Il Sole 24 ORE S.p.A. - via Monte Rosa, 91 - 20149 Milano suppl. N.2 a MARK UP n. 210 Il cuore olistico del marketing I trend secondo Network Propaganda Our vision is to create Favourite Meeting Places: exciting and appealing centres where people can shop, socialise, relax, and want to come back to. Corio Corio is is one one of of the the largest largest listed retail property listed retail property com­ com­ pa panies nies in in Europe. Europe. We We buy, buy, develop develop and and internally internally manage manage our our shopping shopping centres centres at at the the heart heart of of large large communities. communities. WEB report Supplem. n. 2 a Mark Up 210 - giugno 2012 - Anno XIX WEB report Sommario giugno 2012 www.markup.it Direttore responsabile: Mattia Losi AREA RETAIL VICEDirettore: Cristina Lazzati redazione: Patrick Fontana (Vicecaporedattore), Francesco Oldani (Vicecaposervizio), Anna Bertolini, Roberto Pacifico Ugo Stella (Caporedattore), Gennaro Fucile (Vicecaporedattore), Marina Bassi (Caposervizio), Enrico Sacchi (Caposervizio), Gino Pagliuca ufficio Grafico: Elisabetta Delfini (coordinatore), Walter Tinelli, Elisabetta Buda, Laura Itolli Segreteria di redazione: Donatella Cavallo, Rita Galimberti, Paola Melis redazione_markup@ilsole24ore SPECIALE A CURA DI: ZEMIRA NOCITI HANNO COLLABORATO: Francesca Frigo, Elena Giordano, Raffaella Pozzetti PROGETTO GRAFICO: Elisabetta Delfini Dir. Editoriale BUSINESS MEDIA: Mattia Losi Proprietario ed editore: Il Sole 24 ORE S.p.A. Sede legale: Via Monte Rosa, 91 - 20149 Milano Presidente: Giancarlo Cerutti Amministratore delegato: Donatella Treu 5 L’essenza del marketing è differenziarsi 7 Chi vuol esser lieto sia, di doman non v’è certezza 8 Il marketing relazionale deve ruotare sul fulcro del territorio 11 L’approccio olistico valorizza l’intera gamma di opportunità 14 I plus di una Retail & Management Company STAMPA: Faenza Industrie Grafiche Srl: via Vittime civili di guerra, 35 - 48018 Faenza (Ra) Costo a copia convenzionale (ai soli fini fiscali) 5 euro Ufficio Abbonamenti: www.shopping24.it [email protected] Tel. 02-30226520 fax 02-30226521. Registrazione Tribunale di Milano n. 148 del 19/3/1994 ROC n. 6553 del 10 dicembre 2001 Associato uspi unione stampa periodica italiana Informativa ex D. Lgs. 196/2003 (tutela della privacy). Il Sole 24 ORE S.p.A., Titolare del trattamento, tratta, con modalità connesse ai fini, i Suoi dati personali, liberamente conferiti al momento della sottoscrizione dell’abbonamento od acquisiti da elenchi contenenti dati personali relativi allo svolgimento di attività economiche ed equiparate per i quali si applica l’art. 24, comma 1, lett. d del D.Lgs n. 196/03, per inviarLe la rivista in abbonamento od in omaggio. Potrà esercitare i diritti dell’ art. 7 del D.Lgs n. 196/03 (accesso, cancellazione, correzione, ecc.) rivolgendosi al Responsabile del trattamento, che è il Direttore Generale dell’Area Professionale, presso Il Sole 24 ORE S.p.A., Ufficio Diffusione c/o la sede di via Carlo Pisacane 1 - 20016 Pero (Milano). Gli articoli e le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. 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Annuncio ai sensi dell’art 2 comma 2 del “Codice di deontologia relativo al trattamento dei dati personali nell’esercizio della attività giornalistica” “La società Il Sole 24 ORE S.p.A., editore della rivista MARK UP rende noto al pubblico che esistono banche dati ad uso redazionale nelle quali sono raccolti dati personali. Il luogo dove è possibile esercitare i diritti previsti dal D.Lg 196/3 è l’ufficio del responsabile del trattamento dei dati personali, presso il coordinamento delle segreterie redazionali (fax 02 3022.6191)” il cuore olistico del marketing 15 Gli shopping center sono nuovi mezzi di comunicazione 16 Il marketing dovrà sposare “vision” e pragmatismo 17 “Favourite Meeting Places”, missione dei centri Corio 18 Il restyling è per Ségécé motore della comunicazione 19 Le Colonne si fondano sulla sinergia con il luogo 20 Non c’è creazione di valore senza visione strategica 21 I tempi dell’omologazione sono ormai finiti giugno_2012 Sede operativa: Via Carlo Pisacane 1 - 20016 Pero (Milano) - Tel. 02/3022.1 Ufficio pubblicità: Tel. +39 02 3022.6620 Ufficio Traffico: Tel. +39 02 3022.6194 22 Vedi a pagina 3 Direct Marketing MARK® Il sistema completo per la business community del marketing e del retail MARK UP è il mensile per tutta la business community dell’industria e della grande distribuzione che analizza i trend e gli scenari del Retail, anticipa le più innovative tendenze del Marketing nazionale e internazionale, approfondisce le strategie dei prodotti di marca e profila l’evoluzione dei Servizi. MARK UP realizza ogni anno una serie di approfondimenti: Oltre alla rivista, il sistema informativo di MARK UP include, approfondimenti su temi e settori di particolare rilevanza (Mercati e Scenari) con dati economici, di mercato, analisi di redditività, format di successo, sviluppi e prospettive del mondo della distribuzione e dell’industria. www.markup.it Il sito web, un luogo per costruire ricerche e osservare l’evoluzione del mondo del commercio e del largo consumo in Italia e all’estero. I Web Report, analisi specifiche su temi di particolare rilevanza. Abbonamento annuale 10 numeRi (più gli Speciali Scenari e Mercati) solo euro sconto 16% 100,00 rispetto all’acquisto in edicola! anziché 120,00 euro e in più gli Speciali Scenari e mercati coupon di AbbonAmento speciAle Sì, approfitto subito di questa occasione per abbonarmi per un anno alla rivista MARK UP (10 numeri + gli Speciali Scenari e Mercati) al costo di sole 100,00 euro. 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Spreco di opportunità Il centro commerciale è, fra i beni immobiliari, uno dei pochi a prestarsi bene nella funzione di laboratorio per sperimentare e applicare novità. Mai come oggi chi lavora in questo settore ha a disposizione molte opportunità, arricchite numericamente dalle nuove piattaforme e soluzioni di condivisione on-line (social network), e di comunicazione mobile. Multicanalità e pluralità di strumenti di comunicazione e interazione rappresentano un potenziale vantaggio per il marketing, ma anche una sfida perché l’abbondanza dei mezzi e delle soluzioni non può coesistere con la povertà di risorse, sia mentali sia economiche. E qui arriviamo al tasto dolente. Le opportunità del marketing contrastano con il “cost cutting” che conduce alla riduzione dei budget e a una severa redistribuzione delle risorse a favore dei mezzi e delle soluzioni che permettono di ottenere il massimo ritorno con il minimo dei costi. Quali siano questi mezzi e soprattutto se nel novero figurino anche i social network e tutto il mondo della comunicazione on-line (fissa o mobile), non si può dire astrattamente: anche agli addetti ai lavori risulta oggi complesso definire senza margini di approssimazione l’efficacia e il valore strategico di una presenza attiva, poniamo, su Facebook o su Twitter. Molto dipenderà dal livello culturale dei professionisti del settore, oltre ché dal portafoglio che oggi porta scritto “pecunia caremus”. Il marketing deve formare il gusto del pubblico, non adattarsi passivamente a tecnologie, strumenti, formule e stili solo perché vanno per la maggiore. Il marketing dei centri commerciali deve crearsi o conquistarsi nuovi pubblici. n 5 giugno_2012 D all’intervista a Mauro Rossetti, Amministratore Delegato di Network Propaganda, in apertura di questo supplemento (e Web Report) sul marketing nei centri commerciali, riporto un passaggio che, secondo me, sintetizza in modo esauriente la situazione del mercato, così come si configura oggi. A cominciare dal secondo semestre 2011 i fatturati dei centri italiani hanno cominciato a registrare un calo medio di oltre il 6%, con elettronica di consumo in caduta libera. Che cosa sta succedendo? Il nostro amato Carlo Emilio Gadda, risponderebbe che l’attuale crisi dei consumi è dovuta alle “miserrime configurazioni argentarie” di moltissimi italiani. Lo conferma lo stesso Rossetti: “la fiducia dei consumatori è ai minimi storici e il segmento non è un’isola felice immune dal contagio: l’impatto della congiuntura è stato soltanto posticipato. Il decremento dei fatturati mette a dura prova l’equilibrio dei conti economici degli operatori, innescando reazioni a catena, con i tenant sul piede di guerra. Il riflesso più immediato da parte di molti player è quello di tagliare i costi ‘a prescindere’, e le iniziative di marketing sono tipicamente tra le voci in cima alla lista. Sarebbe, però, bene interrogarsi sulle conseguenze di un simile approccio, che sembra denotare una scarsa considerazione della funzione: alla quale non sono estranei aspetti culturali propri della nostra realtà”. E a proposito di aspetti culturali, urge ricordare la valenza strategica del marketing come fattore di differenziazione e misurazione. Carmen Chieregato, amministratore delegato di Cogest Italia, spiega bene le tendenze nel marketing dei centri commerciali: “Chi ci ha seguito negli anni lo sa: il marketing è sempre stato il punto focale della nostra gestione, un elemento trainante e di differenziazione dei centri Cogest. Abbiamo storicamente investito in questa voce, WEB report Chi vuol esser lieto sia, di doman non v’è certezza “M il cuore olistico del marketing La fattualità dell’attualità non deve indurre a scotomizzare le vere priorità: che non si esauriscono nel breve termine. Per contrastare la decrescita è indispensabile un cambio di passo Enrico Biasi do l’accento sulla pars construens, come si evince dal paradigmatico brano che estrapoliamo da un intervento risalente alla primavera del 2009. Heri