Theuth e la scrittura [NB: parla Socrate] Ho sentito parlare di Theuth. [il sost., nome proprio egiziano, è indeclinabile; qui vale come acc. retto dal verbo:RICORDA: akouo + acc. = sento parlare di qualcuno; + genitivo = ascolto qualcuno]. (Ho sentito dire che) costui inventò [infinito con il sogg. in accusativo: occorre pensare ad un verbum dicendi sottinteso, che può essere lo stesso della frase precedente] il numero, il calcolo, la geometria e l'astronomia e, ancora, il gioco del tavoliere e quello dei dadi [lett. al plurale], e in particolare la scrittura. Essendo re a quel tempo di tutto l'Egitto Thamus, presso la grande città dell'Alto Egitto [lett. del luogo alto] che i Greci chiamano Tebe Egizia e il (cui) dio (chiamano) Ammone, Theuth essendosi recato presso costui, gli mostrò le sue arti e disse che occorreva che fossero trasmesse agli altri Egizi. Quello allora gli chiese quali utilità avesse ciascuna e, mentre (Theuth) (le) spiegava, (Thamus) cio che (Theuth) sembrava dire bene o non bene, questa cosa criticava, e quella approvava. Si dice che [costr. impersonale del verbum dicendi] Thamus abbia spiegato a Theuth molte cose riguardo a ciascuna arte in entrambi i sensi [frase fatta], che sarebbe un discorso lungo raccontare [an + ottativo = possibilità]. Quando era (= giunse) alla scrittura "Questa conoscenza, o re”, disse Theuth “, renderà gli Egizi più sapienti e più capaci di ricordare: infatti é stata inventata come medicina della memoria e della sapienza [meglio: per la …. e per la…]". PLATONE, Fedro