Dott.ssa Marina D’Angeli Psicologa, psicoterapeuta In Psichiatria il Disturbo di Personalità tratti di personalità disadattivi in modo pervasivo, inflessibile e permanente, che causano una condizione di disagio clinicamente significativa . 2007 PETRINI-D'ANGELI DH - Centro Disturbi Personalità D DSM ASL RM 3 Tratto o disturbo di personalità? Le caratteristiche personali e relazionali tipiche dei vari disturbi possono essere presenti in qualsiasi persona e non sono necessariamente indice di disturbo È la loro pervasività e rigidità che giustifica il ricorso ad una “diagnosi di disturbo di personalità” Solo in circa un terzo dei casi un individuo rientra in modo preponderante in un unico tipo Caratteristiche principali insorge nella prima metà della vita adulta è stabile nel tempo presenta un carattere inflessibile e pervasivo nelle diverse aree della vita comporta conseguenze in termini di sofferenza soggettiva e di limitazioni a relazioni e lavoro (Ammaniti, 2002; APA, 1995). 2007 PETRINI-D'ANGELI DH - Centro Disturbi Personalità D DSM ASL RM 5 I CLUSTER DEL DSM-IV CLUSTER A: eccentrico o strano - paranoide, schizoide, schizotipico CLUSTER B: drammatico o impulsivo - antisociale, borderline, istrionico, narcisistico CLUSTER C: ansioso - evitante, dipendente, ossessivo-compulsivo DSM IV DISTURBO NON ALTRIMENTI SPECIFICATO (NAS) DSMV Disturbo di Personalità Tratto Specifico (PDTS). 2007 PETRINI-D'ANGELI DH - Centro Disturbi Personalità D DSM ASL RM 6 Disturbo evitante C Ipersensibilità alla valutazione negativa Bassa autostima, sentimenti di inferiorità. Inibizione sociale, inadeguatezza Comportamento evitante sul lavoro e nella vita sociale Difficoltà a stabilire relazioni intime per paura di essere derisi e umiliati 2007 PETRINI-D'ANGELI DH - Centro Disturbi Personalità D DSM ASL RM 7 Storia evolutiva dell’evitante Da bambino ha sperimentato sentimenti di vergogna, e si è sentito impossibilitato ad esprimere apertamente pensieri ed emozioni La vicinanza ha significato per lui scegliere tra sentirsi umiliati o costretti Secondo la Benjiamin in famiglia era presente un eccessivo controllo finalizzato alla costruzione nel bambino di un’immagine sociale fonte di apprezzamento. I familiari, oltre ad esortarlo a farsi valere, deridevano in modo umiliante ogni suo fallimento. Il bisogno di essere ammirato è stato frustrato dai genitori A differenza dello schizoide il soggetto desidera le relazioni sociali, ma teme di fallire di essere rifiutato. Si vergogna di aspetti del sé : tenta di difendersi con comportamento evitante Approfondimenti diagnostici il livello di compromissione della dimensione socio- affettiva i rapporti con le figure significative di riferimento il processo di socializzazione in età infantile comprendere quali sono le parti del se è vissute come inadeguate e quindi fonti di vergogna. Intervento terapeutico atteggiamento empatico nei confronti dell'imbarazzo e dell'umiliazione esplorazione dei sentimenti di vergogna in rapporto alle e esperienze passate (rimproveri genitoriali sul tema dell'esibizione) Analizzare la paura del paziente di non corrispondere alle aspettative altrui e verso se stessi. Controtransfert tipico Il terapeuta può provare senso di fatica e di noia in quanto il paziente ha difficoltà ad aprirsi e comunicare le proprie emozioni . Il terapeuta può sperimentare anche un senso di protettività e un discreto coinvolgimento emotivo. Rischio : Il terapeuta può sperimentare una forte delusione quando si accorge che per evitare un biasimo immaginario, l’evitante tende a mentire anche a lui Disturbo dipendente C Necessità pervasiva ed eccessiva di accudimento Comportamento sottomesso Difficoltà ad esprimere il disaccordo ed ad assumere decisioni Tolleranza all’abuso (verbale, fisico, sessuale) Timore della separazione; sostituzione di relazione. 