LEZ. ECONOMIA AZIEND.III 16 (3)

L’azienda
L’azienda è un organizzazione economica che, utilizzando i fattori produttivi (forza lavoro, materie prime, tecnologie e
finanziamenti) attraverso l’attività economica, produce beni e servizi che vengono utilizzati dall’uomo per soddisfare i propri
bisogni.
Essa può essere classificata:
•
in base al settore di appartenenza;
•
alla produzione;
•
alla forma giuridica;
•
in base al fine o scopo.
In base al settore di appartenenza abbiamo:
•
settore primario (caccia, pesca, agricoltura,ecc.);
•
settore secondario (industrie, costruzioni);
•
settore terziario (servizi tradizionali);
•
settore terziario avanzato (le nuove tecnologie legate alla telematica e all’informatica);
In base alla produzione abbiamo:
•
produzione diretta;
•
produzione indiretta;
Per produzione diretta intendiamo: la trasformazione fisico–tecnica della materia prima in un prodotto finito.
Per produzione indiretta intendiamo: la collocazione nel tempo e nello spazio dei prodotti finiti (aziende mercantili).
La collocazione nel tempo riguarda l’utilizzo dei sistemi di conservazione (esempio: le celle ambiente e il sistema di
refrigerazione); quella nello spazio, invece, la collocazione dei prodotti da un luogo ad un altro.
In base alla forma giuridica abbiamo:
•
azienda semplice o individuale (conduzione familiare);
•
aziende collettive: società di persone e società di capitale.
Per azienda semplice intendiamo un’azienda in cui, la conduzione viene portata avanti da un’unica figura detta
imprenditore e in cui, partecipano come dipendenti, componenti della famiglia: il coniuge e i parenti entro il terzo grado;
gli affini entro il secondo grado. La legislazione fiscale prevede che il reddito di impresa debba essere attribuito per almeno
il 51% all’imprenditore ; il restante suddiviso tra gli altri componenti.
Per aziende collettive intendiamo quelle società in cui figurano più persone chiamate soci che vanno a comporre il
cosiddetto capitale sociale.
Le società di persone a loro volta si suddividono in:
•
Snc e Sas
1
Le società di persone, giuridicamente, vengono definite anche società imperfette in quanto, in caso di fallimento ,non
godono di autonomia patrimoniale, ciò significa che devono subentrare anche con il proprio patrimonio personale.
Le società di capitale sono:
•
SPA
•
Srl
•
SAPA
•
Credito cooperativo per azioni
Le società di capitali, a differenza delle società di persone, vengono definite società perfette, ciò significa che, in caso
di fallimento rispondono solo per le quote sottoscritte, fatta eccezione dei soci accomandatari che compongono la SAPA.
In base al fine o scopo possiamo classificare l’azienda in:
•
Azienda profit o di profitto: le aziende interessate sono soprattutto le aziende private che operano per il
raggiungimento del massimo profitto (es: FIAT, Pirelli, ecc.).
•
Aziende non profit: si identificano in modo particolare tra le associazioni e le fondazioni, e operano senza scopo
di lucro nel campo della ricerca e per interventi umanitari. Si sostengono con il contributo dello Stato e dei cittadini.
•
Aziende della Pubblica Amministrazione (Stato e enti territoriali): vengono definite, insieme alla famiglia, anche
aziende di erogazione che operano soprattutto grazie alle entrate che provengono dai tributi pagati dai cittadini.
Lo scopo essenziale è quello di migliorare le condizioni della collettività.
In base alla forma giuridica i soggetti che portano avanti il sistema azienda sono:
•
soggetto economico;
•
soggetto giuridico.
Il soggetto economico è colui che porta avanti gli interessi dell’azienda.
Il soggetto giuridico è colui che si assume obblighi e diritti dell’azienda.
Il soggetto giuridico può essere una persona fisica o giuridica (pubblica e privata).
Il soggetto economico e il soggetto giuridico nelle società individuali e di persone coincidono, mentre nelle società di
capitale sono distinti e separati (es. azionisti e FIAT: gli azionisti rappresentano il soggetto economico, mentre la FIAT il
soggetto giuridico).
L’azienda opera con:
•
soggetti interni (proprietari, soci, dipendenti);
•
soggetti esterni (finanziatori, fornitori, clienti, Stato e Pubblica Amministrazione).
STRUTTURA ORGANIZZATIVA DELL’AZIENDA
La struttura organizzativa si suddivide:
2
•
organizzazione tecnica;
•
organizzazione umana.
Per organizzazione tecnica intendiamo l’utilizzo di tutti gli elementi adoperati nell’attività aziendale (es. impianti,
macchinari, ecc.).
Per organizzazione umana intendiamo tutte le relazioni che nascono tra i vari individui che interagiscono all’ interno
dell’azienda.
Le funzioni principali di un’azienda sono:
•
funzioni primarie (logistica, produzione e marketing);
•
funzioni di supporto (approvvigionamenti, il personale e la ricerca dello sviluppo);
•
funzioni infrastrutturali (finanza, contabilità, direzione generale, controllo).
L’azienda strutturalmente assume una forma verticistica o piramidale legata anche alle sue dimensioni;
negli ultimi anni essa può assumere, in riferimento anche alle nuove tecnologie adottate, una forma ad uovo.
I vari organi che compongono la gerarchia aziendale sono:
•
organo volitivo o strategico (organo decisionale);
•
organo direttivo (attua le strategie dell’ organo volitivo);
•
organo di controllo ( svolge un ruolo di controllo sulle norme a difesa del lavoratore);
•
organo esecutivo o di base (esegue materialmente le direttive dell’organo direttivo, i dipendenti).
L’azienda opera con:
•
soggetti interni (proprietari, soci, dipendenti);
•
soggetti esterni (finanziatori, fornitori, clienti, Stato e Pubblica Amministrazione).
STRUTTURA ORGANIZZATIVA DELL’AZIENDA
La struttura organizzativa si suddivide:
•
organizzazione tecnica;
•
organizzazione umana.
Per organizzazione tecnica intendiamo l’utilizzo di tutti gli elementi adoperati nell’attività aziendale (es. impianti,
macchinari, ecc.).
Per organizzazione umana intendiamo tutte le relazioni che nascono tra i vari individui che interagiscono all’ interno
dell’azienda.
Le funzioni principali di un’azienda sono:
•
funzioni primarie (logistica, produzione e marketing);
•
funzioni di supporto (approvvigionamenti, il personale e la ricerca dello sviluppo);
•
funzioni infrastrutturali (finanza, contabilità, direzione generale, controllo).
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L’azienda strutturalmente assume una forma verticistica o piramidale legata anche alle sue dimensioni;
negli ultimi anni essa può assumere, in riferimento anche alle nuove tecnologie adottate, una forma ad uovo.
I vari organi che compongono la gerarchia aziendale sono:
•
organo volitivo o strategico (organo decisionale);
•
organo direttivo (attua le strategie dell’ organo volitivo);
•
organo di controllo ( svolge un ruolo di controllo sulle norme a difesa del lavoratore);
organo esecutivo o di base (esegue materialmente le direttive dell’organo direttivo, i dipendenti)
Struttura organizzativa
dell’azienda
Struttura
elementare
Struttura
funzionale
Struttura
divisionale
Struttura a
matrice
Aziende di
piccole
dimensioni
Aziende di
medie
dimensioni
Aziende di grandi
dimensioni
Aziende di
elevatissime
dimensioni
Struttura
multifunzionale
4
Aziende di
dimensioni
elevate
GLI ORGANI AZIENDALI
Organo
volitivo o
vertice
strategico
Organo direttivo
Organo di controllo
Organo esecutivo
5
L’IMPRESA COME SISTEMA
Possiamo definire sistema ogni insieme di elementi, materiali e immateriali, coordinati e integrati tra loro
per il raggiungimento di un certo fine.
SISTEMA
IMPRESA
può essere suddiviso in:
SOTTOSISTEMA
ORGANIZZATO
Si occupa di
coordinare gli
elementi umani,
materiali e
immateriali presenti
nell’impresa
SOTTOSISTEMA
GESTIONALE
Esegue le operazioni,
diverse a seconda del
tipo di impresa,
necessarie per
raggiungere
l’obiettivo generale di
conseguire un utile.
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SOTTOSISTEMA
INFORMATIVO
Fornisce all’organizzazione
e alla gestione le
informazioni necessarie
per effettuare tutti ti tipi di
scelte possibili. È preposto
anche al controllo e
feedback (l’analisi degli
effetti e delle conseguenze
delle decisioni prese).
IMPRESA
• Cellula del sistema economico nazionale, costituito da un
insieme di aziende collegate tra loro
SOCIO-TECNICO
APERTO
FUNZIONALE
Caratterizzato da
decisioni umane e da
operazioni tecniche
Costituito da elementi
che svolgono nel suo
interno differenti
funzioni
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Influenza ed è
influenzato
dall’ambiente
circostante. Riceve in
entrata (input) energie
e informazioni e
restituisce in uscita
(output) prodotti e
servizi.
AMBIENTE ESTERNO
SISTEMA IMPRESA
INPUT
Energie e
informazioni
esterne
informazio
ni interne
ed esterne
decisioni
operazioni
FEEDBACK
MERCATO E
AMBIENTE ESTERNO
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rilevazione
dei
risultati
OUTPUT
Prodotti
e servizi
Cultura
generale
Difesa
Giustizia
Religione
Usi e
Costumi
Politica
Geografia
Partiti
Politici
AMBIENTE
Storia
Sindacati
Fornitori
Istruzioni
Clienti
Stato e Pubblica
Amministrazione
Finanziatori
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OPERAZIONI DI
GESTIONE
FINANZIAMENT0
INVESTIMENTO
TRASFORMAZIONE
TECNICO ECONOMICA
DISINVESTIMENTO
RICERCA E
OTTENIMENTO DEL
FABBISOGNO
FINANZIARIO
CAPITALE
In denaro
In natura
ACQUISIZIONE
FATTORI
PRODUTTIVI
Materie Prime
Tecnologia
Forza Lavoro
COMBINAZIONE
FATTORI
PRODUTTIVI
PRODUZIONE
VENDITA DI BENI E DI
SERVIZI
10
Ricavi
(Entrate
Monetarie)
LA GESTIONE AZIENDALE
La gestione aziendale non fa altro che racchiudere un’infinità di operazioni tra loro coordinate che hanno come unica
finalità il raggiungimento di un obiettivo specifico: il massimo profitto. Le operazioni interessate sono:
•
operazioni di FINANZIAMENTO;
•
operazioni di INVESTIMENTO;
•
operazioni di TRASFORMAZIONE TECNICO–ECONOMICA;
•
operazioni di DISINVESTIMENTO.
Le operazioni di finanziamento riguardano la ricerca o l’ottenimento dei capitali che noi abbiamo già definito come
fabbisogno finanziario. Il capitale può essere espresso in denaro e in natura (terreni, fabbricati, ecc.). Il capitale espresso
in denaro può essere costituito da capitali interni e capitali esterni.
Le operazioni di investimento fanno riferimento all’acquisizione dei fattori produttivi che sono: materie prime, tecnologia,
forza lavoro e finanziamenti.
Le operazioni di trasformazione tecnico– economica riguardano il processo produttivo e la combinazione dei fattori
produttivi.
Le operazioni di disinvestimento riguardano la vendita dei beni e dei servizi che permettono all’azienda di ottenere dei
ricavi e, tramite essi, delle entrate monetarie. Tali entrate permettono poi, all’azienda di poter estinguere i propri debiti e
attuare il processo definito RITORNO DEL CAPITALE INVESTITO.
Per quanto riguarda i finanziamenti abbiamo: i finanziamenti espressi in denaro, definiti anche debiti di finanziamento;
debiti che regolano rapporti commerciali considerati anche debiti di regolamento o di fornitura.
Il capitale, a sua volta, si suddivide in:
•
capitale interno;
•
capitale esterno.
I capitali interni riguardano soprattutto quelle disponibilità finanziarie ottenute da aziende già operanti sul mercato che
attuano la politica dell’autofinanziamento ovvero gli UTILI NON RIPARTITI ma reinvestiti, più le RISERVE.
I capitali esterni sono divisi in: capitale proprio e capitale di terzi. Il capitale PROPRIO o di rischio è tutto ciò che viene
apportato dall’imprenditore (azienda individuale) o dai soci (aziende collettive) in denaro e in natura. I capitali di TERZI
sono tutti quei finanziamenti che essendo di debito, devono essere restituiti alla scadenza con la remunerazione degli
interessi. Possono pervenire da banche, società finanziarie e mercati finanziari o di borsa.
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CAPITALE
INTERNI
ESTERNI
PROPRIO
POLITICA DELL’
AUTOFINANZIAMENTO
IN DENARO E
IN NATURA
UTILE NON
RIPARTITO
RISERVE
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DI TERZI
I FATTI DI GESTIONE
I FATTI DI GESTIONE si suddividono in:
•
fatti Interni;
•
fatti Esterni.
I fatti interni riguardano soprattutto la trasformazione tecnico–economica che avviene utilizzando i fattori produttivi.
I fatti esterni riguardano invece tutti i rapporti che un’azienda instaura con l’ambiente esterno e in modo particolare con i
seguenti soggetti:
•
fornitori;
•
clienti;
•
Stato e Pubblica Amministrazione;
•
finanziatori (banche, società finanziarie, mercati finanziari o di borsa).
I CICLI PRODUTTIVI
I cicli produttivi, che sono quattro, sono dettati da tutte le operazioni di gestione che un’azienda svolge durante l’esercizio
amministrativo, e si suddividono in:
•
ciclo tecnico: è la combinazione dei fattori produttivi;
•
ciclo economico: inizia con il sostenimento dei costi e termina con l’ottenimento dei ricavi;
•
ciclo monetario: inizia con l e uscite monetarie (acquisto dei fattori produttivi) e termina con le entrate
monetarie(vendita dei beni e servizi);
•
ciclo finanziario: inizia con l’accensione dei debiti di regolamento e termina con i crediti di regolamento.
I debiti fanno riferimento all’acquisizione dei fattori produttivi e comportano, successivamente, un’uscita monetaria; i crediti
si determinano con l’ottenimento dei ricavi e comportano, successivamente, un’entrata monetaria.
Nell’analisi del ciclo economico e del ciclo monetario possiamo presupporre tre ipotesi:
Ipotesi A: ciclo economico uguale al ciclo monetario (quando il pagamento dei beni e dei servizi avviene per pronta
cassa);
Ipotesi B: ciclo economico che si chiude prima del ciclo monetario (quando il pagamento avviene in modo rateale o
differenziato);
Ipotesi C: ciclo monetario che si chiude prima del ciclo economico (quando il pagamento avviene in modo anticipato).
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L’ASPETTO FINANZIARIO E L’ASPETTO ECONOMICO DELLA GESTIONE
L’aspetto finanziario riguarda soprattutto i finanziamenti interni e i finanziamenti esterni. Per quanto riguarda i finanziamenti
esterni, in modo particolare quelli di debito, si suddividono in:
•
debiti di finanziamento;
•
debiti di regolamento o di fornitura.
I debiti di finanziamento vengono suddivisi in: debiti a breve termine e debiti a medio–lungo termine. I debiti a breve termine
non devono superare un tempo massimo di 12 mesi; quelli a medio termine vanno da un anno a cinque anni (es.
sovvenzioni bancarie); quelli a lungo termine possono arrivare anche a quarant’anni (es. mutui ipotecari). I debiti di
regolamento o di fornitura sono tutti quelli contratti con i fornitori.
Se nel sistema finanziario parliamo di debiti, dobbiamo anche parlare di crediti e in questo caso possiamo avere: crediti di
finanziamento (concessione di fidi da parte dell’azienda) e crediti di regolamento o di fornitura (quando l’azienda riscuote
i crediti commerciali posticipatamente).
Possiamo concludere o affermare che l’operazione finanziaria inizia con l’acquisizione dei fattori produttivi e si chiude
tramite i disinvestimenti ovvero la vendita dei prodotti finiti.
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Nell’analisi dei costi e dei ricavi l’equilibrio economico si ottiene quando i ricavi sono maggiori dei costi, la cui differenza
determina l’utile.
La classificazione dei costi avviene nel modo seguente:
•
costi pluriennali;
•
costi per merci (acquisto delle materie prime);
•
costi per servizi ( es. costi per utenza );
•
costi fiscali (es. imposte);
•
costi per lavoro dipendente (es. salari e stipendi);
•
costi per godimento di beni di terzi (es. fitti);
•
costi finanziari (es. interessi passivi bancari);
costi straordinari (es. minusvalenze, insussistenza).
Costi per merci
Costi
straordinari
Costi finanziari
Costi per servizi
CLASSIFICAZIONE DEI COSTI
Costi fiscali
Costi per
godimento di beni
di terzi
Costi per lavoro
dipendente
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Quasi la totalità dei costi vengono rilevati come costo d’esercizio e compaiono nel conto economico d’esercizio.
I costi pluriennali, dato che vengono utilizzati per più anni dall’azienda, costituiscono il patrimonio dell’azienda stessa in
cui vengono raggruppati gli impieghi. Contabilmente vengono rilevati nella sezione DARE dello Stato Patrimoniale.
Tale sezione viene definita anche attività.
Per i costi pluriennali, all’azienda è consentita il calcolo di una quota di ammortamento , che può essere rilevata al
31/12 nel momento in cui si determinano le scritture di assestamento, oppure durante l’esercizio amministrativo, quando
l’azienda procede all’atto della dismissione in quanto ritiene il bene non più idoneo al processo produttivo.
I costi pluriennali (beni strumentali) vengono definiti così in quanto partecipano alla creazione di ricchezza per più anni.
Essi vengono rilevati come immobilizzazioni immateriali e materiali nell’attività dello Stato Patrimoniale tra gli impieghi
nella sezione DARE.
Al 31/12, tramite le scritture di assestamento, viene rilevata come costo d’esercizio la quota di ammortamento destinata
in un apposito fondo. In caso di dismissione essa può essere per alienazione (rottamazione e permuta) e per
eliminazione (volontaria e involontaria). Se avviene per rottamazione o permuta, contabilmente l’azienda può rilevare
una plusvalenza o una minusvalenza determinata dalla differenza fra il valore contabile (costo originario meno
percentuale di ammortamento) e valore di cessione.
Se il valore contabile è > del valore di cessione = minusvalenza (costo non monetario);
Se il valore contabile è < del valore di cessione = plusvalenza (ricavo non monetario).
In caso di dismissione per eliminazione essa può essere volontaria e non volontaria.
Volontaria in quanto l’azienda ritiene il bene strumentale non più conforme alle sue esigenze.
Non volontaria in quanto la causa è dovuta ad effetti climatici e per dolo.
Nella fattispecie la differenza fra costo originario e la percentuale di ammortamento non determina il valore contabile,
bensì una insussistenza passiva straordinaria.
Se l’eliminazione avviene per dolo e i cespiti interessati sono coperti da assicurazione, l’azienda chiede il risarcimento
dei danni. Contabilmente rileviamo una sopravvenienza attiva straordinaria.
I Ricavi
I ricavi si ottengono con la vendita di beni e servizi; essi si classificano in:
•
ricavi per la vendita di merci;
•
proventi vari ( es. fitti attivi);
•
disinvestimento di beni a lungo ciclo di utilizzo;
•
ricavi finanziari (es. interessi attivi bancari);
•
ricavi straordinari (es. plusvalenze e sopravvenienze attive).
Se i ricavi sono > dei costi l’azienda ottiene un utile (risultato economico positivo).
Se i ricavi sono < dei costi l’azienda ottiene una perdita.
16
La differenza fra i costi e i ricavi determinano il reddito d’impresa. Il reddito d’impresa può essere:
•
globale;
•
d’esercizio.
Parliamo di reddito globale quando i ricavi e i costi fanno riferimento alla vita ciclica dell’impresa. Parliamo di reddito
d’esercizio quando facciamo riferimento ad un esercizio amministrativo.
Il reddito d’esercizio rappresenta il risultato economico dell’azienda che può essere positivo e negativo.
Positivo quando i Ricavi sono maggiori dei Costi; negativo quando i Ricavi sono minori dei Costi.
Il reddito d’esercizio si determina alla fine di ogni esercizio amministrativo, di solito al 31/12 di ogni anno, o
anche prima, solo nel momento in cui l’azienda decide di cessare la propria attività.
ACQUISTO
VENDITA
SOSTENIMENTO COSTI
OTTENIMENTO RICAVI
ACCENSIONE DEBITI = USCITA MONETARIA
RISCOSSIONE CREDITI = ENTRATA MONETARIA
I ricavi d’esercizio, contabilmente, vengono considerati elementi positivi di reddito rilevati nella sezione AVERE del
Conto Economico d’Esercizio; mentre i costi d’esercizio vengono considerati elementi negativi di reddito rilevati nella
sezione DARE del Conto Economico.
VALORI FINANZIARI E VALORI ECONOMICI
Gli investimenti, i disinvestimenti e le disponibilità liquide che si determinano dalle operazioni di gestione, espresse in
quantità monetarie, danno luogo a un sistema di valori che, a seconda della loro natura, si classificano in: Valori
Finanziari (o originari) e Valori Economici (o derivati).
I Valori Finanziari, per la loro natura, sono espressi in moneta. Essi si suddividono in:
•
valori di cassa;
•
conti correnti (crediti e debiti).
I crediti sono valori finanziari attivi, mentre i debiti sono valori finanziari passivi. I crediti raccolgono tutti i crediti
commerciali, come i crediti verso clienti e le cambiali attive; mentre i debiti raccolgono tutti i debiti commerciali, come i
debiti verso fornitori, e le cambiali passive. Oltre ai debiti commerciali vengono elencati i debiti finanziari.
Per quanto riguarda i valori di cassa possiamo definirlo come quel contenitore che racchiude tutta la disponibilità liquida.
La disponibilità liquida comprende:
•
il denaro in cassa che deve essere sempre positivo;
•
i valori bollati;
•
conto corrente bancario;
•
conto corrente postale.
Il conto corrente bancario può essere sia attivo che passivo, questo perché nel momento in cui si stipula un contratto in
conto corrente di corrispondenza, la banca, in base al reddito procapite, stabilisce una disponibilità finanziaria iniziale.
Se i valori finanziari (che per natura sono espressi in moneta) sono valori originari, quelli economici sono valori derivati,
in quanto non sono espressi all’origine in moneta.
17
IL PRINCIPIO DELLA COMPETENZA ECONOMICA
Il principio della competenza economica si lega ai fatti di gestione in considerazione dell’utilizzo dei fattori produttivi che,
intervengono nell’ambito di un esercizio amministrativo e costituiscono i ricavi e i costi ai fini della determinazione del
reddito d’esercizio. Per quanto riguarda i fattori produttivi, la cui utilità è prevista per l’esercizio successivo o per più
esercizi futuri, la competenza si rileva tramite le scritture di assestamento che si suddividono in:
•
Scritture di completamento:
- interessi maturati sul c/c (bancario e postale);
- crediti e debiti da liquidare (fatture da ricevere o da emettere);
- Crediti da liquidare per premi su acquisti e debiti da liquidare per premi su vendite;
- lo stralcio di crediti inesigibile;
- trattamento di fine rapporto lavorativo (TFRL);
- le imposte di competenza.
•
Scritture di integrazione:
- svalutazione dei crediti;
- ratei attivi e passivi;
- fondi oneri futuri;
- fondi rischi.
•
Scritture di rettifica:
- le rimanenze finali di magazzino;
- risconti attivi e risconti passivi.
•
Scritture di ammortamento:
- beni strumentali o costi pluriennali.
Tra le scritture di integrazione e di rettifica rileviamo in modo particolare i ratei e i risconti.
I ratei sono valori finanziari riferiti a quote di entrate o di uscite future relative a ricavi e costi che hanno avuto la
manifestazione economica, ma non quella finanziaria. Ciò significa che il pagamento del costo o la riscossione del ricavo
avviene in modo posticipato. La parola «chiave» è: posticipatamente.
I risconti sono valori economici riferiti a costi e ricavi che hanno avuto già la manifestazione finanziaria (pagati o riscossi
anticipatamente), ma non quella economica. La parola «chiave» è: anticipatamente.
18
ESEMPI SUI RATEI
Per quanto riguarda i ratei attivi al 31/12 andiamo ad integrare quella parte dei ricavi che hanno avuto già la
manifestazione economica.
Es: in data 3 ottobre concesso in affitto un magazzino a un canone semestrale di 1.200,00 €, la riscossione avviene
posticipatamente.
ESEMPI SUI RATEI
Per quanto riguarda i ratei attivi al 31/12 andiamo ad integrare quella parte dei ricavi
che hanno avuto già la manifestazione economica.
Es: in data 3 ottobre concesso in affitto un magazzino a un canone semestrale di
1.200,00 €, la riscossione avviene posticipatamente.
giorni rateo= 89
giorni di locazione= 182
182:89=1.200,00:x
x= 586,81 €
Rateo attivo
3/10/n
89gg
31/12/n
3/4/n+1
Per quanto riguarda i ratei passivi al 31/12 andiamo ad integrare quella parte dei costi che hanno avuto già la
manifestazione economica.
Es: su un mutuo passivo di 120.000,00 € ottenuto in data 01 aprile maturano ogni 6 mesi interessi al tasso di 4,50 % da
pagare posticipatamente.
Per quanto riguarda i ratei passivi al 31/12 andiamo ad integrare quella parte dei costi che
hanno avuto già la manifestazione economica.
Es: su un mutuo passivo di 120.000,00 € ottenuto in data 01 aprile maturano ogni 6 mesi
interessi al tasso di 4,50 % da pagare posticipatamente.
giorni rateo= 91
mutuo passivo= 120.000,00 €
r= 4,50%
36500:(4,50 x 91) = 120.000,00 : x
x = 1.346,30
Rateo passivo
01/10/n
91gg
31/12/n
01/04/n+1
19
I Risconti
I risconti, a differenza dei ratei, sono valori economici di rettifica e vengono definiti anche conti antitetici, ciò significa che
a un risconto attivo corrisponde la rettifica di un costo d’esercizio o elemento negativo di reddito. Ad un risconto passivo
invece corrisponde la rettifica di un ricavo d’esercizio o elemento positivo di reddito.
Es. di un risconto attivo: in data 13 luglio pagato anticipatamente un premio annuo di assicurazione per 3.600,00 €.
Rettificare quella parte di costo che non è di competenza dell’esercizio in quanto la manifestazione finanziaria avviene
nell’anno successivo.
I risconti, a differenza dei ratei ,sono valori economici di rettifica e vengono definiti anche conti
antitetici, ciò significa che a un risconto attivo corrisponde la rettifica di un costo d’esercizio o
elemento negativo di reddito. Ad un risconto passivo invece corrisponde la rettifica di un ricavo
d’esercizio o elemento positivo di reddito.
Es. di un risconto attivo: in data 13 luglio pagato anticipatamente un premio annuo di
assicurazione per 3.600,00 €. Rettificare quella parte di costo che non è di competenza
dell’esercizio in quanto la manifestazione finanziaria avviene nell’anno successivo.
giorni del risconto= 194
giorni complessivi= 365
365:194=3.600,00:x
Risconto attivo
x= 1.913,42€
13/07/n
31/12/n
13/07/n+1
Per quanto riguarda le rimanenze di magazzino, esse vengono valutate in base al costo medio
ponderato, al criterio LIFO (last in first out) e al criterio FIFO ( first in first out).
La sua trattazione verrà approfondita e rielaborata nel programma del quarto anno. Adesso, per
quanto riguarda la rilevazione contabile, evidenziamo solo la voce «Rimanenze finali».
Es. di un risconto passivo: in data 15 settembre concesso in affitto un locale ad un canone quadrimestrale di 920,00 €
la cui riscossione avviene in modo anticipato. Rettificare quella parte di ricavo che non è di competenza dell’esercizio in
quanto la manifestazione finanziaria avviene nell’anno successivo.
Es. di un risconto passivo: in data 15 settembre concesso in affitto un locale ad un canone
quadrimestrale di 920,00 € la cui riscossione avviene in modo anticipato. Rettificare quella parte
di ricavo che non è di competenza dell’esercizio in quanto la manifestazione finanziaria avviene
nell’anno successivo.
giorni del risconto= 15
giorni complessivi= 122
122:15=920,00:x
x= 113,11 €
Risconto passivo
15/09/n
31/12/n
15/01/n+1
20
Altra componente fondamentale per la determinazione del reddito d’esercizio sono, le Sopravvenienze attive e passive
e le Insussistenze attive e passive, che possono essere ordinarie e straordinarie.
