La cantata di Bach "Ich freue mich in dir" BWV 133, eseguita per la

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mantenendo il classico ritmo in 6/8, ma muovendo
la melodia tra le voci superiori in un contrappunto
con il contralto che non teme le dissonanze, pur
rimanendo sempre ancorato all'impianto tonale.
Johann Sebastian Bach (1685­1750), universalmente conosciuto come uno dei più grandi geni della storia della musica, discende da una famiglia di musicisti che, oltre la passione per la musica, gli ha trasmesso un fervido sentimento religioso luterano: nelle sue opere, non v’è traccia, infatti, di alcun riferimento in qualche modo contraddittorio con la sua fede.
La Cantata BWV142 Uns ist ein Kind geboren, composta forse nel 1720, pur trovandosi nel catalogo delle opere di Bach, è molto probabilmente spuria e viene attribuita al suo predecessore come
Kantor presso la Thomaskirche di Lipsia, Johann Kuhnau. Consta di otto brani piuttosto brevi, di grande semplicità e bellezza. All'inizio risuona una introduzione solo strumentale chiamata Concerto, mentre il Coro iniziale sul detto del profeta Isaia “Puer natus est nobis, et fílius datus est nobis” (“Uns ist ein Kind geboren”) è una doppia fuga a 4 voci, alle quali si aggiunge una quinta voce del violino, mentre flauti e oboi si aggiungono soltanto alla fine. Segue una serie di interventi solistici e corali che sfociano in uno sfavillante Alleluja finale sulla melodia del corale Wir Christenleut. (Vincenzo Piani)
L’Orchestra e il Coro dell’Università sono complessi musicali attivi ormai da oltre 30 anni con lo scopo di offrire agli studenti ed al personale docente e non docente la possibilità di iniziare o continuare a coltivare la passione per la musica vocale e strumentale e di partecipare a concerti e registrazioni discografiche di alto livello artistico in Italia e all’estero.
Il repertorio di questi complessi varia annualmente e spazia dalla musica medievale e rinascimentale a quella contemporanea e d’avanguardia. Nella loro pluriennale attività essi hanno tenuto numerosissimi concerti in Italia e all’estero, hanno inciso un disco di polifonia rinascimentale veneta e quattro CD sinfonico­
corali assieme alla Camerata Vocalis della Università di Tübingen e all’Orchestra della radio tedesca sudoccidentale (Südwestfdunk) di Baden­Baden.
Oltre alle normali prove musicali, che già di per sé costituiscono un cospicuo impiego di energie ed all’attività concertistica dei gruppi, non è da sottovalutare l’impegno nella organizzazione di concerti per gruppi universitari italiani e stranieri (Festival "Università in musica").
Attualmente si avvale anche della collaborazione di strumentisti che studiano nei Licei veneziani.
ASSOCIAZIONE MUSICALE
DELL’UNIVERSITA’ CA’FOSCARI
PARROCCHIA DI SAN CASSIANO E CECILIA
Università in Musica 2012
CONCERTO
di
NATALE
CORO E ORCHESTRA
DELL’UNIVERSITA’ CA’FOSCARI
Chiesa di San Cassiano
VENEZIA
Martedì 18 dicembre 2012
ore 20.30
PROGRAMMA
GIUSEPPE TORELLI (1658-1709)
Concerto grosso op. 8 n. 6 “con
pastorale per il santissimo
Natale”
Paola Fasolo, Gianluca Dal Lago, violini
Elena Berti, violoncello
Martino Piani, cembalo
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OTTORINO RESPIGHI (1879-1936)
L'Adorazione dei Magi
da «Trittico botticelliano», op.
