Le zecche e loro importanza nella trasmissione
delle malattie infettive
Dott. Josef Simeoni, Primario Servizio Igiene e Sanità Pubblica, Azienda Sanitaria di
Bolzano.
Introduzione.
Le zecche sono parassiti ematofagi diffusi in tutto il mondo. Hanno acquisito una ambigua
celebrità come veicolo di trasmissione di malattia all’uomo e agli animali. Se una zecca è
infettata con agenti patogeni, una puntura di zecca, di per sé innocua, può rappresentare un
pericolo per l’uomo. Dal 50 all’80 % delle punture di zecca passano inosservate, perché la
saliva delle zecche contiene una sostanza anestetica.
Nell’Europa centrale due malattie trasmesse dalle zecche rivestono una particolare
importanza: la Borelliosi, causata da batteri e la meningoencefalite che compare all’inizio
dell’estate (FSME: Fruehsommer-Meningoenzephalitis). Contro la meningoencefalite è
disponibile da oltre 30 anni un vaccino.
1. I più frequenti errori sulle zecche
Persistono molte idee sbagliate circa le zecche e le malattie da loro trasmesse.
1. errore: Le zecche cascano dagli alberi. Le zecche non cascano dagli alberi. Esse si
trovano nell’erba, nel sottobosco e nei cespugli ed attendono gli esseri a sangue caldo, cui si
attaccano mentre passano.
2. errore. Sono colpiti soprattutto cacciatori e boscaioli. Il 90% dei casi di
meningoencefalite colpisce persone durante il tempo libero (giardinaggio, campeggio,
escursioni ecc.)
3. errore. La malattia colpisce solo all’inizio dell’estate. La meningoencefalite (FMSE)
colpisce prevalentemente all’inizio dell’estate, però ci sono malattie già in primavera fino
all’autunno inoltrato.
4. errore: Da noi non vi sarebbe alcun rischio. In tutta la Germania le zecche possono
trasmettere la malattia di Lyme (contro la quale non è possibile una vaccinazione). Nella
Germania meridionale sono stati osservati casi di meningoencefalite. Il pericolo di infezione
dipende non soltanto dal luogo di residenza, ma anche dalla mobilità delle persone e dal loro
comportamento nel tempo libero.
5. errore. Mi posso proteggere con un adeguato equipaggiamento. In linea di principio
stivali di gomma e pantaloni lunghi proteggono dalle zecche, ma l’abbigliamento non dà
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una garanzia assoluta. Le zecche possono girovagare a lungo e cercare un posto adatto per
pungere.
6. errore. Un tempestivo allontanamento delle zecche è sufficiente. Il virus della
meningoencefalite può essere trasmesso immediatamente dopo la puntura. Circa gli agenti
della Borrelliosi si presuppone che la trasmissione avvenga dopo una prolungata suzione.
Peraltro anche qui vi sono delle dimostrazioni di infezione dopo un tempo breve.
Presumibilmente qui entra in gioco anche la tecnica dell’allontanamento delle zecche.
2. La biologia delle zecche.
Le zecche appartengono ai ragni. Nel mondo se ne conoscono 800 specie. In Europa è
particolarmente diffusa la famiglia delle zecche munite di corazza. Fra di loro gioca un
ruolo particolare Ixodes ricinus. Essa possiede un apparato buccale idoneo a pungere e
succhiare, per cui la perforazione della pelle dell’ospite viene designata come puntura e non
come morso.
Tale zecca deve il suo nome scientifico “ricinus“ alla sua somiglianza con i semi del ricino.
Il corpo è in varia misura coperto di peli e munito di verrucosità e anelli. Nella femmina
esso è fortemente estensibile ed assume dopo il pasto di sangue un colorito grigio chiaro. La
femmina può assumere sangue nella misura da 100 a 200 volte il proprio peso, per cui il
volume aumenta anche di 120 volte. Per orientarsi ai fini della suzione si serve dell’organo
di Haller, situato nell’ultimo segmento del primo paio di zampe. Con l’aiuto di questo e di
altri organi di senso la zecca può reagire a stimoli termici, chimici e fisici (per esempio
scuotimenti o modificazioni di temperatura evocate di un animale ospite che passi nei
pressi. Probabilmente hanno importanza anche l’emissione di CO2 ed acido butirrico da
parte dell’ospite. Lo sviluppo della zecca inizia quando da una delle numerose uova deposte
dalla femmina fuoriesce la larva. Le larve, che misurano a malapena mezzo millimetro si
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riconoscono con difficoltà ad occhio nudo. Per succhiare il sangue prediligono piccoli
mammiferi come i topi o il riccio. Dopo questo primo pasto di sangue, le larve abbandonano
il loro ospite e mutano dopo un periodo di maturazione di alcune settimane nelle cosiddette
Ninfe.