Sono causate da eventi occasionali o imprevedibili, estranei all’attività dell’esercizio. Le sopravvenienze consistono
in:
•
aumenti di attività Attive;
•
aumenti di passività Passive.
Le insussistenze, invece, consistono in:
•
diminuzione di passività Attive;
•
diminuzione di attività Passive.
Quelle ordinarie consistono in :
•
recupero di credito degli anni precedenti;
•
risarcimenti assicurativi;
•
rimborso imposte;
•
percepimento di contributi,
•
differenze di cassa;
Quelle straordinarie riguardano:
•
le donazioni;
•
le vincite;
•
risarcimenti assicurativi legati a fattori esterni ( clima, dolo, ecc.);
•
recupero di crediti degli anni precedenti stralciati e ritenuti inesigibili;
•
distruzione e danneggiamento di beni;
•
danni subiti per furti e rapine;
•
perdite per espropri ecc.
21
IL PATRIMONIO
Esso costituisce l’insieme di tutti i beni economici che un’azienda ha in un determinato momento. Il patrimonio o capitale
viene espresso sia sotto l’aspetto qualitativo che quantitativo. Il capitale qualitativo esprime la natura dei beni, mentre
quello quantitativo evidenzia il valore del bene in moneta nazionale. Tecnicamente e strutturalmente viene rappresentato
tramite un prospetto definito Stato Patrimoniale. Lo Stato Patrimoniale è suddiviso in due sezioni:
la sezione DARE (attività o impieghi);
•
la sezione AVERE (passività o fonti di finanziamento).
Le attività si suddividono in:
•
immobilizzazioni;
•
attivo circolante
•
ratei e Risconti attivi.
Le immobilizzazioni a loro volta si suddividono in:
•
immobilizzazioni immateriali (costi di impianto, ecc.);
•
immobilizzazioni materiali (fabbricati, impianti, ecc.);
•
immobilizzazioni finanziarie (mutui attivi, ecc.);
L’ Attivo Circolante comprende:
•
rimanenze (merci, materie di consumo, ecc.);
•
crediti (crediti commerciali, cambiali attive, ecc.);
•
disponibilità liquida (denaro in cassa, assegni, valori bollati, ecc.).
La sezione AVERE comprende tutte le fonti di finanziamento che servono all’azienda per soddisfare il proprio
fabbisogno finanziario e possono essere di capitali interni ed esterni. I capitali interni costituiscono gli utili non distribuiti e
vanno a determinare la politica dell’autofinanziamento; i capitali esterni possono essere di capitale proprio e di capitale
di terzi. Il capitale proprio è formato da tutti i conferimenti in denaro e in natura apportati dall’imprenditore, mentre i
capitali di terzi o di debito sono tutti quelli che provengono da enti creditizi e dai mercati finanziari.
Tra le Passività troviamo:
il Patrimonio Netto;
fondi per rischi e oneri;
debiti per TFRL;
debiti (a breve, medio e lungo termine);
ratei e risconti passivi.
22
STATO PATRIMONIALE
DARE (ATTIVITA’)
1. IMMOBILIZZAZIONI
•
•
•
IMMATERIALI
MATERIALI
FINANZIARIE
2. ATTIVO CIRCOLANTE
•
•
•
RIMANENZE
CREDITI COMMERCIALI
DISPONIBILITA’ LIQUIDA
3. RATEI E RISCONTI
ATTIVI
3.
4.
AVERE (PASSIVITA’)
PATRIMONIO NETTO
FONDI PER RISCHI E
ONERI
DEBITI PER TFRL
DEBITI
•
•
•
BREVE
MEDIO
LUNGO TERMINE
1.
2.
5. RATEI E RISCONTI
PASSIVI
Quando le ATTIVITA’ sono maggiori delle PASSIVITA’, l’azienda attraversa una fase di perfetto equilibrio patrimoniale e
la differenza costituisce o determina il Patrimonio Netto. Se, per assurdo, le PASSIVITA’ sono maggiori delle ATTIVITA’
tutto ciò determina una situazione patologica di enorme squilibrio patrimoniale (deficit patrimoniale).
ATTIVITA’ – PASSIVITA’= PATRIMONIO NETTO
ATTIVITA’= PASSIVITA’ + PATRIMONIO NETTO
PASSIVITA’- ATTIVITA’= DEFICIT PATRIMONIALE
ATTIVITA’ + DEFICIT PATRIMONIALE = PASSIVITA’
Le parti ideali che compongono il Patrimonio Netto (PN) in un’azienda individuale possono essere:
Ipotesi A:
PATRIMONIO NETTO
al 31/12/n1
PATRIMONIO NETTO
=
all’1/01/n1
REDDITO
+/-
d’esercizio
PN AL 31/12/N1 = PN all’1/01/n1 + nuovi apporti dell’imprenditore - ( prelevamenti extragestione + titolare c/ritenute
subite) +/- reddito d’esercizio
Il reddito d’esercizio è l’incremento (utile) o il decremento (perdita) che il PN subisce per effetto della gestione durante
un periodo amministrativo.
23
Reddito d’ex = PN al 31/12/n1- (PN all’1/1/n1 –( Prelevamenti Extra - gestione +Titolare c/ritenute subite) + nuovi
apporti dell’imprenditore).
Alla fine dell’esercizio amministrativo determiniamo così il Patrimonio di funzionamento e il risultato economico
dell’azienda.
L’equilibrio patrimoniale e finanziario si determina quando:
•
L’ATTIVO CIRCOLANTE O CORRENTE E’ > DELLE PASSIVITA’ CORRENTI O A BREVE TERMINE;
•
IL CAPITALE PERMANENTE E’ > DELL’ATTIVO IMMOBILIZZATO.
CAPITALE PERMANENTE = PATRIMONIO NETTO + DEBITI CONSOLIDATI O (MLT)
Tutto questo viene evidenziato dalle seguenti tabelle:
Impresa con struttura
patrimoniale e finanziaria
equilibrata
ATTIVO
IMMOBILIZZATO
ATTIVO
CIRCOLANTE
Impresa con strutture
patrimoniale e finanziaria
squilibrata
PATRIMONIO
NETTO
ATTIVO
IMMOBILIZZATO
PASSIVITA’
CONSOLIDATE
ATTIVO
CIRCOLANTE
PASSIVITA’
CORRENTI
24
PATRIMONIO
NETTO
PASSIVITA’
CONSOLIDATE
PASSIVITA’
CORRENTI
La compravendita (contratto di vendita)
Prima di iniziare la rilevazione contabile delle fatture di acquisto e di vendita voglio soffermarmi sul contratto di vendita
(compravendita) con l’intendo di analizzare gli aspetti e i punti salienti o quelli più importanti.
Quando parliamo di compravendita ci rifacciamo essenzialmente al concetto di scambi con soggetti che operano all’interno
dei mercati (mercati sia interni che esterni).
Gli scambi che avvengono determinano il prezzo dei beni e dei servizi in base alla Domanda e all’Offerta..
Gli scambi avvengono essenzialmente tramite:
a) Mercati di acquisizione dei fattori produttivi;
b) Mercati di sbocco o vendita dei prodotti e dei servizi (commercializzazione o disinvestimenti).
Gli scambi che ogni impresa effettua vengono formalizzati legalmente tramite il contratto.
Il contratto di compravendita si sviluppa attraverso tre momenti fondamentali che sono:
a) Le trattative;
b) La stipulazione del contratto;
c) L’esecuzione del contratto.
Le trattative precedono l’esecuzione del contratto, in cui si definisce in base all’offerta e alla contro offerta del venditore
e del compratore che determinano le linee guida per arrivare alla conclusione. La contrattazione può essere a distanza e
di presenza. Quella a distanza possono avvenire tramite: telefono, fax, posta elettronica, lettera commerciale e internet.
Contrattazione di presenza la fase avviene con la presenza diretta dei due contraenti che permette loro di facilitargli il
compito per il raggiungimento dell’accordo. Inoltre si ha la possibilità di constatare direttamente la natura e la qualità della
merce.
La stipulazione del contratto quando le trattative vanno a buon fine si passa alla stipulazione del contratto di vendita,
che dovrà poi essere eseguito dagli entrambi contraenti o soggetti interessati.
Il contratto di vendita determina il passaggio di proprietà di un bene o sevizio da un soggetto ad un altro a titolo oneroso
ovvero contro il pagamento di un prezzo.
I tre caratteri o aspetti fondamentali del contratto di vendita sono:
a) Contratto bilaterale;
b) Contratto consensuale;
c) Contratto a titolo oneroso.
Bilaterale in quanto i soggetti interessati sono due venditore e compratore, entrambi hanno interessi contrapposti ma
nello stesso tempo si assumono obblighi reciproci.
Consensuale in quanto si perfeziona nel momento in cui i soggetti interessati raggiungono l’accordo sulla quantità, qualità,
sul prezzo della merce e sulle clausole accessorie.
A titolo oneroso in quanto è un contratto che impone ad ogni contraente un sacrificio patrimoniale che consiste per il
venditore nella cessione di una merce mentre per l’acquirente il pagamento del corrispettivo prezzo.
Con la stipulazione del contratto entrambi i soggetti interessati si assumono degli obblighi.
Gli obblighi del venditore sono:
a)
b)
c)
d)
Consegnare la merce venduta al compratore;
Trasferire al compratore la proprietà della merce;
Prestare garanzia per l’evizione;
Prestare garanzia contro vizi e difetti occulti.
Gli obblighi del compratore sono:
a) Ritirare la merce nel luogo stabilito;
b) Pagare il prezzo nei tempi, modi e luoghi stabiliti.
La legge non prevede una forma unica e obbligatoria di contratto di vendita . La stipulazione può avvenire:
a) Con contratto verbale (detto anche a voce);
b) Con contratto scritto (formale e non formale)
Il contratto verbale si stipula sulla fiducia e quando i due contraenti si trovano nella stessa piazza e la quantità contrattata
è di poca entità. È un contratto in cui l’accordo avviene sulla “PAROLA”. In questa tipologia l’aspetto negativo è quello che
25
basandosi sulla fiducia e non essendoci nessun documento scritto è molto rischioso in quanto in caso di contestazione
nessuno può far valere gli obblighi assunti.
Il contratto scritto non formale è quello più diffuso nelle imprese è indicato per i contratti a distanza e avviene tramite:
lettera commerciale, fax e telegrammi. Esso si perfeziona tramite proposte e controproposte fino ad arrivare all’accordo e
alla conferma dell’ordine.
Il contratto scritto formale necessita della presenza simultanea dei due contraenti che redigono e firmano i due esemplari,
in cui si riportano tutte le condizioni contrattuali.
Con l’avvento della nuova tecnologia (informatica e telematica) i contratti scritti su carta, e led firme a mano con cui
vengono conclusi e confermati, possono essere sostituiti da documenti informatici con firma elettronica. Infatti in base ad
un decreto legislativo stabilisce che i documenti e gli atti formali, trasmessi e archiviati con strumenti informatici soddisfano
il requisito legale della forma scritta e pertanto sono validi a tutti gli effetti di legge. Stessa cosa si può dire per i contratti
stipulati con gli stessi strumenti in precedenza citati in quanto l’uso della firma elettronica li rende efficaci e pertanto da
essi derivano per i contraenti i diritti e gli obblighi (previsti) di legge.
La firma elettronica che la legge chiama firma digitale è l’elemento essenziale che attribuisce certezza alla sottoscrizione
del documento e del contratto. Essa è composta da due codici: codice segreto e codice pubblico.
Gli elementi del contratto: essi si suddividono in elementi essenziali e in elementi accessori.
Quelli essenziali sono: qualità, quantità e prezzo.
Quelli accessori sono: tempo e luogo di consegna della merce, modalità e spese di imballaggio, spese e rischi di
trasporto e tempo, luogo e strumento di pagamento.
La clausola contrattuale di consegna della merce rispetto al tempo prevede le seguenti opzioni:
a) Consegna immediata: ciò significa che la merce deve essere consegnata o spedita subito con il primo mezzo di
trasporto in partenza;
b) Consegna a pronti: la merce deve essere consegnata entro un lasso di tempo molto breve (da 5 a 15 giorni);
c) Consegna differita: la consegna della merce o spedita deve avvenire in un tempo utile stabilito nel contratto
(questo avviene quando il fornitore non ha al momento la disponibilità della merce in magazzino);
d) Consegna alternativa: il fornitore ha la possibilità di scelta tra due o più date di consegna della merce;
e) Consegna ripartita: la consegna non avviene mediante un’unica spedizione ma viene frazionata nel tempo in più
partite di quantità prefissata (si attua quando la merce è di quantità molto elevata).
Il luogo di consegna delinea gli eventuali rischi di trasporto della merce e a tutela dei due soggetti interessati vengono
inserite nel contratto determinate clausole, che condizionano anche il prezzo della merce stessa e sono:
a) Consegna franco partenza ciò significa che tutti i rischi inerenti al trasporto della merce dopo essere uscita dal
magazzino del fornitore sono a carico del compratore;
b) Consegna franco destino in questo caso tutti i rischi di trasporto della merce sono a carico del fornitore o
venditore;
se il trasporto della merce avviene per mezzo vettore ovvero una figura ausiliare che esegue il trasporto per conto terzi,
allora è necessario inserire le seguenti clausole contrattuali, che sono:
a) Porto franco: il pagamento del trasporto al vettore è effettuato dal venditore;
b) Porto assegnato: il pagamento del trasporto al vettore è effettuato nel luogo di destinazione dal compratore,
dopo aver eseguito il pagamento può ritirare la merce.
26
L’imballaggio:
l’imballaggio è costituito da tutto ciò che serve per contenere, custodire, proteggere la merce durante la conservazione e
il trasporto cercando di salvaguardare la qualità e l’aspetto estetico. I requisiti fondamentali devono essere : la resistenza,
la leggerezza, inalterabile, maneggevole, funzionale ed economico. Negli ultimi anni, anche per un problema ecologico
legato alla tutela dell’ambiente, si è cercato di sostituire il vecchio imballaggio con materiale fortemente riciclabile. Sotto
questo aspetto si è espressa anche l’Unione Europea, che ha indicato i criteri comuni da seguire per evitare l’ammasso di
tonnellate di materiale come: la plastica, il vetro, il metallo, la carta, ecc.. la maggior parte del l’imballaggio deve quindi
essere riutilizzato, riciclato e recuperato. In Italia per procedere al recupero e al riciclaggio è stato istituito il CONAI
(Consorzio Nazionale Imballaggi); in materie di etichette, in base alle disposizioni europee che regolano il marchio di
qualità ecologica, è stato istituito il Ecolabel (rappresentato dal simbolo di una margherita).
Per la tutela dei consumatori sono intervenute apposite norme dell’UE che stabiliscono i requisiti fondamentali che gli
imballaggi devono possedere in modo particolare per le confezioni e le etichette dei prodotti alimentari distinguendo quello
di uso comune e quelli destinati a una alimentazione particolare.
In tutti i casi le confezioni e le etichette dei prodotti destinati ai consumatori devono indicare: la denominazione
commerciale, il nome del produttore, il luogo e la data di produzione. Le eventuali precauzioni da osservare nell’uso,
l’elenco degli ingredienti, o dei materiali impiegati nella lavorazione, l’eventuale presenza di sostanze che possono
danneggiare la persona o l’ambiente, iltermine di conservazione del prodotto.
Inoltre recenti disposizioni impongono che le etichete dei prodotti alimentari devono specificare l’eventuale presenza di
OGM (organismi geneticamente modificabili) quando supera la soglia dello 0,90%.
Se si tratta di prodotti di origine animale le etichette devono anche indicare la provenienza della merce.
Per rispondere alle aspettative dei consumatori sulla qualità del prodotto nuove regole europee hanno introdotto l’obbligo
di tracciabilità per i prodotti agricoli e agroalimentari.
Il peso dell’imballaggio prende il nome di Tara che permette il distinguo fra il PESO LORDO e il PESO NETTO.
Possiamo distinguere la tara in : tara reale, tara convenzionale e tara legale.
La tara reale è il peso effettivo dell’imballaggio, la tara convenzionale è concordata fra i due contraenti in una data
percentuale infine la tara legale è stabilita da disposizioni di legge in materia doganale al fine di facilitare l’accertamento
del peso netto.
Sotto l’aspetto contabile e precisamente nella vendita della merce il costo dell’imballaggio viene sempre caricato al
compratore; infatti, anche viene ceduto gratuitamente il venditore lo recupera caricandolo sul prezzo della merce.
Possiamo avere diverse clausole di imballaggi, che sono:
a) Imballaggio gratuito: non viene addebitato esplicitamente al cliente ma caricato sul prezzo della merce;
b) Imballaggio fatturato: viene addebitato al compratore con un prezzo che è distinto in fattura da quello della
merce;
c) Imballaggio a rendere: il fornitore lo cede momentaneamente al cliente dietro il pagamento di una cauzione,
esso figura in fattura ma fuori della base imponibile ai fini del calcolo dell’IVA. L’imballaggio a rendere è costituito
da materiale a lungo ciclo di utilizzo infatti contabilmente assume la denominazione di Imballaggio Durevole,
mentre quello usa e getta Materiale di Consumo;
d) Imballaggio fornito dal cliente: in questo caso è il cliente che fornisce al fornitore l’imballaggio necessario per
il trasporto della merce.
Clausole relative al tempo e al luogo di pagamento della merce:
il pagamento del prezzo rappresenta il principale obbligo contrattuale del compratore. In base al tempo il pagamento può
essere:
a) Pagamento anticipato: avviene prima della consegna della merce, questo è richiesto quando la fornitura e di
importo elevato, oppure merce realizzate appositamente per un determinato cliente oppure ancora quando il
fornitore non ha fiducia del cliente,
b) Pagamento immediato o per pronta cassa: in questo caso il pagamento avviene all’atto della consegna della
merce;
c) Pagamento a pronti : il pagamento da parte del cliente avviene entra un lasso di tempo molto breve che è dai 5
a 15 giorni a seconda delle piazze dei due contraenti;
d) Pagamento differito: è il classico pagamento rateale in cui in base alla traslazione possono maturare interessi
per dilazione di pagamento a favore del fornitore;
e) Pagamento misto: quando la merce viene pagata tramite una formulazione diversa o mista (parte anticipata per
pronta cassa, per contanti e differita).
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Per quando riguarda il luogo di pagamento della merce si può stabilire che esso avvenga sulla piazza del venditore,
sulla piazza del compratore o su una terza piazza purchè sia specificata nel contratto.
Le clausole relative alle modalità di pagamento:
il compratore per il pagamento della merce al fornitore può utilizzare, in base alle proprie necessità ,diversi strumenti di
pagamento che vanno da quelli più tradizionali a quelli legati all’uso delle nuove tecnologie, come:
a) Denaro contante;
b) Bonifico o giroconto bancario e postale;
c) Titoli di credito (le cambiali);
d) Assegni;
e) Ri.Ba.;
f) Servizi Banco Posta;
g) Contrassegno;
h) In conto (con registrazione a debito del cliente che lo salderà successivamente);
i) L’uso di Internet.
L’IVA E LA DOCUMENTAZIONE DELLE VENDITE
L’IVA è un’ imposta indiretta in quanto non colpisce direttamente il reddito e il patrimonio, ma viene calcolata su atti di
produzione, scambi e consumi che incidono in maniera particolare sul consumatore finale.
E’ un’ imposta proporzionale in quanto varia al variare della base imponibile.
Prima della legge finanziaria attuata nel mese di agosto del 2011 le aliquote erano:
•
aliquota minima 4%;
•
aliquota media o sociale 10%;
•
aliquota ordinaria 22%.
Con la legge finanziaria elaborata nel mese di agosto 2011 dal governo Berlusconi, l’aliquota ordinaria è passata dal 20%
al 22 %.
Con l’avvento del governo Monti, definito anche governo di emergenza (formato da soli tecnici), con la nuova legge
finanziaria dal 1 Luglio 2012, l’aliquota ordinaria dovrebbe passare dal 21% al 23% e quella media o sociale dal 10% al
12%. Le operazioni ai fini IVA sono distinte in:
•
operazioni imponibili;
•
operazioni non imponibili;
•
operazioni esenti.
Sono operazioni imponibili tutte le operazioni in cui la cessione dei beni e servizi sono soggetti al calcolo dell’imposta.
Sono operazioni non imponibili, invece, tutte quelle operazioni il cui calcolo dell’IVA avviene nel paese di destinazione.
Sono operazioni esenti tutte quelle operazioni che non sono soggette al calcolo dell’IVA e in cui rientrano tutte quelle
che hanno un fine sociale e finanziario.
L’IVA viene calcolata sulle operazioni di acquisto e sulle operazioni di vendita. Se la calcoliamo sulle operazioni di acquisto
abbiamo l’IVA A CREDITO che contabilmente viene rilevata con la voce IVA NS/CREDITO.
28
E’ definita così, in quanto, l’acquirente pagandola al fornitore è come se avesse un credito nei confronti dello Stato. Nelle
operazioni di vendita, invece, abbiamo l’IVA A DEBITO. Contabilmente la rileviamo con la voce IVA NS/DEBITO, definita
così poiché il fornitore, facendola pagare al cliente ha, nei confronti dello Stato, un debito.
La liquidazione dell’IVA avviene periodicamente. Il periodo può essere mensile o trimestrale. Questo dipende
essenzialmente dal volume d’affare dell’azienda.
La liquidazione si determina, applicando il sistema ordinario e non quello semplificato, facendo la differenza fra IVA
NS/DEBITO e IVA NS/CREDITO.
Se per differenza l’IVA NS/DEBITO è maggiore dell’IVA NS/CREDITO, per il contribuente si determina un debito nei
confronti dello Stato. Se invece l’IVA NS/DEBITO è inferiore all’IVA NS/CREDITO, in questo caso, si determina un credito
nei confronti dello Stato.
In questo caso il contribuente può optare per due soluzioni:
•
chiedere il rimborso allo Stato;
•
portarla in detrazione nel periodo successivo.
Dopo avere eseguito la liquidazione, se l’IVA A DEBITO risulta effettivamente maggiore dell’IVA A CREDITO, si passa al
versamento dell’importo da pagare che deve essere eseguito obbligatoriamente tramite banca o ufficio postale. Il
versamento deve avvenire entro il 16 del mese successivo.
La fattura, che è il documento di vendita fondamentale, può essere immediata e differita. Se la fattura è immediata vuol
dire che, il documento è stato emesso all’atto della consegna della merce. Se, invece, la fattura è differita vuol dire che, il
documento viene emesso successivamente alla consegna della merce e, la sua emissione deve avvenire entro il 15 del
mese successivo. Inizialmente la merce deve essere accompagnata, durante il viaggio, dall’documento di trasporto e per
alcuni beni come: tabacchi, alcolici, droghe ecc., dalla bolla di accompagnamento. Può succedere che una merce,
acquistata e consegnata, può presentare dei difetti occulti che possono condizionare la qualità della merce stessa. In
questo caso, si procede alla restituzione della merce stessa. Contabilmente l’acquirente chiede e ottiene da parte del
fornitore la nota di accredito o nota di variazione con o senza la variazione dell’IVA. Per quanto riguarda l’acquirente si
tratta di resi su acquisti (rettifica COSTI); per quanto riguarda, invece, i fornitori si tratta di resi su vendite (rettifica
RICAVI). Spesso, nel momento in cui, si riscontrano difetti qualitativi, invece della restituzione, il fornitore, d’accordo con
l’acquirente, può concedere degli abbuoni. In questo caso si procede alla rivelazione di ribassi e abbuoni attivi per
l’acquirente, mentre per il fornitore si tratta di ribassi e abbuoni passivi. Per quanto riguarda la costituzione della base
imponibile ai fini del calcolo dell’IVA è necessario prendere in considerazione, oltre all’importo della merce, gli eventuali
sconti incondizionati, le spese di trasporto non documentate, le spese di trasporto a forfait e, l’eventuale imballaggio
fatturato. Mentre risultano al di fuori della base imponibile: l’eventuale imballaggio a rendere, le spese documentate, gli
interessi per dilazione di pagamento e gli interessi di mora (rilevati quando non vengono rispettati le scadenze concordate
nelle varie operazioni di gestioni). Per quanto riguarda lo sconto condizionato, si calcola sul totale della fattura e non
compare sulla fattura stessa. E’ definito così perché persiste una condizione posta dal fornitore.
E’ da sottolineare, sotto l’aspetto fiscale, che l’azienda è tenuta entro il 27 dicembre al versamento di un acconto IVA.
Tale versamento può avvenire in base a tre modalità, precisamente:
•
metodo storico;
•
metodo previsionale;
•
metodo delle operazioni effettuate.
In base alla modalità del metodo storico, l’azienda è tenuta a versare l’88% dell’importo versato per il mese di dicembre
oppure dell’ultimo trimestre.
29
In base al metodo previsionale, l’azienda versa l’88% dell’importo che si prevede di versare per il mese di dicembre o
per l’ultimo trimestre dell’anno corrente.
Per quanto riguarda l’utilizzo del metodo delle operazioni effettuate, l’azienda versa il 100 % dell’imposta dovuta sulle
operazioni effettuate tra il primo e il 20 di dicembre, oppure tra il primo di ottobre e il 20 di dicembre dell’anno corrente.
E’ da sottolineare, sotto l’aspetto fiscale, che l’azienda è tenuta entro il 27 dicembre al versamento di un acconto IVA.
Tale versamento può avvenire in base a tre modalità, precisamente:
•
metodo storico;
•
metodo previsionale;
•
metodo delle operazioni effettuate.
In base alla modalità del metodo storico, l’azienda è tenuta a versare l’88% dell’importo versato per il mese di dicembre
oppure dell’ultimo trimestre.
In base al metodo previsionale, l’azienda versa l’88% dell’importo che si prevede di versare per il mese di dicembre o
per l’ultimo trimestre dell’anno corrente.
Per quanto riguarda l’utilizzo del metodo delle operazioni effettuate, l’azienda versa il 100 % dell’imposta dovuta sulle
operazioni effettuate tra il primo e il 20 di dicembre, oppure tra il primo di ottobre e il 20 di dicembre dell’anno corrente.
LE SCRITTURE DELLE IMPRESE E I CONTI
L’argomento in considerazione prende in esame i seguenti contenuti:
•
la rilevazione;
•
i documenti originari;
•
i conti;
•
le regole di registrazione;
•
l’inventario;
•
la classificazione delle scritture;
•
le scritture obbligatorie;
•
la conservazione dei documenti contabili.
Tutte le operazioni di gestione effettuate dall’impresa vengono rilevate tramite un metodo di registrazione chiamato
Partita Doppia, un insieme di scritture che formano la contabilità aziendale detta anche rilevazione.
La rilevazione consiste nella determinazione qualitativa e quantitativa, nella classificazione e nella elaborazione dei dati
relativi all’impresa e al mercato.
30
I DOCUMENTI ORIGINARI
Alla base della tenuta delle scritture contabili c’è la rilevazione dei cosiddetti documenti originari.
Sono documenti originari quelli che vengono compilati al momento di effettuare le operazioni aziendali come:
- i contratti;
-
le fatture ed eventuali note di variazione;
-
le cambiali;
-
gli assegni;
-
le ricevute;
-
le quietanze di pagamento;
-
le bollette per utenza;
-
gli accrediti e gli addebiti in c/c bancario e postale.
I documenti originari vengono classificati in:
•
documenti di prova: riferiti a operazioni compiute con i terzi ( contratti, documenti di vendita, ecc). Nello
specifico documenti di vendita e documenti di pagamento;
•
documenti di autorizzazione: con essi si autorizzano determinate persone a seguire specifiche operazioni di
gestione (esempio bolle di carico e di scarico, ordini di incasso e pagamento, ecc);
documenti di memoria: impiegati per controllare le operazioni compiute o per verificare scritture precedenti, come le
matrici di assegni e gli estratti conti inviati a clienti e ricevuti da fornitori.
I CONTI
Il conto è un insieme di scritture riferite a un determinato oggetto e ordinate in modo da evidenziarne la grandezza
iniziale e le variazioni successive.
Ogni conto ha un proprio prospetto grafico, una denominazione che ne indica l‘oggetto e un codice (numerico o
alfanumerico) identificativo.
Le rilevazioni nei conti esprimono delle quantità, che possono essere fisiche (chilogrammi, metri, litri,) o monetarie
(valori). I conti possono essere classificati in base all‘estensione dell‘oggetto rappresentato, alle informazioni fornite
sull‘oggetto e alla forma del prospetto in cui si effettuano le scritture.