2007 PETRINI-D'ANGELI DH - Centro Disturbi Personalità D DSM ASL RM 14 Storia evolutiva del dipendente Da bambino è stato eccessivamente protetto, in un ambiente carico di ansia Ha subito la potente squalifica implicita a causa di una tendenza genitoriale a aiutare, consigliare, fare al posto suo, mettere in guardia Il genitore deve costruirsi a tutti i costi un ruolo nella vita del figlio in modo da controllarlo e manipolarlo Invece di lasciare che il bambino imparasse a fare autonomamente le cose il genitore ha continuato a fornirgli aiuto e protezione, più per una sua necessità che per i bisogni del figlio Approfondimenti diagnostici La persona nei suoi tentativi di rendersi autonoma potrebbe essere stata bloccata da atteggiamenti genitoriali di disapprovazione, minacce di perdere l'affetto o da ricompense per il mantenimento della dipendenza.. esplorare la dimensione relazionale, gli atteggiamenti genitoriali , il processo di socializzazione in età infantile. comprendere ciò che ostacola il processo di separazioni e individuazione Le relazioni del dipendente Comportamento sottomesso Le relazioni del dipendente I rapporti affettivi possono essere fonte di sofferenza a causa del grande investimento di energie nel soddisfare l’altro, senza avere in cambio analogo trattamento ( atteggiamento fortemente richiedente del dipendente) né riconoscimenti. Senso di inutilità e di svalutazione personale ipotesi di intervento terapeutico : favorire il processo di separazione e individuazione Favorire l'espressione dei propri bisogni e desideri Sviluppare la capacità decisionale Promuovere l’ affermazione del se. il terapeuta dovrà trovare un equilibrio tra atteggiamenti di contenimento e di incoraggiamento verso l'autonomia. bisogno di elaborare le tematiche di dipendenza di angoscia abbandonica Rapporto terapeutico il paziente chiederà al terapeuta di sostituirsi a lui dicendogli ciò che deve o non deve fare. il paziente cerca di riprodurre la simbiosi con il terapeuta e teme la separazione, spesso arrivano a regredire e ad acutizzare i sintomi per evitare l'indipendenza. Controtransfert tipico 1) 2) Il paziente pende dalle labbra del terapeuta e lo fa sentire un mito. Rischio che si riproponga il ciclo simbiotico disfunzionale Il terapeuta infastidito dal rapporto appiccicoso e passivo del paziente tenda ad abbandonarlo favorendo una conclusione prematura della terapia. Il paziente idealizzando il terapeuta, può illuderlo che siano avvenuti in lui dei cambiamenti, in realtà inesistenti allo scopo di compiacerlo Disturbo ossessivo-compulsivo C Preoccupazione per l’ordine e le regole Perseveranza, Perfezionismo Seri e poco spontanei Controllo mentale e interpersonale Difficoltà a decidere Rigidità, Formalità, 2007 PETRINI-D'ANGELI DH - Centro Disturbi Personalità D DSM ASL RM 23 Storia evolutiva dell’ossessivo-compulsivo Da bambino è stato eccessivamente responsabilizzato ed educato con disciplina rigida e distanza emotiva Coercizione a fare le cose in modo corretto, seguire scrupolosamente le regole, indipendentemente dai costi personali Cercava la perfezione in sé e negli altri, si sforzava di raggiungere standard elevati e si disperava per gli errori commessi Storia evolutiva dell’ossessivo-compulsivo Veniva punito perché non riusciva a soddisfare le aspettative dei genitori che spesso non tenevano conto del livello evolutivo del figlio. Non riceveva lodi e premi per i successi Per evitare critiche e punizioni, ha imparato ad esercitare un controllo rigido e costante su di sé, sull’ambiente fisico e sulle persone che lo circondano Caratteristiche del disturbo Il disturbo appare più grave del semplice disturbo ossessivo compulsivo in quanto maggiormente pervasivo e radicato rigidamente nell'organizzazione di personalità manca la consapevolezza