Il progetto CABEE: strategie per la promozione della sostenibilità nell’arco Alpino Introduzione CABEE (Capitalizing Alpine Building Evaluation Experiences) è un progetto di cooperazione nell’ambito del Programma Alpine Space 2007-2013 a cui partecipano Austria, Italia, Germania, Svizzera, Francia e Slovenia e che ha come obiettivo la diffusione dei principi di sostenibilità degli edifici nell’arco alpino, al fine di migliorare l’efficienza globale dell’ambiente costruito. Le azioni del progetto sono finalizzate a fornire un supporto allo sviluppo delle politiche esistenti, a livello sia locale che transnazionale, per promuovere la sostenibilità energetico-ambientale degli edifici. In particolare il progetto ha tra gli obiettivi la definizione di linee guida che comprendano tutti gli aspetti della sostenibilità degli edifici a partire dall’approccio teorico fino alla fase di pianificazione, realizzazione e utilizzo. Queste linee guida, alimentate grazie alle esperienze dei partner maturate nel corso del progetto, costituiscono la base teorica con cui diffondere la cultura della sostenibilità mediante workshop, eventi formativi e tavoli di lavoro che riguardano vari livelli: Aumento della capacità di innovazione delle Piccole e Medie Imprese (PMI) Approfondimento tecnico per e professionisti operanti sul territorio Miglioramento delle politiche locali aumentando il know-how delle pubbliche amministrazioni Accrescimento della consapevolezza degli utenti finali Nel presente articolo è descritta una panoramica delle attività svolte nell’ambito di CABEE da EURAC, il partner locale che ha partecipato al progetto. Analisi e scambio di best practice Lo scopo di questa azione all’interno del progetto è di promuovere lo scambio di best practice tra le nazioni partecipanti. Ciascun partner è stato chiamato a descrivere tre casi che possono riguardare aspetti compresi nell’intero ciclo di vita dell’edificio, dalla progettazione alla gestione, che costiuscono esempi positivi sul territorio. In particolare, come indicato in Figura 1, EURAC ha presentato per la provincia di Bolzano l’iter di progettazione e costruzione dell’edificio ExPost e del Quartiere Casanova e l’approccio alla realizzazione del Parco tecnologico, basato sulla progettazione integrata finalizzata al raggiungimento del target NZEB. Figura 1. Casi studio presentati per la città di Bolzano A partire dai progetti presentati, ciascun partner ha identificato una best practice diffusa in un’altra nazione da promuovere ed implementare a livello locale. In particolare, per Bolzano è stato selezionato lo strumento di supporto promosso dalla regione di Vorarlberg per garantire la qualità della progettazione e della realizzazione di nuovi edifici da parte delle pubbliche amministrazioni, basato sui principi di sostenibilità ambientale: Service Package for Sustainable Constructions. Questo iter, applicato già a 50 progetti nel territorio di Vorarlberg ed è costituito da cinque moduli: Modulo 1: Consulenza e supporto in fase di pianificazione generale: Vengono definiti gli obiettivi energetici del progetto, elaborato l’approccio di sostenibilità e vengono sviluppate, da parte di un consulente esterno che segue le pubbliche amministrazioni anche nella redazione dei bandi per l’assegnazione degli incarichi, le linee guida contenenti i requisiti tecnici e le indicazioni che i progettisti devono rispettare per raggiungere il target energetico previsto. Modulo 2: Consulenza e supporto in fase di progetto e bando: In questa modulo viene effettuata l’ottimizzazione degli aspetti energetici e di sostenibilità in fase di progettazione, vengono individuati i criteri di sostenibilità all’interno dei tender e definiti i capitolati prestazionali degli edifici. Modulo 3: Consulenza e supporto in fase di costruzione e verifica: Vengono organizzati momenti di formazione degli artigiani coinvolti nella costruzione dell’edificio e, in parallelo, si verificano le caratteristiche dei prodotti/materiali proposti per la costruzione, che viene monitorata attraverso ispezioni in cantiere finalizzate alla verifica della qualità Modulo 4: Analisi della