ALFABETO, PRONUNCIA, ACCENTI
L’alfabeto latino ha ventiquattro lettere, tre lettere in più di quello italiano (k, x, y. )
L’uso della maiuscola era per i nomi propri e i vocaboli da essi derivati, tranne i verbi:
es. Corinthus, Corinto; Corinthius, di Corinto; l’esercito romano = Exercitus Romanus
Nella scuola italiana, si usa tradizionalmente la pronuncia scolastica, che è derivata da abitudini più
tarde e che ci è stata tramandata dalla Chiesa attraverso i testi liturgici.
Le differenze rispetto alla pronuncia dell’italiano sono:
 h è muta: hedera = edera; mihi (a me) = mii
 y ha lo stesso suono della i:
gypsum (gesso) = gipsum
 ph si pronuncia f: elephantus (elefante) = elefantus
 gl si pronuncia sempre come nella parola italiana “gloria”, mai come in “migliore”
 ti seguito da una vocale si pronuncia zi, quando la i non è accentata e non è preceduta da s, t, x:
amicitia = amicizia; bestia = bestia; totíus (di tutto) = totíus
 I dittonghi ae e oe si pronunciano e: caelum = celum; Caesar = Cesar; poena = pena
 ae e oe si pronunciano come sono scritti quando la dieresi (¨), posta sulla seconda vocale,
segnala la presenza di uno iato (divisione delle lettere): poëta = poeta; aër = aer
Nella lingua latina ai cinque segni vocalici A, E, I, O, U corrispondevano dieci suoni, perché ogni
vocale poteva essere pronunciata con due durate diverse:
1
le vocali che venivano pronunciate più rapidamente sono definite vocali brevi e sono
convenzionalmente indicate dal segno ˘: ă, ĕ, ĭ, ŏ, ŭ
 le vocali la cui pronuncia durava di più sono chiamate vocali lunghe e sono indicate dal segno
¯: ā, ē, ī, ō, ū.
es.: mălum si pronuncia malum “il male” mentre mālum si pronuncia maalum “la mela”
Quando si trova una sillaba con accento breve, si deve pronunciare la parola con l’accento sulla
vocale precedente. Quando invece la sillaba contiene un accento lungo, allora è lì che cade
l’accento della parola.
es. anĭmal si legge ànimal non animàl; perītus si legge perìtus non pèritus
Oltre alla quantità delle vocali, esiste una quantità delle sillabe (durata della pronuncia).
Una sillaba che termina in vocale si dice aperta, una sillaba che termina in consonante si dice
chiusa.
Le sillabe chiuse sono sempre lunghe; quelle aperte sono brevi se la vocale che contengono è breve,
altrimenti sono lunghe; in genere, una vocale seguita da un’altra vocale è breve.
La quantità delle vocali è indicata sul vocabolario.
Di solito una vocale seguita da un’altra vocale è breve, mentre i gruppi au, eu, ae, oe sono
considerati lunghi.
es.: filĭus = fìlius; poena = pèna

RICORDA!
In latino l’accento non cade quasi mai sull’ultima sillaba e mai oltre la terzultima
sillaba, perciò:
 nelle parole di due sillabe cade sempre sulla prima
es.: malum = màlum; terra = tèrra; homo = hòmo
 nelle parole di tre o più sillabe l’accento cade:
- sulla penultima sillaba se questa è lunga
es.: catīnus = catìnus (piatto)
- sulla terzultima sillaba se la penultima è breve
es.: pocŭlum = pòculum (bicchiere)
LAVORIAMO INSIEME
1.
Leggi le seguenti parole latine e prova a individuare di ciascuna la sua
trasformazione in italiano.
aqua
poena
animal
modestia
familia
magister
prudentia
civitas
templum
spectator
tribunal
populus
domina
tabula
vultus
speculus
virtus
frater
Leggi le seguenti parole latine.
pecunĭae
invenĭmus
deae
ludōrum
Tibĕris
habēmus
libĕrat
obsidiōnis
pastōrum
dextĕra
auxilium
preacipŭe
reliquĭae
relĭquae
dixĭmus
Aegyptus
2
triumphus
tabŭla
seditĭo
respondēre
iacēre
venērunt
caelis
anĭmus
respondĕo
dextĕra
Britanni
spectacŭlis
proëlĭum
historĭis
sollicĭto
Neapŏlis
Darīus
crustŭlum
dignĭtas
cerăsus
aedes
explorātor
thermae
hirundo
glacies
haec
1.
oboedīre
iustitĭa
divitĭae
invenĭo
clamōrem
debēre
fortūna
indignŭs
regnātor
sententĭa
aequĭtas
poëta
poena
thesaurus
sphaera
anulus
consolatio
felix
neglegentĭae
littĕris
galĕa
divitiārum
gladĭum
indolentĭa
philosophĭa
indocĭlis
trāma
lorīca
luxus
Cyrus
Thebae
Hannibal
Poeni
Alexander
Maximus
mandūco
guttur
cunĕus
gratĭis
amicitĭa
perītus
scribĕre
persuadēre
denŏto
suspĭcax
gravĭter
admŏdum
aetērnus
habēre
tribuĕre
velox
habĭlis
proxĭmus
magnopĕre
amoenas
lacrĭmas
appropinquo
imperĭum
caedes
gratuītus
tēla
regĕre
persōna
adsto
mortĭfer
cadĕre
ridēre
aspere
prudens
melior
aveho
olĕum
filĭus
praeceptum
inventiōnum
sententiārum
impedimentum
protĕgo
ignōrans
movēre
sordĭdus
deinde
breviter
celeriter
caecus
neglĕgens
aenĕus
gradātim
propitĭus
pullus
Leggi ad alta voce secondo le regole dell’accentazione latina.
dimītti – quaesīvi – Cĭcero – Graecus – vitae – longius – diligēntior – coepi – divitiae – capĕre –
gratias – philosophiae – exceptionem – mentior – oboedio – praefectus legionis – scaena – video –
consultatio – beatus – diutius – pulvīnar – eo – veneratio – moveo – ignominia – frigus – suppono Mulieres – senatus – instrŭit – monēre – orto – mactatus – insŭla – perspĭcax – aridus – orbita –
adūsmo – mendacium – iustĭtĭa – nullīus – columba – habitus – praedones – roboris – oculus –
oppidum – tributum – imitatio - supplĕo – maritimus – indignē– index – sitĭens – commūni –
amavēre – possumus – recentes – omnĭbus – impĕtum – auxēre – Romāni – pupulusque – foeda –
irascĕrer – ponĕre – amicitiaque – Tarentum – fecērunt – philosophĭa.
