ALFABETO, PRONUNCIA, ACCENTI L’alfabeto latino ha ventiquattro lettere, tre lettere in più di quello italiano (k, x, y. ) L’uso della maiuscola era per i nomi propri e i vocaboli da essi derivati, tranne i verbi: es. Corinthus, Corinto; Corinthius, di Corinto; l’esercito romano = Exercitus Romanus Nella scuola italiana, si usa tradizionalmente la pronuncia scolastica, che è derivata da abitudini più tarde e che ci è stata tramandata dalla Chiesa attraverso i testi liturgici. Le differenze rispetto alla pronuncia dell’italiano sono: h è muta: hedera = edera; mihi (a me) = mii y ha lo stesso suono della i: gypsum (gesso) = gipsum ph si pronuncia f: elephantus (elefante) = elefantus gl si pronuncia sempre come nella parola italiana “gloria”, mai come in “migliore” ti seguito da una vocale si pronuncia zi, quando la i non è accentata e non è preceduta da s, t, x: amicitia = amicizia; bestia = bestia; totíus (di tutto) = totíus I dittonghi ae e oe si pronunciano e: caelum = celum; Caesar = Cesar; poena = pena ae e oe si pronunciano come sono scritti quando la dieresi (¨), posta sulla seconda vocale, segnala la presenza di uno iato (divisione delle lettere): poëta = poeta; aër = aer Nella lingua latina ai cinque segni vocalici A, E, I, O, U corrispondevano dieci suoni, perché ogni vocale poteva essere pronunciata con due durate diverse: 1 le vocali che venivano pronunciate più rapidamente sono definite vocali brevi e sono convenzionalmente indicate dal segno ˘: ă, ĕ, ĭ, ŏ, ŭ le vocali la cui pronuncia durava di più sono chiamate vocali lunghe e sono indicate dal segno ¯: ā, ē, ī, ō, ū. es.: mălum si pronuncia malum “il male” mentre mālum si pronuncia maalum “la mela” Quando si trova una sillaba con accento breve, si deve pronunciare la parola con l’accento sulla vocale precedente. Quando invece la sillaba contiene un accento lungo, allora è lì che cade l’accento della parola. es. anĭmal si legge ànimal non animàl; perītus si legge perìtus non pèritus Oltre alla quantità delle vocali, esiste una quantità delle sillabe (durata della pronuncia). Una sillaba che termina in vocale si dice aperta, una sillaba che termina in consonante si dice chiusa. Le sillabe chiuse sono sempre lunghe; quelle aperte sono brevi se la vocale che contengono è breve, altrimenti sono lunghe; in genere, una vocale seguita da un’altra vocale è breve. La quantità delle vocali è indicata sul vocabolario. Di solito una vocale seguita da un’altra vocale è breve, mentre i gruppi au, eu, ae, oe sono considerati lunghi. es.: filĭus = fìlius; poena = pèna RICORDA! In latino l’accento non cade quasi mai sull’ultima sillaba e mai oltre la terzultima sillaba, perciò: nelle parole di due sillabe cade sempre sulla prima es.: malum = màlum; terra = tèrra; homo = hòmo nelle parole di tre o più sillabe l’accento cade: - sulla penultima sillaba se questa è lunga es.: catīnus = catìnus (piatto) - sulla terzultima sillaba se la penultima è breve es.: pocŭlum = pòculum (bicchiere) LAVORIAMO INSIEME 1. Leggi le seguenti parole latine e prova a individuare di ciascuna la sua trasformazione in italiano. aqua poena animal modestia familia magister prudentia civitas templum spectator tribunal populus domina tabula vultus speculus virtus frater Leggi le seguenti parole latine. pecunĭae invenĭmus deae ludōrum Tibĕris habēmus libĕrat obsidiōnis pastōrum dextĕra auxilium preacipŭe reliquĭae relĭquae dixĭmus Aegyptus 2 triumphus tabŭla seditĭo respondēre iacēre venērunt caelis anĭmus respondĕo dextĕra Britanni spectacŭlis proëlĭum historĭis sollicĭto Neapŏlis Darīus crustŭlum dignĭtas cerăsus aedes explorātor thermae hirundo glacies haec 1. oboedīre iustitĭa divitĭae invenĭo clamōrem debēre fortūna indignŭs regnātor sententĭa aequĭtas poëta poena thesaurus sphaera anulus consolatio felix neglegentĭae littĕris galĕa divitiārum gladĭum indolentĭa philosophĭa indocĭlis trāma lorīca luxus Cyrus Thebae Hannibal Poeni Alexander Maximus mandūco guttur cunĕus gratĭis amicitĭa perītus scribĕre persuadēre denŏto suspĭcax gravĭter admŏdum aetērnus habēre tribuĕre velox habĭlis proxĭmus magnopĕre amoenas lacrĭmas appropinquo imperĭum caedes gratuītus tēla regĕre persōna adsto mortĭfer cadĕre ridēre aspere prudens melior aveho olĕum filĭus praeceptum inventiōnum sententiārum impedimentum protĕgo ignōrans movēre sordĭdus deinde breviter celeriter caecus neglĕgens aenĕus gradātim propitĭus pullus Leggi ad alta voce secondo le regole dell’accentazione latina. dimītti – quaesīvi – Cĭcero – Graecus – vitae – longius – diligēntior – coepi – divitiae – capĕre – gratias – philosophiae – exceptionem – mentior – oboedio – praefectus legionis – scaena – video – consultatio – beatus – diutius – pulvīnar – eo – veneratio – moveo – ignominia – frigus – suppono Mulieres – senatus – instrŭit – monēre – orto – mactatus – insŭla – perspĭcax – aridus – orbita – adūsmo – mendacium – iustĭtĭa – nullīus – columba – habitus – praedones – roboris – oculus – oppidum – tributum – imitatio - supplĕo – maritimus – indignē– index – sitĭens – commūni – amavēre – possumus – recentes – omnĭbus – impĕtum – auxēre – Romāni – pupulusque – foeda – irascĕrer – ponĕre – amicitiaque – Tarentum – fecērunt – philosophĭa. 