Paolo Diacono - Ut queant laxis (Inno a San Giovanni) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Ut queant laxis L'inno Ut queant laxis in notazione quadrata. Ut queant laxis è l'inno liturgico dei Vespri della solennità della natività di San Giovanni Battista che ricorre il 24 giugno. La fama di questo inno, scritto dal monaco storico e poeta Paolo Diacono, si deve a Guido d'Arezzo, che ne utilizzò la prima strofa per trarne i nomi delle 6 note dell'esacordo: (LA) (IT) « Ut « Affinché possano cantare queant laxis Resonare fibris Mira gestorum Famuli tuorum Solve polluti Labii reatum Sancte Iohannes » con voci libere le meraviglie delle tue gesta i servi Tuoi, cancella il peccato dal loro labbro impuro, o San Giovanni » (Inno a San Giovanni) A ciascuna sillaba qui evidenziata corrisponde infatti, nella musica dell'inno, la relativa nota con cui è cantata. Da tale criterio convenzionale derivano tuttora i nomi delle note musicali: Ut-Re-Mi-Fa-Sol-La.[1] Il nome della nota Si non si deve a Guido D'Arezzo, ma fu aggiunto solo nel XVI secolo: infatti il canto gregoriano, e la musica medievale in genere, non prevedevano l'uso della sensibile, cioè del settimo grado della scala. Non stupisce pertanto, nella musica dell'inno in questione, che la nota iniziale del settimo e ultimo verso della strofa non prosegua l'andamento diatonico ascendente delle sillabe iniziali dei 6 versi precedenti (non sia cioè un Si, secondo la notazione moderna, ma un Sol). Il nome della settima nota della scala diatonica fu tratto dalle iniziali delle due parole che compongono detto verso: (Sancte Iohannes = Si). L'inno prosegue così: Nuntius caelo veniens supremo, te patri magnum fore nasciturum, nomen et vitae seriem gerendae ordine promit. Ille promissi dubius superni perdidit promptae modulos loquelae; sed reformasti genitus peremptae organa vocis. Ventris obstruso positus cubili senseras regem thalamo manentem; hinc parens nati meritis uterque abdita pandit. Laudibus cives celebrant superni te, Deus simplex pariterque trine; supplices ac nos veniam precamur: parce redemptis. Amen.