2.
Dopo aver ascoltato la lettura fatta in classe, segna gli accenti e prova a leggere
Gallia est omnis divisa in partes tres, quarum unam incolunt Belgae, aliam Aquitani, tertiam qui
ipsorum lingua Celtae, nostra Galli appellantur. Hi omnes lingua institutis legibus inter se
differunt. Gallos ab Aquitanis Garunna flumen, a Belgis Matrona et Sequana dividit. Horum
omnium fortissimi sunt Belgae, propterea quod a cultu atque humanitate Provinciae longissime
absunt minimeque ad eos mercatores saepe commeant atque ea quae ad effeminandos animos
pertinent important proximique sunt Germanis qui trans Rhenum incolunt, quibuscum continenter
bellum gerunt. Qua de causa Helvetii quoque reliquos Gallos virtute praecedunt, quod fere
cotidianis proeliis cum Germanis contendunt, cum aut suis finibus eos prohibent aut ipsi in eorum
finibus bellum. Eorum una pars, quam Gallos obtinere dictum est, initium capit a flumine Rhodano,
3
continetur Garunna flumine Oceano finibus Belgarum, attingit etiam ab Sequanis et Helvetiis
flumen Rhenum, vergit ad Septentriones. Belgae ab extremis Galliae finibus oriuntur, pertinent at
inferiorem partem fluminis Rheni, spectant in Septentrionem et Orientem solem. Aquitania a
Garunna flumine ad Pyrenaeos montes et eam partem Oceani quae est ad Hispaniam pertinent;
spectat inter occasum solis et Septentriones.
SERMO COTIDIANUS
Salve!
Ave!
Bonum diem.
Bonum vesperum.
Bonam noctem.
Vale.
Ut vale?
Optime.
Bene.
Satis bene.
Non ita bene.
Pessime.
Gratias (vobis/tibi) ago.
LATINO E ITALIANO A CONFRONTO
L’italiano è la lingua neolatina che si è conservata più vicina all’originaria forma latina. Data tale
somiglianza tra le due lingue, spesso è facile comprendere il senso di semplici testi latini dalla sola
lettura, anche senza conoscenze grammaticali specifiche.
 Italia paeninsula est et in Europa est.. L’Italia è una penisola ed è in Europa.
 Rana est in stagno.
La rana è nello stagno.
Bisogna però fare attenzione ai “falsi amici” del latino, ossia quelle parole che hanno suono simile
ma significato diverso. Per evitare traduzioni incomprensibili o fraintendimenti, è necessario
utilizzare sempre (almeno all’inizio) il vocabolario.
es. Coma = chioma. Da qui l’aggettivo italiano “cometa”, la stella con la chioma.
Copia = abbondanza. E’ rimasto nell’aggettivo “copioso”.
Habitus = forma, aspetto, temperamento.
Mittere = lasciar andare, lasciare partire. Per questo colui che spedisce è il mittente.
Mandare = incaricare qualcuno di fare qualcosa. E’ rimasto nel termine “mandato”.
Captivus = prigioniero. Da qui deriva il termine “cattività”.
Frasi falsamente amiche.
Mutatis mutandis = cambiati i presupposti (e non: cambiate le mutande!)
4
I Vitelli dei romani sono belli = Va, o Vitellio, al suono di guerra del dio romano.
Cane Nero magna bella persica = Canta, o Nerone, le grandi guerre persiane.
I CASI
In latino, come in italiano, in una parola possiamo distinguere:
 La radice, cioè la sua parte invariabile
Italiano = port-a; tavol-o; bell-o.
Latino = de-a; fili-us; bon-i; viv-o.
 La desinenza, che si aggiunge alla radice e modifica la forma della parola, ad esempio a
seconda del genere e del numero dei nomi o negli aggettivi, oppure a seconda del modo, del
tempo e della persona nei verbi
Italiano = port-a; tavol-o; bell-o.
Latino = de-a; fili-us; bon-i; viv-o.
In latino non esistono gli articoli, né le preposizioni articolate. La funzione logica di un nome nella
frase è indicata dalle differenti terminazioni che il nome stesso può assumere, a seconda che funga
da soggetto, c. oggetto, c. di specificazione e così via.
In italiano la desinenza cambia solo per indicare genere o numero (es. bambino - bambina - bambini
- bambine), mentre non vi sono cambiamenti di desinenza quando i nomi vengono usati con
funzioni logiche diverse (ad esempio soggetto o complemento): è la posizione del nome nella frase,
insieme all’uso degli articoli e delle preposizioni (semplici o articolate), a far riconoscere la
funzione assunta dal nome.
Nelle seguenti sei frasi latine, la parola rosa compare con funzione di volta in volta diversa,
segnalata da una differente terminazione o uscita (-a, -ae, -am, ecc.). Nota come in italiano la forma
della parola rosa non cambia mai:
1. Rosâ pulchra est. = La rosa (soggetto) è bella (nome del predicato).
2. Amo odorem rosae. = Amo il profumo della rosa (complemento di specificazione).
3. Do aquam rosae. = Do l’acqua alla rosa (complemento di termine).
4. Carpo rosam. = Colgo la rosa (complemento oggetto).
5. Rosâ, pulchra es! = O rosa (complemento di vocazione), sei bella!
6. Orno mensam rosã. = Orno la tavola con una rosa (complemento di mezzo).
Le forme assunte dal nome per indicare la sua funzione logica si chiamano casi.
I casi latini sono sei per il singolare e sei per il plurale, e hanno ciascuno un nome a seconda della
funzione che esprimono, come risulta dal seguente schema.
NOME DEL CASO FUNZIONE LOGICA
nominativo
soggetto – nome del predicato – c. predicativo del soggetto
genitivo
c. di specificazione
dativo
c. di termine
accusativo
c. oggetto – c. predicativo dell’oggetto
vocativo
c. di vocazione
ablativo
c. di mezzo e altri c. introdotti o meno da preposizioni
5
RICORDA!
Il soggetto è chi compie l’azione espressa da un verbo di forma attiva; chi subisce
l’azione espressa da un verbo di forma passiva; chi compie e contemporaneamente
subisce gli effetti della propria azione espressa da un verbo riflessivo; chi viene
descritto da una parte nominale.
