Saggio Breve Destinatario: Giornalino scolastico L‟ECONOMIA E I DIRITTI DELL‟UOMO L‟economia è sempre stata alla base di ogni società, dalla meno civilizzata alla più avanzata. L‟uomo, a prescindere dal periodo storico-culturale in cui ha vissuto, ha dovuto adattarsi alle esigenze che il contesto gli imponeva. Ogni Nazione ha cercato in qualche modo di tutelare i propri cittadini con delle „‟Costituzioni‟‟ che su carta garantiscono a ogni uomo residente in quel determinato territorio la tutela della propria identità. “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociali e sono uguali davanti alla legge, […] è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto l‟uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l‟affettiva partecipazione di tutti i lavoratori all‟organizzazione politica, economica e sociale del paese.” (Art.3 della costituzione italiana) Ogni cittadino, dunque, ha pari dignità sociali senza vincoli di sesso, in cui la donna dopo anni di lotte viene messa finalmente sullo stesso piano politico dell‟uomo; senza vincoli di razza, in cui ogni uomo, marocchino, mulatto, cinese ha il diritto di esprimere senza timore il proprio pensiero. Una società che mira ad abbattere ogni differenza economica che si impegna a far vivere in modo equo e dignitoso ogni uomo senza la barriera delle classi sociali. Una società che su carta è ideale, ma che viene contrastata da atteggiamenti e modi di pensare così radicati che tutto ciò non basta a far cambiare idee e modi di pensare sbagliati. “Tutti gli uomini sono stati creati eguali; che essi sono dal creatore dotati di certi inalienabili diritti, tra questi la Vita, la libertà e il perseguimento della felicità.” (Dichiarazione di indipendenza dei diritti dei Tredici Stati Uniti D‟America, 4 luglio 1776) I diritti dell‟uomo, sono appunto divisibili in diritti costituzionali e diritti inalienabili, i diritti costituzionali cambiano in base allo stato di provenienza, i diritti inalienabili non possono di fatto essere conferiti da uno Stato, perché nascono e muoiono con l‟uomo, e ne definiscono la sua identità. Il denaro, aiuta da una parte ma tende a ledere tutti questi principi dall‟altra, gli uomini del XXI secolo sono diventati molto più materialisti e meno felici. “Ogni uomo si dichiara soddisfatto in reazione a ciò che può realisticamente ottenere, di conseguenza oggi siamo più felici rispetto a 20 anni fa, ma non ci riteniamo tali perché le nostre aspettative sono cambiate, migliorate e desideriamo sempre di più.” (Mauro Maggioni e Michele Pellizzari, Alti e bassi dell‟economia e della felicità,<< La stampa>>, 12 Maggio 2003) Dunque, l‟uomo tende ad essere per natura insoddisfatto, il tenore di vita nel corso degli anni non ha fatto altro che aumentare, ma le esigenze continuano a crescere e ciò ci destina a essere perennemente infelici. “Il tradimento dell‟individualismo sta tutto qui: nel far credere che per essere felici basti aumentare le utilità. […] La riduzione della categoria della felicità a quella delle utilità è all‟origine della credenza secondo cui l‟avaro sarebbe dopotutto, un soggetto razionale. Eppure un gran numero di interazioni sociali acquistano significato grazie all‟assenza di strumentalità.” (Stefano Zamagni, Avarizia. La passione dell‟avere, Bologna 2009) L‟uomo al giorno d‟oggi preferisce rimanere nella sua solitudine lussuosa, piuttosto che condividere quello che ha con i propri affetti: si può affermare dunque che nel XXI secolo prevale una società meschina ed attaccata al denaro. Angela Rocca Classe 5 A Liceo Artistico – A.S. 2015/16