Secondo l‘estensione dell‘oggetto i conti si dividono in :
•
Analitici: accesi a un oggetto elementare come, per esempio i conti denaro in cassa, Banca di Roma c/c, ecc.
•
Sintetici: accesi ad un oggetto che raggruppa elementi tra loro sufficientemente omogenei come, per esempio i
conti banca c/c, debiti v/fornitori, merci c/vendita ecc.
Conti analitici (accesi a un oggetto elementare)
Estensione dell‘oggetto
Conti sintetici (accesi a categorie omogenee di elementi)
Secondo le informazioni fornite sull‘oggetto i conti si suddividono in :
31
•
Descrittivi
•
Sinottici
•
Informazioni sull‘oggetto: Conti descrittivi (forniscono dettagli sulle operazioni)
Conti sinottici (danno informazioni sintetiche)
Secondo la forma del prospetto i conti si distinguono in:
•
conti a una sezione;
•
conti a due sezioni.
I conti a due sezioni sono quelli più usati; in essi la sezione di sinistra è contrassegnata dal termine DARE e la sezione
di destra dal termine AVERE.
Addebitare un conto significa addebitare un valore o una quantità nella sezione sinistra; accreditare, invece, vuol dire
rilevare un valore ad una quantità nella sezione destra.
Forma del Conto:
-
Conti a una sezione (con una sola colonna per la quantità);
Conti a due sezione.
LE REGOLE DI REGISTRAZIONE
Le regole di registrazione nei conti variano a seconda dell‘oggetto.
I conti accesi alla cassa sono quelli in cui vengono rilevati i movimenti di denaro (euro o valuta estera); di assegni
bancari e circolari ricevuti da terzi; di valori bollati (francobolli, marchio da bollo, moduli cambiari bollati). Per ognuno di
questi valori viene acceso un conto che ne rileva i movimenti e la consistenza. Poiché il denaro non può uscire dalla
cassa, se non vi è prima entrato, la registrazione nel conto Denaro in Cassa è sempre un‘entrata. Questa viene rilevata
nella sezione DARE, perché il nostro sistema di scrittura è da sinistra a destra. Al contrario le uscite vengono rilevate
nella sezione AVERE
Denaro in cassa
DARE (o entrate)
Variazioni finanziarie attive
• consistenza iniziale
• entrate di denaro
AVERE (o uscita)
Variazioni finanziarie passive
• uscite di denaro
• consistenza finale (saldo)
I conti accesi ai crediti o ai debiti verso terzi accolgono in DARE le variazioni finanziarie attive e in AVERE le
variazioni finanziarie passive.
32
CREDITI
DEBITI
DARE
Variazioni finanziarie
attive
• Crediti iniziali
• Aumenti di
crediti
DARE
Variazioni finanziarie
attive
• Diminuzione di
debiti
• Debiti finali
(saldo)
AVERE
Variazioni finanziarie
passive
• Diminuzione di
crediti
• Crediti finali
(saldo)
AVERE
Variazioni finanziarie
passive
• Debiti iniziali
• Aumenti di
debiti
I Conti accesi alle variazioni finanziarie sono detti bilaterali, in quanto le registrazioni sono effettuate in entrambe le
sezioni del prospetto. Le registrazioni in DARE sono sempre antitetiche, cioè di segno opposto, rispetto a quelle in
AVERE.
I conti accesi ai valori economici registrano nella sezione DARE le variazioni economiche negative e nella sezione
AVERE le variazioni economiche positive. Generalmente i conti economici sono unilaterali, in quanto le rilevazioni
avvengono in una sola sezione del prospetto:
•
I conti accesi ai costi funzionano in DARE
•
I conti accesi ai ricavi (merci c/vendite, interessi attivi, Proventi vari ecc.) funzionano in AVERE
AVERE
Variazioni economiche positive
• ricavi pluriennali
• ricavi ordinari di esercizi
• ricavi straordinari di esercizio
• ricavi sospesi dal precedente esercizio
DARE
Variazioni economiche negative
• costi pluriennali
• costi ordinari di esercizio
• costi straordinari di esercizio
• Costi sospesi dal precedente esercizio
33
L’INVENTARIO
L‘inventario è l‘insieme delle operazioni attraverso le quali si definisce il patrimonio dell‘impresa in un certo momento.
Il termine inventario può essere riferito anche al prospetto che evidenzia la composizione del patrimonio.
Le fasi attraverso le quali si redige l‘inventario sono le seguenti:
•
la ricerca dei beni che costituiscono il patrimonio aziendale;
•
la descrizione delle caratteristiche qualitative e quantitative dei beni;
•
la classificazione dei beni in categorie omogenee;
•
la valutazione dei beni in base alla moneta di conto;
•
la rappresentazione dei beni classificati e valorizzati in un prospetto chiamato INVENTARIO, che mette in
evidenza la composizione del patrimonio dell‘impresa esistente in quel determinato momento.
Gli inventari possono essere classificati in: base all‘oggetto, ai dati raccolti, alle fonti, alla periodicità, allo scopo della
compilazione, alla forma e al grado di analisi delle voci.
Secondo l‘oggetto si distinguono in: generali, per quanto riguarda l‘intero patrimonio, e parziali solo per alcuni elementi
del patrimonio.
Secondo i dati in essi raccolti si dividono in: a quantità fisiche (non monetarie) che indicano le soli quantità fisiche dei
beni descritte; a valori che indicano oltre quelle fisiche anche i valori dei beni espressi in moneta di conto.
Secondo la fonte dei dati, distinguiamo: gli inventari di fatto (ottenuti ricercando materialmente i beni nei locali o nei
luoghi nei quali si trovano), dagli inventari contabili (compilati traendo i dati da annotazioni effettuate su registri o conti
tenuti dall‘impresa).
Secondo la periodicità di compilazione distinguiamo: gli inventari ordinari (redatti a scadenza regolari con frequenza
costante), dagli inventari straordinari ( compilati solo in circostanze eccezionali e per particolari esigenze).
Secondo il fine distinguiamo: l‘ inventario di costituzione, di esercizio, di cessione, di trasformazione, di fusione e di
liquidazione.
Secondo la forma del prospetto distinguiamo: l‘inventario a sezioni sovrapposte (si elencano prima le attività, poi le
passività e alla fine si calcola per differenza il PN); dall‘ inventario a sezione contrapposta (se le ATTIVITA‘, che si trovano
a sinistra, sono maggiori delle PASSIVITA‘, che si trovano a destra e il PN, a pareggio, deve essere scritto a destra, o
viceversa).
Secondo il grado di analisi dei dati possiamo avere: l‘ inventario analitico (fornisce un elenco dettagliato dei vari elementi
che compongono il patrimonio); l‘ inventario sintetico (raggruppa i vari elementi del patrimonio per classi omogenee).
34
LA CONTABILITA’ GENERALE
Prima di affrontare la contabilità generale, con il metodo della partita doppia, è necessario puntualizzare le scritture
elementari, facendo riferimento alla cosiddetta “prima nota” (costituita da una scrittura elementare cronologica) la quale,
tramite i documenti originali elenca, in ordine di tempo, tutte le operazioni aziendali man mano compiute. La suddetta
comprende: i movimenti o la contabilità di cassa; la contabilità con le banche (c/c di corrispondenza); la contabilità del
personale tramite il libro paga; il libro matricola e il registro degli infortuni; la contabilità di magazzino e la contabilità delle
vendite con l’emissione dei documenti originali.
La contabilità generale rileva in P.D., attraverso le operazioni di gestione, tutti i fatti esterni di gestione, ovvero: i rapporti
con i fornitori, clienti, finanziatori, lo Stato e tutta la Pubblica Amministrazione. Si inizia affrontando tutte le operazioni di
acquisto in riferimento a tutti i costi che l’azienda deve sostenere durante la sua attività, come:
- i costi inerenti ai beni strumentali o costi pluriennali;
- i costi per l’acquisto delle merci;
- i costi per servizi o utenze;
- per godimento di beni di terzi (es. fitti passivi e canone di leasing);
- per il sostenimento di oneri finanziari (es. interessi passivi);
- oneri straordinari.
Nel momento in cui si rileva un sostenimento di un costo, si verifica un’accensione di debito. Tali debiti contabilmente si
rilevano in P.D. in AVERE dello Stato Patrimoniale, considerate PASSIVITA’. Quando avviene il regolamento o il
pagamento dei debiti, essi si annullano in DARE, quindi inizialmente abbiamo una variazione finanziaria passiva e
all’atto dell’estinzione, abbiamo una variazione finanziaria attiva.
Gli strumenti di pagamento più utilizzati sono:
•
denaro in cassa o contante;
•
assegno bancario e assegno circolare;
•
addebito in c/c bancario e postale;
•
le cambiali (pagherò e tratta);
•
la RI.BA. ( ricevuta bancaria);
•
girata di cambiali in portafoglio ( questo comporta una diminuzione di cambiali attive in portafoglio).
Dopo gli acquisti vengono rilevate tutte le operazioni di vendita, che costituiscono i ricavi ottenuti dall’ azienda con la
vendita dei beni e dei servizi. In questo caso non rileviamo debiti, ma crediti di natura soprattutto commerciale. Tali crediti,
inizialmente, vengono rilevati in DARE dello Stato Patrimoniale e costituiscono delle ATTIVITA’; successivamente, quando
vengono incassati o riscossi, si annullano in AVERE. In questo caso abbiamo una variazione finanziaria attiva e poi una
variazione finanziaria passiva. Gli strumenti di riscossione sono quelli già citati. La differenza sta nel fatto che, nelle
35
operazioni precedenti servivano al pagamento di debiti, invece nelle operazioni di vendita, servono a riscuotere o incassare
crediti. Le cambiali, invece di chiamarsi cambiali passive, si chiamano cambiali attive.
In seguito, in base alle operazioni di acquisto e di vendita, andiamo a rilevare l’eventuale rinnovo delle cambiali passive e
delle cambiali attive. Il rinnovo delle cambiali passive avviene quando il debitore, che si trova momentaneamente
nell’impossibilità di estinguere il proprio debito, chiede il rinnovo parziale o totale delle stesse, remunerato di un tasso di
interesse che il debitore deve sostenere a favore del fornitore. Stessa cosa si può verificare nelle operazioni di vendita,
quando l’azienda concede il rinnovo parziale o totale di una cambiale attiva.
Nelle operazioni di vendita si può verificare l’emissione di una fattura per autoconsumo, quando l’imprenditore, per
esigenze sue o di famiglia, preleva dalla sua attività dei beni o dei servizi. Tutte queste spese vengono rilevate in un conto
particolare chiamato extra-gestione, il quale si annulla con la chiusura del bilancio d’esercizio dopo il calcolo del risultato
economico che, può essere positivo o negativo.
Con la contabilità generale andiamo ad affrontare, in prima fase, tutti i fatti di gestione che avvengono in un’azienda
individuale in cui risulta fondamentale l’imprenditore.
Sul mercato operano aziende già costituite, ma possono subentrare aziende di prima costituzione. In questo caso,
dobbiamo rilevare tutti gli apporti in denaro e in natura da parte dell’imprenditore che vanno a confluire nel Patrimonio
Netto. Oltre agli apporti, l’imprenditore può apportare tramite l’acquisto, grazie anche alla cessione di un altro soggetto,
un’azienda già funzionante.
In questo caso, è necessario calcolare in base ai valori presi in considerazione, il cosiddetto Avviamento. Per valori
intendiamo tutti gli elementi attivi e passivi che si trovano all’interno dell’azienda acquisita.
Avviamento = prezzo di cessione (valore economico) – (ATTIVITA’- PASSIVITA’)
Oppure:
Avviamento = VALORE ECONOMICO – PATRIMONIO NETTO
Esempio dell’acquisto di un’azienda già funzionante e l’apporto iniziale da parte dell’imprenditore di 270.000,00
€ dal proprio c/c bancario a quello dell’azienda:
Il valore economico di cessione di un’azienda può essere già determinato o da determinare. Nell’ultimo caso dobbiamo
prendere in considerazione la capitalizzazione del reddito annuo moltiplicato per la ragione o saggio che conosciamo
come tasso percentuale.
Esempio:
Reddito annuo 19000,00€ ; r = 12% ; Base 100
Da questo otteniamo la seguente proporzione: 100:12 = x:19000,00
X = 100 * 19000,00/ 12
x = 158333,33 valore economico o prezzo di cessione
36
Esempio dell’acquisto di un’azienda già funzionante e l’apporto iniziale da parte dell’imprenditore di 270.000,00 €
dal proprio c/c bancario a quello dell’azienda:
Il valore economico di cessione di un’azienda può essere già determinato o da determinare. Nell’ultimo caso
dobbiamo prendere in considerazione la capitalizzazione del reddito annuo moltiplicato per la ragione o saggio che
conosciamo come tasso percentuale.
Esempio:
Reddito annuo 19000,00€
r= 12%
Base 100
Da questo otteniamo la seguente proporzione:
100: 12= x : 19000,00
x= 100 * 19000,00/ 12
x= 158333,33 valore economico o prezzo di cessione
Data
20/5
20/5
21/5
21/5
21/5
21/5
21/5
21/5
21/5
21/5
21/5
21/5
21/5
Denominazione dei conti e descrizione
Banca x c/c
apporto in c/c bancario
Patrimonio netto
apporto in c/c bancario
Fabbricati
acquisto impresa Bigiarini
Arredamento
acquisto impresa Bigiarini
Automezzi
acquisto impresa Bigiarini
Merci
acquisto impresa Bigiarini
Crediti v/clienti
acquisto impresa Bigiarini
Avviamento
acquisto impresa Bigiarini
Mutui passivi
acquisto impresa Bigiarini
Debiti v/fornitori
acquisto impresa Bigiarini
Bigiarini c/cessione prezzo cessione impresa
Merci c/apporto
giro dal c/Merci
Merci
giro al c/Merci c/apporto
DARE
270.000,00
22/5
22/5
Bigiarini c/cessione
Banca x c/c
158333,33
emesso A/B n. 33777
A/B n. 33777 favore Bigiarini
Impostazione di una parcella:
onorari
+ cassa previdenza 4%
1140,00
45,60
1185,60
+ IVA 22% su 1185,60
260,83
--------------------------------------------------------------1446,43
+ costi documentati
1000,00
--------------------------------------------------------------Totale parcella
2446,43
-ritenuta fiscale 20% su 1140
228,00
--------------------------------------------------------------Importo da pagare
2218,43
37
AVERE
270.000,00
95.000,00
30.000,00
29.000,00
39.000.00
17.471,00
13.262,67
25.000,00
13.875,00
158333,33
39.000,00
39.000,00
158333,33
Rilevazione in p.d. di tutte le varie ipotesi che si possono determinare in una fattura d’acquisto
Ipotesi A: Rilevazione dei costi d’impianto:
i costi d’impianto se fanno riferimento solo ai costi tributari (definiti anche costi documentati) essi si pagano senza
stipulare parcella. Si stipula parcella quando oltre ai costi documentati vi sono gli onorari che l’azienda deve sostenere
verso il libero professionista. Inoltre, se il libero professionista è iscritto all’albo dei dottor commercialisti, gli onorari sono
soggetti alla cassa previdenza del 4% che aggiunti agli onorari costituiscono la base imponibile. Nella parcella i costi
d’impianto sono determinati dalla sommatoria della base imponibile, più i costi documentati, tenendo presente che gli
onorari percepiti dal libero professionista, sono soggetti ad una ritenuta fiscale del 20%. In PD abbiamo le seguenti
scritture:
Costi d’impianto (non in parcella per costi documentati)
1000,00
Banca x c/c
1000,00
Costi d’impianto (in parcella)
2185,60
iva ns/credito
260,83
debiti v/fornitori
2446,43
Successivamente, dopo aver registrato la fattura, andiamo a rilevare l’estinzione dei debiti. Contabilmente abbiamo:
debiti v/fornitori
2446,83
debiti per ritenute da versare
228,00
banca x c/c
2218,43
debiti per ritenute da versare
228,00
banca x c/c
228,00
La ritenuta fiscale è uguale a 200,00 € in quanto il 20% viene applicato sugli onorari percepiti dal libero professionista.
38
Ipotesi B: parcella riferita ai costi di consulenza:
costi di consulenza
iva ns/ credito
debiti v/fornitori
debiti v/fornitori
debiti per ritenute da versare
banca x c/c
debiti per ritenute da versare
banca x c/c
2185,60
260,83
2446,43
2446,43
228,00
2218,43
228,00
228,00
Successivamente, dopo aver registrato la fattura, andiamo a rilevare l’estinzione dei debiti e il pagamento delle ritenute
fiscali (come riportato dalle scritture sopra descritte).
IPOTESI C: acconto versato al libero profess.sta (costi onorari)
Per quanto riguarda la consulenza onoraria di un libero professionista (sia per la costituzione dell’azienda e sia per
servizi offerti durante l’esercizio amministrativo), lo stesso può chiedere prima del rilascio della parcella, il versamento di
un acconto iniziale stornato poi dalla parcella stessa dopo aver rilevato inizialmente l’acconto e i costi di impianto. In
P.D. rileviamo le seguenti scritture:
debiti v/fornitori
banca x c/c
fornitore immob. immateriale c/acconto
Iva ns/credito
Debiti v/fornitori
Costi d’impianto
iva ns/credito
debiti per ritenute da versare
fornitore immob. immateriale c/acconto
debiti v/fornitori
debiti per ritenute da versare
banca x c/c
500,00
409,94
90,16
2185,60
140,80
228,00
500,00
500,00
228,00
409,94
1688,46
228,00
OPPURE: CONSULENZA DURANTE L’ESERCIZIO AMMINISTRATIVO
debiti v/fornitori
banca x c/c
fornitore immob. immateriale c/acconto
Iva ns/credito
Debiti v/fornitori
Costi di consulenza
iva ns/credito
debiti per ritenute da versare
fornitore immob. immateriale c/acconto
debiti v/fornitori
debiti per ritenute da versare
banca x c/c
500,00
500,00
409,94
90,16
2185,60
140,80
228,00
39
500,00
228,00
409,94
1688,46
228,00
ACQUISTO DEI FATTORI PRODUTTIVI
L’acquisto dei fattori produttivi è la fase della gestione aziendale in cui l’impresa compie gli investimenti necessari per
attuare il processo produttivo. La rilevazione contabile degli acquisti determina il sostenimento di un costo e l’accensione
di un debito o di una passività (AVERE dello Stato Patrimoniale).
I fattori produttivi interessati riguardano:
•
l’acquisto di beni strumentali;
•
l’acquisto di merci e di materie di consumo;
•
l’acquisto di servizi con gli eventuali resi e gli abbuoni.
Per quanto riguarda l’acquisto dei beni strumentali, in base al tipo di contrattazione, possiamo avere situazioni contabili
diverse in cui possono figurare, oltre al costo del bene strumentale, anche i costi accessori che in questo caso vengono
patrimonializzati.
Per costi patrimonializzati si intende che in P.D. vengono rilevati con la stessa voce del bene strumentale.
Ipotesi A: Acquisto di beni strumentali senza costi accessori
beni strumentali
51000,00
iva ns/credito
11220,00
debiti v/fornitori
62220,00
Ipotesi B: Acquisto di beni strumentali con costi accessori eseguiti dallo stesso fornitore. In questo caso i costi accessori
vengono sommati direttamente sul valore del bene strumentale.
Es: bene strumentale costo 2000,00 € e costi accessori per 300,00 € IVA 22%
beni strumentali
72000,00
iva ns/credito
15840,00
debiti v/fornitori
87840
Ipotesi C: Acquisto di beni strumentali con costi accessori eseguiti da un fornitore diverso. In questo caso i costi
accessori vengono rilevati con una fattura diversa.
Es: bene strumentale costo 40000,00 € e costi accessori per 2300,00 € IVA 22%.
beni strumentali
iva ns/credito
debiti v/fornitori
beni strumentali
iva ns/credito
debiti v/fornitori
40000,00
8800,00
2300,00
506,00
40
48800,00
2806,00
Ipotesi D: Acquisto di beni strumentali in presenza di costi documentati.
In questo caso l’azienda acquirente, oltre a rilevare la fattura del bene, deve considerare contabilmente anche la fattura
del vettore. ES: acquistati beni strumentali per un valore di 7000,00 € sostenendo costi accessori per 800,00 € eseguiti
dallo stesso fornitore. Il fornitore sostiene costi in nome e per conto del compratore per 1000,00 € come da documento
del vettore che ha eseguito il trasporto.
beni strumentali
iva ns/credito
debiti v/fornitori
beni strumentali
Iva ns/credito
debiti v/fornitori
Debiti v/fornitori
1000,00
220,00
1220,00
7800,00
1716,00
1220,00
10736,00
L’ACQUISTO DI MERCI E DI MATERIE DI CONSUMO
Per quanto riguarda la rilevazione contabile possiamo avere diverse ipotesi:
Ipotesi A: Fattura d’acquisto senza costi aggiuntivi, in questo caso si rilevano le seguenti scritture:
merci c/acquisto
iva ns/credito
debiti v/fornitori
Materie di consumo c/acquisti
Iva ns/credito
Debiti v/fornitori
5000
1100
6100
200
44
244
Ipotesi B: Fattura di acquisto con costi di trasporto sostenuti dall’acquirente con la clausola franco partenza tramite
mezzi del vettore: in questo caso è necessario rilevare due fatture: quella della merce(fornitore) e poi quella del
trasporto(vettore), in P.D. si ha:
merci c/acquisto
iva ns/credito
debiti v/fornitori
Costi di trasporto
Iva ns/credito
Debiti v/fornitori
2000
440
2440
100
22
122
Ipotesi C: Fattura d’acquisto con costi addebitati forfettariamente dal fornitore delle merci, con la clausola franco
partenza (con vettore o con mezzi propri del fornitore). In questo caso, se i costi sostenuti dall’acquirente sono soggetti
alla stessa aliquota IVA, vanno in aggiunta al costo della merce.
Es. costo delle merci 3000,00 €, costi di trasporto 200,00 €.
merci c/acquisto
iva ns/credito
debiti v/fornitori
3200
713
41
3913
Ipotesi D: Acquisto di merci con costi forfettari e interessi per dilazione di pagamento.
Es. acquistate merci per 7200,00€ con costi di trasporto sostenuti dall’acquirente per 600,00 €, IVA ordinaria. Il
regolamento della fattura prevede una dilazione di pagamento per un importo di 5000,00 € a 90 giorni con interessi ad
un tasso del 7%. In questo caso in P.D. abbiamo la seguente scrittura:
merci c/acquisto
iva ns/credito
interessi passivi v/fornitori
debiti v/fornitori
7800
1716
86,30
9602,30
IPOTESI E: Fattura d’acquisto con merci soggette a più aliquote IVA.
Se la fattura con merci a più aliquote IVA presenta eventuali costi non documentati (costi di trasporto, costi a forfait,
imballaggio fatturato) , per comporre in modo corretto la base imponibile e dare la giusta imputazione dei costi, occorre
effettuare o applicare il coefficiente di riparto.
Il coefficiente di riparto può presentarsi con o senza gli eventuali sconti incondizionati calcolati sull’importo della merce.
Se la sua composizione avviene con gli sconti incondizionati abbiamo il seguente rapporto:
Coefficiente di riparto = costi non documentati /importo merce scontata
Esempio: acquistate merci per 2000,00€ con IVA del 4% e merci per 1000,00€ con IVA del 10%. In fattura vengono
addebitati costi non documentati per 120,00€. Sconto incondizionato 6%.
Rilevare il tutto in P.D. dopo aver determinato la ripartizione dei costi non documentati.
Coeff. Rip. =
120/1880+940 => 0,042553191
0,042553191 * 1880 = 80,00 €
0,042553191 * 940 = 40,00 €
merci c/acquisto
iva ns/credito
debiti v/fornitori
SCONTO 6%
MERCE SCONTATA
COSTI NON DOCUMENTATI
BASE IMPONIBILE
IVA
TOTALE
2940,00
176,40
IVA 4%
IVA 10%
MERCE A
MERCE B
3116,40
2000,00 €
1000,00 €
120,00 €
60,00 €
1880,00 €
940,00 €
80,00 €
40,00 €
1960,00 €
980,00 €
78,40 €
98,00 €
2038,40 €
1078,00 €
42
IPOTESI F: Acquisto di merci con spese documentate ovvero anticipate dal fornitore il nome e per conto del
compratore.
In questo caso l’acquirente, inizialmente in PD deve rilevare il documento del vettore; successivamente, l’acquisto della
merce, annullando i debiti v/fornitori precedenti. Contabilmente abbiamo:
costi di trasporto
200
iva ns/credito
44
debiti v/fornitori
244
merci c/acquisti
3000
iva ns/credito
660
debiti v/fornitori
244
debiti v/fornitori
3904
IPOTESI G: Acquisto di merci con versamento di acconto iniziale.
Questo avviene quando nella fase della stipulazione del contratto il fornitore chiede un acconto iniziale che, nella
maggior parte dei casi, è già incluso di IVA. Contabilmente si da luogo alle seguenti fasi:
•
FASE A
Invio della somma a titolo di acconto sulla fornitura determinando contestualmente una diminuzione dei debiti v/fornitori.
•
FASE B
Ricevimento e rilevazione della fattura relativa all’acconto con lo scorporo dell’IVA.
•
FASE C
Ricevimento e rilevazione della fattura d’acquisto con il calcolo dell’IVA al netto dell’acconto con il medesimo storno.
debiti v/fornitori
denaro in cassa
Fornitore c/acconto
Iva ns/credito
Debiti v/fornitori
merci c/acquisti
iva ns/credito
fornitori c/acconto
debiti v/fornitori
2400
1967,91
432,79
10000,00
1767,06
2400
2400
1967,91
9799,15
RESI E ABBUONI SU ACQUISTI
Si può verificare che, la merce acquistata, alla verifica, presenti difetti qualitativi e quantitativi. In base alla gravità del
danno l’acquirente, nei confronti del fornitore, può procedere alla richiesta di due modalità. Con la prima si procede alla
restituzione della merce, e ciò avviene quando i difetti sono consistenti. Con la seconda si ottiene il riconoscimento di
determinati abbuoni, quando la gravità del danno non è eccessiva.
43
Se si procede alla restituzione della merce, la nota di variazione richiesta dall’acquirente ed emessa dal fornitore, può
avvenire con o senza la variazione dell’IVA. Se avviene con la variazione dell’IVA in P.D. abbiamo:
debiti v/fornitori
resi su acquisti
iva ns/credito
1210,00
1000,00
210,00
Se invece la restituzione avviene senza tenere conto della variazione dell’IVA in P.D. abbiamo:
debiti v/fornitori
1000,00
resi su acquisti
1000,00
all’acquirente vengono riconosciuti, da parte del fornitore degli abbuoni qualitativi, contabilmente si può
procedere alla rilevazione della seguente scrittura (senza rettifica dell’IVA):
debiti v/fornitori
600,00
ribassi e abbuoni attivi
600,00
Con rettifica dell’IVA si ha la seguente scrittura:
debiti v/fornitori
ribassi e abbuoni attivi
iva ns/credito
732,00
600,00
132,00
Esempio di una fattura di acquisto con resi e abbuoni
merci c/acquisto
iva ns/credito
debiti v/fornitori
debiti v/fornitori
resi su acquisti
iva ns/credito
debiti v/fornitori
ribassi e abbuoni attivi
Debiti v/fornitori
Banca x c/c
4000,00
880,00
732,00
520,00
4880,00
600,00
132,00
520,00
3628,00
3628,00
In questo esempio abbiamo rilevato la fattura di acquisto ipotizzando poi la restituzione di una parte di merce con o
senza la variazione dell’IVA, dei ribassi e abbuoni attivi tramite la nota di variazione e di accredito da parte del fornitore e
l’estinzione dei debiti tramite banca al netto delle note.
Gli strumenti di pagamento utilizzati per estinguere i debiti precedentemente accesi possono essere:
• strumenti tradizionali;
• strumenti innovativi.
Gli strumenti tradizionali possono riguardare:
44
• denaro contante;
• assegni;
• cambiali;
• RI.BA. (Ricevute Bancarie);
• c/c bancario e postale;
• vaglia postali o speciali.
