Teoria dei segnali Rappresentazione in frequenza Segnali a potenza media finita e conversione A/D Lezione 2: rappresentazione in frequenza Rappresentazione in frequenza Generalità Spettro di potenza e autocorrelazione Proprietà dello spettro di potenza Larghezza di banda Spettri mutui Medie temporali 2 © 2005 Politecnico di Torino 1 Teoria dei segnali Rappresentazione in frequenza Rappresentazione in frequenza generalità Introduzione La potenza media riassume le caratteristiche energetiche del segnale, quindi in ultima analisi porta informazione sulla distribuzione delle sue ampiezze Essa tuttavia non esaurisce le informazioni che servono per studiare un sistema di telecomunicazioni Infatti, esistono segnali che hanno la stessa potenza media ma caratteristiche (anche macroscopiche) molto differenti! 4 © 2005 Politecnico di Torino 2 Teoria dei segnali Rappresentazione in frequenza Introduzione Le differenze più evidenti riguardano la velocità di variazione temporale del segnale In questo esempio, ci sono evidenti differenze in questo senso tra x(t) e y(t), anche a parità di potenza media X(t) y(t) t t 5 Introduzione Si può verificare sperimentalmente che la velocità di variazione nel tempo del segnale ha un enorme impatto sulla qualità delle telecomunicazioni I canali di comunicazione convogliano i segnali con un’affidabilità fortemente dipendente dalla velocità di variazione temporale Da questo parametro dipendono l’attenuazione e la distorsione imposte dal canale fisico sul segnale che viene posto al suo ingresso 6 © 2005 Politecnico di Torino 3 Teoria dei segnali Rappresentazione in frequenza Introduzione Intuitivamente, associamo la velocità di variazione temporale alla larghezza di banda del segnale, e diciamo che “y(t) ha banda più larga di x(t)” Tuttavia questa affermazione va fondata dal punto di vista matematico È dunque necessario trovare modo di quantificare questa informazione; per questo ricorriamo all’analisi (o rappresentazione) in frequenza 7 Rappresentazione in frequenza Nel caso di segnali a energia finita, la funzione principale su cui si basa la rappresentazione in frequenza è la trasformata di Fourier: X(f ) = ∞ ∫ x (t ) e − j 2π ft dt −∞ 8 © 2005 Politecnico di Torino 4 Teoria dei segnali Rappresentazione in frequenza Rappresentazione in frequenza Tuttavia, le condizioni di esistenza della trasformata di Fourier prevedono che il segnale sia assolutamente sommabile: T /2 limT →∞ ∫ | x (τ ) | dτ < ∞ −T / 2 9 La rappresentazione in frequenza Questo in pratica significa che la trasformata di Fourier di segnali a potenza media finita generalmente non converge Quindi, in generale, non possiamo usare la trasformata di Fourier come strumento per l’analisi in frequenza di questi segnali È necessario trovare altri strumenti che ci permettano di individuare le caratteristiche salienti del segnale nel dominio della frequenza 10 © 2005 Politecnico di Torino 5 Teoria dei segnali Rappresentazione in frequenza La rappresentazione in frequenza Precisazione: la condizione enunciata è sufficiente ma non necessaria. Vedremo in seguito che, nel caso di segnali periodici, che non la soddisfano, la trasformata di Fourier esiste, seppure come distribuzione 11 Obiettivi Ricordiamo che i principali obiettivi dell’analisi in frequenza sono ridefinire il concetto di larghezza di banda per segnali a potenza media finita, associandolo a un ben preciso significato fisico (la velocità di variazione nel tempo) prevedere e misurare la distorsione