qualità del costruito: Viene effettuato un training di auditori per la verifica della qualità dei prodotti mediante ispezioni e misure in cantiere (ad esempio verifica della qualità dell’aria interna, tenuta all’aria dell’involucro) Modulo 5: Fase di utilizzo e manutenzione: Organizzazione di momenti di formazione degli utenti dopo la costruzione, Supporto per il corretto funzionamento dell’edificio, verifica della corrispondenza dei consumi reali rispetto a quelli previsti e fissate delle regole base per la manutenzione, fornite a tutti gli utenti. Alcune di queste azioni sono già previste dall’iter di definizione dei bandi pubblici e dalle procedure di certificazione CasaClima, tuttavia manca un riferimento che comprenda tutti gli aspetti del protocollo applicato nella Regione di Vorarlberg e che riguardi anche la valutazione della sostenibilità energeticoambientale degli edifici. Per questo motivo, si è deciso di proporre di adattare il protocollo e di implementarlo a livello locale. In particolare, nell’ambito del progetto CABEE è stato presentato il protocollo ai tecnici del Comune di Bolzano, per la possibile implementazione nell’ambito di un bando di progetto di un nuovo edificio, a partire quindi dalla fase di programmazione (Modulo1). Verifica delle caratteristiche dei bandi pubblici Lo scopo di questa azione è di analizzare una serie di tender pubblici per verificare il peso dei requisiti di sostenibilità energetico-ambientale sul punteggio finale e validare gli iter procedurali evidenziando gli aspetti positivi sia in fase di progettazione che di costruzione, al fine di identificare aspetti positivi da proporre nell’arco alpino. A livello locale sono stati analizzati 9 bandi: - B.1 Scuola Superiore – Carducci (2011 – 2013): bando per il progetto esecutivo e la realizzazione dell’edificio. - B.2 Scuola H. Arendt (2011 – 2013): bando per il progetto esecutivo e la l’ampliamento dell’edificio esistente. - B.3 Scuola Superiore – Pascoli (2007 – 2009): bando per il progetto esecutivo e la costruzione dell’edificio, realizzato con tecnologie specifiche (facciata ventilata e doppia pelle vetrata). - B.4 palestra della scuola Falcone e Borsellino (2011 – 2012): bando per il progetto esecutivo e la l’ampliamento dell’edificio esistente - B.5 Scuola per il turismo a Brunico (2011 – 2013): bando per il progetto esecutivo e la realizzazione di un edificio scolastico e convitto - B.6 Scuola Superiore O. Huber (2010 – 2012): bando per la riqualificazione dell’edificio esistente con la costruzione di nuovi spazi didattici - B.7 Happecherhof (2012 – 2013): espansione dell’edificio esistente attraverso il recupero della vecchia stalla - B.8 Scuola Elementare a Sinigo (2013 – in corso): progetto preliminare di un nuovo edificio scolastico ad elevate prestazioni energetiche verso il target NZEB - B.9 Scuola di Musica a Bressanone (2011 – in corso): progetto preliminare del nuovo edificio ad elevate prestazioni energetiche verso il target NZEB Per ogni bando, si è cercato di raggruppare i requisiti in categorie specifiche per identificare il peso sul punteggio finale per: - Offerta economica Esperienza dell’impresa costruttrice/team di progettazione Manutenzione e verifica delle prestazioni durante la fase operativa Qualità degli elementi costruttivi Organizzazione del cantiere e dei lavori Sostenibilità ed efficienza energetica In generale si può evidenziare che gli aspetti economici, legati al concetto di offerta economicamente vantaggiosa, determinano in maniera significativa il punteggio finale e costituiscono generalmente la categoria associata al peso maggiore. I valori variano generalmente dal 25 al 40%, ad eccezione del progetto B.9, in cui l’offerta economica determina soltanto il 15% del punteggio, in quanto a differenza degli altri bandi riguarda la progettazione preliminare dell’edificio. Inoltre, si vede come la parte relativa al piano di manutenzione e all’organizzazione della gestione dell’edificio influisca marginalmente sulla determinazione della proposta progettuale vincente; in alcuni bandi la gestione dell’edificio durante la fase operativa non compare come