Numero 13°/2014 Il disturbo post-traumatico da stress e il lavoro: casistica dell’Ente Assicuratore Danese Grazie alla collaborazione con gli amici di Eurogip1 possiamo presentare alcuni esempi di rischio psicosociale tratti dalla casistica ( riconoscimento o diniego) dell’Ente Assicuratore Danese tratti da un documento redatto dal National Board of Industrial Injuries (Istituto Assicuratore per gli infortuni e le malattie professionali) dipendente dal Ministero del Lavoro Danese2. Preliminarmente occorre ricordare che la Danimarca ha inserito il disturbo post-traumatico da stress nella lista delle malattie professionali in occasione della revisione del 2005. Tale casistica oltre a costituire delle indicazioni utili alla nostra attività di tutela sia in ambito di riconoscimento di causa di servizio che di malattia professionale INAL rappresenta una indicazione importante di riflessione in funzione degli aggiornamenti delle liste e delle tabelle delle malattie professionali previste ai sensi del D.Lgs 38/2000. Lavoro all’estero (stanziamento dei militari e lavoro umanitario) Caso 1: riconoscimento del caso di una persona che ha servito nelle Forze di difesa della pace in Kuwait e Croazia Ufficiale che era stato di stanza in Kuwait prima ed in Croazia poi con le Forze di peacekeeping e che aveva visto l'esecuzione di un soldato irakeno ucciso con una pallottola in bocca. Questo ufficiale è stato inoltre coinvolto in numerosi incidenti violenti, in una azione militare diretta oltre che in aggressioni dei civili. Ha sviluppato un disturbo da stress post-traumatico. La richiesta soddisfa le condizioni per un riconoscimento del caso nell'ambio della lista. Organismo dell’Assicurazione francese contro gli infortuni e le malattie professionali (creato da CNAMTS ed INRS) con compiti di studi ed indagini relative alla prevenzione dei rischi professionali e ai sistemi assicurativi, 2 Ogni anno l’Istituto Assicuratore Danese riceve circa 19.000 domande di riconoscimento di malattia professionale a fronte di una popolazione al 2012 di 5.590.000 abitanti 1 Via G. Paisiello, 43 – 00198 Roma – Tel. 06/855631 Nell'ambito delle sue attività l'ufficiale è stato esposto a numerose situazioni di stress. Gli esami medici hanno rilevato una malattia psichica definibile come disturbo da stress posttraumatico e vi era una buona correlazione fra le esposizioni legate ad una tipologia di lavoro altamente stressante e la malattia. Caso 2: riconoscimento del caso di una persona che aveva lavorato per il Danish Refugee Council (Dansk Flygtningehjalp – Ufficio danese di aiuto ai rifugiati) in Kosovo Dipendente del Danish Refugee Council che ha lavorato in qualità di responsabile gestionale di una struttura in Kosovo per circa sei mesi e in questo periodo è stato esposto a situazioni violente oltre che ad essere stato minacciato di morte. Secondo il rapporto del medico specialista, la diagnosi era quella di disturbo post-traumatico: la domanda soddisfa le condizioni per il riconoscimento ai sensi della lista. Il responsabile della gestione della struttura è stato minacciato anche di morte oltre che di violenze e vi erano le motivazioni per ritenere serie tali minacce. Vi è, inoltre, una buona correlazione fra le esposizioni legate al lavoro e la malattia. Lavoro in ambito carcerario e nella polizia Caso 3: riconoscimento del caso di un lavoratore che ha svolto servizio nella polizia Poliziotto chiamato, nell'ambito della sua attività , a intervenire in numerosi incidenti stradali mortali, in un incidente in cui vi è stato l’annegamento di un infante, in numerosi omicidi ed in una sparatoria mortale nel corso della quale lo stesso poliziotto si è trovato in una condizione di estremo pericolo. Il certificato del medico specialista stabiliva una diagnosi di disturbo da stress post-traumatico. La richiesta soddisfa le condizioni per un riconoscimento sulla base della lista. Nell'ambito della sua attività di servizio nell'ambito delle forze di polizia, il poliziotto è stato chiamato ad intervenire in numerosi incidenti caratterizzati da morti violente ed anche da una sparatoria