dell’irrazionalità dei sintomi, spesso prova un disagio generalizzato non classificabile. il soggetto deve far fronte alle pulsioni primitive sessuali e aggressive che devono essere contenute e controllate. Le pulsioni inaccettate suscitano un senso di vergogna, di insicurezza, di instabilità il soggetto ha bisogno delle ripetizioni ossessive, dell'osservazione analitica dei particolari , dell'ordine e della ritualità per avere di punti fermi e stabili a cui appoggiarsi. Approfondimenti diagnostici: valutare il livello di compromissione delle aree di funzionamento generale della persona, l'esame di realtà e funzionamento dell'io. è fondamentale indagare sulla ritualità, sulla frequenza e sul significato dei rituali Cosa teme che possa accadere se non viene attuato quel determinato rituale ? Da quale pericolo si sta difendendo? Ipotesi di intervento terapeutico il lavoro del terapeuta è quello di fungere da specchio, di dare informazioni di ritorno rispetto all'identità, tramite l'empatia e la capacità di contenimento. Questi pazienti si attaccano al significato letterale delle parole, ostacolando così l'interpretazione e rendendo impossibile l'uso della metafora. I sentimenti sessuali, di rabbia e di dipendenza sono considerati dal paziente inaccettabili (imago genitoriale che disapprova questi sentimenti) empatia e accettazione da parte del terapeuta permette al soggetto di comprendere che le proibizioni sono interne, non esterne. Disturbo antisociale B Inosservanza e violazione dei diritti degli altri e delle norme sociali. Mancanza di rimorsi Privo di empatia Disonestà, simulazione Irritabilità, impulsività Irresponsabilità, Aggressività 2007 PETRINI-D'ANGELI DH - Centro Disturbi Personalità D DSM ASL RM 30 Caratteristiche del Disturbo Antisociale diagnosticato a partire dai 18 anni, condotta disturbata a partire dai quindici anni esperienze reali di trascuratezza, deprivazione, violenza e abusi da parte delle figure genitoriali manca un introietto materno positivo fiducia di base e contenitore dei vissuti “cattivi” genitore percepito come estraneo da cui proteggersi attaccamento negato: madre vissuta come ostile o indifferente, su cui non vale la pena di investire distacco da tutte le relazioni umane necessità di un legame di attaccamento-->l'antisociale si lega gli altri rendendoli vittime della sua violenza, come le figure di riferimento si sono legate a lui Processo di strutturazione del Super Io: 2 possibilità 1. 2. non è stato sufficientemente sviluppato eccessivamente severo: l'individuo si mette nelle condizioni di ricevere punizioni esterne per evitare le ritorsioni più pesanti del suo Super Io Ipotesi di intervento terapeutico Spesso l’intervento avviene all’interno delle istituzioni carcerarie •Favorire la condivisione di regole e la cooperazione •Sviluppare la responsabilità sociale •Sviluppo della dimensione affettivorelazionale Figura del terapeuta come introietto positivo Fiducia di base Analisi della domanda: Motivazione intrinseca assente Colloquio all’interno del carcere vissuto: come imposizione come situazione da sfruttare per ottenere vantaggi 1. 2. Consultazione psichiatrica e intervento farmacologico Controtransfert tipico Suscitano spesso nel terapeuta empatia, destinata a trasformarsi in delusione, quando viene svelato l’intento strumentale e manipolatorio Possibilità di colludere , minimizzando la gravità dei comportamenti del soggetto antisociale Disturbo borderline B Timore dell’abbandono, reale ed immaginario Instabilità, impulsività Intolleranza a stare da soli, noia Idealizzazione, svalutazione Umore disforico di base, sentimento del vuoto Ideazione paranoide sotto stress Automutilazione e minacce di suicidio 2007 PETRINI-D'ANGELI DH - Centro Disturbi Personalità D DSM ASL RM 36 Disturbo Borderline venivano collocati