tracciabilità per i prodotti agricoli e agroalimentari. Il peso dell’imballaggio prende il nome di Tara che permette il distinguo fra il PESO LORDO e il PESO NETTO. Possiamo distinguere la tara in : tara reale, tara convenzionale e tara legale. La tara reale è il peso effettivo dell’imballaggio, la tara convenzionale è concordata fra i due contraenti in una data percentuale infine la tara legale è stabilita da disposizioni di legge in materia doganale al fine di facilitare l’accertamento del peso netto. Sotto l’aspetto contabile e precisamente nella vendita della merce il costo dell’imballaggio viene sempre caricato al compratore; infatti, anche viene ceduto gratuitamente il venditore lo recupera caricandolo sul prezzo della merce. Possiamo avere diverse clausole di imballaggi, che sono: a) Imballaggio gratuito: non viene addebitato esplicitamente al cliente ma caricato sul prezzo della merce; b) Imballaggio fatturato: viene addebitato al compratore con un prezzo che è distinto in fattura da quello della merce; c) Imballaggio a rendere: il fornitore lo cede momentaneamente al cliente dietro il pagamento di una cauzione, esso figura in fattura ma fuori della base imponibile ai fini del calcolo dell’IVA. L’imballaggio a rendere è costituito da materiale a lungo ciclo di utilizzo infatti contabilmente assume la denominazione di Imballaggio Durevole, mentre quello usa e getta Materiale di Consumo; d) Imballaggio fornito dal cliente: in questo caso è il cliente che fornisce al fornitore l’imballaggio necessario per il trasporto della merce. Clausole relative al tempo e al luogo di pagamento della merce: il pagamento del prezzo rappresenta il principale obbligo contrattuale del compratore. In base al tempo il pagamento può essere: a) Pagamento anticipato: avviene prima della consegna della merce, questo è richiesto quando la fornitura e di importo elevato, oppure merce realizzate appositamente per un determinato cliente oppure ancora quando il fornitore non ha fiducia del cliente, b) Pagamento immediato o per pronta cassa: in questo caso il pagamento avviene all’atto della consegna della merce; c) Pagamento a pronti : il pagamento da parte del cliente avviene entra un lasso di tempo molto breve che è dai 5 a 15 giorni a seconda delle piazze dei due contraenti; d) Pagamento differito: è il classico pagamento rateale in cui in base alla traslazione possono maturare interessi per dilazione di pagamento a favore del fornitore; e) Pagamento misto: quando la merce viene pagata tramite una formulazione diversa o mista (parte anticipata per pronta cassa, per contanti e differita). 27 Per quando riguarda il luogo di pagamento della merce si può stabilire che esso avvenga sulla piazza del venditore, sulla piazza del compratore o su una terza piazza purchè sia specificata nel contratto. Le clausole relative alle modalità di pagamento: il compratore per il pagamento della merce al fornitore può utilizzare, in base alle proprie necessità ,diversi strumenti di pagamento che vanno da quelli più tradizionali a quelli legati all’uso delle nuove tecnologie, come: a) Denaro contante; b) Bonifico o giroconto bancario e postale; c) Titoli di credito (le cambiali); d) Assegni; e) Ri.Ba.; f) Servizi Banco Posta; g) Contrassegno; h) In conto (con registrazione a debito del cliente che lo salderà successivamente); i) L’uso di Internet. L’IVA E LA DOCUMENTAZIONE DELLE VENDITE L’IVA è un’ imposta indiretta in quanto non colpisce direttamente il reddito e il patrimonio, ma viene calcolata su atti di produzione, scambi e consumi che incidono in maniera particolare sul consumatore finale. E’ un’ imposta proporzionale in quanto varia al variare della base imponibile. Prima della legge finanziaria attuata nel mese di agosto del 2011 le aliquote erano: • aliquota minima 4%; • aliquota media o sociale 10%; • aliquota ordinaria 22%. Con la legge finanziaria elaborata nel mese di agosto 2011 dal governo Berlusconi, l’aliquota ordinaria è passata dal 20% al 22 %. Con l’avvento del governo Monti, definito anche governo di emergenza (formato da soli tecnici), con la nuova legge finanziaria dal 1 Luglio 2012, l’aliquota ordinaria dovrebbe passare dal 21% al 23% e quella media o sociale dal 10% al 12%. Le operazioni ai fini IVA sono distinte in: • operazioni imponibili; • operazioni non imponibili; • operazioni esenti. Sono operazioni imponibili tutte le operazioni in cui la cessione dei beni e servizi sono soggetti al calcolo dell’imposta. Sono operazioni non imponibili, invece, tutte quelle operazioni il cui calcolo dell’IVA avviene nel paese di destinazione. Sono operazioni esenti tutte quelle operazioni che non sono soggette al calcolo dell’IVA e in cui rientrano tutte quelle che hanno un fine sociale e finanziario. L’IVA viene calcolata sulle operazioni di acquisto e sulle operazioni di vendita. Se la calcoliamo sulle operazioni di acquisto abbiamo l’IVA A CREDITO che contabilmente viene rilevata con la voce IVA NS/CREDITO. 28 E’ definita così, in quanto, l’acquirente pagandola al fornitore è come se avesse un credito nei confronti dello Stato. Nelle operazioni di vendita, invece, abbiamo l’IVA A DEBITO. Contabilmente la rileviamo con la voce IVA NS/DEBITO, definita così poiché il fornitore, facendola pagare al cliente ha, nei confronti dello Stato, un debito. La liquidazione dell’IVA avviene periodicamente. Il periodo può essere mensile o trimestrale. Questo dipende essenzialmente dal volume d’affare dell’azienda. La liquidazione si determina, applicando il sistema ordinario e non quello semplificato, facendo la differenza fra IVA NS/DEBITO e IVA NS/CREDITO. Se per differenza l’IVA NS/DEBITO è maggiore dell’IVA NS/CREDITO, per il contribuente si determina un debito nei confronti dello Stato. Se invece l’IVA NS/DEBITO è inferiore all’IVA NS/CREDITO, in questo caso, si determina un credito nei confronti dello Stato. In questo caso il contribuente può optare per due soluzioni: • chiedere il rimborso allo Stato; • portarla in detrazione nel periodo successivo. Dopo avere eseguito la liquidazione, se l’IVA A DEBITO risulta effettivamente maggiore dell’IVA A CREDITO, si passa al versamento dell’importo da pagare che deve essere eseguito obbligatoriamente tramite banca o ufficio postale. Il versamento deve avvenire entro il 16 del mese successivo. La fattura, che è il documento di vendita fondamentale, può essere immediata e differita. Se la fattura è immediata vuol dire che, il documento è stato emesso all’atto della consegna della merce. Se, invece, la fattura è differita vuol dire che, il documento viene emesso successivamente alla consegna della merce e, la sua emissione deve avvenire entro il 15 del mese successivo. Inizialmente la merce deve essere accompagnata, durante il viaggio, dall’documento di trasporto e per alcuni beni come: tabacchi, alcolici, droghe ecc., dalla bolla di accompagnamento. Può succedere che una merce, acquistata e consegnata, può presentare dei difetti occulti che possono condizionare la qualità della merce stessa. In questo caso, si procede alla restituzione della merce stessa. Contabilmente l’acquirente chiede e ottiene da parte del fornitore la nota di accredito o nota di variazione con o senza la variazione dell’IVA. Per quanto riguarda l’acquirente si tratta di resi su acquisti (rettifica COSTI); per quanto riguarda, invece, i fornitori si tratta di resi su vendite (rettifica RICAVI). Spesso, nel momento in cui, si riscontrano difetti qualitativi, invece della restituzione, il fornitore, d’accordo con l’acquirente, può concedere degli abbuoni. In questo caso si procede alla rivelazione di ribassi e abbuoni attivi per l’acquirente, mentre per il fornitore si tratta di ribassi e abbuoni passivi. Per quanto riguarda la costituzione della base imponibile ai fini del calcolo dell’IVA è necessario prendere in considerazione, oltre all’importo della merce, gli eventuali sconti incondizionati, le spese di trasporto non documentate, le spese di trasporto a forfait e, l’eventuale imballaggio fatturato. Mentre risultano al di fuori della base imponibile: l’eventuale imballaggio a rendere, le spese documentate, gli interessi per dilazione di pagamento e gli interessi di mora (rilevati quando non vengono rispettati le scadenze concordate nelle varie operazioni di gestioni). Per quanto riguarda lo sconto condizionato, si calcola sul totale della fattura e non compare sulla fattura stessa. E’ definito così perché persiste una condizione posta dal fornitore. E’ da sottolineare, sotto l’aspetto fiscale, che l’azienda è tenuta entro il 27 dicembre al versamento di un acconto IVA. Tale versamento può avvenire in base a tre modalità, precisamente: • metodo storico; • metodo previsionale; • metodo delle operazioni effettuate. In base alla modalità del metodo storico, l’azienda è tenuta a versare l’88% dell’importo versato per il mese di dicembre oppure dell’ultimo trimestre. 29 In base al metodo previsionale, l’azienda versa l’88% dell’importo che si prevede di versare per il mese di dicembre o per l’ultimo trimestre dell’anno corrente. Per quanto riguarda l’utilizzo del metodo delle operazioni effettuate, l’azienda versa il 100 % dell’imposta dovuta sulle operazioni effettuate tra il primo e il 20 di dicembre, oppure tra il primo di ottobre e il 20 di dicembre dell’anno corrente. E’ da sottolineare, sotto l’aspetto fiscale, che l’azienda è tenuta entro il 27 dicembre al versamento di un acconto IVA. Tale versamento può avvenire in base a tre modalità, precisamente: • metodo storico; • metodo previsionale; • metodo delle operazioni effettuate. In base alla modalità del metodo storico, l’azienda è tenuta a versare l’88% dell’importo versato per il mese di dicembre oppure dell’ultimo trimestre. In base al metodo previsionale, l’azienda versa l’88% dell’importo che si prevede di versare per il mese di dicembre o per l’ultimo trimestre dell’anno corrente. Per quanto riguarda l’utilizzo del metodo delle operazioni effettuate, l’azienda versa il 100 % dell’imposta dovuta sulle operazioni effettuate tra il primo e il 20 di dicembre, oppure tra il primo di ottobre e il 20 di dicembre dell’anno corrente. LE SCRITTURE DELLE IMPRESE E I CONTI L’argomento in considerazione prende in esame i seguenti contenuti: • la rilevazione; • i documenti originari; • i conti; • le regole di registrazione; • l’inventario; • la classificazione delle scritture; • le scritture obbligatorie; • la conservazione dei documenti contabili. Tutte le operazioni di gestione effettuate dall’impresa vengono rilevate tramite un metodo di registrazione chiamato Partita Doppia, un insieme di scritture che formano la contabilità aziendale detta anche rilevazione. La rilevazione consiste nella determinazione qualitativa e quantitativa, nella classificazione e nella elaborazione dei dati relativi all’impresa e al mercato. 30 I DOCUMENTI ORIGINARI Alla base della tenuta delle scritture contabili c’è la rilevazione dei cosiddetti documenti originari. Sono documenti originari quelli che vengono compilati al momento di effettuare le operazioni aziendali come: - i contratti; - le fatture ed eventuali note di variazione; - le cambiali; - gli assegni; - le ricevute; - le quietanze di pagamento; - le bollette per utenza; - gli accrediti e gli addebiti in c/c bancario e postale. I documenti originari vengono classificati in: • documenti di prova: riferiti a operazioni compiute con i terzi ( contratti, documenti di vendita, ecc). Nello specifico documenti di vendita e documenti di pagamento; • documenti di autorizzazione: con essi si autorizzano determinate persone a seguire specifiche operazioni di gestione (esempio bolle di carico e di scarico, ordini di incasso e pagamento, ecc); documenti di memoria: impiegati per controllare le operazioni compiute o per verificare scritture precedenti, come le matrici di assegni e gli estratti conti inviati a clienti e ricevuti da fornitori. I CONTI Il conto è un insieme di scritture riferite a un determinato oggetto e ordinate in modo da evidenziarne la grandezza iniziale e le variazioni successive. Ogni conto ha un proprio prospetto grafico, una denominazione che ne indica l‘oggetto e un codice (numerico o alfanumerico) identificativo. Le rilevazioni nei conti esprimono delle quantità, che possono essere fisiche (chilogrammi, metri, litri,) o monetarie (valori). I conti possono essere classificati in base all‘estensione dell‘oggetto rappresentato, alle informazioni fornite sull‘oggetto e alla forma del prospetto in cui si effettuano le scritture. Secondo l‘estensione dell‘oggetto i conti si dividono in : • Analitici: accesi a un oggetto elementare come, per esempio i conti denaro in cassa, Banca di Roma c/c, ecc. • Sintetici: accesi ad un oggetto che raggruppa elementi tra loro sufficientemente omogenei come, per esempio i conti banca c/c, debiti v/fornitori, merci c/vendita ecc. Conti analitici (accesi a un oggetto elementare) Estensione dell‘oggetto Conti sintetici (accesi a categorie omogenee di elementi) Secondo le informazioni fornite sull‘oggetto i conti si suddividono in : 31 • Descrittivi • Sinottici • Informazioni sull‘oggetto: Conti descrittivi (forniscono dettagli sulle operazioni) Conti sinottici (danno informazioni sintetiche) Secondo la forma del prospetto i conti si distinguono in: • conti a una sezione; • conti a due sezioni. I conti a due sezioni sono quelli più usati; in essi la sezione di sinistra è contrassegnata dal termine DARE e la sezione di destra dal termine AVERE. Addebitare un conto significa addebitare un valore o una quantità nella sezione sinistra; accreditare, invece, vuol dire rilevare un valore ad una quantità nella sezione destra. Forma del Conto: - Conti a una sezione (con una sola colonna per la quantità); Conti a due sezione. LE REGOLE DI REGISTRAZIONE Le regole di registrazione nei conti variano a seconda dell‘oggetto. I conti accesi alla cassa sono quelli in cui vengono rilevati i movimenti di denaro (euro o valuta estera); di assegni bancari e circolari ricevuti da terzi; di valori bollati (francobolli, marchio da bollo, moduli cambiari bollati). Per ognuno di questi valori viene acceso un conto che ne rileva i movimenti e la consistenza. Poiché il denaro non può uscire dalla cassa, se non vi è prima entrato, la registrazione nel conto Denaro in Cassa è sempre un‘entrata. Questa viene rilevata nella sezione DARE, perché il nostro sistema di scrittura è da sinistra a destra. Al contrario le uscite vengono rilevate nella sezione AVERE Denaro in cassa DARE (o entrate) Variazioni finanziarie attive • consistenza iniziale • entrate di denaro AVERE (o uscita) Variazioni finanziarie passive • uscite di denaro • consistenza finale (saldo) I conti accesi ai crediti o ai debiti verso terzi accolgono in DARE le variazioni finanziarie attive e in AVERE le variazioni finanziarie passive. 32 CREDITI DEBITI DARE Variazioni finanziarie attive • Crediti iniziali • Aumenti di crediti DARE Variazioni finanziarie attive • Diminuzione di debiti • Debiti finali (saldo) AVERE Variazioni finanziarie passive • Diminuzione di crediti • Crediti finali (saldo) AVERE Variazioni finanziarie passive • Debiti iniziali • Aumenti di debiti I Conti accesi alle variazioni finanziarie sono detti bilaterali, in quanto le registrazioni sono effettuate in entrambe le sezioni del prospetto. Le registrazioni in DARE sono sempre antitetiche, cioè di segno opposto, rispetto a quelle in AVERE. I conti accesi ai valori economici registrano nella sezione DARE le variazioni economiche negative e nella sezione AVERE le variazioni economiche positive. Generalmente i conti economici sono unilaterali, in quanto le rilevazioni avvengono in una sola sezione del prospetto: • I conti accesi ai costi funzionano in DARE • I conti accesi ai ricavi (merci c/vendite, interessi attivi, Proventi vari ecc.) funzionano in AVERE AVERE Variazioni economiche positive • ricavi pluriennali • ricavi ordinari di esercizi • ricavi straordinari di esercizio • ricavi sospesi dal precedente esercizio DARE Variazioni economiche negative • costi pluriennali • costi ordinari di esercizio • costi straordinari di esercizio • Costi sospesi dal precedente esercizio 33 L’INVENTARIO L‘inventario è l‘insieme delle operazioni attraverso le quali si definisce il patrimonio dell‘impresa in un certo momento. Il termine inventario può essere riferito anche al prospetto che evidenzia la composizione del patrimonio. Le fasi attraverso le quali si redige l‘inventario sono le seguenti: • la ricerca dei beni che costituiscono il patrimonio aziendale; • la descrizione delle caratteristiche qualitative e quantitative dei beni; • la classificazione dei beni in categorie omogenee; • la valutazione dei beni in base alla moneta di conto; • la rappresentazione dei beni classificati e valorizzati in un prospetto chiamato INVENTARIO, che mette in evidenza la composizione del patrimonio dell‘impresa esistente in quel determinato momento. Gli inventari possono essere classificati in: base all‘oggetto, ai dati raccolti, alle fonti, alla periodicità, allo scopo della compilazione, alla forma e al grado di analisi delle voci. Secondo l‘oggetto si distinguono in: generali, per quanto riguarda l‘intero patrimonio, e parziali solo per alcuni elementi del patrimonio. Secondo i dati in essi raccolti si dividono in: a quantità fisiche (non monetarie) che indicano le soli quantità fisiche dei beni descritte; a valori che indicano oltre quelle fisiche anche i valori dei beni espressi in moneta di conto. Secondo la fonte dei dati, distinguiamo: gli inventari di fatto (ottenuti ricercando materialmente i beni nei locali o nei luoghi nei quali si trovano), dagli inventari contabili (compilati traendo i dati da annotazioni effettuate su registri o conti tenuti dall‘impresa). Secondo la periodicità di compilazione distinguiamo: gli inventari ordinari (redatti a scadenza regolari con frequenza costante), dagli inventari straordinari ( compilati solo in circostanze eccezionali e per particolari esigenze). Secondo il fine distinguiamo: l‘ inventario di costituzione, di esercizio, di cessione, di trasformazione, di fusione e di liquidazione. Secondo la forma del prospetto distinguiamo: l‘inventario a sezioni sovrapposte (si elencano prima le attività, poi le passività e alla fine si calcola per differenza il PN); dall‘ inventario a sezione contrapposta (se le ATTIVITA‘, che si trovano a sinistra, sono maggiori delle PASSIVITA‘, che si trovano a destra e il PN, a pareggio, deve essere scritto a destra, o viceversa). Secondo il grado di analisi dei dati possiamo avere: l‘ inventario analitico (fornisce un elenco dettagliato dei vari elementi che compongono il patrimonio); l‘ inventario sintetico (raggruppa i vari elementi del patrimonio per classi omogenee). 