di un segnale a potenza media finita qualora esso venga elaborato da un sistema lineare e stazionario (per esempio, il canale di comunicazione) 12 © 2005 Politecnico di Torino 6 Teoria dei segnali Rappresentazione in frequenza Invertibilità Nel caso di segnali a energia finita, la rappresentazione in frequenza tramite trasformata di Fourier gode della proprietà di essere invertibile Nell’identificazione di una nuova rappresentazione in frequenza per i segnali a potenza media finita, dovremo rinunciare al fatto che questa funzione sia invertibile, ovvero che dalla rappresentazione in frequenza sia possibile ricostruire esattamente x(t) 13 Procedimento Dobbiamo definire una funzione che esista per i segnali a potenza media finita, e che “svolga il ruolo” della trasformata di Fourier, la quale invece non converge Per fare ciò, possiamo ricordare che i segnali a supporto temporale limitato ammettono sempre trasformata di Fourier 14 © 2005 Politecnico di Torino 7 Teoria dei segnali Rappresentazione in frequenza Procedimento Inizieremo quindi limitando l’osservazione del segnale a potenza media finita ad un supporto temporale limitato Su questo segnale ausiliario (segnale troncato) definiremo le ben note rappresentazioni in frequenza Infine, proveremo a estendere le definizioni facendo tendere a infinito il supporto temporale con opportune normalizzazioni 15 Rappresentazione in frequenza spettro di potenza e autocorrelazione © 2005 Politecnico di Torino 8 Teoria dei segnali Rappresentazione in frequenza Segnale troncato Considerazione 1: il segnale a potenza media finita ha supporto illimitato Considerazione 2: i segnali a supporto temporale limitato sono a energia finita Idea: definiamo un segnale troncato xT (t ) = x(t) | t |≤ T / 2 0| t |> T / 2 17 Segnale troncato xT (t ) x (t ) T − 2 0 t T + 2 18 © 2005 Politecnico di Torino 9 Teoria dei segnali Rappresentazione in frequenza Segnale troncato Questo segnale: è identico a x(t) entro l’intervallo | t |≤ T ha energia finita E xT = T/2 ∫ /2 | x(τ ) |2 dτ < ∞ −T / 2 19 Energia del segnale troncato Notiamo come, se eseguiamo una operazione di limite per T →∞ l’energia del segnale troncato, normalizzata mediante 1/T, tende a coincidere con la potenza media del segnale x(t): 1 1 T /2 2 limT →∞ Ex T = limT →∞ | x ( τ ) | dτ = Px ∫ T T −T / 2 20 © 2005 Politecnico di Torino 10 Teoria dei segnali Rappresentazione in frequenza Energia del segnale troncato Di conseguenza, introducendo la normalizzazione 1/T e facendo tendere T a infinito, le considerazioni sull’energia del segnale troncato si possono trasferire sulla potenza media di x(t) 21 Periodogramma Valutiamo quindi la densità spettrale normalizzata di energia del segnale troncato: 1 S XT ( f ) = | X T ( f ) | 2 T dove XT ( f ) = T /2 ∫ x( u )e − j 2 π fu du −T / 2 è la trasformata di Fourier del segnale troncato 22 © 2005 Politecnico di Torino 11 Teoria dei segnali Rappresentazione in frequenza Periodogramma La funzione SxT(f) viene anche detta periodogramma Infatti, questa funzione può essere valutata per via numerica usando campioni misurati del segnale, e visualizzata L’eventuale presenza di componenti quasi sinusoidali (quindi, quasi periodiche) nei dati misurati è evidenziata sotto forma di picchi in questo diagramma, da cui il nome 23 Spettro di potenza Definiamo densità spettrale di potenza (o, per brevità, spettro di potenza) del segnale x(t) Gx ( f ) = limT →∞ S xT ( f ) = limT →∞ 1 | XT ( f ) |2 T Questa funzione è una buona