Monologo-Spettacolo
Un’autentica scoperta è poi Margherita Di Rauso che interpreta “Itagliani!”[...]. Una favola esilarante,
dagli accenti amari, al tempo stesso paradossali e grotteschi, restituita al pubblico con stupefacente
energia dall’attrice sola in scena.”
Emilia Costantini.
Corriere della Sera
Il sapido linguaggio della Cilento è affidato alla doppia performance di Margherita Di Rauso
(nella foto) che, alternandosi in rapidi mutamenti, dà voce e carattere al mite Cinnicò e alla sua
snaturata moglie Frevella. [...] Margherita Di Rauso si muove tra riti caserecci (con i sentori di cipolle
messe a friggere in scena) e il cerimoniale esoterico di candele nel buio, nel fitto registro espressivo
del duplice ruolo, con efficace resa interpretativa della favola agrodolce della Cilento.
Franco De Ciuceis
Il Mattino
Itagliani!
ovvero
Storia del delirio di Frevella Lavannara che profetizzò a Hitler e Mussolini la disfatta nella guerra a
causa di suo marito Augusto Cinnicò, uomo di concetto
Scritto da Antonella Cilento
Scritto da Antonella Cilento riscrittura drammaturgica del racconto
Riscrittura drammaturgica del racconto omonimo tratto da “L’amore, quello vero”, Guanda, 2005
omonimo tratto da “L’amore, quello vero”, Guanda, 2005
Interpretato da Margherita Di Rauso - Diretto da Eleonora Pippo
Interpretato da Margherita Di Rauso Diretto da Eleonora Pippo
Scene e costumi Loredana
- Disegno
luci Paglioni
Angelo Ugazzi
ScenePaglioni
e costumi
Loredana
Disegno luci Angelo Ugazzi
Assistente alla regia Giulio
Pierotti
Assistente alla regia Giulio Pierotti
Itagliani!
ovvero
Storia del delirio di Frevella Lavannara
che profetizzò a Hitler e Mussolini la disfatta nella guerra
a causa di Augusto Cinnicò, uomo di concetto
Frevella è il prototipo della matriarca feroce e picchiatrice di uomini, donna mascolina
dall’utero dentato, terrore dei maschi meridionali, afflitta però da una debolezza che la rende
involontaria profetessa: crisi mistiche e allucinazioni.
Cinnicò è il tipico impiegato di concetto gogoliano, debole, disperato, frustrato ma
antifascista. Cinnicò deve pur ribellarsi a una moglie violenta e umiliante e concepisce così il
suo grande piano, una subdola rivalsa che gli consentirà, in un sol colpo, di vendicarsi della
moglie oppressiva e degli odiati e stolidi dittatori: Frevella offrirà ai signori della Seconda
Guerra una sua personale profezia, naturalmente a pagamento...
Di qui l’alternanza delle voci, del marito e della moglie, dei registri, il dialetto inventivo dell’una, il buon italiano dell’altro; l’azione rapida e il trasformismo da un punto di vista all’altro;
l’atmosfera degli anni della guerra e al tempo stesso il dramma familiare; la Storia e il paradosso. Fra il 1938 e il dopoguerra le memorie monologanti, comiche e deliranti di due insoliti
protagonisti, sullo sfondo dei rivolgimenti del Fascismo.
Note dell’autrice*
Itagliani! è una fantasia provocata dai racconti di un mio zio, Alberto.
Siccome era stato sommergibilista e sciupafemmine, aveva l’abitudine di riferire, e forse
reinventare, episodi della sua ardita e, ahimè, fascista giovinezza ma lo faceva con grande
senso dell’ironia. In particolare, andava fiero della partecipazione a un grande evento
sommergibilistico tenutosi a Napoli per volontà di Mussolini in onore del suo fresco alleato,
Hitler. Era il 1938 e c’era questa marea di sommergibili che salivano e scendevano, cioè
emergevano e s’inabissavano, modello Esther Williams, e zio Alberto era il protagonista di
questa storia come il capitano Nemo di Ventimila leghe sotto i mari. L’autarchico
sommergibile italiano faceva un po’ pensare a una vecchia caffettiera piena di uomini, fra
cui questo mio zio, che cercavano di tenere le botole chiuse per non affondare.
