1.1 mobbing

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AUSL Ferrara - Sezione di Psichiatria
MOBBING
E ASPETTI
PSICOSOCIALI
Dr. Elena ROSSI
Significato etimologico;
Generalità;
Cosa non è;
Definizione;
Le azioni – comportamenti mobbizzanti;
Tipologie di mobbing;
Sintomi fisici – psichici – sociali;
Psicodiagnostica e identificazione;
Profilo del mobber
conclusioni
1.1 GENERALITA’ SUL MOBBING
termine latino "mobile vulgus", plebaglia tumultuante;
all'inglese "to mob": aggredire, accerchiare, assalire in massa.
Mobbing
comportamento di alcuni animali che si coalizzano contro un
membro del gruppo, lo attaccano, lo isolano, lo escludono dal
gruppo, lo malmenano fino a portarlo anche alla morte. Non
importa che tale esemplare isolato sia esanime e
soccombente. Talvolta può anche essere valente e forte, ma
viene ugualmente attaccato dal branco.
Konrad Lorenz
1.2 GENERALITA’ SUL MOBBING
Heinemann nel 1972 trasferì il termine mobbing
dal campo etologico a quello delle relazioni umane,
volendo descrivere allora i comportamenti violenti
tra ragazzi, fenomeno per il quale oggi è più usato il
termine ‘bulling’, bullismo (Heinemann 1972).
1.3 GENERALITA’ SUL MOBBING
Heinz Leymann, nel 1984, con la prima pubblicazione
scientifica sull'argomento, introduce l'uso del termine
MOBBING per indicare la particolare forma di vessazione
esercitata nel contesto lavorativo, il cui fine consiste
nell'estromissione reale o virtuale della vittima dal mondo del
lavoro.
Leymann inizia ad utilizzare la parola MOBBING, per
indicare quella forma di "comunicazione ostile ed immorale
diretta in maniera sistematica da uno o più individui, mobber
o gruppo mobber, verso un altro individuo, mobbizzato che
si viene a trovare in una posizione di mancata difesa".
1.4 GENERALITA’ SUL MOBBING
Harald Ege: una forma di terrore psicologico sul posto di
lavoro, esercitata attraverso comportamenti aggressivi e
vessatori ripetuti, da parte dei colleghi o superiori" attuati in
modo ripetitivo e protratti nel tempo per un periodo di
almeno 6 mesi.
Il mobbing è una strategia, un attacco ripetuto e continuato,
almeno una volta alla settimana per almeno sei mesi,
diretto contro una persona o un gruppo di persone da parte
del datore di lavoro, superiori o pari grado che agiscono con
finalità persecutorie.
1.1 MOBBING: COSA NON E’
1) Non è una singola azione contro un lavoratore di tipo
occasionale, non è un conflitto diffuso (organizzazione di lavoro
sostenuto, sovraccarico lavoro per tutti i lavoratori dell'azienda,
tensione diffusa per cambiamenti radicali, privatizzazione
dell'ente, fusione, ecc.);
2) Non è una malattia, nè una patologia, nè un problema
dell'individuo, ma una situazione, un problema dell'ambiente di
lavoro, non è depressione, né ansia, né gastrite, né insonnia, né
stress, ecc. ma è la spiegazione di questi disturbi;
1.2 MOBBING: COSA NON E’
3) Non è un problema familiare, scolastico, ecc.; è un fenomeno
proprio e tipico dell'ambiente di lavoro;
4) Non è una molestia sessuale anche se in alcuni casi i due
comportamenti si possono sovrapporre: il mobber può decidere di
infastidire la sua vittima tentando di aggredirla a fatti o a parole
1.1 DEFINIZIONE DI MOBBING
“Violenza psicofisica e molestia morale sul luogo di
lavoro … allo scopo di ledere la salute, la
professionalità, la dignità della persona del lavoratore
… si esegue con svariate modalità, aggressive e
vessatorie, verbali e non verbali, tese all’emarginazione
ed all’isolamento, alla squalifica professionale ed umana,
al demansionamento, allo svuotamento delle mansioni
e/o perdita del ruolo, con l’intento finale di bloccare la
carriera e/o di eliminare la persona con conseguenze
dannose sulla salute, sull’attività professionale, sulla vita
privata e sociale, nonché un danno economico alla
società ….”.
