Laboratorio teatrale con i detenuti della Casa di

DOMENICA 30 GIUGNO
ore 21,00
MONTEFIORINO
ROCCA
STEREOAMLETO
Radiodramma Live
a cura del laboratorio teatrale del Teatro dei Venti
StereoAMleto
Radiodramma Live
a cura di Stefano Tè e Francesco Bocchi (Teatro dei Venti)
Il laboratorio, condotto da Stefano Tè, con la collaborazione di Francesco Bocchi, entrambi del
Teatro dei Venti, ha esplorato le tante evoluzioni drammatiche presenti nel testo di Shakespeare. I
partecipanti (attori non professionisti) espongono tramite la lettura le sublimi sfaccettature
emozionali presenti nell'opera.
SUL TESTO
L’opera è ambientata nella Danimarca feudale e la quasi totalità delle scene si svolgono all’interno
del castello di Elsinor, ad eccezion fatta per alcune scene ambientate rispettivamente nello spazio
circostante al castello (atto primo, scena prima e scena quarta), nella casa di Polonio (atto primo,
scena terza ed atto secondo, scena prima), nella pianura danese (atto quarto, scena quarta) ed
all’interno di un cimitero (atto quinto, scena prima).
Il primo atto inizia con due uomini (Bernardo e Francesco) di guardia al castello, raggiunti più tardi
da Orazio e Marcello. Un fantasma dalle sembianze del padre di Amleto appare agli uomini ma,
improvvisamente e prima di poter parlare, svanisce nel nulla. La notte successiva, dopo essere
stato dovutamente avvertito, il giovane Amleto si unisce alla guardia del castello. Il fantasma
riappare ed Amleto riesce a parlargli, dopo averlo seguito, prima che esso scompaia di nuovo. Il
fantasma gli rivelerà i veri avvenimenti che hanno preceduto la sua morte, svelandogli l’omicidio da
parte del fratello Claudio e chiedendogli di vendicarlo. Da adesso in poi Amleto si fingerà pazzo per
confondere chiunque cerchi di prevederlo ed in modo da facilitarsi, quindi, la vendetta.
Dopo la morte del re, Claudio ha sposato la regina, Gertrude. Sia la madre Gertrude che lo zio
Claudio sono preoccupati per la presunta pazzia di Amleto e chiedono a due suoi amici di scuola,
Rosencrantz e Guildenstern, di trovare la causa del problema.
Una compagnia di attori, la "compagnia stabile della città", viene invitata al castello con l’intento di
risollevare l’animo di Amleto. Amleto chiede agli attori di interpretare "L’Omicidio di Gonzago"
(chiamandola in seguito "La trappola per topi") aggiungendo alcune sue righe al testo.
L’interpretazione, raggiungendo l’obiettivo prefissato da Amleto, rende furioso il re, che interrompe
la recita. Questo sembra provare agli occhi di Orazio ed Amleto la colpa di Claudio.
Amleto raggiunge la madre nella sua stanza per parlarle. Mentre dialoga animatamente con ella,
sente Polonio gridare da dietro le tende. Amleto, credendo si trattasse del re, lo uccide. Claudio,
decidendo quindi che Amleto è troppo pericoloso per essere lasciato a piede libero in Danimarca,
decide di trasferirlo in Inghilterra con Rosencrantz e Guildenstern, a cui consegna una lettera con
l’ordine di uccidere Amleto non appena raggiunta l’Inghilterra. Sulla nave, a causa dell’attacco di
una nave corsara, Amleto scopre la lettera e la rimpiazza con un’altra in cui si ordina invece di
uccidere Rosencrantz e Guildenstern a viaggio completato. Amleto si dirige di nuovo verso
l’Inghilterra.
