TEORIE E MODELLI DELL’APPRENDIMENTO Prospettive sulla formazione degli adulti all’inizio del nuovo millennio PROSPETTIVA STORICA • La formazione degli adulti nel mondo premoderno • La formazione degli adulti nel mondo moderno: privilegiata la pedagogia PROSPETTIVA STORICA • Prime esperienze di formazione di massa nel Settecento e nell’Ottocento • La funzione dell’esercito, dell’educazione nazionale, dei partiti politici • Nazionalizzazione delle masse • Addestramento industriale: lo sviluppo tecnologico PROSPETTIVA STORICA • In linea tendenziale: il problema educativo si pone maggiormente in Europa • Il problema addestrativo si pone maggiormente in USA • Nascita della distinzione fra formazione e addestramento: oggi superata, ancora in uso venti anni fa anche presso l’ILO… E’ STRATEGICO PENSARE LA FORMAZIONE • Turbocapitalismo • Competitività generalizzata • Accelerazione della vita economica nel tempo e nello spazio LIFELONG & LIFEWIDE LEARNING LA PROSPETTIVA TEORICA UTILIZZATA NEL MODULO: L’ANDRAGOGIA • Alexander Kapp, 1833 • Johann Friedrich Herbart • Eugen Rosenstock, accademia del lavoro di Francoforte, 1921 • Heinrich Hanselmann, svizzero, 1951 • Franz Poggeler, 1957 • Ogrizovic, Samolocev, Filipovic, Savicevic (Zagabria, Belgrado, Budapest e Debrecen, anni Cinquanta) • MALCOM KNOWLES, USA, 1970 METODO • Distinzione fra teoria dell’apprendimento e teoria dell’insegnamento • Distinzione fra teoria dell’insegnamento e strutturazione degli interventi formativi • Verso una combinazione dei vari approcci in una metodologia formativa integrata a forte valenza organizzativa CHE COSA E’ UNA TEORIA? Una teoria è un sistema esauriente, conseguente e internamente coerente di idee riguardo ad una serie di fenomeni (Knowles). • Verità e nominalismo delle teorie: modelli e paradigmi. Il dibattito epistemologico • Ma: non c’è niente di più pratico di una buona teoria • Si conosce ciò che si sperimenta coscientemente A CHI SERVE UNA TEORIA? Pensate: • All’imprenditore o all’executive • Al responsabile della formazione interna • Ai formatori • Ai consulenti DEVONO TUTTI AFFRONTARE PER RAGIONI PRATICHE PROBLEMI “TEORICI” CHE COS’E’ L’APPRENDIMENTO? • • • • • Apprendimento come processo Apprendimento come prodotto Apprendimento come funzione Apprendimento programmato Apprendimento come crescita spontanea L’APPRENDIMENTO: SKINNER e i suoi seguaci • Modellamento e controllo • La versione moderata ed evoluta della teoria behaviorista di Bruner • Sottovalutazione degli aspetti emotivi, attenzione solo alle componenti extrapsichiche, equiparazione di simbolismo e verbalizzazione, solo concettualizzazione e non invenzione (Jones) L’APPRENDIMENTO LA PSICOLOGIA UMANISTICA: CARL ROGERS • • • • • • Apprendimento come coinvolgimento personale Parte dall’interno È totalizzante Viene valutato dal discente La sua essenza è il significato “On Personal Power” (1977): valore del potere personale per la psicoterapia, per l’educazione curricolare e per l’evoluzione democratica della società L’APPRENDIMENTO LA PSICOLOGIA UMANISTICA: MASLOW E DISCEPOLI • Bisogni di sicurezza e di difesa + bisogni di sviluppo del Sé • Apprendimento autonomo • Vari ambiti del processo di apprendimento: abilità motorie comunicazione verbale abilità intellettuali strategie cognitive atteggiamenti L’APPRENDIMENTO LA PSICOLOGIA UMANISTICA • • • • • Distinzione fra istruzione e apprendimento Scuola di Palo Alto Bateson: “Steps on Ecology of Mind” Watzlawick e i due tipi di cambiamento Grinder e Bandler: programmazione neurolinguistica (PNL) • Pragmatica delle relazioni umane • L’importazione e l’ibridazione delle dottrine orientali TEORIE DELL’APPRENDIMENTO Una possibile classificazione: • Teorie meccaniciste • Teorie organiciste Sono implicate due rappresentazioni dell’uomo e del suo sviluppo: • La metafora della macchina • La metafora dell’organismo TEORIE MECCANICISTE DELL’APPRENDIMENTO • Connessionismo (stimolo Æ risposta): Thorndike • Condizionamento: Skinner, Pavlov • Comportamentismo nelle sue varie versioni: Watson, Guthrie, Skinner • Teoria dell’informazione (alcune correnti) • Neuroscienze (alcune correnti) TEORIE ORGANICISTE DELL’APPRENDIMENTO • Dewey e discepoli: funzionalismo • Tolman: comportamentismo intenzionale centrato sull’apprendimento del processo • Gestalt (Wertheimer, Koffka e Kohler) • Kurt Lewin e la teoria del campo • Combs e Snygg: fenomenologia • Piaget e Bruner (simboli, operazioni mentali concrete e riflessione concettuale TEORIE ORGANICISTE DELL’APPRENDIMENTO • Freud e discepoli • Erikson e la teoria epigenetica (soma, psiche, ethos) • Maslow e la gerarchia dei bisogni • Levinson e la teoria della transizione • Jarvis e l’experiential learning (non apprendimento, apprendimento non riflessivo, apprendimento riflessivo) TEORIE ORGANICISTE DELL’APPRENDIMENTO • La quinta disciplina (Senge) • La Knowledge Creation (Nonaka e Takeuchi) e la teoria dei varii stadi della conoscenza • Le imprese come culture (Morgan, Gagliardi) • La teoria sociale dell’informazione (Le Coadic) • L’apprendimento riflessivo (Schön) • La teoria dello sviluppo organizzativo (Schein) • Autopoiesi e cognizione (Varela e Maturana) • Liberation management, empowerment, entrapreneuring, ecc. QUESTIONI DI FONDO • • • • Ma chi è l’adulto? Quando e come si diventa adulti? L’adulto apprende come il bambino? All’adulto si può insegnare come ad un bambino? ANDRAGOGIA • Eduard C. Lindeman, The Meaning of Adult Education, 1926 • Edward Thornidke, Adult Learning, 1928; Adult Interests, 1935 • Herbert Sorenson, Adult Abilities, 1938 Presa di coscienza che non si può insegnare agli adulti come ai bambini: dalla pedagogia all’andragogia ANDRAGOGIA • Situazioni e non materie • Situazioni che richiedono processi di adattamento • Centralità dell’esperienza del discente • Riflessione autonoma e non autoritarismo • Personalizzazione • Autocoscienza e valorizzazione dell’esperienza ANDRAGOGIA • • • • Motivazione: bisogno di apprendimento Centratura sulla vita reale Metodologie didattiche esperienziali Docente come facilitatore, coach, coadiutore del processo di appredimento • Retroazione sull’istruzione scolastica ANDRAGOGIA “A rischio di sembrare irragionevole, oserei dire che l’obiettivo finale della Nuova Istruzione è …il graduale instaurarsi di uno stato di cose in cui guadagnarsi il pane e salvarsi l’anima, invece di essere, come ora, delle operazioni separate e spesso contrapposte, diventeranno un’operazione sola e continua” (Lawrence P. Jacks, Oxford 1929) ANDRAGOGIA “Il dato attualmente più significativo della vita industriale e professionale americana è la regolare trasformazione dell’industria e delle attività professionali in istituzioni formative. Sembra che gli americani si stiano rendendo conto che il loro maggiore successo materiale dipende dal grado in cui ogni lavoratore trova la giusta opportunità di autoformazione sul lavoro. (Charles R. Mann, Washington D.C., 1929) ANDRAGOGIA: l’adulto Erikson: • Adulto è generatività contro stagnazione Maslow: • Soddisfacimento dei bisogni primari • Soddisfacimento dei bisogni di autorealizzazione • Scelte consapevoli ANDRAGOGIA: l’adulto Rogers: • Si può solo facilitare l’apprendimento • Si apprende solo ciò che mantiene e sviluppa la struttura del Sé • Si tende a resistere a ciò che minaccia l’organizzazione del Sé • Situazione formativa ideale: niente minaccia, solo opportunità per il Sé in un campo differenziato ANDRAGOGIA: l’adulto Rogers: • “l’organismo ha una sola tendenza e un solo impegno fondamentali – realizzare conservare ed accrescere l’organismo che fa esperienza” • “l’individuo sembra più contento di un processo che di un prodotto” ANDRAGOGIA: LA TEORIA DELL’APPRENDIMENTO Knowles: • Il bisogno di conoscere • Il concetto di sé del discepolo • Il ruolo dell’esperienza • La disponibilità ad apprendere • L’orientamento verso l’apprendimento • La motivazione ANDRAGOGIA: LA TEORIA DELL’APPRENDIMENTO IL BISOGNO DI CONOSCERE • Gli adulti hanno l’esigenza di capire perché bisogna apprendere qualcosa prima di intraprenderne l’apprendimento • Primo compito del facilitatore dell’apprendimento: aiutare i discenti a prendere coscienza del bisogno di apprendere ANDRAGOGIA: LA TEORIA DELL’APPRENDIMENTO IL CONCETTO DI SE’ DEL DISCENTE • Gli adulti hanno un certo concetto di sé e si percepiscono come decisori autonomi • Nella formazione, tendono a ritornare alla dipendenza dell’età scolastica: “insegnatemi” • Va incoraggiata e sviluppata l’autonomia, come nella vita “reale” ANDRAGOGIA: LA TEORIA DELL’APPRENDIMENTO IL RUOLO DELL’ESPERIENZA DEL DISCENTE • L’adulto ha più esperienza del giovane • Processo di apprendimento basato sulla pratica • L’esperienza genera conoscenza ma anche possibili rigidità e resistenze • Aiutare a superare queste difficoltà con