Insomma, quando iniziai a scrivere Itagliani! pensavo a Hitler che, non fosse stato per
quella balorda manifestazione, probabilmente non sarebbe mai venuto a Napoli, città che
di comandanti, re e viceré, dittatori e capipopolo nei secoli ne ha visti a bizzeffe, ma mai
dittatori così efferati.
E cosa poteva offrire la città del miracolo di San Gennaro a Hitler?
La città di Virgilio Mago, del Principe di Sansevero, delle ianare e delle cape di morto?
Una bella divinazione.
Una specie di oroscopo, insomma. Un presagio, ma anche una fregatura, un “pacco”.
Ed ecco l’idea: al Fu_rher, fanatico dell’esoterismo, acquirente della presunta lancia di
Longino, finanziatore di viaggi tibetani alla ricerca della mitica Agharti, Napoli poteva offrire
il non plus ultra della divinazione classica: la Sibilla Cumana in persona, quella di Enea,
insomma, ma in vesti di lavannara, cioè di lavandaia, il peggior tipo di vaiassa, di popolana
scostumata, che la tradizione napoletana conosca.
Frevella e Cinnicò sono stati la conseguenza di quest’immagine iniziale.
Vivevano già nel luogo dove accade la scena clou dello spettacolo e cioè la grotta della
Sibilla a Cuma: non c’è luogo più affascinante dell’acropoli di Cuma, silenziosa, abitata da
grilli e colombe, unico rumore il mare, i versi di Virgilio ad ogni angolo (nel 1938, poi, gli
scavi erano appena iniziati)...
E in questo luogo del mito ecco i due personaggi, marito e moglie.
Penso a Cinnicò che ricorda questi tempi lontani, la moglie e l’unica vera impresa della
sua vita, una gigantesca beffa, come a un simbolo dei nostri anni poiché l’ironia di Cinnicò
è l’unica salvezza in tempi di disperata e muscolare idiozia: un’ironia che parla delle
dittature di oggi come di ieri.
Antonella Cilento
*Antonella Cilento
Antonella Cilento (Napoli, 1970), ha pubblicato Il cielo capovolto (Avagliano, 2000), Una lunga notte (Guanda, 2002), Non è
il Paradiso (Sironi, 2003), Neronapoletano (Guanda, 2004), L’amore, quello vero (Guanda, 2005), Napoli sul mare luccica
(Laterza, 2007), Nessun sogno finisce (Giannino Stoppani, 2007 - romanzo per ragazzi).
Una lunga notte ha vinto il Premio Fiesole e il Premio Viadana, è stato finalista al Premio Greppi e al Premio Vigevano.
L’amore, quello vero ha vinto il Premio Brancati nel 2007. Una lunga notte e Neronapoletano sono tradotti in Germania da
Bertelsmann. Antonella Cilento è stata segnalata al Premio Calvino 1998 con il romanzo inedito Ora d’aria.
Ha pubblicato numerosissimi racconti su rivista e in antologie, ha partecipato con un suo racconto ai progetti “I mesi” a
cura dell’Istituto Trentino di Cultura e a “Voci nella città”, a cura del Comune di Falconara. Un suo racconto è tradotto
negli Stati Uniti nell’antologia “After the war: a collection of short fiction by postwar italian women” a cura di Martha King.
Conduce il Laboratorio di Scrittura Lalineascritta che ha ideato e fondato dal 1993 (15 anni di attività) a Napoli e in Campania; dal 2002 insegna in tutt’Italia.
Ha realizzato:
per Cento Lire, a cura di Lorenzo Pavolini, i racconti radiofonici intitolati “Voci dal silenzio” (RAI, Radio Tre, 15-19 gennaio
2001).
Attualmente, collabora con “Il Mattino”, “L’Indice dei libri del mese”.