dicebamus “La congiuntura economica sta determinando la diminuzione del reddito reale, ovvero del potere d’acquisto, impattando sui modelli di consumo e ridisegnando la mappa della distribuzione post-moderna, con conseguenze evidenti anche sul versante dell’andamento del comparto degli shopping center, chiamato ad affrontare nuove sfide in un contesto di accresciuta pressione competitiva. In una situazione di grande incertezza, è prioritario individuare e applicare strategie articolate che consentano di fare fronte alle oggettive difficoltà del presente senza perdere di vista gli scenari futuri. Si tratta di reagire nell’immediato, utilizzando appieno il potenziale degli strumenti del marketing e della comunicazione, puntando in prospettiva a una riqualificazione mirata dei profili complessivi dell’offerta, tesa a massimizzare la soddisfazione dei fruitori, che sono i veri artefici del successo di un centro commerciale. Il mantenimento dell’impegno assunto nei loro confronti, continuando a offrire valide opportunità sia di spesa che di entertainment, è basi- lare. Fidelizzare la clientela e attirare nuovi utenti rappresenta in questa fase un imperativo categorico. La crisi esiste e bisogna affrontarla senza rimanere passivi, trasformando i problemi in opportunità, in un’ottica proattiva, in modo da limitarne gli effetti, accelerando il processo di uscita dal “tunnel”. Soluzioni da attuare a maggior ragione all’interno del composito microcosmo dei centri commerciali: luoghi dello shopping, quindi in primis di attrazione e di aggregazione, che soddisfano molteplici esigenze, oltre a quelle legate all’atto di acquisto, offrendo anche formule di risparmio e di convenienza che giovano al portafoglio dei consumatori”. Una presa di posizione tranciante, sostenuta con articolata dovizia di argomentazioni nell’intervista pubblicata nel prosieguo del Report. Per parte nostra, ci limitiamo a insistere ancora una volta sulla vitale necessità di sottrarsi ai condizionamenti della ristretta logica emergenziale del primum vivere, deinde philosopari. Innovare non è un’opzione facoltativa: e non basta lo psittacismo sloganistico per risultare credibili. Un’ultima avvertenza: sosteneva Ludwig Wittgenstein che “chi è soltanto in anticipo sul suo tempo, dal suo tempo sarà raggiunto”. Aggiungeremmo che chi non lo è, rischia invece di essere doppiato… n 7 giugno_2012 ai vista una situazione così in quarantaquattro anni di lavoro: faccio ricerca dal 1968 e oggi mi tocca registrare il disastro”: questo l’accorato incipit dell’intervista del Corriere della Sera del 12 aprile scorso all’amministratore delegato di Eurisko, Remo Lucchi, realizzata in margine alla presentazione di un corposo dossier sui “climi di consumo”, che pone in risalto gli ancipiti effetti (oggettivi e soggettivi: ma la soggettività si oggettivizza quando si tratta di grandi numeri) delle dinamiche in atto nel variegato campo del retail. In una temperie ansiogena, stante l’imprevedibilità del quadro di riferimento, la percezione dell’aumento dei prezzi risulta essere superiore all’inflazione reale (+3,3% a marzo). E i comportamenti adottati da una percentuale crescente di nostri connazionali sono sempre più radicalmente improntati all’austerità: ormai gli Italiani “non vogliono spendere: i soldi li conservano perché temono la catastrofe e non hanno prospettive (…) Se prima si faceva attenzione ai prezzi, cercando le promozioni e i marchi convenienti, ora la strategia di sopravvivenza è tagliare”. Ergo, “le più grandi aziende di largo consumo (…) stanno contraendo le vendite come mai avevo registrato da parecchi lustri. Con la flessione della pubblicità è arrivata la prova: dal 3% di tagli alla spesa nel settore nel 2011 adesso sono arrivate al 20%. Una catastrofe (aridaje, ndr): non riescono neanche più a investire sulla voce che può stimolare i consumi”. Parole da far tremar le vene e i polsi, inducendo al connubio autoreferenziale con finalità apotropaiche anche chi non appartiene alla fitta schiera degli apocalittici in servizio permanente effettivo e di complemento. Un novero dal quale possiamo senz’altro escludere Mauro Rossetti, anima di Network Propaganda: espressosi al riguardo in tempi non sospetti e senza tante ambagi, metten- WEB report Il marketing relazionale deve ruotare sul fulcro del territorio di Enrico Biasi giugno_2012 M auro Rossetti, motore immobile di Network Propaganda, agenzia ferrarese specializzata in marketing e comunicazione tra le più radicate nell’ambito settoriale, avendo accompagnato l’evoluzione dell’industria tricolore dei centri commerciali fin dalle sue embrionali fasi di sviluppo, affiancando nell’arco di vari lustri alcuni dei principali protagonisti della scena, autoctoni e non, è ben conosciuto dai lettori di Mark Up, grazie ai suoi molteplici contributi, che ne hanno fatto apprezzare l’appassionata competenza e la propositiva franchezza, nonché una dialettica vocazione al confronto, che lo ha presto portato a guardare oltre i confini dell’orticello patrio, accentuando il respiro internazionale del modus operandi di un’entità che rimanda già nel nome alla realtà anglosassone, senza mai scadere nell’esterofilia fine a se stessa. E non è affatto casuale che per 6 anni abbia avuto l’onore e il privilegio di essere chiamato a fare parte della giuria dei Solal Marketing Awards dell’International Council of Shopping Centres, appuntamento che vede competere quanto di meglio il Vecchio Continente riesce a esprimere: esperienza definita con sincero slancio “formativa” e che lo ha “arricchito sul piano professionale non meno che su quello umano”, come non manca di precisare. Lo abbiamo incontrato per condividere una riflessione ad ampio spettro circa stato dell’arte e scenari prospettici, nell’ottica di una disciplina che si sta imponendo con forza all’attenzione di tutti gli stakeholder in virtù di una valenza strategica ormai riconosciuta dai più, non senza residuali resistenze riconducibili al conatus sese conservandi di qualche operatore legato a una visione tradizionale di prati- 8 che e ruoli. Le considerazioni che seguono forniscono copiosi spunti, descrivendo una situazione in chiaroscuro: per dirla con Tonino Carotone, “è un mondo difficile / è vita intensa / felicità a momenti / e futuro incerto”. n A cominciare dal secondo semestre 2011 i fatturati dei centri italiani hanno ceduto, mostrando una contrazione media superiore al 6%, con l’elettronica di consumo in doppia cifra. Cosa sta succedendo? Come ho già avuto modo di notare, “l’andamento della seconda metà del 2011 ha denotato una forte accentuazione delle difficoltà del settore, che ha pagato lo scotto di un irrigidimento delle condizioni competitive, con risultati in forte calo, in particolare nel quarto trimestre, come testimonia il report relativo all’Indice Nazionale CNCC per il valore delle vendite dei Centri Commerciali elaborato dalla Commissione Consultiva Research CNCC. Mauro Rossetti, AD Network Propaganda La fiducia dei consumatori è ai minimi storici e il segmento non è un’isola felice immune dal contagio: l’impatto della congiuntura è stato soltanto posticipato. Il decremento dei fatturati mette a dura prova l’equilibrio dei conti economici degli operatori, innescando reazioni a catena, con i tenant sul piede di guerra. Il riflesso più immediato da parte di molti player è quello di tagliare i costi “a prescindere” e le iniziative di marketing sono tipicamente tra le voci in cima alla lista. Sarebbe però bene interrogarsi sulle conseguenze di un simile approccio, che sembra denotare una scarsa considerazione della funzione: alla quale non sono estranei aspetti culturali propri della nostra realtà” (si veda i Report di Mark Up del marzo scorso, a pag. 18). n Il catalogo è questo e la deprecatio tem- porum lascia il tempo che trova. Rispetto alle direttrici di marcia, con Nikolaj Gavriloviˇc ˇCernyševskij e Vladimir Il’iˇc Ul’janov (aka Lenin) chiediamo: “Che fare?” Nei momenti di crisi il processo di selezione naturale si velocizza e soltanto i brand con contenuti concreti, sostenuti da letture corrette e da azioni coerenti possono sopravvivere. Insomma, resistono i marchi più reattivi al cambiamento: non necessariamente quelli con maggiori possibilità d’investimento (che pure aiutano), bensì i player in grado di declinare idee fresche all’insegna della massima efficienza ed efficacia, nell’interesse di tutti gli stakeholder. In proposito, una fattiva sinergia tra proprietà, società di gestione, agenzia e fornitori di servizi è la pietra angolare di un processo virtuoso. Bisogna evitare la parcellizzazione: tutti gli attori coinvolti devono concorrere al raggiungimento di obiettivi condivisi e misurabili, nel rispetto dei rispettivi ruoli, in una prospettiva che sia davvero olistica. Marketing, comunicazione, eventi e promozioni sono poderosi il cuore olistico del marketing fattori attrattivi. Ecco perché, malgrado la contingenza, i budget non dovrebbero essere ridimensionati. Sarebbe anzi essenziale definire programmi pluriennali, affrontando il presente in funzione di obiettivi e strategie di medio e lungo periodo. Anche se tra il dire e il fare si frappongono ostacoli di vario genere. facciarsi con la dimensione del marketing. Eppure la conoscenza dei clienti di un centro e dei loro comportamenti è fondamentale per capire quali siano le leve da attivare. Peraltro, a distanza di una ventina di mesi dall’effettuazione delle rilevazioni devo osservare che il livello di consapevolezza degli operatori è in crescita. n Il sondaggio Retail Return on Marketing n Eppur si muove… L’individuazione degli elementi costitutivi dei singoli centri e la definizione di un’immagine distinta da quella dei