CATARATTA CATARATTA La guida del paziente alla vuole essere un opuscolo sintetico ed allo stesso tempo esaustivo indirizzato ai pazienti affetti dalla cataratta che devono sottoporsi ad intervento chirurgico. Ho voluto rispondere alle più frequenti domande che i pazienti chiedono allo Specialista e nello stesso momento associare pochi concetti di anatomia, di fisiologia e qualche foto che renderanno più piacevole la lettura, anche ai loro parenti o a chiunque altro voglia sapere cosa è LA CATARATTA. DR. FABIO D’ARRIGO 1 CHE COSA È LA CATARATTA? L a cataratta è una fisiologica opacizzazione della lente naturale dell’occhio denominata Cristallino. Esso è posizionato tra la cornea e la retina, dietro la pupilla. Il cristallino ci permette di mettere a fuoco il mondo che ci circonda modificando il suo spessore a seconda se guardiamo oggetti più vicini o più lontani così come l’obiettivo di una macchina fotografica. Quando esso si opacizza le immagini non possono essere più trasmesse alla retina in maniera chiara. Ci sono molte credenze errate su tale patologia: la cataratta non può essere “contagiata” da un occhio all’altro; non si forma perché si “utilizza maggiormente la vista”; raramente si forma in “pochi mesi”, il più delle volte si sviluppa lentamente negli anni; non è un “tumore” e soprattutto non si diventa “ciechi” per la cataratta. Anatomia dell’occhio 2 CAUSE E SINTOMI E sistono diverse forme e molteplici possono essere le cause che la determinano, così come a qualsiasi età si può essere affetti da cataratta. La causa più comune è il fisiologico invecchiamento delle proteine che compongono il cristallino (CATARATTA SENILE), fenomeno paragonabile all’imbiancamento dei capelli o alla perdita del tono muscolare. Ricordiamo a tal proposito che sei persone su dieci oltre i sessant’anni sono affette da cataratta. Altre cause meno frequenti sono: • Traumi dell’occhio (CATARATTE TRAUMATICHE) • Infiammazioni interne all’occhio (uveiti) o alterazioni metaboliche dell’organismo (diabete, dislipidemie, ecc.) (CATARATTE SECONDARIE) • Ereditarietà o malattie dell’età gestazionale (CATARATTE CONGENITE) 3 CHE COSA È LA CATARATTA? Secondo la localizzazione dell’opacizzazione nel cristallino il paziente può accorgersi immediatamente o più tardivamente dell’inizio della cataratta. I sintomi più frequenti sono: • VISIONE OPACA SIMILE AD EFFETTO NEBBIA • VISIONE DOPPIA • RIDOTTA PERCEZIONE DELLA PROFONDITÀ • RIDOTTA PERCEZIONE DEI COLORI SPECIALMENTE DELLE TONALITÀ DEI BLU E DEI VIOLA • PRECARIA VISIONE NOTTURNA • MODIFICAZIONE PRECOCE DELLA PRESCRIZIONE DELLE LENTI A tal proposito i pazienti si lamentano di aver cambiato gli occhiali da poco e di non vedere egualmente! Sintomi di cataratta si possono anche ritrovare in situazioni come: incapacità di leggere caratteri più piccoli come le guide telefoniche o le etichette dei medicinali, difficoltà della visione in luoghi scarsamente illuminati, l’abbagliamento notturno provocato dai fari delle autovetture incrociate. Un altro sintomo di cataratta, opposto a quelli sopraddetti e che di solito è ben gradito dal paziente, è l’abbandono delle lenti da lettura. Infatti il processo catarattoso talvolta permette di leggere anche i caratteri più minuti senza l’ausilio delle lenti ma, contemporaneamente, determina una perdita del visus da lontano. 4 COSA FARE? S e sospettate di essere affetti da cataratta la prima cosa da fare è sottoporsi a visita specialistica nella quale con l’ausilio di uno strumento detto BIOMICROSCOPIO si metterà in evidenza la trasparenza del cristallino. Sarà inoltre molto importante controllare la pressione oculare ed il fondo oculare, meglio se con la pupilla dilatata: se la cataratta è l’unico problema che limita la funzionalità dell’occhio si hanno eccellenti probabilità di recuperare una totale capacità visiva. Talvolta invece, se lo specialista avesse il sospetto della presenza di altre patologie che potrebbero influenzare il risultato finale, oppure se la cataratta fosse talmente avanzata (CATARATTA BIANCA) si renderà necessario approfondire meglio l’esame del paziente con esami strumentali più complessi come l’ECOGRAFIA (valutazione del posizionamento della retina), l’esame OCT (Tomografia della retina), la FLUORANGIOGRAFIA (studio della circolazione vascolare della retina) o gli ESAMI ELETTROFUNZIONALI PEV ed ERG (valutazione