Dott.ssa Marina D’Angeli
Psicologa, psicoterapeuta
In Psichiatria
il Disturbo di Personalità
tratti di personalità disadattivi in modo
pervasivo, inflessibile e permanente,
che causano una condizione di disagio
clinicamente significativa .
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Tratto o disturbo di personalità?

Le caratteristiche personali e relazionali tipiche
dei vari disturbi possono essere presenti in
qualsiasi persona e non sono necessariamente
indice di disturbo

È la loro pervasività e rigidità che giustifica il
ricorso ad una “diagnosi di disturbo di
personalità”

Solo in circa un terzo dei casi un individuo
rientra in modo preponderante in un unico tipo
Caratteristiche principali

insorge nella prima metà della vita adulta

è stabile nel tempo

presenta un carattere inflessibile e pervasivo
nelle diverse aree della vita

comporta conseguenze in termini di
sofferenza soggettiva e di limitazioni a
relazioni e lavoro (Ammaniti, 2002; APA, 1995).
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I CLUSTER DEL DSM-IV

CLUSTER A: eccentrico o strano
- paranoide, schizoide, schizotipico

CLUSTER B: drammatico o impulsivo
-
antisociale, borderline, istrionico, narcisistico

CLUSTER C: ansioso
- evitante, dipendente, ossessivo-compulsivo
DSM IV  DISTURBO NON ALTRIMENTI SPECIFICATO (NAS)
DSMV  Disturbo di Personalità Tratto Specifico (PDTS).
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Disturbo evitante
C
Ipersensibilità alla valutazione negativa
 Bassa autostima, sentimenti di inferiorità.
 Inibizione sociale, inadeguatezza
 Comportamento evitante sul lavoro e nella
vita sociale
 Difficoltà a stabilire relazioni intime per
paura di essere derisi e umiliati

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Storia evolutiva dell’evitante

Da bambino ha
sperimentato sentimenti
di vergogna, e si è sentito
impossibilitato ad
esprimere apertamente
pensieri ed emozioni

La vicinanza ha
significato per lui
scegliere tra sentirsi
umiliati o costretti

Secondo la Benjiamin in famiglia
era presente un eccessivo
controllo finalizzato alla
costruzione nel bambino di
un’immagine sociale fonte di
apprezzamento.

I familiari, oltre ad esortarlo a
farsi valere, deridevano in modo
umiliante ogni suo fallimento.

Il bisogno di essere ammirato è
stato frustrato dai genitori
A differenza dello schizoide il soggetto desidera le relazioni
sociali, ma teme di fallire di essere rifiutato.
Si vergogna di aspetti del sé : tenta di difendersi con
comportamento evitante
Approfondimenti diagnostici

il livello di compromissione della dimensione
socio- affettiva

i rapporti con le figure significative di riferimento

il processo di socializzazione in età infantile

comprendere quali sono le parti del se è vissute
come inadeguate e quindi fonti di vergogna.
Intervento terapeutico

atteggiamento empatico nei confronti
dell'imbarazzo e dell'umiliazione

esplorazione dei sentimenti di vergogna in
rapporto alle e esperienze passate
(rimproveri genitoriali sul tema
dell'esibizione)

Analizzare la paura del paziente di non
corrispondere alle aspettative altrui e
verso se stessi.
Controtransfert tipico
Il terapeuta può provare
senso di fatica e di noia
in quanto il paziente ha
difficoltà ad aprirsi e
comunicare le proprie
emozioni .
 Il terapeuta può
sperimentare anche un
senso di protettività e un
discreto coinvolgimento
emotivo.


Rischio :
Il terapeuta può
sperimentare una
forte delusione
quando si accorge
che per evitare un
biasimo
immaginario,
l’evitante tende a
mentire anche a lui
Disturbo dipendente
C
Necessità pervasiva ed eccessiva di
accudimento
 Comportamento sottomesso
 Difficoltà ad esprimere il disaccordo ed
ad assumere decisioni
 Tolleranza all’abuso (verbale, fisico,
sessuale) Timore della separazione;
sostituzione di relazione.