concorrenti, esaltandone il pre- il cuore olistico del marketing n “Lo scopo deve sempre essere quello di costruire un rapporto ad alta qualità relazionale, non estemporaneo, che vada oltre il Network Propaganda in pillole Ragione Sociale: Network Pro srl Sede: piazzale San Giorgio 12/a, Ferrara Dipendenti e collaboratori fissi: 20 Staff dirigenziale: Mauro Rossetti (legale rappresentante e Amministratore Unico); Renato Fregna (Direzione del reparto creativo) Core business: attività di consulenza strategica, marketing e comunicazione per centri commerciali Specializzazioni: consulenza strategica di marketing, pianificazione eventi e media, concorsi a premio e creatività Servizi: Analisi e gestione media; ADV – progettazione e realizzazione campagne “above the line” stampa, radio, tv affissione ecc; “below the line”, corporate image, allestimenti, direct marketing, materiale editoriale. Ufficio stampa e PR Marketing digitale: studio e realizzazione siti web (gestione database, sms, e-mail, marketing di prossimità, social network); digital signage. Loyalty card: sviluppo e soluzioni per la fidelizzazione della clientela giugno_2012 Effort (Rrome), condotto da Network Propaganda con Greenhouse|BBC (si veda Scenari di Mark Up del novembre 2010, alle pagg. 37-38), ha rilevato gravi criticità... Ricordo alcune delle risultanze più eclatanti: per il 50% del campione la brand equity (ov vero il tasso di insostituibilità della marca) non costituiva un target (con un 14,7% di “non saprei”). Solamente il 17,6% considerava l’incremento della brand equity un obiettivo-chiave, mentre il 35,3% propendeva per “abbastanza”. Esiti sorprendenti, visto che stiamo parlando del parametro che rivela la percezione in assoluto del valore non-tangibile di un centro commerciale presso i suoi fruitori: e qualsivoglia iniziativa può essere valorizzata nel tempo solo se integra la massimizzazione del grado di preferenza e del legame con la specifica marca/struttura nelle sue finalità. La stragrande maggioranza degli interpellati (76,5%, con un 5,9% di “non saprei”), poi, dichiarava di non disporre di un sistema di Customer Relationship Management (Crm) in grado di inter- cipuo dna, è conditio sine qua non. Un approccio generalista non è più ammissibile. Ogni centro rappresenta un unicum, inserendosi in un contesto peculiare. Il fattore propedeutico per creare quel quid che fa davvero la differenza, favorendo a valle un incremento delle vendite non circostanziale, ovvero sostenibile a lungo termine, è proprio il rafforzamento della sua identità. Non c’è dubbio che la priorità strategica di valorizzazione della brand equity debba essere la stella polare di qualunque pianificazione: perché, a fronte di un elevato tasso di insostituibilità della marca, lo sforzo necessario per convincere un visitatore di un centro commerciale a impegnarsi verso lo stesso diminuisce drasticamente, permettendo di massimizzare il grado di preferenza e il legame con la singola realtà. Ove tale parametro sia invece trascurato, il potenziale del marketing risulta svilito. La chiave di volta è dunque un posizionamento che permetta di distinguersi in virtù delle proprie specificità, sviluppando in parallelo l’interazione dialettica con tutti i portatori d’interesse e veicolando la coerenza tra valori, vocazioni e visione del marchio per rafforzare il senso d’appartenenza degli utenti a una precisa realtà. Fonte: Network Propaganda 9 WEB report più immediato livello degli acquisti, nutrendosi della condivisione di valori trasversali in un dialogo bi-direzionale”… Lo ribadisco. Secondo Philip Kotler “per avere sempre chiara in mente la nuova fase che attraversa oggi il marketing si può far ricorso a 6 lettere, CCDVTP: Creare, Comunicare, Distribuire, per realizzare Valore verso un Target e generare Profitto”. In proposito, l’elemento chiave è proprio la partecipazione dei diversi attori nel segno di un’interattività a tutto tondo, finalizzata alla creazione e al consolidamento dei rapporti succitati. Sul piano pratico, è lampante che la capacità d’individuare le precipue esigenze di ogni interlocutore o di un gruppo (non difettano certo gli strumenti) rappresenta il prerequisito essenziale per la sua trasformazione in cliente e la successiva fidelizzazione. Il talvolta abusato concetto di “orientamento al consumatore” nella sua più corretta accezione significa metterlo davvero “al centro”; cogliendone e gratificandone esigenze, desideri e aspettative. L’adeguamento dei profili dell’offerta (prodotti e servizi) non può non implicare il suo coinvolgimento nella creazione di processi di comunicazione, di eventi e di esperienze. In tale mo- I principali clienti di Network Propaganda Centro Commerciale Campania Centro Commerciale Shopville Le Gru Centro Commerciale Shopville Gran Reno Galleria Commerciale Porta di Roma Centro Commerciale Il Castello (FE) Centro Commerciale Le Mura Centro Commerciale Puntadiferro Centro Commerciale Belvedere Centro Commerciale Curno Centro Commerciale Montebello Centro Commerciale Le Rondinelle Centro Commerciale Grandate giugno_2012 Gallerie Commerciali Bennet Centro Commerciale Il Castello (LO) Centro Commerciale Carrefour Pavia Fonte: Network Propaganda 10 do l’acquisto/vendita è da considerarsi come il coronamento fisiologico della relazione instaurata. n Senza una visione d’insieme qualunque iniziativa rischia di risultare impari agli obiettivi perseguiti. E le Community relations sono l’ubi consistam di un legame virtuoso con i clienti/fruitori... Perfino Marc Augé ha riformulato il concetto alla base del suo controverso lavoro “Nonluoghi. Introduzione a un’antropologia della surmodernità”, edito nel 1992 e tradotto in italiano quattro anni dopo, arrivando ad ammettere che “il luogo degli uni può essere il nonluogo degli altri e viceversa”. Gli shopping centre stanno svolgendo la funzione di nuovi spazi di aggregazione spontanea di giovani, adulti e anziani che li frequentano quasi quotidianamente, non solo per acquistare ma anche per trascorrervi il tempo libero: non più mere “macchine per vendere” o “cattedrali del consumo”, bensì “terzo luogo” (rispetto alla sfera lavorativa e a quella privata) a pieno titolo. Nelle sue migliori interpretazioni, il centro è un vero e proprio punto di riferimento per la comunità: fatto di valori, simboli, esperienze ed emozioni. Un’attività di marketing organica e d’ampio respiro non può esimersi dal contemplare la costruzione di strette relazioni con il tessuto locale: a livello istituzionale, associazionistico e mediatico. È proprio la dialettica con il territorio a rendere “luogo” il centro. L’interazione con il tessuto locale rafforza il radicamento delle strutture, con ritorni su più piani. n Costruita la marca e posizionato il centro in modo distintivo nella mente del consumatore, il perseguimento di penetrazione, frequenza e share-of-wallet è affidato agli eventi e alle promozioni. Le promozioni sono importanti: ma bisogna che siano sempre più innovative e spettacolari, coinvolgendo il consumatore a 360°: regalandogli il sogno di una vincita, facendo leva sulla sfera delle emozioni e creando situazioni di shopping experience. Si tratta di attività replicabili, che permettono di consolidare la notorietà e le performance con economie di scala. Lo stesso dicasi degli eventi, che se ben calibrati possono diventare vere e proprie “istituzioni”. Gli esempi di successo non mancano: cinema all’aperto estivi che continuano a raccogliere consensi dopo anni, distinguendo il centro nel territorio rispetto ai competitori e diffondendo positivi valori di aggregazione; oppure rassegne musicali di altissimo profilo qualitativo, divenute manifestazioni percepite come attività di “welfare community”, che mettono cioè al centro la comunità, offrendo accesso a risorse culturali altrimenti inesistenti. Si pensi, ad esempio, a quanto è stato via via proposto da Corio: svariati progetti, accomunati dalla ricerca della collaborazione e opportunamente integrati nei palinsesti, che caratterizzano e aiutano a emergere anche in momenti di generale difficoltà, dando un vantaggio competitivo. n Innovate, innovate: qualcosa resterà… Appunto. n il cuore olistico del marketing L’approccio olistico valorizza l’intera gamma di opportunità il cuore olistico del marketing Si basa su una strategia multicanale che integra new media e mezzi tradizionali di mutamenti della società e delle abitudini di consumo sempre più rapidi e sfaccettati. Che cosa possono fare allora i centri commerciali per mettere a frutto le nuove opportunità derivanti da tecnologie che avanzano prepotentemente, aggiungendo sempre nuove variabili al marketing mix? Innanzitutto, è necessario monitorare costantemente le tendenze in atto e le loro precipue dinamiche. Ecco di seguito alcune osservazioni circa alcuni degli aspetti salienti dello stato dell’arte. Monitoraggio KPI Sono tantissimi ormai i punti di vendita che propongono Programmi Fedeltà; i sistemi di CRM si stanno rapidamente evolvendo per includere anche i Social Media e monitorare Silvia Sovrani Marketing Assistant, Network Propaganda i KPI al fine di profilare con crescente accuratezza il consumatore. Anche i centri commerciali hanno l’opportunità di conoscere le abitudini del singolo cliente e di massimizzare i risultati della comunicazione, personalizzandola mediante l’utilizzo di sistemi di loyalty ad hoc. Raccogliere e profilare i visitatori è fondamentale per evitare la dispersione delle iniziative e fornire a ciascuno degli interlocutori un’esperienza unica, aumentando le probabilità di conversione. Shopville Le Gru e la sua GRUkey sono un eccellente esempio d’impiego virtuoso di un sistema di fidelizzazione moderno ed efficace. Lo