2. Dopo aver ascoltato la lettura fatta in classe, segna gli accenti e prova a leggere Gallia est omnis divisa in partes tres, quarum unam incolunt Belgae, aliam Aquitani, tertiam qui ipsorum lingua Celtae, nostra Galli appellantur. Hi omnes lingua institutis legibus inter se differunt. Gallos ab Aquitanis Garunna flumen, a Belgis Matrona et Sequana dividit. Horum omnium fortissimi sunt Belgae, propterea quod a cultu atque humanitate Provinciae longissime absunt minimeque ad eos mercatores saepe commeant atque ea quae ad effeminandos animos pertinent important proximique sunt Germanis qui trans Rhenum incolunt, quibuscum continenter bellum gerunt. Qua de causa Helvetii quoque reliquos Gallos virtute praecedunt, quod fere cotidianis proeliis cum Germanis contendunt, cum aut suis finibus eos prohibent aut ipsi in eorum finibus bellum. Eorum una pars, quam Gallos obtinere dictum est, initium capit a flumine Rhodano, 3 continetur Garunna flumine Oceano finibus Belgarum, attingit etiam ab Sequanis et Helvetiis flumen Rhenum, vergit ad Septentriones. Belgae ab extremis Galliae finibus oriuntur, pertinent at inferiorem partem fluminis Rheni, spectant in Septentrionem et Orientem solem. Aquitania a Garunna flumine ad Pyrenaeos montes et eam partem Oceani quae est ad Hispaniam pertinent; spectat inter occasum solis et Septentriones. SERMO COTIDIANUS Salve! Ave! Bonum diem. Bonum vesperum. Bonam noctem. Vale. Ut vale? Optime. Bene. Satis bene. Non ita bene. Pessime. Gratias (vobis/tibi) ago. LATINO E ITALIANO A CONFRONTO L’italiano è la lingua neolatina che si è conservata più vicina all’originaria forma latina. Data tale somiglianza tra le due lingue, spesso è facile comprendere il senso di semplici testi latini dalla sola lettura, anche senza conoscenze grammaticali specifiche. Italia paeninsula est et in Europa est.. L’Italia è una penisola ed è in Europa. Rana est in stagno. La rana è nello stagno. Bisogna però fare attenzione ai “falsi amici” del latino, ossia quelle parole che hanno suono simile ma significato diverso. Per evitare traduzioni incomprensibili o fraintendimenti, è necessario utilizzare sempre (almeno all’inizio) il vocabolario. es. Coma = chioma. Da qui l’aggettivo italiano “cometa”, la stella con la chioma. Copia = abbondanza. E’ rimasto nell’aggettivo “copioso”. Habitus = forma, aspetto, temperamento. Mittere = lasciar andare, lasciare partire. Per questo colui che spedisce è il mittente. Mandare = incaricare qualcuno di fare qualcosa. E’ rimasto nel termine “mandato”. Captivus = prigioniero. Da qui deriva il termine “cattività”. Frasi falsamente amiche. Mutatis mutandis = cambiati i presupposti (e non: cambiate le mutande!) 4 I Vitelli dei romani sono belli = Va, o Vitellio, al suono di guerra del dio romano. Cane Nero magna bella persica = Canta, o Nerone, le grandi guerre persiane. I CASI In latino, come in italiano, in una parola possiamo distinguere: La radice, cioè la sua parte invariabile Italiano = port-a; tavol-o; bell-o. Latino = de-a; fili-us; bon-i; viv-o. La desinenza, che si aggiunge alla radice e modifica la forma della parola, ad esempio a seconda del genere e del numero dei nomi o negli aggettivi, oppure a seconda del modo, del tempo e della persona nei verbi Italiano = port-a; tavol-o; bell-o. Latino = de-a; fili-us; bon-i; viv-o. In latino non esistono gli articoli, né le preposizioni articolate. La funzione logica di un nome nella frase è indicata dalle differenti terminazioni che il nome stesso può assumere, a seconda che funga da soggetto, c. oggetto, c. di specificazione e così via. In italiano la desinenza cambia solo per indicare genere o numero (es. bambino - bambina - bambini - bambine), mentre non vi sono cambiamenti di desinenza quando i nomi vengono usati con funzioni logiche diverse (ad esempio soggetto o complemento): è la posizione del nome nella frase, insieme all’uso degli articoli e delle preposizioni (semplici o articolate), a far riconoscere la funzione assunta dal nome. Nelle seguenti sei frasi latine, la parola rosa compare con funzione di volta in volta diversa, segnalata da una differente terminazione o uscita (-a, -ae, -am, ecc.). Nota come in italiano la forma della parola rosa non cambia mai: 1. Rosâ pulchra est. = La rosa (soggetto) è bella (nome del predicato). 2. Amo odorem rosae. = Amo il profumo della rosa (complemento di specificazione). 3. Do aquam rosae. = Do l’acqua alla rosa (complemento di termine). 4. Carpo rosam. = Colgo la rosa (complemento oggetto). 5. Rosâ, pulchra es! = O rosa (complemento di vocazione), sei bella! 6. Orno mensam rosã. = Orno la tavola con una rosa (complemento di mezzo). Le forme assunte dal nome per indicare la sua funzione logica si chiamano casi. I casi latini sono sei per il singolare e sei per il plurale, e hanno ciascuno un nome a seconda della funzione che esprimono, come risulta dal seguente schema. NOME DEL CASO FUNZIONE LOGICA nominativo soggetto – nome del predicato – c. predicativo del soggetto genitivo c. di specificazione dativo c. di termine accusativo c. oggetto – c. predicativo dell’oggetto vocativo c. di vocazione ablativo c. di mezzo e altri c. introdotti o meno da preposizioni 5 RICORDA! Il soggetto è chi compie l’azione espressa da un verbo di forma attiva; chi subisce l’azione espressa da un verbo di forma passiva; chi compie e contemporaneamente subisce gli effetti della propria azione espressa da un verbo riflessivo; chi viene descritto da una parte nominale. I complementi sono espansioni della frase minima (composta da soggetto + verbo) e servono a completare il senso della frase. Essi possono essere diretti, ossia non introdotti da preposizione (per es. il c. oggetto), indiretti, ossia quelli preceduti da preposizione. I complementi si riconoscono attraverso la preposizione che li introduce, il significato del verbo, il contesto. Di conseguenza, le domande da porsi saranno ogni volta diverse e da esse dipenderà il riconoscimento del complemento. LAVORIAMO INSIEME 1. Fai l’analisi logica delle seguenti frasi e indica quale caso latino si deve usare per tradurre. Ieri l’insegnante ci ha interrogato sugli ultimi due capitoli di storia. 2. Le ho offerto un passaggio ma l’ha rifiutato dicendo che preferiva andare a piedi. 3. Questo nuovo computer ha un processore velocissimo. 4. Da quanti anni suoni il violino? Io lo suono da pochissimo tempo. 5. Il treno che collega Firenze a Milano è spesso in ritardo. 6. Quei pacchi sono molto pesanti: mi daresti una mano a portarli lì dentro? 7. Appena lo vidi, corsi subito ad abbracciarlo perché erano anni che non lo incontravo. 8. Quando verrai a trovarci? Perché non approfitti del prossimo fine settimana? 6 9. Mio nonno ripete sempre che ai suoi tempi si viveva meglio 10. Ci sono delle mele sul tavolo della cucina che vanno sistemate in frigorifero. 11. Gianni, che aveva paura del buio, si perse nella caverna durante la gita. Nelle seguenti frasi italiane analizza la funzione logica degli elementi sottolineati e indica a quale caso corrisponde in latino, aiutati con la prima frase già analizzata. a. Gli sposi (soggetto)(caso nom.) offriranno un rinfresco (c.o.) (caso acc.) a parenti e amici (compl. di ter.) (caso dat.). b. A Ugo (………………..) (caso …………) non piacciono le magliette sportive (………………..) (caso …………) che (………………..) (caso …………) hai comprato. c. Con il vicino (………………..)(caso …………) di casa (………………..)(caso …………), salirono al sesto piano (………………..)(caso …………) del palazzo (………………..)(caso …………) con l’ascensore (………………..) (caso …………). d. O Anna (………………..)(caso …………), fai i compiti (………………..)(caso …………). e. Ho spedito le foto (………………..)(caso …………) agli amici (………………..)(caso …………) di Verona (………………..)(caso …………). f. Mario (………………..)(caso …………) è stato multato per eccesso (………………..)(caso …………) di velocità (………………..)(caso …………). g. Farò le prove (………………..)(caso …………) del concerto (………………..)(caso …………) nell’atrio (………………..)(caso …………) della scuola (………………..)(caso …………). h. Incontreremo un amico (………………..)(caso …………) in piazza (………………..)(caso …………) domani sera (………………..)(caso …………) e con lui (………………..)(caso …………) andremo allo spettacolo (………………..)(caso …………) di Sergio 7 (………………..)(caso …………), il nostro compagno (………………..)(caso …………) di classe (………………..)(caso …………). i. Le spine (………………..)(caso …………) delle rose (………………..)(caso …………) pungono le dita (………………..)(caso …………). j. A mia sorella (………………..)(caso …………) piacciono i film comici (………………..)(caso …………) e lei (………………..)(caso …………) li (………………..)(caso …………) ……) guarda spesso (………………..)(caso …………) k. Sara (………………..)(caso …………) è bella (………………..)(caso …………), ma risulta odiosa (………………..)(caso …………) per la sua vanità (………………..)(caso …………) LE DECLINAZIONI In latino nomi, aggettivi e pronomi presentano una struttura articolata in sei casi singolari e plurali, che viene definita declinazione. In particolare, i nomi sono raggruppati entro cinque categorie con caratteristiche immutabili. Le cinque declinazioni sono identificabili con certezza, osservando il genitivo singolare; e questo lo si ricava consultando il dizionario, che riporta sempre il sostantivo al nominativo e al genitivo singolare. Vocabolo Genitivo Traduzione I declinazione aurōra, aurōrae, f. -ae l’aurora II declinazione delphīnus, delphīni, m. -i il delfino III declinazione fulmen, fulmĭnis, n. -is il fulmine IV declinazione quercŭs, quercūs, f. -us la quercia V declinazione fĭdēs, fidĕi, f. -ei la fede LAVORIAMO INSIEME 1.Per ciascun nome indica la declinazione a cui appartiene. Ricorda che l’elemento determinante è il genitivo. èxitus – us légio, legiónis fortúna, ae memória, ae dóminus, i donum, i res, rei thesáurus, i corpus, córporis senátus, us vox, vocis portus, us 8 ars, artis epístula, ae fides, fidei Cerca nel vocabolario la traduzione latina dei seguenti nomi, trascrivi tutte le indicazioni che trovi e indica la declinazione a cui appartengono. 2. Nome Latino Genere Dec. Nome madre crudeltà cavaliere maestra alleato sentenza cane nemico allievo oro truppe patria uomo pace veste ninfa Latino genere Dec. LA PRIMA DECLINAZIONE I nomi della prima declinazione sono per la maggior parte femminili; pochi maschili, che designano persone o fiumi; nessun neutro. Hanno il nom. in –a e il gen. in –ae. CASO FUNZIONE SINGOLARE TRAD. PLURALE TRAD. Nominativo sogg. ros-ă la rosa ros -ae le rose Genitivo c. spec. ros -ae della rosa ros -arum delle rose Dativo c. term. ros -ae alla rosa ros -is alle rose Accusativo c. o. ros -am la rosa ros -as le rose Vocativo c. voc. ros -ă oh rosa ros -ae oh rose Ablativo c. comp., … ros -ā con la rosa ros -is con le rose Ci sono delle terminazioni uguali che corrispondono a casi diversi e, quindi, a funzioni logiche diverse. Così rosae può essere: genitivo singolare = della rosa; dativo singolare = alla rosa; nominativo plurale = le rose (soggetto); vocativo plurale = oh rose. Analogamente rosă può essere: nominativo singolare = la rosa (soggetto); vocativo singolare = oh rosa. Mentre rosis può essere dativo plurale = alle rose; ablativo plurale = con le rose. N.B. Dove la quantità non è indicata graficamente, solo il senso della frase permette di distinguere di quale caso si tratta. 9 RICORDA! CASO SINGOLARE PLURALE Nominativo -ă -ae Genitivo -ae -arum Dativo -ae -is Accusativo -am -as Vocativo -ă -ae Ablativo -ā -is LAVORIAMO INSIEME 1. Per ciascun nome, rifai lo schema sul quaderno (od oralmente). funzione caso singolare traduzione plurale traduzione soggetto c. di specificazione c. di termine c. oggetto c. vocativo c. di mezzo, compagnia nominativo genitivo dativo accusativo vocativo ablativo aquil - a aquil - ae aquil - ae aquil - am aquil - a aquil - a l’aquila dell’aquila all’aquila l’aquila o aquila con l’aquila aquil - ae aquil - arum aquil - is aquil - as aquil - ae aquil - is le aquile delle aquile alle aquile le aquile o aquile con le aquile statua = statua; regina = regina; puella = fanciulla; ancilla = ancella; fabula = favola; silva = foresta; ara = altare; scriba = scrivano; advena = straniero; incola = abitante. 2. Nelle forme che seguono indica caso e numero, scegliendo tra le alternative proposte. epistulae discipulis causarum insulas amicitiae nom. pl. nom. pl. gen. pl. dat. pl. dat. sin. gen. pl. gen. pl. abl. pl. acc. pl. acc. sin. dat. pl. dat. pl. dat. pl. abl. sin. voc. sin. magistră fabulam amică filiis lucernā gen. sin. dat. plu abl. sin. dat. sin. nom. sin. voc. sin. acc. sin. dat. sin. abl. pl. voc. sin. dat. sin. acc. pl. voc. sin. voc. pl. abl. sin. 3. Riscrivi lo schema sul quaderno e, per ogni parola data, compilalo. Se ci sono più possibilità indicale tutte. Latino agricolarum Caso e numero gen., plur. Funzione c. spec. Trad dei contadini Nom., Gen. Sing. agricola, agricolae agricolas; filiae; amicarum; ancillis ; togā; portae; aras; columbā; nautas; incolas; patriam; sententiae; piratarum; causam; perfugis; pilis, lyris; maestitae; silvarum; ruinis; villā. 4. Prova a tradurre prima dal latino in italiano, poi dall’italiano al latino. 10 umbrā silvarum vită poetae curae (nom.) nautae (gen.) agli abitanti dell’isola il motivo dell’ira con le cure del contadino 5. Traduci le seguenti frasi sul quaderno a. Curas iră excitabit (desterà) - b. Cum curā silvam Claudiă spectat (osserva) - c. Dominae irae causam ancillae nesciebant (ignoravano) - d. Famam victoriă paravit (ha procurato) nautis. - e. Parsimoniă agricolarum est (è) causă abundantiae. - f. Filiă cum ancilis in umbrā mensas amicis parabit (preparerà) - g. Poëtae libenter vitam fortunamque sacrabant (dedicavano) Musis. - h. Mală (la cattiva) ancillae memoriă dominae irae causă erit (sarà). 6. Traduci le seguenti frasi sul quaderno a. Lodiamo (laudamus) la memoria delle alunne. - b. Le allodole annunciano (nuntiant) l’aurora alla fanciulla. - c. Con una vittoria placheremo (placabimus) l’ira della dea della giustizia. d. La maestra insegna (docet) all’alunna la storia della patria. - e. L’aurora scaccerà (fugabit) le ombre della notte. - 7. Completa le frasi. Le ragazze raccolgono le viole. Maestra, dove è Viola? ………….... carpunt ………….... ……..…….., ubi est ……..……..? L’odore della viola è piacevole. Le aquile non mangiano l’erba. Odor ……..…….. gratus est. ……..…….. non edunt ……..…….. La palla è delle ragazze. Il colore della palla è vivace. ……..…….. est ……..…….. Color ……..…….. acer est. Il movimento diverte le ragazze. Una ragazza ha lanciato la palla. Motus delectat ……..…….. ……..…….. iactavit ……..…….. L’inimicizia creò delle battaglie. La via della giustizia conduce alla vittoria. ……..…….. generavit ……..…….. ……..…….. ……..…….. ducit ……..……….. 8. Con l'aiuto della traduzione, scegli il caso opportuno per completare correttamente il breve brano che segue. 11 Cleclia, data in ostaggio a Porsenna fra le altre fanciulle, di notte sfuggita dalla prigionia, superato il Tevere, liberò la patria dalla vergogna Cloelia/ Cloeliae/ Cloeliam inter ceterae/ ceteras/ ceteris virgines obses Porsenae/ Porsena/ Porsenam data, nocturno tempore custodiā/ custodiarum/ custodiae egressa, Tiberis traiecto, patria/patriae/patriam turpitudine liberavit. 9. Cruciverba! 9. Traduci in italiano le seguenti frasi. - Rosam pulchra puella matronae dat (dà) _________________________________________ - Rosam pulchram puella matronae dat. __________________________________________ 12 - Rosa, pulchra puella, matronae violam dat.______________________________________ Rosam pulchrae puellae matrona dat. __________________________________________ Rosam pulchrae puellae matrona dat. __________________________________________ Rosas pulchra puella matronarum dat. __________________________________________ IL VERBO ESSERE Osserva le seguenti frasi: (Ego) sum puellă Sono una fanciulla (Tu), puellă, es discipulă sedulă Tu, fanciulla, sei un’alunna diligente Discipulă cum magistrā in scholā est L’alunna è a scuola con la maestra (Nos) sumus puellae Siamo fanciulle (Vos), puellae, estis discipulae sedulae Voi, fanciulle, siete alunne diligenti Discipulae cum magistrā in scholā sunt Le alunne sono a scuola con la maestra Il verbo sum presenta le seguenti caratteristiche. È un verbo anomalo, ha cioè una coniugazione irregolare: presenta infatti nei tempi del presente due temi diversi, s- ed es- che in particolari condizioni si muta in er-. È anche un verbo difettivo, ossia mancante di alcuni modi o tempi: il gerundio, il supino e il participio presente. Come in italiano, è un verbo intransitivo e non ha, quindi, la forma passiva. Unito a un sostantivo o a un aggettivo forma il predicato nominale: Iulia puella laeta est = Giulia è una ragazza allegra Nell’esempio est costituisce la copula, mentre puella laeta è la parte nominale del predicato riferita al soggetto Iulia. Impiegato come predicato verbale può assumere, come in italiano, il significato di “appartenere”, esistere, esserci, trovarsi, esser presente, stare”: Erit rosa puellae formosissimae La rosa sarà (apparterà) alla fanciulla più bella Non est fortuna in terris Sulla terra la sorte non c’è (= non esiste). Non erat puella in casa La fanciulla non era (= non si trovava) nella capanna Osserva ora, qui di seguito, la coniugazione completa dell’indicativo presente, imperfetto e futuro semplice del verbo sum. INDICATIVO PRESENTE IMPERFETTO FUTURO sum io sono eram io ero ero io sarò es tu sei eras tu eri eris tu sarai est egli è erat egli era erit egli sarà sumus noi siamo erāmus noi eravamo erĭmus noi saremo estis voi siete erātis voi eravate erĭtis voi sarete sunt essi sono erant essi erano erunt essi saranno 13 LAVORIAMO INSIEME 1. MODO Analizza e traduci le seguenti voci verbali del verbo sum: TEMPO PERSONA eras erunt sumus eram ero es eramus eritis est erant noi saremo tu sei egli era io sarò essi sono io sono voi sarete tu eri egli sarà noi eravamo 2. Fai l’analisi logica e traduci le seguenti frasi: Magnae sunt poëtarum gloriă et athletarum famă Trad. 14 NUMERO TRADUZ. Discordiă et imprudentia incolarum semper causă pugnae in patria erunt Trad. Deae Minērvae oleae carae erant Trad. Vită agricolae olim miseră erat Trad. Nostrārum insulārum multae orae pulchrae et amoenae sunt Trad. Vestrae amicitiae memoriă semper grată erit Trad. Tuae epistulae magnae laetitĭae causă erunt Trad. Pulchrae nymphae silvārum incŏlae erant Romae magnă ruină es Catilină! Trad. Multae divitiae semper ruinae causă sunt Trad. Patriae ruină semper tristitiae causă incŏlis erit Trad. 15 PARTICOLARITÀ DELLA I DECLINAZIONE Nella prima declinazione ci sono alcuni nomi che presentano delle particolarità: Il nome familia ha come gen. sing., oltre alla forma familiae, anche la più rara familias, usata davanti a pater, patris, m. ("padre"), mater, matris, f. ("madre”) ES. pater familias , mater familias = padre di famiglia; madre di famiglia. Alcuni nomi di origine greca hanno il gen. plur. In-um anziché in -arum. ES. amphora, amphorum; drachma, drachmum I nomi idea, filia, liberta (anche equa e mula) nel dat. e abl. plur., invece che la terminazione -is, possono presentare anche -abus. ES. Diis et deabus = agli dei e alle dee; Filiis et filiabus = ai figli e alle figlie Alcuni nomi in latino (come in italiano “le nozze”) hanno solo il plurale. Questi nomi sono detti (nomina) pluralia tantum ( = nomi soltanto plurali).Tra i più usati: ES. deliciae, -arum = delizia; indutiae, -arum = la tregua; divitiae, -arum = ricchezza (a volte ricchezze); insidiae, -arum = insidia; minae, -arum = minaccia (a volte minacce); nuptiae, -arum = le nozze; Athenae, -arum = Atene; Syracusae, -arum = Siracusa N.B. Con i pluralia tantum predicato, copula e nome del predicato vanno al plurale. ES. Athenae clarae sunt. Atene è famosa Alcuni nomi cambiano significato dal singolare al plurale. Tra i più frequenti: copia, -ae littera, -ae vigilia, -ae fortuna, -ae opera, -ae aqua, -ae = abbondanza = lettera dell’alfabeto = turno di guardia = sorte = opera, lavoro = acqua copiae, -arum = litterae, -arum = vigiliae, -arum = fortunae, -arum = operae, -arum = aquae -arum = truppe lettera/letteratura sentinelle ricchezze operai terme Alcuni nomi hanno significato positivo o negativo in base al contesto (VOX MEDIA): ES. fortuna, -ae =sorte audacia, -ae =audacia turba, -ae = folla fortuna o sfortuna coraggio o sfrontatezza moltitudine o sommossa, rivolta 16 LAVORIAMO INSIEME 1. Traduci dopo aver fatto l’analisi logica: Saepe divitiae perniciosae (dannose) sunt. Discipula pöetae fabulam legit (legge). Trad. Trad. Sardinia insula est. Historia vitae magistra est. Trad. Trad. Puella magistrae sententias audit (ascolta). Olea Minervae sacra erat. Trad. Trad. Procellae non gratae sunt agricolae. Scribae narrant (narrano) historiam puellis. Trad. Trad. Minerva è la dea della sapienza. Ascoltate (Audite), oh ragazze, le maestre. Trad. Trad. La maestra loda (laudat) l’operosità . Le figlie della maestra sono belle. Trad. Trad. Il poeta recita (narrat) una favola alle ragazze. Le insidie dei pirati sono causa della rovina dei marinai. Trad. Trad. Le aquile inseguono (agitant) le colombe. Le rose dei boschi sono belle. Trad. Trad. 17 IL PREDICATO NOMINALE Il verbo sum può avere due funzioni: copula e predicato verbale. In quanto copula, accompagnato da un aggettivo o da un sostantivo, forma il predicato nominale. es. Claudia puella est. Claudia è una ragazza. es. Syracusae clarae erant. Siracusa era famosa. es. Agricolae bonae sunt. Gli agricoltori sono buoni. Est, erant e sunt sono esempi di copula: puella est – clarae erant – bonae sunt sono predicati nominali. Il nome del predicato, se è un aggettivo, è espresso nello stesso genere, numero e caso del soggetto; se è un sostantivo, è espresso nello stesso caso del soggetto, mentre il genere e il numero possono essere diversi (in base alla declinazione del nome del predicato). N.B. il nome del predicato clarae e la copula erant sono plurali, in quanto concordati con il soggetto della proposizione, Syracusae, che è un nome pluralia tantum. In quanto predicato verbale il verbo sum assume il significato di “essere”, “esserci”, “trovarsi”, “stare”; è spesso accompagnato da un complemento di stato in luogo, espresso soprattutto con la preposizione in e il caso ablativo. ES. Ubi est agricola? – Nescio. Dov’è (si trova) il contadino? – Non lo so In villa multae columbae sunt. Nella fattoria ci sono molte colombe Il verbo sum come copula e come predicato verbale in latino può essere sottinteso, soprattutto in sentenze e proverbi. ES. Ubi concordia (est), ibi victoria (est). Dove c’è la concordia, lì c’è vittoria Nemo patriam, quia magna (est), amat, sed quia sua (est). (Sen.) Nessuno ama la patria perché è grande, ma perché è la sua. LAVORIAMO INSIEME d. e. f. g. Traduci sul quaderno dopo aver fatto l’analisi logica: a. Silva feris grata est. b. Superbia discordiarum causa est. c. In Germania multae silvae sunt. Agricolarum vita magistra parsimoniae est. In Italia sunt dearum statuae. Gli abitanti delle isole sono marinai e contadini. La vita operosa delle ragazze è maestra di saggezza. IL VERBO: LE CONIUGAZIONI In latino, a differenza dell’italiano, esistono quattro coniugazioni, che si distinguono in base alla terminazione dell’infinito presente. 1. I con. ha l’infinito in -āre: laudare (lodare), amare (amare), imperare (comandare). 2. II con. ha l’infinito in -ēre. habēre (avere), monēre (ammonire), docēre (insegnare). 3. III con. ha l’infinito in -ĕre: legĕre (leggere), dicĕre (dire), ducĕre (condurre). 18 4. IV con. ha l’infinito in -īre: audire (udire), venire (venire), dormire (dormire). Per poter coniugare un verbo è necessario conoscere il suo paradigma (parola che deriva dal greco e che significa «modello»), ossia l’insieme delle cinque voci fondamentali del verbo, quelle cioè da cui si formano tutti i tempi verbali. Sul dizionario, queste voci sono riportate in un ordine fisso, che è il seguente: - la prima persona singolare del presente indicativo; - la seconda persona singolare del presente indicativo; - la prima persona del perfetto indicativo; - il supino attivo; - l’infinito presente. Il paradigma del verbo amāre è il seguente: amo, amas, amavi, amatum, amare. amo ( = io amo ) 1ª pers. pres. ind. amas ( = tu ami ) 2ª pers. pres. ind. amavi ( = io amai= ) 1ª pers. perf. ind. amatum ( = amato ) supino amare ( = amare ) infinito pres. A differenza del verbo italiano, di cui sul dizionario è riportato l’infinito, per il verbo latino in genere è riportata per intero solo la prima voce del paradigma, ossia la 1ª persona del presente indicativo; delle altre voci è riportata la terminazione. I coniugazione: amo, -as, -avi, -atum, -are ( = amare). II coniugazione: teneo, -es, -ui, tentum, -ēre ( = tenere) III coniugazione: lego, -is, legi, lectum, -ĕre ( = leggere) IV coniugazione: audio, -is, -ivi, -ītum, īre ( = udire) Per cercare sul dizionario il significato di un verbo, dovrai individuare la prima persona del presente indicativo, forma che ricavi aggiungendo al tema del verbo (am-) la desinenza propria di questa voce verbale (-o): amo. PRESENTE, IMPERFETTO E FUTURO PRESENTE Am- o Leg- o Aud- io as eas is is at eat it it amus eamus imus imus atis eatis itis itis ant eant unt iunt Am- abam IMPERFETTO Mon- eo Mon- ebam Leg- ebam Aud- iebam abas ebas ebas iebas abat ebat ebat iebat abamus ebamus ebamus iebamus abatis ebatis ebatis iebatis abant ebant ebant iebant 19 FUTURO SEMPLICE Am- abo Mon- ebo Leg- am Aud- iam abis ebis es ies abit ebit et iet abimus ebimus emus iemus abitis ebitis etis ietis abunt ebunt ent ient LAVORIAMO INSIEME 1. Individua e trascrivi sul quaderno i paradigmi dei seguenti verbi (indicando a che coniugazione appartengono): adornare; confermare; trovare; obbedire; uccidere; meritare; annunciare; assediare; cantare; correre; dilettare; coltivare; preparare; combattere, comandare; distruggere; inviare; chiamare; imparare; muovere; piegare; resistere, pronunciare 2. Dei verbi evidenziati prova a ripetere presente, imperfetto e futuro semplice indicativo, prima seguendo la tabella, poi senza aiuto! 3. Scrivi sopra ogni verbo, la coniugazione di appartenenza (I, II, III, IV). habēre - amare - monēre - vivĕre - exercēre - narrare - audire - dicĕre - tacēre - servire. 4. Evidenzia, fra le tre proposte, la traduzione esatta. sunt domatis censemus quaerit aperis sentimus io sono voi domate noi stimiamo egli domanda tu apri essi sentono noi siamo essi domano essi stimano tu domandi apri! noi sentiamo essi sono egli doma tu stimi domandate! egli apre io sento 5. Analizza e traduci le voci verbali seguenti. Paradigma amant Modo Tempo Persona Traduzione ind. pres. III p.p. (essi) amano circumdabant curat celebrabam decertamus 20 ignorabitis exornabat recreabas delebat florebis arcetis habebunt delebatis desĕre exponebamus occumbent occumbunt tribuebatis tribuet custodiebam dormibamus erudiebas sentient LA SECONDA DECLINAZIONE IN -US I nomi in –us sono quasi tutti maschili. Per sapere quali sono i femminili si consulta il dizionario. Sono femminili ad esempio i nomi di piante (pirus, i = il pero; cerasus, i = il ciliegio) e i nomi geografici di origine greca (Rhodus, i = Rodi; Aegyptus, i = Egitto) CASO FUNZIONE SING. TRAD. PLUR. TRAD. Nominativo sogg. lup -us il lupo lup -i i lupi Genitivo c. spec. lup -i del lupo lup -orum dei lupi Dativo c. term. lup -o al lupo lup -is ai lupi Accusativo c. o. lup -um il lupo lup -os i lupi Vocativo c. voc. lup -e oh lupo lup -i oh lupi Ablativo c. comp., … lup -o con il lupo lup -is con i lupi 21 CONFRONTIAMO LE DECLINAZIONI CASO SING. I SING. II PLUR. I PLUR. II Nominativo ros-ă lup -us ros -ae lup -i Genitivo ros -ae lup -i ros -arum lup -orum Dativo ros -ae lup -o ros -is lup -is Accusativo ros -am lup -um ros -as lup -os Vocativo ros -ă lup -e ros -ae lup -i Ablativo ros -ā lup -o ros -is lup -is CASO SING. I SING. II PLUR. I PLUR. II Nominativo -ă -us -ae -i Genitivo -ae -i -arum -orum Dativo -ae -o -is -is Accusativo -am -um -as -os Vocativo -ă -e -ae -i Ablativo -ā -o -is -is LAVORIAMO INSIEME Scrivi sul quaderno la declinazione dei seguenti vocaboli della II declinazione: ramus, fagus, servus, nidus, agrus, pirus, pinus, numerus, legatus, cervus, ventus, medicus, equus, philosophus, rivus. 2. 3. Dopo aver fatto l’analisi logica, traduci le seguenti frasi: I filosofi curano le malattie dell’animo. Mario è un medico. Trad. Trad. 22 I cavalli obbediscono sempre all’agricoltore. Il vento muove i rami dei pioppi e dei faggi. Trad. Trad. Servus agno herbam horti dabat. Populi umbra poëtae placet. Trad. Trad. Servi sagittis lupos vulnerant. Fluvii et rivi aqua equum delectat. Trad. Trad. Sapientia serenam vitam philosophis parat. Germaniae populi Rheni ripas incolunt. Trad. Trad. Servus cum amico et ancillā ambulat. Romani pugnarum fragorem amant. Trad. Trad. Darius victoriarum gloriam bramat. Vitam regit fortună, non sapientiă Trad. Trad. IL C. DI COMP. E UNIONE Il c. di compagnia è usato con le persone e gli animali, quello di unione con ciò che è inanimato e risponde alle domande: Con chi? Con che cosa? In ambedue i casi il costrutto usato è cum + ablativo; possono essere usate le locuzioni prepositive simul cum e una cum, cioè insieme con. Se si vuole esprimere una non compagnia o una non unione si usa, al posto di cum, sine (senza). ES. Veniam simul cum fratre meo. __________________________________________ Pervenit cum multis floribus. __________________________________________ Musam cum lirā vidi. __________________________________________ Marius una cum filio ludebat. __________________________________________ Nemo sine amicis felix est. __________________________________________ 23 IL C. DI MEZZO O STRUMENTO Il c. di mezzo esprime il mezzo attraverso cui viene compiuta l'azione e risponde alle domande: Con che mezzo? Grazie a quale strumento? Esso ha due forme: 1. Se si riferisce a oggetti inanimati, va in ablativo semplice, cioè senza preposizioni. ES. Ulixes ingenio Troianos illudit. __________________________________________ Miles pugnat hasta. __________________________________________ 2. Se si riferisce ad una persona o a un animale, si usa il costrutto per + accusativo. ES. Delphos litteras per duos legatos mittam.________________________________________ IL C. DI ARGOMENTO Il c. di argomento è utilizzato quando si vuole indicare l'oggetto di cui si parla o si scrive e in italiano risponde alle domande: di quale argomento? In latino il complemento di argomento si trova espresso con de + ablativo. Inoltre viene utilizzato per definire i titoli delle opere letterarie, dato che hanno la funzione di specificare l'argomento del testo. ES. Marcus cum amicis suis de otio disceptat ____________________________________ Philosophus de antiquis fabulis narrabat ____________________________________ De gustibus non disputandum ______________________________________ De Bello Gallico / De Amicitia _____________________________________ IL C. DI MODO O MANIERA Il c. di modo esprime la maniera con cui è compiuta l'azione e risponde alla domanda: In che modo? Per esso va usato il costrutto cum + ablativo. Se è presente un aggettivo, o esso si pone prima del cum oppure quest'ultimo viene omesso lasciando il c. in ablativo semplice. Il complemento di modo può essere sostituito da un avverbio di modo. ES. Catilina cum furore pugnabat. ______________________________________ Servus advolat magna (cum) celeritate. ______________________________________ Mater puero cum dulcedine canebat. ______________________________________ Mater puero dulciter canebat. _____________________________________ LAVORIAMO INSIEME Dopo aver diviso con una “/” il periodo in proposizioni (seguendo la punteggiatura forte “. ; : ! ?”) affronta una frase per volta: evidenzia il verbo, sottolinea il soggetto, cerca il c.o. e gli altri compl., scrivendo sopra ogni parola il caso; quindi traduci la frase e passa alla successiva. Attenzione: nelle versioni le frasi hanno un legame, non tradurre senza pensare al significato del testo! 24 In mancanza di un dizionario, puoi usare i seguenti link. Ricorda: trovi i nomi con il nom. sing.; i verbi con la I p.s. pres. ind.; gli avverbi sono invariabili http://www.dizionario-latino.com. I pirati: Piratae minis et insidiis parvae insulae incolas saepe terrebant. Quare (= perciò) matronae et puellae caelicolum reginam orabant et in ara deis deabusque candidas agnas sacrificabant. Quondam piratae ad insulae oras appellunt; nonnullas (= alcune) feminas sicis necant et nonnullas puellas raptant. Tum (= allora) nautae et agricolae, insulae incolae, contra piratas strenue pugnant et patriam liberant, dum (= mentre) omnes (= tutti) cum laetitia exsultant. L’aquila e l’usignolo: Aquila volabat et dicebat: “Regina sum: alis rapide evolo, rostri set ungulis terrarum beluas et aves (= uccelli) terreo”. Respondet luscinia: “Amica, beluas et aves terrere malum (= malvagio) consilium est. Malitia et nequitia neque (= nè) gloriam parant neque te (= te, acc.) gratam reddunt. Ego (= io) regina non sum; tame quod (= poiché) suaviter cano, beluas non terreo, sed delecto”. IL C. DI COMP. E UNIONE: PARTICOLARITÀ Con i pronomi di persona, il cum diventa un'enclitica che si attacca all'ablativo. Un residuo di questa forma è rimasto in italiano nelle parole meco, teco e seco. Ego tecum stabo si tu mecum stabis. [Io starò con te se tu starai con me.] Dei semper nobiscum sunt. ___________________________ Mala semper vobiscum sunto! _______________________ Marcus et Lydia secum illum canem tinuerunt. ______________________________ Hera semper sola est: numquam Iuppiter eacum est! ___________________________ LA SECONDA DECLINAZIONE IN -ER CASO FUNZIONE SING. TRAD. PLUR. TRAD. Nominativo sogg. puer il ragazzo puer-i i ragazzi Genitivo c. spec. puer-i del ragazzo puer-orum dei ragazzi Dativo c. term. puer-o al ragazzo puer-is ai ragazzi Accusativo c. o. puer-um il ragazzo puer-os i ragazzi Vocativo c. voc. puer oh ragazzo puer-i oh ragazzi Ablativo c. comp., … puer-o con il ragazzo puer-is con i ragazzi 25 La declinazione dei nomi in –er è di due tipi: 1. appartengono al primo tipo i nomi in cui la e del nominativo singolare compare in tutta la declinazione, come socer, soceri = il suocero; gener, generi = il genero; armiger, armigeri = l’armigero; 2. appartengono al secondo tipo i nomi, più numerosi, in cui la e del nominativo singolare compare solo al vocativo singolare come ager, agri = il campo; aper, apri = il cinghiale; magister, magistri = il maestro. Nota bene 1. I sostantivi in -er presentano la stessa declinazione dei nomi in -us tranne che per la forma del nominativo e del vocativo singolare che è identica 2. Un'unica parola vir “ l'uomo (maschio), marito” presenta la terminazione in -ir: questo e i suoi composti (triumvir- triumviro; decemvir- decemviro; duumvir- duumviro) seguono la declinazione delle parole in -er salvo che per quanto riguarda il nominativo e il vocativo singolare LAVORIAMO INSIEME Declina sul quaderno le seguenti parole: ager, magister, vir, signifer Traduci le seguenti frasi Ager villaeque incendiis (per gli incendi) fumabant Gli uomini passeggiano con i fanciulli Trad. Trad. Pueros corrumpunt vitiorum exempla Alfiere, posa (pone) l'insegna, qui (hic) staremo benissimo Trad. Trad. Fumus ex (dagli) incendiis villarum agrorumque La Sfinge (Sphynx) danneggiava i campi dei in oculos venit Tebani Trad. Trad. LA SECONDA DECLINAZIONE: IL NEUTRO IN -UM Alla seconda declinazione, oltre ai nomi maschili e femminili, appartengono anche i nomi neutri (scomparsi in italiano) la cui flessione differisce solamente dalla forma in -us solo al nominativo e al vocativo singolare (desinenza -um) e al nominativo, vocativo e accusativo plurale (desinenza -a) CASO FUNZIONE SING. TRAD. PLUR. TRAD. Nominativo sogg. templ-um il tempio 26 templ-a i templi Genitivo c. spec. templ-i del tempio templ-orum dei templi Dativo c. term. templ-o al tempio templ-is ai templi Accusativo c. o. templ-um il tempio templ-a i templi Vocativo c. voc. templ-um oh tempio templ-a oh templi Ablativo c. comp., … templ-o con il tempio templ-is con i templi Come nella I declinazione, anche nella seconda vi sono: pluralia tantum: tra cui molti nomi di città :Delphi, - orum (m) Delfi; Pompeii, -orum (m) Pompei; Puteoli,- orum (m) Pozzuoli e nomi comuni: arma,- orum (n.) armi; hiberna,- orum (n) i quartieri d'inverno; inferi,orum (m) gli dei inferi; liberi, -orum (m) i figli; spolia, -orum (n) il bottino singularia tantum: in particolare le parole che indicano le materie: aurum (oro); argentum (argento), plumbum (piombo) e pochi altri come pontus (mare) e letus (morte) e parole il cui significato differisce tra singolare e plurale auxilium, -i (n), l'aiuto auxilia, -orum (n), le truppe ausiliarie castrum, -i (n), il fortino castra, -orum (n), l'accampamento impedimentum, -i (n), l'impedimento impedimenta, -orum (n), i bagagli ludus, -i (m), il gioco, la scuola ludi, -orum (m), gli spettacoli pubblici LAVORIAMO INSIEME Traduci le seguenti espressioni in latino Agli amici Il cibo (ogg.) I pioppi (sogg.) Ai prigionieri Trad. Trad. Trad. Trad. Con gli esempi Le spade (ogg.) Ai cavalli Gli allori (ogg) Trad. Trad. Trad. Trad. Delle guerre Oh cielo! Ai fanciulli Negli occhi Trad. Trad. Trad. Trad. 27