Gli strumenti innovativi fanno riferimento a quelli legati alla nuova tecnologia che, avviene con l’utilizzo della telematica
e dell’informatica e, possono riguardare l’uso del denaro di plastica (bancomat e carte di credito) e di internet
(sempre tramite l’addebito in c/c). I pagamenti, contabilmente, determinano una variazione finanziaria attiva che è
l’estinzione dei debiti e, una variazione finanziaria passiva (diminuzione di disponibilità finanziaria). In P.D. possiamo
rilevare diverse ipotesi:
IPOTESI A: Pagamento in contanti:
Debiti v/fornitori
Denaro in cassa
1200,00
1200,00
IPOTESI B: Pagamento tramite assegni:
debiti v/fornitori
assegno bancario
assegno circolare
12000,00
8000,00
4000,00
IPOTESI C:Pagamento con addebito in c/c bancario e postale:
debiti v/fornitori
banca x c/c
c/c postale
7000,00
4000,00
3000,00
IPOTESI D: Pagamento con o tramite il rilascio a firma di una cambiale:
Debiti v/fornitori
Cambiale passiva
2210,00
2210,00
IPOTESI E: Pagamento tramite girata di cambiale in portafoglio:
Debiti v/fornitori
Cambiale attiva
1575,00
1575,00
IPOTESI F: Pagamento tramite l’utilizzo della RI.BA. contabilmente abbiamo:
Questa rilevazione è stata possibile nel momento in cui vi è stato il passaggio dalla RI.BA. cartacea alla RI.BA.
telematica o immateriale. Infatti, inizialmente non rileviamo la RI.BA. sotto l’aspetto contabile, ma alla sua scadenza
annulliamo direttamente i debiti v/fornitori.
Debiti v/fornitori
Banca x c/c (alla scadenza della Ri.Ba.)
4375,00
45
4375,00
IPOTESI G: Pagamento tramite l’utilizzo di più strumenti di pagamento.:
debiti v/fornitori
banca x c/c
c/c postale
denaro in cassa
assegno bancario
cambiale passiva
17940,00
4000,00
3000,00
2000,00
5000,00
5940,00
IPOTESI H: Compensazione dei crediti e dei debiti tramite spiccata di una cambiale tratta:
Per compensazione dei debiti e crediti fra più soggetti interessati tramite l’utilizzo di una tratta spiccata da un soggetto ad
un altro soggetto che vanta nei suoi confronti un credito, ma che nello stesso tempo ha un debito nei confronti di un altro.
Il tutto avviene con un ordine impartito dal traente nei confronti del debitore trattario di pagare alla scadenza la cambiale
a favore di un altro soggetto beneficiario, che lo stesso vanta un credito nei confronti del traente. In P.D. abbiamo la
seguente scrittura:
Debiti v/fornitori
Ribassi e abbuoni passivi
Crediti v/ clienti
Ribassi e abbuoni attivi
2575,90
5,10
2571,00
10,00
RINNOVO DELLE CAMBIALI PASSIVE (modalità dell’insegnante):
Può succedere che un debitore alla scadenza della cambiale si trovi nell’impossibilità di pagare o estinguere il proprio
debito. In questo caso può chiedere e ottenereil rinnovo parziale o totale della cambiale stessa.
Tale rinnovo può avvenire in base alle seguenti ipotesi:
Ipotesi A: Rinnovo totale con gli interessi pagati immediatamente.
Ipotesi B:Rinnovo totale con interessi pagati posticipatamente e sommati alla cambiale rinnovata.
Ipotesi C:Rinnovo parziale con interessi pagati immediatamente.
Ipotesi D:Rinnovo parziale con gli interessi pagati posticipatamente e sommati sulla cambiale rinnovata parzialmente.
Occorre tenere presente nella registrazione in P.D. che la vecchia cambiale si ANNULLA IN DARE, mentre la nuova (che
sia totale o parziale) si RINNOVA IN AVERE poiché costituisce ancora il debito da estinguere.
Rilevazione in P.D. dell’Ipotesi A: Per quanto riguarda la rilevazione di questa scrittura, inizialmente dobbiamo registrare
gli interessi passivi v/fornitori. Successivamente annullare in DARE la vecchia cambiale rilevando la nuova in AVERE,
e annullare i debiti v/fornitori.
Es. Il debitore non potendo pagare la cambiale di 3700,00 € alla scadenza chiede ed ottiene il rinnovo totale della stessa
a 60 giorni dove maturano interessi pari al 6% che vengono pagati in modo immediato. Interessi = 3700,00 * 60 * 6 / 36500
Interessi = 36,49
interessi passivi v/fornitori
debiti v/fornitori
debiti v/fornitori
cambiale passiva
cambiale passiva
36,49
36,49
3700,00
46
36,49
3700,00
denaro in cassa
Cambiale passiva (alla scadenza del rinnnovo)
Banca x c/c
36,49
3700,00
3700,00
Rilevazione in P.D. dell’Ipotesi B
In questo caso non si ha nessun pagamento immediato in contanti, ma gli interessi vengono sommati direttamente alla
nuova cambiale.
Es. Abbiamo chiesto ed ottenuto da parte del fornitore il rinnovo totale di una cambiale in scadenza dell’importo di
4200,00 €. Gli interessi maturati fra 90 giorni vengono pagati posticipatamente e sommati direttamente alla nuova
cambiale rinnovata. Tasso 7%. Interessi = 4200,00 * 90 * 7/ 36500
Interessi = 72,49
interessi passivi v/fornitori
debiti v/fornitori
debiti v/fornitori
cambiale passiva
cambiale passiva
denaro in cassa
Cambiale passiva (alla scadenza del rinnnovo)
Banca x c/c
72,49
72,49
72,49
4200,00
4200,00
36,49
4279,49
4279,49
Rilevazione in P.D. dell’Ipotesi C
In questo caso, come nell’Ipotesi A, gli interessi vengono pagati in modo immediato insieme a quella parte di cambiale
non rinnovata.
Es. Un commerciante su una cambiale di 6400,00€ trovandosi nell’impossibilità di pagarla alla scadenza chiede ed
ottiene il rinnovo parziale per un importo di 4000,00€ ad un tasso del 6% fra 60 giorni. Gli interessi vengono pagati
insieme a quella parte di cambiale non rinnovata in modo immediato.
Interessi = 4000,00 * 6* 60/ 36500
Interessi= 39,45 4000€ Rinnovo
interessi passivi v/fornitori
debiti v/fornitori
debiti v/fornitori
cambiale passiva
cambiale passiva
denaro in cassa
Cambiale passiva (alla scadenza del rinnnovo)
Banca x c/c
2400€ Da pagare
39,45
39,45
6400,00
4000,00
39,45
4000,00
2439,45
4000,00
Rilevazione in P.D. dell’Ipotesi D
In quest’ultima ipotesi gli interessi calcolati sulla parte della cambiale rinnovata, essendo pagati posticipatamente,
contabilmente li andiamo a sommare su quella parte di cambiale rinnovata.
47
Es. Abbiamo chiesto ed ottenuto ad un nostro fornitore su una cambiale di 9000,00€, il rinnovo di 5000,00€ a 70 giorni
ad un tasso del 7% da pagare posticipatamente insieme a quella parte di cambiale non rinnovata.
5000€ Rinnovo 4000€ Da pagare Interessi = 5000,00 * 7 * 70/ 36500
interessi passivi v/fornitori
debiti v/fornitori
debiti v/fornitori
cambiale passiva
cambiale passiva
denaro in cassa
Cambiale passiva (alla scadenza del rinnnovo)
Banca x c/c
Interessi = 67,12
67,12
67,12
9000,00
5067,12
67,12
5067,12
4000,00
5067,12
In base alla modalità del libro abbiamo le seguenti scritture:
ipotesi A: rinnovo totale con gli interessi pagati in modo immediato:
interessi passivi v/fornitori
denaro in cassa
Cambiale passiva
Cambiale passiva
Cambiale passiva (alla scadenza del rinnnovo)
Banca x c/c
120,82
9000,00
9000,00
120,82
9000,00
9000,00
ipotesi B: rinnovo totale con gli interessi in aumento alla cambiale rinnovata(pagati in modo post)
interessi passivi v/fornitori
Cambiale passiva
Cambiale passiva
Cambiale passiva (alla scadenza del rinnnovo)
Banca x c/c
120,82
9000,00
9120,82
9120,82
9120,82
Ipotesi C: rinnovo parziale con gli interessi pagati in modo immediato
interessi passivi v/fornitori
Cambiale passiva
Cambiale passiva
Denaro in cassa
Cambiale passiva (alla scadenza del rinnnovo)
Banca x c/c
67,12
9000,00
5000,00
5000,00
4067,12
5000,00
ipotesi D: rinnovo totale con gli interessi in aumento alla cambiale rinnovata (pagati in modo posticipato)
interessi passivi v/fornitori
67,12
48
Cambiale passiva
Cambiale passiva
Denaro in cassa
Cambiale passiva (alla scadenza del rinnnovo)
Banca x c/c
9000,00
5067,12
4000,00
5067,12
5067,12
ESERCIZIO 12.3 PAG. 606 DAL LIBRO ENTRIAMO IN AZIENDA 1
5/03
canone di vigilanza
iva ns/credito
debiti v/fornitori
690,00
144,90
merci c/acquisti
iva ns/credito
debiti v/fornitori
3856,00
809,76
costi di trasporto
iva ns/credito
debiti v/fornitori
200,00
42,00
14/03
merci c/acquisti
iva ns/credito
debiti v/fornitori
8454,24
1775,39
18/03
automezzo
iva ns/credito
debiti v/fornitori
15800,00
3318,00
8/03
9/03
21/03
25/03
29/03
834,90
4665,76
arredamento d’ufficio
iva ns/credito
debiti v/fornitori
6540,00
1373,40
merci c/acquisti
iva ns/credito
debiti v/fornitori
5670,00
1190,70
merci c/acquisti
iva ns/credito
debiti v/fornitori
7580,00
1278,30
49
242,00
10229,63
19118,00
913,40
6860,70
8858,30
ESERCIZIO 12.5 DI PAG.607 DAL LIBRO ENTRIAMO IN AZIENDA 1
21/07
23/07
merci c/acquisti
iva ns/credito
debiti v/fornitori
1570,00
329,70
materie di consumo c/acquisti
iva ns/credito
debiti v/fornitori
1899,70
85,00
17,85
102,85
debiti v/fornitori
denaro in cassa
102,85
arredamenti
iva ns/credito
debiti v/fornitori
7100,00
1491,00
20/08
debiti v/fornitori
banca x c/c
1899,70
26/08
costi per servizi
iva ns/credito
debiti v/fornitori
80,45
16,89
merci c/acquisti
iva ns/credito
debiti v/fornitori
debiti v/fornitori
3650,00
766,50
97,34
31/07
30/08
debiti v/fornitori
banca x c/c
2863,67
15/09
costi telefonici
iva ns credito
debiti v/fornitori
237,20
49,81
debiti v/fornitori
banca x c/c
287,01
merci c/acquisti
iva ns credito
debiti v/fornitori
5522,10
1159,64
19/09
50
102,85
8591,00
1899,70
97,34
4513,83
2863,687
287,01
287,01
6781,74
LE OPERAZIONI DI VENDITA
La vendita rappresenta la fase della gestione aziendale in cui l’impresa colloca sul mercato i prodotti, le merci o le
prestazioni di servizi, oggetto della propria attività.
La vendita di beni e servizi consiste in un operazione di disinvestimento, attraverso cui l’impresa recupera i mezzi
finanziari investiti nell’acquisto dei fattori produttivi e genera ricavi.
In contabilità le operazioni di vendita si rilevano sempre in due fasi:
•
l’emissione delle fatture: sulla base dei documenti di vendita emessi (fatture, ricevute fiscali scontrini fiscali,
ecc.) si rileva nell’aspetto finanziario, il sorgere di crediti v/clienti (variazione finanziaria attiva); nell’aspetto
economico, l’ottenimento di ricavi (variazione economica positiva). Le fatture indicano, inoltre, l’importo dell’IVA,
che costituisce un debito del venditore per imposte (variazione finanziaria passiva);
•
il regolamento delle fatture può avvenire con varie modalità e in diversi tempi e investe solo l’aspetto
finanziario. Esso comporta una diminuzione dei crediti v/clienti (variazione finanziaria passiva) , un
corrispondente aumento di disponibilità liquide (denaro in cassa, banca c/c ecc.) o il sorgere di nuovi crediti
(variazione finanziaria attiva).
Rilevazione in P.D. della fattura di vendita senza l’aggiunta di costi o spese da rimborsare da parte dell’acquirente
al fornitore.
IPOTESI A:
Fattura di vendita in considerazione della sola merce:
crediti v/clienti
merci c/vendite
Iva ns/debito
x
x
x
IPOTESI B:
Fattura di vendita con la presenza di costi o spese aggiuntive nei confronti del cliente da parte del fornitore. In questo
caso i costi o le spese addebitati al cliente in fattura non vengono sommati alla merce venduta, ma rilevati con un conto a
se, chiamato rimborso costi di vendita.
Esempio. Emessa fattura per la vendita di merci dell’importo di 2000,00€ +IVA 22%. La fattura contiene l’addebito di costi
forfettari per 120,00 €.Nello specifico abbiamo:
Crediti v/clienti= variazione finanziaria attiva- Stato Patrimoniale
Merci c/vendita= elemento positivo di reddito – ricavo (conto economico d’ex)
crediti v/clienti
merci c/vendite
rimborsi costi di vendita
Iva ns/debito
x
51
x
x
x
IPOTESI C: Fattura di vendita con rimborso costi di vendita e interessi per dilazione di pagamento nell’ipotesi in cui la
riscossione dei crediti avviene in modo posticipato con o senza i rimborsi di vendita:
con rimborso costi di vendita abbiamo:
crediti v/clienti
merci c/vendite
rimborsi costi di vendita
Iva ns/debito
Interessi attivi v/clienti
x
x
x
x
x
Senza rimborso costi di vendita
crediti v/clienti
merci c/vendite
Iva ns/debito
Interessi attivi v/clienti
x
x
x
x
IPOTESI D:
Fattura con spese o costi anticipati dal venditore in nome o per conto del compratore (dette anche spese o costi
documentati).
In questo caso il fornitore non rileva una fattura a se ma, dato che i costi vengono anticipati direttamente dal fornitore
stesso, li rileva con aggiunta dell’IVA come clienti c/costi anticipati, che successivamente vengono addebitati dal
fornitore stesso direttamente nella fattura di vendita.
Esempio. Vendute merci per 4000,00 € + IVA, il fornitore sostiene inizialmente costi documentati anticipati per conto
dell’acquirente per 240,00€ inclusi d’IVA.
In P.D. abbiamo:
clienti c/costi anticipati
denaro in cassa
240,00
crediti v/clienti
merci c/vendite
iva ns/debito
clienti c/costi anticipati
5080,00
52
240,00
4000,00
840,00
240,00
IPOTESI E:
Fattura di vendita in presenza di un acconto iniziale.
Per quanto riguarda la fattura di vendita con il relativo acconto previsto nella fase contrattuale è necessario procedere a
tre momenti diversi.
In primo luogo, occorre rilevare l’acconto versato dal cliente a favore del fornitore che nella maggior parte dei casi è incluso
di IVA. Successivamente si passa alla rilevazione della fattura emessa dal fornitore, relativa all’acconto versato da parte
del cliente. In seguito si passa alla rilevazione della fattura di vendita emessa sempre dal fornitore, specificando nella
registrazione in P.D. ,lo storno dell’acconto precedentemente versato dal cliente.
denaro in cassa
crediti v/clienti
540,00
crediti v/clienti
clienti c/acconto
iva ns/debito
540,00
crediti v/clienti
clienti c/acconto
merci c/vendite
iva ns/debito
3090,00
446,28
540,00
446,28
93,72
3000,00
536,28
IPOTESI F: Oltre alla merce venduta, possiamo rilevare ed emettere fattura anche per eventuali altri ricavi, definiti anche
proventi vari. Un esempio è la concessione di una locazione (fitti attivi).
Se la concessione viene fatta per uso civile, si riscuote direttamente il ricavo senza la rilevazione dell’IVA. In P.D. abbiamo:
denaro in cassa
x
fitti attivi
x
Se invece la concessione rientra nell’ambito dell’attività economica, è necessario anche rilevare l’IVA. In P.D. abbiamo:
crediti v/clienti
fitti attivi
Iva ns/debito
x
53
x
x
IPOTESI G:
Si può verificare che, a causa di difetti o di prodotti venduti non conformi alla richiesta, una parte della merce possa essere
restituita o si possa richiedere sulla stessa dei ribassi e degli abbuoni.
Nel caso di restituzione della merce con rettifica dell’IVA a debito, in P.D. abbiamo:
resi su vendite
iva ns /debito
crediti v/clienti
x
x
x
Senza la rettifica dell’IVA a debito abbiamo:
resi su vendite
crediti v/clienti
x
x
Nel caso in cui ci siano gli abbuoni con la rettifica dell’IVA a debito, in P.D. abbiamo:
ribassi e abbuoni passivi
iva ns /debito
crediti v/clienti
x
x
x
Senza la rettifica dell’IVA a debito in P.D. abbiamo (NB P.D: PARTITA DOPPIA)
Ribassi e abbuoni passivi
crediti v/clienti
x
x
Fattura di vendita in considerazione di uno sconto condizionato. Si tratta di un’operazione di vendita in cui, il fornitore
propone all’acquirente una condizione contrattuale rispetto a quella pattuita, per quanto riguarda la riscossione dei crediti.
Se l’acquirente, decide di pagare il proprio debito prima della scadenza, riceve dal fornitore uno sconto commerciale che,
in P.D. ,viene rilevato con la voce oneri finanziari diversi.
Esempio: vendute merci per 2000,00€ con costi addebitati forfettariamente per 200,00€; IVA ordinaria.
Ai fini della riscossione della fattura il fornitore propone per il pagamento immediato, uno sconto del 4%, oppure quello a
40 giorni dell’importo totale della fattura. Se decide per il pagamento immediato in P.D. abbiamo:
Banca x c/c
Oneri finanziari diversi
crediti v/clienti
x
x
x
prelevamenti extra-gestione
54
L’imprenditore per esigenze sue e familiari può effettuare prelevamenti che rientrano sempre nell’ambito della sua attività
imprenditoriale e possono essere in denaro (prelevamenti di cassa) o in natura (prelevamenti di merci emettendo una
fattura autoconsumo).
Se i prelevamenti sono di cassa in P.D. possiamo avere la seguente scrittura:
prelevamenti extragestione
denaro in cassa
x
x
FATTURA DI AUTOCONSUMO
Si può verificare che l’imprenditore prelevi dalla sua attività, per autoconsumo personale o familiare, determinati beni. In
questo caso, per motivi fiscali, è obbligato ad emettere un’autofattura di vendita, in quanto l’utilizzo dei beni prelevati dalla
propria attività rientrano normalmente nelle operazioni di vendita. Infatti in P.D. rileviamo:
crediti v/clienti
merci c/vendite
iva ns/debito
prelevamenti extragestione
crediti v/clienti
x
X
x
x
x
RINNOVO DELLE CAMBIALI ATTIVE
Con il rinnovo delle cambiali attive, il fornitore concede al debitore, la possibilità di poter estinguere il proprio debito in una
data successiva. Il rinnovo, come avviene per le cambiali passive, può essere totale o parziale con gli interessi riscossi
da parte del fornitore in via immediata o posticipata, che vanno ad aggiungersi sulla cambiale rinnovata. Il rinnovo può
avvenire in base alle seguenti ipotesi:
IPOTESI A: Rinnovo totale con gli interessi riscossi in modo immediato.
Es. Il fornitore concede al debitore il rinnovo totale di una cambiale in scadenza dell’importo di 4000,00€ per altri 60 giorni,
dove maturano interessi pari al 6% che vengono pagati in modo immediato.
Interessi = 4000,00*60*6/36500
Interessi = 39,45
crediti v/clienti
interessi attivi v/clienti
denaro in cassa
cambiale attiva
cambiale attiva
crediti v/clienti
banca x c/c
cambiale attiva
39,45
39,45
39,45
4000,00
4000,00
IPOTESI B: Rinnovo totale con interessi posticipati.
55
4000,00
39,45
4000,00
Es. Il fornitore concede al debitore il rinnovo totale di una cambiale in scadenza dell’importo di 5200,00€. Gli interessi
maturati fra 90 giorni vengono pagati posticipatamente e sommati direttamente alla nuova cambiale rinnovata. Tasso 5%.
Interessi = 5200,00*90*5/36500 Interessi = 64,11
crediti v/clienti
interessi attivi v/clienti
cambiale attiva
cambiale attiva
crediti v/clienti
banca x c/c
cambiale attiva
64,11
5264,11
5264,11
64,11
5200,00
64,11
5264,11
IPOTESI C : Rinnovo parziale con interessi riscossi in modo immediato.
Es. Il fornitore concede al debitore su una cambiale di 8000,00€, il rinnovo parziale per un importo di 4000,00€ ad un tasso
del 7% fra 60 giorni. Gli interessi vengono pagati insieme a quella parte di cambiale non rinnovata in modo immediato.
Interessi = 4000,00*60*7/36500 Interessi = 46,03 rinnovo =4000 euro da pagare 4000 euro
crediti v/clienti
interessi attivi v/clienti
Denaro in cassa
cambiale attiva
cambiale attiva
crediti v/clienti
banca x c/c
cambiale attiva
46,03
4046,03
4000,00
46,03
8000,00
46,03
4046,03
4046,03
IPOTESI D: Rinnovo parziale con interessi riscossi posticipatamente.
Es. Il fornitore concede al debitore su una cambiale di 7000,00€ il rinnovo di 3000,00€ a 70 giorni su un tasso del 6% da
pagare posticipatamente insieme a quella parte di cambiale non rinnovata.
Interessi = 3000,00*70*6/36500 Interessi = 34,52
3000€ Rinnovo 4000€ Da pagare
In P.D. abbiamo la seguente scrittura:
crediti v/clienti
interessi attivi v/clienti
Denaro in cassa
cambiale attiva
crediti v/clienti
crediti v/ clienti
banca x c/c
cambiale attiva
46,03
46,03
4000,00
3034,52
7000,00
34,52
3034,52
ESERCIZIO 13.1 DI PAG. 616 DAL LIBRO ENTRIAMO IN AZIENDA 1
56
3034,52
7/10
crediti v/clienti
merci c/vendite
rimborso costi di vendita
iva ns/debito
12342,00
10/10
crediti v/clienti
merci c/vendite
rimborso costi di vendita
iva ns/debito
10381,80
18/10
crediti v/clienti
merci c/vendite
iva ns/debito
22853,60
24/10
crediti v/clienti
merci c/vendite
iva ns/debito
7505,64
29/10
crediti v/clienti
merci c/vendite
rimborso costi di vendita
iva ns/debito
4216,85
31/10
costi di trasporto
iva ns/credito
debiti v/fornitori
500,00
105,00
ESERCIZIO 13.4 DI PAG. 619 DAL LIBRO ENTRIAMO IN AZIENDA 1
57
10070,00
130,00
2142,00
8380,00
200,00
1801,80
19270,00
3583,60
6203,01
1302,63
3325,00
160,00
731,85
605,00
10/03
crediti v/clienti
merci c/vendite
iva ns/debito
4402,37
11/03
assegno circolare
crediti v/clienti
4402,37
12/03
crediti v/clienti
merci c/vendite
rimborso costi di vendita
iva ns/debito
7925,50
14/03
crediti v/clienti
merci c/vendite
iva ns/debito
2684,77
14/03
assegno bancario
crediti v/clienti
1586,46
16/03
crediti v/clienti
merci c/vendite
rimborso costi di vendita
iva ns/debito
8039,48
17/03
assegno bancario
crediti v/clienti
8039,48
18/03
crediti v/clienti
merci c/vendite
rimborso costi di vendita
iva ns/debito
4882,24
18/03
c/c postale
crediti v/clienti
4882,24
19/03
resi su vendita
iva ns/debito
crediti v/clienti
324,00
68,04
14/04
banca x c/c
crediti v/clienti
7925,50
16/05
banca x c/c
crediti v/clienti
1220,35
LE OPERAZIONI ACCESSORIE E LE OPERAZIONI STRAORDINARIE
I componenti del reddito d’esercizio possono essere distinti in:
58
3340,80
701,57
4402,37
6425,00
125,00
1375,50
2440,70
244,07
1586,46
6422,70
221,50
1395,28
8039,48
4352,00
86,40
443,84
4882,24
392,04
7925,50
1220,35
•componenti ordinari;
•componenti straordinari.
I componenti ordinari che derivano dalla gestione ordinaria, comprendono:
•le operazioni della gestione caratteristica;
•le operazioni della gestione accessoria (o atipica);
•le operazioni della gestione finanziaria.
La gestione caratteristica prende in considerazione i valori della produzione e i costi della produzione, mentre si
considerano componenti della gestione accessoria o atipica, tutte quelle operazioni che non rientrano nell’attività ordinaria
dell’azienda e non appartengono, né alla gestione caratteristica, né a quella finanziaria. Sono esempi della gestione
accessoria i proventi e gli oneri che, derivano da operazioni estranee all’attività dell’azienda come:
•la gestione di immobili non strumentali;
•di terreni agricoli;
•di proventi su dividendi;
•utili o perdite su plusvalenze o minusvalenze;
•proventi e oneri determinati da sopravvenienze attive e passive e da insussistenze attive e passive.
I componenti straordinari del reddito fanno riferimento a operazioni della gestione straordinaria, definite così in quanto si
considerano straordinari rispetto all’attività tipica dell’impresa e riguardano essenzialmente:
gli utili o le perdite derivanti dalla eliminazione o dalla cessione di beni strumentali (plusvalenze o minusvalenze);
proventi e oneri connessi a variazioni nelle attività e passività per eventi eccezionali estranei alla gestione ordinaria
(esempio: donazioni, vincite, sinistri ecc.). Essi vengono rilevati con la voce sopravvenienze attive e passive straordinarie
e insussistenze attive e passive straordinarie.
Per quanto riguarda la gestione accessoria possiamo prendere come esempio l’operazione riguardante la concessione o
l’ottenimento di affitto di un bene strumentale a uso civile. Per quanto riguarda la concessione in P.D. abbiamo:
crediti commerciali diversi
fitti attivi
Denaro in cassa
Crediti commerciali diversi
Debiti per cauzione
x
x
x
X
x
Per quanto riguarda l’ottenimento dell’affitto, contabilmente andiamo a rilevare il sostenimento di un costo e l’accensione
di un debito, in P.D. abbiamo:
fitti passivi
debiti v /fornitori
Debiti v/fornitori
Crediti per cauzione
Denaro in cassa
x
x
x
x
x
L’ALIENAZIONE DEI BENI STRUMENTALI
I beni strumentali, come sappiamo, partecipano per più anni al processo produttivo. Il loro costo originario, essendo un
costo pluriennale, deve essere ripartito per tutti gli anni di vita utile. La parte del costo che viene attribuita a ciascun
esercizio rappresenta la quota di consumo annuo che in gergo contabile viene denominata quota di ammortamento. Le
quote calcolate ogni anno vengono rilevate in un apposito fondo denominato fondo ammortamento. Tale fondo può
servire, anche, a determinare in caso di dismissione del bene strumentale stesso, il suo valore contabile.
La dismissione può essere per alienazione e per eliminazione. Quest’ultima può essere su base volontaria e questo
avviene per volontà dell’azienda, e su base involontaria e può determinarsi per cause esterne (dolo, fattori climatici).
La dismissione per alienazione può avvenire per rottamazione o tramite permuta.
59
Se avviene per rottamazione, contabilmente rileviamo il valore contabile, la fattura di cessione e l’eventuale minusvalenza
o plusvalenza. Se avviene con permuta, oltre a quelli citati contabilmente, rileviamo la fattura di acquisto del nuovo bene
e la compensazione dei debiti e dei crediti.