1.2 DEFINIZIONE DI MOBBING
“… per mobbing si intendono atti e comportamenti
discriminatori o vessatori protratti nel tempo, posti in
essere nei confronti di lavoratori dipendenti,pubblici o
privati, da parte del datore di lavoro o da superiori
ovvero da altri colleghi, e che si caratterizzano come
una vera e propria forma di persecuzione psicologica e
di violenza morale.”
1.1 GLI ATTI E I COMPORTAMENTI …
pressioni o molestie psicologiche;
calunnie sistematiche;
maltrattamenti verbali ed offese personali;
atteggiamenti tendenti ad intimorire od avvilire, anche in forma indiretta;
critiche immotivate ed atteggiamenti ostili;
minacce
delegittimazione dell’immagine, anche di fronte a colleghi ed a soggetti
estranei all’organizzazione;
svuotamento delle mansioni;
attribuzione di compiti esorbitanti od eccessivi, e comunque atti a
provocare seri disagi in relazione alle condizioni fisiche e psicologiche del
lavoratore;
1.2 GLI ATTI E I COMPORTAMENTI …
attribuzione di compiti dequalificanti in relazione al profilo professionale
posseduto;
impedimento sistematico ed immotivato a notizie ed informazioni utili
all’attività lavorativa;
attribuzione di compiti dequalificanti in relazione al profilo professionale
posseduto;
impedimento sistematico ed immotivato a notizie ed informazioni utili
all’attività lavorativa;
marginalizzazione rispetto ad iniziative formative di riqualificazione e di
aggiornamento professionale;
esercizio esasperato ed eccessivo di forme di controllo nei confronti del
lavoratore, idonee a produrre danni o seri disagi;
atti vessatori indirizzati alla sfera privata del lavoratore, consistenti in
discriminazioni sessuali, di razza, di lingua e di religione.
1.1 TIPOLOGIA DEL MOBBING
Bossing: viene messo in atto dal diretto superiore o dai vertici dell'ente.
Mobbing orizzontale: viene messo in atto da colleghi pari grado
Mobbing verticale: viene messo in atto da colleghi di grado superiore ma
anche inferiore
Co-mobber: coloro che affiancano il Mobber o partecipano senza intervenire
personalmente ma solo acconsentendo.
Doppio Mobbing: si realizza, a parere di Ege, quando il mobbizzato carica
la famiglia di tutte le sue problematiche.
Mobbing trasversale: messo in atto da persone al di fuori dell'ambito
lavorativo che, in accordo con il Mobber, creano ulteriore emarginazione e
discriminazione nei confronti della vittima quando questi cerca appoggio o
cerca di farsi apprezzare.
1.1 MOBBING SINTOMI
Il mobbizzato può presentare una lunga serie di disturbi, somatizzazioni e
vere e proprie malattie.
SINTOMI FISICI
- eruzioni cutanee; - disturbi intestinali; - dolori osteoarticolari
- abbassamento delle difese immunitarie; - disturbi tiroidei,
- disturbi cardiaci (tachicardia, senso di oppressione, ipertensione);
- problemi delle funzioni gastriche e digestive (bulimia, gastrite, ulcera);
- disturbi della sfera sessuale; - astenia.
1.2 MOBBING SINTOMI
SINTOMI PSICHICI
- manifestazioni psicosomatiche ( perdita di concentrazione, di memoria,
turbe del sonno, cefalee, sudorazione);
- agitazione / irrequietezza; - sindromi ansiose;
- depressioni con fissazione del pensiero sul proprio problema, abuso nei
consumi di sigarette, caffè, analgesici, stimolanti, alcolici etc,
- disturbi comportamentali che impediscono la partecipazione alla vita
lavorativa fino all'espulsione dal mondo del lavoro (attacchi di panico,
disistima etc);
- alterazioni della personalità (fino al suicidio).
1.3 MOBBING SINTOMI
SINTOMI SOCIALI
- nel lavoro: difficile recupero dell’inserimento lavorativo, l’impossibilità ad
acquisire ruoli dirigenziali e/o superiori, incapacità impossibilità di
reclutare altri lavori, anche all’esterno per la dequalificazione e
diffamazione subite;
- in famiglia: dovendo assorbire e sopportare tensioni, disturbi e
restrizioni economiche e sociali può esplodere in actingout distruttivi e
pericolosi;
- la vita di relazione: subisce una progressiva retrazione legata ai vissuti
di perdita della stima del prestigio del consenso e si concreta in una
caduta sociale con perdita progressiva dei contatti sociali e dell’interesse
per la vita di relazione;
- tempo libero: molto del tempo che dovrebbe essere dedicato al lavoro
in modo creativo e alla vita personale, deve essere speso per difendersi
nella richiesta continua di chiarimenti verbali, o scritti con lettere, avvocati,
ricorsi, cause anche per cercare di evitare mali peggiori che si sente
potrebbero incombere.