34 LA CONTABILITA’ GENERALE Prima di affrontare la contabilità generale, con il metodo della partita doppia, è necessario puntualizzare le scritture elementari, facendo riferimento alla cosiddetta “prima nota” (costituita da una scrittura elementare cronologica) la quale, tramite i documenti originali elenca, in ordine di tempo, tutte le operazioni aziendali man mano compiute. La suddetta comprende: i movimenti o la contabilità di cassa; la contabilità con le banche (c/c di corrispondenza); la contabilità del personale tramite il libro paga; il libro matricola e il registro degli infortuni; la contabilità di magazzino e la contabilità delle vendite con l’emissione dei documenti originali. La contabilità generale rileva in P.D., attraverso le operazioni di gestione, tutti i fatti esterni di gestione, ovvero: i rapporti con i fornitori, clienti, finanziatori, lo Stato e tutta la Pubblica Amministrazione. Si inizia affrontando tutte le operazioni di acquisto in riferimento a tutti i costi che l’azienda deve sostenere durante la sua attività, come: - i costi inerenti ai beni strumentali o costi pluriennali; - i costi per l’acquisto delle merci; - i costi per servizi o utenze; - per godimento di beni di terzi (es. fitti passivi e canone di leasing); - per il sostenimento di oneri finanziari (es. interessi passivi); - oneri straordinari. Nel momento in cui si rileva un sostenimento di un costo, si verifica un’accensione di debito. Tali debiti contabilmente si rilevano in P.D. in AVERE dello Stato Patrimoniale, considerate PASSIVITA’. Quando avviene il regolamento o il pagamento dei debiti, essi si annullano in DARE, quindi inizialmente abbiamo una variazione finanziaria passiva e all’atto dell’estinzione, abbiamo una variazione finanziaria attiva. Gli strumenti di pagamento più utilizzati sono: • denaro in cassa o contante; • assegno bancario e assegno circolare; • addebito in c/c bancario e postale; • le cambiali (pagherò e tratta); • la RI.BA. ( ricevuta bancaria); • girata di cambiali in portafoglio ( questo comporta una diminuzione di cambiali attive in portafoglio). Dopo gli acquisti vengono rilevate tutte le operazioni di vendita, che costituiscono i ricavi ottenuti dall’ azienda con la vendita dei beni e dei servizi. In questo caso non rileviamo debiti, ma crediti di natura soprattutto commerciale. Tali crediti, inizialmente, vengono rilevati in DARE dello Stato Patrimoniale e costituiscono delle ATTIVITA’; successivamente, quando vengono incassati o riscossi, si annullano in AVERE. In questo caso abbiamo una variazione finanziaria attiva e poi una variazione finanziaria passiva. Gli strumenti di riscossione sono quelli già citati. La differenza sta nel fatto che, nelle 35 operazioni precedenti servivano al pagamento di debiti, invece nelle operazioni di vendita, servono a riscuotere o incassare crediti. Le cambiali, invece di chiamarsi cambiali passive, si chiamano cambiali attive. In seguito, in base alle operazioni di acquisto e di vendita, andiamo a rilevare l’eventuale rinnovo delle cambiali passive e delle cambiali attive. Il rinnovo delle cambiali passive avviene quando il debitore, che si trova momentaneamente nell’impossibilità di estinguere il proprio debito, chiede il rinnovo parziale o totale delle stesse, remunerato di un tasso di interesse che il debitore deve sostenere a favore del fornitore. Stessa cosa si può verificare nelle operazioni di vendita, quando l’azienda concede il rinnovo parziale o totale di una cambiale attiva. Nelle operazioni di vendita si può verificare l’emissione di una fattura per autoconsumo, quando l’imprenditore, per esigenze sue o di famiglia, preleva dalla sua attività dei beni o dei servizi. Tutte queste spese vengono rilevate in un conto particolare chiamato extra-gestione, il quale si annulla con la chiusura del bilancio d’esercizio dopo il calcolo del risultato economico che, può essere positivo o negativo. Con la contabilità generale andiamo ad affrontare, in prima fase, tutti i fatti di gestione che avvengono in un’azienda individuale in cui risulta fondamentale l’imprenditore. Sul mercato operano aziende già costituite, ma possono subentrare aziende di prima costituzione. In questo caso, dobbiamo rilevare tutti gli apporti in denaro e in natura da parte dell’imprenditore che vanno a confluire nel Patrimonio Netto. Oltre agli apporti, l’imprenditore può apportare tramite l’acquisto, grazie anche alla cessione di un altro soggetto, un’azienda già funzionante. In questo caso, è necessario calcolare in base ai valori presi in considerazione, il cosiddetto Avviamento. Per valori intendiamo tutti gli elementi attivi e passivi che si trovano all’interno dell’azienda acquisita. Avviamento = prezzo di cessione (valore economico) – (ATTIVITA’- PASSIVITA’) Oppure: Avviamento = VALORE ECONOMICO – PATRIMONIO NETTO Esempio dell’acquisto di un’azienda già funzionante e l’apporto iniziale da parte dell’imprenditore di 270.000,00 € dal proprio c/c bancario a quello dell’azienda: Il valore economico di cessione di un’azienda può essere già determinato o da determinare. Nell’ultimo caso dobbiamo prendere in considerazione la capitalizzazione del reddito annuo moltiplicato per la ragione o saggio che conosciamo come tasso percentuale. Esempio: Reddito annuo 19000,00€ ; r = 12% ; Base 100 Da questo otteniamo la seguente proporzione: 100:12 = x:19000,00 X = 100 * 19000,00/ 12 x = 158333,33 valore economico o prezzo di cessione 36 Esempio dell’acquisto di un’azienda già funzionante e l’apporto iniziale da parte dell’imprenditore di 270.000,00 € dal proprio c/c bancario a quello dell’azienda: Il valore economico di cessione di un’azienda può essere già determinato o da determinare. Nell’ultimo caso dobbiamo prendere in considerazione la capitalizzazione del reddito annuo moltiplicato per la ragione o saggio che conosciamo come tasso percentuale. Esempio: Reddito annuo 19000,00€ r= 12% Base 100 Da questo otteniamo la seguente proporzione: 100: 12= x : 19000,00 x= 100 * 19000,00/ 12 x= 158333,33 valore economico o prezzo di cessione Data 20/5 20/5 21/5 21/5 21/5 21/5 21/5 21/5 21/5 21/5 21/5 21/5 21/5 Denominazione dei conti e descrizione Banca x c/c apporto in c/c bancario Patrimonio netto apporto in c/c bancario Fabbricati acquisto impresa Bigiarini Arredamento acquisto impresa Bigiarini Automezzi acquisto impresa Bigiarini Merci acquisto impresa Bigiarini Crediti v/clienti acquisto impresa Bigiarini Avviamento acquisto impresa Bigiarini Mutui passivi acquisto impresa Bigiarini Debiti v/fornitori acquisto impresa Bigiarini Bigiarini c/cessione prezzo cessione impresa Merci c/apporto giro dal c/Merci Merci giro al c/Merci c/apporto DARE 270.000,00 22/5 22/5 Bigiarini c/cessione Banca x c/c 158333,33 emesso A/B n. 33777 A/B n. 33777 favore Bigiarini Impostazione di una parcella: onorari + cassa previdenza 4% 1140,00 45,60 1185,60 + IVA 22% su 1185,60 260,83 --------------------------------------------------------------1446,43 + costi documentati 1000,00 --------------------------------------------------------------Totale parcella 2446,43 -ritenuta fiscale 20% su 1140 228,00 --------------------------------------------------------------Importo da pagare 2218,43 37 AVERE 270.000,00 95.000,00 30.000,00 29.000,00 39.000.00 17.471,00 13.262,67 25.000,00 13.875,00 158333,33 39.000,00 39.000,00 158333,33 Rilevazione in p.d. di tutte le varie ipotesi che si possono determinare in una fattura d’acquisto Ipotesi A: Rilevazione dei costi d’impianto: i costi d’impianto se fanno riferimento solo ai costi tributari (definiti anche costi documentati) essi si pagano senza stipulare parcella. Si stipula parcella quando oltre ai costi documentati vi sono gli onorari che l’azienda deve sostenere verso il libero professionista. Inoltre, se il libero professionista è iscritto all’albo dei dottor commercialisti, gli onorari sono soggetti alla cassa previdenza del 4% che aggiunti agli onorari costituiscono la base imponibile. Nella parcella i costi d’impianto sono determinati dalla sommatoria della base imponibile, più i costi documentati, tenendo presente che gli onorari percepiti dal libero professionista, sono soggetti ad una ritenuta fiscale del 20%. In PD abbiamo le seguenti scritture: Costi d’impianto (non in parcella per costi documentati) 1000,00 Banca x c/c 1000,00 Costi d’impianto (in parcella) 2185,60 iva ns/credito 260,83 debiti v/fornitori 2446,43 Successivamente, dopo aver registrato la fattura, andiamo a rilevare l’estinzione dei debiti. Contabilmente abbiamo: debiti v/fornitori 2446,83 debiti per ritenute da versare 228,00 banca x c/c 2218,43 debiti per ritenute da versare 228,00 banca x c/c 228,00 La ritenuta fiscale è uguale a 200,00 € in quanto il 20% viene applicato sugli onorari percepiti dal libero professionista. 38 Ipotesi B: parcella riferita ai costi di consulenza: costi di consulenza iva ns/ credito debiti v/fornitori debiti v/fornitori debiti per ritenute da versare banca x c/c debiti per ritenute da versare banca x c/c 2185,60 260,83 2446,43 2446,43 228,00 2218,43 228,00 228,00 Successivamente, dopo aver registrato la fattura, andiamo a rilevare l’estinzione dei debiti e il pagamento delle ritenute fiscali (come riportato dalle scritture sopra descritte). IPOTESI C: acconto versato al libero profess.sta (costi onorari) Per quanto riguarda la consulenza onoraria di un libero professionista (sia per la costituzione dell’azienda e sia per servizi offerti durante l’esercizio amministrativo), lo stesso può chiedere prima del rilascio della parcella, il versamento di un acconto iniziale stornato poi dalla parcella stessa dopo aver rilevato inizialmente l’acconto e i costi di impianto. In P.D. rileviamo le seguenti scritture: debiti v/fornitori banca x c/c fornitore immob. immateriale c/acconto Iva ns/credito Debiti v/fornitori Costi d’impianto iva ns/credito debiti per ritenute da versare fornitore immob. immateriale c/acconto debiti v/fornitori debiti per ritenute da versare banca x c/c 500,00 409,94 90,16 2185,60 140,80 228,00 500,00 500,00 228,00 409,94 1688,46 228,00 OPPURE: CONSULENZA DURANTE L’ESERCIZIO AMMINISTRATIVO debiti v/fornitori banca x c/c fornitore immob. immateriale c/acconto Iva ns/credito Debiti v/fornitori Costi di consulenza iva ns/credito debiti per ritenute da versare fornitore immob. immateriale c/acconto debiti v/fornitori debiti per ritenute da versare banca x c/c 500,00 500,00 409,94 90,16 2185,60 140,80 228,00 39 500,00 228,00 409,94 1688,46 228,00 ACQUISTO DEI FATTORI PRODUTTIVI L’acquisto dei fattori produttivi è la fase della gestione aziendale in cui l’impresa compie gli investimenti necessari per attuare il processo produttivo. La rilevazione contabile degli acquisti determina il sostenimento di un costo e l’accensione di un debito o di una passività (AVERE dello Stato Patrimoniale). I fattori produttivi interessati riguardano: • l’acquisto di beni strumentali; • l’acquisto di merci e di materie di consumo; • l’acquisto di servizi con gli eventuali resi e gli abbuoni. Per quanto riguarda l’acquisto dei beni strumentali, in base al tipo di contrattazione, possiamo avere situazioni contabili diverse in cui possono figurare, oltre al costo del bene strumentale, anche i costi accessori che in questo caso vengono patrimonializzati. Per costi patrimonializzati si intende che in P.D. vengono rilevati con la stessa voce del bene strumentale. Ipotesi A: Acquisto di beni strumentali senza costi accessori beni strumentali 51000,00 iva ns/credito 11220,00 debiti v/fornitori 62220,00 Ipotesi B: Acquisto di beni strumentali con costi accessori eseguiti dallo stesso fornitore. In questo caso i costi accessori vengono sommati direttamente sul valore del bene strumentale. Es: bene strumentale costo 2000,00 € e costi accessori per 300,00 € IVA 22% beni strumentali 72000,00 iva ns/credito 15840,00 debiti v/fornitori 87840 Ipotesi C: Acquisto di beni strumentali con costi accessori eseguiti da un fornitore diverso. In questo caso i costi accessori vengono rilevati con una fattura diversa. Es: bene strumentale costo 40000,00 € e costi accessori per 2300,00 € IVA 22%. beni strumentali iva ns/credito debiti v/fornitori beni strumentali iva ns/credito debiti v/fornitori 40000,00 8800,00 2300,00 506,00 40 48800,00 2806,00 Ipotesi D: Acquisto di beni strumentali in presenza di costi documentati. In questo caso l’azienda acquirente, oltre a rilevare la fattura del bene, deve considerare contabilmente anche la fattura del vettore. ES: acquistati beni strumentali per un valore di 7000,00 € sostenendo costi accessori per 800,00 € eseguiti dallo stesso fornitore. Il fornitore sostiene costi in nome e per conto del compratore per 1000,00 € come da documento del vettore che ha eseguito il trasporto. beni strumentali iva ns/credito debiti v/fornitori beni strumentali Iva ns/credito debiti v/fornitori Debiti v/fornitori 1000,00 220,00 1220,00 7800,00 1716,00 1220,00 10736,00 L’ACQUISTO DI MERCI E DI MATERIE DI CONSUMO Per quanto riguarda la rilevazione contabile possiamo avere diverse ipotesi: Ipotesi A: Fattura d’acquisto senza costi aggiuntivi, in questo caso si rilevano le seguenti scritture: merci c/acquisto iva ns/credito debiti v/fornitori Materie di consumo c/acquisti Iva ns/credito Debiti v/fornitori 5000 1100 6100 200 44 244 Ipotesi B: Fattura di acquisto con costi di trasporto sostenuti dall’acquirente con la clausola franco partenza tramite mezzi del vettore: in questo caso è necessario rilevare due fatture: quella della merce(fornitore) e poi quella del trasporto(vettore), in P.D. si ha: merci c/acquisto iva ns/credito debiti v/fornitori Costi di trasporto Iva ns/credito Debiti v/fornitori 2000 440 2440 100 22 122 Ipotesi C: Fattura d’acquisto con costi addebitati forfettariamente dal fornitore delle merci, con la clausola franco partenza (con vettore o con mezzi propri del fornitore). In questo caso, se i costi sostenuti dall’acquirente sono soggetti alla stessa aliquota IVA, vanno in aggiunta al costo della merce. Es. costo delle merci 3000,00 €, costi di trasporto 200,00 €. merci c/acquisto iva ns/credito debiti v/fornitori 3200 713 41 3913 Ipotesi D: Acquisto di merci con costi forfettari e interessi per dilazione di pagamento. Es. acquistate merci per 7200,00€ con costi di trasporto sostenuti dall’acquirente per 600,00 €, IVA ordinaria. Il regolamento della fattura prevede una dilazione di pagamento per un importo di 5000,00 € a 90 giorni con interessi ad un tasso del 7%. In questo caso in P.D. abbiamo la seguente scrittura: merci c/acquisto iva ns/credito interessi passivi v/fornitori debiti v/fornitori 7800 1716 86,30 9602,30 IPOTESI E: Fattura d’acquisto con merci soggette a più aliquote IVA. Se la fattura con merci a più aliquote IVA presenta eventuali costi non documentati (costi di trasporto, costi a forfait, imballaggio fatturato) , per comporre in modo corretto la base imponibile e dare la giusta imputazione dei costi, occorre effettuare o applicare il coefficiente di riparto. Il coefficiente di riparto può presentarsi con o senza gli eventuali sconti incondizionati calcolati sull’importo della merce. Se la sua composizione avviene con gli sconti incondizionati abbiamo il seguente rapporto: Coefficiente di riparto = costi non documentati /importo merce scontata Esempio: acquistate merci per 2000,00€ con IVA del 4% e merci per 1000,00€ con IVA del 10%. In fattura vengono addebitati costi non documentati per 120,00€. Sconto incondizionato 6%. Rilevare il tutto in P.D. dopo aver determinato la ripartizione dei costi non documentati. Coeff. Rip. = 120/1880+940 => 0,042553191 0,042553191 * 1880 = 80,00 € 0,042553191 * 940 = 40,00 € merci c/acquisto iva ns/credito debiti v/fornitori SCONTO 6% MERCE SCONTATA COSTI NON DOCUMENTATI BASE IMPONIBILE IVA TOTALE 2940,00 176,40 IVA 4% IVA 10% MERCE A MERCE B 3116,40 2000,00 € 1000,00 € 120,00 € 60,00 € 1880,00 € 940,00 € 80,00 € 40,00 € 1960,00 € 980,00 € 78,40 € 98,00 € 2038,40 € 1078,00 € 42 IPOTESI F: Acquisto di merci con spese documentate ovvero anticipate dal fornitore il nome e per conto del compratore. In questo caso l’acquirente, inizialmente in PD deve rilevare il documento del vettore; successivamente, l’acquisto della merce, annullando i debiti v/fornitori precedenti. Contabilmente abbiamo: costi di trasporto 200 iva ns/credito 44 debiti v/fornitori 244 merci c/acquisti 3000 iva ns/credito 660 debiti v/fornitori 244 debiti v/fornitori 3904 IPOTESI G: Acquisto di merci con versamento di acconto iniziale. Questo avviene quando nella fase della stipulazione del contratto il fornitore chiede un acconto iniziale che, nella maggior parte dei casi, è già incluso di IVA. Contabilmente si da luogo alle seguenti fasi: • FASE A Invio della somma a titolo di acconto sulla fornitura determinando contestualmente una diminuzione dei debiti v/fornitori. • FASE B Ricevimento e rilevazione della fattura relativa all’acconto con lo scorporo dell’IVA. • FASE C Ricevimento e rilevazione della fattura d’acquisto con il calcolo dell’IVA al netto dell’acconto con il medesimo storno. debiti v/fornitori denaro in cassa Fornitore c/acconto Iva ns/credito Debiti v/fornitori merci c/acquisti iva ns/credito fornitori c/acconto debiti v/fornitori 2400 1967,91 432,79 10000,00 1767,06 2400 2400 1967,91 9799,15 RESI E ABBUONI SU ACQUISTI Si può verificare che, la merce acquistata, alla verifica, presenti difetti qualitativi e quantitativi. In base alla gravità del danno l’acquirente, nei confronti del fornitore, può procedere alla richiesta di due modalità. Con la prima si procede alla restituzione della merce, e ciò avviene quando i difetti sono consistenti. Con la seconda si ottiene il riconoscimento di determinati abbuoni, quando la gravità del danno non è eccessiva. 43 Se si procede alla restituzione della merce, la nota di variazione richiesta dall’acquirente ed emessa dal fornitore, può avvenire con o senza la variazione dell’IVA. Se avviene con la variazione dell’IVA in P.D. abbiamo: debiti v/fornitori resi su acquisti iva ns/credito 1210,00 1000,00 210,00 Se invece la restituzione avviene senza tenere conto della variazione dell’IVA in P.D. abbiamo: debiti v/fornitori 1000,00 resi su acquisti 1000,00 all’acquirente vengono riconosciuti, da parte del fornitore degli abbuoni qualitativi, contabilmente si può procedere alla rilevazione della seguente scrittura (senza rettifica dell’IVA): debiti v/fornitori 600,00 ribassi e abbuoni attivi 600,00 Con rettifica dell’IVA si ha la seguente scrittura: debiti v/fornitori ribassi e abbuoni attivi iva ns/credito 732,00 600,00 132,00 Esempio di una fattura di acquisto con resi e abbuoni merci c/acquisto iva ns/credito debiti v/fornitori debiti v/fornitori resi su acquisti iva ns/credito debiti v/fornitori ribassi e abbuoni attivi Debiti v/fornitori Banca x c/c 4000,00 880,00 732,00 520,00 4880,00 600,00 132,00 520,00 3628,00 3628,00 In questo esempio abbiamo rilevato la fattura di acquisto ipotizzando poi la restituzione di una parte di merce con o senza la variazione dell’IVA, dei ribassi e abbuoni attivi tramite la nota di variazione e di accredito da parte del fornitore e l’estinzione dei debiti tramite banca al netto delle note. Gli strumenti di pagamento utilizzati per estinguere i debiti precedentemente accesi possono essere: • strumenti tradizionali; • strumenti innovativi. Gli strumenti tradizionali possono riguardare: 44 • denaro contante; • assegni; • cambiali; • RI.BA. (Ricevute Bancarie); • c/c bancario e postale; • vaglia postali o speciali. Gli strumenti innovativi fanno riferimento a quelli legati alla nuova tecnologia che, avviene con l’utilizzo della telematica e dell’informatica e, possono riguardare l’uso del denaro di plastica (bancomat e carte di credito) e di internet (sempre tramite l’addebito in c/c). I pagamenti, contabilmente, determinano una variazione finanziaria attiva che è l’estinzione dei debiti e, una variazione finanziaria passiva (diminuzione di disponibilità finanziaria). In P.D. possiamo rilevare diverse ipotesi: IPOTESI A: Pagamento in contanti: Debiti v/fornitori Denaro in cassa 1200,00 1200,00 IPOTESI B: Pagamento tramite assegni: debiti v/fornitori assegno bancario assegno circolare 12000,00 8000,00 4000,00 IPOTESI C:Pagamento con addebito in c/c bancario e postale: debiti v/fornitori banca x c/c c/c postale 7000,00 4000,00 3000,00 IPOTESI D: Pagamento con o tramite il rilascio a firma di una cambiale: Debiti v/fornitori Cambiale passiva 2210,00 2210,00 IPOTESI E: Pagamento tramite girata di cambiale in portafoglio: Debiti v/fornitori Cambiale attiva 1575,00 1575,00 IPOTESI F: Pagamento tramite l’utilizzo della RI.BA. contabilmente abbiamo: Questa rilevazione è stata possibile nel momento in cui vi è stato il passaggio dalla RI.BA. cartacea alla RI.BA. telematica o immateriale. Infatti, inizialmente non rileviamo la RI.BA. sotto l’aspetto contabile, ma alla sua scadenza annulliamo direttamente i debiti v/fornitori. Debiti v/fornitori Banca x c/c (alla scadenza della Ri.Ba.) 4375,00 45 4375,00 IPOTESI G: Pagamento tramite l’utilizzo di più strumenti di pagamento.: debiti v/fornitori banca x c/c c/c postale denaro in cassa assegno bancario cambiale passiva 17940,00 4000,00 3000,00 2000,00 5000,00 5940,00 IPOTESI H: Compensazione dei crediti e dei debiti tramite spiccata di una cambiale tratta: Per compensazione dei debiti e crediti fra più soggetti interessati tramite l’utilizzo di una tratta spiccata da un soggetto ad un altro soggetto che vanta nei suoi confronti un credito, ma che nello stesso tempo ha un debito nei confronti di un altro. Il tutto avviene con un ordine impartito dal traente nei confronti del debitore trattario di pagare alla scadenza la cambiale a favore di un altro soggetto beneficiario, che lo stesso vanta un credito nei confronti del traente. In P.D. abbiamo la seguente scrittura: Debiti v/fornitori Ribassi e abbuoni passivi Crediti v/ clienti Ribassi e abbuoni attivi 2575,90 5,10 2571,00 10,00 RINNOVO DELLE CAMBIALI PASSIVE (modalità dell’insegnante): Può succedere che un debitore alla scadenza della cambiale si trovi nell’impossibilità di pagare o estinguere il proprio debito. In questo caso può chiedere e ottenereil rinnovo parziale o totale della cambiale stessa. Tale rinnovo può avvenire in