tutti quei disturbi al confine tra l'area nevrotica e psicotica che non avevano un'identità specifica diversi livelli di gravità : il soggetto può trovarsi più vicino alla polarità nevrotica, oppure a quella psicotica Il funzionamento dell' io e il contatto con la realtà sono discontinui, intermittenti è incapace di prevedere le conseguenze delle sue azioni il senso di grandiosità è in realtà la copertura di una enorme fragilità caratteristiche specifiche: instabilità e impulsività le relazioni personali sono caratterizzate da una profonda instabilità: idealizzazione/disprezzo percezioni di sé oscillante tra identità opposte instabilità affettiva: alterna un'intensa disforia a momenti di profonda tristezza impulsività in vari campi: abuso di sostanze, tendenza ad abbuffarsi, guida spericolata, sessualità promiscua, aggressività, sperpero di denaro intensa rabbia espressa sia a livello fisico che verbale Idealizzazione e svalutazione Ipercoinvolgimento emotivo Caratteristiche del borderline e relazioni sociali Paura dell’abbandono Data la paura dell’abbandono , che porta il borderline a sperimentare il senso di vuoto, esprime rabbia, disprezzo a livello verbale e in forma di agiti, ogni qual volta si sente minacciato da un abbandono reale o immaginario. Tentativi di suicidio, come modalità ricattatoria o punitiva. Comprensione psicodinamica fase della separazione-individuazione (Mahler) non superata ( paura dell'abbandono) difficoltà di rappresentazione dell'oggetto integrato (buono/ cattivo --> Klein) questi bambini sono incapaci di integrare aspetti buoni e cattivi di se stessi e della loro madre Queste immagini contraddittorie vengono tenute separate attraverso la scissione, così che sia la madre che il sé sono vissuti come oscillanti tra l'essere interamente buoni o cattivi Intervento terapeutico Promuovere l’integrazione dell’Io Sviluppare un rapporto stabile con la realtà Imparare a gestire gli impulsi Favorire la costruzione di un oggetto integrato (Rapporto senza oscillazioni continue tra idealizzazione e svalutazione) L’integrazione dell’oggetto interiorizzato è la base per l’integrazione del sé (percezione di sé e degli altri non più scissa ma integrata) Ostacoli al trattamento instabilità relazionale che porta ad interrompere la terapia idealizzazione e svalutazione del terapeuta Controtransfert tipico Rapporto terapeutico intenso e coinvolgente. La relazione diventa molto stressante con pazienti altamente imprevedibili che chiedono di uscire dal setting, accusano il terapeuta o minacciano, ricattandolo, il suicidio Il terapeuta può desiderare che il paziente abbandoni la terapia e spingerlo inconsciamente a farlo Disturbo istrionico B Emotività, ricerca dell’attenzione altrui Inappropriato atteggiamento sessuale Emozioni rapidamente cangianti e superficiali Seduttività spesso inappropriata Le relazioni vengono considerate più intime di quanto non siano in realtà. Suggestionabilità, Tendenza a Fantasticare Esibizionismo, Autodrammatizzazione e Teatralita’ 2007 PETRINI-D'ANGELI DH - Centro Disturbi Personalità D DSM ASL RM 45 Caratteristiche di personalità Seduttività, ricerca dell’attenzione altrui Bisogno di visibilità a tutti i costi differenza tra il disturbo Istrionico e l'isteria : l'isteria presenta caratteristiche molto simili al disturbo istrionico, ma è presente maggiore evoluzione psichica. I’istrionico riesce a tollerare soltanto una situazione diadica non sopporta l'idea di essere escluso, abbandonato, che un altro gli sia preferito. Manca il confine tra il se e l'altro l'istrionico nella relazione triadica reagisce con paranoia, impossibilità di relazionarsi, seduttività inappropriata. Non tollera una relazione senza la fusionalità, reagisce con forte angoscia alle separazioni L’ isterico si colloca invece della relazione triadica soffrendo per non essere il preferito, ma reagisce in modo più maturo perché vive consapevolmente la situazione l'isterico riesce a tollerare le separazioni ma le drammatizza, si esprime teatralmente (pianti, scenate, paralisi) i tentativi di suicidio sono tipici di tutti due disturbi: l’isterico vuole attirare l'attenzione, programma consapevolmente. il tentativo dell'istrionico è collegato alla forte angoscia: è incapace di tollerare la situazione. Approfondimenti diagnostici indagare l’area affettiva, relazionale e sessuale attuale e pregressa. esplorare le tematiche di dipendenza e angoscia abbandonica presenti nella relazione diadica e la difficoltà nell'affrontare il conflitto edipico (senso di esclusione e rifiuto) Essere stata apprezzata dalle figure significative per le doti fisiche, l’aspetto piacevole e l’atteggiamento seduttivo, ha portato la persona a trascurare le proprie capacità, affidandosi molto agli altri Esplorare il processo di separazione- individuazione ed eventuali esperienze che potrebbero averlo ostacolato Ipotesi l'intervento terapeutico l'istrionico nonostante la sua inadeguatezza relazionale conserva un buon rapporto con la realtà ed è in grado di elaborare il conflitto attraverso una psicoterapia. obiettivi terapeutici: favorire il processo di separazione e l'individuazione e rafforzare confini interni tra il sé e l'altro rielaborare le tematiche simbiotiche ed edipiche consolidare la funzione dell'io di canalizzare le pulsioni Controtransfert tipico Il terapeuta sente l’atteggiamento fortemente seduttivo, può sentirsi coinvolto o al contrario provare un profondo fastidio La paziente istrionica entra in grande competizione con una terapeuta donna e deve svalutarla Disturbo narcisistico B Grandiosità e tendenza a dire bugie Mancanza di empatia, non rispetta gli altri, non ne percepisce i bisogni tutto gli è dovuto. Comportamenti manipolatori Presunzione, fantasie di successo Autostima fragile; Necessità di costante attenzione e ammirazione Prova invidia, è convinto che gli altri lo invidino 2007 PETRINI-D'ANGELI DH - Centro Disturbi Personalità D DSM ASL RM 52 Caratteristiche di personalità Senso di grandiosità Presunzione Caratteristiche di personalità Mancanza di capacità riflessiva Mancanza di empatia Storia evolutiva del narcisista Autostima fragile;Necessità di costante attenzione e ammirazione Da bambino è stato esaltato ed esibito come un trofeo, ma sono stati trascurati i suoi veri bisogni. Consapevolezza di non potersi permettere debolezze e sconfitte, per non sperimentare la perdita di status di mito. Genitori caratterizzati da freddezza e anaffettività mascherate e compensate dall’esaltazione delle doti straordinarie del figlio Caratteristiche del narcisista persone che raggiungono posizioni sociali di successo non riesce a relazionarsi all'altro , a collocarsi nel sistema di coppia, a mostrare affettività. partner vissuti come “accessori” tutto ciò che lo circonda assume il ruolo di “rifornimento narcisistico”,come uno specchio che gli rimanda un'immagine grandiosa. Le relazioni del narcisista Problemi nelle relazioni intime: Difficoltà a coinvolgersi e a legarsi stabilmente dopo la fase di innamoramento Assenza di sensibilità per le esigenze e i desideri altrui Rompe il rapporto non appena il suo desiderio di centralità non è soddisfatto Tendenza allo sfruttamento e alla manipolazione interpersonale. Approfondimenti diagnostici fare un'attenta analisi della domanda, indagando sulla reale motivazione ad intraprendere un trattamento psicologico. Difficilmente emerge una motivazione intrinseca all'intervento terapeutico indagare le prime fasi dello sviluppo, eventuali fragilità coperte reattivamente dal senso di onnipotenza. Ipotesi di intervento terapeutico lavorare sullo sviluppo di una motivazione al trattamento e sull'alleanza terapeutica Obiettivi terapeutici: riportare il paziente su un piano di realtà promuovere una percezione realistica di sé stesso e degli altri permettere la messa in discussione del se grandioso, facendo emergere le problematiche latenti Controtransfert tipico Nella relazione terapeutica spesso si crea un clima di sfida nel quale il paziente mette in dubbio la capacità del terapeuta o l’utilità della terapia. A volte il terapeuta si affeziona al paziente, che invece lo liquida freddamente Il narcisista deve essere dominante e migliore in tutte le relazioni, altrimenti se ne tirano fuori incompatibile con il ruolo di paziente Disturbo paranoide A Sfiducia,sospettosità, dubita della lealtà degli altri (colleghi, coniuge) Prove insignificanti e inesistenti di inganno Riluttanti a confidarsi Suscettibilità, permalosità, scorge significati nascosti Risentimento, ostilità 2007 PETRINI-D'ANGELI DH - Centro Disturbi Personalità D DSM ASL RM 61 Il paranoide si sente in uno stato di continuo di pericolo (vittima di un complotto) qualsiasi gesto o parola anche banali per lui assumono il significato di una minaccia nascosta. Clima continuo di sospetto e diffidenza immotivati nei confronti degli altri. La sua sospettosità lo spinge a chiudersi sempre di più in se stesso ad evitare qualsiasi forma di confidenza con gli altri. Suscettibilità, permalosità, scorge significati nascosti Sfiducia,sospettosità, dubita della lealtà degli altri STORIA EVOLUTIVA DEL PARANOIDE I genitori hanno esercitato su di lui un controllo sadico e degradante Ha ricevuto severe punizioni fisiche e maltrattamenti psicologici Ha imparato, pertanto, a non fidarsi degli altri, a stare in guardia, a non esprimere i propri bisogni e a non chiedere aiuto anche in situazioni di grossa difficoltà. Tecnica di sopravvivenza: la miglior difesa è l’attacco Pensieri e sentimenti pericolosi o spiacevoli vengono scissi da quelli positivi, proiettati fuori di sé e attribuiti agli altri. Questo stile difensivo consente di salvaguardare autostima e contenuti positivi dagli aspetti cattivi del sé vengono controllati tenendo a bada l'ambiente su cui sono proiettati. 1. È incapace di lasciarsi andare affettuosamente nelle relazioni, perché ciò lo renderebbe fragile di fronte ad un eventuale attacco. 2. È incapace di portare avanti una relazione duratura nel tempo. L'altro viene analizzato in ogni minimo gesto per trovare le prove del complotto e del tradimento. 3. Ha bisogno di tenere tutto e tutti sotto controllo, convinto che anche un minimo particolare sfuggito può farlo cadere in trappola. Differenza con la schizofrenia: il paranoico possiede una percezione dell'ambiente precisa, la realtà non è distorta in se stessa, lo è l'interpretazione di essa. Spesso i pensieri si susseguono in maniera lucida e coerente partendo però da una premessa sbagliata (errore di interpretazione del dato reale) L'organizzazione di pensiero e di comportamento appaiono strutturati, mentre nella schizofrenia si evidenzia un grave problema di destrutturazione. Approfondimenti diagnostici esplorare le varie aree di funzionalità della persona, in particolare quella relazionale (sociale, affettiva, sessuale) dove il paranoico esprime maggiore difficoltà. o È importante indagare: la rappresentazione dell'oggetto interno le parti del sé minacciose proiettate all'esterno i contenuti aggressivi eventuali tradimenti da parte delle figure significative il modo in cui sono state vissute le fasi dello sviluppo Importante conoscere le regole e lo stile comunicativo familiare (eventuali doppi messaggi, contenuti nascosti) che potrebbero aver contribuito allo sviluppo della sospettosità. Ipotesi di intervento terapeutico il soggetto considera i problemi non provenienti da se stesso e quindi non è motivato all'intervento. Il soggetto