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Storia evolutiva del dipendente
Da bambino è stato
eccessivamente protetto, in
un ambiente carico di ansia
Ha subito la potente squalifica
implicita a causa di una tendenza
genitoriale a aiutare, consigliare, fare
al posto suo, mettere in guardia
Il genitore deve costruirsi
a tutti i costi un ruolo nella
vita del figlio in modo da
controllarlo e manipolarlo
Invece di lasciare che il bambino
imparasse a fare autonomamente
le cose il genitore ha continuato a
fornirgli aiuto e protezione, più per
una sua necessità che per i
bisogni del figlio
Approfondimenti diagnostici
La persona nei suoi tentativi di rendersi autonoma potrebbe
essere stata bloccata da atteggiamenti genitoriali di
disapprovazione, minacce di perdere l'affetto o da
ricompense per il mantenimento della dipendenza..

esplorare la dimensione relazionale, gli atteggiamenti
genitoriali , il processo di socializzazione in età infantile.

comprendere ciò che ostacola il processo di separazioni
e individuazione
Le relazioni del dipendente
Comportamento sottomesso
Le relazioni del dipendente


I rapporti affettivi possono
essere fonte di sofferenza a
causa del grande
investimento di energie nel
soddisfare l’altro, senza
avere in cambio analogo
trattamento ( atteggiamento
fortemente richiedente del
dipendente) né
riconoscimenti.
Senso di inutilità e di
svalutazione personale
ipotesi di intervento
terapeutico :




favorire il processo di separazione e individuazione
Favorire l'espressione dei propri bisogni e desideri
Sviluppare la capacità decisionale
Promuovere l’ affermazione del se.
il terapeuta dovrà trovare un equilibrio tra
atteggiamenti di contenimento e di incoraggiamento
verso l'autonomia.
bisogno di elaborare le tematiche di
dipendenza di angoscia abbandonica
Rapporto terapeutico


il paziente chiederà al
terapeuta di sostituirsi a lui
dicendogli ciò che deve o
non deve fare.
il paziente cerca di
riprodurre la simbiosi con il
terapeuta e teme la
separazione, spesso
arrivano a regredire e ad
acutizzare i sintomi per
evitare l'indipendenza.
Controtransfert tipico
1)
2)
Il paziente pende dalle labbra
del terapeuta e lo fa sentire un
mito. Rischio  che si
riproponga il ciclo simbiotico
disfunzionale
Il terapeuta infastidito dal
rapporto appiccicoso e passivo
del paziente tenda ad
abbandonarlo favorendo una
conclusione prematura della
terapia.
Il paziente idealizzando il terapeuta, può
illuderlo che siano avvenuti in lui dei
cambiamenti, in realtà inesistenti allo
scopo di compiacerlo
Disturbo ossessivo-compulsivo
C
Preoccupazione per l’ordine e le regole
 Perseveranza, Perfezionismo
 Seri e poco spontanei
 Controllo mentale e interpersonale
 Difficoltà a decidere
 Rigidità, Formalità,

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Storia evolutiva dell’ossessivo-compulsivo
Da bambino è stato
eccessivamente
responsabilizzato ed educato
con disciplina rigida e distanza
emotiva
 Coercizione a fare le cose in
modo corretto, seguire
scrupolosamente le regole,
indipendentemente dai costi
personali
 Cercava la perfezione in sé e
negli altri, si sforzava di
raggiungere standard elevati e
si disperava per gli errori
commessi

Storia evolutiva dell’ossessivo-compulsivo


Veniva punito perché non
riusciva a soddisfare le
aspettative dei genitori che
spesso non tenevano conto
del livello evolutivo del figlio.
Non riceveva lodi e premi per
i successi
Per evitare critiche e
punizioni, ha imparato ad
esercitare un controllo rigido
e costante su di sé,
sull’ambiente fisico e sulle
persone che lo circondano
Caratteristiche del disturbo