base alle seguenti ipotesi: Ipotesi A: Rinnovo totale con gli interessi pagati immediatamente. Ipotesi B:Rinnovo totale con interessi pagati posticipatamente e sommati alla cambiale rinnovata. Ipotesi C:Rinnovo parziale con interessi pagati immediatamente. Ipotesi D:Rinnovo parziale con gli interessi pagati posticipatamente e sommati sulla cambiale rinnovata parzialmente. Occorre tenere presente nella registrazione in P.D. che la vecchia cambiale si ANNULLA IN DARE, mentre la nuova (che sia totale o parziale) si RINNOVA IN AVERE poiché costituisce ancora il debito da estinguere. Rilevazione in P.D. dell’Ipotesi A: Per quanto riguarda la rilevazione di questa scrittura, inizialmente dobbiamo registrare gli interessi passivi v/fornitori. Successivamente annullare in DARE la vecchia cambiale rilevando la nuova in AVERE, e annullare i debiti v/fornitori. Es. Il debitore non potendo pagare la cambiale di 3700,00 € alla scadenza chiede ed ottiene il rinnovo totale della stessa a 60 giorni dove maturano interessi pari al 6% che vengono pagati in modo immediato. Interessi = 3700,00 * 60 * 6 / 36500 Interessi = 36,49 interessi passivi v/fornitori debiti v/fornitori debiti v/fornitori cambiale passiva cambiale passiva 36,49 36,49 3700,00 46 36,49 3700,00 denaro in cassa Cambiale passiva (alla scadenza del rinnnovo) Banca x c/c 36,49 3700,00 3700,00 Rilevazione in P.D. dell’Ipotesi B In questo caso non si ha nessun pagamento immediato in contanti, ma gli interessi vengono sommati direttamente alla nuova cambiale. Es. Abbiamo chiesto ed ottenuto da parte del fornitore il rinnovo totale di una cambiale in scadenza dell’importo di 4200,00 €. Gli interessi maturati fra 90 giorni vengono pagati posticipatamente e sommati direttamente alla nuova cambiale rinnovata. Tasso 7%. Interessi = 4200,00 * 90 * 7/ 36500 Interessi = 72,49 interessi passivi v/fornitori debiti v/fornitori debiti v/fornitori cambiale passiva cambiale passiva denaro in cassa Cambiale passiva (alla scadenza del rinnnovo) Banca x c/c 72,49 72,49 72,49 4200,00 4200,00 36,49 4279,49 4279,49 Rilevazione in P.D. dell’Ipotesi C In questo caso, come nell’Ipotesi A, gli interessi vengono pagati in modo immediato insieme a quella parte di cambiale non rinnovata. Es. Un commerciante su una cambiale di 6400,00€ trovandosi nell’impossibilità di pagarla alla scadenza chiede ed ottiene il rinnovo parziale per un importo di 4000,00€ ad un tasso del 6% fra 60 giorni. Gli interessi vengono pagati insieme a quella parte di cambiale non rinnovata in modo immediato. Interessi = 4000,00 * 6* 60/ 36500 Interessi= 39,45 4000€ Rinnovo interessi passivi v/fornitori debiti v/fornitori debiti v/fornitori cambiale passiva cambiale passiva denaro in cassa Cambiale passiva (alla scadenza del rinnnovo) Banca x c/c 2400€ Da pagare 39,45 39,45 6400,00 4000,00 39,45 4000,00 2439,45 4000,00 Rilevazione in P.D. dell’Ipotesi D In quest’ultima ipotesi gli interessi calcolati sulla parte della cambiale rinnovata, essendo pagati posticipatamente, contabilmente li andiamo a sommare su quella parte di cambiale rinnovata. 47 Es. Abbiamo chiesto ed ottenuto ad un nostro fornitore su una cambiale di 9000,00€, il rinnovo di 5000,00€ a 70 giorni ad un tasso del 7% da pagare posticipatamente insieme a quella parte di cambiale non rinnovata. 5000€ Rinnovo 4000€ Da pagare Interessi = 5000,00 * 7 * 70/ 36500 interessi passivi v/fornitori debiti v/fornitori debiti v/fornitori cambiale passiva cambiale passiva denaro in cassa Cambiale passiva (alla scadenza del rinnnovo) Banca x c/c Interessi = 67,12 67,12 67,12 9000,00 5067,12 67,12 5067,12 4000,00 5067,12 In base alla modalità del libro abbiamo le seguenti scritture: ipotesi A: rinnovo totale con gli interessi pagati in modo immediato: interessi passivi v/fornitori denaro in cassa Cambiale passiva Cambiale passiva Cambiale passiva (alla scadenza del rinnnovo) Banca x c/c 120,82 9000,00 9000,00 120,82 9000,00 9000,00 ipotesi B: rinnovo totale con gli interessi in aumento alla cambiale rinnovata(pagati in modo post) interessi passivi v/fornitori Cambiale passiva Cambiale passiva Cambiale passiva (alla scadenza del rinnnovo) Banca x c/c 120,82 9000,00 9120,82 9120,82 9120,82 Ipotesi C: rinnovo parziale con gli interessi pagati in modo immediato interessi passivi v/fornitori Cambiale passiva Cambiale passiva Denaro in cassa Cambiale passiva (alla scadenza del rinnnovo) Banca x c/c 67,12 9000,00 5000,00 5000,00 4067,12 5000,00 ipotesi D: rinnovo totale con gli interessi in aumento alla cambiale rinnovata (pagati in modo posticipato) interessi passivi v/fornitori 67,12 48 Cambiale passiva Cambiale passiva Denaro in cassa Cambiale passiva (alla scadenza del rinnnovo) Banca x c/c 9000,00 5067,12 4000,00 5067,12 5067,12 ESERCIZIO 12.3 PAG. 606 DAL LIBRO ENTRIAMO IN AZIENDA 1 5/03 canone di vigilanza iva ns/credito debiti v/fornitori 690,00 144,90 merci c/acquisti iva ns/credito debiti v/fornitori 3856,00 809,76 costi di trasporto iva ns/credito debiti v/fornitori 200,00 42,00 14/03 merci c/acquisti iva ns/credito debiti v/fornitori 8454,24 1775,39 18/03 automezzo iva ns/credito debiti v/fornitori 15800,00 3318,00 8/03 9/03 21/03 25/03 29/03 834,90 4665,76 arredamento d’ufficio iva ns/credito debiti v/fornitori 6540,00 1373,40 merci c/acquisti iva ns/credito debiti v/fornitori 5670,00 1190,70 merci c/acquisti iva ns/credito debiti v/fornitori 7580,00 1278,30 49 242,00 10229,63 19118,00 913,40 6860,70 8858,30 ESERCIZIO 12.5 DI PAG.607 DAL LIBRO ENTRIAMO IN AZIENDA 1 21/07 23/07 merci c/acquisti iva ns/credito debiti v/fornitori 1570,00 329,70 materie di consumo c/acquisti iva ns/credito debiti v/fornitori 1899,70 85,00 17,85 102,85 debiti v/fornitori denaro in cassa 102,85 arredamenti iva ns/credito debiti v/fornitori 7100,00 1491,00 20/08 debiti v/fornitori banca x c/c 1899,70 26/08 costi per servizi iva ns/credito debiti v/fornitori 80,45 16,89 merci c/acquisti iva ns/credito debiti v/fornitori debiti v/fornitori 3650,00 766,50 97,34 31/07 30/08 debiti v/fornitori banca x c/c 2863,67 15/09 costi telefonici iva ns credito debiti v/fornitori 237,20 49,81 debiti v/fornitori banca x c/c 287,01 merci c/acquisti iva ns credito debiti v/fornitori 5522,10 1159,64 19/09 50 102,85 8591,00 1899,70 97,34 4513,83 2863,687 287,01 287,01 6781,74 LE OPERAZIONI DI VENDITA La vendita rappresenta la fase della gestione aziendale in cui l’impresa colloca sul mercato i prodotti, le merci o le prestazioni di servizi, oggetto della propria attività. La vendita di beni e servizi consiste in un operazione di disinvestimento, attraverso cui l’impresa recupera i mezzi finanziari investiti nell’acquisto dei fattori produttivi e genera ricavi. In contabilità le operazioni di vendita si rilevano sempre in due fasi: • l’emissione delle fatture: sulla base dei documenti di vendita emessi (fatture, ricevute fiscali scontrini fiscali, ecc.) si rileva nell’aspetto finanziario, il sorgere di crediti v/clienti (variazione finanziaria attiva); nell’aspetto economico, l’ottenimento di ricavi (variazione economica positiva). Le fatture indicano, inoltre, l’importo dell’IVA, che costituisce un debito del venditore per imposte (variazione finanziaria passiva); • il regolamento delle fatture può avvenire con varie modalità e in diversi tempi e investe solo l’aspetto finanziario. Esso comporta una diminuzione dei crediti v/clienti (variazione finanziaria passiva) , un corrispondente aumento di disponibilità liquide (denaro in cassa, banca c/c ecc.) o il sorgere di nuovi crediti (variazione finanziaria attiva). Rilevazione in P.D. della fattura di vendita senza l’aggiunta di costi o spese da rimborsare da parte dell’acquirente al fornitore. IPOTESI A: Fattura di vendita in considerazione della sola merce: crediti v/clienti merci c/vendite Iva ns/debito x x x IPOTESI B: Fattura di vendita con la presenza di costi o spese aggiuntive nei confronti del cliente da parte del fornitore. In questo caso i costi o le spese addebitati al cliente in fattura non vengono sommati alla merce venduta, ma rilevati con un conto a se, chiamato rimborso costi di vendita. Esempio. Emessa fattura per la vendita di merci dell’importo di 2000,00€ +IVA 22%. La fattura contiene l’addebito di costi forfettari per 120,00 €.Nello specifico abbiamo: Crediti v/clienti= variazione finanziaria attiva- Stato Patrimoniale Merci c/vendita= elemento positivo di reddito – ricavo (conto economico d’ex) crediti v/clienti merci c/vendite rimborsi costi di vendita Iva ns/debito x 51 x x x IPOTESI C: Fattura di vendita con rimborso costi di vendita e interessi per dilazione di pagamento nell’ipotesi in cui la riscossione dei crediti avviene in modo posticipato con o senza i rimborsi di vendita: con rimborso costi di vendita abbiamo: crediti v/clienti merci c/vendite rimborsi costi di vendita Iva ns/debito Interessi attivi v/clienti x x x x x Senza rimborso costi di vendita crediti v/clienti merci c/vendite Iva ns/debito Interessi attivi v/clienti x x x x IPOTESI D: Fattura con spese o costi anticipati dal venditore in nome o per conto del compratore (dette anche spese o costi documentati). In questo caso il fornitore non rileva una fattura a se ma, dato che i costi vengono anticipati direttamente dal fornitore stesso, li rileva con aggiunta dell’IVA come clienti c/costi anticipati, che successivamente vengono addebitati dal fornitore stesso direttamente nella fattura di vendita. Esempio. Vendute merci per 4000,00 € + IVA, il fornitore sostiene inizialmente costi documentati anticipati per conto dell’acquirente per 240,00€ inclusi d’IVA. In P.D. abbiamo: clienti c/costi anticipati denaro in cassa 240,00 crediti v/clienti merci c/vendite iva ns/debito clienti c/costi anticipati 5080,00 52 240,00 4000,00 840,00 240,00 IPOTESI E: Fattura di vendita in presenza di un acconto iniziale. Per quanto riguarda la fattura di vendita con il relativo acconto previsto nella fase contrattuale è necessario procedere a tre momenti diversi. In primo luogo, occorre rilevare l’acconto versato dal cliente a favore del fornitore che nella maggior parte dei casi è incluso di IVA. Successivamente si passa alla rilevazione della fattura emessa dal fornitore, relativa all’acconto versato da parte del cliente. In seguito si passa alla rilevazione della fattura di vendita emessa sempre dal fornitore, specificando nella registrazione in P.D. ,lo storno dell’acconto precedentemente versato dal cliente. denaro in cassa crediti v/clienti 540,00 crediti v/clienti clienti c/acconto iva ns/debito 540,00 crediti v/clienti clienti c/acconto merci c/vendite iva ns/debito 3090,00 446,28 540,00 446,28 93,72 3000,00 536,28 IPOTESI F: Oltre alla merce venduta, possiamo rilevare ed emettere fattura anche per eventuali altri ricavi, definiti anche proventi vari. Un esempio è la concessione di una locazione (fitti attivi). Se la concessione viene fatta per uso civile, si riscuote direttamente il ricavo senza la rilevazione dell’IVA. In P.D. abbiamo: denaro in cassa x fitti attivi x Se invece la concessione rientra nell’ambito dell’attività economica, è necessario anche rilevare l’IVA. In P.D. abbiamo: crediti v/clienti fitti attivi Iva ns/debito x 53 x x IPOTESI G: Si può verificare che, a causa di difetti o di prodotti venduti non conformi alla richiesta, una parte della merce possa essere restituita o si possa richiedere sulla stessa dei ribassi e degli abbuoni. Nel caso di restituzione della merce con rettifica dell’IVA a debito, in P.D. abbiamo: resi su vendite iva ns /debito crediti v/clienti x x x Senza la rettifica dell’IVA a debito abbiamo: resi su vendite crediti v/clienti x x Nel caso in cui ci siano gli abbuoni con la rettifica dell’IVA a debito, in P.D. abbiamo: ribassi e abbuoni passivi iva ns /debito crediti v/clienti x x x Senza la rettifica dell’IVA a debito in P.D. abbiamo (NB P.D: PARTITA DOPPIA) Ribassi e abbuoni passivi crediti v/clienti x x Fattura di vendita in considerazione di uno sconto condizionato. Si tratta di un’operazione di vendita in cui, il fornitore propone all’acquirente una condizione contrattuale rispetto a quella pattuita, per quanto riguarda la riscossione dei crediti. Se l’acquirente, decide di pagare il proprio debito prima della scadenza, riceve dal fornitore uno sconto commerciale che, in P.D. ,viene rilevato con la voce oneri finanziari diversi. Esempio: vendute merci per 2000,00€ con costi addebitati forfettariamente per 200,00€; IVA ordinaria. Ai fini della riscossione della fattura il fornitore propone per il pagamento immediato, uno sconto del 4%, oppure quello a 40 giorni dell’importo totale della fattura. Se decide per il pagamento immediato in P.D. abbiamo: Banca x c/c Oneri finanziari diversi crediti v/clienti x x x prelevamenti extra-gestione 54 L’imprenditore per esigenze sue e familiari può effettuare prelevamenti che rientrano sempre nell’ambito della sua attività imprenditoriale e possono essere in denaro (prelevamenti di cassa) o in natura (prelevamenti di merci emettendo una fattura autoconsumo). Se i prelevamenti sono di cassa in P.D. possiamo avere la seguente scrittura: prelevamenti extragestione denaro in cassa x x FATTURA DI AUTOCONSUMO Si può verificare che l’imprenditore prelevi dalla sua attività, per autoconsumo personale o familiare, determinati beni. In questo caso, per motivi fiscali, è obbligato ad emettere un’autofattura di vendita, in quanto l’utilizzo dei beni prelevati dalla propria attività rientrano normalmente nelle operazioni di vendita. Infatti in P.D. rileviamo: crediti v/clienti merci c/vendite iva ns/debito prelevamenti extragestione crediti v/clienti x X x x x RINNOVO DELLE CAMBIALI ATTIVE Con il rinnovo delle cambiali attive, il fornitore concede al debitore, la possibilità di poter estinguere il proprio debito in una data successiva. Il rinnovo, come avviene per le cambiali passive, può essere totale o parziale con gli interessi riscossi da parte del fornitore in via immediata o posticipata, che vanno ad aggiungersi sulla cambiale rinnovata. Il rinnovo può avvenire in base alle seguenti ipotesi: IPOTESI A: Rinnovo totale con gli interessi riscossi in modo immediato. Es. Il fornitore concede al debitore il rinnovo totale di una cambiale in scadenza dell’importo di 4000,00€ per altri 60 giorni, dove maturano interessi pari al 6% che vengono pagati in modo immediato. Interessi = 4000,00*60*6/36500 Interessi = 39,45 crediti v/clienti interessi attivi v/clienti denaro in cassa cambiale attiva cambiale attiva crediti v/clienti banca x c/c cambiale attiva 39,45 39,45 39,45 4000,00 4000,00 IPOTESI B: Rinnovo totale con interessi posticipati. 55 4000,00 39,45 4000,00 Es. Il fornitore concede al debitore il rinnovo totale di una cambiale in scadenza dell’importo di 5200,00€. Gli interessi maturati fra 90 giorni vengono pagati posticipatamente e sommati direttamente alla nuova cambiale rinnovata. Tasso 5%. Interessi = 5200,00*90*5/36500 Interessi = 64,11 crediti v/clienti interessi attivi v/clienti cambiale attiva cambiale attiva crediti v/clienti banca x c/c cambiale attiva 64,11 5264,11 5264,11 64,11 5200,00 64,11 5264,11 IPOTESI C : Rinnovo parziale con interessi riscossi in modo immediato. Es. Il fornitore concede al debitore su una cambiale di 8000,00€, il rinnovo parziale per un importo di 4000,00€ ad un tasso del 7% fra 60 giorni. Gli interessi vengono pagati insieme a quella parte di cambiale non rinnovata in modo immediato. Interessi = 4000,00*60*7/36500 Interessi = 46,03 rinnovo =4000 euro da pagare 4000 euro crediti v/clienti interessi attivi v/clienti Denaro in cassa cambiale attiva cambiale attiva crediti v/clienti banca x c/c cambiale attiva 46,03 4046,03 4000,00 46,03 8000,00 46,03 4046,03 4046,03 IPOTESI D: Rinnovo parziale con interessi riscossi posticipatamente. Es. Il fornitore concede al debitore su una cambiale di 7000,00€ il rinnovo di 3000,00€ a 70 giorni su un tasso del 6% da pagare posticipatamente insieme a quella parte di cambiale non rinnovata. Interessi = 3000,00*70*6/36500 Interessi = 34,52 3000€ Rinnovo 4000€ Da pagare In P.D. abbiamo la seguente scrittura: crediti v/clienti interessi attivi v/clienti Denaro in cassa cambiale attiva crediti v/clienti crediti v/ clienti banca x c/c cambiale attiva 46,03 46,03 4000,00 3034,52 7000,00 34,52 3034,52 ESERCIZIO 13.1 DI PAG. 616 DAL LIBRO ENTRIAMO IN AZIENDA 1 56 3034,52 7/10 crediti v/clienti merci c/vendite rimborso costi di vendita iva ns/debito 12342,00 10/10 crediti v/clienti merci c/vendite rimborso costi di vendita iva ns/debito 10381,80 18/10 crediti v/clienti merci c/vendite iva ns/debito 22853,60 24/10 crediti v/clienti merci c/vendite iva ns/debito 7505,64 29/10 crediti v/clienti merci c/vendite rimborso costi di vendita iva ns/debito 4216,85 31/10 costi di trasporto iva ns/credito debiti v/fornitori 500,00 105,00 ESERCIZIO 13.4 DI PAG. 619 DAL LIBRO ENTRIAMO IN AZIENDA 1 57 10070,00 130,00 2142,00 8380,00 200,00 1801,80 19270,00 3583,60 6203,01 1302,63 3325,00 160,00 731,85 605,00 10/03 crediti v/clienti merci c/vendite iva ns/debito 4402,37 11/03 assegno circolare crediti v/clienti 4402,37 12/03 crediti v/clienti merci c/vendite rimborso costi di vendita iva ns/debito 7925,50 14/03 crediti v/clienti merci c/vendite iva ns/debito 2684,77 14/03 assegno bancario crediti v/clienti 1586,46 16/03 crediti v/clienti merci c/vendite rimborso costi di vendita iva ns/debito 8039,48 17/03 assegno bancario crediti v/clienti 8039,48 18/03 crediti v/clienti merci c/vendite rimborso costi di vendita iva ns/debito 4882,24 18/03 c/c postale crediti v/clienti 4882,24 19/03 resi su vendita iva ns/debito crediti v/clienti 324,00 68,04 14/04 banca x c/c crediti v/clienti 7925,50 16/05 banca x c/c crediti v/clienti 1220,35 LE OPERAZIONI ACCESSORIE E LE OPERAZIONI STRAORDINARIE I componenti del reddito d’esercizio possono essere distinti in: 58 3340,80 701,57 4402,37 6425,00 125,00 1375,50 2440,70 244,07 1586,46 6422,70 221,50 1395,28 8039,48 4352,00 86,40 443,84 4882,24 392,04 7925,50 1220,35 •componenti ordinari; •componenti straordinari. I componenti ordinari che derivano dalla gestione ordinaria, comprendono: •le operazioni della gestione caratteristica; •le operazioni della gestione accessoria (o atipica); •le operazioni della gestione finanziaria. La gestione caratteristica prende in considerazione i valori della produzione e i costi della produzione, mentre si considerano componenti della gestione accessoria o atipica, tutte quelle operazioni che non rientrano nell’attività ordinaria dell’azienda e non appartengono, né alla gestione caratteristica, né a quella finanziaria. Sono esempi della gestione accessoria i proventi e gli oneri che, derivano da operazioni estranee all’attività dell’azienda come: •la gestione di immobili non strumentali; •di terreni agricoli; •di proventi su dividendi; •utili o perdite su plusvalenze o minusvalenze; •proventi e oneri determinati da sopravvenienze attive e passive e da insussistenze attive e passive. I componenti straordinari del reddito fanno riferimento a operazioni della gestione straordinaria, definite così in quanto si considerano straordinari rispetto all’attività tipica dell’impresa e riguardano essenzialmente: gli utili o le perdite derivanti dalla eliminazione o dalla cessione di beni strumentali (plusvalenze o minusvalenze); proventi e oneri connessi a variazioni nelle attività e passività per eventi eccezionali estranei alla gestione ordinaria (esempio: donazioni, vincite, sinistri ecc.). Essi vengono rilevati con la voce sopravvenienze attive e passive straordinarie e insussistenze attive e passive straordinarie. Per quanto riguarda la gestione accessoria possiamo prendere come esempio l’operazione riguardante la concessione o l’ottenimento di affitto di un bene strumentale a uso civile. Per quanto riguarda la concessione in P.D. abbiamo: crediti commerciali diversi fitti attivi Denaro in cassa Crediti commerciali diversi Debiti per cauzione x x x X x Per quanto riguarda l’ottenimento dell’affitto, contabilmente andiamo a rilevare il sostenimento di un costo e l’accensione di un debito, in P.D. abbiamo: fitti passivi debiti v /fornitori Debiti v/fornitori Crediti per cauzione Denaro in cassa x x x x x L’ALIENAZIONE DEI BENI STRUMENTALI I beni strumentali, come sappiamo, partecipano per più anni al processo produttivo. Il loro costo originario, essendo un costo pluriennale, deve essere ripartito per tutti gli anni di vita utile. La parte del costo che viene attribuita a ciascun esercizio rappresenta la quota di consumo annuo che in gergo contabile viene denominata quota di ammortamento. Le quote calcolate ogni anno vengono rilevate in un apposito fondo denominato fondo ammortamento. Tale fondo può servire, anche, a determinare in caso di dismissione del bene strumentale stesso, il suo valore contabile. La dismissione può essere per alienazione e per eliminazione. Quest’ultima può essere su base volontaria e questo avviene per volontà dell’azienda, e su base involontaria e può determinarsi per cause esterne (dolo, fattori climatici). La dismissione per alienazione può avvenire per rottamazione o tramite permuta. 