candidata per la rappresentazione in frequenza di x(t) 24 © 2005 Politecnico di Torino 12 Teoria dei segnali Rappresentazione in frequenza Spettro di potenza Abbiamo definito uno spettro di potenza; tuttavia, è necessario che operiamo alcune verifiche per essere certi che questa funzione sia utile come rappresentazione in frequenza del segnale Infatti, essa deve soddisfare alcuni requisiti, che verificheremo, per potersi fregiare del nome di densità spettrale di potenza 25 Funzione di autocorrelazione Per poter eseguire le verifiche necessarie, dobbiamo prima introdurre la funzione di autocorrelazione, quale controparte temporale dello spettro di potenza Essa infatti è utile per dimostrare le proprietà dello spettro di potenza 26 © 2005 Politecnico di Torino 13 Teoria dei segnali Rappresentazione in frequenza Funzione di autocorrelazione Ricordiamo che, nel caso di segnali a energia finita, la densità spettrale di energia è la trasformata di Fourier della funzione di autocorrelazione Per analogia, definiamo quindi funzione di autocorrelazione del segnale a potenza media finita l’antitrasformata di Fourier della densità spettrale di potenza 27 Funzione di autocorrelazione Definizione di funzione di autocorrelazione per segnali a potenza media finita con spettro di potenza Gx(f): Φ x (τ ) = ∞ j 2π f τ G ( f ) e df = x ∫ −∞ = ∞ ∫ limT →∞ −∞ 1 | X T ( f ) |2 e j 2π f τ df T 28 © 2005 Politecnico di Torino 14 Teoria dei segnali Rappresentazione in frequenza Funzione di autocorrelazione Supponiamo di poter commutare gli operatori di integrale e di limite: ∞ 1 Φ x (τ ) = lim T→∞ ∫ X T ( f ) X T* ( f )e j 2π f τ df T −∞ Applicando il teorema di Parseval e notando che F −1[ X T* ( f )e j 2π f τ df ] = xT* (t − τ ) Otteniamo dopo alcuni passaggi 1 Φ x (τ ) = limT →∞ T T/2 ∫ x(t + τ ) x * (t )dt −T / 2 29 Funzione di autocorrelazione Possiamo notare le analogie formali tra questa funzione e l’analoga definita per i segnali a energia finita, di cui richiamiamo qui la definizione: Rx (τ ) = ∞ ∫ x(t + τ ) x * (t ) dt −∞ 30 © 2005 Politecnico di Torino 15 Teoria dei segnali Rappresentazione in frequenza Proprietà 1. Φ x (τ ) ha un massimo assoluto in τ = 0 2. Φ x (0) coincide con la potenza media di x(t): T /2 1 * Φ x (0) = limT →∞ x ( t ) x (t )dt =Px ∫ T −T / 2 31 Proprietà 3. Se x(t) è reale, Φ x (τ ) è reale e pari 4. Se x(t) è un segnale a valori complessi, allora Φ x (−τ ) = Φ x* (τ ) 32 © 2005 Politecnico di Torino 16 Teoria dei segnali Rappresentazione in frequenza Funzione di autocorrelazione Le dimostrazioni di queste proprietà sono molto semplici Esse comportano semplici cambi di variabile e considerazioni sul limite per T tendente a infinito Qui le omettiamo per brevità 33 Rappresentazione in frequenza proprietà dello spettro di potenza © 2005 Politecnico di Torino 17 Teoria dei segnali Rappresentazione in frequenza Proprietà dello spettro di potenza Vediamo finalmente se la funzione da noi definita come densità spettrale di potenza gode delle proprietà adeguate per potersi fregiare di questo nome Useremo anche la funzione di autocorrelazione per le nostre dimostrazioni 35 Proprietà dello spettro di potenza Proprietà 1 Gx(f) è una funzione reale maggiore o uguale a zero per qualunque valore di f Questo deriva direttamente dalla definizione: la densità spettrale di potenza è il limite del periodogramma, che è definito per mezzo di un’operatore di modulo quadro 36 © 2005 Politecnico di Torino 18 Teoria dei segnali Rappresentazione in