“Guernica” copiata da un film del 1932

Un convegno celebra Rousseau a 300 anni dalla nascita
Morto Curtoni, grande della fantascienza italiana
Domani, a 300 anni dalla nascita di Jean-Jacques Rousseau e a 250 dalla pubblicazione del Contratto
sociale, la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma organizza il convegno “La sovversione dei
soggetti”, per celebrare il filosofo francese. Nel corso del dibattito verranno analizzati i molteplici
significati storico-giuridici della parola “soggetto” nelle opere rousseauiane.
Lo scrittore di fantascienza Vittorio Curtoni, direttore delle riviste Galassia e Robot, è morto a
Piacenza a 62 anni. Romanziere (Dove stiamo volando, Ciao Futuro) curatore di antologie (La
sindrome lunare) e traduttore, in particolare per Mondadori, di Philip K. Dick, Joe R. Lansdale e
Joyce Carol Oates, collaborava al quotidiano Libertà.
La scoperta di José Luis Alcaine
“Guernica” copiata da un film del 1932
Il dipinto di Picasso, simbolo della guerra di Spagna, ricalca una scena di civili e soldati in fuga sotto
un bombardamento notturno da «Addio alle armi»: la città basca e i nazisti non c’entrano nulla
::: PIERO MENARINI
QQQ Ernest Hemingway pubblicò Addio alle armi nel 1929,
romanzo che riscosse un grande
successo. Tanto che, in poco meno di 30 anni, se ne ebbero ben
tre versioni cinematografiche: le
due omonime del 1932 e 1957,
dirette da Frank Borzage, con
Gary Cooper e Helen Hayes proibito in Italia, come il romanzo, fino al 1946 - e da Charles Vidor, con Rock Hudson e Jennifer
Jones, con al centro, nel 1951, lo
sgradevole intermezzo di “Stringimi forte fra le tue braccia”, diretto da Michael Curtiz. Nel 1937
(data ufficiale, non quella vera),
Picasso avrebbe dipinto la sua
opera più celebre, “Guernica”, il
cui rientro in patria nel 1981 Madrid ha da poco celebrato.
Cosa hanno a che vedere il romanzo di Hemingway, i film da
esso tratti e il quadro di Picasso?
Qualcosa si potrebbe argomentare, ma siamo ben lontani da
quanto è emerso in questi giorni,
a margine delle suddette celebrazioni, grazie all’articolo di
Alejandro de Pablo, “El Guernica, Adiós a las armas, Las meninas y Alcaine”(Cameraman, settembre 2011, n. 52).
Nel pezzo si riporta, con tutti i
supporti fotografici comparativi
del caso, la sorprendente teoria subito ripresa da El País - del noto direttore di fotografia spagnolo José Luis Alcaine, quello di Almodóvar, Trueba, Bigas Luna e
Aranda, per intenderci. Secondo
Alcaine la principale fonte di
ispirazione di Picasso fu proprio
la versione filmica di Borzage,
proiettata a Parigi, dove risiedeva Picasso, fin dal 1933. In questa
pellicola c’è una breve sequenza
di civili e soldati in fuga durante
un bombardamento notturno
che, fotogramma per fotogramma, mostra sbalorditivi parallelismi con la tela picassiana.
Si può dire che quasi tutti gli
elementi grafici che compongono “Guernica”appaiono desunti
da primi piani del film: le oche
spaventate, le zampe di un cavallo, la donna che grida rivolta al
cielo, la madre che stringe al petto il figlio neonato, la mano di un
morto, le fiamme che illuminano l’orizzonte, la porta tagliata
da una luce fendente ecc.
Devo dire che l’intuizione
(ben dimostrata) di Alcaine fa arrossire gli influssi preferiti dalla
critica, quali principalmente “Le
fucilazioni del 3 maggio” di Goya, “La strage degli Innocenti” di
Rubens e il film “La corazzata Po-
.
OCHE
.
CAVALLI
.
DONNA ANGOSCIATA
.
FIAMME
.
MANO DI MORIBONDO
.
DONNA CON BIMBO
.
PORTA
.
DONNA A BRACCIA APERTE
temkin” di Eisenstein. Fatto curioso è che Hemingway detestava il film di Borzage e in particolare questa sequenza, di cui diceva che «è un momento espressionista che nulla ha a che vedere
col resto del film». Malgrado lo
scrittore, sia detto a bassa voce,
capisse poco di cinema, finisce
per dare della sequenza una definizione che non solo suona lodevole per il regista (che viene
così associato ai grandi registi
espressionisti tedeschi), ma che
si adatta anche al quadro di Picasso. Alcaine riassume con ironia la sua scoperta dicendo, in
Il celebre dipinto di Pablo Picasso “Guernica” (in teoria
1937) e le sequenze del film “Addio alle armi”(1932) di Frank
Borzage (tratto dall’omonimo romanzo di Ernest Hemingway) che lo hanno ispirato, fotogramma per fotogramma
italiano: «Se non è vero, è ben
trovato». Ma non è cosa da poco,
perché se la sua tesi fosse vera,
cosa che mi sembra ben più che
plausibile, ci porterebbe ad alcune considerazioni.
Prima: Borzage fu l’ispiratore
involontario di Picasso, il che
suffragherebbe l’impressione cinematografica che si prova di
fronte al quadro, cioè di una «vi-
sione frammentata e violenta, di
un collage che sa molto di montaggio cinematografico, di inquadrature e primi piani» (Alcaine). Seconda: l’esistenza di una
fonte precisa non sminuisce né
accresce in nulla i meriti di Picasso. Terza: la teoria sarebbe l’ennesima dimostrazione che
Guernica era già stato dipinto se
non prima, di certo indipenden-
temente dal bombardamento
della cittadina basca (che tra l’altro avvenne di giorno). L’affresco
non si riferisce dunque allo specifico episodio bellico del titolo,
ma costituisce un generico e
molto hemingwayano rifiuto
della guerra in quanto tale.
Del resto, come già abbiamo
avuto modo di scrivere, come
avrebbe potuto Picasso dipingere una tela di m. 7,76 x 3,50 in meno di quattro mesi? Infatti il governo repubblicano gli commissionò (e strapagò anticipatamente) nel gennaio del 1937 un
quadro per rappresentare la
Spagna all’Esposizione Universale di Parigi, che si inaugurò il 24
maggio 1937. Ma soprattutto,
come avrebbe potuto dipingere
il bombardamento di Guernica
prima del 26 aprile, data in cui
ebbe luogo? Il pittore, resosi conto dell’incongruenza delle date,
ebbe un bel da difendersi affermando di avere iniziato l’opera
solo il 1° maggio (data simbolica?). Alla luce della tesi di Alcaine, l’unica ipotesi di buon senso
è che a Parigi Picasso abbia presentato il bombardamento di
Addio alle armi, cambiando però
sia conflitto che geografia.