59 Se avviene per rottamazione, contabilmente rileviamo il valore contabile, la fattura di cessione e l’eventuale minusvalenza o plusvalenza. Se avviene con permuta, oltre a quelli citati contabilmente, rileviamo la fattura di acquisto del nuovo bene e la compensazione dei debiti e dei crediti. Fondo ammortamento bene strumentale Bene strumentale Crediti commerciali diversi Beni strumentali Iva a n/s debito Minusvalenza ordinaria Beni strumentali x Bene strumentale Plusvalenza ordinaria Banca x c/c Crediti commerciali diversi x x x x x x x OPPURE x x x N.B. Se si rileva la quota di ammortamento dell’anno in P.D. abbiamo: ammortamento bene strumentale Fondo ammortamento bene strumentale Fondo ammortamento bene strumentale Bene strumentale Crediti commerciali diversi Beni strumentali Iva a n/s debito Minusvalenza ordinaria Beni strumentali x Bene strumentale Plusvalenza ordinaria Banca x c/c Crediti commerciali diversi x x x x x x x x x OPPURE x x x Se avviene con permuta abbiamo: Fondo ammortamento bene strumentale Bene strumentale Crediti commerciali diversi Beni strumentali Iva a n/s debito Minusvalenza ordinaria Beni strumentali x Bene strumentale Plusvalenza ordinaria x x x x x x x oppure 60 x Beni strumentali Iva ns/credito Debiti vs /fornitori Debiti vs/fornitori Crediti commerciali diversi Banca x/c/c x x x x x x N.B. Se si rileva la quota di ammortamento dell’anno in P.D. abbiamo: ammortamento bene strumentale Fondo ammortamento bene strumentale Fondo ammortamento bene strumentale Bene strumentale Crediti commerciali diversi Beni strumentali Iva a n/s debito Minusvalenza ordinaria Beni strumentali x Bene strumentale Plusvalenza ordinaria Beni strumentali Iva ns/credito Debiti vs /fornitori Debiti vs/fornitori Crediti commerciali diversi Banca x/c/c x x x x x x x x x oppure x x x x x x x DISMISSIONE PER ELIMINAZIONE: su base volontaria in P.D. abbiamo: Ammortamento bene strumentale Fondo ammortamento bene strumentale Fondo ammortamento bene strumentale Bene strumentale Insussistenza passiva ordinaria Bene strumentale x x x x x x La rilevazione contabile della dismissione per cause involontarie Se la dismissione dei beni strumentali avviene per la non volontà dell’azienda, in P.D. possiamo avere le seguenti scritture: Ammortamento bene strumentale Fondo ammortamento bene strumentale Fondo ammortamento bene strumentale Bene strumentale Insussistenza passiva straordinaria Bene strumentale x x x 61 x x x Con predisposizione di una assicurazione interna che avviene tramite l’istituzione di un fondo rischi su beni strumentale con copertura totale o parziale, abbiamo: Fondo rischi beni strumentali Beni strumentali Fondo rischi beni strumentali Insussistenza passiva straordinaria Bene strumentale x x x x x Tramite la copertura assicurativa e ricevendo il dovuto rimborso possiamo avere, con rilevazione immediata le seguenti scritture: Sopravvenienze passiva straordinarie Bene strumentale x assegni Sopravvenienze attive straordinarie x x x Le sopravvenienze e le insussistenze Durante la gestione aziendale si possono verificare eventi fortuiti e inattesi che determinano il sorgere di attività o di passività (sopravvenienze), oppure il venir meno di attività e passività (insussistenze). Sono considerate sopravvenienze attive gli aumenti di attività, mentre sono considerate sopravvenienze passive gli aumenti di passività provocate da eventi imprevedibili, occasionali ed estranei alla normale attività dell’azienda. Le insussistenze attive consistono in diminuzione di passività e le insussistenze passive in diminuzione di attività provocate da eventi imprevedibili, occasionali o estranei alla normale attività di gestione. Le sopravvenienze e le insussistenze possono essere ordinarie e straordinarie. Quelle ordinarie sono connesse all’attività normalmente esercitata dall’azienda (differenze di cassa, multe, ecc.); quelle straordinarie sono generate da eventi estranei all’attività ordinaria come vincite di premi, danni subiti per eventi straordinari o catastrofici(incendi, terremoti, inondazioni, ecc.), o per furti e rapine e i relativi risarcimenti assicurativi. In PD possiamo rilevare alcuni esempi come: Insussistenze passive straordinaria Denaro in cassa Insussistenza passiva ordinarie Denaro in cassa Denaro in cassa sopravvenienze attive ordinarie x x x x In attesa della sentenza del tribunale Insussistenze passive straordinarie Creditori diversi Dopo la sentenza del tribunale x Creditori diversi Denaro in cassa x LE OPERAZIONI CON LE BANCHE 62 x x Concetto di banca (azienda di credito): è un’impresa del settore terziario che opera nel campo del credito e dei regolamenti monetari, esercitando delle attività di intermediazione e delle attività finanziarie che si affiancano e si intrecciano alla prestazione di numerosi prodotti e servizi. Credito: fiducia, esso si può distinguere in credito diretto e indiretto. Quello diretto avveniva direttamente tra creditore e debitore invece quello indiretto avviene tramite l’intermediazione di un terzo soggetto ed è coperto da determinate garanzie. Il credito esprime una prestazione attuale contro una controprestazione futura (remunerata). Con il credito la banca attua la cosiddetta intermediazione bancaria. L’intermediazione bancaria avviene attraverso la funzione di raccolta e la funzione di impiego. La funzione di raccolta si determina tramite la raccolta del risparmio da parte dei soggetti in avanzo, che per tradizione si identifica nella famiglia. La raccolta può avvenire attraverso varie forme di deposito che sono: il libretto a risparmio e il conto corrente di corrispondenza (definiti anche depositi tipici), e i certificati di deposito (definiti depositi atipici nati verso la metà degli anni ’70 per fare concorrenza ai titoli di Stato definiti anche “beni rifugio”). La funzione di impiego è la concessione di finanziamento da parte della banca a determinati soggetti per soddisfare il proprio fabbisogno finanziario. I soggetti interessati sono le imprese e le famiglie infatti il credito può essere indirizzato alla produzione (imprese) e al consumo (le famiglie). I depositi a risparmio che si identificavano in modo particolare nei libretti a risparmio libero e vincolati hanno avuto un ruolo fondamentale fino alla metà degli anni ’70 soprattutto nel centro sud dell’Italia. Successivamente, grazie anche ad un livello culturale maggiore, e alla nascita di nuove esigenze legati ai nuovi prodotti e servizi che poteva offrire la banca (assegni, bancomat, carte di credito e con le nuove tecnologie internet, ecc.) la clientela ha rivolto sempre di più un interesse maggiore per i depositi in conto corrente di corrispondenza coinvolgendo tutte le categorie sociali dalle imprese, ai dipendenti, liberi professionisti, pensionati e alla famiglia in generale. Sia i depositi a risparmio (liberi e vincolati) e sia i conti correnti di corrispondenza periodicamente (in questi ultimi anni trimestralmente) calcolano in base ai saldi DARE e saldi AVERE degli interessi che possono essere a favore del cliente o a favore della banca. Se sono a favore del cliente essi vengono accreditati al correntista al netto delle ritenute fiscali (interessi Avere) e costituiscono per l’azienda dei proventi o ricavi finanziari; se sono a favore della banca vengono addebitati all’azienda sempre in conto corrente e costituiscono degli oneri o costi finanziari. Ricordiamo che la ritenuta fiscale calcolata sugli interessi a favore del cliente è del 20%. Strutturalmente il conto corrente di corrispondenza si compone di tre prospetti e sono: a) l’estratto conto: dove confluiscono tutte le operazioni in ordine di data, raccogliendo anche le operazioni antergate e postergate. Le operazioni antergate sono tutte quelle che hanno valuta anteriore alla riapertura del conto corrente, mentre quelle postergate sono tutte quelle operazioni che hanno valuta posteriore alla chiusura periodica del conto corrente esse compaiono nell’estratto conto ma non nello scalare interesse in quanto non partecipano al calcolo degli interessi, ma vengono riprese nel periodo successivo come partite riprese; b) scalare interesse o staffa: raccoglie tutte le operazioni in ordine di valuta (eccetto quelle postregate) dando il via al calcolo dei giorni in base al metodo definito amburghese (saldo precedente al saldo successivo) e al calcolo dei numeri (saldo per i giorni). I numeri ottenuti permettono il calcolo degli interessi commerciali o finanziari; c) prospetto delle competenze e delle spese: tale prospetto mette in evidenza il calcolo degli interessi AVERE e degli interessi DARE con aggiunta della ritenute fiscale, delle commissioni bancarie, della commissione del massimo scoperto,delle spese di tenute conto e del bollo fisso da versare allo Stato. Successivamente si pone la differenza fra il totale AVERE e il totale DARE determinando lo Sbilancio competenze del periodo (trimestrale o mensile). Agli inizi degli anni Venti, il nostro Sistema Bancario, privo di un ordinamento ben preciso e definito, svolgeva la sua attività identificandosi essenzialmente con un sistema di tipo liberista o modello tedesco della Banca mista. Questo tipo di ordinamento collocato in quel determinato periodo, fu l’origine del nostro Sistema Bancario. La crisi era dettata dal fatto che le banche hanno rappresentato e costituito l’unica fonte per il riarmo bellico, dovuto al primo conflitto mondiale. Per questa causa, la maggior parte dei finanziamenti o dei capitali investiti, hanno trovato difficoltà nel loro ripristino. Una delle crisi più gravi, si verificò nel 1921 con il crollo della banca italiana di sconto. A questa crisi, le autorità governative di allora, cercarono di porre rimedio. Infatti, si inizia a parlare di disegni di legge, che divennero applicativi tramite dei decreti di legge nel 1926. Il primo intervento fondamentale, fu la nascita della Banca d’Italia come unico Istituto di emissione, al quale seguì l’abolizione del Banco di Napoli e del Banco di Sicilia. La Banca d’Italia è nata con la finalità di dare un ordinamento ben preciso al nostro sistema: vigilanza sulle banche; 63 autorizzazione della nascita di nuovi sportelli; stampa di moneta; attuazione di interventi di politica economica. Per quanto riguarda il nostro sistema creditizio, legato anche alla crisi finanziaria mondiale, partita dagli Stati Uniti D’America con il crollo della banca valori di Wall Street nel 1929, i governi dei vari paesi e in modo particolare i paesi occidentali maggiormente coinvolti, tra cui l’Italia, hanno cercato di porre interventi per uscire fuori da questa grande crisi. La conseguenza (l’errore) più grave della crisi del 1929 fu la massimizzazione del profitto e la cattiva distribuzione del reddito nei confronti della classe operaia. Tutto questo comportò una riduzione drastica dei consumi, dovuta ad un forte calo della domanda interna ed esterna, che provocò, in primo luogo, una grande recessione, e successivamente, una depressione economica. Le aziende, nel tentativo di recuperare la domanda, iniziarono a ridurre sensibilmente i prezzi dei prodotti, vendendo al di sotto dei costi di produzione e attuando quel processo definito “deflazione”. Da questa situazione si delineò un quadro ben preciso: da un lato, le famiglie con la contrazione del potere di acquisto e la difficoltà ad estinguere i propri debiti; dall’altro, le aziende costrette a chiudere. Tutto ciò fece crollare diversi settori economici, come l’agricoltura, l’edilizia e la grande industria influendo in modo determinante sui mercati finanziari e provocando, nel Settembre del 1929, il crollo della Borsa di Wall Street (Borsa valore di New York). in Italia lo stato fascista attuò una decisa azione nell’economia. Gli interventi attuati dall’Italia furono: - controllo statale degli scambi monetari; - grandi lavori pubblici (bonifica delle paludi Pontine, acquedotti, ecc); - creazioni dei primi enti pubblici (Nel 1931 l’IMI, che aveva il compito di finanziare le aziende in difficoltà, tramite la sottoscrizione di prestiti obbligazionari. Nel 1933 l’IRI, che aveva il compito di attuare i piani di intervento nei vari settori economici sotto la propria tutela); - protezionismo spinto fino al varo del 1934 della politica autarchica; - riarmo e aggressività internazionale, che ebbe modo di esprimersi già nel 1935 con l’attacco all’Etiopia. Per quanto riguarda l’IRI, la sua costituzione, avvenuta in un momento in cui occorreva risanare e riorganizzare il sistema creditizio e l’apparato produttivo scossi dalla grande crisi economica mondiale, ha rappresentato una svolta per l’economia italiana ed ha costituito la forma più incisiva dell’intervento dello Stato nell’attività produttiva, mediante lo strumento delle partecipazioni azionarie e il meccanismo del mercato concorrenziale per perseguire finalità di interesse sociale. Dopo la nascita dei primi enti pubblici, il nostro sistema bancario cercò in tutti i modi di darsi una nuova identità. Infatti nel 1936, si arrivò alla determinazione della prima vera riforma del nostro sistema bancario. La riforma del 1936 si basava essenzialmente sulla specializzazione del credito. Ciò significa che da un lato, vi erano le banche definite di credito ordinario che avevano il compito essenziale di concedere finanziamenti nel breve periodo, dall’altro lato vi era la nascita di Istituti definiti anche di credito speciale, che avevano il compito di concedere finanziamenti a breve e medio periodo. La specializzazione del credito inseriva nel suo insieme elementi di regolamentazione quali: la riserva obbligatoria, ovvero una percentuale calcolata sui depositi e versata presso la Banca d’Italia; il plafond che costituiva il massimale sugli impieghi dei fondi, definito anche tetto massimo dei finanziamenti che la banca poteva concedere all’azienda dietro autorizzazione della banca centrale. A partire dalla nascita della BANCA D’ITALIA e alla RIFORMA BANCARIA DEL 1936, il nostro sistema bancario si presenta come segue: SISTEMA BANCARIO CON LA RIFORMA DEL 1936 C.I.C.R. Ministero del Tesoro (presiede il CICR) Comitato Interministeriale per il Credito e il Risparmio. 64di essi Alta vigilanza su Governatore della Banca d’Italia (partecipa alle sedute del CICR) BANCA D’ITALIA VIGILA SULLE BANCHE Istituto di credito speciale (di medio e lungo periodo) Istituto di credito mobiliare e industriale Istituto di credito fondiario ed edilizio Istituto di credito Agrario Istituti di credito per opere pubbliche Cassa depositi e prestiti Cassa per il mezzogiorno IMI - IRI Medio Banca Banca d’Affari Altri istituti Particolari Tale sistema ha retto fino alla metà degli anni ‘80. Verso la metà degli anni ‘80 inizia a cambiare lo scenario nel sistema bancario grazie anche ai notevoli cambiamenti apportati all’interno di un mercato sempre più concorrenziale. Infatti nell’ambito del settore pubblico molti enti tra cui l’IMI, l’IRI, l’ENI e le aziende di telecomunicazioni e dell’energia (ENEL, TELECOM, Ferrovie dello Stato ecc.) passano dalla gestione pubblica, ovvero dallo Stato, alla gestione privata in cui lo Stato diventa socio di minoranza. Da questo nuovo scenario anche il sistema bancario nutre il desiderio di apportare un cambiamento notevole. Infatti, proprio da queste nuove esigenze, si inizia a parlare di deregulation del sistema bancario. Per deregulation intendiamo il desiderio di apportare dei cambiamenti all’interno della riforma bancaria del 1936, cioè allargare la “tenaglia” che era molto stringente per quando riguarda la specializzazione del credito eliminando anche quel sistema di rigidità che riguardava la riserva obbligatoria, la concessione di credito tramite l’abolizione del così detto plafond 65 ( tetto massimo sugli impieghi). Dal lato dell’intermediazione la banca si è avvicinata sempre di più alle famiglie, soprattutto nel campo del credito al consumo e al miglioramento dei servizi e dei prodotti; infatti in questo periodo si assiste a un processo inverso: non è più il cliente che va verso la banca ma è la banca che va verso il cliente. Con la deregulation bancaria si inizia a parlare di un sistema bancario definito Banca Impresa dove la maggiore parte delle banche giuridicamente si costituiscono sottoforma di SPA e le banche popolari e le casse rurali si costituiscono sottoforma di credito cooperativo per azioni (le banche popolari in base all’approvazione di un decreto legge a partire dal mese di marzo devono assumere la forma giuridica di SPA). In nuovo sistema, in base anche alle esigenze di mercato, in Italia doveva basarsi su due modelli essenziali: modello della banca plurifunzionale, che era un modello di tipo verticistico; modello di banca universale, di tipo orizzontale. In Italia venne adottato il modello di banca universale: un modello meno rigido ma più rischioso rispetto al modello di banca plurifunzionale. 66 2° SISTEMA ANNI ’90 DEREGULATION C.I.C.R. Ministero del Tesoro (presiede il CICR) Alla vigilanza in materia di credito e risparmio Governatore della Banca d’Italia (partecipa alle sedute del CICR) BANCA D’ITALIA Unico Istituto di emissione, svolge il ruolo di Banca Centrale attraverso la Politica Monetaria dello Stato. Esercita la vigilanza sulle banche e sui gruppi bancari. BANCHE Sono Imprese appartenenti al settore terziario dell’Economia, la cui attività principale consiste nella raccolta del risparmio tra il pubblico e nella concessione di prestiti all’impresa (credito alla produzione) e alle famiglie (credito al consumo). Possono inoltre, quando lo statuto lo prevede, esercitare ogni altra attività finanziaria, le attività connesse e strumentali ad emettere obbligazioni. Per le Banche riguardo al limite del Capitale versato ed esistente non occorre la Delibera da parte dell’Assemblea Straordinaria. Devono essere autorizzata dalla B.I., risultare scritte all’albo. Devono sottostare alla sua vigilanza informativa, regolamentare e ispettiva. Le forme Giuridiche richieste dalla B.I. per il rilascio dell’autorizzazione a esercitare l’attività bancaria sono: SOCIETA’ COOPERATIVA PER AZIONI Responsabilità limitata SPA Banche Popolari Banche di Credito Cooperative (Possono però trasformarsi in SPA) (In passato formavano le categorie delle classi rurali e artigiane) 67 Con il trattato di Maastricht che costituisce i fondamenti essenziali per la nascita dell’euro, per quanto riguarda il sistema bancario, si delinea una struttura in cui presenta un organigramma ben diverso rispetto ai precedenti. Infatti, all’apice di tutto, non troviamo più la banca d’Italia, ma il sistema europeo delle banche centrali, definito anche SEBC, che è costituito dalla BCE e da tutte le banche centrali nazionali. Tale sistema ha il compito di delineare tutte le strategie possibili per quanto riguarda la politica economica. In base all’ordine gerarchico, dopo il SEBC, troviamo la BCE (banca centrale europea) che ha il compito di applicare o condurre tutte le decisioni intraprese dalla SEBC. Dopo la BCE, rispettando l’ordinamento gerarchico, troviamo la banca d’Italia, che ha il compito di perseguire tutti gli obiettivi assegnati dalla SEBC e agire secondo le istruzioni impartite dalla BCE. La BCE viene affiancata dal governatore della banca d’Italia. Il governatore della banca d’Italia, partecipa al Consiglio direttivo del SEBC e alle sedute del CICR (comitato interministeriale per il credito e il risparmio). A sua volta il CICR affianca la banca d’Italia, e ha il compito di vigilare in materia di credito e tutela del risparmio. A sua volta, il Ministro delle economie e delle finanze ha il compito di presiedere il CICR. Come ultimo anello della gerarchia elencata, abbiamo le banche che agiscono sotto il controllo e la vigilanza della banca d’Italia. Le banche, come sappiamo, agiscono all’interno di un mercato globale, in un sistema concorrenziale e vengono definite banche imprese. Il loro compito è quello di favorire l’intermediazione bancaria che si