1.1 PSICODIAGNOSTICA DEL MOBBING
La maggior parte dei casi di mobbing vengono invece diagnosticati come:
ptsd: disturbo da stress post-traumatico [Leymann & Gustfasson; Field;
Ellis; Einarsen; Davenport, Elliott, Schwartz; Naime; Wilson;
Pardini];
gad: disturbo d’ansia generalizzato[ Leymann & Gustfasson];
pdsd: disturbo da stress prolungato[ Field] ;
sindrome di affaticamento cronico[ Ellis];
burn-out [Leymann & Gustfasson] ;
disturbo dell’adattamento [Pardini; Giglioli].
1.1 IDENTIFICAZIONE DEL MOBBING
Sono sette i criteri per identificarlo secondo il modello di Ege. Uno
strumento che facilita questa identificazione è l’adattamento italiano del
LIPT, Leymann Inventory of Psychological Terrorr”, ovvero il LIPT-Ege.
I sette criteri del modello di Ege
1)
2)
3)
4)
5)
6)
7)
Ambiente lavorativo
Frequenza
Durata
Tipo di azioni
Dislivello degli antagonisti
Andamento secondo fasi successive
L’intento persecutorio
1.2 IDENTIFICAZIONE DEL MOBBING
1) Il luogo del conflitto deve essere l’ambiente lavorativo
Non esiste fragilità psichica che favorisca il sorgere di un conflitto
lavorativo Sarebbe come dire che le cause del conflitto lavorativo sono
esterne al lavoro.
Più opportuno porsi il problema di come la situazione lavorativa abbia
influito su uno sviluppo di sintomi o sull’aggravamento di eventuali
sintomi preesistenti.
In ogni caso non si può parlare di mobbing se le cause sono esterne alla
situazione lavorativa.
2) La frequenza degli attacchi deve essere almeno settimanale
La frequenza varia da “quotidanamente” a “alcune volte al mese”.
Leymann indica come criterio quello di attacchi subiti “almeno una
volta a settimana”
1.3 IDENTIFICAZIONE DEL MOBBING
3) La durata degli attacchi deve almeno durare sei mesi
4) Tipi di azioni ostili
Attacchi ai contatti umani e alla possibilità di comunicare
Isolamento sistematico
Cambiamento mansioni lavorative
Attacchi alla reputazione
Violenze e minacce di violenza
5) DISLIVELLO DEGLI ANTAGONISTI
Mobber
dislivello
Mobizzato
Gode di grande autostima
Non ha fiducia in sé stesso
È aggressivo
È sulla difensiva
È psicologicamente forte
È psicologicamente debole
Mira al miglioramento della
posizione professionale
Teme di venir demansionato,
teme di perdere in
competitività
Non ha paura di perdere il
posto di lavoro
Teme di perdere il posto di
lavoro
Si sente dalla parte del giusto
Si sente vittima di ingiustizia
Molti credono in lui
Pensano che soffra di manie
di persecuzione
È sempre presente sul lavoro
È spesso assente per malattia
Si sente superiore
Si sente inferiore
1.5 IDENTIFICAZIONE DEL MOBBING
6) Andamento per fasi
Fase zero
cattivo clima di lavoro dovuto a fatti intrinseci o a fatti estrinseci con senso
generale di tensione e insicurezza
Fase uno
relazioni interpersonali si inaspriscono con crescente disagio reciproco,
iniziano in questa fase azioni ostili indirizzate deliberatamente ai danni di
qualcuno
Fase due
comparsa primi sintomi psicosomatici e assenze per malattia.
1.6 IDENTIFICAZIONE DEL MOBBING
Terza fase
Iniziano i richiami scritti da parte dell’azienda, scattano controlli.
(confronta i lavori dei dipendenti, affida incarichi a personale giovane
non usurato, propone licenziamenti con fuoriuscite, aumenta i controlli,
complessivamente rendono totalmente ostile il dipendente)
Quarta fase
aumentano i sintomi, si prolungano i giorni di malattia. Si aggiungono
periodi di malattia non pagata, di riposo e di aspettativa.
Quinta fase
si perde ogni possibilità di riconciliazione. E’ la fase dell’abbandono del
lavoro, il problema è di abbandonarlo alle condizioni più convenienti,
altre volte di abbandonarlo e basta, rivalendosi successivamente.
1.7 IDENTIFICAZIONE DEL MOBBING
7) L’intento persecutorio
Scopo politico: strategia di lungo tempo, ad esempio di espulsione di un
dipendente, lucidamente e razionalmente pensata
Obiettivo conflittuale: es l’impiegato di sportello ritenuto “troppo
socievole” perché parlava con le persone oltre una comunicazione
essenziale veniva rimproverato davanti ai colleghi per il suo stile
personale.
Carica emotiva: accanimento, chiara manifestazione di non
apprezzamento.
1.1 MANIFESTAZIONE DEL MOBBING
Il mobbing si manifesta con maggiore frequenza in
organizzazioni di grandi dimensioni ove è possibile
mantenere l’anonimato e nei reparti amministrativi o dei
servizi
Università, Industria, Enti parastatali, Pubblica
Amministrazione, Scuola, Sanità, Assicurazioni, Banche,
Forze Armate, Regioni, Comuni, Province, Enti Privati, ecc…
Colpisce maggiormente la fascia 41-50 anni (molto
raramente i lavoratori sotto i 30 anni).
1.1 PROFILO DEL MOBBER
Attualmente è stata esclusa la correlazione tra i tratti di personalità del
mobbizzato e l’insorgenza di mobbing; esistono caratteristiche particolari
nel profilo psicologico del mobber.
Per quanto riguarda i tratti di personalità del mobber Field elenca 4
tipologie:
1. DISTURBO DI PERSONALITA’ ANTISOCIALE
mancata accettazione delle norme sociali, disonestà, impulsività, mancanza
di empatia per gli altri, irresponsabilità, mancanza di rimorso. Spesso il
disturbo antisociale è la conseguenza di un disturbo della condotta iniziato
prima dei quindici anni.
2.
PERSONALITA’ PARANOICA
sospetto infondato che gli altri vogliano procurare danni o sfruttare, riluttanza
a confidarsi, diffidenza verso la lealtà delle persone vicine, travisamento della
realtà, mancanza di perdono per dubbie offese ricevute.
1.2 PROFILO DEL MOBBER
3. DISTURBO NARCISISTICO DI PERSONALITA’: sentimento di
superiorità rispetto agli altri, desiderio costante di ammirazione, scarsa
empatia, fantasie sconfinate di successo, esagerazione delle proprie
qualità.
4. DISTURBO BORDERLINE: relazioni instabili, sensazione di vuoto,
senso di abbandono, incapacità di controllare la collera, comportamenti
autolesionisti, mutamenti ricorrenti di umore, spese impulsive di denaro,
comportamenti rischiosi.
1.1 CONCLUSIONI…
Il mobbing è una strategia di attacco.
Questo attacco è continuato, sistematico, duraturo, l’intento
persecutorio deve risultare chiaro.
Le azioni negative devono occorrere per almeno sei mesi, per
almeno una volta a settimana.
Un singolo episodio, per esempio un demansionamento, un
ordine di servizi umiliante, un trasferimento gravoso da soli
non sono mobbing.
1.2 CONCLUSIONI…
Il mobbing non è una malattia né una malattia
psichiatrica, ma un problema di lavoro, una situazione
che può dar luogo a malattie.
Malattie psichiatriche più spesso associate alla situazione
di mobbing sono il disturbo post traumatico da stress
(DPTS), il disturbo di adattamento (DA), il disturbo
Acuto da Stress (DAS).
1.1 CONCLUSIONI…
Il mobbing è un problema multidisciplinare,
intorno al mobbing si muovono ruoli e
professionalità diverse:
Psicologo del lavoro
Medico (di base, del lavoro, legale, psichiatra ecc.)
Consulente aziendale o addetto alle risorse umane
Avvocato
Giudice
Sindacalista
Consulente Tecnico d’Ufficio
Consulente Tecnico di Parte
GRAZIE PER
L
’ATTENZIONE
L’ATTENZIONE
E
…….
E…….
BUON LAVORO
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