I complementi sono espansioni della frase minima (composta da soggetto +
verbo) e servono a completare il senso della frase. Essi possono essere diretti,
ossia non introdotti da preposizione (per es. il c. oggetto), indiretti, ossia quelli
preceduti da preposizione. I complementi si riconoscono attraverso la
preposizione che li introduce, il significato del verbo, il contesto. Di conseguenza,
le domande da porsi saranno ogni volta diverse e da esse dipenderà il
riconoscimento del complemento.
LAVORIAMO INSIEME

1.
Fai l’analisi logica delle seguenti frasi e indica quale caso latino si deve
usare per tradurre.
Ieri l’insegnante ci ha interrogato sugli ultimi due capitoli di storia.
2.
Le ho offerto un passaggio ma l’ha rifiutato dicendo che preferiva andare a piedi.
3.
Questo nuovo computer ha un processore velocissimo.
4.
Da quanti anni suoni il violino? Io lo suono da pochissimo tempo.
5.
Il treno che collega Firenze a Milano è spesso in ritardo.
6.
Quei pacchi sono molto pesanti: mi daresti una mano a portarli lì dentro?
7.
Appena lo vidi, corsi subito ad abbracciarlo perché erano anni che non lo incontravo.
8.
Quando verrai a trovarci? Perché non approfitti del prossimo fine settimana?
6
9.
Mio nonno ripete sempre che ai suoi tempi si viveva meglio
10.
Ci sono delle mele sul tavolo della cucina che vanno sistemate in frigorifero.
11.
Gianni, che aveva paura del buio, si perse nella caverna durante la gita.

Nelle seguenti frasi italiane analizza la funzione logica degli elementi sottolineati e indica a
quale caso corrisponde in latino, aiutati con la prima frase già analizzata.
a. Gli sposi (soggetto)(caso nom.) offriranno un rinfresco (c.o.) (caso acc.) a parenti e amici
(compl. di ter.) (caso dat.).
b. A Ugo (………………..) (caso …………) non piacciono le magliette sportive
(………………..) (caso …………) che (………………..) (caso …………) hai comprato.
c. Con il vicino (………………..)(caso …………) di casa (………………..)(caso …………),
salirono al sesto piano (………………..)(caso …………) del palazzo (………………..)(caso
…………) con l’ascensore (………………..) (caso …………).
d. O Anna (………………..)(caso …………), fai i compiti (………………..)(caso …………).
e. Ho spedito le foto (………………..)(caso …………) agli amici (………………..)(caso
…………) di Verona (………………..)(caso …………).
f. Mario (………………..)(caso …………) è stato multato per eccesso (………………..)(caso
…………) di velocità (………………..)(caso …………).
g. Farò le prove (………………..)(caso …………) del concerto (………………..)(caso
…………) nell’atrio (………………..)(caso …………) della scuola (………………..)(caso
…………).
h. Incontreremo un amico (………………..)(caso …………) in piazza (………………..)(caso
…………) domani sera (………………..)(caso …………) e con lui (………………..)(caso
…………) andremo allo spettacolo (………………..)(caso …………) di Sergio
7
(………………..)(caso …………), il nostro compagno (………………..)(caso …………) di
classe (………………..)(caso …………).
i. Le spine (………………..)(caso …………) delle rose (………………..)(caso …………)
pungono le dita (………………..)(caso …………).
j. A mia sorella (………………..)(caso …………) piacciono i film comici (………………..)(caso
…………) e lei (………………..)(caso …………) li (………………..)(caso …………) ……)
guarda spesso (………………..)(caso …………)
k. Sara (………………..)(caso …………) è bella (………………..)(caso …………), ma risulta
odiosa (………………..)(caso …………) per la sua vanità (………………..)(caso …………)
LE DECLINAZIONI
In latino nomi, aggettivi e pronomi presentano una struttura articolata in sei casi singolari e plurali,
che viene definita declinazione. In particolare, i nomi sono raggruppati entro cinque categorie con
caratteristiche immutabili.
Le cinque declinazioni sono identificabili con certezza, osservando il genitivo singolare; e
questo lo si ricava consultando il dizionario, che riporta sempre il sostantivo al nominativo e al
genitivo singolare.
Vocabolo
Genitivo
Traduzione
I declinazione
aurōra, aurōrae, f.
-ae
l’aurora
II declinazione
delphīnus, delphīni, m.
-i
il delfino
III declinazione
fulmen, fulmĭnis, n.
-is
il fulmine
IV declinazione
quercŭs, quercūs, f.
-us
la quercia
V declinazione
fĭdēs, fidĕi, f.
-ei
la fede
LAVORIAMO INSIEME
1.Per ciascun nome indica la declinazione a cui appartiene. Ricorda che l’elemento
determinante è il genitivo.
èxitus – us
légio, legiónis
fortúna, ae
memória, ae
dóminus, i
donum, i
res, rei
thesáurus, i
corpus, córporis
senátus, us
vox, vocis
portus, us
8
ars, artis
epístula, ae
fides, fidei
Cerca nel vocabolario la traduzione latina dei seguenti nomi, trascrivi tutte le indicazioni che
trovi e indica la declinazione a cui appartengono.
2.
Nome
Latino
Genere
Dec.
Nome
madre
crudeltà
cavaliere
maestra
alleato
sentenza
cane
nemico
allievo
oro
truppe
patria
uomo
pace
veste
ninfa
Latino
genere
Dec.
LA PRIMA DECLINAZIONE
I nomi della prima declinazione sono per la maggior parte femminili; pochi maschili, che
designano persone o fiumi; nessun neutro. Hanno il nom. in –a e il gen. in –ae.
CASO
FUNZIONE
SINGOLARE TRAD.
PLURALE TRAD.
Nominativo
sogg.
ros-ă
la rosa
ros -ae
le rose
Genitivo
c. spec.
ros -ae
della rosa
ros -arum
delle rose
Dativo
c. term.
ros -ae
alla rosa
ros -is
alle rose
Accusativo
c. o.
ros -am
la rosa
ros -as
le rose
Vocativo
c. voc.
ros -ă
oh rosa
ros -ae
oh rose
Ablativo
c. comp., …
ros -ā
con la rosa
ros -is
con le rose
Ci sono delle terminazioni uguali che corrispondono a casi diversi e, quindi, a funzioni logiche
diverse. Così rosae può essere:
genitivo singolare = della rosa;
dativo singolare = alla rosa;
nominativo plurale = le rose (soggetto);
vocativo plurale = oh rose.
Analogamente rosă può essere:
nominativo singolare = la rosa (soggetto);
vocativo singolare = oh rosa.
Mentre rosis può essere
dativo plurale = alle rose;
ablativo plurale = con le rose.
N.B. Dove la quantità non è indicata graficamente, solo il senso della frase permette di distinguere
di quale caso si tratta.
9
RICORDA!
CASO
SINGOLARE
PLURALE
Nominativo
-ă
-ae
Genitivo
-ae
-arum
Dativo
-ae
-is
Accusativo
-am
-as
Vocativo
-ă
-ae
Ablativo
-ā
-is
LAVORIAMO INSIEME
1. Per ciascun nome, rifai lo schema sul quaderno (od oralmente).
funzione
caso
singolare
traduzione
plurale
traduzione
soggetto
c. di specificazione
c. di termine
c. oggetto
c. vocativo
c. di mezzo, compagnia
nominativo
genitivo
dativo
accusativo
vocativo
ablativo
aquil - a
aquil - ae
aquil - ae
aquil - am
aquil - a
aquil - a
l’aquila
dell’aquila
all’aquila
l’aquila
o aquila
con l’aquila
aquil - ae
aquil - arum
aquil - is
aquil - as
aquil - ae
aquil - is
le aquile
delle aquile
alle aquile
le aquile
o aquile
con le aquile
statua = statua; regina = regina; puella = fanciulla; ancilla = ancella; fabula = favola;
silva = foresta; ara = altare; scriba = scrivano; advena = straniero; incola = abitante.
2. Nelle forme che seguono indica caso e numero, scegliendo tra le alternative proposte.
epistulae
discipulis
causarum
insulas
amicitiae
nom. pl.
nom. pl.
gen. pl.
dat. pl.
dat. sin.
gen. pl.
gen. pl.
abl. pl.
acc. pl.
acc. sin.
dat. pl.
dat. pl.
dat. pl.
abl. sin.
voc. sin.
magistră
fabulam
amică
filiis
lucernā
gen. sin.
dat. plu
abl. sin.
dat. sin.
nom. sin.
voc. sin.
acc. sin.
dat. sin.
abl. pl.
voc. sin.
dat. sin.
acc. pl.
voc. sin.
voc. pl.
abl. sin.
3. Riscrivi lo schema sul quaderno e, per ogni parola data, compilalo. Se ci sono più possibilità
indicale tutte.
Latino
agricolarum
Caso e numero
gen., plur.
Funzione
c. spec.
Trad
dei contadini
Nom., Gen. Sing.
agricola, agricolae
agricolas; filiae; amicarum; ancillis ; togā; portae; aras; columbā; nautas; incolas; patriam;
sententiae; piratarum; causam; perfugis; pilis, lyris; maestitae; silvarum; ruinis; villā.
4. Prova a tradurre prima dal latino in italiano, poi dall’italiano al latino.
10
umbrā silvarum
vită poetae
curae (nom.) nautae (gen.)
agli abitanti dell’isola
il motivo dell’ira
con le cure del contadino
5. Traduci le seguenti frasi sul quaderno
a. Curas iră excitabit (desterà) - b. Cum curā silvam Claudiă spectat (osserva) - c. Dominae irae
causam ancillae nesciebant (ignoravano) - d. Famam victoriă paravit (ha procurato) nautis. - e.
Parsimoniă agricolarum est (è) causă abundantiae. - f. Filiă cum ancilis in umbrā mensas amicis
parabit (preparerà) - g. Poëtae libenter vitam fortunamque sacrabant (dedicavano) Musis. - h. Mală
(la cattiva) ancillae memoriă dominae irae causă erit (sarà).
6. Traduci le seguenti frasi sul quaderno
a. Lodiamo (laudamus) la memoria delle alunne. - b. Le allodole annunciano (nuntiant) l’aurora alla
fanciulla. - c. Con una vittoria placheremo (placabimus) l’ira della dea della giustizia. d. La maestra insegna
(docet) all’alunna la storia della patria. - e. L’aurora scaccerà (fugabit) le ombre della notte. -
7. Completa le frasi.
Le ragazze raccolgono le viole.
Maestra, dove è Viola?
………….... carpunt …………....
……..…….., ubi est ……..……..?
L’odore della viola è piacevole.
Le aquile non mangiano l’erba.
Odor ……..…….. gratus est.
……..…….. non edunt ……..……..
La palla è delle ragazze.
Il colore della palla è vivace.
……..…….. est ……..……..
Color ……..…….. acer est.
Il movimento diverte le ragazze.
Una ragazza ha lanciato la palla.
Motus delectat ……..……..
……..…….. iactavit ……..……..
L’inimicizia creò delle battaglie.
La via della giustizia conduce alla vittoria.
……..…….. generavit ……..……..
……..…….. ……..…….. ducit ……..………..
8. Con l'aiuto della traduzione, scegli il caso opportuno per completare correttamente il breve
brano che segue.
11
Cleclia, data in ostaggio a Porsenna fra le altre fanciulle, di notte sfuggita dalla prigionia, superato il
Tevere, liberò la patria dalla vergogna
Cloelia/ Cloeliae/ Cloeliam inter ceterae/ ceteras/ ceteris virgines obses Porsenae/ Porsena/
Porsenam data, nocturno tempore custodiā/ custodiarum/ custodiae egressa, Tiberis traiecto,
patria/patriae/patriam turpitudine liberavit.
9. Cruciverba!
9. Traduci in italiano le seguenti frasi.
- Rosam pulchra puella matronae dat (dà) _________________________________________
- Rosam pulchram puella matronae dat. __________________________________________
12
-
Rosa, pulchra puella, matronae violam dat.______________________________________
Rosam pulchrae puellae matrona dat.
__________________________________________
Rosam pulchrae puellae matrona dat.
__________________________________________
Rosas pulchra puella matronarum dat. __________________________________________
IL VERBO ESSERE
Osserva le seguenti frasi:
(Ego) sum puellă
Sono una fanciulla
(Tu), puellă, es discipulă sedulă
Tu, fanciulla, sei un’alunna diligente
Discipulă cum magistrā in scholā est
L’alunna è a scuola con la maestra
(Nos) sumus puellae
Siamo fanciulle
(Vos), puellae, estis discipulae sedulae
Voi, fanciulle, siete alunne diligenti
Discipulae cum magistrā in scholā sunt
Le alunne sono a scuola con la maestra
Il verbo sum presenta le seguenti caratteristiche.
