ARIA DELLA REGINA DELLA NOTTE
Testo tedesco
Der Hölle Rache kocht in meinem Herzen,
Tod und Verzweiflung flammet um mich her!
Fühlt nicht durch dich Sarastro
Todesschmerzen,
So bist du meine Tochter nimmermehr.
Verstossen sei auf ewig,
Verlassen sei auf ewig,
Zertrümmert sei'n auf ewig
Alle Bande der Natur
Wenn nicht durch dich!
Sarastro wird erblassen!
Hört, Rachegötter,
Hört der Mutter Schwur!
Traduzione ritmica di Stefano Simone Pintor per la messinscena di Opera domani 2012
Ribolle lava nel mio cuore nero!
Ah, la vendetta… Sì, la vendetta arde dentro me!
Se per tua man Sarastro qui non muore…
Sarastro qui non muore…
Io non vedrò mai più mia figlia in te!
Io non vedrò… Non vedrò più nulla in te…
A-ah! Non vedrò nulla in te!
A-ah! Io non vedrò mai più mia figlia in te!
Sarai tu ripudiata,
per sempre abbandonata…
Sarai tu condannata
se tu non m’ascolterai.
Uccidi quell’uomo, fallo fuori! O mai più mi rivedrai!
Ora va’! Ora tu lo ucciderai
oppur su te la mia maledizione…
Va’! Va’! Va’, questo è tutto… Tu m’ubbidirai?
Ogni opera gode di precisi momenti musicali clou che inevitabilmente
catalizzano l’attenzione e l’attesa di tutti gli spettatori. Nel Flauto magico
indubbiamente questo ruolo è ricoperto da quest’aria, la celeberrima “aria
della Regina della Notte” unanimemente considerata una delle vette del
virtuosismo canoro. Ed, in effetti, si tratta di un brano spettacolare e di
grandissima agilità in cui la regina si produce in una raffica di algidi ed
acutissimi vocalizzi che richiedono una solidissima tecnica vocale. Un’ariasimbolo, quindi, che merita un ascolto particolarmente attivo che permetta di
entrare nel merito della semantica musicale del brano ossia di stabilire se il
suo assetto musicale (ossia la sua spinta verso l’acuto) sia semplicemente una
sorta di edonismo sonoro o costituisca il pendant sonoro del suo significato
testuale.
Riascoltiamo l’aria e soffermiamoci sui vocalizzi. Ricordiamo cosa accade:
Astrifiammante appare alla figlia Pamina porgendole un pugnale ed
intimandole di uccidere Sarastro; se non lo farà non sarà più sua figlia.
Rileggiamo il testo in italiano (ho evidenziato alcuni passi particolarmente
illuminanti):
Ribolle lava nel mio nero cuore! / E la vendetta, e la vendetta brucia
dentro me! / Se per tua man Sarastro or non muore / Io non vedrò
mai più una figlia in te! / A-ah! Io non vedrò nulla in te! / Sarai tu
ripudiata, / per sempre abbandonata. / Sarai tu condannata / se
non mi ascolterai. / Uccidi quell’uomo, fallo fuori! O mai più mi
rivedrai! / Ora va’! Ora tu lo ucciderai / oppur la mia maledizione
avrai.
Si tratta di parole terribili; una madre che minaccia la propria figlia
maledicendola di non volerla mai più rivedere.
Ma...... è normale che una madre si rivolga in questi termini alla propria
figlia?
E, soprattutto, che possa concepire una simile maledizione?
Poniamoci, quindi, questo quesito: «Dopo aver pronunciato queste terribili
parole, Astrifiammante inizia a cantare i vocalizzi. C’entrano qualcosa
con la maledizione appena pronunciata?».
Qualcuno di voi, magari, dirà che sta sclerando!!!
Ci può stare……ma c’è qualcosa di più!!
Registriamo le impressioni ricavate nel momento in cui i vocalizzi
raggiungono le zone più acute: «Cosa vi pare che succeda alla voce
della cantante?».
Il raggiungimento delle zone acute comporta una trasfigurazione della voce
che, perdendo la propria tinta umana, assomiglia sempre di più al suono
metallico di uno strumento musicale.
Non potete non rilevarlo.
Questa apparente metamorfosi del timbro del soprano tradisce il significato
profondo di quest’aria. L’acquisizione di caratteristiche proprie di uno
strumento comporta una sorta di snaturamento della voce. Tutto ciò per
rappresentare la perdita di ‘umanità’ della regina che in quel momento sta
pesantemente maledicendo la figlia rescindendo il più naturale dei legami,
quello materno.