Mortalità Embrionale e Neonatale in Canaricoltura

Primo Convegno Ornitologico sulle Patologie Aviarie
6 ottobre 2012
relazione
Mortalità Embrionale e Neonatale in Canaricoltura
La canarina è un animale poliestrale stagionale ovvero soggetta a un
numero variabile di cicli durante la stagione riproduttiva. La stagione più
favorevole per i nati é quando c’è aumento di luce, di temperatura e di
cibo. Questo ha portato gli allevatori ad intervenire tecnologicamente su
questi tre fattori, mettendo in atto programmi di luce di temperatura e di
iperalimentazione. Questo perché manipolando queste tre fattori si può
destagionalizzare l’attività produttiva, iniziando già a gennaio - febbraio la
riproduzione, permettendo agli allevatori di avere già pulcini pronti per le
mostre di settembre.
Come sappiamo, l’incubazione delle uova è di 13-14 giorni, ad una
temperatura di 36,5 C° e 37 C°, con unidità relativa del 70%.
La mortalità embrionale e neonatale costituisce un grosso problema in
tutti gli allevamenti zootecnici. La maggior parte delle cause della
mortalità sono dovute all’ingerenza dell’allevatore e sono di natura
tecnogestionale: un’eccessiva interferenza dell’allevatore un inadeguato
controllo degli acari nel nido,
sovraffollamento in allevamento,
riproduttori vecchi e artritici, nidi inadeguati, scarse cure parentali disturbi
esterni, inquinamento, uova troppo sporche e rottura delle stesse, durante
la manipolazione, terapie antibiotiche eccessive, cattive condizioni
igieniche dell’ambiente, contaminanti chimici, errori alimentari,
somministrazioni di alimenti alterati o contaminati da muffe. Un altro
aspetto determinante e non da sottovalutare è che nelle primissime fasi di
incubazione le uova sono molto vulnerabili. Gli scuotimenti e gli urti
possono uccidere l’embrione che si sta sviluppando, sia in maniera diretta
sia per rottura del tuorlo. Tale aspetto è importante quando le uova
vengono trasferite a balia.
Ora andiamo a trattare separatamente la mortalità embrionale e la mortalità
neonatale.
La mortalità embrionale si può dividere in:
A) mortalità, che colpisce al quarto e quinto giorno
B) morte embrionale, nell’ultima fase dell’incubazione
A) Nella prima il pulcino in accrescimento ricava il nutrimento dal tuorlo
e le morti in questa fase possono riflettere precedenti problemi
nutrizionali della madre, virali, batteriche, ecc. Le femmine che sono
state nutrite correttamente producono tuorli ricchi di nutrienti che
supportono embrioni robusti. Sebbene gli embrioni possono morire per
infezioni in ogni momento dell’incubazione è in questo momento che
sono più vulnerabili.
Ci sono anche infezioni veicolate dalla femmina all’uovo tramite
infezione dell’ovaie.
Questo è un elemento molto importante perché uova sporche e imbrattate
di feci può farsi che germi e batteri passino la parete dell’uovo infettando
l’embrione.
B) La mortalità embrionale che si ha nell’ultima fase dell’incubazione
spesso è dovuta a problemi della membrana corion – allantoidea. Questa
membrana ha funzioni simili alla placenta umana, in quanto veicola aria
all’embrione, dopo che questa si diffonde attraverso il guscio. Alla fine
dell’incubazione il pulcino va incontro ad un importante cambiamento
deve passare dalla respirazione corion allantoidea
a respirare
autonomamente. Questo passaggio avviene in due fasi:
1) per prima cosa inizia a picchiettare sul guscio dall’interno. Questo
comporta la realizzazione di un piccolo foro nella camera d’aria posta al
polo ottuso dell’uovo e l’inizio della respirazione dell’aria in essa
contenuta. Mentre avviene questo il restante sacco vitellino che
rappresenta il nutrimento del pulcino viene assorbito attraverso l’ombelico.
Durante questo periodo il pulcino beve anche liquido amniotico, un fluido
chiaro che lo circonda. Sia il liquido amniotico che il sacco vitellino
contengono anticorpi, la cui funzione è analoga a quella del colostro dei
mammiferi, serve infatti a proteggere il piccolo nelle prime settimane dopo
la schiusa. Ecco perché è importante un’ottima alimentazione.
Problemi di temperatura troppo alte e umidità troppo bassa creano
alterazioni del liquido allantoideo e della membrana, facendo in modo che
nascono piccoli disidratati e che nel 20-25% percento dei casi portano a
mortalità neonatale. Si potrebbe ovviare a questo somministrando ai
pulcini appena nati delle piccole gocce d’acqua tiepida in modo da
superare la disidratazione.