ha difficoltà ad aprirsi, rischio di atti violenti, rapporto con la realtà alterato in modo rigido l'Io non funziona come giudice e mediatore della realtà. Obiettivi del trattamento della paranoia: superamento della scissione e integrazione armonica di sentimenti d'amore e di odio verso lo stesso oggetto facilitare l'Interiorizzazione di un oggetto buono stabile in grado di contenere l'aggressività favorire lo sviluppo dell'autostima e della fiducia di base Relazione terapeutica e controtransfert È importante che il terapeuta non si senta offeso o costretto a difendersi a causa dell'atteggiamento aggressivo del paziente. Questo alimenterebbe nel paziente l'aggressività e la paura di essere minacciato. Cosa fare con il paranoide? Empatizzare con i bisogni di protezione del paziente ( percezione di una situazione di pericolo da controllare) Favorire la verbalizzazione dei contenuti persecutori Far sperimentare al paziente il mantenimento del controllo Eventuale trattamento farmacologico da accompagnare alla psicoterapia. Disturbo schizoide A Distacco dalle relazioni sociali e familiari. Esperienze ed espressioni emotive ristrette. Scarso interesse sessuale Indifferenza alle lodi ed alle critiche Attività e passatempi solitari L'emotività appare appiattita e rende il soggetto sempre più rigido e chiuso in se. 2007 PETRINI-D'ANGELI DH - Centro Disturbi Personalità D DSM ASL RM 72 Caratteristiche di personalità Esperienze ed espressioni emotive ristrette Attività e passatempi solitari Approfondimenti diagnostici: l'individuo ha ritirato la libido, l'interesse e i desideri dal mondo esterno, l'ambiente circostante non viene percepito come una possibile fonte di investimento perché vissuto come incapace di accogliere le richieste del soggetto. individuare cosa ha impedito l'investimento su elementi concreti esterni,quali eventuali bisogni sono rimasti frustrati e inespressi valutare le aree di funzionalità della persona raccogliere informazioni sui rapporti attuali e pregressi con i familiari vissuti relativi le diverse fasi dello sviluppo . ipotesi di intervento terapeutico Il paziente è demotivato alla terapia considerata come una parte di quel mondo su cui non vale la pena investire. obiettivi della terapia: 1. 2. 3. favorire la strutturazione, l'integrazione e la definizione dell'io promuovere l'investimento su elementi esterni (collegamento con la realtà) eventuale intervento farmacologico da affiancare ad una psicoterapia. Disturbo schizotipico A grave disagio relazionale accompagnato da un comportamento eccentrico e da distorsioni nel pensiero e nella percezione. Idee di Riferimento (No deliri)* Esperienze percettive insolite (illusioni) Eccentricità comportamentale Pensiero magico e linguaggio strano Affettività inappropriata e coartata 2007 PETRINI-D'ANGELI DH - Centro Disturbi Personalità D DSM ASL RM 76 Pensiero magico in contrasto con le norme della cultura di appartenenza (riti esoterici chiaroveggenza, telepatia) pensa di avere doti eccezionali. nelle relazioni mostra grave disagio, scarse capacità di dialogo e di scambio affettivo. Il pensiero il linguaggio appaiono confusi spesso metaforici e stereotipati il soggetto vive in un clima di sfiducia e sospetto. Approfondimenti diagnostici: Raccogliere informazioni su: l'ideazione bizzarra le eventuali credenze magiche fantasie, illusioni, pensieri paranoici Questo permette di comprendere : le alterazioni cognitive e percettive il distacco dalla realtà le tematiche del disagio la disintegrazione dell'Io. Ipotesi di intervento terapeutico obiettivi della terapia: 1. 2. 3. favorire la strutturazione, l'integrazione e la definizione dell'io promuovere l'investimento su elementi esterni (collegamento con la realtà) eventuale intervento farmacologico da affiancare ad una psicoterapia. Per concludere: