EUGENIO MONTALE VITA. Eugenio Montale nasce a Genova nel 1896. Trascorre l’infanzia e l’adolescenza tra la città natale e Monterosso, nelle Cinque Terre, luoghi e paesaggi che diventeranno essenziali per la sua poesia. Di salute cagionevole, non completa gli studi, ma dimostra una forte passione, oltre che per la letteratura e la poesia, anche per il canto. Nel 1917 partecipa alla prima guerra mondiale come ufficiale di fanteria. Nel dopoguerra comincia a frequentare gli ambienti letterari liguri e torinesi e nel 1927 si trasferisce a Firenze, prima come collaboratore presso una casa editrice, poi direttore di un prestigioso circolo culturale fiorentino. Trasferitosi a Milano, inizia la collaborazione con varie testate giornalistiche, tra cui il Corriere della Sera, dove lavora anche come critico letterario e musicale. Nel 1967, per i suoi meriti letterari, viene nominato senatore a vita e, nel 1975, ottiene il Premio Nobel per la letteratura. Trascorre gli ultimi anni di vita a Milano, dove muore nel 1981. OPERE. La raccolta Ossi di Seppia ha come tema centrale il male di vivere e comprende più di sessanta componimenti, sia liriche brevi, sia testi più ampi. Il volume Le Occasioni comprende liriche scritte tra il 1928 e il 1939, che hanno come tema le situazioni in cui scatta la memoria di persone, eventi, circostanze della vita. Da segnalare inoltre una raccolta di poesie La bufera e altro e un volume di prosa Farfalla di Dinard. PENSIERO. La poesia, per Montale, non offre all’uomo né risposte né certezze, ma ha valore in quanto documento del male di vivere che investe l’universo. Montale utilizza uno stile essenziale e spesso impenetrabile, mescolando termini della lingua parlata ad altri di uso poetico. Quello di Montale, nel complesso, è un linguaggio aspro e “pietroso” come la realtà della vita, con il quale egli intende rappresentare il dramma dell’uomo moderno.