Durante l’incubazione il micro ambiente ideale tra l’addome petto della
madre e le uova é caratterizzato da umidità del 70% e una temperature tra i
36,5 e 37 gradi e perciò fondamentale controllare entro parametri ottimali
temperature e umidità nell’allevamento soprattutto nel caso del canarino,
in cui l’ambiente dell’allevamento influenza di certo in maniera più diretta
il microambiente del nido data la particolare struttura aperta di
quest’ultimo.
Le malattie neonatali danno una mortalità che avviene circa nel 5-6
giorno dopo la nascita e sono tutte attribuibili a germi gram negativi. Le
malattie neonatali che più frequentemente colpiscono gli uccelli di
allevamento sono malattie condizionate, malattie che non presentono
sintomi non evidenti e diventano conclamate soltanto se intervengono
fattori predisponenti che abbassano il livello di resistenza così da creare
una condizione favorevole, per la moltiplicazione e virulentazione dei
microrganismi saprofiti, come sottolineato precedentemente.
Le malattie neonatali che interessano sono:
- micoplasmosi
- colibacillosi
- aflatossicosi
- poliomavirosi
- entereobatteriosi
- proventricoliti
Prima di affrontare queste malattie, bisogna fare Diagnosi differenziale di
queste malattie.
La micoplasmosi è una malattia che può dare problemi, quali uova non
feconde, embrioni morti o che non schiudono, nutrici che abbandonano il
nido, caduta dell’ovodeposizione alla seconda covata e novelli sofferenti.
La Proventricolite, si manifesta con tumefazione sottosternale sinistra
evidenziata da una macchia cianotica e si manifesta nei nidiacei dopo
qualche giorno dalla nascita. Ha un percorso più lento con sintomi più
evidenti che precedono la morte.
L’Aflatossicosi da mortalità embrionale con maggiore incidenza di
malformazione embrionale durante la prima settimana di cova e
diminuzione della schiudibilità delle uova
Le Enterobatteriosi si trasmette attraverso la cloaca degli uccelli
riproduttori infetti sempre imbrattata di feci, tra questi abbiamo la
salmonella, il cui sintomo predominante è la diarrea, profusa e continua,
con immissione di deiezioni giallastre miste a sangue. La diarrea si
accompagna a sete intensa e disidratazione. L’enterite da coli dove la
diarrea non è tipica e si manifesta con immissioni di deiezioni liquide
frammiste a catarro.
La Poliomavirosi, che è una malattia senza segni premonitori. Si può
sospettare una poliomavirosi in forma superacuta notando emorragie
sottocutanee e lesioni distrofiche delle pelli.
Adesso passiamo alla descrizione delle malattie che maggiormente
possono interessare i nostri allevamenti, come causa di mortalità
embrionale e neonatale.
1) Le Mycoplasmosi. Sono ben 17 le specie del genere micoplasmi e
pare che soltanto il mycoplasma gallesipticum e mycoplasma anati
possono infettare i canarini. La Mycoplasmosi è un’infezione diffusa
in tutte le specie animali. La mycoplasmosi dei passeriformi colpisce
sia l’apparato respiratorio che riproduttore. Si manifesta nell’apparto
respiratorio con sintomi quali asma, difficoltà di respiro, sintomi
solitamente senza secrezione catarrale e pirulenta. Questa è
particolare perché si può diffondere in tutto l’allevamento. La forma
che colpisce l’apparato riproduttore ovviamente riguarda in
particolare le femmine, determina problemi di ovogenesi e di
deposizione, uova sterili, pullus nati morti o poco vitali. I
passeriformi in questa malattia sono apparentemente sani e il
problema riguarda le uova, gli embrioni ed i nati. La terapia della
mycoplasmosi respiratoria si può eseguire con aerosol terapia,
utilizzando tilosina al 20% in soluzione fisiologica con l’aggiunta di
un terzo di amoxicilina per aerosol 5 minuti mattina e sera per 15
giorni. Oppure sempre tilosina in acqua da bere per 5 gg.
Mentre per la terapia della mycoplasmosi dell’apparato riproduttivo, si
usa tilosina al 100% nella misura di 2 grammi per litro d’acqua da bere
per cinque giorni.
2) Colibacillosi, è un bacillo gram negativo asporigeno. Si tratta di una
malattia legata agli stress, quali viaggi, cambio di alimentazione,
sbalzi climatici, sovraffollamento e malattie virali. L’E.coli è
certamente il microrganismo più diffuso e responsabile di molte
manifestazione cliniche, sia come patogeneo primario sia come
germe di irruzione secondaria. Può provocare malattie quali
l’onfalite, che è un’infezione del sacco vitellino, che può
manifestarsi in due modi: uno, l’ombelico non è ben cicatrizzato e
lascia penetrare E.coli e, nell’altro, per moltiplicazione esovarica dei
batteri durante la cova in seguito a fecondazione fecale del guscio. I
nidiacei colpiti dall’infezione mostrano tumefazione dell’addome che
appare gonfio, prominente, con necrosi pericloacale. Queste lesioni
possono aggravarsi per la contaminazione da parte di altri germi, di
irruzione secondaria, quali streptococchi, stafilococchi, proteus,
pseudomonas. Il decorso della malattia è rapido e porta a morte tutti i
nidiacei del nido per setticemia. L’onfalite è una malattia del
collettivo spesso per trascuratezza igienica durante la cova, ovvero
perché la femmina è troppo giovane o troppo vecchia. In questo caso
va trattata la femmina con un prodotto quale amoxicilina più acido
clavulanico, nella dose di un grammo per cento ml di acqua da bereb
per sette giorni. L’enterite da coli si verifica di norma per errori
nutrizionali, per semi o pastoncini degradati o contaminati da muffe
o micotossine che la femmina da al pullus. Quando si verifica una
turba digestiva, soprattutto per errori nutrizionali E.coli patogeno
opportunista, contaminante abituale de gli alimenti, aumenta e
diventa patogeno. I sintomi sono caratterizzati da feci liquide nei
nidiacei, gonfiore addominale. La diarrea non è tipica e si presenta
con emissione di feci liquide frammiste a catarro, sete intensa e
letargia. La terapia è con gentamicina alla dose di 0,5 ml per 250 cc
di acqua da bere per 3 giorni consecutivi, ovviamente in primis
bisogna rimuovere la causa alimentare. La colisetticemia rappresenta
l’aggravamento dell’onfalite o dell’interite quando sono trascurate al
punto che il patogeneo supera la barriera onfalica o intestinale
attraverso il circolo ematico e si diffonde in tutto l’organismo.
In questo caso la prognosi è infausta. Si può provare ad usare
enrofloxacina al 10 % per cc di litro d’acqua.
3) Le entereobatteriosi, malattie batteriche che colpiscono l’intestino,
quali E.coli-ciclobacter-pseudomonas sono causa di malattia
enterica, sono malattie condizionate in quanto gli alimenti impiegati
sono causa insieme allo stress di queste patologie. Infatti, sono i
pullus di terza cova ad essere interessati per la maggior parte e danno
mortalità
embrionale
elevatissime
nella
seconda
metà
dell’incubazione. Il tanto temuto black-spot (punto nero) non è altro
che l’elevazione attraverso la sottile parete addominale della
cistifellea molto ingrossata. Questa situazione si verifica sovente nei
nidiacei affetti da patologie epatiche o gastroenteriche. Molto spesso
si tratta di infezioni da enterobatteri trattabili con antibiotici ad
ampio spettro. Si può usare la neomicina in associazione con
anfoterricina B.
4) La megabatteriosi è sostenuta da un microrganismo gram positivo
di grosse dimensioni conosciuto con il nome megabatterium, essendo
più grande degli altri batteri. Si diffonde per contagio tra femmine e
nidiacei. La sua morbilità dipende da fattori condizionanti e provoca
una mortalità elevata soprattutto nelle prime due settimane di vita,
mentre gli adulti appaiono sani. I megabatteri, ostruendo i condotti
ghiandolari, bloccano le secrezioni acide e il pH acido si innalza
oltre la norma, bloccando la digestione, rallentando il transito
dell’alimento, intasando il lume del proventricolo e quindi
dilatazione dell’organo. Lo stomaco muscolare con le sue contrazioni
ha la funzione di triturare i semi e resta coinvolto perché riceve gli
alimenti mal digeriti dal prestomaco. Il passaggio nel lume di
alimento mal digerito e poco acidificato provoca alterazione della
flora e conseguente mal assorbimento che sfocia nella sindrome delle
feci molli. Tutte queste turbe digestive interferiscono sui processi
assimilativi innescando patologie carenziali avitaminosi e talora
contaminazione batteriche, tra le quali la più frequente l’enterite,
innescando complicazioni quali malattie secondarie, candidosi,
aspergillosi, avitaminosi A, che provoca cecità, ecc… La malattia si
presenta con rigurgito, diarrea, perdita di vivacità, nervosismo,
incoordinazione dei movimenti, apparente cecità. Le feci sono mal
digerite, alimenti e semi quasi integri. Per questa malattia è molto
importante, se non è strettamente necessario, interventi con
chemioantibiotici, è ovviamente pulire e disinfettare le strutture.
L’unico farmaco sensibili alla megabatteriosi (micosi80) è
l’anfotericina B: una goccia al giorno dal secondo giorno di vita per
3 gg.