della funzionalità del nervo ottico e della retina). Esame OCT Esame biomicroscopico 5 IL TRATTAMENTO DELLA CATARATTA I l trattamento della cataratta è fondamentalmente chirurgico. La cura con i colliri o più recentemente con pillole contro la formazione dei radicali liberi non sono trattamenti farmacologicamente certi ed il più delle volte vengono prescritti come tentativo di ritardare il processo catarattoso quando esso è allo stato iniziale. Un altro concetto molto importante da dover chiarire è che non è più necessario aspettare che la cataratta diventi oltremodo “matura” per essere operata. Anzi è vero l’opposto. Infatti con le più moderne tecniche la cataratta può essere asportata in qualsiasi momento il paziente lo voglia. Quando la cataratta causa diminuzione della vista tanto da compromettere il lavoro, gli hobbies o lo stile di vita del paziente è probabilmente ora di asportarla. 6 LA FACOEMULSIFICAZIONE I l trattamento chirurgico della cataratta è senza dubbio uno dei passi più moderni che la tecnica medica abbia compiuto. Infatti oggigiorno è possibile asportarla attraverso una apertura talmente piccola che non necessita di essere suturata. Tale tecnica è LA FACOEMULSIFICAZIONE che consiste nella frantumazione e successiva aspirazione del materiale catarattoso attraverso una piccola sonda, grande quanto la punta di un pennarello, che sfrutta il potere meccanico degli ultrasuoni. Questa sonda viene inserita dentro l’occhio attraverso un passaggio a “tunnel” dentro il tessuto oculare largo circa 2 mm che per le ridotte dimensioni e per le sue caratteristiche strutturali è autochiudente, cioè non sono necessari punti per il collabimento della ferita. Tuttavia in alcuni casi si decide comunque di apporre un punto di sutura alla fine dell’intervento per poter “ridurre” al massimo l’astigmatismo post-operatorio e quindi rendere il risultato finale dell’intervento quanto più soddisfacente possibile per il paziente. In definitiva i vantaggi della tecnica sono: • • • • Riabilitazione visiva più rapida Stabilità refrattiva più veloce Induzione di minore astigmatismo post-operatorio precoce Maggiore robustezza della chiusura e quindi maggiore sicurezza nell’effettuare interventi in day-hospital • Riduzione dell’infiammazione post-chirurgica 7 LA LENTE INTRAOCULARE U na volta asportato il cristallino catarattoso sarà necessario impiantare un cosiddetto cristallino artificiale o IOL. Tale cristallino non ha però le caratteristiche di quello naturale di poter cambiare il suo spessore permettendo quindi sia la visione del lontano che del vicino, ma soltanto di una delle due distanze. Per tale motivo nella maggioranza dei casi esso si calcola per poter svolgere la vita di relazione e cioé per la lontananza; per la lettura saranno necessarie delle lenti ausiliarie (lenti da presbiopia). Il calcolo della “gradazione” del cristallino viene fatto con uno strumento chiamato ECOBIOMETRO contestualmente alla visita specialistica. Tale apparecchio permette di misurare, grazie agli ultrasuoni, la lunghezza dell’occhio e quindi stabilire la “potenza” del cristallino da impiantare. IL CRISTALLINO ARTIFICIALE È INDISTRUTTIBILE E NON DOVRÀ MAI ESSERE SOSTITUITO O “PULITO”. 8 Lentina Intraoculare (IOL) La dimensione reale di una lentina paragonata ad un comune fermaglio di carta LE IOL PREMIUM L Il trend attuale nel campo della chirurgia della cataratta è abbinare all’intervento la correzione dei difetti refrattivi. In altri termini, si punta sempre di più ad una riabilitazione visiva COMPLETA. Questo è possibile grazie alle ultime innovazioni nel campo della costruzione delle IOL con la messa a punto di cristallini che riescono a correggere anche l’astigmatismo (IOL TORICHE) e soprattutto la presbiopia (IOL MULTIFOCALI). Con l’impianto di tali IOL quindi è possibile liberarsi non solo della visione velata che vi affligge ma anche, nella maggior parte della vostra giornata, dalla dipendenza degli occhiali a qualsiasi distanza (lontano, intermedio e vicino). Questi cristallini si comportano come delle comuni lenti progressive, ma a differenza di queste non occorre spostare lo sguardo dall’alto (visione per lontano) verso il basso (visione intermedia/vicino) ma creano, grazie ad una particolare costruzione della loro superfice a cerchi concentrici, una visione simultanea per lontano e per vicino. Sarà