Larva
Ninfa
Maschio adulto
Femmina adulta
Le ninfe asessuate trascorrono al pari delle larve un primo periodo vivendo all’aperto, prima
di cercarsi una vittima per il prossimo pasto. In generale le zecche trascorrono all’aperto la
maggior parte del tempo, nel terreno, nel sottobosco, nei cespugli o nell’erba.
In seguito le ninfe si sviluppano nelle zecche sessualmente mature. Sia i maschi che le
femmine succhiano nuovamente nel loro stadio adulto il sangue. Peraltro le femmine
succhiano una quantità assai maggiore, in quando hanno bisogno del sangue dell’ospite per
generare fino a 3000 uova. Una zecca femmina ben pasciuta pesa alla fine 200 volte
rispetto ad una digiuna. Per assumere tanto sangue, impiegano a notevole quantità di tempo.
Una zecca femmina può impiegare fino a 10 giorni, prima di abbandonare spontaneamente
il proprio ospite. Complessivamente il ciclo dura da 2 a 4 anni. Delle uova deposte, da 500 a
5.000, solo l’1% raggiunge lo stadio adulto.
3. L’Habitat.
Le colonie naturali si riscontrano soprattutto nei biotopi, che forniscono le condizioni
ottimali per la vita delle zecche e dei loro ospiti. Le zecche prediligono i margini dei boschi,
con i prati confinanti, le radure, spiazzi erbosi lungo torrenti o fiumi, riserve con sottobosco
e siepi, tratti di passaggio di boschi a latifoglie e boschi a aghifoglie o di piante ad alto fusto
e piante a basso fusto. Sono anche interessati boschi di querce e carpino o boschi di faggi
ed abeti con un manto erboso ben sviluppato (ad esempio felci) ed arbusti di sambuco,
nocciolo e more. Le zecche si trovano nei caldi pendii esposti a sud con bassi cespugli e
siepi. Ma esse vivono soprattutto nell’erba, sui cespugli, nelle radure boschive e persino
nelle aree coltivate delle nostre città (parchi, giardini ecc.). Queste zone attraggono molte
persone in cerca di svago, in particolare quando cono disponibili panche, percorsi ginnici e
aree da picnic, cosicché qui occorre tener conto di un rischio maggiorato. Con la riduzione
dei biotopi per piccoli animali nei restanti territori non coltivati la circolazione del virus
della meningoencefalite viene incrementata, poiché la maggiore densità degli ospiti
comporta un maggior rischio di trasmissione
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Al contrario dell’opinione largamente diffusa, le zecche non risiedono sugli alberi, per
precipitare da lì sui loro ospiti, bensì si trovano nella vegetazione vicina al terreno. Le
larve stanno di solito su erbe alte al massimo 30 cm, le ninfe su erbacee di altezza inferiore
al m e le forme adulte su erbacee e cespugli alti al massimo 1,5 m. Le zecche si insediano
per lo più sulla faccia inferiore della parte terminale della foglia ed all’estremità di rami in
vicinanza di sentieri o di percorsi degli animali. Da qui si lasciano cadere sull’ospite o
vengono da questi raccolte nel loro cammino. Gli uomini, ma anche animali domestici
come cani e gatti, prelevano le zecche per esempio dall’erba e possono portarle in casa o nel
proprio giardino.
Nell’uomo adulto la stragrande maggioranza delle punture di zecca viene osservata alle
gambe, nel sedere o nella regione genitale. Nei bambini circa il 75% delle punture avviene
sul capo, il restante si divide fra gambe e braccia, tronco, sedere e regione genitale. Le
ragioni di ciò sono chiare: i bambini sono più vicini alla vegetazione e tramite i loro giochi
hanno un maggior contatto col terreno rispetto agli adulti.