frequenza Proprietà dello spettro di potenza Proprietà 2 Se il segnale x(t) è reale, la densità spettrale di potenza è una funzione reale e pari Dim. Se x(t) è reale, la sua funzione di autocorrelazione è reale e pari; quindi la trasformata di Fourier di un segnale reale e pari è ancora una funzione reale e pari 37 Proprietà dello spettro di potenza Proprietà 3 Per il significato stesso di densità spettrale di potenza, dev’essere ∞ ∫ G ( f )df = P x x −∞ Infatti, la densità di una certa grandezza fisica in un certo dominio dà la distribuzione di questa grandezza in funzione della variabile indipendente Integrando una densità su tutto il dominio, si ottiene la quantità totale (qui, la potenza media totale) 38 © 2005 Politecnico di Torino 19 Teoria dei segnali Rappresentazione in frequenza Proprietà dello spettro di potenza Dimostrazione della proprietà 3: −1 Φ x (τ ) = F [Gx( f )] = ∞ j 2π f τ G ( f ) e df x ∫ −∞ Φ x (0) = ∞ ∫ G ( f ) df = P x x −∞ 39 Proprietà dello spettro di potenza Proprietà 4 Supponiamo che il segnale x(t) venga posto all’ingresso di un filtro ideale a banda stretta, con funzione di trasferimento H(f) come riportato in figura: H(f ) 1 0 f0 − ∆ 2 f0 f0 + ∆ 2 f 40 © 2005 Politecnico di Torino 20 Teoria dei segnali Rappresentazione in frequenza Proprietà dello spettro di potenza Coerentemente con il concetto intuitivo di densità, la potenza del segnale y(t) in uscita da tale filtro dovrebbe potersi calcolare come fo +∆ / 2 Py = ∫ Gx ( f )df fo −∆ / 2 il che significa che, delle componenti in frequenza presenti in x(t), solamente quelle comprese nella banda passante di H(f) contribuiscono alla potenza del segnale di uscita y(t) 41 Spettro dei segnali filtrati Per dimostrare la proprietà 4, è necessario trovare un’espressione della densità spettrale di potenza del segnale y(t) all’uscita di un sistema LTI con funzione di trasferimento H(f) e risposta all’impulso h(t), al cui ingresso è posto il segnale a potenza media finita x(t) Sia quindi y(t ) = ∞ ∫ x(t − θ )h(θ )dθ −∞ 42 © 2005 Politecnico di Torino 21 Teoria dei segnali Rappresentazione in frequenza Spettro dei segnali filtrati Vediamo la funzione di autocorrelazione del segnale filtrato y(t): 1 Φ y (τ ) = limT →∞ T = lim T →∞ 1 T 1 = lim T →∞ T T/2 ∫ y ( t) y *(t − τ )dt = −T /2 T /2 ∞ ∞ ∫ ∫ ∫ x(t − θ )x (t −τ − θ * 1 2 ) h(θ1 )h* (θ2 )dθ1 dθ2 dt = −T / 2 −∞−∞ ∞ ∞ T/2 ∫ ∫ h(θ )h (θ ) ∫ * 1 2 −∞−∞ x(t − θ1 ) x * (t −τ − θ2 )dtdθ1dθ 2 −T /2 43 Spettro dei segnali filtrati Scambiando gli integrali con il limite, e con opportuni cambiamenti di variabile, otteniamo Φ y (τ ) = ∞ ∞ ∫ ∫ h(θ )h (θ * 1 2 )Φ x (τ − θ1 + θ2 ) dθ1 dθ2 −∞−∞ = h(τ ) ∗ h* ( −τ ) ∗ Φ x (τ ) 44 © 2005 Politecnico di Torino 22 Teoria dei segnali Rappresentazione in frequenza Spettro dei segnali filtrati A questo punto la densità spettrale di potenza del segnale filtrato y(t) si ottiene operando una semplice trasformazione di Fourier: Gy ( f ) = F [Φ y (τ )] = F [h(τ ) ∗ h* ( −τ ) ∗Φ x (τ )] = = H ( f ) H * ( f )Gx ( f ) = Gx ( f ) | H ( f ) |2 45 Spettro dei segnali filtrati La funzione | H ( f ) |2 opera come funzione peso sulla distribuzione di potenza dell’ingresso per dare la distribuzione di potenza dell’uscita Gx(f) f |H(f)|2 Gy(f) f f © 2005 Politecnico di Torino 46 23 Teoria dei segnali Rappresentazione in frequenza Verifica della proprietà 4 Possiamo ora applicare questo importante risultato generale al caso in cui H(f) sia un filtro a banda stretta La potenza di y(t) si calcola integrando