a questo punto il nostro cervello a utilizzare l’immagine che necessita in quel preciso momento sfruttando una funzione detta ACCOMODAZIONE CEREBRALE. È bene però ricordare che non tutti i pazienti possono usufruire di queste nuove tecnologie e solo dopo una visita accurata e un percorso diagnostico all’avanguardia, il vostro oculista potrà confermare il possibile impiego nel vostro caso. 9 LA FEMTOCATARACT FEMTOCATARACT FEMTOCATARACT FEMTOCATARACT E ’ indubbio che l’oftalmologia è una delle specialità mediche in cui l’evoluzione è costante e continua. Questa evoluzione ha portato oggi allo sviluppo di una nuovissima apparecchiatura che ci viene in supporto nella rimozione della cataratta rendendo l’intervento sempre più PRECISO e SICURO: il laser a FEMTOSECONDI. 10 I MA COS’È UN FEMTOLASER? l Femtolaser è un laser chirurgico per uso oftalmico in grado di realizzare precisissime resezioni (tagli) VAPORIZZANDO i tessuti. La denominazione deriva dal fatto che la durata dell’impulso è nell’ordine dei femtosecondi (1 femtosecondo = un miliardesimo di milionesimo di secondo!) Grazie ad una durata dell’impulso così breve, è possibile ottenere elevate potenze nei tessuti impiegando livelli di energia bassi con precisione elevatissima. La caratteristica fondamentale è di poter utilizzare un fascio laser assolutamente preciso e personabilizzabile in tutte quelle fasi chirurgiche in cui invece prima si utilizzava il bisturi o altri strumenti a mano libera. Quindi creare le incisioni inziali, con varie forme e su diversi piani e delle dimensioni progettate, realizzare la capsuloressi (prima incisione sul cristallino) perfettamente circolare e del diametro previsto e in asse con la struttura del bulbo, e addirittura frammentare il cristallino riducendo la manipolazione meccanica all’interno dell’occhio con un minor rischio per i tessuti, oltre che a realizzare incisioni nella cornea per compensare astigmatismi preesistenti. 11 Inoltre grazie ad un sofisticato sistema computerizzato integrato, il “VERION”, sarà possibile pianificare, in ambulatorio, tutte le fasi precedentemente descritte, fare la scelta della IOL ideale e addirittura compensare miopia, ipermetropia e astigmatismo preesistenti il tutto con una precisione nell’ordine dei Micron. Il laser entra in contatto con l’occhio per mezzo di un cono (docking) unico nel suo genere, che grazie ad una lente morbida si appoggia sull’occhio in maniera molto delicata adattandosi alla sua curvatura e permettendo la focalizzazione di ogni singolo impulso (SPOT) con una precisione assoluta. L’intervento, controllato attraverso uno schermo chirurgico con un video e con immagini istantanee dell’interno dell’occhio grazie ad un OCT integrato, consente il totale controllo della procedura chirurgica personalizzandola alle specifiche necessità morfologiche di ogni singolo paziente. In definitiva questo laser rappresenta una vera e propria ROBOTIZAZIONE dell’intervento di cataratta, un aiuto intelligente che garantisce risultati più precisi e riproducibili, importanti soprattutto nell’impiego delle IOL Premium. È altresì importante affermare che questa nuova procedura rappresenterà negli anni il naturale superamento delle tecniche che già pratichiamo perchè grazie al Femtocataract, standardizzando i vari tempi chirurgici e migliorando la procedura con un risparmio di energia ultrasonica rispetto ai facoemulsificatori tradizionali, saremo sempre più supportati nel garantire risultati refrattivi ottimali. In ultimo rimane da chiarire che questa tecnica chirurgica sarà praticabile solo dopo aver valutato ogni singolo caso poiché potrebbe non essere la miglior indicazione per la risoluzione della vostra patologia chirurgica. FEMTOCATARACT FEMTOCATARACT FEMTOCATARACT 12 L’INTERVENTO E L’ANESTESIA L ’intervento di cataratta, avendo una durata breve (circa quindici minuti), viene eseguito nel 95% dei casi in anestesia locale. Ciò significa che viene “addormentato” solo l’occhio ed il paziente sveglio dialoga con il chirurgo pur non percependo alcun dolore. Questo tipo di anestesia può essere fatta o infiltrando l’anestetico con un ago da insulina nella parte adiacente all’occhio da operare (anestesia parabulbare) o instillando delle semplici gocce (anestesia topica). Con la prima procedura il paziente avverte solo una piccolissima sensazione di puntura tale