Il virus della meningoencefalite è diffuso su tutto il continente europeo ed asiatico.
Nell’Europa centrale ed particolarmente in Austria la malattia è un problema di igiene
pubblica da non sottovalutare. Non si può escludere che in aree dove finora non è stato
riscontrato alcun caso di meningoencefalite FSME, possa verificarsi una tale infezione con
conseguente malattia Negli ultimi anni sono stati riferiti con sempre maggior frequenza
simili casi . Molte persone al giorno d’oggi trascorrono il loro tempo libero in aree verdi,
non solo durante le ferie estive, ma anche nel fine settimana. Proprio nel passeggiare nella
natura, ma anche nei parchi o nel nostro giardino risiede per noi tutti il pericolo di essere
punti da una zecca. Attività legate al tempo libero sono oggi di gran lunga la causa più
frequente della meningoencefalite FMSE.
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4. L’attività delle zecche
Ixodes ricinus sverna in tutti gli stadi di sviluppo sotto i detriti di foglie in zone con
temperature fino a 0°C (e per breve tempo anche sotto) ed una umidità relativa del 92% .
Uova e Larve a digiuno muoiono sotto i -7°C. L’attività delle zecche viene risvegliata da
una risalita della temperatura corporea da 5 fino a 7°C (Mesi di marzo e aprile) e termina in
autunno, quando la temperatura media dell’aria scende allo stesso valore (mesi di ottobre e
novembre). Estati umide e inverni miti incrementano il numero delle zecche.
Fig. 4. Dinamica stagionale di Ixodes ricinus in un focolaio naturale di meningoencefalite
7. Malattie
La Borreliosi e la meningoencefalite FSME sono le malattie più conosciute e in Europa le
malattie più diffuse trasmesse da zecche. Le zecche peraltro possono ospitare i più disparati
agenti patogeni e di conseguenza risulta grande il numero di malattie da loro trasmesse. Un
esempio, cui negli ultimi tempi si è prestata maggior attenzione, è la Ehrlichiosi. Questa
viene causata da batteri, soprannominati Ehrlichie, che possono essere trasmesse da diverse
specie di zecche, per esempio dalla Amblyomma americanum, una zecca che si riscontra
soprattutto nelle zone meridionali degli USA. Per lo più la Ehrlichiosi decorre asintomatica.
Però possono comparire febbre, dolori di testa, alla schiena o muscolari, nausea o
complicazioni per infezioni sovrapposte. Si conoscono casi di Ehrlichiosi anche in Europa.
Diverse malattie esantematiche vengono parimenti trasmesse da zecche, in Europa
specialmente nell’area mediterranea. La febbre esantematica mediterranea si manifesta con
febbre elevata ed un tipico esantema. Anche la cosiddetta Babesionsi viene osservata
principalmente nell’area mediterranea. Tuttavia questa malattia trasmessa da zecche è molto
rare.
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7.1 La meningoencefalite di inizio estate (FSME)
La meningoencefalite di inizio estate (acronimo FSME: Frühsommer-Meningoenzephalitis)
è una malattia virale del sistema nervoso centrale. L’agente patogeno, il virus della FSME,
viene trasmesso all’uomo soprattutto dalle zecche. Si conoscono però alcuni rari casi in cui
la malattia è stata trasmesso attraverso il latte di mucche o capre infette. Per molto tempo si
è ritenuto che determinate categorie di lavoratori come forestali, cacciatori, boscaioli e
agricoltori fossero particolarmente minacciati di ammalare di meningoencefalite, poiché essi
venivano punti con particolare frequenza dalle zecche. Nel frattempo il maggior numero di
persone esposte professionalmente sono state vaccinate contro il virus della
meningoencefalite. Sicchè oggi nei distretti ad alta endemia circa il 90% di tutti i pazienti
contraggono l’infezione durante il tempo libero.
Quadro clinico.
La meningoencefalite FSME è caratterizzata nei casi tipi da un andamento bifasico. Inizia
con febbre, dolori di testa ed articolari simili ad una forma influenzale. Talora la malattia
viene superata in questo stadio. Nel 10% dei casi tuttavia il virus colpisce il sistema
nervoso centrale. La forma più lieve è la meningite, che si manifesta con febbre elevata,
forti dolori di testa e rigidità nucale. Circa il 10% dei pazienti soffre di postumi: si tratta
principalmente di disturbi della concentrazione, cefalea e turbe psichiche, raramente di
paralisi. Circa l’1% dei pazienti nei quali è compromesso il sistema nervoso centrale
muoiono. I bambini ammalano raramente di meningoencefalite e rispetto all’adulto la
malattia decorre in forma più lieve e guarisce quasi sempre senza postumi. I malati non
sono contagiosi poiché una trasmissione da uomo a uomo non è possibile.
Presenza di casi.
Germania: Bosco della Baviera, Foresta Nera, zona del Lago di Costanza, Odenwald.
Austra:Salisburgo, Carinzia, Stiria, Bosco viennese, Austria superiore, alcune zone del
Tirolo.
Svizzera: Dintorni di Berna e Zurigo, zone di confine con il Lichtenstein
Svezia: aree meridionali
Italia: Friuli, Belluno, Trentino, Vicenza, Alto Adige (1 caso nel 2000 e un altro nel 2004,
entrambi nell’Oltradige)
Europa Orientale: Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia, Ungheria, Estonia, Lettonia,
Lituania, Siberia Orientale.
Le zone ad alto rischio tuttavia cambiano continuamente.
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Fig. 12. Tipico decorso febbrile di una meningoencefalite FMSE dopo infezione contratta in
laboratorio.
Trasmissione della meningoencefalite FSME
Tale forma di meningoencefalite viene trasmessa all’uomo principalmente attraverso le
punture di zecca.
Le zecche sono attive nei giorni caldi di primavera ed estate a partire da temperature di 10
gradi. Non tutte le punture sono infettanti. Nei distretti a rischio le zecche infettate con il
virus ammontano allo 0,2 fino al 5% di tutte le zecche..
Terapia
La meningoencefalite richiede un ricovero ospedaliero urgente. Dopo che la malattia si è
manifestata, il trattamento è molto difficile. Non vi è alcuna terapia specifica. Importanti
sono quindi le misure preventive contro i morsi e ancora meglio la vaccinazione. La terapia
si limita a misure sintomatiche ed assistenziali, come ad esempio riposo a letto, analgesici,
tranquillanti e miorilassanti. Pazienti con una infezione del sistema nervoso necessitano di
sorveglianza continua per poter intervenire immediatamente in caso di complicazioni, come
ad esempio convulsioni.
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Le Misure preventive.
Il rimedio preventivo più sicuro è la immunizzazione attiva durante l’inverno in modo da
assicurare la protezione vaccinale già in primavera agli inizi dell’attività stagionale delle
zecche.
Protezione dalle punture: abiti chiari e con chiusure a tenuta. L’azione di mezzi protettivi
contro le zecche è di efficacia limitata. Dopo un soggiorno all’aperto occorrerebbe
controllare abiti e corpo circa la presenza di zecche.
Attenzione: i virus si trovano nelle ghiandole salivari delle zecche e vengono trasmessi
subito nella ferita. L’allontanamento precoce delle zecche non protegge dalla trasmissione.
Vi è anche una immunizzazione passiva contro tali virus, che può proteggere anche dopo la
puntura. Essa deve essere praticata al più presto possibile, al più tardi entro quattro giorni
dopo la puntura. Tuttavia nel frattempo è cessata la produzione di tali immunoglobuline.
Dopo il superamento di una meningoencefalite l’immunità dura presumibilmente tutta la
vita.
7.2 La Borreliosi di Lyme
L’agente patogeno
Si tratta di una spirocheta, che nel 1981
Burgdorfer.
ricevette il nome del suo scopritore Willy
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La Borreliosi di Lyme è la più frequente malattia infettiva trasmessa da vettori nell’Europa
Centrale
La malattia è diffusa in ampie zone d’Europa, in Asia e nell’America del Nord. In Italia la
malattia compare soprattutto nel nord del paese, in Alto Adige l’infezione è endemica.
Casi di malattia in Alto Adige
1994
1995
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
1 Caso
1 Caso
12 Casi
5 Casi
10 Casi
8 Casi
1 Caso
16 Casi
16 Casi
5 Casi
I luoghi dove compare più frequentemente:
Bolzano e dintorni, Bassa atesina, valle dell’Adige, meno in Val Venosta, in Val d’Isarco in
totale 2 casi, 1 caso in Pusteria.