P151, per piccola orchestra
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ZOLTÁN KODÁLY (1882-1967)
Veni, Veni, Emmanuel
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BRUNO PASUT (1914-2006)
Tu scendi dalle stelle, op. 65
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JOHANN SEBASTIAN BACH
(1685-1750)
«Uns ist ein Kind geboren»
Cantata per soli, coro e orchestra BWV142
per il giorno di Natale
Julia Nasi, soprano
Alvise Minghetti, tenore
Benjamin Wäntig, basso
Paola Fasolo, Olivera Polič, violino
Elena Berti, violoncello
Piero Gianolli, contrabbasso
Daniela Berti, Davide Mariotto, flauto
Giorgia Signoretto, Luigi Pradelle, oboe
ORCHESTRA E CORO
DELL’UNIVERSITA’ CA’FOSCARI
Dir. Vincenzo Piani
Il concerto grosso è una tipica forma musicale del barocco italiano ed europeo. Si basa fondamentalmente sul dialogo tra gli strumenti solistici, di solito due violini e violoncello chiamati anche "concertino", e l'orchestra. L'utilizzo di questa formazione ha lo scopo non solo di mettere in risalto le qualità virtuosistiche dei solisti, ma anche di creare nuove possibilità espressive attraverso l'utilizzo improvviso di masse sonore in funzione di ripieno che contrastano con la delicatezza del concertino.
Di poco più giovane di Arcangelo Corelli, Giuseppe Torelli ha avuto una parte di rilievo nello sviluppo del concerto grosso. Nato a Verona nel 1658,fu attivo dapprima a Bologna come violinista e suonatore di viola tenore, poi alla corte del Margravio di Brandeburgo­
Ansbach, quindi a Vienna. Ritornò a Bologna nel 1701 come violinista in San Petronio e qui si spense nel 1709. E' rimasto famoso per aver composto numerosi concerti per una, due o quattro trombe e orchestra, ma anche per aver ideato il concerto per violino solista e orchestra, apportando una notevole innovazione alla forma del concerto grosso. Il concerto che ascoltiamo richiama una atmosfera popolaresca natalizia, con lunghi pedali nei bassi tipici degli zampognari.
Ottorino Respighi fu compositore tra i massimi
del '900 italiano, docente di composizione al
Conservatorio di Santa Cecilia a Roma. Durante
una permanenza a San Pietroburgo fu attratto
dalla forma del poema sinfonico, che all'epoca
vedeva in Rimskij-Korsakov il suo principale
rappresentante. A questo genere appartengono le
sue più note composizioni, soprattutto "Le
fontane di Roma" (1916), "I pini di Roma"
(1924) e "Feste romane" (1928) ed anche brani
di dimensioni più contenute, sempre di carattere
descrittivo, come questa Adorazione dei Magi,
che fa parte dei Trittico botticelliano (1927) e
che prende lo spunto dal famosissimo dipinto del
grande pittore. Del dipinto Respighi riesce a
restituire il movimento attraverso continui cambi
di tempo e di ritmo e passaggi dalla modalità alla
tonalità e viceversa. Il cromatismo botticelliano
viene poi reso molto bene attraverso il colore
orchestrale, cioè l'utilizzo di molti strumenti:
flauto, oboe, clarinetto, fagotto, corno, triangolo,
celesta, arpa, pianoforte, violini, viola,
violoncello e contrabbasso. Il brano è costruito
fondamentalmente su due temi di carattere
diverso: il Veni Emmanuel gregoriano e il più
popolare Tu scendi dalle stelle.
Del Veni Emmanuel ascoltiamo la versione
corale del compositore ungherese Zoltàn
Kodály. E’ una rielaborazione di un canto
dell’avvento (questo è il significato del titolo in
ungherese Adventi Ének) tratto da un messale
francese del secolo XVIII, ma in realtà risalente
al medioevo. In esso Kodály riprende l’antica
pratica del contrappunto su cantus firmus,
proposto di volta in volta dalle diverse voci, con
effetti assolutamente originali.
Di Tu scendi dalle stelle viene eseguita la
rielaborazione corale con accompagnamento
organistico di Bruno Pasut, compositore veneto,
nato a Spresiano nel 1914. Organista e Direttore
d'orchestra, già Docente di Musica corale e
Direzione di coro presso il Conservatorio B.
Marcello di Venezia, fu compositore prolifico di
musica organistica, orchestrale, da camera,
vocale e strumentale. In questo brano per voci
femminili Pasut rielabora in forma originale il
famoso canto di Sant'Alfonso Maria de' Liguori,
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