Il disturbo appare più grave del semplice disturbo
ossessivo compulsivo in quanto maggiormente
pervasivo e radicato rigidamente
nell'organizzazione di personalità

manca la consapevolezza dell’irrazionalità dei
sintomi, spesso prova un disagio generalizzato
non classificabile.
il soggetto deve far fronte alle
pulsioni primitive sessuali e
aggressive che devono essere
contenute e controllate.
Le pulsioni inaccettate
suscitano un senso di
vergogna, di insicurezza, di
instabilità
il soggetto ha bisogno delle ripetizioni ossessive,
dell'osservazione analitica dei particolari , dell'ordine
e della ritualità per avere di punti fermi e stabili
a cui appoggiarsi.
Approfondimenti
diagnostici:
valutare il livello di compromissione delle
aree di funzionamento generale della
persona, l'esame di realtà e funzionamento
dell'io.
 è fondamentale indagare sulla ritualità,
sulla frequenza e sul significato dei rituali

Cosa teme che possa accadere se non viene
attuato quel determinato rituale ?
Da quale pericolo si sta difendendo?
Ipotesi di intervento terapeutico


il lavoro del terapeuta è quello di fungere da specchio, di
dare informazioni di ritorno rispetto all'identità, tramite
l'empatia e la capacità di contenimento.
Questi pazienti si attaccano al significato letterale delle
parole, ostacolando così l'interpretazione e rendendo
impossibile l'uso della metafora.
I sentimenti sessuali, di rabbia e di dipendenza
sono considerati dal paziente inaccettabili
(imago genitoriale che disapprova questi sentimenti)
empatia e accettazione da parte del terapeuta
permette al soggetto di comprendere che le
proibizioni sono interne, non esterne.
Disturbo antisociale
B






Inosservanza e violazione dei
diritti degli altri e delle norme
sociali.
Mancanza di rimorsi
Privo di empatia
Disonestà, simulazione
Irritabilità, impulsività
Irresponsabilità, Aggressività
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Caratteristiche del Disturbo
Antisociale



diagnosticato a partire dai 18 anni, condotta
disturbata a partire dai quindici anni
esperienze reali di trascuratezza, deprivazione,
violenza e abusi da parte delle figure genitoriali
manca un introietto materno positivo
fiducia di base e
contenitore dei vissuti “cattivi”
genitore percepito come
estraneo da cui proteggersi

attaccamento negato: madre vissuta come ostile o indifferente,
su cui non vale la pena di investire
distacco da tutte le relazioni umane

necessità di un legame di attaccamento-->l'antisociale si lega
gli altri rendendoli vittime della sua violenza, come le figure di
riferimento si sono legate a lui
Processo di strutturazione del Super Io: 2 possibilità
1.
2.
non è stato sufficientemente sviluppato
eccessivamente severo: l'individuo si mette nelle condizioni di
ricevere punizioni esterne per evitare le ritorsioni più pesanti del
suo Super Io
Ipotesi di intervento terapeutico
Spesso l’intervento avviene all’interno delle
istituzioni carcerarie
•Favorire la condivisione di regole e la
cooperazione
•Sviluppare la responsabilità sociale
•Sviluppo della dimensione affettivorelazionale
Figura del terapeuta come
introietto positivo
Fiducia di base
Analisi della domanda:

Motivazione
intrinseca assente

Colloquio all’interno
del carcere vissuto:
come imposizione
come situazione da
sfruttare per
ottenere vantaggi
1.
2.
Consultazione psichiatrica
e intervento farmacologico
Controtransfert tipico


Suscitano spesso nel
terapeuta empatia,
destinata a trasformarsi
in delusione, quando
viene svelato l’intento
strumentale e
manipolatorio
Possibilità di colludere ,
minimizzando la gravità
dei comportamenti del
soggetto antisociale
Disturbo borderline
B
Timore dell’abbandono, reale ed immaginario
 Instabilità, impulsività
 Intolleranza a stare da soli, noia
 Idealizzazione, svalutazione
 Umore disforico di base, sentimento del vuoto
 Ideazione paranoide sotto stress
 Automutilazione e minacce di suicidio