la corrispondente densità spettrale di potenza: Py = ∞ ∞ ∫ G ( f )df = ∫ G ( f ) | H ( f ) | 2 y −∞ x −∞ df = f0 +∆ / 2 ∫ Gx ( f )df f0 −∆ / 2 che è il risultato che si voleva dimostrare 47 Di conseguenza…. Viste tutte le considerazioni fatte finora, siamo convinti che la densità spettrale di potenza sia la funzione giusta per dare informazioni sul segnale, nel dominio della frequenza Infatti, essa: è una funzione reale e positiva integrata su tutto il dominio f, dà la potenza media del segnale integrata su un intervallo dell’asse f, dà la potenza media associata alle componenti spettrali del segnale che cadono in tale intervallo 48 © 2005 Politecnico di Torino 24 Teoria dei segnali Rappresentazione in frequenza Di conseguenza…. Rispetto alla trasformata di Fourier, questo strumento ha un difetto: non è invertibile Infatti, effettuando la trasformata di Fourier inversa su Gx(f), troviamo la funzione di autocorrelazione di x(t) e non x(t) stesso Questo tuttavia non limita l’utilità di Gx(f) come strumento di analisi del segnale 49 Rappresentazione in frequenza larghezza di banda © 2005 Politecnico di Torino 25 Teoria dei segnali Rappresentazione in frequenza Considerazioni fisiche Cerchiamo un’interpretazione fisica della funzione di autocorrelazione Nota importante: per quanto il nome sia lo stesso, questa funzione è matematicamente diversa dalla sua omologa definita per i segnali a energia finita Tuttavia questa funzione gode di proprietà strettamente simili a quelle dell’analoga funzione definita per segnali a energia finita 51 Considerazioni fisiche Consideriamo un segnale a potenza media finita x(t), per semplicità a valori reali, e la sua versione traslata x(t − τ ), come in figura Esprimiamo la differenza tra questi due segnali: ∆(t ,τ ) = x (t ) − x(t − τ ) 52 © 2005 Politecnico di Torino 26 Teoria dei segnali Rappresentazione in frequenza Considerazioni fisiche x( t − τ ) x (t ) t 0 τ 53 Considerazioni fisiche Calcoliamo la potenza media del segnale differenza: T /2 P∆ (τ ) = lim 1 T →∞ T ∫ | x(t ) − x(t − τ ) |2 dt = −T / 2 T /2 = lim 1 T →∞ T ∫ T /2 | x(t) | dt + lim 2 − T /2 1 T →∞ T ∫ | x(t −τ ) |2 dt + −T / 2 T /2 −2lim 1 T →∞ T ∫ x( t )x (t − τ )dt = 2[Px − Φ x (τ )] −T / 2 54 © 2005 Politecnico di Torino 27 Teoria dei segnali Rappresentazione in frequenza Considerazioni fisiche Supponiamo ora di avere due segnali; x1(t) ha variazioni lente, mentre x2(t) ha variazioni relativamente più veloci I due segnali hanno la stessa potenza media Chiaramente, a parità di ritardo t , il segnale differenza ∆1 (t, τ ) = x1 (t) − x1 (t − τ ) avrà potenza inferiore rispetto al corrispondente segnale differenza ∆ 2 (t ,τ ) = x2 (t ) − x2( t − τ ) 55 Considerazioni fisiche Questo è dovuto al fatto che, se il primo segnale ha variazioni più lente rispetto al secondo, a parità di traslazione le sue versioni diretta e traslata saranno maggiormente simili tra loro, dando luogo a un segnale differenza di minore ampiezza Di conseguenza, a parità di τ , avremo che Φ x1 (τ ) > Φ x2 (τ ) 56 © 2005 Politecnico di Torino 28 Teoria dei segnali Rappresentazione in frequenza Considerazioni fisiche Un segnale a variazione rapida ha una funzione di autocorrelazione molto concentrata intorno all’origine, mentre un segnale a variazione lenta ha una funzione di autocorrelazione più larga Di conseguenza un segnale a variazione rapida ha una densità spettrale di potenza più larga rispetto a un segnale a variazione lenta, ovvero è a banda più larga 57 