mortale. In due casi la vita stessa del poliziotto è stata minacciata. Lo stesso ha successivamente sviluppato i sintomi di un disturbo post-traumatico da stress. Caso 4 domanda respinta presentata da una persona che aveva lavorato come guardia carceraria (per incompatibilità temporale fra esposizione e Via G. Paisiello, 43 – 00198 Roma – Tel. 06/855631 comparsa dei sintomi) Guardia carceraria di 50 anni che aveva lavorato per 20 anni nelle prigioni di Copenaghen (Kobenhavns Fangsier)e che nell'ambito del suo lavoro è stato testimone di conflitti quotidiani con i detenuti, che è stato minacciato con coltelli o pezzi di vetro e che ha ricevuto un calcio in pieno viso nel corso di un arresto. Più di quattro anni dopo aver abbandonato il suo lavoro, ha manifestato i sintomi di una malattia psichica con somatizzazioni. Il medico specialista ha stabilito che i sintomi fossero inquadrabili nell'ambito di un disturbo moderato da stress cronico. La domanda non soddisfaceva le condizioni per un riconoscimento ai sensi della tabella e per questo la domanda non è stata sottoposta alla valutazione della Commissione. La guardia carceraria ha vissuto delle esperienze assai stressanti dal punto di vista psicologico durante la sua attività di lavoro ma egli ha cominciato a manifestare una sintomatologia psichica quattro anni dopo aver cessato il lavoro, non vi è, dunque, una correlazione temporale fra esposizione e lo sviluppo della malattia. Lavoro nel settore della sanità caso 5: riconoscimento del caso di un lavoratore che ha operato come assistente domiciliare Assistente domiciliare che aveva lavorato per alcuni anni con una donna emiplegica e il cui marito si comportava in maniera estremamente aggressiva e minacciosa anche in presenza dell'assistente stesso (colpiva violentemente e dava calci agli oggetti di casa ed in un caso ha dato un pugno nel muro esattamente al di sopra della testa dell'assistente domiciliare). Il certificato del medico specialista riporta la diagnosi di disturbo da stress post-traumatico. La domanda soddisfa le condizioni per un riconoscimento sulla base della lista. Nel suo lavoro, l'assistente domiciliare si è trovato a confrontarsi con comportamenti assai minacciosi ed aggressivi da parte del marito della sua cliente. Stante la descrizione degli incidenti è fortemente probabile che la stessa avesse ragione a sentirsi sinceramente e personalmente minacciata. Essa ha inoltre sviluppato i sintomi tipici di un disturbo da stress post-traumatico temporalmente correlati all'esposizione. Caso 6: riconoscimento del caso di esposizione a denunce sulla stampa per negligenza Infermiera che aveva lavorato come responsabile di equipe in una struttura per persone Via G. Paisiello, 43 – 00198 Roma – Tel. 06/855631 anziane, in cui l'infermiera era responsabile della qualità delle cure, del personale e dell'organizzazione del lavoro. Vi erano stati problemi nella cooperazione fra i diversi componenti del personale e, quando la stessa ha dovuto gestire tali conflitti, è stata accusata di cattiva gestione. In seguito ai conflitti, il medico del lavoro ha effettuato una visita a sorpresa ed ha redatto un rapporto molto critico sulle condizioni e la qualità delle cure nel servizio. Il rapporto è stato consegnato alla stampa ed il caso è, quindi, stato oggetto di una grande attenzione mediatica. Il cognome dell'infermiera non è mai stato citato sulla stampa ma la stessa si è sentita personalmente e direttamente esposta ed accusata di negligenza. In più occasioni, i giornalisti si sono presentati al suo domicilio e l'hanno assediato. L'infermiera ha sviluppato sintomi compatibili con un disturbo da stress post-traumatico in relazione con questi eventi. La domanda soddisfa le condizioni per un riconoscimento del caso sulla base della lista. In rapporto con i conflitti in tema di cooperazione, l'infermiera si è vista accusata sulla stampa di mancanza di capacità professionale nell'ambito della assistenza nella struttura per persone anziane. Il caso ha avuto una grande eco sui media e benché il nome dell'infermiera non sia mai stato citato direttamente pur