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Kurt Lewin
La teoria di campo
Lewin (1890-1946) è da molti considerato uno dei padri della psicologia sociale, sia per i suoi studi
sul funzionamento dei gruppi che per le sue ricerche applicative (action research). La sua teoria di campo è
ancora attuale ed è stata recentemente sviluppata attraverso un approccio ecologico da Urie Bronfenbrenner.
Diversamente dalla psicoanalisi, che ricerca le cause del comportamento attuale nelle vicende che
l’individuo ha attraversato nel corso della sua esistenza, la psicologia di Lewin intende spiegare il
comportamento esaminando le interrelazioni attuali tra la persona e l’ambiente. Queste interrelazioni
possono essere descritte utilizzando delle metafore di tipo spaziale (psicologia topologica).
Nel caso della psicologia, la grande complessità dei fenomeni umani e soprattutto il loro complesso
intrecciarsi con le situazioni di vita, sconsiglia, secondo Lewin, una prematura matematizzazione, che
ambisca a misurarli e tradurli in cifre. Sono invece utili dei modelli spaziali non metrici, come quelli della
geometria topologica, perché permettono di evidenziare quella che Lewin considera la principale
caratteristica dei fenomeni psicologici: il fatto di verificarsi, per una determinata persona, dentro e in
relazione a uno specifico ambiente.
Secondo Lewin gli oggetti (cose materiali, persone, intere situazioni) non sono neutri, ma possiedono
un carattere che egli chiamò valenza. Le valenze possono avere segno negativo o positivo e sono delle vere e
proprie forze psicologiche che ci spingono in determinate direzioni, facendoci avvicinare agli oggetti con
valenza positiva, e allontanare da quelli con valenza negativa. Ovvio quindi che qualunque attività didattica
rivolta ad alunni in situazione di difficoltà debba assumere valenza positiva, debba cioè presentarsi come
qualcosa di piacevole e stimolante, se possibile con un carattere operativo. Il comportamento, dunque,
dipende dalla personalità e dall’ambiente circostante, che viene a costituire lo spazio di vita del bambino.
La struttura della persona e il suo sviluppo
Quando Lewin parla della connessione uomo-ambiente non intende dire che l’individuo sia privo di
confini.
“L’individuo è dinamicamente un sistema relativamente chiuso. L’intensità con cui l’ambiente
influisce sull’individuo sarà perciò determinata dalla solidità funzionale delle frontiere tra individuo e
ambiente”.
La struttura interna dell’individuo è differenziata in regioni, ossia sfere di vita e corrispondenti
bisogni: le ambizioni professionali, gli affetti famigliari, le aspettative nei confronti degli amici, e così via.
Queste regioni sono separate anch’esse da frontiere, che consentono un funzionamento organizzato in
relazione alla complessità dell’esistenza, senza che rifluiscano da un ambito di vita all’altro i sistemi di
bisogni e i connessi comportamenti
Quando si intraprende un’attività , è necessario impegnare una certa dose di energia psichica senza
però che tutta la nostra persona ne sia coinvolta: sarà impegnata soltanto quella regione che ha a che fare con
l’attività in questione. Le attività che noi svolgiamo possono così coordinarsi in modi complessi.
Per dimostrare che la mente funziona in questo modo, Lewin e i suoi collaboratori realizzarono
numerosissimi esperimenti con i bambini. Fu analizzata la saturazione psichica, ossia il fenomeno per cui
un’attività in cui ci siamo impegnati per un certo tempo diviene via via più faticosa, fino a farci raggiungere
la condizione di “non poterne più”. Ai soggetti dell’esperimento veniva chiesto di impegnarsi in compiti
molto ripetitivi, ad esempio copiare un disegno, che facilmente inducono saturazione, ma con la consegna di
andare avanti il più a lungo possibile. Dopo un certo tempo, i soggetti iniziavano a sentire un vero desiderio
di smettere: non vi era più energia disponibile per quel compito. Per non venir meno alla consegna, i soggetti
cercavano di introdurre delle varianti nel compito, ad esempio raggruppando le copie del modello da copiare
in vari modi o eliminando qualche particolare: queste varianti furono interpretate da Lewin come tentativi di
attivare energia da regioni confinanti con quella del compito.
Un’altra manifestazione dell’articolazione della mente in regioni ci viene dalla ripresa di attività
interrotte o dalla possibilità di scaricare una tensione psichica mediante azioni sostitutive. Il primo fenomeno
consiste nel fatto che, se siamo costretti ad interrompere un’azione prima di aver speso tutta l’energia allo
scopo attivata, noi tendiamo a riprenderla appena possibile, anche se nel frattempo ci siamo impegnati in un
compito diverso: come se avessimo attinto l’energia per questo compito intermedio da qualche altra parte. Il
secondo fenomeno consiste nella possibilità di soddisfare un bisogno psicologico con un’attività diversa da
quella originaria purché la regione dell’attività sostitutiva sia in qualche modo connessa alla regione della
prima attività.
Oltre che in regioni, la struttura psichica è articolata nei piani della realtà e dell’irrealtà e lungo la
dimensione temporale del passato-presente-futuro. Possiamo infatti vedere una cosa che abbiamo davanti o,
in sua assenza, semplicemente sognarla, così come possiamo ricordarci di avere visto quella cosa in passato
o sperare di vederla domani.