determina tramite la funzione di raccolta e di impiego dei fondi. Il governatore della banca d’Italia, ha il compito di relazionare, in presenza di tutte le autorità governative e delle parti sociali, sulla situazione economica e finanziaria del nostro paese. Tutto ciò avviene per tradizione nel mese di maggio. La valutazione nella logica si rifà a tutto ciò che si è manifestato nell’anno precedente. Il suo incarico non è più a tempo indeterminato, ma da qualche anno è a scadenza, per una durata temporale di cinque anni, non più rinominabile. Può decadere anticipatamente quando si manifestano due presupposti essenziali che sono: incapacità e atti amorali. L’attività di vigilanza, che in base al nuovo ordinamento, rimane sempre nelle mani della banca D’Italia, e accompagnata anche dalla collaborazione di altre autorità nazionali che sono la CONSOB (commissione nazionale società e borse) e l’ANTITRUST. La CONSOB ha ilo compito di vigilare soprattutto nei mercati finanziari e tenere sotto controllo i bilanci delle varie società quotate in borsa. L’ANTITRUST, invece, deve vigilare su eventuali irregolarità di mercato, al fine di eliminare qualsiasi forma di monopolio tentato da qualsiasi azienda all’interno di un sistema di mercato. Il trattato di Maastricht è stato firmato il 7 febbraio 1992 a Maastricht, sulle rive della Mosca, dai dodici paesi membri dell'allora Comunità Europea, oggi Unione Europea, che fissa le regole politiche e i parametri economici necessari per l'ingresso dei vari Stati aderenti alla suddetta Unione. È entrato in vigore il 1º novembre 1993. I parametri di Maastricht o criteri di convergenza sono i requisiti economici e finanziari che gli Stati dell'Unione europea devono soddisfare per l'ingresso nell'Unione economica e monetaria dell'Unione europea (UEM). Essi sono: A) La stabilità dei prezzi. Il trattato prevede che "Il raggiungimento di un alto grado di stabilità dei prezzi risulterà da un tasso d'inflazione prossimo a quello dei tre Stati membri, al massimo, che hanno conseguito i migliori risultati in termini di stabilità dei prezzi". In concreto, il tasso d'inflazione di un dato Stato membro non deve superare di oltre l'1,5% quello dei tre Stati membri che avranno conseguito i migliori risultati in materia di stabilità dei prezzi nell'anno che precede l'esame della situazione dello Stato membro. B) La situazione della finanza pubblica. Il trattato stabilisce che: "La sostenibilità della situazione della finanza pubblica risulterà dal conseguimento di una situazione di bilancio pubblico non caratterizzata da un disavanzo eccessivo. In pratica, al momento dell'elaborazione della sua raccomandazione annuale al Consiglio dei ministri delle finanze (Ecofin), la Commissione esamina se la disciplina di bilancio sia stata rispettata in base ai due seguenti parametri: 68 il disavanzo pubblico annuale: il rapporto tra il disavanzo pubblico annuale e il prodotto interno lordo (PIL) non deve superare il 3 % alla fine dell'ultimo esercizio finanziario concluso. In caso contrario, tale rapporto deve essere diminuito in modo sostanziale e costante e aver raggiunto un livello prossimo al 3% (interpretazione tendenziale a norma dell'articolo 104, paragrafo 2) o, in alternativa, il superamento del valore di riferimento deve essere solo eccezionale e temporaneo e il rapporto deve restare vicino al valore di riferimento; il debito pubblico: il rapporto tra il debito pubblico lordo e il PIL non deve superare il 60 % alla fine dell'ultimo esercizio di bilancio concluso. In caso contrario, tale rapporto deve essersi ridotto in misura sufficiente e deve avvicinarsi al valore di riferimento con ritmo adeguato (interpretazione tendenziale a norma dell'articolo 104, paragrafo 2). C) Il tasso di cambio. Il trattato prevede "il rispetto dei margini normali di fluttuazione previsti dal meccanismo di cambio del Sistema monetario europeo per almeno due anni, senza svalutazione nei confronti della moneta di qualsiasi altro Stato membro". SISTEMA BANCARIO LEGATO ALLA NASCITA DELL’EURO 69 SEBC Persegue la stabilità dei prezzi GOVERNATORE DELLA BANCA D’ITALIA BCE Partecipa al Consiglio direttivo del SEBCE e alle sedute del CICR Conduce la politica monetaria COMITATO INTERMINISTERIALE PER IL CREDITO E IL RISPARMIO (CICR) BANCA D’ITALIA Persegue gli obiettivi assegnati al SEBC e agisce secondo gli indirizzi e le istruzioni della BCE Vigila in materia di credito e di tutela del risparmio BANCHE Sono imprese, appartenenti al settore terziario dell’economia, la cui attività principale consiste nella raccolta del risparmio tra il pubblico e nella concessione di prestiti alle imprese (credito alla produzione) e alle famiglie (credito al consumo). Possono inoltre, quando il loro statuto lo prevede, di esercitare ogni altra attività finanziaria, le attività connesse e strumentali ed emettere obbligazioni. Devono essere autorizzate dalla banca d’Italia, risultare scritte all’albo da essa tenuto e sottostare alla sua vigilanza informativa, regolamentare e ispettiva. Le operazioni con le banche si suddividono in: • operazioni di servizi; 70 MINISTRO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE Presiede il CICR • operazioni di finanziamento. In questi ultimi anni, le operazioni di servizio sono legate soprattutto al c/c di corrispondenza che, giuridicamente viene definito «contratto atipico», in quanto non è regolato dal codice civile. Inoltre non prevede una scadenza e si rinnova automaticamente in modo tacito. Il rapporto può terminare solo per volontà della banca o del cliente correntista. Il c/c di corrispondenza è un tipo di deposito che permette il confluire di un’infinità di operazioni di varia natura, le quali determinano poi i movimenti in c/c. I movimenti di operazioni, a loro volta, vanno a determinare i saldi del c/c che possono essere a favore della banca e a favore del cliente. Se sono saldi a favore della banca, alla fine di ogni trimestre, possono determinare interessi debitori; se invece sono saldi a favore del cliente o correntista possono determinare interessi creditori. Gli interessi a favore del cliente sono soggetti ad una ritenuta fiscale alla fonte del 20%. Per trimestre intendiamo la suddivisione periodica dell’anno solare in modo seguente: •31/12- 31/03 dell’anno «n» •31/03- 30/06 dell’anno «n» •30/06- 30/09 dell’anno «n» •30/09- 31/12 dell’anno «n» Le operazioni che confluiscono nel c/c di corrispondenza vengono registrati in due prospetti. Il primo prospetto si chiama estratto conto in cui vengono elencate tutte le operazioni di movimento, in ordine di data. Successivamente, il riepilogo periodico trimestrale viene fatto su un altro prospetto chiamato staffa o scalare interessi, in cui il riepilogo viene fatto in ordine di valuta e i giorni per i calcoli degli interessi vengono fatti con un metodo chiamato «amburghese» che, avviene fra il saldo precedente al saldo successivo. Contabilmente non facciamo altro che rilevare operazioni di accreditamento o di riscossione, di addebitamento o di pagamento. Quando maturano gli interessi a favore della banca in P.D. abbiamo: interessi passivi bancari banca x c/c 140,00 140,00 Se invece sono a favore del correntista o del cliente in P.D. abbiamo: banca x c/c titolare c/ritenute subite interessi attivi bancari 80,00 20,00 100,00 Per i servizi di pagamento o di addebitamento come giroconto, bonifico, in P.D. abbiamo: debiti v/fornitori banca x c/c commissione bancaria banca x c/c x debiti v/fornitori commissione bancaria banca x c/c x x x x x Oppure: x Se il pagamento dei debiti avviene con la richiesta iniziale di un assegno circolare, in P.D. abbiamo: 71 assegno circolare banca x c/c debiti v/fornitori banca x c/c x x x x I servizi di pagamento effettuati presso una banca, possono riguardare anche il pagamento di cambiali passive domiciliate in scadenza per conto dell’azienda. In questo caso rileviamo, una variazione finanziaria attiva che è l’estinzione della cambiale passiva; e una variazione finanziaria passiva che corrisponde alla diminuzione dei fondi disponibili in c/c di corrispondenza. Contabilmente abbiamo: debiti v/fornitori cambiali passive Cambiali passive banca x c/c commissioni bancarie banca x c/c x x x x x x Lo stesso meccanismo può essere adottato quando, per estinguere i debiti, vengono utilizzati al posto delle cambiali, le ricevute bancarie oppure RI.BA. Solo che, in questo caso, essendo un titolo immateriale, alla scadenza si annullano direttamente i debiti: debiti v/fornitori banca x c/c x x I servizi di riscossione Per quanto riguarda i servizi di riscossione, con riferimento in modo particolare alle operazioni di accreditamento, rientrano anche l’incasso dei crediti commerciali (cambiali attive) e ricevute bancarie, quando giungono alla scadenza, per conto dell’azienda cliente. Se si tratta di cambiali l’operazione avviene in due fasi: la prima definita presentazione delle cambiali alla banca; la seconda fase, invece, incasso delle cambiali alla scadenza con l’addebito dei costi d’incasso. Tutta questa operazione viene definita cambiali al dopo incasso. In P.D. abbiamo: cambiali all’incasso cambiali attive banca x c/c cambiali all’incasso commissioni bancarie(costi d’incasso) banca x c/c x x x x x x Può succedere che una cambiale, alla scadenza, risulti insoluta, cioè il debitore non rispetti i termini di pagamento. In questo caso la cambiale risulta protestata, e il cliente della banca subisce automaticamente l’addebito della stessa con aggiunta dei costi e delle commissioni. Infatti in P.D. abbiamo: 72 cambiali insolute costi d’incasso cambiali all’incasso banca x c/c 1000,00 42,00 1000,00 42,00 Successivamente se la cambiale protestata viene incassata, in P.D. abbiamo: Banca x c/c cambiali insolute 1000,00 1000,00 Se invece risulta definitivamente inesigibile e stralciata in P.D. abbiamo: perdita su crediti cambiali insolute 1000,00 1000,00 LE OPERAZIONI DI FINANZIAMENTO Le operazioni di finanziamento vengono definite operazioni di debito o di capitali di terzi. Servono all’azienda per soddisfare il fabbisogno finanziario quando il capitale proprio è insufficiente. Esse possono essere suddivise in operazioni di prestito e operazioni di smobilizzo crediti (cambiale attiva e RI.BA.). Le operazioni di prestito si riferiscono, in modo particolare all’ottenimento di finanziamento tramite: i mutui ipotecari definiti contabilmente anche mutui passivi, e la sovvenzione bancaria. La differenza sostanziale fra le due sta nel fatto che, i mutui passivi sono finanziamenti a medio e lungo termine, mentre la sovvenzione è a medio termine. Oggi esistono anche mutui quarantennali. Sia sui mutui, sia sulle sovvenzioni bancarie maturano degli interessi che, nella logica, sono interessi passivi. Nello specifico per i mutui rileviamo interessi passivi su mutui, mentre nella sovvenzione gli interessi vengono rilevati con la voce interessi passivi bancari. Infatti in P.D. possiamo avere le seguenti scritture: banca x c/c mutui passivi ( o ipotecari) x x L’estinzione del mutuo avviene in maniera periodica in base ad un piano di ammortamento precostituito. Nella maggior parte dei casi la quota più gli interessi si determina ogni 6 mesi. Ogni qualvolta che, si estingue una parte del mutuo in P.D., abbiamo: mutui passivi ( o ipotecari) interessi passivi su mutui banca x c/c x x x Al 31/12 , se l’operazione comprende l’anno attuale con l’anno successivo, occorre rilevare una scrittura di integrazione chiamata rateo, che in questo caso è un rateo passivo. Infatti al 31/12 rileviamo la seguente scrittura: 31/12 interessi passivi su mutui ratei passivi x 73 x Se ,invece, otteniamo una sovvenzione bancaria in P.D. possiamo avere le seguenti scritture, che vengono calcolati in base al valore nominale di entrata e in base al valore nominale di uscita.In base al valore nominale di entrata l’azienda ottiene la disponibilità finanziaria al netto degli interessi. Gli interessi corrispondono alla differenza, rilevati posticipatamente, nell’esempio al 15/07. Infatti in P.D. abbiamo per valore nominale di entrata le seguenti scritture: banca x c/c banche c/sovvenzioni banche c/sovvenzioni interessi passivi bancari banca x c/c 998,00 998,00 2,00 998,00 1000,00 Invece a valore nominale di uscita gli interessi vengono calcolati anticipatamente, contabilmente abbiamo banca x c/c interessi passivi bancari banche c/sovvenzioni banche c/sovvenzioni banca x c/c 998,00 2,000 1000,00 1000,00 1000,00 Finanziamenti bancari ottenuti tramite lo smobilizzo di titolo di credito: Per smobilizzo si intende la cessione di titoli in portafoglio alla banca, prima della scadenza degli stessi. Lo smobilizzo può riguardare le cambiali attive, le RI.BA. e la cessione delle fatture. Per quanto riguarda le cambiali, la banca nel momento in cui li accetta mette a disposizione del cliente il netto ricavo che è dato: NETTO RICAVO = IMPORTO NOMINALE – SCONTO PASSIVO BANCARIO – COSTI D’INCASSO Tecnicamente l’operazione avviene in due fasi: la prima fase si chiama presentazione degli effetti allo sconto; la seconda fase ammissione degli effetti allo sconto con l’accreditamento del netto ricavo. Contabilmente abbiamo le seguenti scritture: cambiali allo sconto cambiali attive banca x c/c sconti passivi bancari costi d’ incassso cambiali allo sconto 10,00 7,00 2,00 1,00 10,00 10,00 Se una o più cambiali, dopo la presentazione allo sconto e l’istruttoria effettuata dall’ufficio fidi non rientrano nella cifra di castelletto, ritornano tra le cambiali attive nel portafoglio dell’azienda. In P.D. abbiamo le seguenti scritture: 74 cambiali allo sconto cambiali attive cambiali attive cambiali allo sconto banca x c/c sconti passivi bancari costi d’ incassso cambiali allo sconto x x x x x x x x Se una cambiale, alla scadenza risulta insoluta, la banca effettua direttamente la rivalsa nei confronti del cliente addebitando in c/c la stessa. In P.D. abbiamo: cambiali insolute banca x c/c x x Se poi successivamente vanno a buon fine in P.D. abbiamo: banca x c/c cambiali insolute x x Se invece risultano definitivamente insolute in P.D. abbiamo: perdita su crediti cambiali insolute x x I finanziamenti ottenuti tramite lo smobilizzo delle RI.BA. possono avvenire in base a due procedimenti che sono: •smobilizzo delle RI.BA. all’incasso SBF (salvo buon fine)con disponibilità immediata; •smobilizzo delle RI.BA. all’incasso accreditata SBF. Per quanto riguarda il primo punto, lo smobilizzo avviene in considerazione di un conto anticipo fruttifero in c/c e addebitati all’azienda nel c/c di corrispondenza. Secondo questa modalità in P.D. abbiamo le seguenti scritture: costi d’incasso banca x c/c banca x c/c banca c/ri.ba all’incasso banca c/ri.ba all’incasso crediti v/clienti interessi passivi bancari banca x c/c 22,00 1200,00 1200,00 37,00 22,00 1200,00 1200,00 37,00 In questo esempio si ipotizza che tutte le Ri.Ba. all’incasso vanno a buon fine annullando contemporaneamente alla scadenza i crediti v/clienti. Nello stesso tempo tramite il conto anticipo maturano interessi trimestrali che la banca addebita nel conto corrente dell’azienda. 75 Per quando riguarda la seconda ipotesi , poiché l’accreditamento viene fatto salvo buon fine senza l’utilizzo del conto anticipo, non rileviamo gli interessi: Infatti in P.D. abbiamo le stesse scritture con l’esclusione della scrittura sugli interessi. Può succedere che una o più RI.BA. risulti insoluta. In questo caso se, inizialmente la banca ha effettuato un accredito, successivamente rileva l’addebito. Contabilmente possiamo avere le seguenti scritture: costi d’incasso 5 banca x c/c 5 banca x c/c 120,00 banche c/ri.ba. all’incasso 12 0,00 banche c/ri.ba. all’incasso 120,00 Crediti v/clienti 120,00 Banche c/ri.ba all’incasso 20,00 Banca x c/c 20,00 crediti insoluti 20,00 crediti v/clienti 20,00 se successivamente viene incassata contabilmente abbiamo: banca x c/c 20,00 crediti insoluti 2 0,00 se risulta definitivamente inesigibile in pd abbiamo perdita su crediti 20,00 crediti insoluti 2 0,00 LA LIQUIDAZIONE DELL’IVA 76 La liquidazione dell’IVA avviene in modo periodico: mensile o trimestrale. Per liquidazione si intende rilevare o registrare l’IVA ns/credito e l’IVA a ns/debito su un unico conto finanziario, denominato IVA c/liquidazione. Tale conto ci consente di determinare la differenza tra l’IVA a credito e l’IVA a debito che, da’ luogo a un saldo a debito o un saldo a credito. Un saldo a debito si ha quando l’IVA ns/debito è maggiore dell’IVA ns/credito; il saldo a credito si ha quando l’IVA ns/debito è minore dell’IVA ns/credito. Quando il saldo è a debito, l’impresa deve effettuare il versamento dell’imposta a favore dello Stato nei termini di legge. Se la liquidazione avviene mensilmente, il versamento deve essere effettuato entro il 16 del mese successivo; se invece è trimestrale il versamento deve avvenire entro il 16 del secondo mese successivo al trimestre di riferimento. Se l’azienda, invece, di avere un saldo a debito, ha un saldo a credito, può optare per due soluzioni: • chiedere il rimborso dello Stato; • portarla in distrazione, se necessario, nel periodo successivo. Se la liquidazione periodica, per differenza determina un saldo a debito, il versamento o pagamento deve avvenire obbligatoriamente tramite banca o uffici postali. Nell’ultimo periodo di riferimento, che chiude l’esercizio amministrativo (al 31/12), l’azienda, dopo aver eseguito la liquidazione e determinato il saldo, deve tener conto a livello contabile, anche, dell’acconto IVA precedentemente versato in modo tale da, stabilire l’effettivo saldo a debito o saldo a credito. Le scritture in considerazione fanno riferimento alla liquidazione e al versamento che si determinano prima del 31/12/n. 16/4 iva c/liquidazione iva ns/credito x iva ns/debito iva c/liquidazione x x x se l’iva a debito è maggiore dell’iva a credito contabilmente abbiamo: iva c/liquidazione banca x c/c x x se l’iva a debito è minore dell’iva a credito contabilmente abbiamo: crediti per iva iva c/liquidazione x x Le scritture in considerazione fanno riferimento alla liquidazione dell’ultimo periodo dell’esercizio amministrativo ,ovvero l’IVA a debito e l’IVA a credito che, si determinano entro il 31/12, in cui il versamento o il pagamento viene eseguito entro il 16/01 dell’anno n+1. La liquidazione può presentare diverse ipotesi: 77 IPOTESI A IVA a debito maggiore dell’IVA a credito con un acconto IVA inferiore all’IVA c/liquidazione. Tale differenza determina un debito per IVA. 31/12 31/12 iva c/liquidazione iva c/acconto debiti per iva x debiti per iva banca x c/c x x x x IPOTESI B IVA a debito maggiore dell’IVA a credito ma con un acconto maggiore del saldo IVA c/liquidazione. In questo caso la differenza determina un credito per IVA. 31/12 31/12 crediti per iva iva c/liquidazione iva c/acconto x x banca x c/c crediti per iva x x x IPOTESI C Nel caso in cui l’IVA a credito è maggiore dell’IVA a debito, il saldo IVA c/liquidazione va sommato all’IVA c/acconto determinando un credito per IVA. crediti per iva iva c/liquidazione iva c/acconto x x x Rilevazione dell’acconto delle imposte dirette L‘ACCONTO IMPOSTE Esistono alcune imposte che colpiscono l‘impresa individuale. Per queste imposte, nel corso dell‘esercizio, deve essere versato un acconto sulla liquidazione futura, dato che l‘ammontare esatto delle imposte da pagare sarà conosciuto solo a fine anno, quando sarà noto il reddito d‘esercizio. Esso deve essere versato in due rate: • la prima entro il 16 giugno, corrispondente al 40% dell‘acconto complessivo; • la seconda entro il 30 novembre corrispondente al 60%. Il credito risultante dall‘acconto versato viene rilevato dal conto finanziario come Imposte c/acconto. Entro il 16 giugno dell‘anno successivo, inoltre, deve essere versato il saldo imposte, pari alla differenza tra l‘imposta dovuta e l‘acconto totale già versato. 