sviluppo dei Social Media rende vitali le opinioni dei clienti e dei dipendenti. Trasformarli in ambasciatori del proprio brand diventerà sempre più importante per i centri commerciali, che vogliono costruire una personalità forte e in grado di instaurare un dialogo bi-direzionale. Location-based marketing Il marketing geo-localizzato ha incrementato la sua rilevanza con l’aumentare della diffusione di device che possano supportarlo. I telefoni di ultima generazione sono i veri driver di questo fenomeno, con un numero di utenti in costante ascesa (crescita del traffico dati via mobile del 133% nel 2011). I trend delle applicazioni per iPhone e Smartphone mostrano fortissime tendenze di crescita, così come l’utilizzo di informazioni legate al geo-marketing. Il location-based marketing offre, infatti, la possibilità di fare agire i consumatori in tempo reale, stimolando la loro propensione all’acquisto. Alla definizione tradizionale di marketing olistico vorremmo aggiungere elementi che discendono da una pragmatica “visione più da centro commerciale” basata sulla nostra operatività sul campo, includendo le attività sul Punto Vendita, siano esse di sell-out per i negozi della galleria o di community relations per il centro nel suo complesso, vol11 giugno_2012 C on il termine “olistico” si designa un approccio allo studio dei fenomeni considerati nella loro globalità, analizzando quanti più aspetti contemporaneamente. Il marketing olistico è un’estensione del marketing resa possibile dalle nuove tecnologie, da quel mutamento digitale che ha provocato una vera e propria rivoluzione copernicana, facendo passare il potere dall’industria (e dalla distribuzione) ai consumatori, che oggi sono in grado di decidere non solo quali prodotti acquistare, ma a quale prezzo, attraverso quali canali e con quale livello di personalizzazione del servizio. Scegliere di perseguire un approccio al marketing olistico significa creare una strategia multicanale che abbracci la comunicazione tradizionale e nel contempo permei Internet attraverso le molteplici opportunità che offre: includendo siti, blog, video su Youtube, foto su Flickr, Twitter, Facebook ecc. Ognuno di questi strumenti è caratterizzato da peculiari modalità di comunicazione, costituendo un medium che consente di raggiungere target mirati, contribuendo al coronamento degli obiettivi fissati. L’integrazione del web marketing, inoltre, aiuta a misurare l’efficacia di una campagna in modo molto più rapido e preciso; tale monitoraggio consentirà anche di affinare le tecniche e la strategia, eliminando ciò che funziona poco e puntando verso ciò che funziona meglio. La Rete e i Social Media hanno profondamente cambiato, e stanno continuando a influenzare, il modo di fare comunicazione: mutano gli strumenti, le potenzialità, gli obiettivi, nel segno della misurabilità dei ritorni. Considerando la continua evoluzione del marketing e dei paradigmi culturali, l’universo degli shopping centre, per mantenere un vero vantaggio competitivo, deve porsi nella condizione di adeguare le proprie strategie e rivedere le finalità in funzione WEB report te cioè a potenziare i rapporti con il territorio e la comunità di riferimento. La nostra interpretazione, quindi, tende a definire olistica una strategia di marketing organizzata e declinata in virtù di un’equilibrata miscela di attività on-line e off-line: dove per off-line non si intende soltanto quanto implementato a livello di comunicazione, ricomprendendo anche l’ambito degli eventi e delle iniziative promozionali, da distribuire in modo omogeneo, con un’articolazione temporale che scaturisce dal piano d’azione strategico, basato sulle specificità delle singole strutture. Sicuramente le grandi potenzialità dei social media avranno modo di dispiegarsi appieno in chiave prospettica, assumendo un ruolo preponderante nella definizione delle scelte di marketing. Senza mai dimenticare che il centro commerciale è un luogo di aggregazione che arricchisce la dimensione dello shopping (che esula peraltro dal mero atto d’acquisto) con l’incontro e la condivisione, sopperendo spesso alla mancanza di spazi messi a disposizione dei cittadini dalle Istituzioni. Se il canale digitale è basilare ai fini della creazione di feconde relazioni (dalle opzioni one-to-one al many-to-many), la componente fisica resta l’ubi consistam e la cornice materiale delle esperienze di consumo. Al riguardo, merita illustrare due virtuosi esempi che concretizzano la nostra interpretazione di marketing olistico. Due esempi: Porta di Roma e Piazza Campania giugno_2012 È vero, stiamo parlando di due strutture che per caratteristiche intrinseche e dimensio- Porta di Roma. La direzione del Centro con i ragazzi di una delle squadre partecipanti all’Urban Sport Village, evento dedicato allo sport che coniuga lo spazio vissuto di un grande centro commerciale con la funzione sociale dell’attività sportiva e dell’aggregazione ludica ni si collocano in una fascia a se stante: e sarà automatico per molti pensare che i budget a disposizione permettano di programmare non solo un ventaglio d’iniziative più ampio rispetto a quello di un piccolo-medio centro commerciale, ma anche che la comunicazione possa essere organizzata utilizzando i molteplici canali a disposizione con uno sforzo economico relativamente inferiore. Insomma, il marketing olistico per un grande centro commerciale è più facile da perseguire? Riformuleremmo il concetto: per tali realtà mettersi al servizio del territorio attraverso le molteplici attività poste in essere e dimostrarsi in linea con le moderne tendenze, attraverso le tecnologie digitali è un imperativo categorico; mentre per un centro commerciale di più modeste dimensioni si tratta di un’opportunità di distinzione rispetto ai competitor, da cogliere prima che si trasformi in omologazione e da gestire sempre e comunque per favorire processi di relazio- Porta di Roma. Incontro di pallacanestro all’Urban Sport Village 12 ne con e tra i clienti, promuovendo un’interazione a tutto tondo. Porta di Roma rafforza la brand identity Galleria Commerciale Porta di Roma, ubicato nel quartiere Bufalotta di Roma a ridosso del Grande Raccordo Anulare, può contare sulla presenza di oltre 80.000 visitatori nei giorni festivi. Nel 2010, il Centro Commerciale è stato acquisito pariteticamente da Allianz e da Corio; nonostante le mastodontiche dimensioni (la galleria ospita 220 negozi, per una gla complessiva di oltre 96.000 mq) e l’ampiezza e la profondità del merchandising mix, è emersa da subito, forse a causa della sua ubicazione periferica, l’esigenza di dilatare la sua notorietà di marca e di costruire un’identità definita, che lo facesse percepire non solo come una galleria dalla straordinaria offerta commerciale, ma come un luogo “dentro la città e per i cittadini”, accelerando quel processo di rafforzamento della Brand Equity in grado di renderlo le scelta preferita e insostituibile per tutti coloro che ne varcano le porte. Proprio per questo la Direzione ha lavorato per affermare il suo legame con il tessuto sociale e culturale della capitale, promuovendo, in collaborazione con le Istituzioni del IV Municipio ed altre entità locali, un variegato palinsesto di attività ed eventi. Sono nate così le numerose iniziative che ne hanno consacrato il successo, rendendolo un vero e proprio punto di riferimento. Quali sono le leve che hanno permesso di oltrepassare i limiti della semplice destinazione di shopping? Innanzitutto il mix di eventi curati per soddisfare le esigenze di un insieme eterogeneo di clienti, spaziando dallo sport, al fashion, agli animali; con iniziative il cuore olistico del marketing WEB report studiate per offrire non solo entertainment, ma anche e soprattutto informazione, servizi alla comunità, opportunità commerciali. In secondo luogo, la Card Porta di Roma, che supera i confini tradizionali dello strumento, non limitandosi ala sfera della convenienza, ma puntando alla costruzione di un rapporto emozionale e meno impersonale con il cliente. Il tutto sostenuto da un mix di piattaforme di comunicazione ATL, BTL e digitale (Facebook, Twitter, Youtube) costantemente aggiornate. Centro Campania: Master of Food Piazza Campania predisposta per accogliere i Master of Food corsi di educazione sensoriale organizzati in collaborazione con Slow Food. le all’interno della galleria. E i più di 42.000 “Mi Piace” su Facebook, le quasi 500.000 visite sul sito web nel 2011, a cui vanno aggiunte le 145.000 dell’area Piazza Campania, fulcro del Centro, testimoniano che perseguire un piano di marketing in una prospettiva olistica, che coniughi il virtuale alla dimensione spazio-temporale, risulta vincente. Vorremmo addirittura aggiungere che potrebbe essere l’unica soluzione per contrastare lo sviluppo dell’e-commerce: l’attuale situazione economica, infatti, insieme alla diffusione delle tecnologie mobile, rende sempre più predominante la filosofia del low-cost incarnata dai principali canali di vendita on-line. Questo andamento è già ampiamente te- Piazza Campania. La direzione del Centro e gli alunni dell’Istituto Alberghiero locale coinvolti nel Master of Food come camerieri. il cuore olistico del marketing stimoniato dai grandi player dei “gruppo di acquisto del web”, come Groupon o Groupalia, che offrono deal esclusivi a prezzi vantaggiosi. Risulta imprescindibile quindi per un centro commerciale mantenere un equilibrio tra le diverse leve del marketing mix a disposizione e aggiornarsi su tutte le variabili che intervengono in uno scenario in continuo mutamento. Il concetto di modernità liquida di Bauman (Zygmunt Bauman, “Modernità Liquida”, 2000) è ancora attuale. La “fluidità” rappresenta per