Non appena ritornato in Danimarca, Amleto scopre che Ofelia, impazzita dopo la morte del padre,
è annegata. Vedendo Amleto, Laerte lo accusa della morte di Ofelia e Polonio. Per mettere fine alla
disputa, il re prepara un incontro di scherma tra Amleto e Laerte, trovando un artificio per uccidere
"accidentalmente" Amleto. Claudio avvelena del vino che offrirà ad Amleto alla fine del primo
incontro, e Laerte avvelena a sua volta la punta del suo fioretto. Durante il combattimento
Gertrude, all’oscuro delle macchinazioni del re, beve dalla coppa riservata ad Amleto. Laerte ferisce
Amleto, condannandolo a morte e, scoprendo Amleto che il fioretto è a punta scoperta, attacca
furiosamente Laerte. Nello scontro che segue i due si scambiano i fioretti ed Amleto ferisce Laerte.
Quasi nello stesso istante, Gertrude cade a terra, affermando che la coppa è avvelenata. Laerte
confessa quindi che la morte di Gertrude è opera del re, e che la punta da cui Amleto è stato ferito
è avvelenata. Amleto, gridando al tradimento, Trafigge il re. Prima di morire Amleto chiede ad
Orazio di fare in modo che tale storia non vada perduta, e di raccontare pubblicamente gli
avvenimenti di cui è stato vittima.
Pochi istanti dopo Fortebraccio entra con i suoi soldati nel castello e, impreparato ad un simile
scenario di morte, reclama i propri diritti sulla Danimarca. Viene ordinato di esporre sul palco la
salma di Amleto, e di annunciare la sua morte con fanfare e salve di guerra.
TEATRO DEI VENTI – LA STORIA
L’associazione Nido dei Venti nasce nel 2002, offrendo possibilità di confronto e scambio a giovani
professionisti che operano nel campo delle arti performative.
A questo scopo nel 2005 i soci fondano il Teatro dei Venti – Centro per la Ricerca Teatrale e la
compagnia stabile Teatro dei Venti.
L’attività del Teatro dei Venti si concentra in 3 settori
1. La produzione di spettacoli di sala, di strada e per ragazzi
2. Progetti in ambito socio-culturale
3. Attività di formazione
1. La produzione di spettacoli di sala e di strada
Il Teatro dei Venti, fin dalla sua costituzione, ha come obiettivo principale la produzione di
spettacoli teatrali che si caratterizza in settori: teatro di sala, teatro di strada, teatro ragazzi.
Teatro di sala - spettacoli
Il paradiso perduto (2005)
Liberamente ispirato all’omonima favola di H.C. Andersen, “Il paradiso perduto” racconta di un
principe-barbone che un tempo ha vissuto nel paradiso terrestre e per il suo indulgere al desiderio
ne è stato bandito per sempre. Ambientato in una discarica dove si rifugia l’umanità reietta, lo
spettacolo riesce a coinvolgere lo spettatore e a portarlo in mondi fantastici accompagnato dalla
musica dal vivo di due musicisti-barboni.
Donne e Resistenza. Creature d’azione (2006)
Ispirato alla vita di due staffette partigiane, Irma Marchiani e Teresa Monari, lo spettacolo è una
riflessione sulla lotta per la libertà e sul confine tra bene e male.
Con una scenografia che avvolge totalmente lo spettatore, Donne e Resistenza. Creature d’azione
è riservato ad un numero limitato di spettatori per replica. Lo spettacolo è stato replicato in teatri e
in luoghi non teatrali. Da evidenziare le repliche presentate all’interno della Casa di Reclusione di
Castelfranco Emilia (Modena).
Se ci Fosse Luce. Intervalli di un Secolo
(2008/2009 - Spettacolo all'interno di un tendone da circo)
Undici attori e tre musicisti in scena nella ricostruzione di un cortile popolare in cui il pubblico è
invitato a prendere posto. Il Tendone da circo, bianco ed essenziale dall'esterno, si copre della
polvere del tempo all'interno.
La drammaturgia di Se Ci Fosse Luce. Intervalli di un secolo è stata curata da Vittorio Iervese,
docente dell'Università di Modena e Reggio Emilia, e da Francesca Ferri, scrittrice. Sono oltre cento
i riferimenti a interviste, testi, canzoni e poesie del ventesimo secolo e non solo, da Shakespeare
alle ultime lettere di Aldo Moro. “Se Ci Fosse Luce. Intervalli di un secolo” è soprattutto un circo, in
cui sono presenti belve feroci e uomini meschini, personaggi in equilibrio precario e altra in stabile
delirio, pagliacci e domatori" racconta Vittorio Iervese.
Il Tempo dei Migranti (2009 – Concerto in forma teatrale)
Il Tempo dei Migranti è un percorso nei flussi e riflussi migratori che hanno percorso e continuano
a percorrere questo grande faraglione puntato sul domani che è l’Italia.
Partito più di cent’anni fa, un gruppo di attori-straccioni esegue il proprio concertino, cerca di
tenere su le proprie storie per strappare un sorriso, per scucire pochi centesimi per un viaggio. E in
un paese come l’Italia, che da quando è unita è stata terra di partenza, il Migrare ci sembra mito
fondativo della cultura nazionale: dall’emigrazione verso le più lontane propaggini della terra,
all’emigrazione interna che ha spopolato le campagne del Sud.
Quotidiano Scadere (2010)
Spettacolo in collaborazione con ERT – Emilia Romagna Teatro Fondazione
Il tempo, indifferente. Il luogo, una cella frigorifera. I personaggi, vegetano, chiusi dentro un
cellophane, in una condizione che li conserva e li tiene pronti per l’uso. Non sono stati obbligati a
stare dove sono e forse non hanno scelto. La vita li ha condotti in quel luogo ed ora sono lì.
Potrebbero essere feti in attesa di venire al mondo. Probabilmente, forzando la porta dall’interno
potrebbero anche uscire, ma non lo fanno. Come non lo farebbe un feto, da solo, scegliendo di
farlo. Ora potrei urlare per attirare su di me l’attenzione, ma non lo faccio. Non ho un reale motivo
e non lo faccio.
Finché un giorno, una donna si presenta alla loro porta, apre la cella frigorifera e rompe il silenzio.
La conservazione è interrotta. Tutto è destinato alla trasformazione, alla deformazione,
all’invecchiamento precoce. Prima della fine, ogni personaggio tenterà l’approdo con il tempo fuori
dalla cella, assaporando la libertà e la relazione con il pubblico: urla, corre, lotta, piange, ama,
prega, con lo scopo di trovare un senso e attaccare il petto di questo delirio. Qualsiasi espressione
del viso è concessa ma, comunque, la fine è d’obbligo.
Spettacolo vincitore del premio Linea d’Ombra – Festival Culture Giovani 2010
Senso Comune - versione studio
(Spettacolo finalista Premio Scenario 2011)
Senso Comune è un’opera onirica che prende forma dall’unione di tre dimensioni.
La periferia è la dimensione spazio.
Scampia, quartiere all’estrema periferia Nord di Napoli, è il luogo più vicino al nostro immaginario.
L’enorme sottoscala di uno dei tanti palazzoni, raro spazio d’ombra, dove le donne con la spesa si
riparano dal caldo rovente rigettato dal cemento. La vita è la dimensione fisica. Incastonati in
questo spazio tre corpi. Impercettibili movimenti e scatti improvvisi tracciano linee dalle quali col
passare del tempo è possibile leggere le tre storie che gradualmente si espongono, si manifestano
apertamente, si confidano. Nessun contatto evidente tra loro ma è comune l’origine: l’esistenza al
margine.
I pensieri si fanno suono e azione e così ci si addentra in vite inquinate, in storie lontane dal
comune senso del bello, del ben fatto, del vivere secondo principi sani. L’attesa è la dimensione
tempo. Le vite in questo spazio sono ferme. Si muovono a ritroso, non procedono nel tempo.
Incastrate in un luogo reale, gonfie di storie vere, ma senza un futuro immaginabile, un passo che
conceda aria.
Teatro di strada – spettacoli
MalaParata (2006 - Spettacolo di strada itinerante)
MalaParata è un’allegoria tagliente e colorita dei vizi dell’uomo che utilizza la musica, le maschere,
i trampoli e tutti gli strumenti del teatro di strada per incontrare, raccogliere, intrattenere e far
riflettere il pubblico.
Lo spettacolo ha debuttato nel 2006 e da allora ha girato per l'Europa e l'Italia, dalla Serbia al
Festival Internazionale di Teatro Avignone Off nel 2007 al Fringe Festival di Edimburgo nel 2008.
In Italia lo spettacolo è stato rappresentato in diversi contesti, da Mercantia 22° Festival
Internazionale del Teatro di Strada a Certaldo (FI), a Santarcangelo 39 Festival Internazionale del
Teatro in Piazza a Santarcangelo di Romagna (RN).
Il Draaago (2010)
Il Draaago è uno spettacolo di strada liberamente tratto dall'omonima fiaba di Evgenij Schwarz.
L'opera è composta da un preludio e da due quadri collegati tra loro da un corteo allegorico.
Le atmosfere dell'opera di Schwarz, fiabesche ed infernali allo stesso tempo, prendono vita
attraverso l'utilizzo delle tecniche del teatro di strada: trampoli, bastoni infuocati, maschere
giganti, sputafuoco, macchine teatrali, un drago alto 5 metri, cavalli rachitici e altre scenografie
mobili.
Teatro Ragazzi – spettacoli
La Bella Addormentata (2005 - spettacolo interattivo per bambini)
Prendendo spunto dalla fiaba, La bella addormentata di Tahar Ben Jelloun (rivisitazione in chiave
interculturale della famosa storia), il Teatro dei Venti propone uno spettacolo per e soprattutto con
i bambini.
I partecipanti, infatti, sono direttamente coinvolti nella messa in scena divenendo piccoli attori.
Lo spettacolo interattivo è un evento che rompe la tradizionale modalità di approccio al teatro da
parte dei bambini, collocandosi come punto di incontro tra il laboratorio teatrale e la semplice
fruizione dello spettacolo. In tal modo il bambino diventa attore e spettatore di una messa in scena
che ha contribuito a creare. L’obiettivo è quello di far sentire i bambini protagonisti di un evento
teatrale e di sensibilizzarli in maniera coinvolgente ed immediata riguardo il tema dell'intercultura.
Alla S-coperta del bene (2009)
L'avventura di Alla S-coperta del Bene si svolge in una Terra ormai al collasso ambientale: aria
irrespirabile, terremoti, tsunami sconvolgono la vita degli abitanti. Quattro Emissari sono inviati dal
centro della Terra in luoghi fantastici alla scoperta del segreto del Bene che salverà il mondo.
Quattro attori, quattro coperte e quattro valigie in scena per dare vita a personaggi meravigliosi
che accenderanno la fantasia dei più piccoli e dei grandi per arrivare a scoprire il "vero" segreto del
Bene.
Lo spettacolo ha debuttato a Maggio 2009 a Modena.
2. Progetti in ambito socio - culturale
Archivio attività passate:
- All’ombra dei vicoli (2005-2006), progetto per l’animazione e la formazione di minori provenienti
da categorie sociali disagiate, in collaborazione con la Regione Emilia Romagna.
- Loving Amendola (2006, 2007, 2008 e 2009), laboratorio sociale-artistico-culturale per favorire la
frequentazione e l’animazione del parco cittadino.
- Progetto Serbia 2006 con Regione Emilia Romagna, Regione Vojvodina, Comune di Modena e
ARCI N.A.
- Progetto di Cooperazione Internazionale in Mozambico in collaborazione con ARCI N.A. (2009 e
2010); lo spettacolo Sciarammu, nato dallo scambio culturale, è stato presentato al Teatro delle
Passioni (Modena) nel dicembre 2010.
- Conduzione di un laboratorio teatrale all’interno dell’Istituto Penale Minorile di Nisida (Napoli), da
ottobre 2009 a luglio 2010.
- Conduzione di un laboratorio teatrale all’interno della Comunità di San Patrignano, da ottobre
2009 a giugno 2010. Da questo laboratorio è nato lo spettacolo La Città dei Clown.
Attività recenti o in corso:
- Laboratorio teatrale con i detenuti della Casa di Reclusione di Modena
Dal 2006 il Teatro dei Venti organizza un laboratorio teatrale all'interno della Casa di Reclusione di
Castelfranco Emilia. Un'officina creativa dove i detenuti hanno l’opportunità di sperimentare,
guidati da operatori professionisti, le diverse tipologie di comunicazione artistica, che in un certo
andamento teatrale si incontrano (musica, scenotecnica e danza).
I primi partecipanti al laboratorio hanno avuto l'opportunità di concorrere e arrivare in finale al
Premio Nazionale Ustica per il Teatro nel 2007, con lo spettacolo Frammenti. Da allora il Teatro dei
Venti si è concentrato sull'offerta di percorsi formativi completi che possano aiutare i detenuti a
scoprire un modo diverso di esprimere le proprie emozioni e incanalare le proprie energie nel
rispetto degli altri.
Dal 2009 il Teatro dei Venti è tra i soci fondatori del Coordinamento di Teatro Carcere Emilia
Romagna, un progetto nato per mettere in rete le esperienze di teatro carcere esistenti in regione.
Il primo progetto realizzato dal Coordinamento è Stanze di Teatro Carcere, una rassegna itinerante
del teatro carcere dell’Emilia Romagna, che prevede spettacoli, incontri pubblici, conferenze,
installazioni video e dimostrazioni di lavoro. Anche lo spettacolo Attraverso Caligola, messo in
scena dai detenuti della Casa di Reclusione di Castelfranco Emilia ha partecipato alla rassegna: ha
già circuitato sotto forma di studio all’Università degli Studi di Bologna e al Teatro Comunale di
Ferrara e in ottobre debutterà ufficialmente al Teatro delle Passioni di Modena, grazie alla
collaborazione con ERT – Emilia Romagna Teatro Fondazione.
Il consenso e la grande soddisfazione che si è creata attorno al lavoro teatrale con i detenuti della
Casa di Reclusione di Castelfranco Emilia fa sì che si possa porre come obiettivo la creazione di una
compagnia di teatro stabile, come accade in molte altre realtà europee.
2011 “Attraverso Caligola” – spettacolo di sala con in scena detenuti della Casa
di Reclusione di Castelfranco Emilia (MO)
Caligola è un'opera teatrale di Albert Camus elaborato in diverse versioni dal 1937 al 1958. Quello
proposta dal gruppo di detenuti-attori della Casa Circondariale di Castelfranco Emilia è uno
spettacolo che sa di Caligola, che ne porta il sapore, il ritmo, il suono. I detenuti-attori mostrano la
loro elaborazione artistica del concetto di Potere, presente nel testo di Camus. Le suggestioni si
rincorrono rapidamente per trovarsi intrappolate in standby frequenti, immortalati dalla musica e
dalle parole. In evidenza solo corpi e i suoi particolari: sudore, gonfiori, rughe, segni nudi. I
detenuti a servizio del teatro privi di ogni mezzo. Solo corpo e intuito.
Io sono con voi, con la società. Non perché mi piaccia. Ma perché non sono io ad avere il potere,
quindi le vostre ipocrisie e le vostre viltà mi danno maggiore protezione - maggiore sicurezza delle leggi migliori.
- Laboratorio teatrale con persone affette da disagio psichico, in collaborazione
con Sportello Social Point e Dipartimento di Salute Mentale di Modena
Dal 2009 il Teatro dei Venti ha dato vita a un laboratorio teatrale “Il volo dell’albatro” rivolto a
persone affette da disagio psichico, in collaborazione con lo Sportello Social Point di Modena. Il
laboratorio negli anni ha portato alla costruzione di una vera e propria compagnia teatrale
composta da utenti e non dello Sportello Social Point, per cercare un dialogo tra normalità e
diversità.
Si è cercato di creare, attraverso il teatro, nuovi modi di comunicazione tra chi è considerato
normale e chi nella vita ha avuto esperienza diretta del disagio psichico. Creando una “palestra di
sperimentazione” di modalità di relazione e di comunicazione, acquisendo nuove possibilità di
azione spendibili nel contesto sociale realizzando così una partecipazione attiva alla comunità di
cui, i partecipanti al laboratorio, fanno parte. Da questo laboratorio nel 2010 nasce la spettacolo
Fuori Pista.
Fuori Pista (2010) – spettacolo di sala con in scena persone affette da disagio
psichico
Un invito a una serata di gala, l'aspettativa di una festa, una porta che resta bloccata. In questo
stato di inconsueta separatezza arriva l'occasione per raccontare e per raccontarsi.
Qualcuno ci invita ad essere noi stessi, un qualcuno che ha accesso agli scaffali delle nostre storie
più intime, in cui giacciono nascoste le fotografie che solo noi possiamo riconoscere.
Ma essere noi stessi, come l'ospite sconosciuto ci invita a fare, non è un pranzo di gala. L'elegante
balera della società, in cui giochiamo le nostre identità appropriate, si trasforma in buia prigione, in
claustrofobico stallo.
- Laboratorio teatrale con giovani migranti e anziani delle Case Protette
modenesi
Il laboratorio ha avuto luogo a partire da febbraio 2010, con incontri a cadenza settimanale ed ha
coinvolto adolescenti migranti di seconda generazione e anziani delle <case Protette di Modena.
Questo laboratorio, nel quale hanno lavorato a stretto contatto anziani e adolescenti, si pone
diversi obiettivi: il lavoro mira a far affiorare nel giovane così come nell'anziano, abilità creativa
individuale e di gruppo critica e costruttiva. Si vuole inoltre sensibilizzare una sana valutazione
delle proprie capacità artistiche e soprattutto umane, incanalandole verso un risultato concreto e
visibile, che sia portatore di messaggi etici.
Nel 2010 il laboratorio ha portato alla realizzazione di un intenso spettacolo finale, La Cassa dei
Ricordi, che ha debuttato a Modena il 14 maggio 2010.
- Laboratorio teatrale rivolto a ragazzi affetti da difficoltà di fluenza linguistica
Il laboratorio teatrale, attraverso l’esplorazione di forme di comunicazione “altre”, vuole accrescere
nei ragazzi l’autostima e la fiducia nelle proprie capacità interpersonali. Utilizzando gli strumenti
propri del teatro, intraprenderemo insieme ai ragazzi un percorso verso l’attenuazione delle
sensazioni di paura e di inadeguatezza al confronto con situazioni nuove o poco conosciute.
Crediamo infatti che sperimentare e fare propria un tipo di comunicazione non-verbale costituisca
una buona base e un valido supporto per la comunicazione verbale. Il laboratorio viene condotto
con la collaborazione della Dott.ssa Logopedista Morena Manzini.
3. Attività di formazione
Dal 2005 il Teatro dei Venti organizza attività di formazione rivolte a diversi tipi di utenza e
secondo diverse modalità.
- in sede: attraverso il Centro Permanente di Formazione Teatrale, il Teatro dei Venti organizza
corsi di teatro per bambini, ragazzi e adulti. Oltre a questi corsi vengono anche organizzati altri
corsi su materie specialistiche inerenti il teatro e le sue varie declinazioni. Ad oggi gli utenti dei
corsi sono attorno alle 100 persone.
- Nelle scuole: gli operatori del Teatro dei Venti lavorano nelle scuole, di ogni ordine e grado,
tenendo laboratori teatrali che trattano tematiche e soggetti in accordo con la scuola. Gi laboratori
hanno una durata e una modalità di svolgimento variabile, che viene concordata con gli insegnanti
della scuola e terminano con uno spettacolo finale.