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Disturbo Borderline
venivano collocati tutti quei disturbi al confine tra l'area
nevrotica e psicotica che non avevano un'identità specifica

diversi livelli di gravità : il soggetto può trovarsi più vicino
alla polarità nevrotica, oppure a quella psicotica

Il funzionamento dell' io e il contatto con la realtà sono
discontinui, intermittenti

è incapace di prevedere le conseguenze delle sue azioni

il senso di grandiosità è in realtà la copertura di una
enorme fragilità
caratteristiche specifiche:
instabilità e impulsività

le relazioni personali sono caratterizzate da una
profonda instabilità: idealizzazione/disprezzo

percezioni di sé oscillante tra identità opposte

instabilità affettiva: alterna un'intensa disforia a
momenti di profonda tristezza

impulsività in vari campi: abuso di sostanze,
tendenza ad abbuffarsi, guida spericolata, sessualità
promiscua, aggressività, sperpero di denaro

intensa rabbia espressa sia a livello fisico che verbale
Idealizzazione e
svalutazione
Ipercoinvolgimento
emotivo
Caratteristiche del
borderline e relazioni sociali


Paura dell’abbandono
Data la paura
dell’abbandono , che porta il
borderline a sperimentare il
senso di vuoto, esprime
rabbia, disprezzo a livello
verbale e in forma di agiti,
ogni qual volta si sente
minacciato da un
abbandono reale o
immaginario.
Tentativi di suicidio, come
modalità ricattatoria o
punitiva.
Comprensione
psicodinamica


fase della separazione-individuazione (Mahler) non superata
( paura dell'abbandono)
difficoltà di rappresentazione dell'oggetto integrato (buono/
cattivo --> Klein)
questi bambini sono incapaci di integrare aspetti
buoni e cattivi di se stessi e della loro madre
Queste immagini contraddittorie vengono tenute separate attraverso la
scissione, così che sia la madre che il sé sono vissuti come
oscillanti tra l'essere interamente buoni o cattivi
Intervento terapeutico
Promuovere l’integrazione dell’Io
 Sviluppare un rapporto stabile con la realtà
 Imparare a gestire gli impulsi

Favorire la costruzione di un oggetto integrato
(Rapporto senza oscillazioni continue tra
idealizzazione e svalutazione)
L’integrazione dell’oggetto interiorizzato è la base per
l’integrazione del sé
(percezione di sé e degli altri non più scissa ma integrata)
Ostacoli al trattamento
instabilità relazionale che porta
ad interrompere la terapia
idealizzazione e svalutazione
del terapeuta
Controtransfert tipico
Rapporto terapeutico
intenso e coinvolgente.
 La relazione diventa molto
stressante con pazienti
altamente imprevedibili che
chiedono di uscire dal
setting, accusano il
terapeuta o minacciano,
ricattandolo, il suicidio
 Il terapeuta può desiderare
che il paziente abbandoni la
terapia e spingerlo
inconsciamente a farlo

Disturbo istrionico
B







Emotività, ricerca dell’attenzione altrui
Inappropriato atteggiamento sessuale
Emozioni rapidamente cangianti e superficiali
Seduttività spesso inappropriata
Le relazioni vengono considerate più intime
di quanto non siano in realtà.
Suggestionabilità, Tendenza a Fantasticare
Esibizionismo, Autodrammatizzazione e
Teatralita’
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Caratteristiche di personalità
Seduttività, ricerca
dell’attenzione altrui
Bisogno di visibilità a tutti
i costi
differenza tra il disturbo Istrionico e
l'isteria :
l'isteria presenta caratteristiche molto simili al
disturbo istrionico, ma è presente maggiore
evoluzione psichica.

I’istrionico riesce a tollerare soltanto una situazione
diadica non sopporta l'idea di essere escluso,
abbandonato, che un altro gli sia preferito. Manca il
confine tra il se e l'altro

l'istrionico nella relazione triadica reagisce con paranoia,
impossibilità di relazionarsi, seduttività inappropriata.