Dal 1998 al 2000 ha collaborato con il “Corriere del Mezzogiorno”(supplemento del Corriere della Sera), nel 2003 con “Il
sole 24 Ore Sud”, nel 2005 con “Il Riformista”. Suoi racconti o articoli sono usciti anche su: D di Repubblica, Marie Claire,
TuttoLibri, Il Sole 24 Ore, Stylos e altre riviste.
Si è laureata nel 1995 in Lettere Moderne con una tesi intitolata La scrittura di Pier Vittorio Tondelli vincitrice presso la Biblioteca Comunale di Correggio del Premio Tondelli 1999.
E’ presidente dell’ass. cult. Aldebaran Park con la quale organizza convegni, rassegne autoriali, spettacoli.
Per il teatro, scrive:
“Isole senza mare: omaggio ad A.M. Ortese ed Elsa Morante”, 1999 in scena al Teatro Leopardi, Napoli, regia di Cristiana
Liguori, interpreti Cristiana Liguori e Giorgia Palombi; “Bambini nel tempo” da I. Mc Ewan, 2000 in scena al Mezzoteatro di
Napoli, al Teatro Nuovo di Salerno, regia di Paolo Oliveri e Giorgia Palombi, interpreti Paolo Oliveri e Luana Di Sarno; “Il funambolo” omaggio a J. Genet, 2001, Teatro Garage Genova, Galleria Toledo Napoli, Teatro Colosseo Roma, in tournée attualmente, realizzato con la regia di Laura Sicignano da un’idea di Iole Cilento, interpreti Marco Pasquinucci e
Massimiliano Caretta). “Frankenstesin Barausz” di Laura Sicignano e A. Cilento, 2002, Teatro Cargo, Genova. “Ho visto
Don Chisciotte”, regia e ideazione di Giancarlo Cosentino, in scena al Teatro Diana, Napoli, 2003.
“Itagliani!”, regia di Eleonora Pippo, con Margherita Di Rauso, dall’omonimo racconto contenuto ne “L’amore, quello vero”
(Guanda), in scena da maggio 2006.
Per il cinema, scrive:
“Il martirio di Sant’Orsola” di Mario Martone e Sandro Dionisio, produzione PAV e Banca Intesa (2005). “Solo agli occhi”
(omaggio ad Anna Maria Ortese) di Sandro Dionisio, produzione Digigraph, Dionisio e Aldebaran Park, “Il canto di Partenope” di Sandro Dionisio, produzione Eskimo.
Coordina:
è ideatrice e promotrice del progetto di mailing-list e convegno sulle scritture creative del Mezzogiorno “SudCreativo” con
Antonio Spadaro S.J. promotore della scuola di scrittura creativa “Bombacarta”.
* Margherita Di Rauso
Attrice eclettica di origine partenopea e di formazione teatrale classica;vive a
Capua e si trasferisce appena ventenne a Milano per frequentare la scuola di
Giorgio Strehler al Piccolo Teatro di Milano.Studia canto lirico e moderno e si
perfeziona con Donatella Pandimiglio. Lavora con i maggiori teatri e registi
italiani interpretando i ruoli più diversi. Tra gli ultimi lavori:”L’anima buona del
Sezuan”di Brecht, regia E. De Capitani-F.Bruni nel doppio ruolo di Vedova
Shin e La prostituta, interpretazione che le è valsa la candidatura ai Premi
Olimpici del teatro 2009/Premio Eti come miglior attrice non protagonista. E’
fautrice del progetto “Itagliani!” ovvero Storia del delirio di Frevella lavannara
che profetizzò la fine della guerra a Hitler e Mussolini per mezzo di suo marito
Augusto Cinnicò uomo di concetto, monologo di A.Cilento con cui debutta al
festival di Todi e porta con successo in teatri off. Recentemente interpreta
quattro ruoli diversi nel film “Il Fodero”di P. Randi, opera prima di prossima
uscita, partecipa ad altri film:Vallanzasca di M.Placido e al film in lingua tedesca “Viktor Kaufmann”. Per la