78 Per dette imposte durante l’esercizio amministrativo l’azienda è tenuta a versare un acconto sulla liquidazione futura, dato che l’ammontare complessivo sarà conosciuto solo a fine anno. L’acconto che corrisponde ad una percentuale delle imposte dell’esercizio precedente, deve essere versato in due rate. La prima rata deve essere versata entro e non oltre il 16 giugno e corrisponde al 40% dell’acconto complessivo; la seconda, che corrisponde al 60%, deve essere versata entro e non oltre il 30 novembre. Il versamento dovuto deve avvenire obbligatoriamente tramite banca o uffici postali. In P.D. possiamo avere le seguenti scritture: 16/6 30/11 31/12 Imposte c/acconto Banca x/c/c Imposte c/acconto Banca xc/c Imposte d’esercizio Imposte c/acconto Debiti per imposte 5,00 7,00 21,00 5,00 7,00 12,00 9,00 LE OPERAZIONI SUGLI IMBALLAGGI L‘imballaggio è la confezione di un prodotto, destinato a contenerlo e a proteggerlo fino all‘uso, in modo da salvaguardarne la quantità, la qualità e rendere più gradevole il suo aspetto estetico. Gli imballaggi si distinguono in : • imballaggi primari (a diretto contatto con il prodotto); • imballaggi secondari (quando ragruppano un certo numero di unità); • imballaggi terziari (quando facilitano manipolazione e trasporto di un certo numero di unità). In base alle caratteristiche di utilizzo gli imballaggi si suddividono in: • imballaggi di consumo (involucri non durevoli e di medio valore es. carta); • imballaggi durevoli (beni utilizzati più volte e non destinati alla vendita es. Botte di legno, cassette di ferro-acciaio). Gli imballaggi di consumo rappresentano delle componenti del reddito d‘esercizio e il loro acquisto si rileva in DARE del conto economico d‘esercizio, con la voce Materie di consumo conto acquisti. Gli imballaggi durevoli sono destinati ad essere utilizzati più volte ,e vengono consegnati al compratore con la clausola imballaggio a rendere. Il loro acquisto si rileva in DARE dello Stato Patrimoniale con la voce Imballaggi durevoli, ed essendo un costo pluriennale, deve essere ammortizzato nel tempo. La clausola imballaggio a rendere vincola il compratore a restituire gli imballi dopo il ricevimento della merce. Per cautelarsi contro la mancata restituzione, il venditore può addebitare in fattura a titolo di cauzione, un importo pari al valore degli imballi prestati. Alla restituzione degli stessi si procede a restituire la cauzione. La dismissione di imballaggi di uso durevole comporta : lo storno del fondo ammortamento per la parte riferibile agli imballaggi dismessi; la rivelazione di eventuali plusvalenze o minusvalenze da alienazione per quelli fatturati ai clienti; insussistenze passive per quelle andati perduti. 79 Per quanto riguarda l‘imballaggio non durevole, considerato materiale di consumo (usa e getta), contabilmente, si rilevano le seguenti scritture: Se l’imballaggio viene acquistato dall’azienda, in P.D. abbiamo: materie di consumo c/acquisto iva ns/credito debiti v/fornitori x x x Se l‘imballaggio è fatturato ed inserito in una fattura d‘acquisto di merci, esso viene sommato direttamente sul valore della merce stessa creando un‘unica base imponibile in P.D. abbiamo: merci c/acquisto iva ns/credito debiti v/fornitori x x x Se ,invece, l’imballaggio rientra in un’operazione di vendita di merci, esso viene rilevato con la voce rimborso costi di vendita. In P.D. abbiamo: crediti v/clienti merci c/vendite rimborsi costi di vendita iva ns/debito x x x x RILEVAZIONE CONTABILE DELL’IMBALLAGGIO DUREVOLE Gli imballaggi durevoli, essendo delle immobilizzazioni materiali, sono destinati a durare nel tempo e vengono consegnate al compratore da parte del venditore con la clausola imballo a rendere. Essi si rilevano come costi pluriennali in DARE dello Stato patrimoniale; il costo sostenuto viene ripartito su più esercizi attraverso la procedura dell’ammortamento. la clausola imballo a rendere vincola il compratore a restituire l’imballaggio ricevuto. Il venditore per cautelarsi contro la mancata restituzione lo addebita in fattura a titolo di cauzione. Se non vengono restituiti, essi vengono considerati venduti e in questo caso il venditore, trattenendo la cauzione, è tenuto ai fini fiscali (calcolo dell’IVA) ad emettere una normale fattura. Contabilmente, per chi acquista, in PD possiamo avere le seguenti scritture: merci c/acquisto iva ns/credito 10% crediti per cauzione debiti v/fornitori debiti v/fornitori crediti per cauzione 100,00 10,00 5,00 115,00 5,00 5,00 Si estinguono così i debiti al netto della cauzione e in P.D. abbiamo: debiti v/fornitori banca x c/c 110,00 Per chi vende in P.D. abbiamo: 80 110,00 crediti v/clienti merci c/vendita iva ns/debito10% debiti per cauzione debiti per cauzione crediti v/clienti banca x c/c crediti v/clienti 115,00 5,00 110,00 100,00 10,00 5,00 5,00 110,00 Gli imballaggi durevoli essendo un bene strumentale possono, anche, essere dismessi dal processo produttivo. Se la dismissione è legata a rotture o a logorio, contabilmente si procede alla stessa rilevazione eseguita in precedenza durante la trattazione della dismissione dei beni strumentali. Se, invece, la dismissione avviene per cause esterne o estranei alla azienda es. perdita, furti, ecc., la differenza fra il costo storico e la percentuale di ammortamento non determina il valore contabile del bene, bensì una Insussistenza passiva straordinaria, che in P.D. si rileva con la seguente scrittura: insussist.za passiva straordinaria imballaggi durevoli x x L‘ACCONTO IMPOSTE Esistono alcune imposte che colpiscono l‘impresa individuale. Per queste imposte, nel corso dell‘esercizio, deve essere versato un acconto sulla liquidazione futura, dato che l‘ammontare esatto delle imposte da pagare sarà conosciuto solo a fine anno, quando sarà noto il reddito d‘esercizio. Esso deve essere versato in due rate: • la prima entro il 16 giugno, corrispondente al 40% dell‘acconto complessivo; • la seconda entro il 30 novembre corrispondente al 60%. Il credito risultante dall‘acconto versato viene rilevato dal conto finanziario come Imposte c/acconto. Entro il 16 giugno dell‘anno successivo, inoltre, deve essere versato il saldo imposte, pari alla differenza tra l‘imposta dovuta e l‘acconto totale già versato. GODIMENTO BENI DI TERZI La disponibilità di beni strumentali può essere ottenuta anche attraverso l‘affitto o la locazione finanziaria. Il contratto di locazione (o affitto) consente all‘impresa di disporre di beni immobili di proprietà di terzi, sostenendo un costo che si rileva nel conto economico d‘esercizio con la voce Fitti passivi. fitti passivi iva ns/credito crediti per cauzione debiti v/fornitori Alla scadenza del contratto debiti v/fornitori crediti per cauzione x x x x x x Il leasing finanziario è, invece, il contratto con cui un‘ impresa prende in locazione finanziaria determinati beni strumentali contro pagamento alla società di leasing di canoni periodici, con la possibilità del riscatto del bene alla scadenza del contratto. I canoni di leasing vengono rilevati nel conto economico d‘esercizio con la voce canone di leasing, che 81 costituisce un elemento negativo di reddito o costo d‘ex. E‘ previsto nel contratto di leasing, oltre al versamento periodico, il versamento obbligatorio di un maxcanone iniziale. Al 31/12, per effetto dei pagamenti anticipati, dev‘ essere rilevato il costo di competenza effettivo. Tutto questo si determina tramite la rilevazione contabile di un risconto attivo che costituisce una scrittura di rettifica. Le scritture in considerazione al momento della stipulazione del contratto sono: impegni per beni in leasing creditore c/leasing x x Questa scrittura serve solo a rilevare l‘impegno contrattuale. Successivamente si va a rilevare la fattura del maxcanone iniziale. Contabilmente abbiamo: canone di leasing iva ns/credito debiti v/fornitori debiti v/fornitori banca x c/c x x x x x Poi si passa alla rilevazione contabile del canone periodico sempre tramite una normale fattura. Infatti in P.D. abbiamo: canone di leasing iva ns/credito debiti v/fornitori debiti v/fornitori banca x c/c x x x x x Poi si passa alla rilevazione contabile del canone periodico sempre tramite una normale fattura. Infatti in P.D. abbiamo: Una volta pagato il canone periodico, andiamo a rilevare la diminuzione degli impegni contrattuali: creditore c/leasing impegni per beni in leasing x x Al 31/12 in riferimento al pagamento anticipato del maxcanone iniziale, più eventuali canoni periodici, andiamo a rilevare la scrittura di rettifica tramite il risconto attivo che ci consente di determinare il costo di competenza. In P.D. abbiamo: risconti attivi canone di leasing x LA RETRIBUZIONE DEI DIPENDENTI E GLI ONERI SOCIALI 82 x Ad ogni lavoratore, in base alla sua prestazione lavorativa, viene riconosciuta una retribuzione che, noi contabilmente, rileviamo con la voce SALARI E STIPENDI. Per ogni lavoratore è prevista un’assicurazione che lo garantisce da eventuali malattie e infortuni e, nello stesso tempo, una forma di riconoscimento per quanto riguarda: maternità, disoccupazione, allattamento ecc. Tutti questi riconoscimenti avvengono attraverso il versamento di determinati contributi detti contributi sociali. Essi nel nostro paese vanno a confluire presso i due enti previdenziali: INPS E INAIL. L’INPS (istituto nazionale per la previdenza sociale) si occupa soprattutto di: sussidi, malattie, maternità, disoccupazioni e pensioni. I contributi che vengono versati a questo ente sono, per una piccola parte a carico del lavoratore, per l’altra parte (quella più sostanziosa) a carico dell’azienda o del datore di lavoro. L’ INAIL (istituto nazionale per gli infortuni sul lavoro) ha il compito di effettuare, tramite una visita, il riconoscimento dell’ entità degli infortuni e constatare se essi siano momentanei o permanenti. Tutti i contributi che confluiscono in questo ente sono a carico del datore di lavoro. Per quanto riguarda le retribuzioni, sono soggette, oltre ai contributi sociali, al calcolo dell’ imposta di reddito (IRE), che è un’ imposta progressiva o a scaglioni; essa viene calcolata direttamente sul reddito al netto dei contributi sociali. Tutti i tipi di sussidio come la malattia sono esclusi dall’ imposta. Questi vengono sommati sul reddito con la voce ISTITUTI PREVIDENZIALI in DARE,destinando il tutto alla voce PERSONALE C\RETRIBUZIONI. Successivamente questa voce si annulla, e si determina la retribuzione netta, togliendo da essa contributi sociali e ritenute sociali. I contributi sociali a carico dell’ azienda, vengono rilevati come costi d’ esercizio sotto la voce ONERI SOCIALI, fatti confluire a ISTITUTI PREVIDENZIALI. Contabilmente rileviamo: IPOTESI A: RETRIBUZIONE DEL PERSONALE SENZA ACCONTI salari e stipendi istituti previdenziali personale c/retribuzioni personale c/retribuzioni debiti per ritenute da versare istituti previdenziali banca x c/c oneri sociali istituti previdenziali istituti previdenziali debiti per ritenute da versare iva c/liquidazione banca x c/c x x x x x x x x IPOTESI B: RETRIBUZIONE DEL PERSONALE IN PRESENZA DEL BONUS di 80,00 83 x x x x x salari e stipendi istituti previdenziali crediti d’imposte (o fiscali) personale c/retribuzioni personale c/retribuzioni debiti per ritenute da versare istituti previdenziali banca x c/c oneri sociali istituti previdenziali istituti previdenziali debiti per ritenute da versare iva c/liquidazione banca x c/c x x x x x x x x x x x x x x IPOTESI C: RETRIBUZIONE DEL PERSONALE IN PRESENZA DI UN ACCONTO personale c/acconto banca x c/c salari e stipendi istituti previdenziali crediti d’imposte (o fiscali) personale c/retribuzioni personale c/retribuzioni personale c/acconto debiti per ritenute da versare istituti previdenziali banca x c/c oneri sociali istituti previdenziali istituti previdenziali debiti per ritenute da versare iva c/liquidazione banca x c/c x x x x x x x x VARIAZIONE DEL PATRIMONIO NETTO 84 x x x x x x x Il Patrimonio Netto può subire, durante l’esercizio amministrativo e nella chiusura del bilancio d’esercizio, delle variazioni in incremento o in decremento. L’incremento si può verificare: durante l’esercizio amministrativo quando l’imprenditore (azienda individuale) o i soci (aziende collettive) apportano beni in denaro o in natura; oppure al 31/12, quando si verifica un risultato economico positivo (utile d’esercizio). Il decremento si determina quando si verifica al 31/12 un risultato economico negativo (perdita d’esercizio); oppure quando l’utile d’esercizio non è sufficiente a coprire le spese extragestionali e le ritenute subite calcolate sugli interessi attivi bancari che riguardano in modo particolare l’azienda individuale. Infatti essi vengono rilevati con la voce TITOLARE C/RITENUTE SUBITE. 20/6 31/12 Automezzi patrimonio netto utile d’esercizio titolare c/ritenute subite prelevamenti extragestione patrimonio netto x x x x x x Se si ha una perdita in P.D. abbiamo (con decremento del Patrimonio Netto): 20/6 patrimonio netto perdita d’esercizio x x Se si un utile ma inferiore alle spese e alle ritenute una parte viene coperta dall’utile mentre quella restante dal patrimonio netto, in P.D. abbiamo: 20/6 Utile d’esercizio patrimonio netto titolare c/ritenute subite prelevamenti extragestione x x x x Se invece si ha una perdita d’esercizio il Patrimonio Netto deve coprire tutto in P.D. si ha: 20/6 patrimonio netto perdita d’esercizio titolare c/ritenute subite prelevamenti extragestione x x x x LE SCRITTURE DI ASSESTAMENTO Esse costituiscono l’epilogo conclusivo che al 31/12 ci permettono di determinare la chiusura e il bilancio d’esercizio con la rivelazione del risultato economico, che può essere POSITIVO (utile) o NEGATIVO (perdita). 85 Si suddividono in: • scritture di completamento; • scritture di integrazione; • scritture di rettifica; • scritture di ammortamento. SCRITTURE DI COMPLETAMENTO Sono operazioni di competenza dell’esercizio non contabilizzate in quanto la loro variazione finanziaria si rileva solo a fine esercizio. Infatti tra le operazione rientrano: a. interessi maturati sul c/c bancario e postale; b. crediti e debiti da liquidare (fatture da emettere, fatture da ricevere); c. lo stralcio di crediti inesigibili; d. trattamento di fine rapporto lavorativo (TFRL); e. le imposte di competenza. Analisi del Punto A Gli interessi, o oneri finanziari, possono essere attivi o passivi. Quelli attivi sono soggetti ad una ritenuta fiscale alla fonte del 20%, che noi rileviamo in DARE con la voce «titolare c/ritenute subite» (trattandosi di un’azienda individuale) . In PD possiamo avere: 31/12 banca x c/c titolare c/ritenute subite interessi attivi bancari x x x Se si tratta di una società di persone la scrittura sarà: 31/12 banca x c/c soci c/ritenute subite interessi attivi bancari x x x Se si tratta di una società di capitale la scrittura sarà: 31/12 banca x c/c crediti per ritenute subite interessi attivi bancari x x Se, invece, gli interessi sono passivi, abbiamo: interessi passivi bancari banca x c/c 86 x Analisi del punto B Può succedere che, alla fine dell’esercizio amministrativo, pur avendo consegnato la merce, i documenti della compravendita all’atto della consegna non siano state emesse o ricevute. In questo caso l’azienda è tenuta a chiudere i conti utilizzando le voci «fatture da emettere» (per le operazioni di vendita), e «fatture da ricevere» (per le operazioni di acquisto). Se la fattura di acquisto viene registrata entro il 16 di gennaio essa è soggetta al calcolo dell’IVA. Se, invece, la fattura di acquisto viene registrata dopo il 16 non bisogna calcolare l’IVA . In PD possiamo avere: se la registrazione avviene entro il 16/01 in P.D. abbiamo le scritture: 31/12 31/12 merci c/acquisto iva ns/ credito fatture da ricevere x x costi per servizi iva ns/credito fatture da ricevere x x x x Se avviene dopo il 16/01 in P.D. abbiamo la seguente scrittura: 31/12 merci c/acquisto fatture da ricevere x x Per quanto riguarda le fatture di vendita abbiamo ( iva si considera sempre in quanto vengono emesse a dicembre) : 31/12 fatture da emettere merci c/vendite iva ns/debito x x x Oltre alle fatture da emettere e alle fatture da ricevere tra i crediti e i debiti da liquidare si possono rilevare debiti e crediti da liquidare riferiti a Premi su vendite e Premi su acquisti, rilevando in P.D. le seguenti scritture: 31/12 Premi su vendite (costi) Debiti da liquidare x 31/12 Crediti da liquidare Premi su acquisti (ricavi) x Analisi del punto C 87 x x I crediti di natura commerciale possono riguardare: le cambiali, le ricevute bancarie e le fatture. Le cambiali come sappiamo si dividono in cambiale tratta e pagherò cambiario. La cambiale tratta nel suo aspetto operativo è un ordine di pagamento impartito dal traente verso il trattario di pagare alla scadenza l’importo al beneficiario (dietro accettazione del trattario), il pagherò cambiario è una promessa di pagamento fatta dall’emittente a firma della cambiale verso il beneficiario alla scadenza. Il mancato pagamento di una o più cambiale può portare alla esecuzione dell’atto di protesto da parte del beneficiario nei confronti del debitore. Come imponibile si paga allo Stato un bollo del 12 per mille proporzionale all’importo della cambiale. La Ri.Ba o meglio conosciuta come ricevuta bancaria, che nel suo aspetto grazie anche alle nuove tecnologie, ha assunto negli ultimi anni l’aspetto della immaterialità. Ha sostituito nella quasi totalità la cambiale stessa i motivi si legano a due fattori essenziali , che sono: l’aspetto psicologico e quello oneroso (costi). L’aspetto psicologico riguarda il fatto di non risultare interdetto in caso di mancato pagamento alla scadenza; oneroso in quanto si paga non un bollo proporzionale ma fisso. La fattura che non si presenta come un vero titolo di credito ma documento di vendita rilasciato dal fornitore all’acquirente per il passaggio della merce. In questi ultimi anni viene utilizzata anche come garanzia nel procedimento dello smobilizzo dei crediti commerciali prima della scadenza da parte della azienda per soddisfare il fabbisogno finanziario tramite la procedura dell’anticipo su fattura. Durante l’esercizio amministrativo l’azienda è tenuta a fare una dettagliata analisi del grado di esigibilità dei crediti da incassare; infatti essi possono presentarsi esigibili, di dubbia esigibilità e di sicura inesigibilità. Quando si rendono esigibili vuol dire che l’azienda non ha nessuna difficoltà nella riscossione. Quando, invece, l’azienda ipotizza un’eventuale dubbia esigibilità, per tutelarsi decide di effettuare contabilmente una procedura di svalutazione, destinando il tutto a «fondo svalutazione crediti». Infatti in P.D. abbiamo: 31/12 svalutazione crediti fondo svalutazione crediti x x Invece, quando l’azienda ritiene che determinati crediti siano completamente inesigibili o stralciati, essa subisce una perdita e contabilmente rileviamo: 31/12 perdita su crediti crediti v/clienti crediti insoluti cambiali insolute x x x x Spesso l’azienda, per coprire eventuali crediti inesigibili, può utilizzare il fondo rischi su crediti e il fondo svalutazione crediti in modo parziale o per intero. In PD abbiamo: 31/12 fondo rischi su crediti crediti v/clienti fondo svalutazione crediti crediti v/clienti x x x x Se, invece, vuole utilizzare una parte oppure il fondo insufficiente, in PD abbiamo: 31/12 fondo rischi su crediti perdita su crediti crediti v/clienti x x x Il fondo rischio non va confuso con il fondo svalutazione crediti, in quanto si determina per volontà specifica dell’azienda, per sopperire ad ulteriori rischi che si possono presentare nel riscuotere tutti i crediti commerciali. 88 Infatti l’azienda al fine di fronteggiare il rischio globale di perdite per situazioni di inesigibilità non ancora manifestate, calcola un ulteriore percentuale di svalutazione forfetaria definita anche presunto valore di realizzo, che si determina in base alla seguente modalità: - crediti commerciali crediti inesigibili dubbia esigibilità presunto valore di realizzo *0,5% (come valore massimo) la scrittura in P.D. sarà: 31/12 svalutazione crediti fondo rischi su crediti x x Calcolo del TFRL Il calcolo avviene prendendo in considerazione le seguenti variabili che sono: a) b) c) d) Salari e stipendi Debiti per TFRL L’indice ISTAT per il calcolo della rivalutazione I valori fissi che sono: 13,5 diviso per i salari e stipendi, lo 0,50% di rivalsa su salari e stipendi e 11% di ritenuta fiscale calcolata sulla rivalutazione. Così facendo otteniamo i seguenti valori che sono: a) b) c) d) e) f) Quota relativa alla retribuzione Coefficiente di rivalutazione Rivalutazione lorda soggetta ad una ritenuta fiscale dell’11% Il trattamento lordo maturato nell’anno Il costo del TFRL maturato nell’esercizio al netto della rivalsa L’incremento del TFRL al netto della ritenuta fiscale calcolata sulla rivalutazione Es. salari e stipendi: 80000,00 :13.5 = 6000,00 quota relativa alle retribuzioni Coeff. Di rivalut. 1,5 + 75% di 1,6 ISTAT = 2,7% Debiti per TFRL 16900 * 2,7% = 456,30 rivalutazione lorda 89 Totale (TFRL lordo maturato nell’anno) 6456,30 Meno lo 0,50 di rivalsa su 81000,00 salari e stipendi 405,00 Totale (costo del TFRL dell’esercizio) 6051,30 Meno ritenuta fiscale 11% su rival. 