Lewin ha tradotto questa visione della struttura psicologica della persona in una serie di assunti sullo
sviluppo. Il bambino avrebbe all’inizio una struttura meno articolata di quella dell’adulto, sia per ciò che
concerne il numero di regioni e la solidità delle frontiere tra di esse, sia per ciò che concerne la distinzione
della realtà dall’irrealtà, sia infine per la prospettiva temporale verso il passato e verso il futuro. Lo sviluppo
può quindi essere visto come un progresso lungo tre linee interconnesse.
La prima, di crescente differenziazione della persona, rende più numerosi e complessi i modi di
osservare la realtà e di rapportarvisi: ad esempio, se non si raggiunge un obiettivo, si può cercare di
soddisfare il bisogno con vari tipi di azioni sostitutive.
La seconda linea, di distinzione tra realtà e irrealtà, porta a comprendere la natura dell’inganno e
della bugia, a superare le paure irrazionali ma anche ad abbandonare certe forme di gioco fantastico.
La terza linea evolutiva, grazie all’allargamento della prospettiva temporale in direzione prospettica,
consente di tollerare dilazioni nel soddisfacimento dei bisogni e di programmare la propria vita secondo
obiettivi di periodo via via più lungo, mentre l’estensione retrospettiva favorisce l’integrazione e la
rielaborazione dell’esperienza passata nella propria personalità attuale.
La struttura dell’ambiente e le situazioni di conflitto psicologico
Come la persona, anche l’ambiente è per Lewin un’entità articolata, la cui struttura è determinata dai
rapporti di posizione tra le sue parti o regioni, che non sono luoghi fisici ma situazioni che in quei luoghi
possono verificarsi: la casa, la scuola, il parco giochi, ecc.
La struttura ambientale si modifica nel corso del tempo, in modi momentanei o permanenti, grazie
alle esperienza della persona. Per un bambino che non va a scuola, questa corrisponde ad un’unica regione
inesplorata. Ma già dopo pochi giorni in prima elementare entro la regione scuola si saranno delineate più
regioni in relazione all’attività delle varie maestre, ai momenti di gioco con gli altri bambini, alla routine
dell’arrivo e dell’uscita.
Un tipo di ristrutturazione psicologicamente importante è costituita dalle azioni di aggiramento, con
cui si riesce a raggiungere un obiettivo da cui ci separa un ostacolo fisico o una barriera psicologica. Ad
esempio, un bambino piccolo che desidera prendere un oggetto situato al di là di una panca, deve riuscire a
considerare rilevante per il suo scopo anche una zona dell’ambiente fisico che si trova in direzione opposta a
quella della meta: solo così potrà allontanarsi inizialmente dall’oggetto per poterlo infine raggiungere.
B
-
-
-
-
O+
Percorso di un bambino per raggiungere un obiettivo al di là di una barriera.
Poiché nel nostro ambiente sono presenti numerosi oggetti o situazioni provvisti per noi di valenze,
possiamo facilmente trovarci in situazioni di conflitto, ossia sospinti da forze di pari intensità, ma di opposta
direzione. Le valenze che determinano i conflitti possono essere sia negative sia positive.
Lewin ha studiato in modo approfondito i conflitti che si determinano nei bambini quando si cerca di
indurli a fare (o non fare) qualcosa con la promessa di un premio o con la minaccia di una punizione. Egli
riteneva infatti che vi siano poche situazioni in cui i bambini manifestano orientamenti “naturali”, non
indirizzati dalla cultura in cui vivono; inoltre anche le curiosità spontanee richiedono spesso di essere
rafforzate dagli educatori. Le situazioni di premio o punizione, tuttavia, vanno considerate attentamente nei
loro effetti collaterali. Esse, infatti, sono sempre situazioni di conflitto, in quanto sia il premio quanto la
punizione sono introdotti per evitare un allontanamento del bambino da una meta a lui sgradita o
l’avvicinamento ad un obiettivo per lui tanto desiderabile quanto inopportuno educativamente.
O-
PREMIO
OB
B
PUNIZIONE
Situazioni di conflitto originate da minaccia di punizione o da promessa di premio.
Vi sono tuttavia anche delle differenze importanti. Quando l’adulto fa ricorso alla minaccia di
punizione, il bambino cerca di evitare sia il compito spiacevole sia il castigo mettendo in atto una fuga dal
campo. Per rendere efficace la minaccia, occorre quindi circondare la zona del campo psicologico in cui il
bambino si trova con qualche tipo di barriera fisica (come chiuderlo a chiave in una stanza) o sociale (come
intimargli di non uscire pur senza chiudere materialmente). Un tipo più insidioso di barriere psicologica è
costituito dall’appello all’orologio del bambino (“Fa il bravo!”) e dall’implicito riferimento ad una possibile
esclusione del gruppo in caso di fuga dal campo. Invece, nelle situazioni caratterizzate da promessa di
premio, non vi è la necessità di barriere che circondino il bambino. E’ vero che il bambino cercherà di
sfuggire al conflitto, in questo caso con un aggiramento che gli consenta di raggiungere il premio senza aver
ottemperato alla prescrizione: ad esempio mangiare un dolce senza aver prima completato i compiti. Ma per
evitare questo, è sufficiente circondare di barriere la ricompensa, così che la situazione psicologica del
bambino presenterà un grado di tensione molto minore. Infatti le barriere come tali hanno valenza negativa
(altrimenti non potrebbero funzionare allo scopo), ma un conto è trovarsi interamente circondati da valenze
negative, un altro conto è affrontare delle spine per cogliere una rosa.
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