5) Infezioni da polioma virus. tra le malattie virali merita il primato
senza dubbio. Infatti l’improvvisa mortalità dei nidiacei ancora in
buone condizioni, senza segni premonitori è l’evento più importante
per orientare la diagnosi di infezione acuta. La distensione/
dilatazione dell’addome, le emorragie sottocutanee e le lesioni
distrofiche delle pelli sono i sintomi per far sospettare la forma
subacuta. Il polioma virus colpisce con elevata mortalità tra il
secondo e terzo giorno si osserva un ritardo nello sviluppo un
piumaggio diffuso, un alterato accrescimento della mandibola. La
trasmissione del virus è quindi il contagio avviene dai genitori ai nati
durante l’imbeccata perché il virus è contenuto nell’ingluvie e viene
trasferito ai nidiacei con l’alimento rigurgitato, in quanto gli adulti
sono relativamente resistenti e più delle volte sviluppano
un’infezione latente. I nidiacei infetti possono essere normali dopo la
schiusa e poi improvvisamente morire senza manifestare nessuna
sintomatologia altre volte si può avere distensione dell’addome
emorragie sottocutanee, addirittura nel diamante di gould è
caratterizzata dalla estrema crescita dell’estremità inferiore del
becco. L’infezione è predisposta da fattori stressanti o dalla
contemporanea presenza di altre patologie infettive. IN Tutte le
malattie virali non esiste terapia, l’impiego di antibiotici può servire
solo per bloccare eventuali malattie secondarie.
6) Afloatossicosi. Le aflotossine sono prodotte da aspergilus flavus e
aspergilus parasiticus. I semi più a rischio sono quelli di arachidi,
mais e cotone. L’organo bersaglio è il fegato, i reni e raramente altri
organi. La malattia si presenta con riduzione del consumo di
alimenti, dimunizione della fertilità, ridotto accrescimento dei
nidiacei, turbe nella riproduzione e ovviamente mortalità embrionale
nella prima settimana di cova. All’esame anatopatologico il fegato è
ingrossato. Per quanto riguarda la terapia una volta escluso il
mangime contaminato dopo sette giorni si osserva un netto
miglioramento.
7) Infezione da acaro rosso. I pullus mostrano sintomi di sofferenza
colorito biancastro e scarsa vitalità al punto di non riuscire ad alzare
la testa, per ricevere l’imbeccata. Un’infestazione grave nei nidiacei
provoca mortalità. La terapia è con fipronil allo 0,1% localmente.
Conclusioni
L’uso corrente di somministrare varie tipologie di medicinali per prevenire
delle malattie, prima di averle diagnosticate, provoca diminuzione della
schiudibilità delle uova per abbassamento del sistema immunitario e
conseguente mortalità embrionale e neonatale. Pertanto, si consiglia di
effettuare visite precove che vadano ad accertare realmente la patologia
presente nell’allevamento, onde evitare (ripeto) la somministrazione di
medicinali inutili e dannosi alla salute. Dunque, precise ed attente diagnosi
e mirate e puntuali terapie permettono di ridurre la mortalità embrionale e
neonatale. Alle visite precova, necessarie per valutare lo stato di salute
della riproduttrice ed evitare problemi di salute sanitaria, sopra
evidenziate, ricordiamo ancora gli altri fattori da non trascurare: Ottimo
igiene nell’allevamento, equilibrata ed adeguata alimentazione, luce e
temperature adeguate, evitare rumori che creano stress alle riproduttrici.
Sottolineiamo anche l’efficiente prassi di preparare le riproduttrici con un
ciclo di tilosina in acqua da bere per 7 giorni consecutivi, prima di iniziare
la fase di riproduzione, ovviamente seguendo un’equilibrata alimentazione
e, ancora più importante, l’utile pratica di disinfettare le uova nella fase di
balia.
Evidenziamo anche un utile espediente, una volta raccolte le uova per
metterle poi a covare, quello di eseguire una fumigazione con formalina
gassosa, ad una temperatura di 36-37 gradi con un’umidità relativa del
70% in un contenitore dotato di un ventilatore per la circolazione dell’aria.
Sono necessari 4 ml di formalina al 40% più di 3 grammi di permanganato
di potassio e la fumigazione deve essere eseguita con le uova sistemate in
modo da permettere la circolazione del gas intorno ad esse.
Diagnosi precoci e precise, igiene ed idoneità dell’ambiente che ospita
l’allevamento ed attenta ed equilibrata alimentazione queste sono i tre
parametri chiave di riferimento.Lascio dunque la parola al dott. Gallipoli
per la trattazione analitica del terzo importante elemento che è
l’alimentazione. Grazie per la cortese attenzione.