Bauman la principale metafora della società postmoderna: i liquidi non conservano mai a lungo la propria forma e sono sempre inclini a cambiarla; si muovono, viaggiano con estrema facilità e leggerezza. Lo stato fluido destruttura, infrange il tradizionale ordinamento sistemico dell’età moderna, cambia gli scenari e impone un totale ripensamento delle vecchie nozioni di spazio, tempo, comunità, lavoro e individualità. Questa condizione ha conseguenze nel campo del consumo: sono i valori, i significati associati al brand che fanno la differenza e che indirizzano il cliente verso un prodotto o verso un centro commerciale piuttosto che un altro. La creazione di valore non può che avvenire tramite complementari attività di branding che favoriscano la costruzione di un rapporto con il consumatore, sulla base di una strategia che consideri il marketing e la comunicazione in maniera autenticamente olistica. n 13 giugno_2012 Così come Porta di Roma, il Centro Commerciale Campania, anch’esso appartenente al gruppo Corio Italia, non a caso un player specializzato, sfrutta le multiformi leve del marketing per offrire un servizio alla comunità. In un’area in cui vi sono ridotte opportunità di svago e di divertimento e che vive momenti di difficoltà sociale ben noti alle cronache, il mall di Marcianise è un punto di aggregazione e di riferimento sicuro per tutta la famiglia, con la cultura in evidenza. Grazie alla degustazione di un calice di vino, sorseggiato in Piazza Campania (nomen omen) in occasione di Master of Food, nato da un sodalizio con Slow Food, al Centro si può parlare di politiche agricole comunitarie, mentre nel parcheggio, osservando una zucca o un peperone cresciuti nell’Orto in Campania, è possibile spiegare ai bambini i riti agricoli dei nostri nonni e riscoprire antichi saperi e sapori. Questi sono soltanto due emblematici esempi della strada che ha scelto Campania per potenziare la dimensione relazionale e cultura- WEB report I plus di una Retail & Managment company U na Retail & Management company crede nella possibilità di una società di servizi Retail immobiliare che supera l’usuale associazione marketing uguale comunicazione ed eventi. Troppo spesso gli aspetti veri del marketing di una società di servizi sono trascurati, tanto da perdere di vista l’obiettivo: fornire servizi strutturati e strategie di mercato. Il marketing della nostra società è dunque basato su due principali concetti: la funzione del gestore è sostituirsi alla proprietà, considerando clienti i negozianti e non le proprietà immobiliari, e ritenendo il centro commerciale non più solo un bene immobiliare ma un insieme di clienti ai quali fornire servizi e soluzioni ai problemi quotidiani. Tutto lo sviluppo delle strategie marketing di Arcoretail si fonda sulle esperienze di trent’anni di consulenza nel settore immobiliare di Gruppo Arcotecnica e vent’anni di lavoro nel mondo Retail di Global ReSol, un dualismo ben rappresentato anche nei fatti con la guida della società nelle mani di due Amministratori Delegati, Carlo Romagnoli e Luca Bastagli Ferrari. Questo connubio ha permesso di individuare una serie di carenze del sistema per poter offrire al mercato un vero prodotto: il Pacchetto servizi. giugno_2012 Centro commerciale come department center Dopo l’acquisto della società Agorà, abbiamo cercato di spostare l’obiettivo del nostro intervento dal macro al micro, dall’immobile nel suo complesso al singolo punto di vendita. Il nostro Dictat è considerare un centro commerciale come un Department Center, un grande magazzino orizzontale dove i negozi sono reparti e dove il nostro compito deve essere quello di soddisfare le esigenze del consumatore finale. Non meno importanti le necessità del territorio, la sua peculiarità, il suo vissuto: sono e saranno i presupposti di tutte le azioni di marketing che svolgiamo e 14 Carlo Romagnoli (a sinistra) e Luca Bastagli Ferrari Amministratori Delegati di Arcoretail Agorà svolgeremo nei nostri centri. Alcuni esempi sono l’introduzione in tutti i centri dei defibrillatori cardiaci, l’inserimento di piccoli negozi alimentari specializzati nei prodotti tipici locali ed etnici per rispondere alle esigenze di una società sempre più multirazziale. Un’attenta lettura del mercato ci ha permesso di identificare aree di risparmio: abbiamo così creato una serie di servizi tecnici e commerciali per aiutare i nostri clienti nei problemi del quotidiano proponendo alle catene di negozi e ai singoli commercianti un prodotto tangibile, quello che noi chiamiamo il Pacchetto Servizi. Il Pacchetto Servizi prende in esame tutti gli aspetti di gestione del punto di vendita compresi alcuni, spesso trascurati o sottovalutati, come la programmazione dei costi straordinari e di sostituzione degli impianti, componenti edili e finiture dei punti di vendita, il processo di usura, l’adeguamento a nuove normative. Troppo spesso l’errata manutenzione o conduzione, abbreviano il ciclo di vita utile dei vari elementi, obbligando i negozianti a interventi economici di rinnovamento e sostituzione, spesso prevedibili con largo anticipo e con grandi riduzioni di costi. Ma non solo, l’Imu, le altre tasse locali (quella dei rifiuti) e le detrazioni fiscali possibili su certi interventi, sono anch’esse spesso prive di una gestione unitaria o peg- gio frutto della casualità ed è per questo che abbiamo creato un servizio ad hoc. Tecnologia per capire i clienti Non trascuriamo gli aspetti tecnologici: in collaborazione con il nostro partner Temera innoviamo il punto di vendita attraverso l’introduzione e l’uso delle più innovative tecnologie capaci di rilevare dati sul consumatore sino ad oggi impensabili. Età, origine, sesso del consumatore, il gradimento di una vetrina e quali sono le aree del punto di vendita che più o meno sono frequentate, sono ora informazioni che, incrociate con i tradizionali dati del negozio, possiamo fornire al nostro cliente e con lui capire al meglio come gestirlo. Aiutare i commercianti a ridurre i costi inutili, massimizzare le rese e costruire un unico luogo di commercio duttile e su misura per il consumatore che lo frequenta è la trasformazione che stiamo apportando nei nostri centri. Oggi, secondo il nostro punto di vista, solo così assolviamo il compito affidatoci dalle proprietà immobiliari di gestire il loro patrimonio valorizzandolo e mantenendolo sempre attuale in un mercato difficile, saturo e maturo: basta contrapposizioni tra proprietà e commercianti, l’interesse deve essere comune, comuni gli intenti e a noi il compito di raggiungere questo obiettivo. n il cuore olistico del marketing WEB report Gli shopping center sono nuovi mezzi di comunicazione I l centro commerciale si può ormai considerare come un nuovo mezzo di comunicazione (medium). Oggi la pianificazione avviene di solito attraverso un circuito che considera solo l’affluenza e la posizione geografica del centro commerciale. L’assunto “più gente passa, più il mio messaggio è visibile” è valido ma riduttivo perché il centro commerciale non è solo un mero fatto numerico. Siamo convinti che sia arrivato il momento di elevare la nozione di centro commerciale a medium completo. Come per ogni mezzo di comunicazione si dovrà quindi stabilire il target, individuare con precisione gli obiettivi di copertura e frequenza, valutare l’audience e il relativo costo. Il processo deve coinvolgere tutti gli attori. Andrea Bonora Direttore Marketing Gallerie Commerciali Bennet In primis i centri commerciali che dovranno dotarsi di strumenti per facilitare il calcolo di Reach, grp e ots: per esempio di malltracking con cadenza almeno biennale o in via alternativa, nei centri di piccole e medie dimensioni, dove l’ancora alimentare rappresenta il principale motivo di visita, analizzando le carte fedeltà dell’ipermercato. Basti pensare che circa l’80% degli acquisti nei nostri punti di vendita avviene con carta fedeltà. Per il cui rilascio si richiede la compilazione di campi obbligatori che rendono inequivocabile l’individuazione del target. I centri media dovrebbero poi fare pianificazione su circuiti di centri commerciali che soddisfino al meglio il raggiungimento del target sia di marketing sia di comunicazione. Aspetti fondamentali ❖ Target Varia da centro a centro, sebbene si riscontri maggiore omogeneità in centri paragonabili per dimensioni e tenant mix. L’individuazione del target di marketing o di comunicazione avviene attraverso la raccolta di dati socio-demografici come sesso, età, stato civile, numero di figli, classe sociale, titolo di studio, professione. ❖ Dimensione Il centro commerciale più grande non dà necessariamente più visibilità, anzi spesso una promozione il cuore olistico del marketing perde rilevanza se svolta in ambiente sovraesposto di messaggi o altre promozioni. La scelta non sarà più sulla dimensione del centro o sull’affluenza, ma si sceglieranno i centri che intercettano meglio il target. ❖ Prezzo spazio affittato Varia da centro a centro ma in genere aumenta proporzionalmente alle dimensioni e all’affluenza del centro. ❖ Mix merceologico Fattore caratteristico per individuare il target. Centri commerciali di medie e piccole dimensioni con ipermercato come magnete e negozi di servizi si rivolgeranno tendenzialmente alla famiglia, mentre un centro commerciale di grandi dimensioni e attrazione regionale, con elevato numero di negozi e di medie superfici potrà ampliare e differenziare il pubblico. ❖ Localizzazione Facciamo due esempi. Un’industria alimentare vuole lanciare un nuovo prodotto. Il modo migliore per pianificare la campagna sarà dare evidenza, nella creazione del circuito, ai centri commerciali di piccole medie dimensioni, nei quali l’ancora alimentare