456,30 50,19 Debiti per TFRL o incremento netto del TFRL 6001,11 Contabilmente al 31/12 di ogni esercizio amministrativo rileviamo le seguenti scritture: tfrl debiti per ritenute da versare debiti per tfrl x debiti per ritenute da versare banca x c/c x x x x Se si decide di destinare una parte dei debiti per TFRL ai fini della pensione integrativa, ad appositi fondi pensioni gestiti dalla sessa INPS , dalla Pubblica Amministrazione e da privati in P.D. registriamo le seguenti scritture: tfrl debiti per ritenute da versare debiti per tfrl x debiti per ritenute da versare banca x c/c x Debiti per tfrl x debiti v/ fondi pensioni x x x x debiti v/ fondi pensioni x banca x c/c x Liquidazione e pagamento del TFRL interno 90 Liquidazione e pagamento del TFRL interno: avviene per cessata attività legata all’età (pensionamento), per licenziamento o causa morte con il subentro degli eredi, in P.D. abbiamo: debiti per tfrl tfrl (dell’anno) debiti per ritenute da versare (sul tfrl anno) personale c/ liquidazione x x personale c/liquidazione debiti per ritenute da versare banca x c/c x debiti per ritenute da versare banca x c/c x x x x x x Se si decide di destinare una parte dei debiti per TFRL ai fini della pensione integrativa, ad appositi fondi pensioni gestiti dalla sessa INPS , dalla Pubblica Amministrazione e da privati in P.D. registriamo le seguenti scritture: Le imposte di competenza: Al 31/12 l’azienda è tenuta a rilevare le imposte dirette di competenza stabilendo in base all’acconto versato se ha un debito di imposte o un credito di imposte. Si ha un debito per imposte quando il costo del tributo è maggiore rispetto l’acconto versato, si ha un credito per imposte quando il costo del tributo è inferiore all’acconto versato, in questo caso in P.D. possiamo avere le seguenti scritture: ipotesi A: acconto inferiore rispetto al costo del tributo: 31/12 imposte d’esercizio imposte c/acconto debiti per imposte x x x ipotesi A: acconto superiore rispetto al costo del tributo imposte d’esercizio crediti per imposte imposte c/acconto x x x LE SCRITTURE DI INTEGRAZIONE Le scritture di integrazione misurano variazioni finanziarie riferite a quote di costi e ricavi d’esercizio che, hanno già avuto la manifestazione economica, ma non quella finanziaria. Quindi occorre che, al 31/12, l’azienda rilevi la quota di integrazione. Le scritture interessate sono: 91 • la svalutazione dei crediti, che avviene per i crediti di dubbia esigibilità; • la rilevazione dei crediti inesigibili (stralciati) e per il presunto valore di realizzo; • ratei attivi e passivi; • fondi Oneri futuri; • fondi Rischi; Per quanto riguarda la dubbia esigibilità dei titoli di credito, in P.D. abbiamo: 31/12 svalutazione crediti x fondo svalutazione crediti x Se invece i titoli di credito dell’esercizio in corso vengono stralciati, o considerati inesigibili, in P.D. abbiamo: 31/12 perdita su crediti x crediti v/clienti x Oppure si può optare per la copertura tramite l’utilizzo del FONDO RISCHI SU CREDITI in modo totale o parziale quando il fondo non è sufficiente. 31/12 fondo rischi su crediti x crediti v/clienti 31/12 x fondo rischi su crediti x perdita su crediti x crediti v/clienti x Per i crediti inesigibili sorti negli anni precedenti, l’inesigibilità non viene rilevata come PERDITA SU CREDITI, ma come SOPRAVVENIENZE PASSIVE STRAORDINARIE. Inoltre l’azienda, come in precedenza, può effettuare la copertura in modo parziale o totale optando anche per l’utilizzo del fondo RISCHI SU CREDITI (costituito durante l’esercizio amministrativo). Le scritture possono essere: senza il fondo rischi in P.D. abbiamo: 31/12 sopravvenienze passive str. x 92 crediti v/clienti x Con il fondo rischi con la copertura totale in P.D. abbiamo: 31/12 fondo rischi su crediti x crediti v/clienti x Con il fondo rischi con la copertura parziale in P.D. abbiamo: 31/12 fondo rischi su crediti x sopravvenienze passive str. x crediti v/clienti x Se, invece, l’azienda ritiene opportuno rilevare il presunto valore di realizzo, oppure procedere all’adeguamento del fondo, in P.D. abbiamo: 31/12 svalutazione crediti x fondo rischi su crediti x Il presunto valore di realizzo che si determina attraverso il calcolo di una percentuale da stabilire si determina: VALORE COMPLESSIVO TITOLI DI CREDITO - PERCENTUALI DI DUBBIA ESIGIBILITÀ - CREDITI INESIGIBILI ________________________________ PRESUNTO VALORE DI REALIZZO Per quanto riguarda i ratei (valori finanziari) possono essere: attivi (quando il valore da integrare è un ricavo); passivi (quando il valore da integrare è un costo) e, contabilmente ,fanno riferimento a operazioni che hanno avuto la manifestazione economica, ma non hanno, ancora ,avuto quella finanziaria; contabilmente rileviamo: 93 31/12 costi d’esercizio x ratei passivi 31/12 x ratei attivi x ricavi d’esercizio x Per quanto riguarda invece i fondi oneri futuri e i fondi rischi, i primi sono: • FONDO GARANZIE PRODOTTI; • FONDO MANUTENZIONI PROGRAMMATE; • FONDO BUONI SCONTO E CONCORSI A PREMIO. Dei fondi rischi invece fanno parte: • FONDO PER IMPOSTE; • FONDO PER RESPONSABILITÀ CIVILE. Tutti i fondi sono valori finanziari che servono a coprire determinate situazioni che, contabilmente, vengono rilevate con la voce “accantonamento”, e costituiscono elementi negativi di reddito (o costi d’esercizio: 31/12 accantonamento garanzie prodotti fondo garanzie prodotti x 31/12 accantonamento manutenzioni progr. fondo manutenzioni programmate x 31/12 accantonamento per resp. civile fondo responsabilità civile x 31/12 oneri fiscali diversi fondo per imposte x x x x x Prima scrittura: QUANDO UN PRODOTTO VENDUTO PRESENTA DIFETTI Seconda scrittura: QUANDO L’AZIENDA PONE INTERVENTI PERIODICI PER LA MANUTENZIONE DEI BENI STRUMENTALI 94 Terza scrittura: PER COPERTURA DI EVENTUALI DANNI A TERZI Quarta scrittura: PER EVENTUALI MANCATI PAGAMENTI DI TRIBUTI ALLO STATO LE SCRITTURE DI RETTIFICA Sono interessate alle scritture di rettifica: i risconti attivi e passivi; la valutazione delle rimanenza finali in magazzino. Le scritture di rettifica, vengono definite così, in quanto vanno a stornare o rettificare una componente di reddito già rilevata al futuro poiché non di competenza dell’esercizio. Le rimanenze di magazzino , invece, possono riguardare le merci e le materie di consumo dato che si tratta di un’azienda individuale. Al 31/12, una volta valutate le rimanenze, in cui la valutazione può avvenire tramite il metodo LIFO e FIFO, rileviamo le seguenti scritture: 31/12 merci x merci c/rimanenze finali 31/12 x materie di consumo x materie di consumo c/rimanenze finali x Se la valutazione della merce ha un valore superiore al prezzo di mercato, in contabilità, si rileva sempre il valore inferiore che in questo caso è il prezzo di mercato. valore delle rimanenze in magazzino 92000,00 euro, quello di mercato 90000,00. I risconti I risconti sono scritture di rettifica riferite a VALORI ECONOMICI, ovvero di costi e ricavi pagati e riscossi ANTICIPATAMENTE che determinano così la manifestazione finanziaria, ma non quella economica. La parola-chiave è anticipatamente, oppure pagato o riscosso. Nel momento in cui abbiamo pagato o riscosso anticipatamente un costo o un ricavo, se l’operazione avviene in un periodo in cui la scadenza si determina nell’anno successivo, dobbiamo rettificare quella parte che non è di competenza dell’esercizio. Se la parte da rettificare fa riferimento ad un COSTO, il RISCONTO è ATTIVO. Se, invece, la parte da rettificare riguarda un RICAVO, il RISCONTO è PASSIVO. Infatti, i risconti vengono definiti antitetici. Contabilmente abbiamo le seguenti scritture: risconti attivi x costi d’ esercizio x ricavi d’ esercizio x risconti passivi x GLI AMMORTAMENTI 95 L’ammortamento è un procedimento tecnico-contabile calcolato sulle immobilizzazioni immateriali e materiali per determinare la quota di costo al 31/12. Contabilmente rileviamo la quota tramite il cosiddetto procedimento indiretto, ovvero con la costituzione di un fondo chiamato FONDO AMMORTAMENTO. La rilevazione contabile è molto semplice, infatti, in P.D. abbiamo: ESEMPIO: Si ammortizzano al 31/12 il software di 12000,00 € per il 50% e un automezzo del costo di 40000,00€ per il 20%. 31/12 ammortamento beni strumentali x f/do amm.to beni strumentali 31/12 x ammortamento software 6000,00 fondo ammort. software 31/12 600,00 ammortamento automezzi 8000,00 f/do amm.to automezzi 8000,00 IL BILANCIO DI CHIUSURA Dopo aver definito e rilevato tutte le scritture di assestamento, per determinare la chiusura, si passa al riepilogo dei conti che risultano nell’esercizio, che ci consente l’elaborazione e la stesura del bilancio d’esercizio. Si inizia con il riepilogo di tutti i costi e dei ricavi d’esercizio con l’annullamento dei rispettivi mastrini. Per quanto riguarda i costi d’esercizio, il totale viene rilevato in DARE con la voce conto del risultato economico, mentre tutti i parziali si annullano in AVERE. 31/12 Conto del risultato economicoI COSTI TOTALI “ “ “ X “ “ “ X COSTI PARZIALI Invece, per quanto riguarda i ricavi, i parziali si annullano in DARE mentre il totale si rileva in AVERE 31/12 RICAVI PARZIALI “ “ “ X “ “ “ X Conto del risultato economicoI RICAVI TOTALI Dopo aver rilevato tutti i costi e i ricavi, per determinare il risultato economico (utile o perdita), occorre fare la differenza fra i ricavi e i costi. 96 Se i ricavi sono maggiori dei costi = UTILE Risultato economico positivo Se i ricavi sono minori dei costi = PERDITA Risultato economico negativo L’utile o la perdita che si determina va a confluire nel cosiddetto PATRIMONIO NETTO, considerato che si tratta di un’azienda individuale. Se abbiamo un UTILE vi è un incremento del PN; se, invece, abbiamo una PERDITA abbiamo un decremento del PN. Si può verificare che l’utile d’esercizio debba coprire le cosiddette spese extragestionali e le ritenute subite da parte dell’azienda. In questo caso in P.D. abbiamo: Ipotesi A: Utile senza copertura delle spese e delle ritenute. 31\12 conto del risultato economico x utile d’esercizio 31\12 x utile d’esercizio x patrimonio netto x Ipotesi B: Rilevazione dell’utile con la copertura della spese e delle ritenute subite. 31\12 conto del risultato economico x utile d’esercizio 31\12 x utile d’esercizio 120 spese extragestioni 20 titolare conto ritenute subite 10 patrimonio netto 90 Ipotesi C: Rilevazione dell’utile ma con una presenza di spese e ritenute maggiori rispetto all’utile. In questo caso, la parte non coperta dall’utile deve essere coperta dal PN. 31\12 conto del risultato economico x utile d’esercizio 31\12 x utile d’esercizio 90 patrimonio netto 10 97 spese extragestioni 80 titolare conto ritenute subite 20 Nel momento in cui non si verifica un utile ma una perdita, in questo caso, sia la perdita, sia le spese, che le ritenute devono essere coperte tutte dal PN. Anche qui si possono verificare ipotesi diverse. IPOTESI A: Perdita senza spese e ritenute. 31/12 perdita d’esercizio x conto del risultato economico 31/12 x patrimonio netto x perdita d’esercizio x IPOTESI B: Perdita con ritenute e spese 31/12 perdita d’esercizio x conto del risultato economico x patrimonio netto x perdita d’esercizio x spese extragestione x titolare c/ritenute subite x Successivamente, una volta rilevato il risultato economico, si passa al riepilogo delle ATTIVITA’ e PASSIVITA’. Anche qui il totale attività si rileva in DARE con la voce BILANCIO DI CHIUSURA. Mentre i parziali delle attività si annullano in AVERE. 31/12 bilancio di chiusura totale attivita’ elementi attivi ‘’ x ‘’ x parziali attività 98 31/12 elementi passivi parziali passività ‘’ ‘’ x ‘’ ‘’ x bilancio di chiusura totale passività Come ultima voce del passivo deve essere rilevata la voce PATRIMONIO NETTO. Se il totale ATTIVITA’ è uguale al totale PASSIVITA’, il bilancio ,‘’bilancia’’. Se, invece, hanno un importo diverso vuol dire che c’è qualcosa di sbagliato. 99 ESERCIZIO n. 21.4 pag. 695 dal libro ENTRIAMO IN AZIENDA 1 31/12 f/do svalutazione crediti perdita su crediti crediti insoluti 1200,00 2250,00 31/12 fatture da emettere merci c/vendite iva ns/debito 7018,00 31/12 costi di trasporto iva ns/credito fatture da ricevere 205,00 43,05 31/12 svalutazione crediti f/do rischi su crediti 1662,72 31/12 oneri fiscali diversi f/do imposte 1720,00 31/12 accanton. per man. progr f/do per man. progr. 31/13 merci merci c/rim. finali 31/12 banca x c/c titolare c/ritenute subite interessi attivi bancari 31/12 31/12 380,00 61100,00 360,00 90,00 ammortamenti fabbricati 4% ammor.ti attr. commli 20% ammor.ti imball. durev 15% f/do amm. fabbricati f/do amm. attr. commerciali f/do amm. imball. durevoli 7110,00 3940,00 1245,00 interessi passivi bancari ratei passivi 616,00 31/12 risconti attivi premi d’assicurazione 910,00 31/12 iva c/liquidazione iva ns/ credito 3450,00 5800,00 1218,00 248,05 1662,72 1720,00 380,00 61100,00 450,00 7110,00 3940,00 1245,00 616,00 5073,05 100 910,00 5073,05 31/12 iva ns/debito iva c/liquidazione 9808,00 31/12 iva c/liquidazione iva c/acconto debiti per iva 4734,95 31/12 imposte d’esercizio imposte c/acconto debiti per imposte 4408,00 31/12 banca x c/c attiva banca x c/c 9808,00 1760,00 2974,95 2100,00 2308,00 12781,25 12781,50 31/12 conto del risultato econ.co resi su vendite merci c/acquisti merci c/esistenze iniziali costi di trasporto costi telefonici assicurazioni interessi passivi bancari perdita su crediti svalutazione crediti accantonti per man. progr. oneri fiscali diversi amm. fabbricati amm. attrezzature comm.li amm. imballaggi durevoli imposte d’esercizio 802906,12 31/12 merci c/vendita rimborsi costi di vendita resi su acquisti plusvalenze straordinarie interessi attivi bancari merci c/rimanenze finali conto del risultato econ.co 824700,00 8115,00 6980,00 690,00 450,00 61100,00 31/12 conto del risultato econ.co utile d’esercizio 99128,88 31/12 utile d’esercizio titolare c/ritenute subite patrimonio netto 99128,88 31/12 bilancio di chiusura fabbricati attrezzature commerciali imballaggi durevoli crediti v/clienti cambiali attive denaro in cassa fatture da emettere merci risconti attivi banca x c/c attiva 404303,60 101 1380,00 697540,00 54060,00 20995,00 3044,00 1450,00 1721,40 2250,00 1662,72 380,00 1720,00 7110,00 3940,00 1245,00 4408,00 902035,00 99128,88 90,00 99038,88 237000,00 19700,00 8300,00 47624,00 7800,00 2070,35 7018,00 61100,00 910,00 12781,25 31/12 f/do amm. fabbricati f/do amm. attrez.commerc f/do amm. imball. durevoli f/do per man. progr. fatture da ricevere f/do rischi su crediti f/do per imposte ratei passivi debiti per iva debiti per imposte debiti v/fornitori cambiali passive banca x c/sovvenzioni patrimonio netto bilancio di chiusura 79610,00 15810,00 5035,00 380,00 248,05 1662,72 1720,00 616,00 2974,95 2308,00 26900,00 5000,00 23000,00 239038,88 102 404303,60 ESERCIZIO n. 21.6 pag. 697 dal libro ENTRIAMO IN AZIENDA 1 31/12 31/12 31/12 31/12 31/12 31/12 31/12 amm.to costi di impianto amm.to avviamento f/do amm.to costi di imp.nto f/do amm.avviamento 1140,00 2600,00 amm.to fabbricati 3% amm.to arredamento 12% amm.to automezzi 20% amm.to imbal. durevoli 15% f/do amm.to fabbricati f/do amm.to arredamento f/do amm.to automezzi f/do amm.to imbal. durevoli 3900,00 3780,00 3140,00 1170,00 perdita su crediti crediti v/clienti 620,00 svalutazione crediti f/do rischi su crediti 712,60 banca xc/c titolare c/ritenute subite inter. attivi bancari 248,00 62,00 inter. passivi bancari banca x c/c 650,00 risconti attivi costi per servizi 31/12 costi per servizi fatture da ricevere 31/12 merci merci c/rimaneze finali 31/12 tfrl debiti per riten.ta da versare debiti per tfrl 31/12 31/12 31/12 31/12 31/12 3900,00 3780,00 3140,00 1170,00 620,00 712,60 310,00 650,00 interessi passivi su mutui ratei passivi 31/12 1140,00 2600,00 98,63 98,63 1043,47 1043,47 460,00 460,00 57800,00 57800,00 3700,00 70,73 3629,27 imposte d’ex debiti per imposte 10104,00 iva c/liquidazione debiti per iva 31150,00 banca x c/c attiva banca x c/c 66108,50 10104,00 31150,00 66108,50 istituti previdenziali debiti per istituti previd.ziali 3200,00 conto del risultato econ.co merci c/acquisti merci c/apporti costi per servizi salari e stipendi oneri sociali arrotondamenti passivi interessi passivi bancari interessi passivi su mutui 686017,25 3200,00 103 444730,00 50250,00 44748,52 44210,00 15470,00 40,00 1503,50 1598,63 sopravvnze passive straord. amm.to costi d’impianto amm.to avviamento amm.to fabbricati amm.to arredamento amm.to automezzi amm.to imballaggi durevoli svalutazione crediti perdita su crediti tfrl imposte d’esercizio 31/12 52600,00 1140,00 2600,00 3900,00 3780,00 3140,00 1170,00 712,60 620,00 3700,00 10104,00 merci c/vendite arrotondamenti attivi resi su acquisti interessi attivi bancari merci c/rimanenze finali conto del risultato econ.co 698105,00 290,00 8100,00 310,00 57800,00 conto del risultato econ.co utile d’esercizio 78587,75 31/12 utile d’esercizio titolare c/ritenute subite prelevamenti extragestione patrimonio netto 78587,75 31/12 bilancio di chiusura costi d’impianto avviamento fabbricati arredamento automezzi imballaggi durevoli merci crediti v/clienti cambiali attive crediti per cauzione denaro in cassa assegni risconti attivi banca x c/c attiva 538151,98 debiti per tfrl mutui ipotecari debiti v/fornitori debiti per ritenute da vers. ratei passivi f/do amm.to costi d’imp.nto f/do amm.to avviamento f/do amm.to fabbricati f/do amm.to arredamento f/do amm.to automezzi f/do amm.to imbal.gi durev. f/do rischi su crediti debiti per imposte debiti per iva debiti per istit. previdenziali fatture da ricevere patrimonio netto bilancio di chiusura 26229,27 24000,00 101986,00 775,73 1278,63 1140,00 2600,00 3900,00 3780,00 3140,00 1170,00 712,60 10104,00 31150,00 3200,00 460,00 322525,75 31/12 31/12 764605,00 78587,75 62,00 6000,00 72525,75 5700,00 13000,00 185000,00 31500,00 15700,00 7800,00 57800,00 135170,00 7350,00 280,00 8800,00 2900,00 1043,48 66108,50 538151,98 104 ESERCIZIO n. 21.7 di pag. 699 del libro ENTRIAMO IN AZIENDA 1 31/12 amm.to fabbricati 4% amm.to attrture comm. 15% amm.to arredamenti 12% amm.to automezzi 20% f/do amm.to fabbricati f/do amm.to attrezz.comm. f/do amm.to arredamenti f/do amm.to automezzi 7600,00 3000,00 1320,00 6800,00 31/12 amm.to macchine d’ufficio f/do amm.to macch d’uffic. 