Scarica il PDF - Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri

La chimica
della gioia
L
a felicità è anche, da molti anni,
sotto la lente dei neuroscienziati. Che, abituati a collegare
le emozioni e gli stati d'animo
a circuiti nervosi e neurotrasmettitori,
hanno sondato la mente di chi si diceva
felice, per carpire la sua formula segreta
e, magari, poterla riprodurre. Purtroppo,
nessuno ci è ancora riuscito. Ma queste
ricerche stanno almeno chiarendo quali
sono le molecole in gioco e le aree cerebrali coinvolte.
SULLA PUNTA DI UNA BIRO. Lafotografia
piùrecente del cervello felice è comparsa
lo scorso novembre sulla rivista Scientific Reports. Su una cinquantina di volontari, i ricercatori dell'Università di Kyoto
hanno usato una tecnica molto sofisticata per cercare le differenze anatomiche
fra chi è soddisfatto della sua vita e chi
non lo è. Hanno così scoperto che la felicità si annida in un'area della corteccia
cerebrale destra grande quanto la punta
di una penna, chiamata precuneo, un po'
più sviluppata fra chi si dichiara felice.
In passato erano state identificate altre
zone legate all'allegria, al piacere o a sensazioni che consideriamo positive. Ma è
la prima volta che una macchina scatta
l'istantanea della felicità vera, quella
cioè che non dipende dal mangiare un
pezzo di cioccolato o dal ridere per una
scenetta comica, ma dalla percezione di
vivere un'esistenza piena e appagante.
Pur distinguendo fra la felicità "esistenziale" e le emozioni passeggere, l'analisi
non dice affatto che queste ultime non
contino nulla. Conferma, anzi, che l'ansia rende infelici, mentre la gioia e le gratificazioni contribuiscono a colorare la
vita di rosa. E questa è un'ottima notizia,
perché è possibile rendere più numerosi
e intensi i nostri momenti "sì" e arginare
quelli "no", con strategie e abitudini che
- si è visto - influenzano direttamente
la chimica del cervello. Per esempio, è
modulabile l'attività della molecola del
piacere per eccellenza, la dopamina, regina del sistema limbico che controlla le
nostre reazioni istintive. La sua produzione, infatti, aumenta se ci si concede
ogni tanto qualche cibo godurioso, se ci
si pongono obiettivi raggiungibili (ogni
volta che li centriamo parte una scarica)
e, soprattutto, con il sesso. Quest'ulti- •
Aprile 2016 Focus | 97
GARATTINI
F
DOSSIER
BACI BOLLENTI.
Il sesso scatena
la produzione di
dopamina.
kX
Dopamina,
ossitocina,
serotonina:
un cocktail
dì benessere
mo, peraltro, è un vero toccasana per l'umore nero, perché scatena anche la sintesi di endorfine - che danno benessere
e funzionano da antidolorifici - e quella
di ossitocina, un ormone secreto da una
piccola ghiandola situata al centro del
cervello, chiamata ipofisi. L'ossitocina
è la molecola della tranquillità e dell'attaccamento (infatti è prodotta dopo
l'orgasmo), ed è inoltre la responsabile
della specialissima relazione che si crea
fra la madre e il bambino appena nato.
Uno studio pubblicato recentemente su
Science suggerisce che persino adottare
un cane possa rafforzarne gli effetti: lo
sguardo dell'animale fa infatti triplicare
la concentrazione di questo ormone nel
sangue dei padroni.
COME SI MISURA LA
FELICITÀ DEL MONDO
Fare attività fisica è un altro modo per
influenzare positivamente i circuiti
del piacere. Diversi studi hanno infatti dimostrato che gli sforzi intensi potenziano gli endocannabinoidi, che ci
permettono di reagire allo stress, mentre lo yoga favorisce la sintesi del Gaba
(neurotrasmettitore che toglie l'ansia) e
gli sport estremi o molto dinamici quella
di adrenalina, che dà energia. Gli esercizi aerobici, infine, agiscono sul sistema
della serotonina, molecola carente in chi
soffre di depressione, i cui livelli possono
essere alzati anche esponendosi ai raggi
Uv in ima bella giornata di sole.
PILLOLE CHE INGANNANO. I farmaci per
l'ansia e ladepressione agiscono sumolte
delle sostanze elencate fin qui. Sarebbe
però un errore cercare la felicità con le
pillole, che, avverte Silvio Garattini, direttore dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negli di Milano, «hanno
effetti collaterali importanti e purtroppo
sottovalutati». In particolare, prosegue
l'esperto, «gli adulti rischiano di non poterne più fare ameno, i bambini e gli adolescenti possono diventare aggressivi o
avere tendenze suicide». A dispetto dei
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GARATTINI
DEPRESSI? Per il World Happiness
Report, i danesi risultano tra i popoli
più felici. Sono anche, però, grandi
consumatori di antidepressivi. «Non è
una contraddizione», spiega Meik
Wiking, direttore dell'Happiness
Research Institute di Copenaghen,
«indica solo che la Danimarca cerca di
ridurre l'infelicità dei propri cittadini:
quando hanno malattie mentali, li cura.
Inoltre, nelle misurazioni consideriamo
la media delle persone. Non è escluso
che, per esempio, una parte di italiani
possa essere molto più felice dei
danesi più felici». Ma come si misura la
felicità del World Happiness Report?
«Cerchiamo di cogliere tre dei suoi
molti componenti: il livello di
soddisfazione complessivo riguardo
alla propria vita; la dimensione
affettiva, che cattura l'umore del
momento; "il grado di senso" che la
persona attribuisce alla propria vita. La
difficoltà maggiore, poi, sta nel capire
qual è la causa e quale l'effetto. Per
esempio: le persone sposate sono più
felici, ma non si riesce a capire se
sono felici perché sono sposate o se è
più facile sposarsi quando si è felici».
Marco Consoli
rischi però «si fa un uso eccessivo di antidepressivi e ansiolitici, e spesso sono
gli stessi medici che li prescrivono a
sproposito, magali per aiutare i pazienti
ad affrontare eventi drammatici, come
un lutto o la perdita del lavoro. In questi
casi è utile un supporto psicologico, ma i
farmaci sono dannosi, perché tolgono le
energie che permetterebbero a chi sta
male di reagire e superare la difficoltà.
Gli antidepressivi servono se usati per
periodi limitati e solo nelle forme gl'avi di
depressione, che non sono legate a eventi contingenti, per quanto drammatici.
Bisognafare molta attenzione: il cervello
è l'organo più importante che abbiamo e
va trattato con cautela». ©
Margherita Fronte