Non tollera una relazione senza la fusionalità, reagisce
con forte angoscia alle separazioni


L’ isterico si colloca invece della relazione triadica
soffrendo per non essere il preferito, ma reagisce in
modo più maturo perché vive consapevolmente la
situazione
l'isterico riesce a tollerare le separazioni ma le
drammatizza, si esprime teatralmente (pianti, scenate,
paralisi)
i tentativi di suicidio sono tipici di tutti due disturbi:
 l’isterico vuole attirare l'attenzione, programma
consapevolmente.
 il tentativo dell'istrionico è collegato alla forte angoscia:
è incapace di tollerare la situazione.
Approfondimenti
diagnostici

indagare l’area affettiva, relazionale e sessuale
attuale e pregressa.

esplorare le tematiche di dipendenza e angoscia
abbandonica presenti nella relazione diadica e la
difficoltà nell'affrontare il conflitto edipico (senso di
esclusione e rifiuto)
Essere stata apprezzata dalle figure significative per le doti fisiche,
l’aspetto piacevole e l’atteggiamento seduttivo, ha portato la
persona a trascurare le proprie capacità, affidandosi molto agli altri

Esplorare il processo di separazione- individuazione
ed eventuali esperienze che potrebbero averlo
ostacolato
Ipotesi l'intervento terapeutico
l'istrionico nonostante la sua inadeguatezza relazionale
conserva un buon rapporto con la realtà ed è in grado di
elaborare il conflitto attraverso una psicoterapia.
obiettivi terapeutici:



favorire il processo di separazione e l'individuazione e
rafforzare confini interni tra il sé e l'altro
rielaborare le tematiche simbiotiche ed edipiche
consolidare la funzione dell'io di canalizzare le pulsioni
Controtransfert tipico
Il terapeuta sente l’atteggiamento
fortemente seduttivo, può sentirsi
coinvolto o al contrario provare un
profondo fastidio
La paziente istrionica entra in
grande competizione con una
terapeuta donna e deve svalutarla
Disturbo narcisistico
B






Grandiosità e tendenza a dire bugie
Mancanza di empatia, non rispetta gli altri, non
ne percepisce i bisogni tutto gli è dovuto.
Comportamenti manipolatori
Presunzione, fantasie di successo
Autostima fragile; Necessità di costante
attenzione e ammirazione
Prova invidia, è convinto che gli altri lo invidino
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Caratteristiche di personalità
Senso di grandiosità
Presunzione
Caratteristiche di personalità
Mancanza di capacità
riflessiva
Mancanza di empatia
Storia evolutiva del narcisista



Autostima fragile;Necessità di
costante attenzione e
ammirazione
Da bambino è stato esaltato
ed esibito come un trofeo, ma
sono stati trascurati i suoi veri
bisogni.
Consapevolezza di non
potersi permettere debolezze
e sconfitte, per non
sperimentare la perdita di
status di mito.
Genitori caratterizzati da
freddezza e anaffettività
mascherate e compensate
dall’esaltazione delle doti
straordinarie del figlio
Caratteristiche del
narcisista

persone che raggiungono posizioni sociali di
successo

non riesce a relazionarsi all'altro , a collocarsi nel
sistema di coppia, a mostrare affettività.

partner vissuti come “accessori”

tutto ciò che lo circonda assume il ruolo di
“rifornimento narcisistico”,come uno specchio
che gli rimanda un'immagine grandiosa.
Le relazioni del narcisista
Problemi nelle relazioni intime:
Difficoltà a coinvolgersi e a
legarsi stabilmente dopo la fase
di innamoramento
 Assenza di sensibilità per le
esigenze e i desideri altrui
 Rompe il rapporto non appena il
suo desiderio di centralità non è
soddisfatto
 Tendenza allo sfruttamento e
alla manipolazione
interpersonale.

