www.manduriaoggi.it 28.03.2015 Scattata l’operazione squalo elefante, progetto internazionale di ricerca e conservazione Sono tornati in Puglia anche quest’anno gli squali elefante, giganti di 8-9 metri di lunghezza totalmente innocui, dato che si cibano solo di plancton. Dopo sporadici avvistamenti in gennaio, pochi giorni fa gli uomini della Guardia Costiera di Gallipoli hanno avvistato due esemplari nuotare placidamente in superficie a Santa Maria di Leuca e a Porto Cesareo. I militari hanno avvisato “in tempo reale”, direttamente dalla motovedetta, le responsabili dell’Operazione Squalo Elefante, un progetto internazionale di ricerca e conservazione su questa specie, rara e a rischio estinzione. Dalla prima segnalazione è scattata subito l’Operazione Squalo Elefante. Le due ricercatrici Eleonora de Sabata e Simona Clò, in missione da Roma, hanno infatti iniziato a pattugliare la costa ionica, con l’obiettivo di marcare gli squali con trasmettitori satellitari per seguirli nelle loro migrazioni annuali. Il progetto ha infatti accertato come la Puglia, insieme alla Sardegna, sia l’unico luogo conosciuto in Mediterraneo dov’è possibile osservare con regolarità questa specie. “Gli squali elefante, o cetorini, si avvicinano alla costa per pochi giorni l’anno, di solito in febbraio o marzo” spiegano le ricercatrici. “Nonostante le loro dimensioni, però, trovare questi squali in mare è difficilissimo. Nei giorni scorsi siamo uscite in pattugliamento sia in volo, con un ultraleggero, che in mare con la Guardia Costiera, avvistando però solo un bel gruppo di delfini. Il brutto tempo ha fatto sospendere per ora le ricerche, ma il bel tempo previsto domenica ci spinge a chiedere la collaborazione del pubblico e dei tanti pescatori: chiunque avvisti una grande pinna in superficie avverta subito la Guardia Costiera o lo segnali attraverso il nostro profilo Facebook (facebook.com/operazionesqualoelefante). Ci aiuterà così a decifrare il comportamento di questo gigante per molti versi ancora sconosciuto”. OSE si affianca ad un altro importante progetto Life+ dell’Unione Europea che ha a cuore la salute degli squali nel Mediterraneo. Si chiama SharkLife ed ha come obiettivo la realizzazione di azioni www.manduriaoggi.it 28.03.2015 concrete per la salvaguardia di questi animali attraverso la riduzione della mortalità causata dalla pesca professionale e sportiva in Italia. Lo squalo elefante, o cetorino, è uno dei più grandi animali marini italiani, secondo per dimensioni solo alla balenottera. Instancabile nuotatore, è capace di attraversare interi oceani per raggiungere le zone ricche del plancton – piccoli gamberetti di pochi centimetri di lunghezza - di cui si nutre. Nonostante la sua mole e l’abitudine di nuotare in superficie, dove trova gli sciami di gamberetti, lo squalo elefante è un animale misterioso. Scarsissime le informazioni sul Mediterraneo. Nel 2005 MedSharks ha dato vita all’Operazione Squalo Elefante (OSE), la prima ricerca “sul campo” in Mediterraneo su questo grande squalo a cui collaborano diverse Università internazionali. Il progetto è condotto insieme al CTS (Centro Turistico Studentesco e Giovanile) capofila anche di SharkLife, con il supporto della Fondazione Principe Alberto II di Monaco, e vede la fattiva collaborazione del Corpo della Capitaneria di Porto Guardia Costiera e dell’Area Marina Protetta di Porto Cesareo.