regia di M. Nichetti recita nei divertenti ruoli di zia Giselda in ”Le sorelle Materassi” e Pomerania
nell’operetta” Il Paese dei Campanelli”.Ancora nell’operetta “Scugnizza” al teatro dell’opera Verdi di Trieste
riscuote grande successo nel ruolo comico di zia Grazia. Inoltre ricordiamo, tra gli altri ,“Infinities”,
spettacolo filosofico scientifico, regia di L.Ronconi dove è tra i protagonisti, le Tragedie greche al teatro di
Siracusa sempre per la regia di Ronconi dove è Corifea, “Morte accidentale di un anarchico” con il teatro
dell’Elfo, il ruolo di Smeraldina nell’”Arlecchino” di Strehler, la poetica cameriera Caterina in “Io l’erede” di
E. De Filippo col teatro Stabile di Calabria, regia di A.R.Shammah, la regina Regana nel Re Lear di Glauco
Mauri, la Donna Celestina nello spettacolo musicale Tango Barbaro accanto alla Melato,regia Bruni-De
Capitani. Gli spettacoli Shakesperiani con la compagnia internazionale di Karin Baier in Germania e Austria.
Ha realizato numerosi cortometraggi tra cui Sandokan dreamin’,vincitore del premio Ist.Luce e recita nel
film di Grimaldi”Un mondo d’amore”.E’ anche cantante e speaker di importanti spot tv nazionali come
Mulino Bianco,Perugina,Olaz,Chicco,Morellato ecc.
www.margheritadirauso.com
[email protected]
* Eleonora PIppo
Regista e attrice
Nata a Pordenone nel 1976. Si forma come attrice alla Scuola delTeatro Stabile di Torino.
Lavora con Giancarlo Cobelli, Lorenzo Loris, Carmelo Rifici, Tim Stark, Claudio Longhi, Franco Branciaroli,
Jurij Ferrini. E’ stata assistente alla regia di Claudio Longhi e Giancarlo Sepe. “ Yumiura “ di Yasunari
Kawabata è il primo lavoro
da regista. Nel 2005 fonda CALIBRO2 e dirige “ Cinque Donne con lo Stesso Vestito “ di Alan Ball. Poco
dopo dirige “ Itagliani! “ di Antonella Cilento con Margherita Di Rauso.
Per il Festival Quartieri dell’ Arte 2009 dirige “ Sotterraneo “ di Josep Maria Benet i Jornet.
www.myspace.com/eleonorapippo
Contatti
MADIRA teatro s.r.l.
Via Sandro Botticelli 2
00196 Roma
Margherita Di Rauso
Tel.06/3221836-3488117605
[email protected]
www.margheritadirauso.com
Scheda tecnica
1 mixer audio
1 lettore cd
casse
1 mixer luci 24 canali
4 sagomatori
2 castor 2000
17 pc 1000
gelatine 156,200,201,205
Dimensioni palco (minime) 6 m x 6 m
Rassegna Stampa
Estratti
«Itagliani!»: la Sibilla di Hitler e Mussolini
[...] Un’autentica scoperta è poi Margherita Di Rauso che interpreta «Itagliani!», storia del
delirio di Frevella Lavannara, che profetizzò a Hitler e Mussolini la fine della guerra a causa di Augusto Cinnicò, scritta da Antonella Cilento. Una spassosa cronistoria, sullo sfondo dell’ Italia fascista. Frevella è una
lavandaia napoletana. Affetta da epilessia, insulta, delira e picchia quotidianamente il povero marito, Augusto Cinnicò, un infelice disoccupato comunista. Ed è proprio Augusto che, in occasione di un passaggio a
Napoli dei due dittatori, trova il modo di vendicarsi sia della moglie, sia degli odiati Hitler e Mussolini: sfruttando le crisi epilettiche di Frevella, la trasforma in una sorta di Sibilla Cumana che profetizza ai due tiranni
che perderanno la guerra. Una favola esilarante, dagli accenti amari, al tempo stesso paradossali e grotteschi, restituita al pubblico con stupefacente energia dall’ attrice sola in scena.