Fondo ammortamento bene strumentale
Bene strumentale
Crediti commerciali diversi
Beni strumentali
Iva a n/s debito
Minusvalenza ordinaria
Beni strumentali
x
Bene strumentale
Plusvalenza ordinaria
Banca x c/c
Crediti commerciali diversi
x
x
x
x
x
x
x
OPPURE
x
x
x
N.B. Se si rileva la quota di ammortamento dell’anno in P.D. abbiamo:
ammortamento bene strumentale
Fondo ammortamento bene strumentale
Fondo ammortamento bene strumentale
Bene strumentale
Crediti commerciali diversi
Beni strumentali
Iva a n/s debito
Minusvalenza ordinaria
Beni strumentali
x
Bene strumentale
Plusvalenza ordinaria
Banca x c/c
Crediti commerciali diversi
x
x
x
x
x
x
x
x
x
OPPURE
x
x
x
Se avviene con permuta abbiamo:
Fondo ammortamento bene strumentale
Bene strumentale
Crediti commerciali diversi
Beni strumentali
Iva a n/s debito
Minusvalenza ordinaria
Beni strumentali
x
Bene strumentale
Plusvalenza ordinaria
x
x
x
x
x
x
x
oppure
60
x
Beni strumentali
Iva ns/credito
Debiti vs /fornitori
Debiti vs/fornitori
Crediti commerciali diversi
Banca x/c/c
x
x
x
x
x
x
N.B. Se si rileva la quota di ammortamento dell’anno in P.D. abbiamo:
ammortamento bene strumentale
Fondo ammortamento bene strumentale
Fondo ammortamento bene strumentale
Bene strumentale
Crediti commerciali diversi
Beni strumentali
Iva a n/s debito
Minusvalenza ordinaria
Beni strumentali
x
Bene strumentale
Plusvalenza ordinaria
Beni strumentali
Iva ns/credito
Debiti vs /fornitori
Debiti vs/fornitori
Crediti commerciali diversi
Banca x/c/c
x
x
x
x
x
x
x
x
x
oppure
x
x
x
x
x
x
x
DISMISSIONE PER ELIMINAZIONE:
su base volontaria in P.D. abbiamo:
Ammortamento bene strumentale
Fondo ammortamento bene strumentale
Fondo ammortamento bene strumentale
Bene strumentale
Insussistenza passiva ordinaria
Bene strumentale
x
x
x
x
x
x
La rilevazione contabile della dismissione per cause involontarie
Se la dismissione dei beni strumentali avviene per la non volontà dell’azienda, in P.D. possiamo avere le seguenti
scritture:
Ammortamento bene strumentale
Fondo ammortamento bene strumentale
Fondo ammortamento bene strumentale
Bene strumentale
Insussistenza passiva straordinaria
Bene strumentale
x
x
x
61
x
x
x
Con predisposizione di una assicurazione interna che avviene tramite l’istituzione di un fondo rischi
su beni strumentale con copertura totale o parziale, abbiamo:
Fondo rischi beni strumentali
Beni strumentali
Fondo rischi beni strumentali
Insussistenza passiva straordinaria
Bene strumentale
x
x
x
x
x
Tramite la copertura assicurativa e ricevendo il dovuto rimborso possiamo avere, con rilevazione immediata le
seguenti scritture:
Sopravvenienze passiva straordinarie
Bene strumentale
x
assegni
Sopravvenienze attive straordinarie
x
x
x
Le sopravvenienze e le insussistenze
Durante la gestione aziendale si possono verificare eventi fortuiti e inattesi che determinano il sorgere di attività o di
passività (sopravvenienze), oppure il venir meno di attività e passività (insussistenze).
Sono considerate sopravvenienze attive gli aumenti di attività, mentre sono considerate sopravvenienze passive gli
aumenti di passività provocate da eventi imprevedibili, occasionali ed estranei alla normale attività dell’azienda.
Le insussistenze attive consistono in diminuzione di passività e le insussistenze passive in diminuzione di attività provocate
da eventi imprevedibili, occasionali o estranei alla normale attività di gestione.
Le sopravvenienze e le insussistenze possono essere ordinarie e straordinarie. Quelle ordinarie sono connesse all’attività
normalmente esercitata dall’azienda (differenze di cassa, multe, ecc.); quelle straordinarie sono generate da eventi
estranei all’attività ordinaria come vincite di premi, danni subiti per eventi straordinari o catastrofici(incendi, terremoti,
inondazioni, ecc.), o per furti e rapine e i relativi risarcimenti assicurativi. In PD possiamo rilevare alcuni esempi come:
Insussistenze passive straordinaria
Denaro in cassa
Insussistenza passiva ordinarie
Denaro in cassa
Denaro in cassa
sopravvenienze attive ordinarie
x
x
x
x
In attesa della sentenza del tribunale
Insussistenze passive straordinarie
Creditori diversi
Dopo la sentenza del tribunale
x
Creditori diversi
Denaro in cassa
x
LE OPERAZIONI CON LE BANCHE
62
x
x
Concetto di banca (azienda di credito): è un’impresa del settore terziario che opera nel campo del credito e dei
regolamenti monetari, esercitando delle attività di intermediazione e delle attività finanziarie che si affiancano e si
intrecciano alla prestazione di numerosi prodotti e servizi.
Credito: fiducia, esso si può distinguere in credito diretto e indiretto. Quello diretto avveniva direttamente tra creditore e
debitore invece quello indiretto avviene tramite l’intermediazione di un terzo soggetto ed è coperto da determinate
garanzie. Il credito esprime una prestazione attuale contro una controprestazione futura (remunerata).
Con il credito la banca attua la cosiddetta intermediazione bancaria. L’intermediazione bancaria avviene attraverso la
funzione di raccolta e la funzione di impiego.
La funzione di raccolta si determina tramite la raccolta del risparmio da parte dei soggetti in avanzo, che per tradizione si
identifica nella famiglia. La raccolta può avvenire attraverso varie forme di deposito che sono: il libretto a risparmio e il
conto corrente di corrispondenza (definiti anche depositi tipici), e i certificati di deposito (definiti depositi atipici nati verso
la metà degli anni ’70 per fare concorrenza ai titoli di Stato definiti anche “beni rifugio”). La funzione di impiego è la
concessione di finanziamento da parte della banca a determinati soggetti per soddisfare il proprio fabbisogno finanziario.
I soggetti interessati sono le imprese e le famiglie infatti il credito può essere indirizzato alla produzione (imprese) e al
consumo (le famiglie).
I depositi a risparmio che si identificavano in modo particolare nei libretti a risparmio libero e vincolati hanno avuto un ruolo
fondamentale fino alla metà degli anni ’70 soprattutto nel centro sud dell’Italia. Successivamente, grazie anche ad un
livello culturale maggiore, e alla nascita di nuove esigenze legati ai nuovi prodotti e servizi che poteva offrire la banca
(assegni, bancomat, carte di credito e con le nuove tecnologie internet, ecc.) la clientela ha rivolto sempre di più un
interesse maggiore per i depositi in conto corrente di corrispondenza coinvolgendo tutte le categorie sociali dalle imprese,
ai dipendenti, liberi professionisti, pensionati e alla famiglia in generale. Sia i depositi a risparmio (liberi e vincolati) e sia i
conti correnti di corrispondenza periodicamente (in questi ultimi anni trimestralmente) calcolano in base ai saldi DARE e
saldi AVERE degli interessi che possono essere a favore del cliente o a favore della banca. Se sono a favore del cliente
essi vengono accreditati al correntista al netto delle ritenute fiscali (interessi Avere) e costituiscono per l’azienda dei
proventi o ricavi finanziari; se sono a favore della banca vengono addebitati all’azienda sempre in conto corrente e
costituiscono degli oneri o costi finanziari. Ricordiamo che la ritenuta fiscale calcolata sugli interessi a favore del cliente è
del 20%.
Strutturalmente il conto corrente di corrispondenza si compone di tre prospetti e sono:
a) l’estratto conto: dove confluiscono tutte le operazioni in ordine di data, raccogliendo anche le operazioni
antergate e postergate. Le operazioni antergate sono tutte quelle che hanno valuta anteriore alla riapertura del
conto corrente, mentre quelle postergate sono tutte quelle operazioni che hanno valuta posteriore alla chiusura
periodica del conto corrente esse compaiono nell’estratto conto ma non nello scalare interesse in quanto non
partecipano al calcolo degli interessi, ma vengono riprese nel periodo successivo come partite riprese;
b) scalare interesse o staffa: raccoglie tutte le operazioni in ordine di valuta (eccetto quelle postregate) dando il via
al calcolo dei giorni in base al metodo definito amburghese (saldo precedente al saldo successivo) e al calcolo
dei numeri (saldo per i giorni). I numeri ottenuti permettono il calcolo degli interessi commerciali o finanziari;
c) prospetto delle competenze e delle spese: tale prospetto mette in evidenza il calcolo degli interessi AVERE e
degli interessi DARE con aggiunta della ritenute fiscale, delle commissioni bancarie, della commissione del
massimo scoperto,delle spese di tenute conto e del bollo fisso da versare allo Stato. Successivamente si pone la
differenza fra il totale AVERE e il totale DARE determinando lo Sbilancio competenze del periodo (trimestrale o
mensile).
Agli inizi degli anni Venti, il nostro Sistema Bancario, privo di un ordinamento ben preciso e definito, svolgeva la sua attività
identificandosi essenzialmente con un sistema di tipo liberista o modello tedesco della Banca mista. Questo tipo di
ordinamento collocato in quel determinato periodo, fu l’origine del nostro Sistema Bancario. La crisi era dettata dal fatto
che le banche hanno rappresentato e costituito l’unica fonte per il riarmo bellico, dovuto al primo conflitto mondiale. Per
questa causa, la maggior parte dei finanziamenti o dei capitali investiti, hanno trovato difficoltà nel loro ripristino.
Una delle crisi più gravi, si verificò nel 1921 con il crollo della banca italiana di sconto. A questa crisi, le autorità
governative di allora, cercarono di porre rimedio. Infatti, si inizia a parlare di disegni di legge, che divennero applicativi
tramite dei decreti di legge nel 1926. Il primo intervento fondamentale, fu la nascita della Banca d’Italia come unico
Istituto di emissione, al quale seguì l’abolizione del Banco di Napoli e del Banco di Sicilia.
La Banca d’Italia è nata con la finalità di dare un ordinamento ben preciso al nostro sistema:

vigilanza sulle banche;
63



autorizzazione della nascita di nuovi sportelli;
stampa di moneta;
attuazione di interventi di politica economica.
Per quanto riguarda il nostro sistema creditizio, legato anche alla crisi finanziaria mondiale, partita dagli Stati Uniti
D’America con il crollo della banca valori di Wall Street nel 1929, i governi dei vari paesi e in modo particolare i paesi
occidentali maggiormente coinvolti, tra cui l’Italia, hanno cercato di porre interventi per uscire fuori da questa grande crisi.
La conseguenza (l’errore) più grave della crisi del 1929 fu la massimizzazione del profitto e la cattiva distribuzione del
reddito nei confronti della classe operaia. Tutto questo comportò una riduzione drastica dei consumi, dovuta ad un forte
calo della domanda interna ed esterna, che provocò, in primo luogo, una grande recessione, e successivamente, una
depressione economica.
Le aziende, nel tentativo di recuperare la domanda, iniziarono a ridurre sensibilmente i prezzi dei prodotti, vendendo al di
sotto dei costi di produzione e attuando quel processo definito “deflazione”.
Da questa situazione si delineò un quadro ben preciso: da un lato, le famiglie con la contrazione del potere di acquisto e
la difficoltà ad estinguere i propri debiti; dall’altro, le aziende costrette a chiudere. Tutto ciò fece crollare diversi settori
economici, come l’agricoltura, l’edilizia e la grande industria influendo in modo determinante sui mercati finanziari e
provocando, nel Settembre del 1929, il crollo della Borsa di Wall Street (Borsa valore di New York).

in Italia lo stato fascista attuò una decisa azione nell’economia.
Gli interventi attuati dall’Italia furono:
- controllo statale degli scambi monetari;
- grandi lavori pubblici (bonifica delle paludi Pontine, acquedotti, ecc);
- creazioni dei primi enti pubblici (Nel 1931 l’IMI, che aveva il compito di finanziare le aziende in difficoltà,
tramite la sottoscrizione di prestiti obbligazionari. Nel 1933 l’IRI, che aveva il compito di attuare i piani di
intervento nei vari settori economici sotto la propria tutela);
- protezionismo spinto fino al varo del 1934 della politica autarchica;
- riarmo e aggressività internazionale, che ebbe modo di esprimersi già nel 1935 con l’attacco all’Etiopia.
Per quanto riguarda l’IRI, la sua costituzione, avvenuta in un momento in cui occorreva risanare e riorganizzare il sistema
creditizio e l’apparato produttivo scossi dalla grande crisi economica mondiale, ha rappresentato una svolta per l’economia
italiana ed ha costituito la forma più incisiva dell’intervento dello Stato nell’attività produttiva, mediante lo strumento delle
partecipazioni azionarie e il meccanismo del mercato concorrenziale per perseguire finalità di interesse sociale.
Dopo la nascita dei primi enti pubblici, il nostro sistema bancario cercò in tutti i modi di darsi una nuova identità. Infatti nel
1936, si arrivò alla determinazione della prima vera riforma del nostro sistema bancario. La riforma del 1936 si basava
essenzialmente sulla specializzazione del credito. Ciò significa che da un lato, vi erano le banche definite di credito
ordinario che avevano il compito essenziale di concedere finanziamenti nel breve periodo, dall’altro lato vi era la nascita
di Istituti definiti anche di credito speciale, che avevano il compito di concedere finanziamenti a breve e medio periodo.
La specializzazione del credito inseriva nel suo insieme elementi di regolamentazione quali:
 la riserva obbligatoria, ovvero una percentuale calcolata sui depositi e versata presso la Banca d’Italia;
 il plafond che costituiva il massimale sugli impieghi dei fondi, definito anche tetto massimo dei finanziamenti
che la banca poteva concedere all’azienda dietro autorizzazione della banca centrale.
A partire dalla nascita della BANCA D’ITALIA e alla RIFORMA BANCARIA DEL 1936, il nostro sistema bancario si
presenta come segue:
SISTEMA BANCARIO CON LA RIFORMA DEL 1936
C.I.C.R.
Ministero del Tesoro
(presiede il CICR)
Comitato Interministeriale per il
Credito e il Risparmio.
64di essi
Alta vigilanza su
Governatore della Banca
d’Italia (partecipa alle sedute
del CICR)
BANCA D’ITALIA
VIGILA SULLE BANCHE
Istituto di credito speciale (di
medio e lungo periodo)
Istituto di credito mobiliare e
industriale
Istituto di credito fondiario ed
edilizio
Istituto di credito Agrario
Istituti di credito per opere
pubbliche
Cassa depositi e prestiti
Cassa per il mezzogiorno
IMI - IRI
Medio Banca
Banca d’Affari
Altri istituti Particolari
Tale sistema ha retto fino alla metà degli anni ‘80. Verso la metà degli anni ‘80 inizia a cambiare lo scenario nel sistema
bancario grazie anche ai notevoli cambiamenti apportati all’interno di un mercato sempre più concorrenziale. Infatti
nell’ambito del settore pubblico molti enti tra cui l’IMI, l’IRI, l’ENI e le aziende di telecomunicazioni e dell’energia (ENEL,
TELECOM, Ferrovie dello Stato ecc.) passano dalla gestione pubblica, ovvero dallo Stato, alla gestione privata in cui lo
Stato diventa socio di minoranza. Da questo nuovo scenario anche il sistema bancario nutre il desiderio di apportare un
cambiamento notevole. Infatti, proprio da queste nuove esigenze, si inizia a parlare di deregulation del sistema bancario.
Per deregulation intendiamo il desiderio di apportare dei cambiamenti all’interno della riforma bancaria del 1936, cioè
allargare la “tenaglia” che era molto stringente per quando riguarda la specializzazione del credito eliminando anche quel
sistema di rigidità che riguardava la riserva obbligatoria, la concessione di credito tramite l’abolizione del così detto plafond
65
( tetto massimo sugli impieghi). Dal lato dell’intermediazione la banca si è avvicinata sempre di più alle famiglie, soprattutto
nel campo del credito al consumo e al miglioramento dei servizi e dei prodotti; infatti in questo periodo si assiste a un
processo inverso: non è più il cliente che va verso la banca ma è la banca che va verso il cliente. Con la deregulation
bancaria si inizia a parlare di un sistema bancario definito Banca Impresa dove la maggiore parte delle banche
giuridicamente si costituiscono sottoforma di SPA e le banche popolari e le casse rurali si costituiscono sottoforma di
credito cooperativo per azioni (le banche popolari in base all’approvazione di un decreto legge a partire dal mese di marzo
devono assumere la forma giuridica di SPA). In nuovo sistema, in base anche alle esigenze di mercato, in Italia doveva
basarsi su due modelli essenziali:
 modello della banca plurifunzionale, che era un modello di tipo verticistico;
 modello di banca universale, di tipo orizzontale.
In Italia venne adottato il modello di banca universale: un modello meno rigido ma più rischioso rispetto al modello di banca
plurifunzionale.
66
2° SISTEMA ANNI ’90 DEREGULATION
C.I.C.R.
Ministero del Tesoro
(presiede il CICR)
Alla vigilanza in materia di credito
e risparmio
Governatore della Banca
d’Italia (partecipa alle sedute
del CICR)
BANCA D’ITALIA
Unico Istituto di emissione,
svolge il ruolo di Banca Centrale
attraverso la Politica Monetaria
dello Stato. Esercita la vigilanza
sulle banche e sui gruppi
bancari.
BANCHE
Sono Imprese appartenenti al settore terziario dell’Economia, la cui attività principale consiste nella raccolta del risparmio tra il pubblico
e nella concessione di prestiti all’impresa (credito alla produzione) e alle famiglie (credito al consumo). Possono inoltre, quando lo
statuto lo prevede, esercitare ogni altra attività finanziaria, le attività connesse e strumentali ad emettere obbligazioni. Per le Banche
riguardo al limite del Capitale versato ed esistente non occorre la Delibera da parte dell’Assemblea Straordinaria.
Devono essere autorizzata dalla B.I., risultare scritte all’albo. Devono sottostare alla sua vigilanza informativa, regolamentare e
ispettiva.
Le forme Giuridiche richieste dalla B.I. per il rilascio dell’autorizzazione a esercitare l’attività bancaria sono:
SOCIETA’ COOPERATIVA PER AZIONI
Responsabilità limitata
SPA
Banche Popolari
Banche di Credito Cooperative
(Possono però trasformarsi in SPA)
(In passato formavano le categorie delle
classi rurali e artigiane)
67
Con il trattato di Maastricht che costituisce i fondamenti essenziali per la nascita dell’euro, per quanto riguarda il sistema
bancario, si delinea una struttura in cui presenta un organigramma ben diverso rispetto ai precedenti. Infatti, all’apice di
tutto, non troviamo più la banca d’Italia, ma il sistema europeo delle banche centrali, definito anche SEBC, che è costituito
dalla BCE e da tutte le banche centrali nazionali.
Tale sistema ha il compito di delineare tutte le strategie possibili per quanto riguarda la politica economica.
In base all’ordine gerarchico, dopo il SEBC, troviamo la BCE (banca centrale europea) che ha il compito di applicare o
condurre tutte le decisioni intraprese dalla SEBC. Dopo la BCE, rispettando l’ordinamento gerarchico, troviamo la banca
d’Italia, che ha il compito di perseguire tutti gli obiettivi assegnati dalla SEBC e agire secondo le istruzioni impartite dalla
BCE.
La BCE viene affiancata dal governatore della banca d’Italia. Il governatore della banca d’Italia, partecipa al Consiglio
direttivo del SEBC e alle sedute del CICR (comitato interministeriale per il credito e il risparmio).
A sua volta il CICR affianca la banca d’Italia, e ha il compito di vigilare in materia di credito e tutela del risparmio. A sua
volta, il Ministro delle economie e delle finanze ha il compito di presiedere il CICR.
Come ultimo anello della gerarchia elencata, abbiamo le banche che agiscono sotto il controllo e la vigilanza della banca
d’Italia.
Le banche, come sappiamo, agiscono all’interno di un mercato globale, in un sistema concorrenziale e vengono definite
banche imprese. Il loro compito è quello di favorire l’intermediazione bancaria che si determina tramite la funzione di
raccolta e di impiego dei fondi.
Il governatore della banca d’Italia, ha il compito di relazionare, in presenza di tutte le autorità governative e delle parti
sociali, sulla situazione economica e finanziaria del nostro paese. Tutto ciò avviene per tradizione nel mese di maggio. La
valutazione nella logica si rifà a tutto ciò che si è manifestato nell’anno precedente.
Il suo incarico non è più a tempo indeterminato, ma da qualche anno è a scadenza, per una durata temporale di cinque
anni, non più rinominabile.
Può decadere anticipatamente quando si manifestano due presupposti essenziali che sono: incapacità e atti amorali.
L’attività di vigilanza, che in base al nuovo ordinamento, rimane sempre nelle mani della banca
D’Italia, e accompagnata anche dalla collaborazione di altre autorità nazionali che sono la CONSOB (commissione
nazionale società e borse) e l’ANTITRUST.
La CONSOB ha ilo compito di vigilare soprattutto nei mercati finanziari e tenere sotto controllo i bilanci delle varie società
quotate in borsa.
L’ANTITRUST, invece, deve vigilare su eventuali irregolarità di mercato, al fine di eliminare qualsiasi forma di monopolio
tentato da qualsiasi azienda all’interno di un sistema di mercato.
Il trattato di Maastricht è stato firmato il 7 febbraio 1992 a Maastricht, sulle rive della Mosca, dai dodici paesi membri
dell'allora Comunità Europea, oggi Unione Europea, che fissa le regole politiche e i parametri economici necessari per
l'ingresso dei vari Stati aderenti alla suddetta Unione. È entrato in vigore il 1º novembre 1993.
I parametri di Maastricht o criteri di convergenza sono i requisiti economici e finanziari che gli Stati dell'Unione
europea devono soddisfare per l'ingresso nell'Unione economica e monetaria dell'Unione europea (UEM). Essi sono:
A) La stabilità dei prezzi. Il trattato prevede che "Il raggiungimento di un alto grado di stabilità dei prezzi risulterà da un
tasso d'inflazione prossimo a quello dei tre Stati membri, al massimo, che hanno conseguito i migliori risultati in termini di
stabilità dei prezzi".
In concreto, il tasso d'inflazione di un dato Stato membro non deve superare di oltre l'1,5% quello dei tre Stati membri che
avranno conseguito i migliori risultati in materia di stabilità dei prezzi nell'anno che precede l'esame della situazione dello
Stato membro.
B) La situazione della finanza pubblica. Il trattato stabilisce che: "La sostenibilità della situazione della finanza pubblica
risulterà dal conseguimento di una situazione di bilancio pubblico non caratterizzata da un disavanzo eccessivo.
In pratica, al momento dell'elaborazione della sua raccomandazione annuale al Consiglio dei ministri delle finanze (Ecofin),
la Commissione esamina se la disciplina di bilancio sia stata rispettata in base ai due seguenti parametri:
68


il disavanzo pubblico annuale: il rapporto tra il disavanzo pubblico annuale e il prodotto interno lordo (PIL) non deve
superare il 3 % alla fine dell'ultimo esercizio finanziario concluso. In caso contrario, tale rapporto deve essere
diminuito in modo sostanziale e costante e aver raggiunto un livello prossimo al 3% (interpretazione tendenziale a
norma dell'articolo 104, paragrafo 2) o, in alternativa, il superamento del valore di riferimento deve essere solo
eccezionale e temporaneo e il rapporto deve restare vicino al valore di riferimento;
il debito pubblico: il rapporto tra il debito pubblico lordo e il PIL non deve superare il 60 % alla fine dell'ultimo esercizio
di bilancio concluso. In caso contrario, tale rapporto deve essersi ridotto in misura sufficiente e deve avvicinarsi al
valore di riferimento con ritmo adeguato (interpretazione tendenziale a norma dell'articolo 104, paragrafo 2).
C) Il tasso di cambio. Il trattato prevede "il rispetto dei margini normali di fluttuazione previsti dal meccanismo di cambio
del Sistema monetario europeo per almeno due anni, senza svalutazione nei confronti della moneta di qualsiasi altro Stato
membro".
SISTEMA BANCARIO LEGATO ALLA NASCITA DELL’EURO
69
SEBC
Persegue la stabilità dei prezzi
GOVERNATORE DELLA BANCA
D’ITALIA
BCE
Partecipa al Consiglio direttivo del
SEBCE e alle sedute del CICR
Conduce la politica monetaria
COMITATO INTERMINISTERIALE
PER IL CREDITO E IL RISPARMIO
(CICR)
BANCA D’ITALIA
Persegue gli obiettivi assegnati al SEBC e
agisce secondo gli indirizzi e le istruzioni
della BCE
Vigila in materia di credito e di tutela del
risparmio
BANCHE
Sono imprese, appartenenti al settore terziario dell’economia, la cui attività principale
consiste nella raccolta del risparmio tra il pubblico e nella concessione di prestiti alle
imprese (credito alla produzione) e alle famiglie (credito al consumo). Possono
inoltre, quando il loro statuto lo prevede, di esercitare ogni altra attività finanziaria, le
attività connesse e strumentali ed emettere obbligazioni. Devono essere autorizzate
dalla banca d’Italia, risultare scritte all’albo da essa tenuto e sottostare alla sua
vigilanza informativa, regolamentare e ispettiva.
Le operazioni con le banche si suddividono in:
•
operazioni di servizi;
70
MINISTRO DELL’ECONOMIA E
DELLE FINANZE
Presiede il CICR
•
operazioni di finanziamento.
In questi ultimi anni, le operazioni di servizio sono legate soprattutto al c/c di corrispondenza che, giuridicamente viene
definito «contratto atipico», in quanto non è regolato dal codice civile. Inoltre non prevede una scadenza e si rinnova
automaticamente in modo tacito. Il rapporto può terminare solo per volontà della banca o del cliente correntista. Il c/c di
corrispondenza è un tipo di deposito che permette il confluire di un’infinità di operazioni di varia natura, le quali
determinano poi i movimenti in c/c. I movimenti di operazioni, a loro volta, vanno a determinare i saldi del c/c che possono
essere a favore della banca e a favore del cliente. Se sono saldi a favore della banca, alla fine di ogni trimestre, possono
determinare interessi debitori; se invece sono saldi a favore del cliente o correntista possono determinare interessi
creditori. Gli interessi a favore del cliente sono soggetti ad una ritenuta fiscale alla fonte del 20%. Per trimestre intendiamo
la suddivisione periodica dell’anno solare in modo seguente:
•31/12- 31/03 dell’anno «n»
•31/03- 30/06 dell’anno «n»
•30/06- 30/09 dell’anno «n»
•30/09- 31/12 dell’anno «n»
Le operazioni che confluiscono nel c/c di corrispondenza vengono registrati in due prospetti. Il primo prospetto si chiama
estratto conto in cui vengono elencate tutte le operazioni di movimento, in ordine di data.
Successivamente, il riepilogo periodico trimestrale viene fatto su un altro prospetto chiamato staffa o scalare interessi,
in cui il riepilogo viene fatto in ordine di valuta e i giorni per i calcoli degli interessi vengono fatti con un metodo chiamato
«amburghese» che, avviene fra il saldo precedente al saldo successivo. Contabilmente non facciamo altro che rilevare
operazioni di accreditamento o di riscossione, di addebitamento o di pagamento.
Quando maturano gli interessi a favore della banca in P.D. abbiamo:
interessi passivi bancari
banca x c/c
140,00
140,00
Se invece sono a favore del correntista o del cliente in P.D. abbiamo:
banca x c/c
titolare c/ritenute subite
interessi attivi bancari
80,00
20,00
100,00
Per i servizi di pagamento o di addebitamento come giroconto, bonifico, in P.D. abbiamo:
debiti v/fornitori
banca x c/c
commissione bancaria
banca x c/c
x
debiti v/fornitori
commissione bancaria
banca x c/c
x
x
x
x
x
Oppure:
x
Se il pagamento dei debiti avviene con la richiesta iniziale di un assegno circolare, in P.D. abbiamo:
71
assegno circolare
banca x c/c
debiti v/fornitori
banca x c/c
x
x
x
x
I servizi di pagamento effettuati presso una banca, possono riguardare anche il pagamento di cambiali passive domiciliate
in scadenza per conto dell’azienda. In questo caso rileviamo, una variazione finanziaria attiva che è l’estinzione della
cambiale passiva; e una variazione finanziaria passiva che corrisponde alla diminuzione dei fondi disponibili in c/c di
corrispondenza.