Considerazioni fisiche Autocorrelazione di due segnali con stessa potenza media e relativi spettri di potenza Gx1(f) Px1 φx1(τ ) φx1(τ 0 ) −τ0 Px2 = Px1 −τ0 © 2005 Politecnico di Torino τ0 τ φx2 (τ ) φx2 (τ 0 ) < φx1 (τ 0 ) τ0 τ f Gx2(f) f 58 29 Teoria dei segnali Rappresentazione in frequenza Larghezza di banda Da questa discussione emerge che la larghezza della densità spettrale di potenza è legata alla rapidità di variazione del segnale Questo è analogo a quanto si può constatare lavorando con lo spettro di ampiezza, qualora il segnale ammetta trasformata di Fourier 59 Larghezza di banda Di conseguenza, possiamo usare la funzione densità spettrale di potenza per misurare la larghezza di banda di un segnale a potenza media finita Si applicano le stesse definizioni già viste discutendo lo spettro di ampiezza: banda assoluta banda a 3dB banda al Q% … 60 © 2005 Politecnico di Torino 30 Teoria dei segnali Rappresentazione in frequenza Larghezza di banda Nell’esempio, la banda a 3dB di x1(t) è minore di quella di x2(t) G (f) G x1 (0) x1 1 Gx1 (0 ) 2 f Bx1 Gx2(f) 1 Gx (0) 2 2 Gx2 (0) f B x2 > Bx1 61 Rappresentazione in frequenza spettri mutui © 2005 Politecnico di Torino 31 Teoria dei segnali Rappresentazione in frequenza Spettro di potenza mutuo Si abbiano due segnali a potenza media finita x(t) e y(t) Definiamo spettro di potenza mutuo di questi due segnali Gxy ( f ) = limT →∞ X T ( f )YT * ( f ) T 63 Spettro di potenza mutuo dove e xT (t) = X T ( f ) = F [ xT (t )] YT ( f ) = F[ yT (t )] x(t) | t |≤ T / 2 0 | t |> T / 2 yT (t ) = y(t) | t |≤ T / 2 0 | t |> T / 2 sono le versioni troncate dei segnali x(t) e y(t) rispettivamente Nota: non è detto che lo spettro mutuo sia una funzione reale e positiva 64 © 2005 Politecnico di Torino 32 Teoria dei segnali Rappresentazione in frequenza Funzione di mutua correlazione Si può dimostrare che l’antitrasformata di Fourier dello spettro mutuo, che chiameremo funzione di mutua correlazione, si può esprimere come Φ xy ( f ) = lim 1 T →∞ T T/2 ∫ x ( t) y *(t − τ )dt −T / 2 65 Periodogramma mutuo X T ( f )YT * ( f ) T è chiamata periodogramma mutuo Scambiando i due segnali possiamo analogamente definire YT ( f ) X T * ( f ) G yx ( f ) = limT →∞ T La quantità T/2 1 Φ yx (τ ) = limT →∞ y ( t ) x *(t − τ )dt T −T∫/ 2 G yx ( f ) = F[ Φ yx (τ )] 66 © 2005 Politecnico di Torino 33 Teoria dei segnali Rappresentazione in frequenza Un caso particolare y(t) sia l’uscita di un sistema LTI con risposta all’impulso h(t), al cui ingresso è posto x(t) In questo caso, la funzione di mutua correlazione tra y(t) e x(t) vale: T /2 ∞ 1 Φ yx (τ ) = limT →∞ x(t − ϑ )h (ϑ ) x* (t − τ )dϑ dτ = ∫ ∫ T −T / 2 −∞ = ∞ ∫Φ x (τ − ϑ)h (ϑ ) dϑ = Φ x (τ ) ∗ h(τ ) −∞ 67 Un caso particolare Lo spettro mutuo di potenza tra y(t) e x(t) vale: G yx ( f ) = Gx ( f ) H( f ) Esso contiene un contributo dovuto all’ingresso, e uno dovuto al sistema, che determina lo scambio di potenza tra ingresso e uscita 68 © 2005 Politecnico di Torino 34 Teoria dei segnali Rappresentazione in frequenza Rappresentazione in frequenza medie temporali Medie temporali Le medie temporali sono una classe di operatori applicabili ai segnali a potenza media finita Dato un segnale a potenza media finita x(t) e una generica funzione g[·], la media temporale di g applicata a x(t) è definita come 1 < g [x( t )] >= limT →∞ T −T / 2 ∫ g[ x(τ )]dτ −T / 2 70 © 2005 Politecnico di Torino 35 Teoria dei segnali Rappresentazione in frequenza Alcune medie temporali La potenza media