è il fattore principale di visita, per rendere più visibile il messaggio, con presenza di target femminile tra 30 e 45 anni, di classe sociale C/D (dove la classe sociale A è la più alta e la classe sociale E la più bassa.) Un’azienda vuole lanciare un nuovo modello di tablet. Si dovrà creare un circuito dove il tenant- mix e l’elevato numero di negozi (fattore dimensionale) generi un target tendenzialmente maschile tra 20 e 40 anni di età di classe sociale B/C. Chi disporrà dei dati relativi ai frequentatori del proprio centro commerciale, oltre a strutturare una più corretta strategia di marketing, incrementerà in futuro le mall income e di riflesso il valore dell’asset, vero obiettivo di chi si occupa di marketing del mercato immobiliare. giugno_2012 Analizziamo ora gli aspetti che contraddistinguono il medium ‘centro commerciale’ 15 WEB report Il marketing dovrà sposare “vision” e pragmatismo C hi ci ha seguito negli anni lo sa: il marketing è sempre stato il punto focale della nostra gestione, un elemento trainante e di differenziazione dei centri Cogest. Abbiamo storicamente investito in questa voce, creando e formando una squadra specializzata, E difendendo la qualità, anche in momenti difficili come quello attuale. Tuttavia, la crisi è ben lontana dal risolversi. Mentre ci s’interroga su un nuovo modo di promuovere il proprio mall, ci sembra interessante confrontarci con gli operatori del settore sulle priorità del marketing dei centri commerciali. Differenziare giugno_2012 La liberalizzazione, tanto attesa e fortemente voluta dall’industria dei centri commerciali, si è compiuta nella stagione più incerta e quando i budget di marketing erano ormai assegnati. L’urgenza oggi è di comprendere le aspettative del cliente, dosare le forze, diversificare. Perché se prima l’apertura domenicale era un evento di per sé, un modo per smarcarsi dalla concorrenza o di contrastare l’apertura di un concorrente, oggi è la norma e quindi impone al centro, una volta di più, di differenziarsi e proteggere il proprio bacino. La sfida è la flessibilità: ridistribuire gli investimenti senza toccare la cifra totale. Ascoltare Flessibilità significa anche cambiare in corsa il marketing mix. Il puro entertainment (eventi e animazione) perde quota a favore d’iniziative esplicitamente finalizzate ad aumentare gli afflussi e la spesa in galleria. Tra le attività più gradite dai clienti spiccano i concorsi (quest’anno se ne svolgeranno 70 solo nei 45 centri Cogest). E si cerca di trovare sempre premi che incontrino il favore dei clienti, aumentando fiducia e fidelizzazione: nell’ordine la casa (il bene più importante), l’automobile e le vacanze. Crescono anche le promozioni e le operazioni a premio. Persino quando si tratta di 16 “giveaways”, piccoli premi immediati, clienti e tenant prediligono i buoni acquisto: per i primi un vantaggio tangibile, per i secondi un modo per riportare in cassa il costo del marketing. Misurare È un marketing più che mai pragmatico, orientato alla redemption. Nel momento in cui prevalgono logiche remunerative, che premiano il tempo trascorso nel centro, l’abilità mostrata in una determinata prova, l’acquisto effettuato, la fedeltà al brand, sono i numeri a certificare il ritorno dell’investimento. La carta fedeltà del centro, uno strumento nel quale Cogest è stata pioniere, ci consente di profilare il cliente, personalizzando al massimo il messaggio. Personalizzare Il centro commerciale si relaziona con target sempre più frammentati, per età, profilo socio-culturale, capacità di Carmen Chieregato Amministratore Delegato di Cogest Italia spesa, tempi e modi di fruizione. Di pari passo perdono di forza i mezzi di comunicazione indifferenziati, a favore di una comunicazione che se non è one-to-one lo sembra, parla a piccoli gruppi, si rigenera nel passaparola. Per i dieci anni di Fiumara, abbiamo lavorato con l’agenzia su un palinsesto multidimensionale che convogliava affissioni, radio, web e animazione in galleria su un unico messaggio: I LOVE GE. Solo sui social network, in 20 giorni e con un investimento di 2.000 euro abbiamo totalizzato oltre 17 milioni di visualizzazioni (Facebook); attraverso la campagna “adwords for video” il filmato su Fiumara è stato guardato più di 18.700 volte su YouTube. Il tutto è sfociato in un evento in galleria. Risultato: gioco, coinvolgimento, mobilitazione, a costo contenuto e ad alto impatto emozionale. Condividere Coinvolgere la proprietà e i tenant già in fase di pianificazione marketing per noi è un modo per chiarire gli obiettivi e generare partnership anche operative. Altrettanto importante è la collaborazione con le agenzie alle quali si chiede sempre più di sposare la “vision” del centro. Anche tra i centri si può innescare lo scambio: l’iniziativa “reality in boat” che ha visto 4 ragazzi vivere per una settimana in una barca collocata in galleria ha toccato diversi mall del circuito Cogest. Ma quello che conta maggiormente è la capacità di fare dialogare il centro con il territorio, creando occasioni d’incontro con le associazioni e la comunità di appartenenza. Due esempi concreti: Continente Mapello ospita nella propria struttura un asilo nido, per le mamme che lavorano in galleria e nei paesi limitrofi; Galleria Borromea ha instaurato una collaborazione continuativa con il Comune di Peschiera, per la sponsorizzazione di iniziative a carattere sociale. Come insegna il web, il marketing funziona soprattutto quando è social. n il cuore olistico del marketing WEB report Favourite Meeting Place, missione dei centri Cório U il cuore olistico del marketing commerciale in un “Favorite Meeting Place” (FMP): un’area polifunzionale, intesa non solo come luogo dove fare shopping ma anche laboratorio di iniziative sociali, culturali e di intrattenimento. I sub-brand di Le Gru Alessandro Gaffuri Direttore di Shopville Le Gru e Centro Commerciale Campania Filosofia del FMP In un momento come quello attuale, caratterizzato da una congiuntura economica che diminuisce il potere d’acquisto di consumatori sempre più avvezzi alle tecnologie digitali e refrattari ad ogni tipo di messaggio indesiderato e invasivo, anche i centri commerciali devono adeguare il livello di comunicazione. Relazione, coinvolgimento, affidabilità, trasparenza sono le qualità che cerca il consumatore: siamo dunque chiamati a trasmettere e a condividere emozioni, valori rispetto alla mera promozione commerciale. I social network hanno trasformato integralmente il sistema di comunicazione, da verticale (top-down) a orizzontale, intaccando di fatto il tradizionale modo di fare pubblicità, imponendo contenuti veri, positivi, concreti e misurabili. Da qui l’esigenza di trasformare il centro Un Favorite Meeting Place non può prescindere dal rapporto di marca con il proprio fruitore: è per tale motivo che la brand strategy di Shopville Le Gru ha creato negli anni alcuni sub-brands: GruVillage: il festival divenuto punto di riferimento culturale e d’intrattenimento dell’estate torinese: serate di cabaret, musica jazz, pop, indie, rock, reggae … Grulandia: il parco divertimenti all’interno di Le Gru interamente dedicato ai bambini Gru Radio: la radio in FM del Centro, una stazione radiofonica che ha il Centro quale filo conduttore e che fornisce un servizio al territorio con tantissima buona musica, approfondimenti locali, ma anche un’elegante finestra sul mondo. GRUkey: la loyalty card che permette di accedere ai “mondi” di Le Gru. Un programma fedeltà di nuova concezione, atto a stimolare gli utenti del Centro sui KPI economici e ad alimentare il rapporto di marca. Tutte queste esperienze rientrano in un processo di branding che mira ad aumentare il valore della marca Le Gru, sia in modo tangibile sia intangibile attraverso una più mirata ed efficace comunicazione. La stessa formula strategica è stata applicata al centro commerciale Campania dove, oltre all’intenso palinsesto di attività di animazione e spettacolo, si sono avviati alcuni programmi basati su concetti quali la trasmissione di conoscenza e la condivisione di strumenti critici, come ne “Il Gusto è al Centro”: iniziativa dedicata all’educazione sensoriale e al consumo critico in collaborazione con Slow Food o come nel sopra citato “Non Luoghi Musicali”. n 17 giugno_2012 na definizione interessante dei Factory Outlet è quella di Marino Niola, professore di antropologia all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli: “Figli pentiti dei non-luoghi, hanno trasformato il vuoto dei padri in un pieno straripante. E sono diventati iperluoghi. Zippati di attrazioni, di occasioni, di sollecitazioni, di tentazioni. E di relazioni (….) Basta riflettere su questo significato perché l’analogia con l’antica agorà si accenda come una lampadina. Erano proprio la concentrazione e l’interconnessione spaziale tra flussi economici, sociali e religiosi a fare del centro della polis un iperluogo. Dove si poteva trovare di tutto, dal tempio al mercato, dai rapporti umani ai contatti politici. Ma anche trascorrere il tempo libero, andare a teatro, godersi lo spettacolo dei prestigiatori e dei ciarlatani, ascoltare i citaredi di strada, interrogare gli oracoli”. Questa visione dei Foc è stata, con nostro piacere, sposata da un giornalista casertano che descrive nel suo blog di aver ripensato alla funzione sociale dei centri commerciali partecipando in diverse occasioni a “Non luoghi musicali”, la rassegna di musica pop, rock e classica contemporanea organizzata al centro commerciale Campania dove, per l’occasione, sottolinea di aver ritrovato molti amici di solito “allergici” a un certo tipo di strutture. Questo incoraggiante giudizio ci permette di affermare, con un pizzico di presunzione, che