a quella di un insetto; con la seconda, che solo grazie all’avvento della facoemulsificazione può essere utilizzata, non avverte assolutamente nulla. Ciò ha degli indubbi vantaggi ma necessita di un’importante collaborazione del paziente. Infatti mentre nel primo tipo di anestesia (parabulbare) il paziente anche se volesse non ha la possibilità di muovere l’occhio, con l’anestesia topica il paziente conserva tutti i movimenti oculari quindi durante l’intervento è invitato a tenere fisso lo sguardo. E ntrambe queste metodiche consentono al paziente subito dopo l’intervento di alzarsi ed andare a casa. L’anestesia generale è riservata solo a casi particolari come piccoli pazienti o pazienti giovani e nei casi in cui non si può avere una collaborazione come nei casi di insufficienza mentale. 13 L’INTERVENTO IN AMBULATORIO P er quanto detto prima l’asportazione della cataratta con la tecnica della facoemulsificazione ed in anestesia locale consente l’esecuzione dell’intervento in regime ambulatoriale. Ciò significa che in un paio di ore il paziente è già a casa con il vantaggio di non dover rimanere in un ambiente certamente a lui poco familiare e soprattutto senza alcun rischio. Il paziente arriva presso il centro circa un’ora prima dell’intervento a digiuno e con dei comuni accertamenti ematologici di routine ed un esame ECG che ha provveduto preventivamente ad effettuare. Ha effettuato una terapia nei giorni precedenti con dei colliri ed il giorno stesso dell’intervento con l’antibiotico. Non necessita venire con particolari indumenti perchè non ci sarà il pernottamento. Una volta giunti l’infermiere inizierà ad instillare delle gocce che dilatano la pupilla; tali gocce verranno messe ogni quindici minuti per circa un’ora. Ottenuta la perfetta dilatazione il paziente viene accompagnato nella presala operatoria dove gli viene effettuata, se occore, l’anestesia locale. In questo caso seguirà un periodo di riposo di circa venti - trenta minuti che serve a far fare azione all’anestetico. La preparazione 14 Successivamente il paziente viene portato in sala operatoria dove rimarrà per circa venti minuti, tempo occorrente per la disinfezione e per l’intervento. Quindi il paziente uscirà dalla sala operatoria con un tampone applicato sull’occhio operato, e verrà accompagnato dai suoi parenti rimanendo per ancora venti-trenta minuti in osservazione, trascorsi i quali farà ritorno a casa. L’anestesia L’intervento è finito Durante l’intervento La dimissione 15 A CASA DOPO L’INTERVENTO G iunto a casa il paziente può effettuare una vita pressoché regolare; infatti potrà mangiare, camminare, leggere il giornale, vedere la televisione. Uniche raccomandazioni sono quelle di non sollevare oggetti pesanti, di non strofinare l’occhio e di non chinare la testa. Il giorno seguente verrà sbendato presso lo studio e da allora non porterà più la benda ma per uscire si dovrà munire di occhiali da sole ben coprenti e gli verrà data una conchiglia protettiva per la notte che dovrà essere utilizzata per circa due settimane dopo l’intervento. Il controllo il giorno dopo l’intervento 16 LA CATARATTA PEDIATRICA U n capitolo a parte merita la cataratta pediatrica che può essere presente già alla nascita (malattie infettive contratte dalla madre durante la gravidanza; malattie ereditarie) oppure svilupparsi in un secondo momento per un trauma o per una crescita anormale del cristallino. Anche per questo tipo di cataratta non esiste nessun trattamento con i farmaci ma solamente chirurgico. L’intervento è molto simile alla facoemulsificazione nell’adulto ma in realtà essendo il cristallino molto morbido viene aspirato da una piccola sonda senza alcun bisogno dell’ausilio di ultrasuoni. Differentemente però rispetto alla stessa patologia degli adulti l’intervento deve considerarsi necessario e urgente. Necessario perchè il processo della visione si viene a sviluppare solo nei primi mesi di vita, periodo durante il quale è indispensabile che il cervello riceva dagli occhi delle immagini quanto più nitide possibili. Urgente perchè l’opacità del cristallino potrebbe alterare questo sviluppo determinando una ipovisione (AMBLIOPIA) che risulta sempre più grave in maniera proporzionale all’età in cui viene effettuato l’intervento. La rimozione del cristallino opaco rappresenta però solo il primo passo del trattamento; è infatti fondamentale ottenere una correzione ottica adeguata che fornisca delle immagini ben focalizzate sulla retina per il motivo sopra descritto. 