è una media temporale con g[x (t )] =| x(t) | 2 La funzione di autocorrelazione è una media temporale con g[ x (t )] = x(t + τ ) x* (t ) 71 Proprietà delle medie temporali In generale, una media temporale non dipende più dal tempo t, in quanto è frutto di un’integrazione rispetto alla variabile t Una media temporale può dipendere da una variabile che dimensionalmente rappresenta un tempo Questo è il caso della variabile t dell’autocorrelazione, che fisicamente rappresenta un ritardo 72 © 2005 Politecnico di Torino 36 Teoria dei segnali Rappresentazione in frequenza Altre medie temporali Il “valor medio” del segnale è una media temporale con g[x(t)] = x(t): −T / 2 1 µ x =< x(t ) >= limT →∞ x(τ )dτ T − T∫/ 2 Esso rappresenta la componente continua eventualmente presente nel segnale. Per esempio, il valor medio di x(t ) = K + cos(2π f 0t ) vale µx=K 73 Altre medie temporali Lo “scarto quadratico medio” del segnale è una media temporale con g[x(t)] = |x(t)-µx|2: −T / 2 1 S x =<| x(t ) − µ x | >= lim T →∞ | x(τ ) − µ x |2 dτ ∫ T −T / 2 2 Esso rappresenta la potenza della parte variabile di x(t), ovvero di x(t) depurato dal proprio valor medio. Vale la seguente relazione: Px = S x+ | µ x |2 74 © 2005 Politecnico di Torino 37 Teoria dei segnali Rappresentazione in frequenza Altre medie temporali La potenza media del segnale è quindi la somma della potenza della parte variabile (scarto quadratico medio) e della potenza della componente continua (modulo quadro del valor medio) Px = S x + | µ x |2 75 Relazioni utili Un segnale a potenza media finita x(t) si può sempre scomporre nella somma del proprio valore medio e di un segnale a valor medio nullo: x(t) = µx + x0 (t ) con µx = <x(t)> 76 © 2005 Politecnico di Torino 38 Teoria dei segnali Rappresentazione in frequenza Relazioni utili Riassumiamo alcune relazioni notevoli: < x0 (t ) >= 0 Px0 = S x Px = Px0 + | µ x |2 Φ x (τ ) = Φ x0 (τ ) + | µ x |2 Gx ( f ) = Gx0 ( f )+ | µ x | 2 δ ( f ) 77 Relazioni utili Notiamo come, se il segnale x(t) ha valor medio non nullo, la sua densità spettrale di potenza ha una delta in f=0 Infatti la componente continua si può interpretare come una componente periodica di periodo infinito, quindi frequenza nulla 78 © 2005 Politecnico di Torino 39 Teoria dei segnali Rappresentazione in frequenza Riepilogo (1/3) I segnali a potenza media finita non ammettono trasformata di Fourier Per la loro rappresentazione in frequenza usiamo la funzione densità spettrale di potenza Gx(f) Questa funzione è la trasformata di Fourier della funzione di autocorrelazione 79 Riepilogo (2/3) La larghezza di Gx(f) porta informazione sulla velocità di variazione nel tempo del segnale x(t), pertanto è utile per effettuare misurazioni di larghezza di banda Nel caso il segnale x(t) venga elaborato da un sistema LTI con funzione di trasferimento H(f), la semplice relazione Gy(f) = Gx(f) |H(f)|2 ci permette di fare analisi in frequenza del segnale di uscita 80 © 2005 Politecnico di Torino 40 Teoria dei segnali Rappresentazione in frequenza Riepilogo (3/3) La rappresentazione in frequenza mediante Gx(f) non è invertibile, ma questo non diminuisce il valore dello strumento di analisi Abbiamo visto come sia la potenza media sia l’autocorrelazione si possano interpretare come medie temporali La componente continua del segnale è a sua volta una media temporale; essa comporta la presenza di una distribuzione delta di Dirac nello spettro di potenza, centrata in f=0 81 © 2005 Politecnico di Torino 41