 È un verbo anomalo, ha cioè una coniugazione irregolare: presenta infatti nei tempi del presente
due temi diversi, s- ed es- che in particolari condizioni si muta in er-.
 È anche un verbo difettivo, ossia mancante di alcuni modi o tempi: il gerundio, il supino e il
participio presente.
 Come in italiano, è un verbo intransitivo e non ha, quindi, la forma passiva.
 Unito a un sostantivo o a un aggettivo forma il predicato nominale:
Iulia puella laeta est
=
Giulia è una ragazza allegra
Nell’esempio est costituisce la copula, mentre puella laeta è la parte nominale del predicato
riferita al soggetto Iulia.
 Impiegato come predicato verbale può assumere, come in italiano, il significato di
“appartenere”, esistere, esserci, trovarsi, esser presente, stare”:
Erit rosa puellae formosissimae
La rosa sarà (apparterà) alla fanciulla più bella
Non est fortuna in terris
Sulla terra la sorte non c’è (= non esiste).
Non erat puella in casa
La fanciulla non era (= non si trovava) nella capanna
Osserva ora, qui di seguito, la coniugazione completa dell’indicativo presente, imperfetto e
futuro semplice del verbo sum.
INDICATIVO PRESENTE IMPERFETTO
FUTURO
sum
io sono
eram
io ero
ero
io sarò
es
tu sei
eras
tu eri
eris
tu sarai
est
egli è
erat
egli era
erit
egli sarà
sumus
noi siamo
erāmus
noi eravamo
erĭmus
noi saremo
estis
voi siete
erātis
voi eravate
erĭtis
voi sarete
sunt
essi sono
erant
essi erano
erunt
essi saranno
13
LAVORIAMO INSIEME
1.
MODO
Analizza e traduci le seguenti voci verbali del verbo sum:
TEMPO
PERSONA
eras
erunt
sumus
eram
ero
es
eramus
eritis
est
erant
noi saremo
tu sei
egli era
io sarò
essi sono
io sono
voi sarete
tu eri
egli sarà
noi eravamo
2. Fai l’analisi logica e traduci le seguenti frasi:
Magnae sunt poëtarum gloriă et athletarum famă
Trad.
14
NUMERO
TRADUZ.
Discordiă et imprudentia incolarum semper causă pugnae in patria erunt
Trad.
Deae Minērvae oleae carae erant
Trad.
Vită agricolae olim miseră erat
Trad.
Nostrārum insulārum multae orae pulchrae et amoenae sunt
Trad.
Vestrae amicitiae memoriă semper grată erit
Trad.
Tuae epistulae magnae laetitĭae causă erunt
Trad.
Pulchrae nymphae silvārum incŏlae erant
Romae magnă ruină es Catilină!
Trad.
Multae divitiae semper ruinae causă sunt
Trad.
Patriae ruină semper tristitiae causă incŏlis erit
Trad.
15
PARTICOLARITÀ DELLA I DECLINAZIONE
Nella prima declinazione ci sono alcuni nomi che presentano delle particolarità:

Il nome familia ha come gen. sing., oltre alla forma familiae, anche la più rara familias, usata
davanti a pater, patris, m. ("padre"), mater, matris, f. ("madre”)
ES. pater familias , mater familias = padre di famiglia; madre di famiglia.

Alcuni nomi di origine greca hanno il gen. plur. In-um anziché in -arum.
ES. amphora, amphorum; drachma, drachmum

I nomi idea, filia, liberta (anche equa e mula) nel dat. e abl. plur., invece che la terminazione -is,
possono presentare anche -abus.
ES. Diis et deabus = agli dei e alle dee; Filiis et filiabus = ai figli e alle figlie

Alcuni nomi in latino (come in italiano “le nozze”) hanno solo il plurale. Questi nomi sono
detti (nomina) pluralia tantum ( = nomi soltanto plurali).Tra i più usati:
ES. deliciae, -arum = delizia; indutiae, -arum = la tregua; divitiae, -arum = ricchezza (a volte
ricchezze); insidiae, -arum = insidia; minae, -arum = minaccia (a volte minacce); nuptiae, -arum
= le nozze; Athenae, -arum = Atene; Syracusae, -arum = Siracusa
N.B. Con i pluralia tantum predicato, copula e nome del predicato vanno al plurale.
ES. Athenae clarae sunt. Atene è famosa

Alcuni nomi cambiano significato dal singolare al plurale. Tra i più frequenti:
copia, -ae
littera, -ae
vigilia, -ae
fortuna, -ae
opera, -ae
aqua, -ae

= abbondanza
= lettera dell’alfabeto
= turno di guardia
= sorte
= opera, lavoro
= acqua
copiae, -arum =
litterae, -arum =
vigiliae, -arum =
fortunae, -arum =
operae, -arum =
aquae -arum =
truppe
lettera/letteratura
sentinelle
ricchezze
operai
terme
Alcuni nomi hanno significato positivo o negativo in base al contesto (VOX MEDIA):
ES. fortuna, -ae =sorte
audacia, -ae =audacia
turba, -ae = folla
fortuna o sfortuna
coraggio o sfrontatezza
moltitudine o sommossa, rivolta
16
LAVORIAMO INSIEME
1.
Traduci dopo aver fatto l’analisi logica:
Saepe divitiae perniciosae (dannose) sunt.
Discipula pöetae fabulam legit (legge).
Trad.
Trad.
Sardinia insula est.
Historia vitae magistra est.
Trad.
Trad.
Puella magistrae sententias audit (ascolta).
Olea Minervae sacra erat.
Trad.
Trad.
Procellae non gratae sunt agricolae.
Scribae narrant (narrano) historiam puellis.
Trad.
Trad.
Minerva è la dea della sapienza.
Ascoltate (Audite), oh ragazze, le maestre.
Trad.
Trad.
La maestra loda (laudat) l’operosità .
Le figlie della maestra sono belle.
Trad.
Trad.
Il poeta recita (narrat) una favola alle ragazze.
Le insidie dei pirati sono causa della rovina dei
marinai.
Trad.
Trad.
Le aquile inseguono (agitant) le colombe.
Le rose dei boschi sono belle.
Trad.
Trad.
17
IL PREDICATO NOMINALE
Il verbo sum può avere due funzioni: copula e predicato verbale. In quanto copula, accompagnato
da un aggettivo o da un sostantivo, forma il predicato nominale.
es. Claudia puella est.
Claudia è una ragazza.
es. Syracusae clarae erant. Siracusa era famosa.
es. Agricolae bonae sunt.
Gli agricoltori sono buoni.
Est, erant e sunt sono esempi di copula: puella est – clarae erant – bonae sunt sono predicati
nominali.
Il nome del predicato, se è un aggettivo, è espresso nello stesso genere, numero e caso del
soggetto; se è un sostantivo, è espresso nello stesso caso del soggetto, mentre il genere e il
numero possono essere diversi (in base alla declinazione del nome del predicato).
N.B. il nome del predicato clarae e la copula erant sono plurali, in quanto concordati con il
soggetto della proposizione, Syracusae, che è un nome pluralia tantum.
In quanto predicato verbale il verbo sum assume il significato di “essere”, “esserci”, “trovarsi”,
“stare”; è spesso accompagnato da un complemento di stato in luogo, espresso soprattutto con la
preposizione in e il caso ablativo.
ES.
Ubi est agricola? – Nescio.
Dov’è (si trova) il contadino? – Non lo so
In villa multae columbae sunt. Nella fattoria ci sono molte colombe
Il verbo sum come copula e come predicato verbale in latino può essere sottinteso, soprattutto in
sentenze e proverbi.
ES.
Ubi concordia (est), ibi victoria (est). Dove c’è la concordia, lì c’è vittoria
Nemo patriam, quia magna (est), amat, sed quia sua (est). (Sen.)
Nessuno ama la patria perché è grande, ma perché è la sua.
LAVORIAMO INSIEME

d.
e.
f.
g.
Traduci sul quaderno dopo aver fatto l’analisi logica:
a. Silva feris grata est.
b.
Superbia discordiarum causa est.
c.
In Germania multae silvae sunt.
Agricolarum vita magistra parsimoniae est.
In Italia sunt dearum statuae.
Gli abitanti delle isole sono marinai e contadini.
La vita operosa delle ragazze è maestra di saggezza.
IL VERBO: LE CONIUGAZIONI
In latino, a differenza dell’italiano, esistono quattro coniugazioni, che si distinguono in base alla
terminazione dell’infinito presente.
1. I con. ha l’infinito in -āre: laudare (lodare), amare (amare), imperare (comandare).
2. II con. ha l’infinito in -ēre. habēre (avere), monēre (ammonire), docēre (insegnare).
3. III con. ha l’infinito in -ĕre: legĕre (leggere), dicĕre (dire), ducĕre (condurre).
18
4. IV con. ha l’infinito in -īre: audire (udire), venire (venire), dormire (dormire).
Per poter coniugare un verbo è necessario conoscere il suo paradigma (parola che deriva dal greco
e che significa «modello»), ossia l’insieme delle cinque voci fondamentali del verbo, quelle cioè da
cui si formano tutti i tempi verbali.
Sul dizionario, queste voci sono riportate in un ordine fisso, che è il seguente:
- la prima persona singolare del presente indicativo;
- la seconda persona singolare del presente indicativo;
- la prima persona del perfetto indicativo;
- il supino attivo;
- l’infinito presente.
Il paradigma del verbo amāre è il seguente: amo, amas, amavi, amatum, amare.
amo
( = io amo )
1ª pers. pres. ind.
amas
( = tu ami )
2ª pers. pres. ind.
amavi
( = io amai= )
1ª pers. perf. ind.
amatum
( = amato )
supino
amare
( = amare )
infinito pres.
A differenza del verbo italiano, di cui sul dizionario è riportato l’infinito, per il verbo latino in
genere è riportata per intero solo la prima voce del paradigma, ossia la 1ª persona del presente
indicativo; delle altre voci è riportata la terminazione.
I coniugazione: amo, -as, -avi, -atum, -are ( = amare).
II coniugazione: teneo, -es, -ui, tentum, -ēre ( = tenere)
III coniugazione: lego, -is, legi, lectum, -ĕre ( = leggere)
IV coniugazione: audio, -is, -ivi, -ītum, īre ( = udire)
Per cercare sul dizionario il significato di un verbo, dovrai individuare la prima persona del presente
indicativo, forma che ricavi aggiungendo al tema del verbo (am-) la desinenza propria di questa
voce verbale (-o): amo.
PRESENTE, IMPERFETTO E FUTURO
PRESENTE
Am- o
Leg- o
Aud- io
as
eas
is
is
at
eat
it
it
amus
eamus
imus
imus
atis
eatis
itis
itis
ant
eant
unt
iunt
Am- abam
IMPERFETTO
Mon- eo
Mon- ebam
Leg- ebam
Aud- iebam
abas
ebas
ebas
iebas
abat
ebat
ebat
iebat
abamus
ebamus
ebamus
iebamus
abatis
ebatis
ebatis
iebatis
abant
ebant
ebant
iebant
19
FUTURO SEMPLICE
Am- abo
Mon- ebo
Leg- am
Aud- iam
abis
ebis
es
ies
abit
ebit
et
iet
abimus
ebimus
emus
iemus
abitis
ebitis
etis
ietis
abunt
ebunt
ent
ient
LAVORIAMO INSIEME
1.
Individua e trascrivi sul quaderno i paradigmi dei seguenti verbi
(indicando a che coniugazione appartengono):
adornare; confermare; trovare; obbedire; uccidere; meritare; annunciare;
assediare; cantare; correre; dilettare; coltivare; preparare; combattere,
comandare; distruggere; inviare; chiamare; imparare; muovere; piegare;
resistere, pronunciare
2. Dei verbi evidenziati prova a ripetere presente, imperfetto e futuro semplice indicativo, prima
seguendo la tabella, poi senza aiuto!
3. Scrivi sopra ogni verbo, la coniugazione di appartenenza (I, II, III, IV).
habēre - amare - monēre - vivĕre - exercēre - narrare - audire - dicĕre - tacēre - servire.
4. Evidenzia, fra le tre proposte, la traduzione esatta.
sunt
domatis
censemus
quaerit
aperis
sentimus
io sono
voi domate
noi stimiamo
egli domanda
tu apri
essi sentono
noi siamo
essi domano
essi stimano
tu domandi
apri!
noi sentiamo
essi sono
egli doma
tu stimi
domandate!
egli apre
io sento
5. Analizza e traduci le voci verbali seguenti.
Paradigma
amant
Modo
Tempo
Persona
Traduzione
ind.
pres.
III p.p.
(essi) amano
circumdabant
curat
celebrabam
decertamus
20
ignorabitis
exornabat
recreabas
delebat
florebis
arcetis
habebunt
delebatis
desĕre
exponebamus
occumbent
occumbunt
tribuebatis
tribuet
custodiebam
dormibamus
erudiebas
sentient
LA SECONDA DECLINAZIONE IN -US
I nomi in –us sono quasi tutti maschili. Per sapere quali sono i femminili si consulta il dizionario.
Sono femminili ad esempio i nomi di piante (pirus, i = il pero; cerasus, i = il ciliegio) e i nomi
geografici di origine greca (Rhodus, i = Rodi; Aegyptus, i = Egitto)
CASO
FUNZIONE SING.
TRAD.
PLUR.
TRAD.
Nominativo
sogg.
lup -us
il lupo
lup -i
i lupi
Genitivo
c. spec.
lup -i
del lupo
lup -orum
dei lupi
Dativo
c. term.
lup -o
al lupo
lup -is
ai lupi
Accusativo
c. o.
lup -um
il lupo
lup -os
i lupi
Vocativo
c. voc.
lup -e
oh lupo
lup -i
oh lupi
Ablativo
c. comp., …
lup -o
con il lupo
lup -is
con i lupi
21
CONFRONTIAMO LE DECLINAZIONI
CASO
SING. I
SING. II
PLUR. I
PLUR. II
Nominativo
ros-ă
lup -us
ros -ae
lup -i
Genitivo
ros -ae
lup -i
ros -arum
lup -orum
Dativo
ros -ae
lup -o
ros -is
lup -is
Accusativo
ros -am
lup -um
ros -as
lup -os
Vocativo
ros -ă
lup -e
ros -ae
lup -i
Ablativo
ros -ā
lup -o
ros -is
lup -is
CASO
SING. I
SING. II
PLUR. I
PLUR. II
Nominativo
-ă
-us
-ae
-i
Genitivo
-ae
-i
-arum
-orum
Dativo
-ae
-o
-is
-is
Accusativo
-am
-um
-as
-os
Vocativo
-ă
-e
-ae
-i
Ablativo
-ā
-o
-is
-is
LAVORIAMO INSIEME
Scrivi sul quaderno la declinazione dei seguenti vocaboli della II
declinazione: ramus, fagus, servus, nidus, agrus, pirus, pinus, numerus, legatus, cervus, ventus,
medicus, equus, philosophus, rivus.
2.
3.
Dopo aver fatto l’analisi logica, traduci le seguenti frasi:
I filosofi curano le malattie dell’animo.
Mario è un medico.
Trad.
Trad.
22
I cavalli obbediscono sempre all’agricoltore.
Il vento muove i rami dei pioppi e dei faggi.
Trad.
Trad.
Servus agno herbam horti dabat.
Populi umbra poëtae placet.
Trad.
Trad.
Servi sagittis lupos vulnerant.
Fluvii et rivi aqua equum delectat.
Trad.
Trad.
Sapientia serenam vitam philosophis parat.
Germaniae populi Rheni ripas incolunt.
Trad.
Trad.
Servus cum amico et ancillā ambulat.
Romani pugnarum fragorem amant.
Trad.
Trad.
Darius victoriarum gloriam bramat.
Vitam regit fortună, non sapientiă
Trad.
Trad.
IL C. DI COMP. E UNIONE
Il c. di compagnia è usato con le persone e gli animali, quello di unione con ciò che è inanimato e
risponde alle domande: Con chi? Con che cosa? In ambedue i casi il costrutto usato è cum +
ablativo; possono essere usate le locuzioni prepositive simul cum e una cum, cioè insieme con. Se
si vuole esprimere una non compagnia o una non unione si usa, al posto di cum, sine (senza).
ES.
Veniam simul cum fratre meo.
__________________________________________
Pervenit cum multis floribus.
__________________________________________
Musam cum lirā vidi.
__________________________________________
Marius una cum filio ludebat.
__________________________________________
Nemo sine amicis felix est.
__________________________________________
23
IL C. DI MEZZO O STRUMENTO
Il c. di mezzo esprime il mezzo attraverso cui viene compiuta l'azione e risponde alle domande: Con
che mezzo? Grazie a quale strumento? Esso ha due forme:
1. Se si riferisce a oggetti inanimati, va in ablativo semplice, cioè senza preposizioni.
ES.
Ulixes ingenio Troianos illudit.
__________________________________________
Miles pugnat hasta.
__________________________________________
2. Se si riferisce ad una persona o a un animale, si usa il costrutto per + accusativo.
ES.
Delphos litteras per duos legatos mittam.________________________________________
IL C. DI ARGOMENTO
Il c. di argomento è utilizzato quando si vuole indicare l'oggetto di cui si parla o si scrive e in
italiano risponde alle domande: di quale argomento? In latino il complemento di argomento si trova
espresso con de + ablativo. Inoltre viene utilizzato per definire i titoli delle opere letterarie, dato che
hanno la funzione di specificare l'argomento del testo.
ES.
Marcus cum amicis suis de otio disceptat ____________________________________
Philosophus de antiquis fabulis narrabat ____________________________________
De gustibus non disputandum ______________________________________
De Bello Gallico / De Amicitia _____________________________________
IL C. DI MODO O MANIERA
Il c. di modo esprime la maniera con cui è compiuta l'azione e risponde alla domanda: In che modo?
Per esso va usato il costrutto cum + ablativo. Se è presente un aggettivo, o esso si pone prima del
cum oppure quest'ultimo viene omesso lasciando il c. in ablativo semplice. Il complemento di modo
può essere sostituito da un avverbio di modo.
ES.
Catilina cum furore pugnabat. ______________________________________
Servus advolat magna (cum) celeritate. ______________________________________
Mater puero cum dulcedine canebat. ______________________________________
Mater puero dulciter canebat. _____________________________________
LAVORIAMO INSIEME
Dopo aver diviso con una “/” il periodo in proposizioni (seguendo la
punteggiatura forte “. ; : ! ?”) affronta una frase per volta: evidenzia il verbo, sottolinea il
soggetto, cerca il c.o. e gli altri compl., scrivendo sopra ogni parola il caso; quindi traduci la
frase e passa alla successiva. Attenzione: nelle versioni le frasi hanno un legame, non tradurre
senza pensare al significato del testo!
24
In mancanza di un dizionario, puoi usare i seguenti link. Ricorda: trovi i nomi con il nom. sing.;
i verbi con la I p.s. pres. ind.; gli avverbi sono invariabili http://www.dizionario-latino.com.
I pirati: Piratae minis et insidiis parvae insulae incolas saepe terrebant. Quare (= perciò) matronae
et puellae caelicolum reginam orabant et in ara deis deabusque candidas agnas sacrificabant.
Quondam piratae ad insulae oras appellunt; nonnullas (= alcune) feminas sicis necant et nonnullas
puellas raptant. Tum (= allora) nautae et agricolae, insulae incolae, contra piratas strenue pugnant et
patriam liberant, dum (= mentre) omnes (= tutti) cum laetitia exsultant.
L’aquila e l’usignolo: Aquila volabat et dicebat: “Regina sum: alis rapide evolo, rostri set ungulis
terrarum beluas et aves (= uccelli) terreo”. Respondet luscinia: “Amica, beluas et aves terrere
malum (= malvagio) consilium est. Malitia et nequitia neque (= nè) gloriam parant neque te (= te,
acc.) gratam reddunt. Ego (= io) regina non sum; tame quod (= poiché) suaviter cano, beluas non
terreo, sed delecto”.
IL C. DI COMP. E UNIONE: PARTICOLARITÀ
Con i pronomi di persona, il cum diventa un'enclitica che si attacca all'ablativo. Un residuo di
questa forma è rimasto in italiano nelle parole meco, teco e seco.
Ego tecum stabo si tu mecum stabis. [Io starò con te se tu starai con me.]
Dei semper nobiscum sunt. ___________________________
Mala semper vobiscum sunto! _______________________
Marcus et Lydia secum illum canem tinuerunt. ______________________________
Hera semper sola est: numquam Iuppiter eacum est! ___________________________
LA SECONDA DECLINAZIONE IN -ER
CASO
FUNZIONE
SING.
TRAD.
PLUR.
TRAD.
Nominativo
sogg.
puer
il ragazzo
puer-i
i ragazzi
Genitivo
c. spec.
puer-i
del ragazzo
puer-orum
dei ragazzi
Dativo
c. term.
puer-o
al ragazzo
puer-is
ai ragazzi
Accusativo
c. o.
puer-um
il ragazzo
puer-os
i ragazzi
Vocativo
c. voc.
puer
oh ragazzo
puer-i
oh ragazzi
Ablativo
c. comp., …
puer-o
con il ragazzo
puer-is
con i ragazzi
25
La declinazione dei nomi in –er è di due tipi:
1. appartengono al primo tipo i nomi in cui la e del nominativo singolare compare in tutta la
declinazione, come socer, soceri = il suocero; gener, generi = il genero; armiger, armigeri =
l’armigero;
2. appartengono al secondo tipo i nomi, più numerosi, in cui la e del nominativo singolare compare
solo al vocativo singolare come ager, agri = il campo; aper, apri = il cinghiale; magister,
magistri = il maestro.
Nota bene
1. I sostantivi in -er presentano la stessa declinazione dei nomi in -us tranne che per la forma del
nominativo e del vocativo singolare che è identica
2. Un'unica parola vir “ l'uomo (maschio), marito” presenta la terminazione in -ir: questo e i suoi
composti (triumvir- triumviro; decemvir- decemviro; duumvir- duumviro) seguono la declinazione
delle parole in -er salvo che per quanto riguarda il nominativo e il vocativo singolare
LAVORIAMO INSIEME
Declina sul quaderno le seguenti parole: ager, magister, vir, signifer
Traduci le seguenti frasi
Ager villaeque incendiis (per gli incendi)
fumabant
Gli uomini passeggiano con i fanciulli
Trad.
Trad.
Pueros corrumpunt vitiorum exempla
Alfiere, posa (pone) l'insegna, qui (hic) staremo
benissimo
Trad.
Trad.
Fumus ex (dagli) incendiis villarum agrorumque La Sfinge (Sphynx) danneggiava i campi dei
in oculos venit
Tebani
Trad.
Trad.
LA SECONDA DECLINAZIONE: IL NEUTRO IN -UM
Alla seconda declinazione, oltre ai nomi maschili e femminili, appartengono anche i nomi neutri
(scomparsi in italiano) la cui flessione differisce solamente dalla forma in -us solo al nominativo e
al vocativo singolare (desinenza -um) e al nominativo, vocativo e accusativo plurale (desinenza -a)
CASO
FUNZIONE SING.
TRAD.
PLUR.
TRAD.
Nominativo
sogg.
templ-um
il tempio
26
templ-a
i templi
Genitivo
c. spec.
templ-i
del tempio
templ-orum
dei templi
Dativo
c. term.
templ-o
al tempio
templ-is
ai templi
Accusativo
c. o.
templ-um
il tempio
templ-a
i templi
Vocativo
c. voc.
templ-um
oh tempio
templ-a
oh templi
Ablativo
c. comp., …
templ-o
con il tempio
templ-is
con i templi
Come nella I declinazione, anche nella seconda vi sono:
 pluralia tantum:
tra cui molti nomi di città :Delphi, - orum (m) Delfi; Pompeii, -orum (m) Pompei; Puteoli,- orum
(m) Pozzuoli
e nomi comuni: arma,- orum (n.) armi; hiberna,- orum (n) i quartieri d'inverno; inferi,orum (m) gli
dei inferi; liberi, -orum (m) i figli; spolia, -orum (n) il bottino
 singularia tantum:
in particolare le parole che indicano le materie: aurum (oro); argentum (argento), plumbum
(piombo) e pochi altri come pontus (mare) e letus (morte)
 e parole il cui significato differisce tra singolare e plurale
auxilium, -i (n), l'aiuto
auxilia, -orum (n), le truppe ausiliarie
castrum, -i (n), il fortino
castra, -orum (n), l'accampamento
impedimentum, -i (n), l'impedimento
impedimenta, -orum (n), i bagagli
ludus, -i (m), il gioco, la scuola
ludi, -orum (m), gli spettacoli pubblici
LAVORIAMO INSIEME
Traduci le seguenti espressioni in latino
Agli amici
Il cibo (ogg.)
I pioppi (sogg.)
Ai prigionieri
Trad.
Trad.
Trad.
Trad.
Con gli esempi
Le spade (ogg.)
Ai cavalli
Gli allori (ogg)
Trad.
Trad.
Trad.
Trad.
Delle guerre
Oh cielo!
Ai fanciulli
Negli occhi
Trad.
Trad.
Trad.
Trad.
27