Guido D`Arezzo - Collegio Rotondi

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Guid d'Are
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Guido monaco, conosciuto anche come
Guido d'Arezzo o Guido Pomposiano
(991-992 circa – dopo il 1033), è stato un
monaco e teorico della musica italiano. Fu
un importantissimo teorico musicale ed è
considerato l'ideatore della moderna
notazione musicale, con la sistematica
adozione del tetragramma,
L'originalità e l'efficacia delle sue geniali intuizioni pedagogiche, che hanno
segnato profondamente la civiltà musicale occidentale, gli procurarono una
vasta fama nonché un'autorità indiscussa e ininterrotta fin dentro l'Età
moderna. La frequente ricopiatura, i commentari e le innumerevoli citazioni
delle sue opere, o l'attribuzione a lui di opere non sue o di suoi omonimi, ne
fanno il teorico più diffuso e studiato nel Medioevo dopo Boezio.
A Guido si deve inoltre l'invenzione di un sistema mnemonico, detto mano
guidoniana, per aiutare l'esatta intonazione dei gradi della scala o esacordo.
Oltre che nel già citato Micrologus, egli espose tali innovazioni in numerose
lettere e trattati: tra queste, degne di menzione sono la Epistola "ad
Michaelem de ignoto cantu", il "Prologus in Antiphonarium" e le "Regulae
rithmicae".
Per aiutare i cantori, Guido aveva usato le sillabe iniziali dei versi dell'inno a
San Giovanni Battista di Paolo Diacono per denotare gli intervalli dell'esacordo
musicale:
(LA)
(IT)
« Ut queant laxis
« Affinché possano con
libere
Resonare fibris
voci cantare
Mira gestorum
le meraviglie delle azioni
Famuli tuorum
tue i (tuoi) servi,
Solve polluti
cancella del contaminato
Labii reatum
labbro il peccato,
Sancte Iohannes »
o san Giovanni »
La melodia usata per ricordare l'esatta intonazione delle note fu quella
dell'inno di San Giovanni, il cui testo cominciava con i versi Ut queant laxis
resonare fibris - Mira gestorum famuli tuorum - Solve polluti labii reatum Sancte Iohannes: dalle sillabe iniziali dei primi sei emistichi furono tratti i nomi
delle prime sei note musicali (ut, re, mi, fa, sol, la) mentre il nome della nota
si viene ricavato successivamente dalle lettere iniziali delle parole Sancte
Iohannes. Nel XVII secolo in Italia la nota Ut viene sostituita con il nome
attuale Do, da una proposta del musicologo Giovanni Battista Doni:
formalmente la sillaba "ut" venne considerata difficile da pronunciare e
sostituita da quella iniziale di Dominus ("Signore"), ma casualmente
corrisponde anche alla sillaba iniziale di "DOni", il cognome del musicologo.
Il concetto che sta dietro la
mano guidoniana, è che ogni
porzione
della
mano
rappresenta
una
nota
specifica nell'esacordo, con
una tessitura vicina alle tre
ottave
ave da "Γut" (o vale a dire
"Gamma
ut",
la
cui
contrazione "gamut" può
fare riferimento al palmo
intero) a "E la" (in altre
parole, dal Sol della moderna
chiave di basso al Mi
superiore della moderna
chiave di Sol. Per insegnare il
sistema, l'insegnante indica
in
una serie di note sul palmo
La mano guidoniana
della mano, e lo studente
deve cantarle, utilizzando i gesti usati nel solfeggio.
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