Il quadro clinico
La malattia inizia per lo più 2-4 settimane dopo il morso della zecca con una macchia rosse
nella zona della puntura che si espande in maniera circolare. Questa manifestazione cutanea
guarisce con adeguato trattamento in circa un mese. Se la malattia non viene diagnosticata e
non trattata, dopo settimane o mesi possono comparire infiammazioni delle articolazioni,
dei muscoli o del sistema nervoso centrale.
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8. Come si prevengono le punture di zecca?
Non vi è una specifica protezione contro le punture di zecca. E’ consigliabile evitare
nell’habitat delle zecche il sottobosco, specie quando l’erba è alta. E’ altrettanto
consigliabile non abbandonare i sentieri. Abiti lunghi forniscono una relativa protezione
contro le punture di zecca: pantaloni lunghi, camice con maniche lunghe, scarpe chiuse o
stivali. L’abbigliamento dovrebbe essere di color chiaro in modo da svelare eventuali
zecche. E’ importante che dopo una passeggiata nei boschi l’intero copro venga esaminato
accuratamente alla ricerca di zecche, giacchè esse non pungono immediatamente. Anche gli
abiti dovrebbero essere scossi vigorosamente e gli animali domestici che hanno
accompagnato nella gita dovrebbero essere ispezionati per le zecche
9. Animali ospiti
La zecca punge oltre 100 specie diverse di mammiferi, rettili e uccelli. Per gli Arbovirus ed
anche per la meningoencefalite FMSE vale la regola che il virus deve indurre nell’ospite
una viremia con un titolo virale sufficientemente elevato, affinchè il vettore ematofago, cioè
la zecca, possa infettarsi. Per la maggior parte degli ospiti il virus della meningoencefalite
non è patogeno ed essi ammalano in via eccezionale. Un ospite infettato forma anticorpi
specifici contro il virus e rimane per tutta la vita immune nei confronti di una nuova
infezione. Poiché in queste circostanze una persistenza del virus in natura verrebbe a
cessare, devono verificarsi le seguenti condizioni atte a mantenere un focolaio di infezione:
presenza di ospiti con una viremia di durata sufficientemente lunga ed alto titolo virale, un
numero sufficiente di ospiti giovani, una presenza di diverse specie animali, la presenza di
ospiti di dimensioni maggiori con molteplici infestazioni da zecche.
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.
Durata della viremia negli animali ospiti.
Una fase viremica di lunga durata(2-8 giorni) con alti titoli si osserva soprattutto in piccoli
mammiferi, specie topi. Qui le zecche possono infettarsi facilmente. Il virus della
meningoencefalite può svernare, per cui la durata della viremia dipende fortemente dalla
temperatura corporea e ambientale. Ad esempio nel periodo più freddo dell’anno essa viene
prolungata nell’istrice dai 3-6 giorni abituali a 8-14. Nei grandi mammiferi (capriolo, capre)
si verifica una viremia di breve durata con bassi titoli. Recenti ricerche hanno dimostrato
tuttavia che in presenza di infestazioni molteplici di grossi mammiferi è possibile una
trasmissione non viremica del virus alle zecche. Capre, mucche e pecore producono durante
la viremia latte infetto e così rappresentare una fonte di infezione per l’uomo.
Gli uccelli hanno una fase viremica molto corta e di conseguenza non rivestono alcun ruolo
come serbatoi del virus della meningoencefalite. Tuttavia fungono relativamente spesso
come ospiti per i primi stadi di Ixodes Ricinus e possono così contribuire ad una ampia
diffusione di zecche infette.
Ospiti giovani.
I piccoli mammiferi hanno tassi di riproduzione elevati con rapidi cambi generazionali, così
da garantire le crescita costante di giovani individui non immuni. Inoltre questi ospiti hanno
una durata di vita inferiore a quella di Ixodes ricinus.
Le diverse forme di ospiti.
In media in primavera da 20 a 50 larve parassitano varie specie di topi, dei quali i maschi a
causa della loro maggiore mobilità sono maggiormente interessati. I primi stadi di Ixodes
ricinus, particolarmente le larve assaltano preferibilmente piccoli mammiferi, mentre il
maggior numero di ninfe e insetti adulti parassitano mammiferi di maggiori dimensioni.