l’obiettivo di Corio di far vivere gli shopping center come luoghi d’incontro preferiti nel territorio non è lontano dall’essere raggiunto. Gli shopping centre devono aspirare a diventare luoghi di vera aggregazione nell’ambito territoriale a cui appartengono, dimostrandosi “strumenti” di aggregazione e socialità, il cui valore sociale, relazionale e comunicativo acquisisce grande importanza per la comunità di riferimento, tanto che la loro valenza simbolica supera l’impatto economico-produttivo generato. WEB report Il restyling è per Ségécé motore della comunicazione G giugno_2012 ruppo Klépierre Ségécé è un partner di primo piano nell’universo dei centri commerciali presenti in Europa continentale. Nel marzo 2012 Simon Property Group ha acquistato da BNP Paribas il 28,7% del capitale di Klépierre, diventando l’azionista di riferimento del Gruppo. Il patrimonio è composto per il 96% circa di attività commerciali, con un’offerta di 356 centri commerciali gestiti in 13 Paesi. Ségécé Italia è in grado di offrire una gamma completa di servizi per la creazione e la valorizzazione di centri commerciali: studi, progettazione, promozione, commercializzazione e rinnovi, gestione locativa e patrimoniale, marketing e direzione dei centri. Ségécé Italia, grazie alle competenze di oltre 120 professionisti presenti sul territorio nazionale, gestisce attualmente oltre 47 centri commerciali. Ségécé Italia ha realizzato, nel corso degli anni numerosi progetti di restyling. Attualmente è impegnata nel refurbishment della Galleria del Centro Commerciale Metropoli a Novate Milanese (Mi) e nel progetto di ampliamento del Centro Commerciale Romagna Center di Savignano sul Rubicone (Fc). Tale ampliamento ha come obiettivo l’arricchimento del merchandising mix già 18 presente in galleria, al fine di creare un vero e proprio Fashion Mall con l’inserimento di nuove insegne commerciali. Sia in occasione del restyling di un centro commerciale sia nel caso di un ampliamento, è necessaria una rivisitazione della comunicazione del centro commerciale. Viste le dinamiche competitive sempre più aggressive è di grande importanza un’attenta analisi preventiva, che analizzi le motivazioni di visita, il profilo del cliente, le attese soddisfatte o insoddisfatte, il posizionamento attraverso lo studio dell’immagine del centro e l’analisi della differenziazione dell’offerta nel contesto di riferimento. Nell’esperienza del Centro Commerciale Metropoli, per esempio, si è data particolare enfasi alla rivisitazione del logo del centro commerciale che identifica in maniera evidente, la struttura architettonica esterna, appena ristrutturata, richiamante il pennone della torre elicoidale di salita ai parcheggi coperti. Rapporto con i social network Una volta definita la strategia, l’utilizzo di mezzi di comunicazione tradizionali, insieme allo sviluppo dei media sempre più dinamici, come i social network, sono fattori chiave per il successo della struttura commerciale gestita. Questo è accaduto sia nel riposizionamento di un importante “entertainment and shopping centre” alle porte di Milano, sia nel caso della campagna Facebook Day, realizzata presso il Centro Com- Philippe Grenet Direttore Generale di Ségécé Italia merciale MareMonti di Massa (Ms), durante il quale è stata organizzata una postazione make-up nel mall a disposizione delle clienti, che preventivamente si erano messe in contatto attraverso la “fun page” Facebook del centro commerciale. Questo ha garantito una presenza rilevante di clienti nel mall, con oltre 4.000 contatti che hanno animato la pagina web. Anche in occasione del prossimo ampliamento di Romagna Center, così come in occasione degli ampliamenti del centro commerciale Pescara Nord e del centro commerciale La Romanina, sono stati attivati questi innovativi canali di comunicazione che hanno permesso di stabilire un rapporto più intenso e costante con il cliente finale, i new media, infatti, consentono di allargare la partecipazione e di agire come un motore di trasmissione di informazioni e di tendenze. Infine le pr e le relazioni dirette con il territorio, risultano anch’esse strategiche, e di fondamentale importanza per il conseguimento degli obbiettivi prefissati. n il cuore olistico del marketing WEB report Le Colonne si fondano sulla sinergia con il luogo Brand riconosciuto nel territorio brindisino Il nostro approccio si caratterizza per la sinergia e il confronto costante tra le diverse professionalità coinvolte e ha trovato nel marketing il collante che ha coordinato i diversi interventi. L’indagine di mercato condotta sui visitatori ha permesso di migliorare la gradevolezza e le opportunità di shopping e divertimento. Obiettivo di questo lavoro, costante negli anni, è stato quello di coinvolgere di più il cliente, ampliando l’offerta della galleria e rendendo più fruibili tutti i servizi offerti dalla struttura. Il logo è stato il protagonista del primo step in questa strategia di posizionamento. Dapprima associato all’insegna dell’ipermercato, che da Carrefour è diventato Ipercoop nell’ottobre 2009, oggi il centro è riconosciuto come Le Colonne, brand riconosciuto nel territorio, protagonista di molteplici e impattanti campagne di advertising. Il logo di un centro commerciale rappresenta la sua firma ma, molto spesso, non assume il ruolo che merita per la concorrenza dell’insegna alimentare. In questo caso, invece, entrambe le realtà coesistono per esprimere in maniera equilibrata sia l’offerta alimentare sia le diverse opportunità il cuore olistico del marketing Le Colonne: trend numerico dei visitatori valori in unità e var. % anno su anno (y/y) e 2008-2011 Var. Y/y Var. 2008-11 Visitatori 2008 1.336.121 2009 2.080.271 2010 3.079.863 2011 4.442.078 56 48 44 2011 4.442.078 44 48 232 Fonte: CBRE di shopping offerte dai 60 punti di vendita della galleria. Dalla forma si è passati al contenuto. Negli anni un’intensa attività di reletting ha arricchito la galleria di tante proposte internazionali, nazionali, ma anche locali. Nella ristorazione in particolare, la nuova food court con proposte di piatti tipici della cucina pugliese è riuscita a caratterizzare la location. Eventi con protagonisti i clienti L’interazione con il territorio è alla base anche delle attività promo/pubblicitarie che abbiamo deciso di accostare alla comunicazione istituzionale, necessaria per consolidare la “brand awareness” del centro. Un fitto programma di eventi realizzati all’interno della galleria ha reso protagonisti i clienti: dai concorsi al “reality in car” per gli adulti, dalla partecipazione delle Chiara Malagutti Marketing CBRE scuole elementari e medie alla realizzazione di eventi per i bambini più piccoli. Il coinvolgimento del territorio avviene anche grazie alla scelta di messaggi sociali: ospedale, associazioni di volontariato e istituzioni i nostri partner privilegiati. La comunicazione one-to-one è stata fondamentale in questo processo: ha permesso di affiancare ai media tradizionali una strategia web puntuale ed efficace, informando la clientela e promuovendo le iniziative realizzate. Incremento triennale dei visitatori Intenso anche il lavoro per preparare lo staff di vendita: a questo scopo abbiamo organizzato corsi di formazione per aiutarli a conoscere meglio il cliente e le sue esigenze. L’approccio d’intervento globale è stato premiato ed è visibile nei risultati del centro. Come emerge dal grafico pubblicato in alto, in tre anni di attività l’incremento dei visitatori del centro è stato a tre cifre (oltre +230%). Questi risultati, sorprendenti in un periodo di crisi come l’attuale, coronano un percorso complesso che continua a proporre nuove iniziative anche per il futuro. Il centro più vicino a te: il payoff scelto sintetizza la strategia di marketing che ha caratterizzato le attività di Le Colonne shopping centre in tutti questi anni. n 19 giugno_2012 I l posizionamento è il primo passo nella definizione del successo di un centro commerciale. Gli elementi che concorrono a definirlo permettono di creare un mood unico che rende immediatamente identificabile lo shopping centre, sia tra i visitatori sia rispetto agli altri progetti commerciali presenti nell’area. Le Colonne è un caso di successo e non solo per le strategie di posizionamento: inaugurato a Brindisi nel marzo 2007, è in capo a un fondo di proprietà di Aberdeen, che da gennaio 2009 ha scelto di affidare direzione e property management del centro a CBRE. WEB report Non c’è creazione di valore senza visione strategica L a crisi che ha investito l’industria dei centri commerciali ha quantomeno il merito di avere determinato una netta polarizzazione all’interno del suo campo di forze, acuendo la dialettica tra le opposte visioni di tradizionalisti e innovatori (macrocategorie peraltro sfaccettate). Alla tenace persistenza di concezioni e di pratiche piuttosto datate, fa oggi da contraltare la sempre più diffusa consapevolezza delle potenzialità d’incremento della competitività che si associano alla virtuosa adozione di una non estemporanea cultura del marketing, inteso nell’accezione più ampia, ovvero quale fondamentale “strumento per comprendere, creare, comunicare e distribuire valore”, secondo la definizione kotleriana. Michele Neri Presidente Commissione Marketing CNCC, Vice Presidente Canali & C. giugno_2012 Al di là della mera promozione guente prassi operativa possano puntare a Sebbene si tratti di un processo in divenimassimizzare i risultati. In soldoni, è dunre e non privo di difficoltà, alcuni risultati que chiaro che le molteplici attività ricastanno manifestandosi con crescente evidenti in tale ambito non possono limitardenza: e l’importanza di definire strategie si ex post alla mera sfera della promozioad ampio spettro, attivando processi effine del prodotto. Né possono essecienti ed efficaci nei conre destinatarie di risorse residuali, fronti di tutti gli stakeper giunta considerate come puri holder lungo l’intero ciL’adozione costi anziché, come dovrebbe esclo di vita di un’iniziatidi una strategia sere, come investimenti funzionava immobiliare (progetdi marketing non li al raggiungimento degli obiettitazione, realizzazione e vi prefissati. gestione), è ormai accla- estemporanea Ancora molto resta da fare perrata, improntando le mi- incrementa ché tale sensibilità si tramuti in gliori (ancorché minori- il potenziale approcci trasversali e in strategie tarie) pratiche settoria- competitivo strutturate, richiedendo un supli. Al netto degli aspetti plemento d’impegno da parte di congiunturali e dei relatutti i soggetti coinvolti: un’esigenza sentitivi condizionamenti (talvolta utilizzati in ta anche a livello istituzionale, che ha porchiave strumentale e difensiva, all’insegna tato alla costituzione della Commissione del “quieta non movere”), è insomma opiConsultiva Marketing del Consiglio Nazionione in via di radicamento che in un mernale dei Centri Commerciali. Circa le finacato di particolare complessità sotto il prolità perseguite, rimandiamo al Report di filo strutturale e relazionale, soltanto i plaMark Up del marzo scorso. Rispetto inveyer dotati di una visione non di corto rece alle direttrici di marcia individuate, fin spiro e in grado di articolare una conse20 dai primi incontri è emerso un problema di percezione degli stessi addetti ai lavori: un ostacolo di natura culturale che si staglia sulla via della piena affermazione del marketing strategico. Da questa constatazione è scaturita l’organizzazione del convegno “Marketing Immobiliare per la valorizzazione degli asset”, che si terrà il 6 giugno, presso la struttura fieristica milanese di Rho Pero, nella cornice di Expo Italia Real Estate: un’occasione di confronto in cui autorevoli rappresentanti del mondo accademico introdurranno alcuni dei protagonisti di maggior rilievo del retail real estate italico, che proporranno case histories tra le più significative, con un fil rouge concettuale riconducibile a quanto sopra esposto. In particolare, i contributi dei relatori si articoleranno intorno a quattro temi/momenti: La fase di analisi e ricerca come imprescindibile punto di partenza di qualsiasi progetto. La creazione del prodotto: dall’elaborazione del concept alla commercializzazione, dalla progettazione alla promozione. Dal marketing BtB al marketing BtC: come portare e vendere al consumatore finale l’asset. Gli sviluppi: come gli asset possono rinnovarsi grazie a un nuovo modo di intenderli in chiave di marketing. Proprio il concetto di ciclo di vita costituirà la trama su cui si svilupperanno e si connetteranno i vari argomenti, partendo dall’assunto che al completamento di ogni fase di maturità deve seguire una rinascita, che dovrebbe essere gestita e governata, esattamente come ogni nascita, in maniera pianificata e razionale, agevolando il processo di posizionamento o di riposizionamento dell’asset, in virtù del ricorso alle risorse del marketing e della comunicazione: valori portanti e fattori sistematici e duraturi. n il cuore olistico del marketing WEB report I tempi dell’omologazione sono ormai finiti Matteo Piano Ceo Narroway Ltd. (Bruxelles) Largo alla creatività ingegneristica cisi. Se l’agenzia pubblicitaria non conosce quale fattore commerciale soffre di più è come se cercasse di curare il male, prima di inventarsi un’idea, la quale non è altro che il frutto di una ricerca iconografica eseguita su una banca immagini: la proposta creativa si rivelerà analoga a una roulette russa. Il rapporto con i visitatori dei centri commerciali è critico. Non basta più mandare le rose con una cartolina con scritto “ti amo”. Quando un rapporto è in crisi bisogna domandarsi se questo rapporto non sia stato dato per scontato. Oggi il cliente vuole autenticità. Se i centri commerciali non riescono a essere insostituibili per il cliente, il valore del centro è in piena caduta. Se il valo- Alleanze Network Propaganda è l’unica azienda italiana a vantare una partnership con Narroway, società di consulenza di marketing con sede a Bruxelles, con la quale sta conducendo i Brand Relationship Scan. L’obiettivo finale è quello di aumentare il giro d’affari del centro commerciale e incrementare il valore della marca (brand equity) in un unico approccio. Per la realizzazione di questi obiettivi Narroway ha sviluppato una metodologia (Biotic Brand Cultivation) che fornisce strategie di marketing integrando parametri di branding e parametri commerciali. Narroway è la prima azienda che ha identificato la correlazione tra gli impegni di marketing e il loro impatto commerciale. In questo modo è in grado di fornire il più alto livello di controllo e di trasparenza del mercato, nel campo del marketing e dei processi di branding. I servizi Narroway sono sempre suddivisi in 2 fasi, una analitica e una strategica: la prima impegna l’utilizzo di strumenti “biotici” sviluppati per alimentare il processo strategico, fornendo il 100% di dati rilevanti, senza spreco d’informazioni, e riducendo al minimo i tempi di sviluppo di una strategia. il cuore olistico del marketing re è in piena caduta, la vendita ne soffre. Per tanti anni abbiamo creduto che il calo delle vendite sia la causa del calo di valore. Credo piuttosto che il calo di valore causi il calo delle vendite. È come dire che fare meno sesso in un rapporto mette in crisi il rapporto. Non sarebbe piuttosto il caso di dire che in un rapporto in crisi viene meno la voglia di fare sesso? Vorrei spezzare una lancia in favore del concetto di creatività ingegneristica. Per la quale intendo una creatività che ha l’obbiettivo di risolvere problemi, come nel mondo dell’ingegneria. Dove analisi, studi e diagnosi sono la base per comprendere da cosa è causato il problema invece di spaventare i creativi, che al contrario sarebbero stimolati per trovare soluzioni che nessun altro ha trovato prima. Per i centri commerciali è cruciale sapere perché il rapporto con il centro soffre e quale parametro commerciale è in calo. Se un’agenzia pubblicitaria non è capace di fornire questi dati, il lavoro creativo è futile. Qualsiasi proposta potrebbe andare bene, visto che tale proposta non propone in realtà una soluzione al problema. Io inviterei ogni gestore di un centro commerciale a giudicare il lavoro delle agenzie pubblicitarie, ponendo loro una sola domanda: perché credi che la vostra proposta stimolerà i fattori commerciali e renderà il centro meno sostituibile alla percezione del visitatore? Se l’agenzia non è capace di fornire delle analisi e di correlarne i risultati alla proposta creativa, allora la inviterei a mettere in mostra i lavori in una galleria d’arte. Perché solo lì essi meritano di essere apprezzati. I centri commerciali sono in crisi? Allora basta con le soluzioni che funzionavano durante la crisi. Diamo spazio spazio a una creatività ingegneristica. n 21 giugno_2012 N el mondo del marketing dei centri commerciali non è cambiato niente. I parametri commerciali crollano, i commercianti si lamentano, e le agenzie di pubblicità recitano la solita preghiera. Direi, piuttosto, il solito supplizio. E qual è questo supplizio? “Amami”. Le creatività fornite dalle agenzie pubblicitarie sono diventate illusioni ottimistiche di un mondo che ormai non esiste più. Veniamo bombardati dai soliti concetti creativi, che fanno sospettare che il gestore del centro commerciale viva in un altro mondo. Un mondo dove il cliente è follemente innamorato del centro e in cui i commercianti vendono tanta merce, con la sola preoccupazione di quanto dichiarare al fisco. Battute a parte, la crisi ci costringe a rimanere con i piedi per terra. Qui, sul pianeta Terra, le cose non vanno bene e bisogna cambiare il modo di fare pubblicità. Mi spiego meglio: non sono contrario alla creatività, ma a una creatività interpretata soltanto come arte legata a un giudizio soggettivo, che per definizione è relativo. Il ruolo del marketing non è altro che stimolare la vendita e incrementare il valore della marca, o, in questo caso, del centro commerciale. La creatività ha missione e obiettivi ben pre- WEB report Vedi a pagina A-B Agorà Allianz Arcoretail Augé Marc Bnp Paribas Bonora Andrea 14 12 14 10 18 15 C C. Comm Shopville Le Gru C. Comm. Belvedere C. Comm. Campania C. Comm. Carrefour Pavia C. Comm. Curno C. Comm. Grandate C. Comm. Il Castello C. Comm. Le Colonne C. Comm. Le Mura C. Comm. Le Rondinelle C. Comm. MareMonti C. Comm. Metropoli C. Comm. Montebello C. Comm. Puntadiferro C. Comm. Romagna Center C. Comm. Shopville Gran Reno Canali & C. Carrefour Chieregato Carmen CNCC Cogest Italia Continente Mapello Corio 10.11,17 10 10,13 17 10 10 10 10 19 10 10 18 18 10 10 18 10 20 19 5,16 8, 20 5,16 16 10,11, 17 E-F-G giugno_2012 Eurisko Facebook Ferrari Bastagli Luca Flickr Fregna Renato 22 7 5, 11, 13,18 14 11 9 Gadda Carlo Emilio Gaffuri Alessandro Galleria Borromea Galleria Comm. Porta di Roma Gallerie Commerciali Bennet Global ReSol GreenhouseIBBC Grenet Philippe Groupitalia Groupon Gruppo Arcotecnica Gruppo Klépierre Ségécé 5 17 16 10-11,13 10, 15 14 9 18 13 13 14 18 I -K - L - M Ipercoop Kotler Philip Lucchi Remo Malagutti Chiara 19 10 7 19 N-O-P-S Narroway Neri Michele Network Propaganda Niola Marino Piano Matteo Piazza Campania 21 20 5, 7, 9, 21 17 21 12 R- T-U-W Romagnoli Carlo Rossetti Mauro Simon Property Group Slow Food Sovrani Silvia Twitter Università Suor Orsola Benincasa Youtube Wittgenstein Ludwig 14 5, 7-9 18 12-13 11 5, 11 17 11, 16 7 il cuore olistico del marketing