parametro di valutazione, mentre generalmente raggiunge percentuali comprese tra 1.5-3%. Il bando che presenta il punteggio maggiore per quanto riguarda la manutenzione degli edifici è il B.3, che prevede l’installazione di tecnologie particolari, per cui la committenza è stata particolarmente attenta a inserire la verifica delle prestazioni in opera come requisito per l’attribuzione dell’incarico. Infine, per quanto riguarda gli aspetti legati alla sostenibilità e all’efficienza energetica, i punteggi raggiungono percentuali significative, dal 5 al 20%. È importante sottolineare che sono stati inseriti in questa categoria tutti i punteggi che riguardano sia gli aspetti legati ai singoli componenti, come la trasmittanza termica degli elementi costruttivi all’efficienza minima dell’impianto, sia la prestazione energetica globale. In realtà, soltanto nei bandi B.8 e B.9 sono presenti nella valutazione requisiti specifici che riguardano il concetto energetico per raggiungere il target NZEB e il calcolo delle prestazioni dell’edificio, per cui la proposta con le caratteristiche più vantaggiosa viene premiata. Al contrario, per gli altri bandi è previsto il raggiungimento dello standard CasaClima B, come indicato per le nuove costruzioni dalla Legge Provinciale (Delibera Giunta Provinciale n. 362/2013), ma la il fabbisogno energetico non influisce sulla determinazione del punteggio finale e sulla definizione del progetto migliore. *La qualità degli elementi strutturali include aspetti strutturali, estetici, acustici e termici. Nel caso in cui i parametri indicati influenzino la prestazione energetica (trasmittanza termica, efficienza dell'impianto) i punteggi sono riportati nella categoria "Sostenibilità ed efficienza energetica" **Il bando B9 riguardava l’assegnazione del progetto preliminare, per cui la parte più significativa del punteggio è stata attribuita alla qualità architettonica del progetto. ***Per il tender B1 non era disponibile la distribuzione dettagliata dei punteggi per ogni categoria Figura 2. Distribuzione dei punteggi per categoria Infine, nell’ambito dell’analisi, sono stati identificati i requisiti e raccomandazioni chiave che dovrebbero essere inseriti come oggetto di valutazione in tutti i bandi per assicurare la qualità finale dell’ambiente costruito: Definizione del concetto energetico dell’edificio: per promuovere la progettazione integrata e soluzioni tecniche che influenzino direttamente la prestazione energetica dell’edificio Importanza del piano di manutenzione e gestione dell’edificio con formazione degli utenti: per garantire il corretto funzionamento dell’edificio e l’utilizzo consapevole e attivo da parte degli occupanti Verifica post-operam delle prestazioni reali dell’edificio: per ottimizzare il funzionamento e identificare eventuali problemi in fase di progettazione/realizzazione Coinvolgimento di esperti tecnici e degli utenti finali nella definizione dei contenuti del bando: per includere i requisiti chiave per chi utilizzerà in futuro l’edificio, e chiedere a dei tecnici esperti nel settore energetico di definire dei target specifici per garantire la qualità del risultato. Soluzioni per migliorare il comportamento degli utenti di edifici nZEB Nell´Europa del futuro gli edifici dovranno essere ad Energia Quasi Zero, ma le prestazioni dell´edificio sono fortemente condizionate dal comportamento dell´utente, il consumatore finale dell’energia. Le informazioni riguardanti il corretto uso e manutenzione degli edifici a basso consumo energetico ci sono ma non sono diffuse capillarmente, al contrario, sono sovente diffuse mezze verità, che danneggiano l'immagine e l´accettazione del costruire a basso consumo energetico, e alle relative tecnologie e prodotti. Con il fine di mettere a disposizione, a committenti e inquilini, informazioni adatte al corretto uso di edifici a basso consumo energetico, il progetto CABEE si è posto come obiettivo di definire delle strategie di formazione ad hoc. Tali strategie sono state sviluppate sia attraverso indagini sull’utenza, per comprendere abitudini ed esigenze, sia attraverso una serie di workshop organizzati con imprese e progettisti per definire un approccio condiviso e creare opportunità per una maggiore diffusione delle soluzioni di efficienza energetica. A livello locale, l’azione ha riguardato quattro casi studio (Figura 3): castello EA2 del quartiere Casanova a Bolzano; casa Passiva IPES di Bronzolo; scuola elementare di Ora; scuola elementare di Laion e ha previsto la definizione di due questionari-tipo, uno per gli utenti di edifici residenziali (40 domande), l’altro per insegnanti e collaboratori degli edifici scolastici (23 domande). Le domande hanno permesso di dedurre informazioni relative a: composizione dei nuclei famigliari e livello di educazione (solo per residenze); livelli di comfort termico durante la stagione invernale ed estiva; azioni per migliorare il le condizioni interne in caso di discomfort; uso dei sistemi di regolazione dell’impianto; utilizzo dei sistemi di ventilazione naturale e meccanica; livello di conoscenza e interesse riguardo il tema degli edifici nZEB; utilizzo dell’energia elettrica. Figura 3. Edifici coinvolti nell’azione del progetto A partire dai risultati raccolti attraverso i questionari, sono state elaborate delle brevi guide con indicazioni specifiche per ogni edificio a seconda delle tecnologie installate e delle criticità riscontrate in fase di indagine. In generale gli utenti hanno affermato di essere molto soddisfatti degli edifici in cui vivono o lavorano e che sicuramente il risparmio energetico rappresenta una pratica importante nella vita quotidiana, tuttavia sono stati individuati una serie di comportamenti che influiscono in maniera significativa sulla prestazione energetica dell’edificio: Ricambi orari per ventilazione naturale elevati e ottenuti in maniera non corretta (ad esempio, molti utenti lasciano la finestra aperta per tutta la giornata, e di conseguenza le strutture dell’involucro si raffreddano) Utilizzo non consapevole della ventilazione meccanica (Laion e Bronzolo): molti utenti, nonostante il sistema installato, aprono regolarmente le finestre (nel caso di Bronzolo il 66% degli utenti almeno 1 volta al giorno, mentre nella scuola di Laion ogni cambio dell’ora), di fatto vanificando l’effetto dei sistemi di ventilazione meccanica e del recupero di calore. Set point di temperatura interna elevati: generalmente gli utenti impostano il termostato a 22-24°C e, in molti casi si è osservato che non sono consapevoli di come utilizzare il dispositivo in maniera corretta. Un’ulteriore difficoltà è legata alla gestione delle temperature in base all’utilizzo dei locali e alle caratteristiche delle strutture: in generale gli utenti agiscono pensando a una risposta immediata delle strutture, senza considerare l’inerzia dell’involucro. Inoltre, dalle risposte al questionario, è emerso che gli utenti non sono in grado di adottare comportamenti idonei a risolvere i problemi di discomfort, anzi è proprio in questi casi che sono stati riscontrati i comportamenti più critici. A partire da queste considerazioni e per dare agli utenti delle informazioni utili, la guida che è stata predisposta dai ricercatori di EURAC è stata organizzata per fornire delle indicazioni facili da seguire e che permettano di risparmiare energia senza compromettere il livello di comfort all’interno dell’edificio, cercando inoltre di evidenziare le conseguenze causate dal comportamento sbagliato (aumento spese di riscaldamento, mancanza di comfort, ecc.). I contenuti della guida sono stati presentati durante una serie di seminari organizzati per gli utenti dei casi studio; durante questi incontri, gli utenti hanno partecipato attivamente, dimostrando grande interesse per le tematica, segno che iniziative in questa direzione possono portare a risultati positivi. Il passo successivo a questa attività sarà di valutare le ricadute in termini di risparmio energetico conseguito, nel frattempo, nell’arco della durata del progetto, è stata effettuata una seconda indagine, distribuendo un breve questionario per verificare l’efficacia della campagna di formazione sugli utenti degli edifici studiati. Figura 4. Manuale d’uso per il gruppo di edifici del quartiere Casanova Limiti e potenzialità dell’applicazione diffusa dei protocolli di sostenibilità energetica Uno degli aspetti trattati nell’ambito del progetto è l’analisi dei sistemi di valutazione della sostenibilità degli edifici nell’arco alpino e le potenzialità di applicazione diffusa sul territorio. In particolare, questa azione nasce dall’idea che applicare questi protocolli al progetto di un edificio possa favorire la diffusione di soluzioni tecniche e strategie di pianificazione efficienti. Infatti, rispetto alla certificazione energetica degli edifici, che riguarda soltanto gli aspetti connessi con i fabbisogni del sistema edificio-impianto e le relative emissioni di CO2 e che si limita a verificare un progetto già concluso e definito, i protocolli di sostenibilità forniscono indicazioni di tipo prestazionale e coprono diversi aspetti della progettazione, della realizzazione e della gestione dell’edificio. Di conseguenza, le indicazioni contenute in questi protocolli possono incidere in maniera significativa sulle caratteristiche dell’edificio e costituiscono un supporto efficace sia per i tecnici coinvolti nel processo costruttivo sia per gli utenti finali. Tuttavia, l’elevato numero dei sistemi di certificazione diffusi a livello nazionale e comunitario, la complessità di valutazione di alcuni parametri e la difficoltà di reperire tutti i dati necessari all’applicazione completa di alcuni protocolli di sostenibilità, possono limitarne l’adozione soltanto a casi pilota. Da questa esigenza è nata l’iniziativa CESBA (Common European Sustainable Building Assessment - http://wiki.cesba.eu/wiki/Main_Page), finalizzata a definire principi e strategie per favorire l’armonizzazione dei protocolli di certificazione. Nell’ambito CABEE, sono stati selezionati due gruppi di edifici certificati e sono stati individuati, da una parte i limiti di applicazione, dall’altra gli aspetti positivi introdotti nel progetto dovuti all’applicazione di tali protocolli. A livello locale è stato analizzato il sistema di certificazione della sostenibilità degli edifici predisposto dall’Agenzia CasaClima. Il protocollo elaborato da CasaClima non assegna un punteggio finale a un edificio per quantificarne il livello di sostenibilità energetico-ambientale, ma consiste nella verifica di una serie di requisiti stabiliti dalla Direttiva Tecnica che devono essere rispettati per ottenere il marchio CasaClima. Per diverse destinazioni d’uso (residenziale, scolastica, ricettiva, ecc…) esistono versioni del protocollo di sostenibilità adattate ad hoc, considerando benchmark di riferimento e parametri differenti a seconda di come un edificio viene utilizzato. Per questo motivo, l’analisi condotta è di tipo qualitativo e orientata sull’identificazione di quali tecnologie e scelte progettuali comuni sono state adottate nei casi studiati, sulla base delle indicazioni contenute nella Direttiva Tecnica. Il protocollo di sostenibilità CasaClima è operativo da poco più di un anno, su un territorio di dimensioni limitate, per questi motivi il numero di casi studio a disposizione è piuttosto ridotto, tuttavia costituisce un campione interessante per elaborare alcune considerazioni sulle caratteristiche degli edifici costruiti secondo questo standard. In Tabella 1 sono riportati gli aspetti progettuali ricorrenti negli edifici analizzati. x x x x x x x x x x x x x M x x M x x A A Edificio 8 x x x Edificio 7 Edificio 6 x x x x x x x M x x x Edificio 5 x x Edificio 3 x x x x Edificio 4 Collettori solari termici Pannelli fotovoltaici Dispositivi ad elevata efficienza luminosa Sistemi di gestione automatica dell'illuminazione Ventilazione meccanica controllata con recupero di calore Impiego di materiali locali Impiego di legnami provenienti da foreste certificate No utilizzo di PVC per serramenti, porte e pavimenti Regolatori di flusso e sistemi di risparmio della risorsa idrica Monitoraggio costi di gestione (mensile M, Annuale A) Presenza di sistemi per la raccolta differenziata Analisi costi-benefici soluzioni installate Formazione utenti Edificio 2 Scelte progettuali e tecnologie installate Edificio 1 Tabella 1. x x x x x x x M x x x x M x x x In particolare, considerando che uno dei vincoli per ottenere la certificazione è il rispetto del limite di emissioni di CO2, fissato pari a 20 kgCO2/anno, tutti gli edifici analizzati presentano l’integrazione dell’impianto con fonti rinnovabili (solare termico o fotovoltaico) e l’utilizzo di combustibili a basse emissioni (biomassa). Anche la scelta dei materiali da costruzione è stata influenzata dalla Direttiva: infatti l’assegnazione di bonus ha favorito l’impiego di fornitori locali, di prodotti certificati e a ridotto impatto ambientale ed evitato l’uso di PVC per serramenti, porte e pavimenti. Un’altra soluzione comune è la presenza di ventilazione meccanica controllata con recupero di calore: oltre alle elevate prestazioni dal punto di vista energetico, l’installazione di questi sistemi permette anche un adeguato numero di ricambi d’aria, garantendo elevati standard di qualità dell’aria degli ambienti interni. Per questo motivo, la certificazione CasaClima Nature prevede che, in presenza di VMC, non sia necessaria la misura post-operam della concentrazione di sostanze organiche volatili all’interno degli ambienti. Un’ulteriore scelta progettuale che permette di non effettuare questa verifica è la l’adozione di materiali e prodotti caratterizzati da basse emissioni di sostanze nocive e formaldeide per le finiture interne. Anche questa opzione è stata adottata in alcuni progetti come soluzione alternativa alla misura post-operam. Gli ultimi aspetti comuni ai casi studio riguardano la fase di gestione: sono stati monitorati i costi relativi ai consumi termici, elettrici e idrici, per alcuni edifici con cadenza mensile e per altri annuale e, in alcuni casi, ci sono stati incontri di formazione degli utenti. Monitorare le prestazioni reali costituisce una scelta strategica in quanto permette di adattare la gestione dell’edificio per soddisfare le esigenze dell’utenza e, al tempo stesso, mantenere elevate prestazioni. Inoltre, in questo modo è possibile verificare l’effettivo funzionamento delle soluzioni progettuali adottate e identificarne limiti e potenzialità da applicare in nuovi progetti. Infine, in molti edifici sono previste azioni di informazione degli utenti sulle caratteristiche dell’edificio e sulle buone pratiche di gestione: questo aspetto costituisce un punto importante per garantirne il funzionamento corretto e diffondere la conoscenza della sostenibilità ambientale degli edifici. I protocolli di sostenibilità energetico-ambientale degli edifici costituiscono uno strumento potenzialmente molto efficace in grado di orientare le nuove costruzioni e le riqualificazioni, verso soluzioni efficienti che riguardano vari aspetti del ciclo di vita degli edifici. I risultati evidenziano l’importanza strategica della diffusione capillare sul territorio di questi sistemi di certificazione, in quanto permettono effettivamente di aumentare la qualità generale dell’ambiente costruito. Tuttavia la mancanza di un quadro normativo unitario e di scelte politiche univoche hanno portato, da un lato, alla definizione di un elevato numero di sistemi di certificazione difficilmente comparabili tra loro, e dall’altro, a una loro limitata applicazione. CESBA: un’iniziativa per la sostenibilità dell’ambiente costruito in Europa Nel 2011, durante un incontro tra partner di diversi progetti europei, è stato riscontrato il problema dell’elevato numero di protocolli di sostenibilità energetico-ambientale in Europa come limite alla diffusione capillare di questi sistemi. A partire da queste considerazioni, nel 2012 è nata l’iniziativa CESBA (Common European Sustainable Building Assessment) che ha come obiettivo principale l‘armonizzazione dei sistemi di valutazione a livello europeo per facilitare la diffusione e l’adozione dei principi di sostenibilità ambientale da parte degli attori coinvolti nel processo edilizio. Nel 2012 si è svolta a Bruxelles la prima conferenza di CESBA, dove si sono riuniti i partecipanti ai progetti europei IRH-Med, CONSTRUCTION21, ENERBUILD, OPEN HOUSE e SuPerBuildings, per uno scambio di idee che ha permesso di definire una serie di Key Performance Indicators che dovrebbero essere condivisi d tutti i protocolli di certificazione. A ottobre 2013 si sono incontrati in Vorarlberg (Austria) per il primo CESBA-SPRINT-Workshop organizzato nell’ambito del progetto CABEE, più di 100 partecipanti provenienti da 11 paesi. Durante questo incontro è stato elaborato il documento programmatico di CESBA, che ne riassume i contenuti, gli obiettivi e i principi di questa iniziativa. L’idea di base è che l’applicazione sistematica dei protocolli di sostenibilità garantisca una maggiore qualità dell’ambiente costruito, per cui partendo da questo principio si è cercato di elaborare strategie per facilitarne la diffusione sul territorio. Uno degli aspetti principali è la definizione di una serie di Key Performance Indicators (KPI) che dovrebbero essere adottati da tutti i sistemi di valutazione (CESBA Guide 2014): Uso di energia primaria da fonti non rinnovabili Uso di energia primaria da fonti rinnovabili Emissioni di CO2 Indoor Environmental Quality Comfort termico Costo del ciclo di vita dell'edificio Uso di materiali recuperati/riciclati Consumo di acqua Gestione dei rifiuti solidi Coinvolgimento degli utenti Monitoraggio e ottimizzazione del funzionamento dell'edificio Figura 5. La struttura di CESBA: comprende al centro gli indicatori armonizzati, le azioni di supporto, training e certificazione e sul lato più esterno le fasi del ciclo di vita dell’edificio. Per quanto riguarda gli indicatori quantitativi, i punteggi vengono assegnati sulla base di benchmark definiti coerentemente con i limiti di riferimento validi a livello nazionale. Ad esempio, per l’indicatore legato alle emissioni di CO2 il punteggio viene assegnato considerando la percentuale di riduzione rispetto ai requisiti di legge: un edificio ottiene il massimo punteggio se emette meno del 25% del valore consentito, zero punti se rispetta il limite e un punteggio intermedio negli altri casi. In questo modo i punteggi attribuiti per i KPI sono comparabili anche a livello transnazionale. In Figura 1 è illustrata la struttura dell’approccio promosso da CESBA, che prevede al centro gli indicatori chiave prestazionali, nella parte intermedia le azioni di supporto alla progettazione, training e certificazione e sul lato più esterno le fasi del ciclo di vita dell’edificio su cui intervenire. L’altra strategia per favorire la diffusione dei protocolli proposta nell’ambito di CESBA è la definizione di nove principi condivisi su cui basare i sistemi di certificazione. Questi principi rappresentano un approccio utile per valutare strumenti già esistenti, per adottarne di nuovi, o come supporto nel processo di armonizzazione: 1. L‘utente prima di tutto. Lo scopo di CESBA è progettare e realizzare edifici in grado di soddisfare le esigenze dell’utente, per questo motivo, i sistemi di valutazione coerenti con questo principio considerano la qualità dell’ambiente interno e la qualità del servizio fornito dall’edificio. 2. Sostenibilità. I sistemi di certificazione dovrebbero comprendere tutti gli aspetti della sostenibilità: ecologica, economica, e sociale; questi ultimi due aspetti, spesso considerati secondari, sono cruciali per una diffusione capillare della sostenibilità dell’ambiente costruito. 3. Contestualizzazione regionale. Possibilità di contestualizzare i sistemi di valutazione nella regione in cui vengono applicati per tenere conto delle specificità locali come le pratiche costruttive, le condizioni climatiche e l‘impianto legislativo. 4. Comparabilità. Le prestazioni degli edifici valutate con strumenti armonizzati da CESBA sono confrontabili a livello transnazionale grazie ai KPI e al concetto di firma dell’edificio. 5. Approccio di massa. L‘obiettivo è di raggiungere il 100% delle costruzioni: per questo motivo deve essere ampiamente adottata dai portatori d’interesse nel settore edilizio. 6. Semplicità d’uso. La semplicità aiuta la diffusione dei sistemi di certificazione: la sfida è trovare il giusto equilibrio tra la semplicità e la validità tecnico-scientifica. Lo sviluppo e la scelta dei KPI riflette questo principio. 