Costantini Emilia, 24 luglio, 2007
Corriere della Sera
Chiunque abbia letto ed amato “L’amore, quello vero”, squisita raccolta di racconti pubblicatanel 2005 da
Guanda e frutto dell’estro creativo della giovane ed affermata scrittrice napoletana Antonella Cilento, non
dovrebbe perdere la magnifica riduzione teatrale del racconto “Itagliani”, curata dall’autrice medesima, interpretata da una brillante Margherita Di Rauso e sostenuta dalla regia asciutta e calibrata di Eleonora Pippo.
La protagonista, infatti, coniugando per l’intera messinscena un ritmo brioso e leggero con un’interpretazione intensa e corposa, dà voce sulla scena alle figure della narrazione, facendoci rivivere le vicende paradossali e grottesche di Frevella, Cinnicò e Sbragia, caratterizzando con agilità ed acuta sensibilità d’analisi
personaggi dai profili storico-esistenziali paradigmatici, figli elettivi di un repertorio letterario che si radica
con autorità e convinzione ai modelli tradizionali della narrazione breve ed allo stesso modello boccaccesco.
L’abilità della Di Rauso, infatti, sembra proprio risiedere nella scioltezza e nella grazia con cui, trascorrendo
da un personaggio all’altro, riesce a creare una dimensione narrativa e performativa verificabilmente compatta in cui la struttura drammaturgica, sebbene semplice e quasi aneddotica, coglie ed esalta quell’ampia
gamma di toni e colori che, intrecciando sapientemente i diversi aspetti formali e contenustici, aveva già
permesso al racconto della Cilento di distinguersi per la capacità di esporre avventure in cui la dimensione
fantastica e quella realistica si fondevano suggestivamente, mettendo in relazione cose, accidenti ed elementi apparentemente diversi.
Così Frevella e Cinnicò, attori di una beffa consumata negli anni della triste impresa bellica che univa le miserie dell’Italia fascista alle manie del superomismo hitleriano, si propongono, nella
voce e nel gesto della Di Rauso, come prototipi riconoscibili di un’umanità offesa dalla realtà
storica e privata, un’umanità che cerca, con fantasia ed ingegno pratico, di riscattare le offese patite, burlandosi con inusitata audacia del predominio indiscusso di un potere immondo e senza cuore.
Recensione di Claudio Finelli
per www.teatro.org
Con «Itagliani» Hitler e Mussolini a consulto dalla Sibilla cumana
Alla sala Tintadirosso la Di Rauso porta in scena un racconto della Cilento
«Itagliani!» è una bizzarra e godibile invenzione letteraria di Antonella Cilento. Un racconto breve, intenso e
visionario, che si sostanzia di umori paesani e grotteschi riflessi della grande Storia vista dal basso. Il lavoro, nella riscrittura drammaturgica della stessa autrice, è stato messo in scena dal Teatro dell’Architempo
nella piccola sala del Tintadirosso a Palazzo Marigliano. Con l’arguzia del sottotitolo esplicativo: «Storia del
delirio di Frevella Lavannara che profetizzò a Hitler e Mussolini la disfatta nella guerra a causa di suo marito
Augusto Cinnicò, uomo di concetto». Il sapido linguaggio della Cilento è affidato alla doppia performance di
Margherita Di Rauso (nella foto) che, alternandosi in rapidi mutamenti, dà voce e carattere al mite Cinnicò e
alla sua snaturata moglie Frevella. Sottoposto a quotidiane vessazioni, picchiato e umiliato, l’ometto trova
rifugio in divaganti conversazioni serotine con un amico, antifascista come lui, in una trattoria flegrea. E qui,
alla notizia che Hitler e Mussolini stanno per venire a Napoli, nasce un diabolico progetto: indurre il Fuhrer e
il Duce a consultare la Sibilla a Cuma. Il piano riesce, grazie all’artificio di un trance isterico di Frevella, con
un vaticinio infausto sull’esito della guerra. È la rivalsa di Cinnicò, un regolamento di conti con i due dittatori
nel segno della beffa. La regia di Eleonora Pippo, l’impianto e i costumi di
Loredana Paglioni, suggeriscono luoghi e momenti del racconto. Una curiosa macchina scenica,
una sorta di rustico cavalletto, rotea e si ribalta a formare stipo di cucina, tavolaccio per il
desco, torre di avvistamento per l’affaccio di Cinnicò verso la luna, giaciglio per i deliri di
Frevella, sfondo all’antro della Sibilla. Margherita Di Rauso si muove tra riti caserecci (con i
sentori di cipolle messe a friggere in scena) e il cerimoniale esoterico di candele nel buio, nel
fitto registro espressivo del duplice ruolo, con efficace resa interpretativa della favola agrodolce
della Cilento.
