Lombalgia - Mal di schiena - Analisi Cliniche Cimatti Roma

Lombalgia - Mal di schiena
Dott. Hajime Kusayanagi
Neurologo-Agopuntore Ryodoraku Italia
Epidemiologia
La lombalgia è definita come un disagio, in primo luogo, a carico della schiena, tra il margine
costale e la linea glutea inferiore, con o senza dolore alla gamba in assenza di segni di grave
patologia.
Circa il 40 % delle persone sperimentano questo disturbo a un certo punto della loro vita, con
stime che arrivano all'80% negli individui dei paesi industrializzati. Solitamente lʼesordio è tra i
20 e i 40 anni di età. Più comunemente tra gli individui di età compresa tra i 40 e gli 80 anni.
Controversa è lʼopinione se la lombalgia sia prevalente nel sesso maschile o femminile.
Sintomi
Il dolore si sviluppa dopo movimenti che coinvolgono il sollevamento, la torsione, la flessione
oppure la mattina, al risveglio, dopo aver eseguito uno sforzo fisico. Il quadro sintomatologico
varia dal dolore in una particolare zona del corpo a un dolore più diffuso. Esso può peggiorare
con certi movimenti, come sollevare una gamba, o assumendo particolari posizioni, come
sedersi o stare in piedi. Nelle forme croniche sono inoltre presenti disturbi del sonno
(insonnia), depressione e ansia.
Classificazione ed eziologia
Nella maggior parte dei casi una causa chiara non è nota ma si ipotizza possa essere il
risultato di problemi muscolo-scheletrici non gravi, come distorsioni o stiramenti muscolari.
I fattori di rischio più comuni per lʼinsorgenza di lombalgia sono i lavori fisici pesanti, una
frequente flessione del corpo, la torsione, il sollevare, il tirare, lo spingere, il lavoro ripetitivo,
statico, la postura errata e le vibrazioni.
I fattori di rischio psicosociali includono lo stress, lʼangoscia, lʼansia, la depressione, la
disfunzione cognitiva, un atteggiamento errato verso il dolore, l'insoddisfazione legata al
lavoro. Inoltre lʼobesità, il fumo, lʼeccessivo aumento di peso durante la gravidanza, la vita
sedentaria, gli squilibri del ritmo circadiano possono contribuire allo sviluppo di lombalgia.
Nel caso invece di presenza di sintomi che possono far pensare a patologie più gravi le linee
guida internazionali parlano delle cosiddette “red flag” (vedere tabella).
Red flag
Storia di un tumore pregresso
Perdita di peso inspiegabile
Possibile causa
Tumore
Perdita del controllo della vescica o dell'intestino
Debolezza motoria significativa o deficit sensoriali
Sindrome della cauda equina
Perdità di sensibilità ai glutei
Trauma significativo per l'età
Utilizzo cronico di corticosteroidi
Frattura
Forte dolore dopo un intervento chirurgico avvenuto da meno di un anno
Febbre
Infezione delle vie urinarie
Infezione
Immunosoppressione
Utilizzo di droghe per via intravenosa
Si possono distinguere tre tipi di lombalgia:
lombalgia meccanica per circa il 90% dei casi (cause muscoloscheletriche aspecifiche,
l'ernia discale, la compressione delle radici nervose, la degenerazione discale, la patologia
articolare o la frattura vertebrale).
lombalgia di natura non meccanica (tumori, infiammazioni come nella spondiloartrite o
infezioni). Raramente il mal di schiena è ascrivibile a patologie sistemiche o fattori
psicologici, come nel caso di disturbi somatoformi e alla fibromialgia.
lombalgia dovuta agli organi interni (colica biliare, calcolosi renale, infezioni renali e
aneurisma aortico).
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Lʼapproccio topografico classifica la lombalgia in base alla localizzazione del dolore e alla sua
eventuale irradiazione agli arti mentre altre classificazioni prendono il fattore tempo in
considerazione: lombalgia acuta (dolore per un periodo inferiore alle 4 settimane); lombalgia
sub-acuta (per un periodo tra le 4 e le 12 settimane); lombalgia cronica (dolore oltre le 12
settimane).
Varie informazioni sono necessarie al medico per una corretta diagnosi di lombalgia:
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lʼanamnesi che prenda in considerazione la durata e frequenza dei sintomi; fattori di
rischio per gravi patologie; localizzazione del dolore; storia di sintomi precedenti,
trattamenti e risposta ai trattamenti.
un esame clinico per valutare la presenza di sintomi che facciano pensare a radicolopatia,
stenosi spinale oppure alla presenza di deficit neurologici.
Diagnostica di triage per effettuare delle valutazioni differenziali a seconda della patologia
sospetta che possano escludere le “red flag”.
Nella maggioranza dei casi la lombalgia non è causata da patologia grave, nonostante
unʼeventuale presenza di una red flag. Se i red flag non sono presenti non è ritenuto utile
eseguire esami di diagnostica per immagini (RM, TAC e RX) o esami di laboratorio come l’esame delle urine con urino-­‐coltura ed antibiogramma, la PCR o proteina C Reattiva, la VES, il protidogramma (vedi Labtestonline) nelle prime quattro settimane dopo l'inizio dei sintomi.
Escluse le cause più gravi, ai pazienti sono somministrati i farmaci detti sintomatici.
Terapia
Sono descritti approcci terapeutici diversi in funzione del periodo di durata sintomatologico e
delle cause, se presenti. Informato il medico curante dei sintomi, questi effettuerà una
valutazione complessiva, prendendo in considerazione anche i fattori di rischio bio-psicosociali, precedentemente descritti, per dare suggerimenti sulla tipologia di trattamento
terapeutico. I trattamenti consigliati dalla comunità medico-scientifica e codificati in varie linee
guida possono essere suddivisi in trattamenti non farmacologici: attività fisica aspecifica,
yoga, rilassamento progressivo, massaggio e manipolazione spinale.
I farmaci generalmente prescritti includono: Antidolorifici (Paracetamolo, FANS), Miorilassanti,
Antidepressivi, Benzodiazepine, Tramadol e Oppiodi.
Gli approcci invasivi o mini-invasivi, come lʼagopuntura, la neuro-reflesso terapia, lʼintervento
chirurgico (in genere dopo i successivi due anni dal fallimento di tutti gli interventi conservativi
e in caso di forte dolore), sono indicati in casi specifici.
Consigli
Nella fase acuta di lombalgia si consiglia di mantenersi attivi e tornare presto alle normali
attività, compreso il lavoro. Finora non vi è un pensiero unanime sullʼindividuazione di metodi
efficaci nella prevenzione “tout court” del mal di schiena.
Tuttavia non vanno sotto valutati un corretto regime alimentare, vario e bilanciato, associato a
esercizio fisico compatibile con il sesso e lʼetà del soggetto. Inoltre è buona norma eseguire
periodicamente esami di controllo (esami del sangue, delle urine, ECG), con la finalità di
prevenire lʼinsorgere di patologie tra cui il mal di schiena.
Riferimenti bibliografici
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