Contabilmente abbiamo:
debiti v/fornitori
cambiali passive
Cambiali passive
banca x c/c
commissioni bancarie
banca x c/c
x
x
x
x
x
x
Lo stesso meccanismo può essere adottato quando, per estinguere i debiti, vengono utilizzati al posto delle cambiali, le
ricevute bancarie oppure RI.BA. Solo che, in questo caso, essendo un titolo immateriale, alla scadenza si annullano
direttamente i debiti:
debiti v/fornitori
banca x c/c
x
x
I servizi di riscossione
Per quanto riguarda i servizi di riscossione, con riferimento in modo particolare alle operazioni di accreditamento, rientrano
anche l’incasso dei crediti commerciali (cambiali attive) e ricevute bancarie, quando giungono alla scadenza, per conto
dell’azienda cliente.
Se si tratta di cambiali l’operazione avviene in due fasi: la prima definita presentazione delle cambiali alla banca; la
seconda fase, invece, incasso delle cambiali alla scadenza con l’addebito dei costi d’incasso. Tutta questa
operazione viene definita cambiali al dopo incasso. In P.D. abbiamo:
cambiali all’incasso
cambiali attive
banca x c/c
cambiali all’incasso
commissioni bancarie(costi d’incasso)
banca x c/c
x
x
x
x
x
x
Può succedere che una cambiale, alla scadenza, risulti insoluta, cioè il debitore non rispetti i termini di pagamento. In
questo caso la cambiale risulta protestata, e il cliente della banca subisce automaticamente l’addebito della stessa con
aggiunta dei costi e delle commissioni. Infatti in P.D. abbiamo:
72
cambiali insolute
costi d’incasso
cambiali all’incasso
banca x c/c
1000,00
42,00
1000,00
42,00
Successivamente se la cambiale protestata viene incassata, in P.D. abbiamo:
Banca x c/c
cambiali insolute
1000,00
1000,00
Se invece risulta definitivamente inesigibile e stralciata in P.D. abbiamo:
perdita su crediti
cambiali insolute
1000,00
1000,00
LE OPERAZIONI DI FINANZIAMENTO
Le operazioni di finanziamento vengono definite operazioni di debito o di capitali di terzi. Servono all’azienda per soddisfare
il fabbisogno finanziario quando il capitale proprio è insufficiente. Esse possono essere suddivise in operazioni di prestito
e operazioni di smobilizzo crediti (cambiale attiva e RI.BA.). Le operazioni di prestito si riferiscono, in modo particolare
all’ottenimento di finanziamento tramite: i mutui ipotecari definiti contabilmente anche mutui passivi, e la sovvenzione
bancaria. La differenza sostanziale fra le due sta nel fatto che, i mutui passivi sono finanziamenti a medio e lungo termine,
mentre la sovvenzione è a medio termine. Oggi esistono anche mutui quarantennali. Sia sui mutui, sia sulle sovvenzioni
bancarie maturano degli interessi che, nella logica, sono interessi passivi. Nello specifico per i mutui rileviamo interessi
passivi su mutui, mentre nella sovvenzione gli interessi vengono rilevati con la voce interessi passivi bancari. Infatti in P.D.
possiamo avere le seguenti scritture:
banca x c/c
mutui passivi ( o ipotecari)
x
x
L’estinzione del mutuo avviene in maniera periodica in base ad un piano di ammortamento precostituito. Nella maggior
parte dei casi la quota più gli interessi si determina ogni 6 mesi. Ogni qualvolta che, si estingue una parte del mutuo
in P.D., abbiamo:
mutui passivi ( o ipotecari)
interessi passivi su mutui
banca x c/c
x
x
x
Al 31/12 , se l’operazione comprende l’anno attuale con l’anno successivo, occorre rilevare una scrittura di integrazione
chiamata rateo, che in questo caso è un rateo passivo. Infatti al 31/12 rileviamo la seguente scrittura:
31/12
interessi passivi su mutui
ratei passivi
x
73
x
Se ,invece, otteniamo una sovvenzione bancaria in P.D. possiamo avere le seguenti scritture, che vengono calcolati in
base al valore nominale di entrata e in base al valore nominale di uscita.In base al valore nominale di entrata l’azienda
ottiene la disponibilità finanziaria al netto degli interessi. Gli interessi corrispondono alla differenza, rilevati
posticipatamente, nell’esempio al 15/07.
Infatti in P.D. abbiamo per valore nominale di entrata le seguenti scritture:
banca x c/c
banche c/sovvenzioni
banche c/sovvenzioni
interessi passivi bancari
banca x c/c
998,00
998,00
2,00
998,00
1000,00
Invece a valore nominale di uscita gli interessi vengono calcolati anticipatamente, contabilmente abbiamo
banca x c/c
interessi passivi bancari
banche c/sovvenzioni
banche c/sovvenzioni
banca x c/c
998,00
2,000
1000,00
1000,00
1000,00
Finanziamenti bancari ottenuti tramite lo smobilizzo di titolo di credito:
Per smobilizzo si intende la cessione di titoli in portafoglio alla banca, prima della scadenza degli stessi. Lo smobilizzo può
riguardare le cambiali attive, le RI.BA. e la cessione delle fatture. Per quanto riguarda le cambiali, la banca nel momento
in cui li accetta mette a disposizione del cliente il netto ricavo che è dato:
NETTO RICAVO = IMPORTO NOMINALE – SCONTO PASSIVO BANCARIO – COSTI D’INCASSO
Tecnicamente l’operazione avviene in due fasi: la prima fase si chiama presentazione degli effetti allo sconto; la seconda
fase ammissione degli effetti allo sconto con l’accreditamento del netto ricavo. Contabilmente abbiamo le seguenti
scritture:
cambiali allo sconto
cambiali attive
banca x c/c
sconti passivi bancari
costi d’ incassso
cambiali allo sconto
10,00
7,00
2,00
1,00
10,00
10,00
Se una o più cambiali, dopo la presentazione allo sconto e l’istruttoria effettuata dall’ufficio fidi non rientrano nella cifra di
castelletto, ritornano tra le cambiali attive nel portafoglio dell’azienda. In P.D. abbiamo le seguenti scritture:
74
cambiali allo sconto
cambiali attive
cambiali attive
cambiali allo sconto
banca x c/c
sconti passivi bancari
costi d’ incassso
cambiali allo sconto
x
x
x
x
x
x
x
x
Se una cambiale, alla scadenza risulta insoluta, la banca effettua direttamente la rivalsa nei confronti del cliente
addebitando in c/c la stessa. In P.D. abbiamo:
cambiali insolute
banca x c/c
x
x
Se poi successivamente vanno a buon fine in P.D. abbiamo:
banca x c/c
cambiali insolute
x
x
Se invece risultano definitivamente insolute in P.D. abbiamo:
perdita su crediti
cambiali insolute
x
x
I finanziamenti ottenuti tramite lo smobilizzo delle RI.BA. possono avvenire in base a due procedimenti che sono:
•smobilizzo delle RI.BA. all’incasso SBF (salvo buon fine)con disponibilità immediata;
•smobilizzo delle RI.BA. all’incasso accreditata SBF.
Per quanto riguarda il primo punto, lo smobilizzo avviene in considerazione di un conto anticipo fruttifero
in c/c e addebitati all’azienda nel c/c di corrispondenza. Secondo questa modalità in P.D. abbiamo le
seguenti scritture:
costi d’incasso
banca x c/c
banca x c/c
banca c/ri.ba all’incasso
banca c/ri.ba all’incasso
crediti v/clienti
interessi passivi bancari
banca x c/c
22,00
1200,00
1200,00
37,00
22,00
1200,00
1200,00
37,00
In questo esempio si ipotizza che tutte le Ri.Ba. all’incasso vanno a buon fine annullando contemporaneamente alla
scadenza i crediti v/clienti. Nello stesso tempo tramite il conto anticipo maturano interessi trimestrali che la banca addebita
nel conto corrente dell’azienda.
75
Per quando riguarda la seconda ipotesi , poiché l’accreditamento viene fatto salvo buon fine senza l’utilizzo del
conto anticipo, non rileviamo gli interessi:
Infatti in P.D. abbiamo le stesse scritture con l’esclusione della scrittura sugli interessi. Può succedere che una o più RI.BA.
risulti insoluta. In questo caso se, inizialmente la banca ha effettuato un accredito, successivamente rileva l’addebito.
Contabilmente possiamo avere le seguenti scritture:
costi d’incasso
5
banca x c/c
5
banca x c/c
120,00
banche c/ri.ba. all’incasso
12 0,00
banche c/ri.ba. all’incasso
120,00
Crediti v/clienti
120,00
Banche c/ri.ba all’incasso
20,00
Banca x c/c
20,00
crediti insoluti
20,00
crediti v/clienti
20,00
se successivamente viene incassata contabilmente
abbiamo:
banca x c/c
20,00
crediti insoluti
2 0,00
se risulta definitivamente inesigibile in pd abbiamo
perdita su crediti
20,00
crediti insoluti
2 0,00
LA LIQUIDAZIONE DELL’IVA
76
La liquidazione dell’IVA avviene in modo periodico: mensile o trimestrale. Per liquidazione si intende rilevare o registrare
l’IVA ns/credito e l’IVA a ns/debito su un unico conto finanziario, denominato IVA c/liquidazione. Tale conto ci consente di
determinare la differenza tra l’IVA a credito e l’IVA a debito che, da’ luogo a un saldo a debito o un saldo a credito.
Un saldo a debito si ha quando l’IVA ns/debito è maggiore dell’IVA ns/credito; il saldo a credito si ha quando l’IVA ns/debito
è minore dell’IVA ns/credito. Quando il saldo è a debito, l’impresa deve effettuare il versamento dell’imposta a favore dello
Stato nei termini di legge.
Se la liquidazione avviene mensilmente, il versamento deve essere effettuato entro il 16 del mese successivo; se invece
è trimestrale il versamento deve avvenire entro il 16 del secondo mese successivo al trimestre di riferimento. Se l’azienda,
invece, di avere un saldo a debito, ha un saldo a credito, può optare per due soluzioni:
•
chiedere il rimborso dello Stato;
•
portarla in distrazione, se necessario, nel periodo successivo.
Se la liquidazione periodica, per differenza determina un saldo a debito, il versamento o pagamento deve avvenire
obbligatoriamente tramite banca o uffici postali.
Nell’ultimo periodo di riferimento, che chiude l’esercizio amministrativo (al 31/12), l’azienda, dopo aver eseguito la
liquidazione e determinato il saldo, deve tener conto a livello contabile, anche, dell’acconto IVA precedentemente versato
in modo tale da, stabilire l’effettivo saldo a debito o saldo a credito. Le scritture in considerazione fanno riferimento alla
liquidazione e al versamento che si determinano prima del 31/12/n.
16/4
iva c/liquidazione
iva ns/credito
x
iva ns/debito
iva c/liquidazione
x
x
x
se l’iva a debito è maggiore dell’iva a credito contabilmente
abbiamo:
iva c/liquidazione
banca x c/c
x
x
se l’iva a debito è minore dell’iva a credito contabilmente
abbiamo:
crediti per iva
iva c/liquidazione
x
x
Le scritture in considerazione fanno riferimento alla liquidazione dell’ultimo periodo dell’esercizio amministrativo ,ovvero
l’IVA a debito e l’IVA a credito che, si determinano entro il 31/12, in cui il versamento o il pagamento viene eseguito entro
il 16/01 dell’anno n+1. La liquidazione può presentare diverse ipotesi:
77
IPOTESI A
IVA a debito maggiore dell’IVA a credito con un acconto IVA inferiore all’IVA c/liquidazione. Tale differenza determina un
debito per IVA.
31/12
31/12
iva c/liquidazione
iva c/acconto
debiti per iva
x
debiti per iva
banca x c/c
x
x
x
x
IPOTESI B
IVA a debito maggiore dell’IVA a credito ma con un acconto maggiore del saldo IVA c/liquidazione. In questo caso la
differenza determina un credito per IVA.
31/12
31/12
crediti per iva
iva c/liquidazione
iva c/acconto
x
x
banca x c/c
crediti per iva
x
x
x
IPOTESI C
Nel caso in cui l’IVA a credito è maggiore dell’IVA a debito, il saldo IVA c/liquidazione va sommato all’IVA c/acconto
determinando un credito per IVA.
crediti per iva
iva c/liquidazione
iva c/acconto
x
x
x
Rilevazione dell’acconto delle imposte dirette
L‘ACCONTO IMPOSTE
Esistono alcune imposte che colpiscono l‘impresa individuale. Per queste imposte, nel corso dell‘esercizio, deve essere
versato un acconto sulla liquidazione futura, dato che l‘ammontare esatto delle imposte da pagare sarà conosciuto solo a
fine anno, quando sarà noto il reddito d‘esercizio. Esso deve essere versato in due rate:
•
la prima entro il 16 giugno, corrispondente al 40% dell‘acconto complessivo;
•
la seconda entro il 30 novembre corrispondente al 60%.
Il credito risultante dall‘acconto versato viene rilevato dal conto finanziario come Imposte c/acconto. Entro il 16 giugno
dell‘anno successivo, inoltre, deve essere versato il saldo imposte, pari alla differenza tra l‘imposta dovuta e l‘acconto
totale già versato.
78
Per dette imposte durante l’esercizio amministrativo l’azienda è tenuta a versare un acconto sulla liquidazione futura, dato
che l’ammontare complessivo sarà conosciuto solo a fine anno. L’acconto che corrisponde ad una percentuale delle
imposte dell’esercizio precedente, deve essere versato in due rate. La prima rata deve essere versata entro e non oltre il
16 giugno e corrisponde al 40% dell’acconto complessivo; la seconda, che corrisponde al 60%, deve essere versata entro
e non oltre il 30 novembre. Il versamento dovuto deve avvenire obbligatoriamente tramite banca o uffici postali. In P.D.
possiamo avere le seguenti scritture:
16/6
30/11
31/12
Imposte c/acconto
Banca x/c/c
Imposte c/acconto
Banca xc/c
Imposte d’esercizio
Imposte c/acconto
Debiti per imposte
5,00
7,00
21,00
5,00
7,00
12,00
9,00
LE OPERAZIONI SUGLI IMBALLAGGI
L‘imballaggio è la confezione di un prodotto, destinato a contenerlo e a proteggerlo fino all‘uso, in modo da salvaguardarne
la quantità, la qualità e rendere più gradevole il suo aspetto estetico.
Gli imballaggi si distinguono in :
•
imballaggi primari (a diretto contatto con il prodotto);
•
imballaggi secondari (quando ragruppano un certo numero di unità);
•
imballaggi terziari (quando facilitano manipolazione e trasporto di un certo numero di unità).
In base alle caratteristiche di utilizzo gli imballaggi si suddividono in:
•
imballaggi di consumo (involucri non durevoli e di medio valore es. carta);
•
imballaggi durevoli (beni utilizzati più volte e non destinati alla vendita es. Botte di legno, cassette di ferro-acciaio).
Gli imballaggi di consumo rappresentano delle componenti del reddito d‘esercizio e il loro acquisto si rileva in DARE del
conto economico d‘esercizio, con la voce Materie di consumo conto acquisti.
Gli imballaggi durevoli sono destinati ad essere utilizzati più volte ,e vengono consegnati al compratore con la clausola
imballaggio a rendere.
Il loro acquisto si rileva in DARE dello Stato Patrimoniale con la voce Imballaggi durevoli, ed essendo un costo pluriennale,
deve essere ammortizzato nel tempo.
La clausola imballaggio a rendere vincola il compratore a restituire gli imballi dopo il ricevimento della merce.
Per cautelarsi contro la mancata restituzione, il venditore può addebitare in fattura a titolo di cauzione, un importo pari al
valore degli imballi prestati. Alla restituzione degli stessi si procede a restituire la cauzione.
La dismissione di imballaggi di uso durevole comporta : lo storno del fondo ammortamento per la parte riferibile agli
imballaggi dismessi; la rivelazione di eventuali plusvalenze o minusvalenze da alienazione per quelli fatturati ai clienti;
insussistenze passive per quelle andati perduti.
79
Per quanto riguarda l‘imballaggio non durevole, considerato materiale di consumo (usa e getta), contabilmente, si rilevano
le seguenti scritture:
Se l’imballaggio viene acquistato dall’azienda, in P.D. abbiamo:
materie di consumo c/acquisto
iva ns/credito
debiti v/fornitori
x
x
x
Se l‘imballaggio è fatturato ed inserito in una fattura d‘acquisto di merci, esso viene sommato direttamente sul
valore della merce stessa creando un‘unica base imponibile in P.D. abbiamo:
merci c/acquisto
iva ns/credito
debiti v/fornitori
x
x
x
Se ,invece, l’imballaggio rientra in un’operazione di vendita di merci, esso viene rilevato con la voce rimborso
costi di vendita. In P.D. abbiamo:
crediti v/clienti
merci c/vendite
rimborsi costi di vendita
iva ns/debito
x
x
x
x
RILEVAZIONE CONTABILE DELL’IMBALLAGGIO DUREVOLE
Gli imballaggi durevoli, essendo delle immobilizzazioni materiali, sono destinati a durare nel tempo e vengono consegnate
al compratore da parte del venditore con la clausola imballo a rendere. Essi si rilevano come costi pluriennali in DARE
dello Stato patrimoniale; il costo sostenuto viene ripartito su più esercizi attraverso la procedura dell’ammortamento.
la clausola imballo a rendere vincola il compratore a restituire l’imballaggio ricevuto. Il venditore per cautelarsi contro la
mancata restituzione lo addebita in fattura a titolo di cauzione. Se non vengono restituiti, essi vengono considerati venduti
e in questo caso il venditore, trattenendo la cauzione, è tenuto ai fini fiscali (calcolo dell’IVA) ad emettere una normale
fattura. Contabilmente, per chi acquista, in PD possiamo avere le seguenti scritture:
merci c/acquisto
iva ns/credito 10%
crediti per cauzione
debiti v/fornitori
debiti v/fornitori
crediti per cauzione
100,00
10,00
5,00
115,00
5,00
5,00
Si estinguono così i debiti al netto della cauzione e in P.D. abbiamo:
debiti v/fornitori
banca x c/c
110,00
Per chi vende in P.D. abbiamo:
80
110,00
crediti v/clienti
merci c/vendita
iva ns/debito10%
debiti per cauzione
debiti per cauzione
crediti v/clienti
banca x c/c
crediti v/clienti
115,00
5,00
110,00
100,00
10,00
5,00
5,00
110,00
Gli imballaggi durevoli essendo un bene strumentale possono, anche, essere dismessi dal processo produttivo. Se la
dismissione è legata a rotture o a logorio, contabilmente si procede alla stessa rilevazione eseguita in precedenza durante
la trattazione della dismissione dei beni strumentali. Se, invece, la dismissione avviene per cause esterne o estranei alla
azienda es. perdita, furti, ecc., la differenza fra il costo storico e la percentuale di ammortamento non determina il valore
contabile del bene, bensì una Insussistenza passiva straordinaria, che in P.D. si rileva con la seguente scrittura:
insussist.za passiva straordinaria
imballaggi durevoli
x
x
L‘ACCONTO IMPOSTE
Esistono alcune imposte che colpiscono l‘impresa individuale. Per queste imposte, nel corso dell‘esercizio, deve essere
versato un acconto sulla liquidazione futura, dato che l‘ammontare esatto delle imposte da pagare sarà conosciuto solo a
fine anno, quando sarà noto il reddito d‘esercizio. Esso deve essere versato in due rate:
•
la prima entro il 16 giugno, corrispondente al 40% dell‘acconto complessivo;
•
la seconda entro il 30 novembre corrispondente al 60%.
Il credito risultante dall‘acconto versato viene rilevato dal conto finanziario come Imposte c/acconto. Entro il 16 giugno
dell‘anno successivo, inoltre, deve essere versato il saldo imposte, pari alla differenza tra l‘imposta dovuta e l‘acconto
totale già versato.
GODIMENTO BENI DI TERZI
La disponibilità di beni strumentali può essere ottenuta anche attraverso l‘affitto o la locazione finanziaria.
Il contratto di locazione (o affitto) consente all‘impresa di disporre di beni immobili di proprietà di terzi, sostenendo un
costo che si rileva nel conto economico d‘esercizio con la voce Fitti passivi.
fitti passivi
iva ns/credito
crediti per cauzione
debiti v/fornitori
Alla scadenza del contratto
debiti v/fornitori
crediti per cauzione
x
x
x
x
x
x
Il leasing finanziario è, invece, il contratto con cui un‘ impresa prende in locazione finanziaria determinati beni strumentali
contro pagamento alla società di leasing di canoni periodici, con la possibilità del riscatto del bene alla scadenza del
contratto. I canoni di leasing vengono rilevati nel conto economico d‘esercizio con la voce canone di leasing, che
81
costituisce un elemento negativo di reddito o costo d‘ex. E‘ previsto nel contratto di leasing, oltre al versamento periodico,
il versamento obbligatorio di un maxcanone iniziale. Al 31/12, per effetto dei pagamenti anticipati, dev‘ essere rilevato il
costo di competenza effettivo. Tutto questo si determina tramite la rilevazione contabile di un risconto attivo che costituisce
una scrittura di rettifica. Le scritture in considerazione al momento della stipulazione del contratto sono:
impegni per beni in leasing
creditore c/leasing
x
x
Questa scrittura serve solo a rilevare l‘impegno contrattuale. Successivamente si va a rilevare la fattura del maxcanone
iniziale. Contabilmente abbiamo:
canone di leasing
iva ns/credito
debiti v/fornitori
debiti v/fornitori
banca x c/c
x
x
x
x
x
Poi si passa alla rilevazione contabile del canone periodico sempre tramite una normale fattura. Infatti in P.D. abbiamo:
canone di leasing
iva ns/credito
debiti v/fornitori
debiti v/fornitori
banca x c/c
x
x
x
x
x
Poi si passa alla rilevazione contabile del canone periodico sempre tramite una normale fattura. Infatti in P.D. abbiamo:
Una volta pagato il canone periodico, andiamo a rilevare la diminuzione degli impegni contrattuali:
creditore c/leasing
impegni per beni in leasing
x
x
Al 31/12 in riferimento al pagamento anticipato del maxcanone iniziale, più eventuali canoni periodici, andiamo a rilevare
la scrittura di rettifica tramite il risconto attivo che ci consente di determinare il costo di competenza. In P.D. abbiamo:
risconti attivi
canone di leasing
x
LA RETRIBUZIONE DEI DIPENDENTI E GLI ONERI SOCIALI
82
x
Ad ogni lavoratore, in base alla sua prestazione lavorativa, viene riconosciuta una retribuzione che, noi contabilmente,
rileviamo con la voce SALARI E STIPENDI. Per ogni lavoratore è prevista un’assicurazione che lo garantisce da eventuali
malattie e infortuni e, nello stesso tempo, una forma di riconoscimento per quanto riguarda: maternità, disoccupazione,
allattamento ecc. Tutti questi riconoscimenti avvengono attraverso il versamento di determinati contributi detti contributi
sociali. Essi nel nostro paese vanno a confluire presso i due enti previdenziali: INPS E INAIL.
L’INPS (istituto nazionale per la previdenza sociale) si occupa soprattutto di: sussidi, malattie, maternità, disoccupazioni
e pensioni. I contributi che vengono versati a questo ente sono, per una piccola parte a carico del lavoratore, per l’altra
parte (quella più sostanziosa) a carico dell’azienda o del datore di lavoro.
L’ INAIL (istituto nazionale per gli infortuni sul lavoro) ha il compito di effettuare, tramite una visita, il riconoscimento dell’
entità degli infortuni e constatare se essi siano momentanei o permanenti. Tutti i contributi che confluiscono in questo ente
sono a carico del datore di lavoro.
Per quanto riguarda le retribuzioni, sono soggette, oltre ai contributi sociali, al calcolo dell’ imposta di reddito (IRE), che è
un’ imposta progressiva o a scaglioni; essa viene calcolata direttamente sul reddito al netto dei contributi sociali. Tutti i tipi
di sussidio come la malattia sono esclusi dall’ imposta. Questi vengono sommati sul reddito con la voce ISTITUTI
PREVIDENZIALI in DARE,destinando il tutto alla voce PERSONALE C\RETRIBUZIONI. Successivamente questa voce si
annulla, e si determina la retribuzione netta, togliendo da essa contributi sociali e ritenute sociali. I contributi sociali a carico
dell’ azienda, vengono rilevati come costi d’ esercizio sotto la voce ONERI SOCIALI, fatti confluire a ISTITUTI
PREVIDENZIALI.
Contabilmente rileviamo:
IPOTESI A: RETRIBUZIONE DEL PERSONALE SENZA ACCONTI
salari e stipendi
istituti previdenziali
personale c/retribuzioni
personale c/retribuzioni
debiti per ritenute da versare
istituti previdenziali
banca x c/c
oneri sociali
istituti previdenziali
istituti previdenziali
debiti per ritenute da versare
iva c/liquidazione
banca x c/c
x
x
x
x
x
x
x
x
IPOTESI B: RETRIBUZIONE DEL PERSONALE IN PRESENZA DEL BONUS di 80,00
83
x
x
x
x
x
salari e stipendi
istituti previdenziali
crediti d’imposte (o fiscali)
personale c/retribuzioni
personale c/retribuzioni
debiti per ritenute da versare
istituti previdenziali
banca x c/c
oneri sociali
istituti previdenziali
istituti previdenziali
debiti per ritenute da versare
iva c/liquidazione
banca x c/c
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
IPOTESI C: RETRIBUZIONE DEL PERSONALE IN PRESENZA DI UN ACCONTO
personale c/acconto
banca x c/c
salari e stipendi
istituti previdenziali
crediti d’imposte (o fiscali)
personale c/retribuzioni
personale c/retribuzioni
personale c/acconto
debiti per ritenute da versare
istituti previdenziali
banca x c/c
oneri sociali
istituti previdenziali
istituti previdenziali
debiti per ritenute da versare
iva c/liquidazione
banca x c/c
x
x
x
x
x
x
x
x
VARIAZIONE DEL PATRIMONIO NETTO
84
x
x
x
x
x
x
x
Il Patrimonio Netto può subire, durante l’esercizio amministrativo e nella chiusura del bilancio d’esercizio, delle variazioni
in incremento o in decremento.
L’incremento si può verificare: durante l’esercizio amministrativo quando l’imprenditore (azienda individuale) o i soci
(aziende collettive) apportano beni in denaro o in natura; oppure al 31/12, quando si verifica un risultato economico positivo
(utile d’esercizio).
Il decremento si determina quando si verifica al 31/12 un risultato economico negativo (perdita d’esercizio); oppure quando
l’utile d’esercizio non è sufficiente a coprire le spese extragestionali e le ritenute subite calcolate sugli interessi attivi bancari
che riguardano in modo particolare l’azienda individuale. Infatti essi vengono rilevati con la voce TITOLARE C/RITENUTE
SUBITE.
20/6
31/12
Automezzi
patrimonio netto
utile d’esercizio
titolare c/ritenute subite
prelevamenti extragestione
patrimonio netto
x
x
x
x
x
x
Se si ha una perdita in P.D. abbiamo (con decremento del Patrimonio Netto):
20/6
patrimonio netto
perdita d’esercizio
x
x
Se si un utile ma inferiore alle spese e alle ritenute una parte viene coperta dall’utile mentre quella restante dal patrimonio
netto, in P.D. abbiamo:
20/6
Utile d’esercizio
patrimonio netto
titolare c/ritenute subite
prelevamenti extragestione
x
x
x
x
Se invece si ha una perdita d’esercizio il Patrimonio Netto deve coprire tutto in P.D. si ha:
20/6
patrimonio netto
perdita d’esercizio
titolare c/ritenute subite
prelevamenti extragestione
x
x
x
x
LE SCRITTURE DI ASSESTAMENTO
Esse costituiscono l’epilogo conclusivo che al 31/12 ci permettono di determinare la chiusura e il bilancio d’esercizio con
la rivelazione del risultato economico, che può essere POSITIVO (utile) o NEGATIVO (perdita).
85
Si suddividono in:
•
scritture di completamento;
•
scritture di integrazione;
•
scritture di rettifica;
•
scritture di ammortamento.
SCRITTURE DI COMPLETAMENTO
Sono operazioni di competenza dell’esercizio non contabilizzate in quanto la loro variazione finanziaria si rileva solo a fine
esercizio. Infatti tra le operazione rientrano:
a.
interessi maturati sul c/c bancario e postale;
b.
crediti e debiti da liquidare (fatture da emettere, fatture da ricevere);
c.
lo stralcio di crediti inesigibili;
d.
trattamento di fine rapporto lavorativo (TFRL);
e.
le imposte di competenza.
Analisi del Punto A
Gli interessi, o oneri finanziari, possono essere attivi o passivi. Quelli attivi sono soggetti ad una ritenuta fiscale alla fonte
del 20%, che noi rileviamo in DARE con la voce «titolare c/ritenute subite» (trattandosi di un’azienda individuale) . In PD
possiamo avere:
31/12
banca x c/c
titolare c/ritenute subite
interessi attivi bancari
x
x
x
Se si tratta di una società di persone la scrittura sarà:
31/12
banca x c/c
soci c/ritenute subite
interessi attivi bancari
x
x
x
Se si tratta di una società di capitale la scrittura sarà:
31/12
banca x c/c
crediti per ritenute subite
interessi attivi bancari
x
x
Se, invece, gli interessi sono passivi, abbiamo:
interessi passivi bancari
banca x c/c
86
x
Analisi del punto B
Può succedere che, alla fine dell’esercizio amministrativo, pur avendo consegnato la merce, i documenti della
compravendita all’atto della consegna non siano state emesse o ricevute. In questo caso l’azienda è tenuta a chiudere i
conti utilizzando le voci «fatture da emettere» (per le operazioni di vendita), e «fatture da ricevere» (per le operazioni di
acquisto).
Se la fattura di acquisto viene registrata entro il 16 di gennaio essa è soggetta al calcolo dell’IVA. Se, invece, la fattura di
acquisto viene registrata dopo il 16 non bisogna calcolare l’IVA . In PD possiamo avere:
se la registrazione avviene entro il 16/01 in P.D. abbiamo le scritture:
31/12
31/12
merci c/acquisto
iva ns/ credito
fatture da ricevere
x
x
costi per servizi
iva ns/credito
fatture da ricevere
x
x
x
x
Se avviene dopo il 16/01 in P.D. abbiamo la seguente scrittura:
31/12
merci c/acquisto
fatture da ricevere
x
x
Per quanto riguarda le fatture di vendita abbiamo ( iva si considera sempre in quanto vengono emesse a dicembre) :
31/12
fatture da emettere
merci c/vendite
iva ns/debito
x
x
x
Oltre alle fatture da emettere e alle fatture da ricevere tra i crediti e i debiti da liquidare si possono rilevare debiti e crediti
da liquidare riferiti a Premi su vendite e Premi su acquisti, rilevando in P.D. le seguenti scritture:
31/12
Premi su vendite (costi)
Debiti da liquidare
x
31/12
Crediti da liquidare
Premi su acquisti (ricavi)
x
Analisi del punto C
87
x
x
I crediti di natura commerciale possono riguardare: le cambiali, le ricevute bancarie e le fatture. Le cambiali come
sappiamo si dividono in cambiale tratta e pagherò cambiario. La cambiale tratta nel suo aspetto operativo è un ordine di
pagamento impartito dal traente verso il trattario di pagare alla scadenza l’importo al beneficiario (dietro accettazione del
trattario), il pagherò cambiario è una promessa di pagamento fatta dall’emittente a firma della cambiale verso il beneficiario
alla scadenza. Il mancato pagamento di una o più cambiale può portare alla esecuzione dell’atto di protesto da parte del
beneficiario nei confronti del debitore. Come imponibile si paga allo Stato un bollo del 12 per mille proporzionale all’importo
della cambiale.
La Ri.Ba o meglio conosciuta come ricevuta bancaria, che nel suo aspetto grazie anche alle nuove tecnologie, ha assunto
negli ultimi anni l’aspetto della immaterialità. Ha sostituito nella quasi totalità la cambiale stessa i motivi si legano a due
fattori essenziali , che sono: l’aspetto psicologico e quello oneroso (costi). L’aspetto psicologico riguarda il fatto di non
risultare interdetto in caso di mancato pagamento alla scadenza; oneroso in quanto si paga non un bollo proporzionale
ma fisso.
La fattura che non si presenta come un vero titolo di credito ma documento di vendita rilasciato dal fornitore all’acquirente
per il passaggio della merce. In questi ultimi anni viene utilizzata anche come garanzia nel procedimento dello smobilizzo
dei crediti commerciali prima della scadenza da parte della azienda per soddisfare il fabbisogno finanziario tramite la
procedura dell’anticipo su fattura.
Durante l’esercizio amministrativo l’azienda è tenuta a fare una dettagliata analisi del grado di esigibilità dei crediti da
incassare; infatti essi possono presentarsi esigibili, di dubbia esigibilità e di sicura inesigibilità. Quando si rendono esigibili
vuol dire che l’azienda non ha nessuna difficoltà nella riscossione. Quando, invece, l’azienda ipotizza un’eventuale dubbia
esigibilità, per tutelarsi decide di effettuare contabilmente una procedura di svalutazione, destinando il tutto a «fondo
svalutazione crediti». Infatti in P.D. abbiamo:
31/12
svalutazione crediti
fondo svalutazione crediti
x
x
Invece, quando l’azienda ritiene che determinati crediti siano completamente inesigibili o stralciati, essa subisce una
perdita e contabilmente rileviamo:
31/12
perdita su crediti
crediti v/clienti
crediti insoluti
cambiali insolute
x
x
x
x
Spesso l’azienda, per coprire eventuali crediti inesigibili, può utilizzare il fondo rischi su crediti e il fondo svalutazione crediti
in modo parziale o per intero. In PD abbiamo:
31/12
fondo rischi su crediti
crediti v/clienti
fondo svalutazione crediti
crediti v/clienti
x
x
x
x
Se, invece, vuole utilizzare una parte oppure il fondo insufficiente, in PD abbiamo:
31/12
fondo rischi su crediti
perdita su crediti
crediti v/clienti
x
x
x
Il fondo rischio non va confuso con il fondo svalutazione crediti, in quanto si determina per volontà specifica dell’azienda,
per sopperire ad ulteriori rischi che si possono presentare nel riscuotere tutti i crediti commerciali.
88
Infatti l’azienda al fine di fronteggiare il rischio globale di perdite per situazioni di inesigibilità non ancora manifestate,
calcola un ulteriore percentuale di svalutazione forfetaria definita anche presunto valore di realizzo, che si determina in
base alla seguente modalità:
-
crediti commerciali
crediti inesigibili
dubbia esigibilità
presunto valore di realizzo *0,5% (come valore massimo)
la scrittura in P.D. sarà:
31/12
svalutazione crediti
fondo rischi su crediti
x
x
Calcolo del TFRL
Il calcolo avviene prendendo in considerazione le seguenti variabili che sono:
a)
b)
c)
d)
Salari e stipendi
Debiti per TFRL
L’indice ISTAT per il calcolo della rivalutazione
I valori fissi che sono: 13,5 diviso per i salari e stipendi, lo 0,50% di rivalsa su salari e stipendi e 11% di ritenuta
fiscale calcolata sulla rivalutazione.
Così facendo otteniamo i seguenti valori che sono:
a)
b)
c)
d)
e)
f)
Quota relativa alla retribuzione
Coefficiente di rivalutazione
Rivalutazione lorda soggetta ad una ritenuta fiscale dell’11%
Il trattamento lordo maturato nell’anno
Il costo del TFRL maturato nell’esercizio al netto della rivalsa
L’incremento del TFRL al netto della ritenuta fiscale calcolata sulla rivalutazione
Es. salari e stipendi:
80000,00 :13.5 = 6000,00 quota relativa alle retribuzioni
Coeff. Di rivalut. 1,5 + 75% di 1,6 ISTAT = 2,7%
Debiti per TFRL 16900 * 2,7% =
456,30 rivalutazione lorda
89
Totale
(TFRL lordo maturato nell’anno)
6456,30
Meno lo 0,50 di rivalsa su 81000,00 salari e stipendi
405,00
Totale (costo del TFRL dell’esercizio)
6051,30
Meno ritenuta fiscale 11% su rival. 456,30
50,19
Debiti per TFRL o incremento netto del TFRL
6001,11
Contabilmente al 31/12 di ogni esercizio amministrativo rileviamo le seguenti scritture:
tfrl
debiti per ritenute da versare
debiti per tfrl
x
debiti per ritenute da versare
banca x c/c
x
x
x
x
Se si decide di destinare una parte dei debiti per TFRL ai fini della pensione integrativa, ad appositi fondi pensioni gestiti
dalla sessa INPS , dalla Pubblica Amministrazione e da privati in P.D. registriamo le seguenti scritture:
tfrl
debiti per ritenute da versare
debiti per tfrl
x
debiti per ritenute da versare
banca x c/c
x
Debiti per tfrl
x
debiti v/ fondi pensioni
x
x
x
x
debiti v/ fondi pensioni
x
banca x c/c
x
Liquidazione e pagamento del TFRL interno
90
Liquidazione e pagamento del TFRL interno: avviene per cessata attività legata all’età (pensionamento), per licenziamento
o causa morte con il subentro degli eredi, in P.D. abbiamo:
debiti per tfrl
tfrl (dell’anno)
debiti per ritenute da versare (sul tfrl anno)
personale c/ liquidazione
x
x
personale c/liquidazione
debiti per ritenute da versare
banca x c/c
x
debiti per ritenute da versare
banca x c/c
x
x
x
x
x
x
Se si decide di destinare una parte dei debiti per TFRL ai fini della pensione integrativa, ad appositi fondi pensioni gestiti
dalla sessa INPS , dalla Pubblica Amministrazione e da privati in P.D. registriamo le seguenti scritture:
Le imposte di competenza:
Al 31/12 l’azienda è tenuta a rilevare le imposte dirette di competenza stabilendo in base all’acconto versato se ha un
debito di imposte o un credito di imposte.
Si ha un debito per imposte quando il costo del tributo è maggiore rispetto l’acconto versato, si ha un credito per imposte
quando il costo del tributo è inferiore all’acconto versato, in questo caso in P.D. possiamo avere le seguenti scritture:
ipotesi A: acconto inferiore rispetto al costo del tributo:
31/12
imposte d’esercizio
imposte c/acconto
debiti per imposte
x
x
x
ipotesi A: acconto superiore rispetto al costo del tributo
imposte d’esercizio
crediti per imposte
imposte c/acconto
x
x
x
LE SCRITTURE DI INTEGRAZIONE
Le scritture di integrazione misurano variazioni finanziarie riferite a quote di costi e ricavi d’esercizio che, hanno già avuto
la manifestazione economica, ma non quella finanziaria. Quindi occorre che, al 31/12, l’azienda rilevi la quota di
integrazione. Le scritture interessate sono:
91
•
la svalutazione dei crediti, che avviene per i crediti di dubbia esigibilità;
•
la rilevazione dei crediti inesigibili (stralciati) e per il presunto valore di realizzo;
•
ratei attivi e passivi;
•
fondi Oneri futuri;
•
fondi Rischi;
Per quanto riguarda la dubbia esigibilità dei titoli di credito, in P.D. abbiamo:
31/12
svalutazione crediti
x
fondo svalutazione crediti
x
Se invece i titoli di credito dell’esercizio in corso vengono stralciati, o considerati inesigibili, in P.D. abbiamo:
31/12
perdita su crediti
x
crediti v/clienti
x
Oppure si può optare per la copertura tramite l’utilizzo del FONDO RISCHI SU CREDITI in modo totale o parziale quando
il fondo non è sufficiente.
31/12
fondo rischi su crediti
x
crediti v/clienti
31/12
x
fondo rischi su crediti
x
perdita su crediti
x
crediti v/clienti
x
Per i crediti inesigibili sorti negli anni precedenti, l’inesigibilità non viene rilevata come PERDITA SU CREDITI, ma come
SOPRAVVENIENZE PASSIVE STRAORDINARIE. Inoltre l’azienda, come in precedenza, può effettuare la copertura in
modo parziale o totale optando anche per l’utilizzo del fondo RISCHI SU CREDITI (costituito durante l’esercizio
amministrativo). Le scritture possono essere:
senza il fondo rischi in P.D. abbiamo:
31/12
sopravvenienze passive str.
x
92
crediti v/clienti
x
Con il fondo rischi con la copertura totale in P.D. abbiamo:
31/12
fondo rischi su crediti
x
crediti v/clienti
x
Con il fondo rischi con la copertura parziale in P.D. abbiamo:
31/12
fondo rischi su crediti
x
sopravvenienze passive str.
x
crediti v/clienti
x
Se, invece, l’azienda ritiene opportuno rilevare il presunto valore di realizzo, oppure procedere all’adeguamento del
fondo, in P.D. abbiamo:
31/12
svalutazione crediti
x
fondo rischi su crediti
x
Il presunto valore di realizzo che si determina attraverso il calcolo di una percentuale da stabilire si determina:
VALORE COMPLESSIVO TITOLI DI CREDITO
- PERCENTUALI DI DUBBIA ESIGIBILITÀ
- CREDITI INESIGIBILI
________________________________
PRESUNTO VALORE DI REALIZZO
Per quanto riguarda i ratei (valori finanziari) possono essere: attivi (quando il valore da integrare è un ricavo); passivi
(quando il valore da integrare è un costo) e, contabilmente ,fanno riferimento a operazioni che hanno avuto la
manifestazione economica, ma non hanno, ancora ,avuto quella finanziaria; contabilmente rileviamo:
93
31/12
costi d’esercizio
x
ratei passivi
31/12
x
ratei attivi
x
ricavi d’esercizio
x
Per quanto riguarda invece i fondi oneri futuri e i fondi rischi, i primi sono:
•
FONDO GARANZIE PRODOTTI;
•
FONDO MANUTENZIONI PROGRAMMATE;
•
FONDO BUONI SCONTO E CONCORSI A PREMIO.
Dei fondi rischi invece fanno parte:
•
FONDO PER IMPOSTE;
•
FONDO PER RESPONSABILITÀ CIVILE.
Tutti i fondi sono valori finanziari che servono a coprire determinate situazioni che, contabilmente, vengono rilevate con la
voce “accantonamento”, e costituiscono elementi negativi di reddito (o costi d’esercizio:
31/12
accantonamento garanzie prodotti
fondo garanzie prodotti
x
31/12
accantonamento manutenzioni progr.
fondo manutenzioni programmate
x
31/12
accantonamento per resp. civile
fondo responsabilità civile
x
31/12
oneri fiscali diversi
fondo per imposte
x
x
x
x
x
Prima scrittura: QUANDO UN PRODOTTO VENDUTO PRESENTA DIFETTI
Seconda scrittura: QUANDO L’AZIENDA PONE INTERVENTI PERIODICI PER LA MANUTENZIONE DEI BENI
STRUMENTALI
94
Terza scrittura: PER COPERTURA DI EVENTUALI DANNI A TERZI
Quarta scrittura: PER EVENTUALI MANCATI PAGAMENTI DI TRIBUTI ALLO STATO
LE SCRITTURE DI RETTIFICA
Sono interessate alle scritture di rettifica: i risconti attivi e passivi; la valutazione delle rimanenza finali in magazzino.
Le scritture di rettifica, vengono definite così, in quanto vanno a stornare o rettificare una componente di reddito già rilevata
al futuro poiché non di competenza dell’esercizio. Le rimanenze di magazzino , invece, possono riguardare le merci e le
materie di consumo dato che si tratta di un’azienda individuale. Al 31/12, una volta valutate le rimanenze, in cui la
valutazione può avvenire tramite il metodo LIFO e FIFO, rileviamo le seguenti scritture:
31/12
merci
x
merci c/rimanenze finali
31/12
x
materie di consumo
x
materie di consumo c/rimanenze finali
x
Se la valutazione della merce ha un valore superiore al prezzo di mercato, in contabilità, si rileva sempre il valore
inferiore che in questo caso è il prezzo di mercato. valore delle rimanenze in magazzino 92000,00 euro, quello di
mercato 90000,00.
I risconti
I risconti sono scritture di rettifica riferite a VALORI ECONOMICI, ovvero di costi e ricavi pagati e riscossi
ANTICIPATAMENTE che determinano così la manifestazione finanziaria, ma non quella economica. La parola-chiave è
anticipatamente, oppure pagato o riscosso. Nel momento in cui abbiamo pagato o riscosso anticipatamente un costo o
un ricavo, se l’operazione avviene in un periodo in cui la scadenza si determina nell’anno successivo, dobbiamo rettificare
quella parte che non è di competenza dell’esercizio. Se la parte da rettificare fa riferimento ad un COSTO, il RISCONTO
è ATTIVO. Se, invece, la parte da rettificare riguarda un RICAVO, il RISCONTO è PASSIVO. Infatti, i risconti vengono
definiti antitetici. Contabilmente abbiamo le seguenti scritture:
risconti attivi
x
costi d’ esercizio
x
ricavi d’ esercizio
x
risconti passivi
x
GLI AMMORTAMENTI
95
L’ammortamento è un procedimento tecnico-contabile calcolato sulle immobilizzazioni immateriali e materiali per
determinare la quota di costo al 31/12. Contabilmente rileviamo la quota tramite il cosiddetto procedimento indiretto, ovvero
con la costituzione di un fondo chiamato FONDO AMMORTAMENTO. La rilevazione contabile è molto semplice, infatti,
in P.D. abbiamo:
ESEMPIO: Si ammortizzano al 31/12 il software di 12000,00 € per il 50% e un automezzo del costo di 40000,00€ per il
20%.
31/12
ammortamento beni strumentali
x
f/do amm.to beni strumentali
31/12
x
ammortamento software
6000,00
fondo ammort. software
31/12
600,00
ammortamento automezzi
8000,00
f/do amm.to automezzi
8000,00
IL BILANCIO DI CHIUSURA
Dopo aver definito e rilevato tutte le scritture di assestamento, per determinare la chiusura, si passa al riepilogo dei conti
che risultano nell’esercizio, che ci consente l’elaborazione e la stesura del bilancio d’esercizio. Si inizia con il riepilogo
di tutti i costi e dei ricavi d’esercizio con l’annullamento dei rispettivi mastrini. Per quanto riguarda i costi d’esercizio, il
totale viene rilevato in DARE con la voce conto del risultato economico, mentre tutti i parziali si annullano in AVERE.
31/12
Conto del risultato economicoI
COSTI TOTALI
“
“
“
X
“
“
“
X
COSTI PARZIALI
Invece, per quanto riguarda i ricavi, i parziali si annullano in DARE mentre il totale si rileva in AVERE
31/12
RICAVI PARZIALI
“
“
“
X
“
“
“
X
Conto del risultato economicoI
RICAVI TOTALI
Dopo aver rilevato tutti i costi e i ricavi, per determinare il risultato economico (utile o perdita), occorre fare la differenza
fra i ricavi e i costi.
96
Se i ricavi sono maggiori dei costi = UTILE Risultato economico positivo
Se i ricavi sono minori dei costi = PERDITA Risultato economico negativo
L’utile o la perdita che si determina va a confluire nel cosiddetto PATRIMONIO NETTO, considerato che si tratta di
un’azienda individuale. Se abbiamo un UTILE vi è un incremento del PN; se, invece, abbiamo una PERDITA abbiamo
un decremento del PN. Si può verificare che l’utile d’esercizio debba coprire le cosiddette spese extragestionali e le
ritenute subite da parte dell’azienda. In questo caso in P.D. abbiamo:
Ipotesi A:
Utile senza copertura delle spese e delle ritenute.
31\12
conto del risultato economico
x
utile d’esercizio
31\12
x
utile d’esercizio
x
patrimonio netto
x
Ipotesi B:
Rilevazione dell’utile con la copertura della spese e delle ritenute subite.
31\12
conto del risultato economico
x
utile d’esercizio
31\12
x
utile d’esercizio
120
spese extragestioni
20
titolare conto ritenute subite
10
patrimonio netto
90
Ipotesi C:
Rilevazione dell’utile ma con una presenza di spese e ritenute maggiori rispetto all’utile. In questo caso, la parte non
coperta dall’utile deve essere coperta dal PN.
31\12
conto del risultato economico
x
utile d’esercizio
31\12
x
utile d’esercizio
90
patrimonio netto
10
97
spese extragestioni
80
titolare conto ritenute subite
20
Nel momento in cui non si verifica un utile ma una perdita, in questo caso, sia la perdita, sia le spese, che le ritenute
devono essere coperte tutte dal PN. Anche qui si possono verificare ipotesi diverse.
IPOTESI A:
Perdita senza spese e ritenute.
31/12
perdita d’esercizio
x
conto del risultato economico
31/12
x
patrimonio netto
x
perdita d’esercizio
x
IPOTESI B:
Perdita con ritenute e spese
31/12
perdita d’esercizio
x
conto del risultato economico
x
patrimonio netto
x
perdita d’esercizio
x
spese extragestione
x
titolare c/ritenute subite
x
Successivamente, una volta rilevato il risultato economico, si passa al riepilogo delle ATTIVITA’ e PASSIVITA’. Anche
qui il totale attività si rileva in DARE con la voce BILANCIO DI CHIUSURA. Mentre i parziali delle attività si annullano in
AVERE.
31/12
bilancio di chiusura
totale attivita’
elementi attivi
‘’
x
‘’
x
parziali attività
98
31/12
elementi passivi
parziali passività
‘’
‘’
x
‘’
‘’
x
bilancio di chiusura
totale passività
Come ultima voce del passivo deve essere rilevata la voce PATRIMONIO NETTO. Se il totale ATTIVITA’ è uguale al
totale PASSIVITA’, il bilancio ,‘’bilancia’’. Se, invece, hanno un importo diverso vuol dire che c’è qualcosa di sbagliato.
99
ESERCIZIO n. 21.4 pag. 695 dal libro ENTRIAMO IN AZIENDA 1
31/12
f/do svalutazione crediti
perdita su crediti
crediti insoluti
1200,00
2250,00
31/12
fatture da emettere
merci c/vendite
iva ns/debito
7018,00
31/12
costi di trasporto
iva ns/credito
fatture da ricevere
205,00
43,05
31/12
svalutazione crediti
f/do rischi su crediti
1662,72
31/12
oneri fiscali diversi
f/do imposte
1720,00
31/12
accanton. per man. progr
f/do per man. progr.
31/13
merci
merci c/rim. finali
31/12
banca x c/c
titolare c/ritenute subite
interessi attivi bancari
31/12
31/12
380,00
61100,00
360,00
90,00
ammortamenti fabbricati 4%
ammor.ti attr. commli 20%
ammor.ti imball. durev 15%
f/do amm. fabbricati
f/do amm. attr. commerciali
f/do amm. imball. durevoli
7110,00
3940,00
1245,00
interessi passivi bancari
ratei passivi
616,00
31/12
risconti attivi
premi d’assicurazione
910,00
31/12
iva c/liquidazione
iva ns/ credito
3450,00
5800,00
1218,00
248,05
1662,72
1720,00
380,00
61100,00
450,00
7110,00
3940,00
1245,00
616,00
5073,05
100
910,00
5073,05
31/12
iva ns/debito
iva c/liquidazione
9808,00
31/12
iva c/liquidazione
iva c/acconto
debiti per iva
4734,95
31/12
imposte d’esercizio
imposte c/acconto
debiti per imposte
4408,00
31/12
banca x c/c attiva
banca x c/c
9808,00
1760,00
2974,95
2100,00
2308,00
12781,25
12781,50
31/12
conto del risultato econ.co
resi su vendite
merci c/acquisti
merci c/esistenze iniziali
costi di trasporto
costi telefonici
assicurazioni
interessi passivi bancari
perdita su crediti
svalutazione crediti
accantonti per man. progr.
oneri fiscali diversi
amm. fabbricati
amm. attrezzature comm.li
amm. imballaggi durevoli
imposte d’esercizio
802906,12
31/12
merci c/vendita
rimborsi costi di vendita
resi su acquisti
plusvalenze straordinarie
interessi attivi bancari
merci c/rimanenze finali
conto del risultato econ.co
824700,00
8115,00
6980,00
690,00
450,00
61100,00
31/12
conto del risultato econ.co
utile d’esercizio
99128,88
31/12
utile d’esercizio
titolare c/ritenute subite
patrimonio netto
99128,88
31/12
bilancio di chiusura
fabbricati
attrezzature commerciali
imballaggi durevoli
crediti v/clienti
cambiali attive
denaro in cassa
fatture da emettere
merci
risconti attivi
banca x c/c attiva
404303,60
101
1380,00
697540,00
54060,00
20995,00
3044,00
1450,00
1721,40
2250,00
1662,72
380,00
1720,00
7110,00
3940,00
1245,00
4408,00
902035,00
99128,88
90,00
99038,88
237000,00
19700,00
8300,00
47624,00
7800,00
2070,35
7018,00
61100,00
910,00
12781,25
31/12
f/do amm. fabbricati
f/do amm. attrez.commerc
f/do amm. imball. durevoli
f/do per man. progr.
fatture da ricevere
f/do rischi su crediti
f/do per imposte
ratei passivi
debiti per iva
debiti per imposte
debiti v/fornitori
cambiali passive
banca x c/sovvenzioni
patrimonio netto
bilancio di chiusura
79610,00
15810,00
5035,00
380,00
248,05
1662,72
1720,00
616,00
2974,95
2308,00
26900,00
5000,00
23000,00
239038,88
102
404303,60
ESERCIZIO n. 21.6 pag. 697 dal libro ENTRIAMO IN AZIENDA 1
31/12
31/12
31/12
31/12
31/12
31/12
31/12
amm.to costi di impianto
amm.to avviamento
f/do amm.to costi di imp.nto
f/do amm.avviamento
1140,00
2600,00
amm.to fabbricati 3%
amm.to arredamento 12%
amm.to automezzi 20%
amm.to imbal. durevoli 15%
f/do amm.to fabbricati
f/do amm.to arredamento
f/do amm.to automezzi
f/do amm.to imbal. durevoli
3900,00
3780,00
3140,00
1170,00
perdita su crediti
crediti v/clienti
620,00
svalutazione crediti
f/do rischi su crediti
712,60
banca xc/c
titolare c/ritenute subite
inter. attivi bancari
248,00
62,00
inter. passivi bancari
banca x c/c
650,00
risconti attivi
costi per servizi
31/12
costi per servizi
fatture da ricevere
31/12
merci
merci c/rimaneze finali
31/12
tfrl
debiti per riten.ta da versare
debiti per tfrl
31/12
31/12
31/12
31/12
31/12
3900,00
3780,00
3140,00
1170,00
620,00
712,60
310,00
650,00
interessi passivi su mutui
ratei passivi
31/12
1140,00
2600,00
98,63
98,63
1043,47
1043,47
460,00
460,00
57800,00
57800,00
3700,00
70,73
3629,27
imposte d’ex
debiti per imposte
10104,00
iva c/liquidazione
debiti per iva
31150,00
banca x c/c attiva
banca x c/c
66108,50
10104,00
31150,00
66108,50
istituti previdenziali
debiti per istituti previd.ziali
3200,00
conto del risultato econ.co
merci c/acquisti
merci c/apporti
costi per servizi
salari e stipendi
oneri sociali
arrotondamenti passivi
interessi passivi bancari
interessi passivi su mutui
686017,25
3200,00
103
444730,00
50250,00
44748,52
44210,00
15470,00
40,00
1503,50
1598,63
sopravvnze passive straord.
amm.to costi d’impianto
amm.to avviamento
amm.to fabbricati
amm.to arredamento
amm.to automezzi
amm.to imballaggi durevoli
svalutazione crediti
perdita su crediti
tfrl
imposte d’esercizio
31/12
52600,00
1140,00
2600,00
3900,00
3780,00
3140,00
1170,00
712,60
620,00
3700,00
10104,00
merci c/vendite
arrotondamenti attivi
resi su acquisti
interessi attivi bancari
merci c/rimanenze finali
conto del risultato econ.co
698105,00
290,00
8100,00
310,00
57800,00
conto del risultato econ.co
utile d’esercizio
78587,75
31/12
utile d’esercizio
titolare c/ritenute subite
prelevamenti extragestione
patrimonio netto
78587,75
31/12
bilancio di chiusura
costi d’impianto
avviamento
fabbricati
arredamento
automezzi
imballaggi durevoli
merci
crediti v/clienti
cambiali attive
crediti per cauzione
denaro in cassa
assegni
risconti attivi
banca x c/c attiva
538151,98
debiti per tfrl
mutui ipotecari
debiti v/fornitori
debiti per ritenute da vers.
ratei passivi
f/do amm.to costi d’imp.nto
f/do amm.to avviamento
f/do amm.to fabbricati
f/do amm.to arredamento
f/do amm.to automezzi
f/do amm.to imbal.gi durev.
f/do rischi su crediti
debiti per imposte
debiti per iva
debiti per istit. previdenziali
fatture da ricevere
patrimonio netto
bilancio di chiusura
26229,27
24000,00
101986,00
775,73
1278,63
1140,00
2600,00
3900,00
3780,00
3140,00
1170,00
712,60
10104,00
31150,00
3200,00
460,00
322525,75
31/12
31/12
764605,00
78587,75
62,00
6000,00
72525,75
5700,00
13000,00
185000,00
31500,00
15700,00
7800,00
57800,00
135170,00
7350,00
280,00
8800,00
2900,00
1043,48
66108,50
538151,98
104
ESERCIZIO n. 21.7 di pag. 699 del libro ENTRIAMO IN AZIENDA 1
31/12
amm.to fabbricati 4%
amm.to attrture comm. 15%
amm.to arredamenti 12%
amm.to automezzi 20%
f/do amm.to fabbricati
f/do amm.to attrezz.comm.
f/do amm.to arredamenti
f/do amm.to automezzi
7600,00
3000,00
1320,00
6800,00
31/12
amm.to macchine d’ufficio
f/do amm.to macch d’uffic.
250,00
31/12
f/do amm.to macch d’uffic
macchine d’uffucio
2500,00
amm.to macchine d’ufficio
f/do amm.to macchine d’uff
2025,00
31/12
svalutazione crediti
f/do svalutazione crediti
1500,00
31/12
f/do rischi su crediti
crediti v/clienti
1100,00
svalutazione crediti
f/do svalutazione crediti
1300,00
31/12
31/12
7600,00
3000,00
1320,00
6800,00
2500,00
2025,00
1300,00
svalutazione crediti
f/d0 rischi su crediti
298,23
31/12
banca x c/c
titolare c/ritenute subite
interessi attivi bancari
240,00
60,00
banca y c/c
titolare c/ritenute subite
interessi attivi bancari
144,00
36,00
interessi passivi bancari
banca y c/c
610,00
31/12
31/12
interessi passivi su mutui
ratei passivi
31/12
risconti attivi
premi di assicurazione
31/12
31/12
298,23
300,00
180,00
610,00
tfrl
debiti per ritenute da vers.
debiti per tfrl
31/12
1500,00
1100,00
31/12
31/12
250,00
5055,00
215,81
4839,19
10,62
10,62
525,00
525,00
merci
merci c/rimanenze finali
26200,00
6200,00
materie di consumo
materie di cons c/riman fin.
3600,00
3600,00
105
31/12
costi per servizi
fatture da ricevere
1000,00
merci c/acquisti
iva ns/credito
fatture da ricevere
2050,00
430,50
iva c/liquidazione
iva ns/credito
2630,50
31/12
iva ns/debito
iva c/liquidazione
8530,00
31/12
iva c/liquidazione
iva c/acconto
debiti per iva
5899,50
imposte d’esercizio
debiti per imposte
4439,00
istituti previdenziali
debiti per istit. previdenziali
4300,00
banca x c/c attiva
banca x c/c
4450,55
banca y c/c
banca y c/c passiva
8097,55
31/12
31/12
31/12
31/12
31/12
31/12
1000,00
2630,50
8530,00
2600,00
3299,50
4439,00
4300,00
4450,55
8097,55
31/12
conto del risultato econom
resi su vendite
ribassi e abbuoni passivi
merci c/acquisti
materie di cons. c/acquisti
merci c/esistenze iniziali
materie di cons c/esisten iniz
costi per servizi
salari e stipendi
oneri sociali
oneri fiscali diversi
interessi passivi bancari
sconti passivi bancari
interessi passivi su mutui
amm.to fabbricati
amm.to attrezz. commerc.li
amm.to arredamento
amm.to automezzi
amm.to macchine d’ufficio
svalutazione crediti
tfrl
imposte d’esercizio
577499,16
31/12
merci c/vendita
resi su acquisti
ribassi e abbuoni attivi
interessi attivi v/clienti
interessi attivi bancari
merci c/rimanenze finali
materie di cons c/riman finl
conto del risultato econ.co
558949,00
4410,00
1000,00
265,00
480,00
26200,00
3600,00
conto del risultato econ.co
utile d’esercizio
17404,84
31/12
2480,50
4700,00
1000,00
400997,00
21360,00
23000,00
3500,00
21875,00
44780,00
19400,00
280,00
1340,00
1130,00
549,93
7600,00
3000,00
1320,00
6800,00
2275,00
3098,23
5055,00
4439,00
594904,00
17404,84
106
31/12
utile d’esercizio
titolare c/ritenute subite
prelevamenti extragestione
patrimonio netto
31/12
bilancio di chiusura
fabbricati
attrezzature commerciali
macchine d’ufficio
arredamento
automezzi
materie di consumo
merci
crediti v/clienti
31/12
cambiali attive
crediti per cauzione
denaro in cassa
risconti attivi
banca x c/c attiva
31/12
f/do amm.to fabbricati
f/do amm.to attrezz. comm.
f/do amm.to macch d’uff.
f/do amm.to arredamento
f/do amm.to automezzi
f/do rischi su crediti
debiti per tfrl
mutui passivi
debiti v/fornitori
cambiali passive
debiti per riten. da versare
ratei passivi
f/do svalutazione crediti
fatture da ricevere
debiti per imposte
debiti per iva
debiti per istituti previd.ziai
banca y c/c
patrimonio netto
bilancio di chiusura
17404,84
96,00
6500,00
10808,84
427888,55
253000,00
20000,00
13500,00
11000,00
34000,00
3600,00
26200,00
43320,00
16325,00
1100,00
868,00
525,00
4450,55
32600,00
18300,00
10975,00
9520,00
16700,00
908,23
38389,19
5000,00
35730,00
5300,00
715,81
124,93
2800,00
3480,50
1839,00
3299,50
4300,00
8097,55
229808,84
427888,55
107
ESERCIZIO 5.3 DI PAG. 239 DAL LIBRO ENTRIAMO IN AZIENDA 2 – TOMO 1
31/12
31/12
amm.to fabbricati 5%
amm.to impianti 10%
amm.to attrezzature 16%
f/do amm.to fabbricati
f/do amm.to impianti
f/do amm.to attrezzature
20400,00
28800,00
28800,00
20400,00
28800,00
28800,00
svalutazione crediti
f/do rischi su crediti
654,00
654,00
31/12
interessi passivi bancari
banca x c/c
1050,00
31/12
tfrl
debiti per ritenut da vers
debiti per tfrl
5920,80
31/12
risconti attivi
costi per servizi
2400,00
interessi passivi su mutui
ratei passivi
1969,15
31/12
1969,15
merci
merci c/rimanenze finali
31/12
imposte d’esercizio
imposte c/acconto
debiti per imposte
9833,00
banca x c/c
banca x c/c passiva
15450,00
31/12
31/12
31/12
147,35
5773,45
2400,00
31/12
31/12
1050,00
115200,00
115200,00
8000,00
1833,00
15450,00
conto del risult econom
merci c/esistenze iniziali
merci c/acquisti
salari e stipendi
oneri sociali
costi per servizi
interessi passivi bancari
resi su vendite
sconti passivi bancari
amm.to fabbricati
amm.to impianti
amm.to attrezzature
svalutazione crediti
tfrl
interessi passivi su mutuo
imposte d’esercizio
2292226,95
interessi attivi v/clienti
resi su acquisti
proventi vari
merci c/vendite
merci c/rimanenze finali
conto del risultato econ
1440,00
14400,00
16800,00
2244960,00
115200,00
conto del risultato econ.
utile d’esercizio
100573,05
84000,00
1932000,00
66324,00
24000,00
52800,00
14250,00
19200,00
3276,00
20400,00
28800,00
28800,00
654,00
5920,80
1969,15
9833,00
2392800,00
100573,05
108
31/12
utile d’esercizio
riserva volontaria
capitale sociale
31/12
bilancio di chiusura
fabbricati
impianti
attrezzature
crediti v/clienti
socio a c/prelevamenti
socio b c/prelevamenti
denaro in cassa
risconti attivi
merci
31/12
f/do amm.to fabbricati
f/do amm.to impianti
f/do amm.to attrezzature
f/do rischi su crediti
debiti v/fornitori
mutui passivi
debiti per tfrl
debiti per iva
debiti per ritenute da vers.
ratei passivi
debiti per imposte
banca x c/c passiva
capitale sociale
riserva volontaria
utile d’esercizio
bilancio di chiusura
100573,05
30000,00
70573,05
1291600,00
56400,00
148800,00
88800,00
1854,00
84000,00
108000,00
41773,45
12000,00
147,35
1969,15
1833,00
15450,00
600000,00
30000,00
100573,05
109
510000,00
288000,00
180000,00
130800,00
15600,00
15600,00
34000,00
2400,00
115200,00
1291600,00
ESERCIZIO 9.2 DI PAG. 280 DAL LIBRO ENTRIAMO IN AZIENDA 2 – TOMO 1
31/12
31/12
31/12
31/12
amm.to costi di ampliamento 20%
f/do amm.to costi di ampliamento
13000,00
amm.to fabbricati 5%
amm.to impian e macch 15%
amm.to attrezz indust 20%
amm.to attrezz comm 15%
amm.to automezzi 20%
f/do amm.to fabbricati
f/do amm.to impian e macc
f/do amm.to attrez. indust
f/do amm.to attrezz. comm
f/do amm.to automezzi
21200,00
19500,00
7600,00
3900,00
4000,00
svalutazione crediti
f/do rischi su crediti
11520,00
13000,00
21200,00
19500,00
7600,00
3900,00
4000,00
11520,00
c/c postale
crediti per rit subite (20%)
interessi attivi postali
472,00
118,00
banca x c/c
crediti per ritenute subite
interessi attivi bancari
712,00
178,00
31/12
interessi passivi bancari
banca x c/c
3100,00
31/12
materie prime c/acquisti
iva ns/credito
fatture da ricevere
9600,00
2016,00
31/12
31/12
fatture da emettere
prodotti finiti c/vendita
iva ns/debito
31/12
materie prime
materie prime c/riman finali
140000,00
31/12
prodotti finiti
prodotti finiti c/riman finali
113000,00
interessi passivi su mutuo
ratei passivi
803,47
31/12
31/12
31/12
31/12
31/12
31/12
14520,00
590,00
890,00
3100,00
11616,00
12000,00
2520,00
140000,00
113000,00
803,47
tfrl
debiti per ritenute da versare
debiti per tfrl
27306,30
203,78
27102,52
costi per energia
fatture da ricevere
1450,00
costi telefonici
fatture da ricevere
312,00
costi di consulenze
fatture da ricevere
450,00
1450,00
312,00
450,00
risconti attivi
premi di assicurazione
6588,00
6588,00
110
31/12
iva c/liquidazione
iva ns/credito
27216,00
31/12
iva ns/debito
iva c/liquidazione
39520,00
31/12
crediti per iva
iva c/liquidazione
iva c/acconto
1496,00
12304,00
31/12
27216,00
39520,00
13800,00
imposte d’esercizio
imposte c/acconto
crediti per ritenute subite
debiti per imoste
137496,00
18400,00
296,00
118800,00
31/12
banca x c/c
banca x c/c passiva
25388,00
31/12
c/c postale attiva
c/c postale
27472,00
31/12
istituti previdenziali
debiti per istituti previden.
30000,00
31/12
conto del risultato econ.
resi su vendite
ribassi e abbuoni passivi
prodotti c/esistenze iniziali
materie prime c/acquisti
costi di trasporto
costi per energia
pubblicita’
costi postali
assicurazioni
costi per i locali
costi d’incasso
consulenze
costi telefonici
salari e stipendi
oneri sociali
materie prime c/esist. iniz
minusvalenza ordinaria
interessi passivi bancari
interessi passivi su mutuo
amm.to costi di ampliam
amm.to fabbricati
amm.to impianti e macch.
amm.to attrezz. industriali
amm.to attrezz. commerc.
amm.to automezzi
svalutazione crediti
tfrl
imposte d’esercizio
3036124,77
111
25388,00
27472,00
30000,00
18000,00
4800,00
82000,00
1765450,00
140000,00
67850,00
29000,00
12700,00
26712,00
27000,00
950,00
40450,00
2712,00
368500,00
128975,00
60000,00
5000,00
6200,00
4303,47
13000,00
21200,00
19500,00
7600,00
3900,00
4000,00
11520,00
27306,30
137496,00
31/12
prodotti c/vendita
rimborsi costi di vendita
plusvalenze ordinarie
resi su acquisti
ribassi e abbuoni attivi
interessi attivi v/clienti
interessi attivi postali
interessi attivi bancari
materie prime c/rimn finali
prodotti finiti c/rim finali
conto del risultato econ.
31/12
conto del risultato econ.
utile d’esercizio
31/12
bilancio di chiusura
costi di ampliamento
terreni e fabbricati
impianti e macchinari
attrezz. industriali
attrezz. commerciali
automezzi
crediti v/clienti
denaro in cassa
fatture da emettere
materie prime
prodotti finiti
risconti attivi
crediti per iva
c/c postale attiva
31/12
2907469,00
21400,00
7500,00
12540,00
4321,00
1500,00
590,00
890,00
140000,00
113000,00
3209210,00
173085,23
173085,23
1476651,00
65000,00
530000,00
130000,00
38000,00
26000,00
20000,00
363000,00
1575,00
14520,00
140000,00
113000,00
6588,00
1496,00
27472,00
f/do amm.to costi di ampl.to
f/do amm.to fabbricati
f/do amm.to imp. e macchin.
f/do amm.to attrezz. industli
f/do amm.t0 attrezz. comm.li
f/do amm.to automezzi
f/do rischi su crediti
debiti per tfrl
mutui ipotecari
debiti v/fornitori
debiti per ritenute da versare
fatture da ricevere
ratei passivi
debiti per imposte
banca x c/c passiva
debiti per istituti previd.ziali
capitale sociale
riserva soprapprezzo azioni
riserva legale
utile a nuovo
utile d’esercizio
bilancio di chiusura
61000,00
81200,00
71500,00
17600,00
16900,00
16000,00
14520,00
92102,52
42000,00
94000,00
10203,78
13828,00
803,47
118800,00
25388,00
30000,00
500000,00
45400,00
48000,00
4320,00
173085,23
1476651,00
112
113
ESERCIZIO PROPOSTO DAL PROFESSORE DI ECONOMIA AZIENDALE SULLA S.r.l
31/12
amm.to fabbricati 4%
amm.to impianti e macchin. 15%
amm.to attrezz. industriali 20%
amm.to attrezz. commerciali 15%
amm.to macchine d’ufficio 20%
amm.to arredamento 12%
f/do amm.to fabbricati
f/do amm.to impianti e macchin.
f/do amm.to attrezz. industriali
f/do amm.to attrezz. commerc.
f/do amm.to macchine d’uffico
f/do amm.to arredamento
19236,00
49365,00
20940,00
9787,50
3150,00
3648,00
31/12
amm.to software 50%
f/do amm.to software
21750,00
31/12
fatture da emettere
prodotti c/vendite
iva ns/debito
30250,00
31/12
31/12
31/12
31/12
31/12
19236,00
49365,00
20940,00
9787,50
3150,00
3648,00
21750,00
25000,00
5250,00
materie primie c/acquisti
iva ns/credito
fatture da ricevere
8000,00
1680,00
f/do rischi su crediti
crediti insoluti
2090,00
svalutazione crediti
f/do rischi su crediti
1648,76
9680,00
2090,00
1648,76
c/c postale
crediti per ritenute subite
interessi attivi postali
328,00
82,00
interessi passivi bancari
costi d’incasso
banca x c/c
850,00
40,00
410,00
890,00
31/12
prodotti in lavorazione
prodotti in lavoraz. c/rim. final
35000,00
31/12
prodotti finiti
prodotti finiti c/rim. finali
79000,00
31/12
materie prime
materie prime c/rimanenze finali
54000,00
31/12
interessi passivi su mutui
ratei passivi
31/12
tfrl
debiti per ritenute da versare
debiti per tfrl
1443,94
26972,85
114
35000,00
79000,00
54000,00
1443,94
629,86
26342,99
31/12
risconti attivi
premi di assicurazione
18984,82
31/12
iva c/liquidazione
iva ns/credito
37234,00
31/12
iva ns/debito
iva c/liquidazione
54823,00
31/12
iva c/liqudazione
iva c/acconto
debiti per iva
17589,00
31/12
imposte d’esercizio
imposte c/acconto
crediti per ritenute subite
debiti per imposte
35000,00
31/12
istituti previdenziali
debiti per istituti previdenziali
19875,00
31/12
banca x c/c
banca x c/c passiva
16851,00
31/12
c/c postale attiva
c/c postale
31/12
18984,82
37234,00
54823,00
7779,00
9810,00
33665,00
82,00
1253,00
19875,00
16851,00
5644,00
5644,00
conto del risultato economico
resi su vendite
ribassi e abbuoni passivi
prodotti in lavoro c/esisten. iniziali
prodotti finiti c/esistenze iniziali
materie prime c/acquisti
costi di trasporto
costi per energia
pubblicita’
costi postali
assicurazioni
manutenzione e riparazione
lavorazione presso terzi
costi d’incasso
salari e stipendi
oneri sociali
materie prime c/esistenze iniziali
interessi passivi bancari
interessi passivi su mutuo
minusvalenza straordinaria
amm.to software
amm.to fabbricati
amm.to impianti e macchinari
amm.to attrezz. industriali
amm.to attrezz. commerciali
amm.to macchine d’ufficio
amm.to arredamenti
svalutazione crediti
tfrl
imposte d’esercizio
3138202,23
115
13670,00
3645,00
28860,00
62268,00
1845974,00
182277,00
80811,00
48724,00
99645,00
6305,18
20505,00
82190,00
1520,00
307595,00
107658,00
45570,00
3193,00
4323,94
1970,00
21750,00
19230,00
49365,00
20940,00
9787,50
3150,00
3648,00
1648,76
26972,85
35000,00
31/12
prodotti c/vendite
servizi on-line
resi su acquisti
ribassi e abbuoni attivi
proventi da partecipazione
interessi attivi v/clienti
plusvalenze straordinarie
interessi attivi postali
prodotti in lavoro c/rim. finali
prodotti finiti c/rim. finali
materie prime c/rim. finali
conto del risultato economico
31/12
conto del risultato economico
utile d’esercizio
31/12
bilancio di chiusura
software
terreni e fabbricati
impianti e macchinari
attrezzature industriali
attrezzature commerciali
macchine d’ufficio
arredamento
partecipazione diverse
crediti v/clienti
crediti insoluti
denaro in cassa
fatture da emettere
prodotti in lavorazione
prodotti finiti
materie prime
risconti attivi
c/c postale attiva
31/12
f/do amm.to software
f/do amm.to fabbricati
f/do amm.to impianti e macchinari
f/do amm.to attrezz. industriali
f/do amm.to attrezz. commerciali
f/do amm.to macchine d’ufficio
f/do amm.to arredamento
f/do rischi su crediti
f/do svalutazione crediti
debiti per tfrl
mutui passivi
debiti v/fornitori
debiti per ritenute da versare
fatture da ricevere
ratei passivi
debiti per iva
debiti per imposte
debiti per istituti previdenziali
banca x c/c passiva
capitale sociale
riserva legale
utili a nuovo
utile d’esercizio
2983234,00
16252,00
7950,00
3280,00
6045,00
2790,00
4941,00
410,00
35000,00
79000,00
54000,00
3192902,00
54699,77
1972211,82
65250,00
109179,00
147339,00
52380,00
22837,50
9450,00
10917,00
4890,76
9417,00
179036,99
36000,00
215697,00
11039,86
9680,00
1443,94
9810,00
1253,00
19875,00
16851,00
900000,00
83384,00
1781,00
54699,77
116
54699,77
87000,00
687000,00
329100,00
104700,00
65250,00
15750,00
30400,00
98140,00
304500,00
25252,00
2241,00
30250,00
35000,00
79000,00
54000,00
18984,82
5644,00
bilancio di chiusura
1972211,82
LA RIAPERTURA DEI CONTI
La riapertura dei conti avviene con l’inizio del nuovo esercizio amministrativo, cioè all’1/1 dell’anno n. Con la riapertura
non facciamo altro che, collocare i valori parziali dello Stato Patrimoniale nella loro sezione originaria. Ciò significa che,
tutti gli elementi attivi patrimoniali ritornano in DARE, e come ultima voce rileviamo il conto BILANCIO D’APERTURA,
collocando in questa voce il totale delle attività. La stessa cosa facciamo per le passività: riportiamo tutte le voci parziali
in AVERE e rileviamo come prima voce BILANCIO D’APERTURA inserendo il totale delle passività in DARE. Fatto
questo dobbiamo rilevare i saldi dei conti, debiti per IVA, debiti v/istituti previdenziali, le banche (tenendo conto della
passività o attività delle stesse). Le esistenze iniziali, che costituiscono dei costi sospesi nell’anno precedente, diventano
costi d’esercizio nel nuovo esercizio amministrativo come, ad esempio, le merci in magazzino che vengono girate nel
conto merci c/esistenze iniziali e vengono rilevati in DARE del conto economico d’esercizio. Si aggiungono: i costi e i ricavi
sospesi riferiti ai risconti attivi e passivi; la manifestazione finanziaria dei ratei; l’eventuale utilizzo dei fondo rischi e oneri;
lo storno delle fatture da ricevere e da emettere. Successivamente andiamo a girare i saldi debiti per IVA a IVA
c/liquidazione. Lo stesso facciamo per i debiti v/istituti previdenziali e per la banca attiva e passiva. I costi e ricavi sospesi
con riferimento a risconti vengono stornati nella sezione opposta , istituendo il suo costo originario. In seguito, le fatture
da emettere e da ricevere, vengono girate rispettivamente nel conto crediti v/clienti e debiti v/fornitori.
Le scritture che riguardano essenzialmente la riapertura, in base a quello che è stato elencato precedentemente, sono:
Ipotesi A:
Scritture riguardanti le esistenze iniziali.
merci c/esistenze iniziali
x
merci
x
materie prime c/esistenze iniziali
x
materie prime
x
materie di consumo c/esist iniz.
x
materie di consumo
x
prodotti finiti c/esisten. iniziali
x
prodotti finiti
x
x
Ipotesi B:
Saldi dei conti debiti per IVA, per istituti previdenziali, per le banche attive e passive
debiti per iva
iva c/liquidazione
x
117
x
debiti per istituti previdenziali
istituti previdenziali
x
banca x c/c passiva
banca x c/c
x
banca x c/c
banca x c/c attiva
x
Ipotesi C:
Storno dei risconti attivi e passivi.
costi di esercizio
x
x
x
x
risconti attivi
x
risconti passivi
x
ricavi di esercizio
x
Ipotesi D:
Storno dei ratei attivi e passivi. Per quanto riguarda i ratei, contabilmente, possiamo agire seguendo due modalità. La
prima, rilevando all’1/01 lo storno immediato del rateo; successivamente, i costi e i ricavi nel momento in cui si determina
la manifestazione finanziaria. L’altra modalità è quella di rilevare il tutto alla scadenza in cui si determina la
manifestazione finanziaria negativa o positiva. In base alla prima modalità all’1/01 abbiamo:
01/01
bilancio d’ apertura
x
ratei passivi
01/01
x
ratei passivi
x
costi d’ esercizio
01/04
x
costi d’ esercizio
x
banca x c/c
01/01
x
ratei attivi
x
bilancio d’ apertura
01/01
x
ricavi d’ esercizio
x
118
ratei attivi
01/04
x
banca x c/c
x
ricavi d’ esercizo
x
In base alla seconda modalità abbiamo la seguente scrittura:
01/04
01/04
banca x c/c
x
interessi attivi bancari
x
ratei attivi
x
ratei passivi
x
interessi passivi bancari
x
banca x c/c
x
Ipotesi E:
Lo storno del conto fatture da ricevere e fatture da emettere:
01/01
bilancio di apertura
fatture da ricevere
x
15/01
fatture da ricevere
debiti v/fornitori
x
15/01
fatture da emettere
bilancio di apertura
x
15/01
crediti v/clienti
fatture da emettere
x
x
x
x
x
Ipotesi F:
Utilizzo dei fondi rischi e oneri. Esso avviene quando l’azienda deve effettuare la copertura di eventuali perdite o costi che,
possono riguardare crediti insoluti e crediti v/clienti oppure ancora del contenzioso nei confronti dello Stato e responsabilità
119
civile. La copertura può essere, in base anche alla consistenza del fondo, parziale o totale. Se è totale, in P.D. possiamo
avere, utilizzando sia il fondo rischi e sia il fondo svalutazione crediti, le seguenti scritture:
quando la copertura è totale
12/03
f/do rischi su crediti
crediti insoluti
x
10/04
f/do rischi su crediti
crediti v/clienti
x
11/05
f/do svalutazione crediti
crediti v/clienti
x
x
x
x
Se la copertura è parziale con riscossione di una parte dei crediti:
12/03
denaro in cassa
x
f/do svalutazione crediti
x
f/do rischi su crediti
x
crediti commerciali
x
Se la copertura è parziale con i fondi insufficienti a coprire tutta la perdita:
12/03
perdita su crediti
x
f/do svalutazione crediti
x
f/do rischi su crediti
x
crediti commerciali
x
Ipotesi G:
Si utilizza il fondo rischi su crediti anche per i crediti commerciali degli anni precedenti. Se il fondo non è in grado di coprire
per intero i crediti inesigibili, la differenza va a sopravvenienza passiva straordinaria. Infatti in P.D. abbiamo:
120
f/do rischi su crediti
x
f/do svalut. crediti
x
sopravvenienza pass. straord.
x
crediti commerciali
x
Oppure: Storno del fondo per coperture tributi e responsabilità civile
f/do per imposte
x
f/do responsabilita civile
x
sopravvenienza passi. straordin.
x
banca xc/c
x
N.B. : Le sopravvenienze passive straordinarie fanno riferimento a danni degli anni precedenti
Impostazione iniziale della riapertura dei conti:
121
sofware
fabbricati
macchine d’ufficio
automezzi
impianti
attrezzature
imballaggi durevoli
merci
crediti v/clienti
cambiali attive
fatture da emettere
banche c/c attivi
denaro in cassa
risconti attivi
bilancio d’aperture
01/01
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
bilancio d’apertura
f/do amm.to sofware
f/do amm.to fabbricati
f/do amm.to macch. ufficio
f/do amm.to impianti
f/do amm.to attrezzature
f/do amm.to imball. durevoli
f/do rischi su crediti
debiti v/fornitori
mutui passivi
banca x c/c passiva
debiti per tfrl
debiti per iva
debiti per ritenute da versare
debiti per imposte
debiti v/istituti previdenziali
ratei passivi
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
01/01
bilancio d’apertura
patrimonio netto
x
01/01
merci c/ esistenze iniziali
merci
x
x
x
BILANCIO DI APERTURA DELL’ESERCIZIO 5.3 DI PAG.239 DAL LIBRO ENTRIAMO IN AZIENDA 2- TOMO 1
122
1/01
fabbricati
impianti
attrezzature
crediti v/clienti
socio a c/prelevamenti
socio b c/prelevamenti
denaro in cassa
risconti attivi
merci
bilancio d’apertura
1/01
bilancio d’apertura
f/do amm.to fabbricati
f/do amm.to impianti
f/do amm.to attrezzature
f/do rischi su crediti
debiti v/fornitori
mutui passivi
debiti per tfrl
debiti per iva
debiti per ritenute da versare
ratei passivi
debiti per imposte
banca x c/c passiva
riserva volontaria
utile d’esercizio
capitale sociale
1/01
merci c/esistenze iniziali
merci
510000,00
288000,00
180000,00
130800,00
15600,00
15600,00
34000,00
2400,00
115200,00
1291600,00
1291600,00
56400,00
148800,00
88800,00
1854,00
84000,00
108000,00
41773,45
12000,00
147,35
1969,15
1833,00
15450,00
600000,00
30000,00
100573,05
115200,00
115200,00
1/01
banca x c/c passiva
banca x c/c
15450,00
1/01
costi per servizi
risconti ativi
2400,00
1/04
ratei passivi
interessi passivi su mutui
banca x c/c
1969,15
976,44
123
15450,00
2400,00
2945,59
ISTITUTO TECNICO COMMERCIALE PER IL GEOMETRA E IL TURISMO
di Acri “ G. Falcone”
Lezioni di Economia Aziendale (Didattica Semplice)
Impostazione didattica del programma di Contabilità Generale
Elaborato e curato dal Prof. Damiano Turano
con la collaborazione della:
Prof.ssa: Maria Luisa Minerva;
alunna: Lorenza Fabbricatore
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