Franco de Ciuceis, 23 gennaio 2008
Il Mattino
Dal Piccolo all’Ex Riot
“Itagliani!” è un monologo tratto dall’omonimo racconto di Antonella Cilento nella raccolta
“L’amore, quello vero”. E’ in scena fino a domenica 20 gennaio nella sala teatrale del
Tintadirosso e ha il volto e la voce di Margherita Di Rauso, attrice capuana “emigrata” al
Piccolo Teatro di Milano. Dopo aver recitato con maestri come Strehler, Ronconi e Glauco
Mauri, la Di Rauso torna alle radici campane con la storia di Frevella la “lavannara”. E’ una
donna mascolina che vive a Cuma con il marito Cinnicò, comunista disoccupato ai tempi del
fascismo. Frevella soffre di crisi mistiche e ha il dono della profezia; proprio questo la porterà a
incontrare Hitler e Mussolini e a predire loro la fine della guerra.
Nella performance Margherita Di Rauso passa da un personaggio all’altro, alterna dialetto
napoletano e italiano.
“Abbiamo già presentato lo spettacolo al festival di Terni con discreto successo - spiega
l’attrice -. Interpretare il personaggio grottesco di questa ‘Sibilla’, inserito nell’ambito triste del
1938, è un contrasto che a teatro funziona”.
La regia è affidata a Eleonora Pippo e la produzione è di “Architempo”, associazione culturale
per la quale la Di Rauso dirigerà a giugno una rassegna a Capua.
“Dopo tante tournée anche all’estero sentivo il bisogno di tornare alle radici - confessa l’artista
vincitrice dei premi Hystrio e Wanda Capodoglio -. D’altronde, se sono entrata alla scuola di
Strehler lo devo a un brano di ‘Le voci di dentro’ di Eduardo”.
Dopo aver solcato i grandi palcoscenici l’attrice non ha problemi a recitare in una piccola sala:
“Non importa avere di fronte 40 o 400 persone. L’impegno e l’emozione nel recitare sono
sempre gli stessi”.
Marco Perillo, 19 gennaio 2008
Corriere del Mezzogiorno (inserto de Il Corriere della Sera
“Itagliani!” ha debuttato al Todi Arte Festival,
diretto da Simona Marchini, nel luglio 2007
Lo spettacolo è stato messo in scena:
6 agosto 2007, “Virgiliano in scena”, Parco Virgiliano, Napoli
22 settembre 2007, Biblioteca Comunale di Maddaloni (Caserta)
29 ottobre 2007, Centro Allende - Teatro Civico di La Spezia
28-30 novembre 2007, Teatro Cometa off, Roma
1-2 dicembre 2007, Teatro della Dodicesima, Roma
17-20 dicembre 2007, Teatro Tintadirosso, Napoli
13-14-15-16-17-18 maggio 2008, Teatro “Franco Parenti”, Milano
6 giugno, Teatro dell’albero, San Lorenzo al mare (Imperia)
5 dicembre 2008, Teatro Cargo, Genova
5-6 luglio 2009, Teatro Le Maschere, Roma