Approfondimenti
diagnostici

fare un'attenta analisi della domanda,
indagando sulla reale motivazione ad
intraprendere un trattamento psicologico.
Difficilmente emerge una motivazione
intrinseca all'intervento terapeutico

indagare le prime fasi dello sviluppo,
eventuali fragilità coperte reattivamente
dal senso di onnipotenza.
Ipotesi di intervento
terapeutico
lavorare sullo sviluppo di una motivazione al
trattamento e sull'alleanza terapeutica
Obiettivi terapeutici:
 riportare il paziente su un piano di realtà
 promuovere una percezione realistica di sé stesso e
degli altri
 permettere la messa in discussione del se grandioso,
facendo emergere le problematiche latenti
Controtransfert tipico
Nella relazione terapeutica
spesso si crea un clima di sfida
nel quale il paziente mette in
dubbio la capacità del terapeuta
o l’utilità della terapia.
 A volte il terapeuta si affeziona al
paziente, che invece lo liquida
freddamente
 Il narcisista deve essere
dominante e migliore in tutte le
relazioni, altrimenti se ne tirano
fuori  incompatibile con il
ruolo di paziente

Disturbo paranoide
A
Sfiducia,sospettosità, dubita della lealtà
degli altri (colleghi, coniuge)
 Prove insignificanti e inesistenti di
inganno
 Riluttanti a confidarsi
 Suscettibilità, permalosità, scorge
significati nascosti
 Risentimento, ostilità

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Il paranoide si sente in uno stato di continuo di pericolo
(vittima di un complotto)
qualsiasi gesto o parola anche banali per
lui assumono il significato di una minaccia nascosta.
Clima continuo di sospetto e
diffidenza immotivati nei
confronti degli altri.
La sua sospettosità lo spinge a
chiudersi sempre di più in se
stesso ad evitare qualsiasi forma
di confidenza con gli altri.
Suscettibilità, permalosità,
scorge significati nascosti
Sfiducia,sospettosità, dubita
della lealtà degli altri
STORIA EVOLUTIVA DEL PARANOIDE
 I genitori hanno esercitato su di lui un controllo sadico e degradante
 Ha ricevuto severe punizioni fisiche e maltrattamenti psicologici
 Ha imparato, pertanto, a non fidarsi degli altri, a stare in guardia, a non
esprimere i propri bisogni e a non chiedere aiuto anche in situazioni di
grossa difficoltà.
 Tecnica di sopravvivenza: la miglior difesa è l’attacco
Pensieri e sentimenti
pericolosi o spiacevoli
vengono scissi da quelli
positivi, proiettati fuori di
sé e attribuiti agli altri.
Questo stile difensivo consente
di salvaguardare autostima e
contenuti positivi dagli aspetti
cattivi del sé
vengono controllati tenendo a
bada l'ambiente su cui sono
proiettati.
1. È incapace di lasciarsi andare affettuosamente nelle relazioni,
perché ciò lo renderebbe fragile di fronte ad un eventuale attacco.
2. È incapace di portare avanti una relazione duratura nel tempo.
L'altro viene analizzato in ogni minimo gesto per trovare le prove
del complotto e del tradimento.
3. Ha bisogno di tenere tutto e tutti sotto controllo, convinto che
anche un minimo particolare sfuggito può farlo cadere in trappola.
Differenza con la
schizofrenia:

il paranoico possiede una percezione dell'ambiente
precisa, la realtà non è distorta in se stessa, lo è
l'interpretazione di essa.

Spesso i pensieri si susseguono in maniera lucida e
coerente partendo però da una premessa sbagliata
(errore di interpretazione del dato reale)

L'organizzazione di pensiero e di comportamento
appaiono strutturati, mentre nella schizofrenia si
evidenzia un grave problema di destrutturazione.
Approfondimenti diagnostici

esplorare le varie aree di funzionalità della persona, in
particolare quella relazionale (sociale, affettiva, sessuale) dove il
paranoico esprime maggiore difficoltà.
o
È importante indagare:
 la rappresentazione dell'oggetto interno
 le parti del sé minacciose proiettate all'esterno
 i contenuti aggressivi
 eventuali tradimenti da parte delle figure significative
 il modo in cui sono state vissute le fasi dello sviluppo

Importante conoscere le regole e lo stile comunicativo familiare
(eventuali doppi messaggi, contenuti nascosti) che potrebbero
aver contribuito allo sviluppo della sospettosità.
Ipotesi di intervento
terapeutico
il soggetto considera i problemi non provenienti da se
stesso e quindi non è motivato all'intervento.
 Il soggetto ha difficoltà ad aprirsi, rischio di atti violenti,
rapporto con la realtà alterato in modo rigido
 l'Io non funziona come giudice e mediatore della realtà.

Obiettivi del trattamento della paranoia:



superamento della scissione e integrazione armonica di
sentimenti d'amore e di odio verso lo stesso oggetto
facilitare l'Interiorizzazione di un oggetto buono stabile
in grado di contenere l'aggressività
favorire lo sviluppo dell'autostima e della fiducia di base
Relazione terapeutica e controtransfert
È importante che il terapeuta
non si senta offeso o
costretto a difendersi a
causa dell'atteggiamento
aggressivo del paziente.
Questo alimenterebbe nel
paziente l'aggressività e la
paura di essere minacciato.
Cosa fare con il paranoide?

Empatizzare con i bisogni di protezione del
paziente ( percezione di una situazione di pericolo
da controllare)

Favorire la verbalizzazione dei contenuti
persecutori

Far sperimentare al paziente il mantenimento del
controllo

Eventuale trattamento farmacologico da
accompagnare alla psicoterapia.
Disturbo schizoide
A

Distacco dalle relazioni sociali e familiari.

Esperienze ed espressioni emotive
ristrette. Scarso interesse sessuale

Indifferenza alle lodi ed alle critiche

Attività e passatempi solitari

L'emotività appare appiattita e rende il
soggetto sempre più rigido e chiuso in se.
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Caratteristiche di personalità
Esperienze ed espressioni
emotive ristrette
Attività e passatempi
solitari
Approfondimenti
diagnostici:

l'individuo ha ritirato la libido, l'interesse e i desideri dal mondo
esterno, l'ambiente circostante non viene percepito come
una possibile fonte di investimento perché vissuto come
incapace di accogliere le richieste del soggetto.
individuare cosa ha impedito l'investimento su elementi
concreti esterni,quali eventuali bisogni sono rimasti
frustrati e inespressi



valutare le aree di funzionalità della persona
raccogliere informazioni sui rapporti attuali e pregressi con i
familiari
vissuti relativi le diverse fasi dello sviluppo .
ipotesi di intervento
terapeutico
Il paziente è demotivato alla terapia considerata come una
parte di quel mondo su cui non vale la pena investire.
obiettivi della terapia:
1.
2.
3.
favorire la strutturazione, l'integrazione
e la definizione dell'io
promuovere l'investimento su elementi
esterni (collegamento con la realtà)
eventuale intervento farmacologico da
affiancare ad una psicoterapia.
Disturbo schizotipico
A
grave disagio relazionale accompagnato da
un comportamento eccentrico e da
distorsioni nel pensiero e nella percezione.
Idee di Riferimento (No deliri)*
 Esperienze percettive insolite (illusioni)
 Eccentricità comportamentale
 Pensiero magico e linguaggio strano
 Affettività inappropriata e coartata

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
Pensiero magico in contrasto con le norme
della cultura di appartenenza (riti esoterici
chiaroveggenza, telepatia) pensa di avere doti
eccezionali.

nelle relazioni mostra grave disagio, scarse
capacità di dialogo e di scambio affettivo.

Il pensiero il linguaggio appaiono confusi
spesso metaforici e stereotipati

il soggetto vive in un clima di sfiducia e
sospetto.
Approfondimenti
diagnostici:
Raccogliere informazioni su:
 l'ideazione bizzarra
 le eventuali credenze magiche
 fantasie, illusioni, pensieri paranoici
Questo permette di comprendere :
 le alterazioni cognitive e percettive
 il distacco dalla realtà
 le tematiche del disagio
 la disintegrazione dell'Io.
Ipotesi di intervento
terapeutico
obiettivi della terapia:
1.
2.
3.
favorire la strutturazione, l'integrazione
e la definizione dell'io
promuovere l'investimento su elementi
esterni (collegamento con la realtà)
eventuale intervento farmacologico da
affiancare ad una psicoterapia.
Per
concludere: