1 A) Il geosito ricade all`interno della Riserva

DESCRIZIONE GEOSITO 01: MONTE RUFENO
A)
DESCRIZIONE GEOLOGICA, NATURALISTICA E PAESAGGISTICA DEL GEOSITO
Il geosito ricade all’interno della Riserva Naturale Monte Rufeno, nel comune di Acquapendente.
La riserva è stata istituita nel 1983 e copre una vasto e complesso territorio di notevole valore
naturalistico e culturale, che si estende, oltre che nel Lazio, anche in Umbria e in Toscana. Le aree
di maggiore interesse sono la Cava del Bianchi, che si caratterizza per l’unicità di un affioramento
della Formazione delle Argille con Calcari Palombini del Cretacico Inferiore, di cui fanno parte le
“Pietre Verdi”, e quella in corrispondenza della vetta e del versante settentrionale del rilievo
stesso di Monte Rufeno (739 m s.l.m.) (Foto 1), dove sono visibili le unità sedimentarie
riconducibili a terreni alloctoni, quali la Formazione di S. Fiora del Cretacico Superiore.
Foto 1. Panoramica del Monte Rufeno.
1
La Formazione di S. Fiora è costituita dall’alternanza di argilliti, calcari marnosi, marne, siltiti e
calcareniti con lenti di arenarie calcaree, attribuibili alla “Pietraforte” (Foto 2); quella delle Argille
con Calcari Palombini comprende argilliti con calcari silicei, arenarie calcaree e ofioliti (“Pietre
Verdi”). Queste ultime affiorano nel Fosso del Mandrione (Foto 3 e 4) e costituiscono una
breccia di colore dal verde al rosso; i clasti comprendono gabbro, serpentina e più raramente
diabase. Le ofioliti inglobate nella formazione sedimentaria sono riconducibili a masse esotiche,
rappresentative di frammenti di crosta oceanica, formatasi sul fondo del mare, e successivamente
coinvolti in episodi di collisione tra placche.
Foto 2. Affioramento di “Pietraforte”.
Foto 3. Affioramento di “Pietre Verdi” e particolare delle stesse.
2
Foto 4. Fosso del Mandrione.
.
Il paesaggio è collinare, in relazione alla risposta morfogenetica di formazioni a prevalente
componente argillosa; i rilievi maggiori raggiungono quote modeste (intorno ai 750 m s.l.m.) e
digradano verso la valle del Fiume Paglia, affluente del Fiume Tevere. L’area protetta è
prevalentemente ricoperta da boschi, alcuni dei quali foreste demaniali (Bosco del Sasseto), da
coltivazioni e da aree adibite a pascolo. Ospita inoltre una ricca varietà di specie animali e vegetali,
in relazione alla diversità di habitat presenti.
B)
DESCRIZIONE DEL RISCHIO DI DEGRADO
Il geosito, oltre a ricadere nella “Riserva Naturale di M. Rufeno” rientra in SIC (IT6010004) e
ZPS (IT6010003); non si ritengono quindi ipotizzabili rischi di impatto antropico essendo tutta
l’area soggetta a tutela.
Nel contesto fisico in cui si inserisce il paesaggio si aggiunge il dinamismo provocato dai
fenomeni franosi dei versanti incisi entro depositi prevalentemente argillosi. Di tale dinamica è
testimonianza la “Scialimata grande”, fenomeno franoso di rilevante estensione ed importanza
che, dalle pendici dell’abitato di Torre Alfina, raggiunge il corso del Fiume Paglia. Si tratta di una
frana complessa riconducibile ad uno scorrimento rotazionale nella parte alta del versante, che
evolve a colata nella parte bassa. L’erosione al piede operata dal corso d’acqua, costituisce uno
degli elementi che influenzano la stabilità del pendio.
Nel territorio caratterizzato dalla presenza di depositi argillosi sono evidenti le forme calanchive.
C)
DESCRIZIONE
DEL GRADO DI INTERESSE
Uno degli elementi di maggior interesse del geosito è costituito dall’esotico di rocce ofiolitiche
delle “Pietre Verdi” caratterizzato da singolarità, se non da unicità nella porzione di territorio
analizzato. Quindi l’interesse risulta principalmente stratigrafico, strutturale, sedimentologico e,
localmente, petrografico.
La Riserva di Monte Rufeno, in tutta la sua estensione, costituisce un complesso floristico e
faunistico di notevole valore, al quale si aggiunge la valenza culturale delle tradizioni popolari
come ad esempio la produzione di carbone nelle tipiche carbonaie.
3
D)
RIFERIMENTI DOCUMENTALI BIBLIOGRAFICI
Abbate E., Sagri M. (1970) – The eugeosynclinal sequences. Sedimentary Geology, 4, 251-340.
Buonasorte G., Cataldi R., Ceccarelli A., Costantini A., D’Offizi S., Lazzarotto A., Ridolfi A.,
Baldi P., Borelli A., Bertini G., Bertrami R., Calamai A., Cameli G., Corsi R., D’Acquino C.,
Fiordelisi A., Grezzo A., Lovari F. (1988) – Ricerca ed esplorazione nell’area geotermica di Torre
Alfina (Lazio-Umbria). Boll. Soc. Geol. It., 107,. 265-337.
Chiocchini U., Madonna M. (2004) – Geologia delle unità sedimentarie della Provincia di Viterbo.
In: Atti della Giornata di Studio “Le risorse idriche nel Viterbese: salvaguardia e sviluppo
sostenibile”, Università degli Studi della Tuscia, Viterbo, 22 Maggio 2003, 7-82.
Jacobacci A., Martelli G., Nappi G. (1967) – Note illustrative della Carta Geologica d’Italia alla
scala 1:100.000 – Foglio 129 S. Fiora, pp. 61.
Regione Lazio (2004) – Riserva Naturale Monte Rufeno; Guida ai servizi delle aree naturali e
protette del Lazio. Direzione Regionale Ambiente e Protezione Civile, pp. 95.
Scopola A. (1998) – La vegetazione della Riserva Naturale Regionale Monte Rufeno (VT).
Regione Lazio, Assessorato U.T.V. delle Politiche Ambientali, pp. 102.
E)
EVENTUALI COMMENTI E ANNOTAZIONI AGGIUNTIVE
4