7. Open source. L‘approccio open source di CESBA prevede che i servizi siano accessibili a tutti con uno sforzo economico minimo o assente. La piattaforma open source transnazionale CESBA Wiki garantisce lo scambio di conoscenza e la collaborazione senza costi di utilizzo. 8. Collaborazione. CESBA è nata dalla collaborazione di molte persone provenienti da diverse parti d‘Europa, che hanno sviluppato in maniera congiunta CESBA Wiki, gli strumenti e i servizi e ne pianificano gli sviluppi futuri. 9. Trasparenza. La trasparenza è assicurata da linee guida comuni e un controllo indipendente esterno, garantendo la massima qualità possibile dei sistemi di valutazione armonizzati con CESBA. Questo elemento è di fondamentale importanza nei processi pubblici, e conferisce credibilità e valore ai sistemi adottati dalle amministrazioni per valutare la sostenibilità dell’ambiente costruito nel proprio territorio. Uno strumento che segue i nove principi è potenzialmente applicabile in maniera diffusa sul territorio. Analisi di Synergy Grid L’obiettivo di questa azione è di definire una metodologia per la valutazione dell’efficacia delle Synergy Grid e di applicarla a una serie di casi studio per valutare le potenziali sinergie che si possono costituire all’interno di un gruppo di edifici esistenti. Il concetto di Synergy Grid è stato introdotto da Larsson Nils1 e rappresenta un approccio alla progettazione che permette di implementare delle strategie congiunte per un gruppo costituito da due o più edifici in tema di sostenibilità ambientale, comprendendo aspetti ti tipo: economico; ambientale; sociale. L’idea di base è che un edificio potrebbe non raggiungere un certo target (energetico o ambientale) se considerato singolarmente, ma se inserito all’interno di una rete di edifici, l’intero gruppo (il cosiddetto cluster) può raggiungere livelli di efficienza più elevati come indicato nello schema in Figura. 1 Nils Larsson, Serge Salat, Loeiz Bourdic, Frank Hovorka. Synergy Zones for provision of technical services to small urban areas. s.l.iiSBE, 2012. Formattato: Inglese (Stati Uniti) Figura 6. L’approccio delle synergy grid Per valutare le potenziali sinergie che si possono avere all’interno di un gruppo di edifici, nell’ambito del progetto CABEE è stato messo a punto un sistema di valutazione della sostenibilità ambientale che riporta una serie di indicatori pensati alla scala di vicinato o quartiere, il CABEE Cluster Tool. Questo protocollo, utile anche in fase di progettazione per supportare lo sviluppo di Synergy Grid, è costituito da 40 indicatori che comprendono 5 aree tematiche: Qualità del processo Qualità ambientale Qualità sociale Aspetti economici Efficienza energetica Ciascun indicatore presenta un punteggio minimo, rappresentato dallo standard previsto dalla legge e da un punteggio massimo, corrispondente alla prestazione che si avrebbe installando la migliore tecnologia esistente sul mercato. Per maggiori informazioni sul CABEE Cluster Tool si rimanda al documento completo, scaricabile dal sito http://wiki.cesba.eu/wiki/Main_Page. Codice campo modificato Per quanto riguarda il caso studio, a Bolzano è stato analizzato un castello del quartiere Casanova (EA2), costituito da quattro edifici con 136 appartamenti e circa 425 abitanti. Figura7. n Castello EA2 quartiere Casanova Gli edifici, progettati secondo elevati standard di prestazione energetica, sono allacciati alla rete di teleriscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria è supportata da un impianto solare termico pari a circa 100 m2 di collettori solari installati in copertura, su cui è stato anche realizzato un impianto fotovoltaico (270 m2 di pannelli in silicio multicristallino). A partire dall’analisi delle caratteristiche di base, sono state ipotizzate tre possibili azioni che, se applicate a tutti gli edifici nel cluster, costituiscono le potenziali sinergie tra gli edifici: recupero delle acque meteoriche e sistema di accumulo per irrigazione; potenziamento impianto fotovoltaico con gestione intelligente dei carichi; potenziamento dell’impianto solare termico con ottimizzazione del sistema di accumulo.