strategie appropriate: l’esperienza tende a diventare l’identità personale ANDRAGOGIA: LA TEORIA DELL’APPRENDIMENTO • • • • DISPONIBILITA’ AD APPRENDERE Nell’adulto, è legata al bisogno Spesso il bisogno è legato a svolte evolutive, personali o ambientali Se si aspetta che le persone sbattano la faccia contro il bisogno, si va a rimorchio Strategie di sensibilizzazione per poter giocare – in parte – d’anticipo ANDRAGOGIA: LA TEORIA DELL’APPRENDIMENTO ORIENTAMENTO VERSO L’APPRENDIMENTO • Centrato non sulle materie, ma sulla vita reale • La velocità e la qualità dell’apprendimento è strettamente connessa al collegamento con la realtà • Strategie per connettere i contenuti didattici con la situazione di vita concreta delle persone • Il senso vero del follow-up ANDRAGOGIA: LA TEORIA DELL’APPRENDIMENTO MOTIVAZIONE • Gli adulti rispondono bene alle motivazioni di carattere materiale MA • “Le motivazioni più potenti sono le pressioni interne (il desiderio di una maggiore soddisfazione nella vita, l’autostima, la qualità della vita e simili)” E’ un fatto confermato da ricerche empiriche anche recenti sulla motivazione del personale. La motivazione economica ha effetti circoscritti nel tempo e nello spazio. TEORIE DELL’INSEGNAMENTO: PROPOSIZIONI PRATICHE Dal modello S-R: 1) il discente attivo 2) La ripetizione frequente 3) Il rinforzo 4) Generalizzazione e discriminazione 5) Verso la novità comportamentale (modeling) 6) Stimoli 7) Manifestazione di conflitti e frustrazioni TEORIE DELL’INSEGNAMENTO: PROPOSIZIONI PRATICHE Dalla prospettiva cognitiva: 1) Caratteristiche percettive 2) Organizzazione delle conoscenze da insiemi semplificati a insiemi complessi 3) Relatività culturale dell’apprendimento 4) Feedback cognitivo 5) Definizione degli obiettivi 6) Pensiero divergente e pensiero convergente (tecniche) TEORIE DELL’INSEGNAMENTO: PROPOSIZIONI PRATICHE Dalle teorie della motivazione e della personalità: 1) Ruolo delle capacità individuali 2) Ruolo dello sviluppo post-natale 3) Relatività culturale 4) Livello di ansia 5) Esiti motivazionali differenti della stessa situazione 6) Rilevanza delle motivazioni e dei valori individuali 7) Atmosfera di gruppo TEORIE DELL’INSEGNAMENTO • Skinner e la tecnologia dell’insegnamento: tipica estrapolazione dagli esperimenti sugli animali e sui bambini (!) • Teoria della Gestalt: otto tipi di apprendimento (per segnali, per S-R, concatenazioni, associazione verbale, discriminazione multipla, apprendimento di concetti, apprendimento di principi, problem solving) TEORIE DELL’INSEGNAMENTO 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) 8) Presentare lo stimolo Dirigere l’attenzione Fornire un modello di risultato finale Fornire dei suggerimenti esterni Guidare la direzione del pensiero Indurre il trasferimento delle conoscenze Valutare i risultati dell’apprendimento Fornire un feedback TEORIE DELL’INSEGNAMENTO Rogers: l’insegnante come facilitatore aiuta a: 1) Creare il clima 2) Chiarire gli scopi 3) Scoprire le motivazioni individuali 4) Modulare la gamma delle modalità di apprendimento 5) Si considera una risorsa del gruppo TEORIE DELL’INSEGNAMENTO E ancora: 1) Segue la componente cognitiva E quella emotiva 2) Lavora e si esprime come un componente del gruppo 3) Tende alla condivisione 4) Cerca di facilitare l’espressione di sentimenti profondi 5) Accetta i propri limiti Sullo sfondo: DEWEY TEORIE DELL’INSEGNAMENTO Il metodo della ricerca: 1) Il docente non dice quello che gli studenti dovrebbero sapere 2) Modalità base: porre domande 3) Pluralità delle risposte 4) Privilegiata l’interazione studente-studente 5) Non riepiloga 6) Sviluppa il lavoro partendo dalle risposte degli studenti 7) Misura il successo sulla base dei cambiamenti comportamentali SERVONO TUTTE! Modello s-r Utile sulle singole attività Prospettiva cognitiva Per l’organizzazione della sequenza e dei contenuti Motivazione e personalità Aspetti psichici individuali e collettivi Gestalt Utile sul complesso delle attività Rogers E’ la base per gestire la sequenza insegnamento frontale Æ action learning Æ supporto e consulenza allo sviluppo Metodo della ricerca Dalla lezione al gruppo di lavoro Teoria del cambiamento Strategia della conoscenza nelle organizzazioni UNO SCHEMA CONCETTUALE IMMAGINE DELL’UOMO MODI DI ESSERE INDIVIDUALI MODI DI ESSERE COLLETTIVI APPRENDIMENTO NELLE ORGANIZZAZIONI APPRENDIMENTO INDIVIDUALE FORMAZIONE