Ospiti di maggiori dimensioni.
Animali di dimensioni maggiori vengono assaliti da più zecche contemporaneamente. Di
conseguenza il numero delle zecche che si infettano durante la fase viremica, ma anche non
viremica (vedi sopra) relativamente alto. A causa del loro maggior raggio d’azione
contribuiscono ad una maggior diffusione del virus della meningoencefalite. Perlomeno
rappresentano importanti fattori per il ciclo riproduttivo e la densità della popolazione delle
zecche stesse. L’uomo non riveste alcun ruolo significativo sia come fonte nutritiva che
infettiva delle zecche. Con lui finisce la catena dell’infezione.
9. Come mi proteggo adeguatamente?
Abiti chiusi offrono una certa protezione dalle punture di zecca. Si raccomanda di portare
scarpe chiuse e di coprire le gambe con abiti aderenti. Poiché le zecche si trovano
soprattutto nel sottobosco e stanno sull’erba è utile di portare le calze sopra i pantaloni.
Anche spray o polveri repellenti non sono alla lunga affidabili. Non è scientificamente
dimostrato che l’essenza di limone possa allontanare le zecche. L’uso di un cappello non è
di aiuto, le zecche risiedono a 50-150 cm di altezza. Tova però una ragione nei bambini
l’uso di un berretto protettivo. L’uso di abiti lunghi non da alcuna garanzia di non essere
punti dalle zecche. Le zecche possono girovagare a lungo prima di trovare una fessura negli
abiti e raggiungere la pelle. Erbe alte, cespugli e sottobosco sono da evitare nei limiti del
possibile. Dopo aver soggiornato nell’habitat delle zecche, come già detto, si dovrebbero
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ricercare accuratamente le zecche. Esse non pungono subito, ma vanno alla ricerca di una
zona del corpo adatta, con pelle morbida e calda.
L’essere punto spesso dalle zecche non significa essere immune verso le malattie. Una
puntura di zecca è come una roulette russa. Non si è mai sicuri se si è stati punti da una
zecca “sana” o da una zecca infettata da un virus. Le statistiche della meningoencefalite
confermano questo errore: attualmente si verificano rari casi di meningoencefalite nelle
generazioni giovani, ma maggior parte colpisce le classi di età più elevate.
Naturalmente un puntura può portare ad una infezione subclinica e di conseguenza alla
protezione verso una ulteriore malattia. Una dimostrazione di tale evenienza è possibile
mediante la titolazione degli anticorpi nel sangue.
10. Come allontanare una zecca?
Mentre i virus della meningoencefalite risiedono nelle ghiandole salivari, le borrellie si
trovano in primo luogo nell’intestino. Da ciò consegue che che i virus sono trasmessi
direttamente con la puntura alla vittima. Le Borrellie invece raggiungono l’ospite in un
secondo momento durante la suzione. Per impedire una borrelliosi è quindi importante
allontanare la zecca al più presto. Le zecche devono essere allontanate precocemente,
perché il pericolo di infezione sale con la durata della suzione. Una trasmissione del virus
non può essere impedita con il rapido allontanamento di una zecca che ha già punto. In
talune circostanze non può neppure essere impedita la trasmissione delle Borrellie. Per
quanto riguarda l’allontanamento delle zecche, ognuno ha i suoi trucchi segreti. Essi vanno
dalla bruciatura della zecca fino all’annegamento con olio. Ma queste procedure sono più di
danno che di vantaggio. E’ possibile che la zecca nella sua lotta contro la morte istilli gli
agenti nella ferita. Anche schiacciare la zecca mentre la si allontana può essere dannoso. Si
dovrebbe invece allontanare la zecca con accuratezza mediante una piccola pinzetta. Ci si
pone sopra la pelle e si tira o si fa leva con una costante trazione (non ruotare!). Se
rimangono parti dell’apparato buccale, ciò non rappresenta un pericolo e può portare al
massimo ad una reazione da corpo estraneo. Se non si è sicuri di poter allontanare la zecca
in modo appropriato, ci si deve rivolgere ad un medico.
(trad. F.Tomazzoni)
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