tuttavia la stessa si è sentita chiamata in causa ed accusata di essere personalmente responsabile delle mancanze gestionali. In numerose occasioni la stessa ha visto i giornalisti appostati presso il suo domicilio. Ha sviluppato dei sintomo compatibili con il disturbo post-traumatico da stress in relazione con la copertura mediatica che l'ha colpita profondamente e con il carattere personalmente stressante dell'affare in cui è stata coinvolto e per cui è stata resa responsabile delle carenze nelle cure e criticata per negligenza. Settore dell’educazione Caso 7: riconoscimento del caso insorto dopo denunce e dopo l’esposizione a violenze causate da un bambino autistico (insegnante) Insegnante che ha lavorato per numerosi anni in una scuola per bambini autistici e che è stato accusato di tentativo di strangolamento dopo aver trattenuto un bambino stringendolo in maniera robusta. Le accuse erano state poi ritirate. Successivamente la vittima era stato nuovamente oggetto di denuncia da parte dei genitori dopo avere prestato aiuto ad un collega in una situazione conflittuale. La relazione del medico specialista era di modificazioni della personalità. La domanda soddisfa le condizioni per un riconoscimento sulla base della lista. L’insegnante aveva sviluppato sintomi compatibili con il disturbo da stress post- Via G. Paisiello, 43 – 00198 Roma – Tel. 06/855631 traumatico in rapporto con l’incidente accaduto con il bambino, con l’accusa di strangolamento e le denunce continue. Le accuse di violenza nei confronti del bambino sono state successivamente ritirate. In relazione con gli avvenimenti straordinariamente stressanti ai quali l’insegnante era stato esposto egli ha sviluppato un disturbo da stress post-traumatico. Altre situazioni espositive Caso 8: riconoscimento dopo aver subito minacce e per essere stato presente durante il lavoro a delle morti violente (Danish Rail Service) Impiegata addetta alla vendita dei biglietti in stazione è stata testimone di suicidi e di altri decessi ed è inoltre stata fatta oggetto di minacce durante il suo lavoro. Essa ha in conseguenza sviluppato un disturbo da stress post-traumatico. La domanda soddisfa le condizioni per il riconoscimento sulla base della lista. Gli episodi di minacce ma anche le morti violenti a cui ha assistito durante il lavoro superano largamente quanto la lavoratrice fosse preparata in ragione del suo lavoro di impiegata. Questi incidenti sono di natura eccezionalmente stressante e vi è una buona correlazione fra la comparsa della malattia e gli eventi. Caso 9: riconoscimento dopo esposizione a ripetute rapine (impiegato di una banca) Impiegata di banca ha lavorato in differenti filiali per numerosi anni. Nel corso di questi anni, è stata testimone di numerosi attacchi a mano armata contro la banca. Nel corso di due attacchi avvenuti nel 1998 essa si è trovata molto vicina al rapinatore ed è stata sotto la minaccia di un fucile. Dopo questi due attacchi, la lavoratrice ha sviluppato i sintomi di una malattia psichica quali: flashback, reazione di allarme, mancanza di energia e problemi a concentrarsi. Un esperto psichiatra ha posto diagnosi di stress post-traumatico. La domanda soddisfa le condizioni per il riconoscimento sulla base della lista. L’impiegata di banca è stata testimone di un certo numero di attacchi a mano armata contro le filiali bancarie in cui operava e in due occasioni è stata ella stessa minacciata. A seguito delle minacce dirette contro di lei ha sviluppato i sintomi di un disturbo da stress post- traumatico e vi è una buona correlazione fra il quadro patologico e l’esposizione a situazioni eccezionalmente minacciose. Via G. Paisiello, 43 – 00198 Roma – Tel. 06/855631 Casi al limite fra infortunio e malattia professionale Caso 10: riconoscimento del caso di una persona che ha lavorato come macchinista di treno Macchinista di treno, che ha lavorato al Danish Rail Service per oltre 30 anni, nel corso degli anni aveva assistito a numerosi eventi stressanti. Aveva investito un suicida ma anche in diverse occasioni altre persone. Questi casi erano stati riconosciuti in qualità di