CAPITOLO 2 Le forze e il moto Applicando il secondo principio della dinamica al corpo in caduta su un piano verticale possiamo ricavare che la somma delle forze che agisce sul corpo P + N (forza peso + reazione vincolare) è uguale alla massa per l’accelerazione (ma). Da questo possiamo ricavare il rapporto a = g sin α (l’accelerazione è uguale a g per il seno dell’angolo d’inclinazione α). Inoltre N = mg cos α (La reazione vincolare è uguale alla forza peso per il coseno dell’angolo α). La forza centripeta è la forza necessaria a mantenere un corpo di massa m in movimento con una velocità v su una traiettoria circolare di raggio R. Applicando il secondo principio della dinamica sappiamo che F = ma, quindi Fc = ma (accelerazione centripeta) La forza centripeta non è un nuovo tipo di forza ma è il nome che si da alla forza che agisce verso il centro della traiettoria. CAPITOLO 3 Lavoro ed energia Esiste lavoro quando a fronte di una forza un corpo si sposta. Per calcolare il lavoro bisogna moltiplicare la l’intensità del vettore forza per l’intensità spostamento. L = Fs. Ma questa formula vale solo nel caso i due vettori forza e spostamento abbiano la stessa direzione. Se non hanno la stessa direzione bisogna prendere in considerazione l’angolo formato dai due vettori che chiameremo θ. La formula diventa L = Fs cos θ. L’unità di misura del lavoro è il joule J. Se il risultato del lavoro è positivo si dice lavoro motore, se è negativo si dice lavoro resistente. Il lavoro è pari a 0 quando la direzione del vettore forza è perpendicolare allo spostamento: poiché in quel caso il cos θ è uguale a 0. La potenza è la rapidità con cui una forza compie un lavoro: si calcola con la formula P = ∆L/∆t. Essendo L = Fs P = F∙∆s/∆t. Essendo ∆s/∆t = v ne deriva che P = F∙v. La potenza è indicata con il watt W. Per misurare la potenza di un motore si usano spesso i CV cavalli motore. 1 CV equivale a 735 W. Un corpo possiede energia quando è in grado di compiere un lavoro. L’energia cinetica di un corpo è il lavoro che esso compie quando si arresta. E = ½mv² se indichiamo con m la massa a con v la velocità di un corpo. Possiamo inoltre aggiungere che il lavoro è uguale alla variazione di energia cinetica da un momento iniziale a uno finale percui possiamo dire che L = ∆E. Il lavoro compiuto dalla forza peso su un corpo di massa m che cade da altezza h è uguale a L = mgh. Non importa quale sia la traiettoria del corpo in caduta, poiché anche se esso avesse una diversa traiettoria il lavoro della forza peso dipende solo dal punto di partenza al punto di arrivo. Tutte le forze che non dipendono dalla traiettoria del corpo ma solo dal punto di partenza e da quello di arrivo sono dette forze conservative. L’energia potenziale gravitazionale è il lavoro compiuto dalla forza peso per portare a terra un corpo. Deriva che la formula è U = mgh. Possiamo dire anche che il lavoro è uguale all’opposto della variazione di energia potenziale gravitazionale, pertanto scriveremo: L = -∆U. Prendendo L = ∆E e L = -∆U, possiamo dire anche che ∆E = -∆U; componendo le due variazioni di energia possiamo arrivare a dire che la somma delle energie finale e la somma delle energie iniziali sono uguali, percui la somma dell’azione di SOLE FORZE CONSERVATIVE rimane costante durante il moto. LA somma tra l’energia cinetica e energia potenziale gravitazionale è detta energia meccanica, e la frase precedente è il principio di conservazione dell’energia meccanica. © Federico Ferranti S.T.A. www.quartof.com