17 Tale correzione si ottiene: • CON OCCHIALI anche se è sempre meno frequente ed applicabile solo se il piccolo paziente ha subito un intervento in entrambi gli occhi. • CON LENTI A CONTATTO con i conseguenti problemi di tollerabilità legati sia ai materiali ma soprattutto alla piccola età dei pazienti. • CON LENTI INTRAOCULARI. Questo tipo di correzione è la scelta più utilizzata in considerazione del fatto che la qualità dell’immagine è senza dubbio migliore e permette un più rapido sviluppo della ripresa della vista. In ultimo è altresì importante sapere che per favorire la ripresa del visus è talvolta necessario associare la terapia occlusiva (BENDAGGIO) dell’occhio che vede meglio (indispensabile se la cataratta era monolaterale) per stimolare l’uso dell’occhio più debole. POSSIBILI COMPLICANZE DOVUTE ALL’INTERVENTO A nche se per quanto detto nel presente opuscolo l’intervento di cataratta con la tecnica della facoemulsificazione ha ridotto di moltissimo i rischi operatori tipici delle altre tecniche è giusto considerare anche le possibili complicanze legate a tale chirurgia. Per far ciò dobbiamo tenere presenti dei concetti di fondamentale importanza. 18 Scelta chirurgica elettiva. Oggigiorno l’asportazione della cataratta con la tecnica della facoemulsificazione con l’impianto del cristallino artificiale è la scelta chirurgica elettiva nella maggior parte dei casi. Alternativa alla chirurgia. A tutt’oggi non esiste alternativa alla chirurgia. L’unica scelta possibile è quella di continuare a vivere con lo stato attuale di visione. Possibili altre patologie secondarie. L’intervento di cataratta non preserva l’occhio da altre possibili patologie come possono essere il glaucoma o i problemi retinici. Il successo dell’intervento secondo le più recenti statistiche è del 95% dei casi, di contro le possibili complicanze sono intorno al restante 5%. Si devono però diversificare le complicanze minori dalle maggiori. Le complicanze minori, che sono nell’ordine del 4% dei casi, sono: • Occhio rosso o occhio secco per un certo periodo dopo l’intervento. Questa è la complicanza più frequente legata ad una temporanea modifica della secrezione lacrimale che può determinare anche una parziale ostruzione del canale lacrimale con epifora secondaria. • Temporanea visione doppia in caso permanga la cataratta nell’altro occhio. • Astigmatismo. Le complicanze maggiori (sotto l’1% dei casi) sono realmente assai rare e possono essere: • Infezioni (1 ogni 15.000). • Scompenso corneale che determina per un periodo più o meno lungo la perdita di trasparenza della cornea. • Rottura della capsula posteriore. Tale evenienza comporta il cambiamento della procedura operatoria con successivo allargamento della breccia chirurgica per continuare l’intervento e quindi necessità di apporre dei punti di sutura. • Problemi retinici come l’edema maculare che ritarda la ripresa visiva. • Aumento della pressione oculare che la maggior parte di volte è solo limitata nel tempo. • Emorragie (1 ogni 1.500). • Uveiti (processi infiammatori interni al globo oculare). • Dislocazioni della lentina intraoculare. In questi casi è necessario un nuovo intervento per riposizionarla. E comunque, seppur rare, possono essere trattate con scelte chirurgiche differenti e tenute sotto controllo sia durante l’intervento che dopo. Di contro coloro che subiscono quest’intervento godono successivamente di innumerevoli benefici (visione dei colori, possibilità di guidare la macchina, cucire, cucinare, utilizzare il computer, ecc.) che rendono la vita molto più agevole. 19 LA CATARATTA SECONDARIA D opo un certo periodo di tempo variabile da mesi ad anni si può formare una opacizzazione secondaria della capsula posteriore del cristallino sulla quale è appoggiata la lente intraoculare. Tale opacizzazione viene detta cataratta secondaria ed è asportabile senza dover essere sottoposti ad un nuovo intervento grazie all’ausilio di un laser. Tale apparecchiatura creerà una breccia nella capsula posteriore che non potrà più riformarsi. È da sottolineare che con l’avvento della facoemulsificazione è nettamente diminuita l’insorgenza di tale evenienza. Il raggio laser che perfora la cataratta secondaria 20