infortuni sul lavoro. Lo stesso era stato inoltre, minacciato con un coltello. Dopo aver rischiato di investire un gruppo di persone ubriache era stato sospeso dalla mansione. Ha sviluppato un disturbo da stress post-traumatico. La domanda soddisfa le condizioni per un riconoscimento sulla base della lista. Il macchinista di treno è stato esposto a numerosi infortuni gravi e psichicamente stressanti ed ha sviluppato un disturbo da stress post-traumatico con sintomi di ansietà, flashback ed un comportamento di fusa. In questo caso, gli incidenti non sono statti trattati come eventi separati e non era stata corrisposta al lavoratore alcuna indennità. I diversi eventi infortunistici potevano essere considerati come una malattia professionale derivante da una esposizione a ripetuti infortuni particolarmente stressanti avvenuti nel corso di un certo numero di anni e l’indennizzo viene, dunque, determinato sulla base di una sola ed unica domanda. Caso 11: domanda respinta: malattia professionale riguardante una persona che aveva lavorato con dei portatori di handicap mentale (operatore sociale)in quanto i singoli episodi erano già stati riconosciuti come infortuni lavorativi Operatore sociale che ha lavorato dal 1963 con portatori di handicap mentale principalmente maschi. Questo operatore si era visto riconoscere tre diversi incidenti come infortuni sul lavoro. Nel 1992 era stato riconosciuto come infortunio sul lavoro un traumatismo psichico e il lavoratore aveva ottenuto un indennizzo per una incapacità permanente. Successivamente a tale data lo stesso non era più stato esposto professionalmente ad incidenti stressanti dal punto di vista psichico. La richiesta non soddisfa le condizioni per il riconoscimento della malattia professionale. Successivamente all’incidente del 1992 che era già stato riconosciuto come infortunio, l’operatore sociale non era più stato esposto a situazioni violente in misura tale da poter causare un disturbo psichico permanente. Non erano documentate conseguenze psichiche Via G. Paisiello, 43 – 00198 Roma – Tel. 06/855631 più gravi di quelle a suo tempo indennizzate come conseguenza degli infortuni riconosciuti. Caso 12: domanda respinta malattia professionale presentata da una persona che aveva lavorato come caregiver in psichiatria in quanto l’episodio erano già stato riconosciuto come infortunio lavorativo Caregiver che aveva lavorato di notte in un centro di lungodegenza psichiatrica dal 1978. Negli ultimi anni, durante il servizio di notte operava da solo. Due incidenti erano stati segnalati e riconosciuti come infortuni sul lavoro. Nel marzo 1992, un paziente in un eccesso di collera gli aveva assestato un calcio. L’infortunio era stato riconosciuto come professionale ma senza indennizzo. Dopo questo infortunio il lavoratore aveva avuto delle violenti crisi di angoscia, con facile tendenza al pianto e paura del buio. Aveva ripreso il lavoro nel giugno 1992. Nel 1994 erano avvenuti diversi episodi violenti in cui erano stati coinvolti dei collegi ed il lavoratore si era di nuovo sentito male ed aveva iniziato a bere. La domanda non soddisfa le condizioni del riconoscimento come malattia professionale sulla base della lista. L’infortunio del 1992 è stato riconosciuto come professionale e nel 1992 il caregiver ha manifestato i sintomi di un disturbo post-traumatico da stress complicati da un consumo eccessivo di alcool. Questo stato aveva evoluto verso la normalità ma nel 1994 vi è stata una ricaduta in rapporto con gli episodi violenti che avevano coinvolto i colleghi. Non vi è dimostrazione che la ricaduta sia stata determinata da nuovi traumatismi psichici e quelli precedenti sono stati già oggetto di riconoscimento a titolo di infortuni lavorativi. Nel caso di specie si tratta di valutare se la ricaduta poteva essere imputata all’infortuni riconosciuto nel 1992 con una revisione dei postumi a suo tempo riconosciuti. Tutta la documentazione citata può essere richiesta alla Consulenza Medico-Legale Nazionale via e-mail all’indirizzo [email protected], [email protected] Via G. Paisiello, 43 – 00198 Roma – Tel. 06/855631