250,00 31/12 f/do amm.to macch d’uffic macchine d’uffucio 2500,00 amm.to macchine d’ufficio f/do amm.to macchine d’uff 2025,00 31/12 svalutazione crediti f/do svalutazione crediti 1500,00 31/12 f/do rischi su crediti crediti v/clienti 1100,00 svalutazione crediti f/do svalutazione crediti 1300,00 31/12 31/12 7600,00 3000,00 1320,00 6800,00 2500,00 2025,00 1300,00 svalutazione crediti f/d0 rischi su crediti 298,23 31/12 banca x c/c titolare c/ritenute subite interessi attivi bancari 240,00 60,00 banca y c/c titolare c/ritenute subite interessi attivi bancari 144,00 36,00 interessi passivi bancari banca y c/c 610,00 31/12 31/12 interessi passivi su mutui ratei passivi 31/12 risconti attivi premi di assicurazione 31/12 31/12 298,23 300,00 180,00 610,00 tfrl debiti per ritenute da vers. debiti per tfrl 31/12 1500,00 1100,00 31/12 31/12 250,00 5055,00 215,81 4839,19 10,62 10,62 525,00 525,00 merci merci c/rimanenze finali 26200,00 6200,00 materie di consumo materie di cons c/riman fin. 3600,00 3600,00 105 31/12 costi per servizi fatture da ricevere 1000,00 merci c/acquisti iva ns/credito fatture da ricevere 2050,00 430,50 iva c/liquidazione iva ns/credito 2630,50 31/12 iva ns/debito iva c/liquidazione 8530,00 31/12 iva c/liquidazione iva c/acconto debiti per iva 5899,50 imposte d’esercizio debiti per imposte 4439,00 istituti previdenziali debiti per istit. previdenziali 4300,00 banca x c/c attiva banca x c/c 4450,55 banca y c/c banca y c/c passiva 8097,55 31/12 31/12 31/12 31/12 31/12 31/12 1000,00 2630,50 8530,00 2600,00 3299,50 4439,00 4300,00 4450,55 8097,55 31/12 conto del risultato econom resi su vendite ribassi e abbuoni passivi merci c/acquisti materie di cons. c/acquisti merci c/esistenze iniziali materie di cons c/esisten iniz costi per servizi salari e stipendi oneri sociali oneri fiscali diversi interessi passivi bancari sconti passivi bancari interessi passivi su mutui amm.to fabbricati amm.to attrezz. commerc.li amm.to arredamento amm.to automezzi amm.to macchine d’ufficio svalutazione crediti tfrl imposte d’esercizio 577499,16 31/12 merci c/vendita resi su acquisti ribassi e abbuoni attivi interessi attivi v/clienti interessi attivi bancari merci c/rimanenze finali materie di cons c/riman finl conto del risultato econ.co 558949,00 4410,00 1000,00 265,00 480,00 26200,00 3600,00 conto del risultato econ.co utile d’esercizio 17404,84 31/12 2480,50 4700,00 1000,00 400997,00 21360,00 23000,00 3500,00 21875,00 44780,00 19400,00 280,00 1340,00 1130,00 549,93 7600,00 3000,00 1320,00 6800,00 2275,00 3098,23 5055,00 4439,00 594904,00 17404,84 106 31/12 utile d’esercizio titolare c/ritenute subite prelevamenti extragestione patrimonio netto 31/12 bilancio di chiusura fabbricati attrezzature commerciali macchine d’ufficio arredamento automezzi materie di consumo merci crediti v/clienti 31/12 cambiali attive crediti per cauzione denaro in cassa risconti attivi banca x c/c attiva 31/12 f/do amm.to fabbricati f/do amm.to attrezz. comm. f/do amm.to macch d’uff. f/do amm.to arredamento f/do amm.to automezzi f/do rischi su crediti debiti per tfrl mutui passivi debiti v/fornitori cambiali passive debiti per riten. da versare ratei passivi f/do svalutazione crediti fatture da ricevere debiti per imposte debiti per iva debiti per istituti previd.ziai banca y c/c patrimonio netto bilancio di chiusura 17404,84 96,00 6500,00 10808,84 427888,55 253000,00 20000,00 13500,00 11000,00 34000,00 3600,00 26200,00 43320,00 16325,00 1100,00 868,00 525,00 4450,55 32600,00 18300,00 10975,00 9520,00 16700,00 908,23 38389,19 5000,00 35730,00 5300,00 715,81 124,93 2800,00 3480,50 1839,00 3299,50 4300,00 8097,55 229808,84 427888,55 107 ESERCIZIO 5.3 DI PAG. 239 DAL LIBRO ENTRIAMO IN AZIENDA 2 – TOMO 1 31/12 31/12 amm.to fabbricati 5% amm.to impianti 10% amm.to attrezzature 16% f/do amm.to fabbricati f/do amm.to impianti f/do amm.to attrezzature 20400,00 28800,00 28800,00 20400,00 28800,00 28800,00 svalutazione crediti f/do rischi su crediti 654,00 654,00 31/12 interessi passivi bancari banca x c/c 1050,00 31/12 tfrl debiti per ritenut da vers debiti per tfrl 5920,80 31/12 risconti attivi costi per servizi 2400,00 interessi passivi su mutui ratei passivi 1969,15 31/12 1969,15 merci merci c/rimanenze finali 31/12 imposte d’esercizio imposte c/acconto debiti per imposte 9833,00 banca x c/c banca x c/c passiva 15450,00 31/12 31/12 31/12 147,35 5773,45 2400,00 31/12 31/12 1050,00 115200,00 115200,00 8000,00 1833,00 15450,00 conto del risult econom merci c/esistenze iniziali merci c/acquisti salari e stipendi oneri sociali costi per servizi interessi passivi bancari resi su vendite sconti passivi bancari amm.to fabbricati amm.to impianti amm.to attrezzature svalutazione crediti tfrl interessi passivi su mutuo imposte d’esercizio 2292226,95 interessi attivi v/clienti resi su acquisti proventi vari merci c/vendite merci c/rimanenze finali conto del risultato econ 1440,00 14400,00 16800,00 2244960,00 115200,00 conto del risultato econ. utile d’esercizio 100573,05 84000,00 1932000,00 66324,00 24000,00 52800,00 14250,00 19200,00 3276,00 20400,00 28800,00 28800,00 654,00 5920,80 1969,15 9833,00 2392800,00 100573,05 108 31/12 utile d’esercizio riserva volontaria capitale sociale 31/12 bilancio di chiusura fabbricati impianti attrezzature crediti v/clienti socio a c/prelevamenti socio b c/prelevamenti denaro in cassa risconti attivi merci 31/12 f/do amm.to fabbricati f/do amm.to impianti f/do amm.to attrezzature f/do rischi su crediti debiti v/fornitori mutui passivi debiti per tfrl debiti per iva debiti per ritenute da vers. ratei passivi debiti per imposte banca x c/c passiva capitale sociale riserva volontaria utile d’esercizio bilancio di chiusura 100573,05 30000,00 70573,05 1291600,00 56400,00 148800,00 88800,00 1854,00 84000,00 108000,00 41773,45 12000,00 147,35 1969,15 1833,00 15450,00 600000,00 30000,00 100573,05 109 510000,00 288000,00 180000,00 130800,00 15600,00 15600,00 34000,00 2400,00 115200,00 1291600,00 ESERCIZIO 9.2 DI PAG. 280 DAL LIBRO ENTRIAMO IN AZIENDA 2 – TOMO 1 31/12 31/12 31/12 31/12 amm.to costi di ampliamento 20% f/do amm.to costi di ampliamento 13000,00 amm.to fabbricati 5% amm.to impian e macch 15% amm.to attrezz indust 20% amm.to attrezz comm 15% amm.to automezzi 20% f/do amm.to fabbricati f/do amm.to impian e macc f/do amm.to attrez. indust f/do amm.to attrezz. comm f/do amm.to automezzi 21200,00 19500,00 7600,00 3900,00 4000,00 svalutazione crediti f/do rischi su crediti 11520,00 13000,00 21200,00 19500,00 7600,00 3900,00 4000,00 11520,00 c/c postale crediti per rit subite (20%) interessi attivi postali 472,00 118,00 banca x c/c crediti per ritenute subite interessi attivi bancari 712,00 178,00 31/12 interessi passivi bancari banca x c/c 3100,00 31/12 materie prime c/acquisti iva ns/credito fatture da ricevere 9600,00 2016,00 31/12 31/12 fatture da emettere prodotti finiti c/vendita iva ns/debito 31/12 materie prime materie prime c/riman finali 140000,00 31/12 prodotti finiti prodotti finiti c/riman finali 113000,00 interessi passivi su mutuo ratei passivi 803,47 31/12 31/12 31/12 31/12 31/12 31/12 14520,00 590,00 890,00 3100,00 11616,00 12000,00 2520,00 140000,00 113000,00 803,47 tfrl debiti per ritenute da versare debiti per tfrl 27306,30 203,78 27102,52 costi per energia fatture da ricevere 1450,00 costi telefonici fatture da ricevere 312,00 costi di consulenze fatture da ricevere 450,00 1450,00 312,00 450,00 risconti attivi premi di assicurazione 6588,00 6588,00 110 31/12 iva c/liquidazione iva ns/credito 27216,00 31/12 iva ns/debito iva c/liquidazione 39520,00 31/12 crediti per iva iva c/liquidazione iva c/acconto 1496,00 12304,00 31/12 27216,00 39520,00 13800,00 imposte d’esercizio imposte c/acconto crediti per ritenute subite debiti per imoste 137496,00 18400,00 296,00 118800,00 31/12 banca x c/c banca x c/c passiva 25388,00 31/12 c/c postale attiva c/c postale 27472,00 31/12 istituti previdenziali debiti per istituti previden. 30000,00 31/12 conto del risultato econ. resi su vendite ribassi e abbuoni passivi prodotti c/esistenze iniziali materie prime c/acquisti costi di trasporto costi per energia pubblicita’ costi postali assicurazioni costi per i locali costi d’incasso consulenze costi telefonici salari e stipendi oneri sociali materie prime c/esist. iniz minusvalenza ordinaria interessi passivi bancari interessi passivi su mutuo amm.to costi di ampliam amm.to fabbricati amm.to impianti e macch. amm.to attrezz. industriali amm.to attrezz. commerc. amm.to automezzi svalutazione crediti tfrl imposte d’esercizio 3036124,77 111 25388,00 27472,00 30000,00 18000,00 4800,00 82000,00 1765450,00 140000,00 67850,00 29000,00 12700,00 26712,00 27000,00 950,00 40450,00 2712,00 368500,00 128975,00 60000,00 5000,00 6200,00 4303,47 13000,00 21200,00 19500,00 7600,00 3900,00 4000,00 11520,00 27306,30 137496,00 31/12 prodotti c/vendita rimborsi costi di vendita plusvalenze ordinarie resi su acquisti ribassi e abbuoni attivi interessi attivi v/clienti interessi attivi postali interessi attivi bancari materie prime c/rimn finali prodotti finiti c/rim finali conto del risultato econ. 31/12 conto del risultato econ. utile d’esercizio 31/12 bilancio di chiusura costi di ampliamento terreni e fabbricati impianti e macchinari attrezz. industriali attrezz. commerciali automezzi crediti v/clienti denaro in cassa fatture da emettere materie prime prodotti finiti risconti attivi crediti per iva c/c postale attiva 31/12 2907469,00 21400,00 7500,00 12540,00 4321,00 1500,00 590,00 890,00 140000,00 113000,00 3209210,00 173085,23 173085,23 1476651,00 65000,00 530000,00 130000,00 38000,00 26000,00 20000,00 363000,00 1575,00 14520,00 140000,00 113000,00 6588,00 1496,00 27472,00 f/do amm.to costi di ampl.to f/do amm.to fabbricati f/do amm.to imp. e macchin. f/do amm.to attrezz. industli f/do amm.t0 attrezz. comm.li f/do amm.to automezzi f/do rischi su crediti debiti per tfrl mutui ipotecari debiti v/fornitori debiti per ritenute da versare fatture da ricevere ratei passivi debiti per imposte banca x c/c passiva debiti per istituti previd.ziali capitale sociale riserva soprapprezzo azioni riserva legale utile a nuovo utile d’esercizio bilancio di chiusura 61000,00 81200,00 71500,00 17600,00 16900,00 16000,00 14520,00 92102,52 42000,00 94000,00 10203,78 13828,00 803,47 118800,00 25388,00 30000,00 500000,00 45400,00 48000,00 4320,00 173085,23 1476651,00 112 113 ESERCIZIO PROPOSTO DAL PROFESSORE DI ECONOMIA AZIENDALE SULLA S.r.l 31/12 amm.to fabbricati 4% amm.to impianti e macchin. 15% amm.to attrezz. industriali 20% amm.to attrezz. commerciali 15% amm.to macchine d’ufficio 20% amm.to arredamento 12% f/do amm.to fabbricati f/do amm.to impianti e macchin. f/do amm.to attrezz. industriali f/do amm.to attrezz. commerc. f/do amm.to macchine d’uffico f/do amm.to arredamento 19236,00 49365,00 20940,00 9787,50 3150,00 3648,00 31/12 amm.to software 50% f/do amm.to software 21750,00 31/12 fatture da emettere prodotti c/vendite iva ns/debito 30250,00 31/12 31/12 31/12 31/12 31/12 19236,00 49365,00 20940,00 9787,50 3150,00 3648,00 21750,00 25000,00 5250,00 materie primie c/acquisti iva ns/credito fatture da ricevere 8000,00 1680,00 f/do rischi su crediti crediti insoluti 2090,00 svalutazione crediti f/do rischi su crediti 1648,76 9680,00 2090,00 1648,76 c/c postale crediti per ritenute subite interessi attivi postali 328,00 82,00 interessi passivi bancari costi d’incasso banca x c/c 850,00 40,00 410,00 890,00 31/12 prodotti in lavorazione prodotti in lavoraz. c/rim. final 35000,00 31/12 prodotti finiti prodotti finiti c/rim. finali 79000,00 31/12 materie prime materie prime c/rimanenze finali 54000,00 31/12 interessi passivi su mutui ratei passivi 31/12 tfrl debiti per ritenute da versare debiti per tfrl 1443,94 26972,85 114 35000,00 79000,00 54000,00 1443,94 629,86 26342,99 31/12 risconti attivi premi di assicurazione 18984,82 31/12 iva c/liquidazione iva ns/credito 37234,00 31/12 iva ns/debito iva c/liquidazione 54823,00 31/12 iva c/liqudazione iva c/acconto debiti per iva 17589,00 31/12 imposte d’esercizio imposte c/acconto crediti per ritenute subite debiti per imposte 35000,00 31/12 istituti previdenziali debiti per istituti previdenziali 19875,00 31/12 banca x c/c banca x c/c passiva 16851,00 31/12 c/c postale attiva c/c postale 31/12 18984,82 37234,00 54823,00 7779,00 9810,00 33665,00 82,00 1253,00 19875,00 16851,00 5644,00 5644,00 conto del risultato economico resi su vendite ribassi e abbuoni passivi prodotti in lavoro c/esisten. iniziali prodotti finiti c/esistenze iniziali materie prime c/acquisti costi di trasporto costi per energia pubblicita’ costi postali assicurazioni manutenzione e riparazione lavorazione presso terzi costi d’incasso salari e stipendi oneri sociali materie prime c/esistenze iniziali interessi passivi bancari interessi passivi su mutuo minusvalenza straordinaria amm.to software amm.to fabbricati amm.to impianti e macchinari amm.to attrezz. industriali amm.to attrezz. commerciali amm.to macchine d’ufficio amm.to arredamenti svalutazione crediti tfrl imposte d’esercizio 3138202,23 115 13670,00 3645,00 28860,00 62268,00 1845974,00 182277,00 80811,00 48724,00 99645,00 6305,18 20505,00 82190,00 1520,00 307595,00 107658,00 45570,00 3193,00 4323,94 1970,00 21750,00 19230,00 49365,00 20940,00 9787,50 3150,00 3648,00 1648,76 26972,85 35000,00 31/12 prodotti c/vendite servizi on-line resi su acquisti ribassi e abbuoni attivi proventi da partecipazione interessi attivi v/clienti plusvalenze straordinarie interessi attivi postali prodotti in lavoro c/rim. finali prodotti finiti c/rim. finali materie prime c/rim. finali conto del risultato economico 31/12 conto del risultato economico utile d’esercizio 31/12 bilancio di chiusura software terreni e fabbricati impianti e macchinari attrezzature industriali attrezzature commerciali macchine d’ufficio arredamento partecipazione diverse crediti v/clienti crediti insoluti denaro in cassa fatture da emettere prodotti in lavorazione prodotti finiti materie prime risconti attivi c/c postale attiva 31/12 f/do amm.to software f/do amm.to fabbricati f/do amm.to impianti e macchinari f/do amm.to attrezz. industriali f/do amm.to attrezz. commerciali f/do amm.to macchine d’ufficio f/do amm.to arredamento f/do rischi su crediti f/do svalutazione crediti debiti per tfrl mutui passivi debiti v/fornitori debiti per ritenute da versare fatture da ricevere ratei passivi debiti per iva debiti per imposte debiti per istituti previdenziali banca x c/c passiva capitale sociale riserva legale utili a nuovo utile d’esercizio 2983234,00 16252,00 7950,00 3280,00 6045,00 2790,00 4941,00 410,00 35000,00 79000,00 54000,00 3192902,00 54699,77 1972211,82 65250,00 109179,00 147339,00 52380,00 22837,50 9450,00 10917,00 4890,76 9417,00 179036,99 36000,00 215697,00 11039,86 9680,00 1443,94 9810,00 1253,00 19875,00 16851,00 900000,00 83384,00 1781,00 54699,77 116 54699,77 87000,00 687000,00 329100,00 104700,00 65250,00 15750,00 30400,00 98140,00 304500,00 25252,00 2241,00 30250,00 35000,00 79000,00 54000,00 18984,82 5644,00 bilancio di chiusura 1972211,82 LA RIAPERTURA DEI CONTI La riapertura dei conti avviene con l’inizio del nuovo esercizio amministrativo, cioè all’1/1 dell’anno n. Con la riapertura non facciamo altro che, collocare i valori parziali dello Stato Patrimoniale nella loro sezione originaria. Ciò significa che, tutti gli elementi attivi patrimoniali ritornano in DARE, e come ultima voce rileviamo il conto BILANCIO D’APERTURA, collocando in questa voce il totale delle attività. La stessa cosa facciamo per le passività: riportiamo tutte le voci parziali in AVERE e rileviamo come prima voce BILANCIO D’APERTURA inserendo il totale delle passività in DARE. Fatto questo dobbiamo rilevare i saldi dei conti, debiti per IVA, debiti v/istituti previdenziali, le banche (tenendo conto della passività o attività delle stesse). Le esistenze iniziali, che costituiscono dei costi sospesi nell’anno precedente, diventano costi d’esercizio nel nuovo esercizio amministrativo come, ad esempio, le merci in magazzino che vengono girate nel conto merci c/esistenze iniziali e vengono rilevati in DARE del conto economico d’esercizio. Si aggiungono: i costi e i ricavi sospesi riferiti ai risconti attivi e passivi; la manifestazione finanziaria dei ratei; l’eventuale utilizzo dei fondo rischi e oneri; lo storno delle fatture da ricevere e da emettere. Successivamente andiamo a girare i saldi debiti per IVA a IVA c/liquidazione. Lo stesso facciamo per i debiti v/istituti previdenziali e per la banca attiva e passiva. I costi e ricavi sospesi con riferimento a risconti vengono stornati nella sezione opposta , istituendo il suo costo originario. In seguito, le fatture da emettere e da ricevere, vengono girate rispettivamente nel conto crediti v/clienti e debiti v/fornitori. Le scritture che riguardano essenzialmente la riapertura, in base a quello che è stato elencato precedentemente, sono: Ipotesi A: Scritture riguardanti le esistenze iniziali. merci c/esistenze iniziali x merci x materie prime c/esistenze iniziali x materie prime x materie di consumo c/esist iniz. x materie di consumo x prodotti finiti c/esisten. iniziali x prodotti finiti x x Ipotesi B: Saldi dei conti debiti per IVA, per istituti previdenziali, per le banche attive e passive debiti per iva iva c/liquidazione x 117 x debiti per istituti previdenziali istituti previdenziali x banca x c/c passiva banca x c/c x banca x c/c banca x c/c attiva x Ipotesi C: Storno dei risconti attivi e passivi. costi di esercizio x x x x risconti attivi x risconti passivi x ricavi di esercizio x Ipotesi D: Storno dei ratei attivi e passivi. Per quanto riguarda i ratei, contabilmente, possiamo agire seguendo due modalità. La prima, rilevando all’1/01 lo storno immediato del rateo; successivamente, i costi e i ricavi nel momento in cui si determina la manifestazione finanziaria. L’altra modalità è quella di rilevare il tutto alla scadenza in cui si determina la manifestazione finanziaria negativa o positiva. In base alla prima modalità all’1/01 abbiamo: 01/01 bilancio d’ apertura x ratei passivi 01/01 x ratei passivi x costi d’ esercizio 01/04 x costi d’ esercizio x banca x c/c 01/01 x ratei attivi x bilancio d’ apertura 01/01 x ricavi d’ esercizio x 118 ratei attivi 01/04 x banca x c/c x ricavi d’ esercizo x In base alla seconda modalità abbiamo la seguente scrittura: 01/04 01/04 banca x c/c x interessi attivi bancari x ratei attivi x ratei passivi x interessi passivi bancari x banca x c/c x Ipotesi E: Lo storno del conto fatture da ricevere e fatture da emettere: 01/01 bilancio di apertura fatture da ricevere x 15/01 fatture da ricevere debiti v/fornitori x 15/01 fatture da emettere bilancio di apertura x 15/01 crediti v/clienti fatture da emettere x x x x x Ipotesi F: Utilizzo dei fondi rischi e oneri. Esso avviene quando l’azienda deve effettuare la copertura di eventuali perdite o costi che, possono riguardare crediti insoluti e crediti v/clienti oppure ancora del contenzioso nei confronti dello Stato e responsabilità 119 civile. La copertura può essere, in base anche alla consistenza del fondo, parziale o totale. Se è totale, in P.D. possiamo avere, utilizzando sia il fondo rischi e sia il fondo svalutazione crediti, le seguenti scritture: quando la copertura è totale 12/03 f/do rischi su crediti crediti insoluti x 10/04 f/do rischi su crediti crediti v/clienti x 11/05 f/do svalutazione crediti crediti v/clienti x x x x Se la copertura è parziale con riscossione di una parte dei crediti: 12/03 denaro in cassa x f/do svalutazione crediti x f/do rischi su crediti x crediti commerciali x Se la copertura è parziale con i fondi insufficienti a coprire tutta la perdita: 12/03 perdita su crediti x f/do svalutazione crediti x f/do rischi su crediti x crediti commerciali x Ipotesi G: Si utilizza il fondo rischi su crediti anche per i crediti commerciali degli anni precedenti. Se il fondo non è in grado di coprire per intero i crediti inesigibili, la differenza va a sopravvenienza passiva straordinaria. Infatti in P.D. abbiamo: 120 f/do rischi su crediti x f/do svalut. crediti x sopravvenienza pass. straord. x crediti commerciali x Oppure: Storno del fondo per coperture tributi e responsabilità civile f/do per imposte x f/do responsabilita civile x sopravvenienza passi. straordin. x banca xc/c x N.B. : Le sopravvenienze passive straordinarie fanno riferimento a danni degli anni precedenti Impostazione iniziale della riapertura dei conti: 121 sofware fabbricati macchine d’ufficio automezzi impianti attrezzature imballaggi durevoli merci crediti v/clienti cambiali attive fatture da emettere banche c/c attivi denaro in cassa risconti attivi bilancio d’aperture 01/01 x x x x x x x x x x x x x x x bilancio d’apertura f/do amm.to sofware f/do amm.to fabbricati f/do amm.to macch. ufficio f/do amm.to impianti f/do amm.to attrezzature f/do amm.to imball. durevoli f/do rischi su crediti debiti v/fornitori mutui passivi banca x c/c passiva debiti per tfrl debiti per iva debiti per ritenute da versare debiti per imposte debiti v/istituti previdenziali ratei passivi x x x x x x x x x x x x x x x x x x x 01/01 bilancio d’apertura patrimonio netto x 01/01 merci c/ esistenze iniziali merci x x x BILANCIO DI APERTURA DELL’ESERCIZIO 5.3 DI PAG.239 DAL LIBRO ENTRIAMO IN AZIENDA 2- TOMO 1 122 1/01 fabbricati impianti attrezzature crediti v/clienti socio a c/prelevamenti socio b c/prelevamenti denaro in cassa risconti attivi merci bilancio d’apertura 1/01 bilancio d’apertura f/do amm.to fabbricati f/do amm.to impianti f/do amm.to attrezzature f/do rischi su crediti debiti v/fornitori mutui passivi debiti per tfrl debiti per iva debiti per ritenute da versare ratei passivi debiti per imposte banca x c/c passiva riserva volontaria utile d’esercizio capitale sociale 1/01 merci c/esistenze iniziali merci 510000,00 288000,00 180000,00 130800,00 15600,00 15600,00 34000,00 2400,00 115200,00 1291600,00 1291600,00 56400,00 148800,00 88800,00 1854,00 84000,00 108000,00 41773,45 12000,00 147,35 1969,15 1833,00 15450,00 600000,00 30000,00 100573,05 115200,00 115200,00 1/01 banca x c/c passiva banca x c/c 15450,00 1/01 costi per servizi risconti ativi 2400,00 1/04 ratei passivi interessi passivi su mutui banca x c/c 1969,15 976,44 123 15450,00 2400,00 2945,59 ISTITUTO TECNICO COMMERCIALE PER IL GEOMETRA E IL TURISMO di Acri “ G. Falcone” Lezioni di Economia Aziendale (Didattica Semplice) Impostazione didattica del programma di Contabilità Generale Elaborato e curato dal Prof. Damiano Turano con la collaborazione della: Prof.ssa: Maria Luisa Minerva; alunna: Lorenza Fabbricatore 124