Papa Francesco e la fede V – Fede e la donna nella Chiesa, alla luce di Maria Maggio 2014 Oggi si dibatte molto “la questione femminile” nella società e nella Chiesa. Il papa Francesco è stato sollecitato molte volte a intervenire su questo argomento e non si è tirato indietro: dalle varie interviste concesse a rappresentanti della stampa, alle omelie a S. Marta, ai discorsi in Piazza San Pietro, fino alle pagine dedicate al ruolo della donna nella Chiesa nel suo documento programmatico “Evangelii Gaudium” (Cfr nn. 1003 -104 e passim). Il papa completa il suo pensiero alla fine di EG, nei nn. 284-288, dove presenta Maria come madre della Chiesa e stella della Nuova Evangelizzazione e termina con una mirabile preghiera a Maria, dove compendia la dignità e il ruolo di Maria nella storia della Salvezza, come un modello per tutti i credenti, uomini e donne. Scrive papa Francesco: “La Chiesa riconosce l’indispensabile apporto della donna nella società, con una sensibilità, un’intuizione e certe capacità peculiari che sono solitamente più proprie delle donne che degli uomini” (EG, n. 103). La sensibilità propria della donna, la sua capacità intuitiva deve dare un grande contributo prima di tutto nei problemi della maternità, ma poi anche nella responsabilità pastorale insieme ai sacerdoti, nell’animazione di persone, famiglie, gruppi, nel donare nuovi contributi anche alla riflessione teologica. La presenza femminile deve avere uno spazio più incisivo nella vita della Chiesa. Il genio femminile deve trovare spazio nella vita sociale, nei luoghi del lavoro e dove si prendono le decisioni importanti nella Chiesa e nella società (Cfr.EG 103). Sono principi generali, ma fondamentali, dai quali possono e devono scaturire molte conseguenze concrete nella vita della società e della Chiesa. Le rivendicazioni dei legittimi diritti delle donne Dice il papa: “Le rivendicazioni dei legittimi diritti delle donne devono partire dalla ferma convinzione che uomini e donne hanno la medesima dignità e devono porre alla Chiesa domande profonde che la sfidano e che non si possono eludere superficialmente. Il sacerdozio riservato agli uomini, come segno di Cristo Sposo che si consegna nell’Eucaristia, è una questione che non si mette in discussione, ma può diventare motivo di conflitto se la potestà sacramentale è vista come potere” (EG n.104). Il potere sacerdotale è il servizio al popolo di Dio, non la dignità e la santità. La grande dignità viene per tutti, uomini e donne, dal Battesimo, che ci fa tutti uguali davanti a Dio. Nella Chiesa le funzioni non stabiliscono la superiorità degli uni sugli altri. Di fatto, dice il papa, “una donna, Maria, è più importante dei vescovi, dei sacerdoti e diaconi”. La funzione “gerarchica” del sacerdozio ministeriale è ordinata totalmente a santificare le membra di Cristo. La grandezza del sacerdozio ministeriale dipende dal potere di amministrare i sacramenti, specialmente l’Eucaristia a servizio dei fedeli. I pastori e i teologi devono aiutare con i loro studi ad approfondire il ruolo della donna anche dove si prendono decisioni importanti, nei vari ambiti della società e della Chiesa” (EG, n. 104). Papa Francesco ripete un “no” all’ordinazione sacerdotale delle donne, come è stato sempre tramandato nella Chiesa, fin dal tempo degli apostoli, ma afferma anche che “una chiesa senza le donne è come il collegio apostolico senza Maria”. Il ruolo della donna nella chiesa non può ridursi soltanto alla maternità, a fare la chierichetta o la presidente dell’Azione Cattolica. C’è bisogno di allargare gli spazi per una presenza femminile più incisiva nella Chiesa. Ai vescovi brasiliani il papa diceva: “Le donne hanno un ruolo fondamentale nel trasmettere la fede, portarla avanti e rinnovarla. Se la Chiesa perde le donne, rischia la sterilità”. Il papa conosce la forte situazione attuale della presenza femminile nelle parrocchie, negli studi teologici, nella frequenza della chiesa, nelle opere di assistenza. Di fronte ai 400 mila sacerdoti ci sono nel mondo 700.000 religiose inserite in tutti campi del sociale e del pensiero teologico. La Chiesa è stata sempre arricchita dalla santità e dal genio di grandi donne, antiche e recenti, come Caterina da Siena, Teresa di Gesù, Madre Teresa di Calcutta, Chiara Lubich ecc. La ricchezza del ruolo della donna e i pericoli Il papa ha esplicitato in maniera più organica il suo pensiero sulla donna in due udienze. Il 12-10-2013: “Cambiano continuamente tante cose, ma rimane il fatto che è la donna che concepisce, porta in grembo e partorisce i figli degli uomini. E questo non è semplicemente un dato biologico, ma comporta una ricchezza di implicazioni sia per la donna stessa, per il suo modo di essere, sia per le sue relazioni, per il modo di porsi rispetto alla vita umana e alla vita in genere”. Tuttavia “ci sono due pericoli sempre presenti, due estremi che mortificano la donna e la sua vocazione”. “Il primo è di ridurre la maternità a un semplice ruolo sociale, ad un compito nobile, ma che di fatto mette in disparte la donna e non la valorizza pienamente nella costruzione della comunità. Questo sia in ambito civile, sia in ambito ecclesiale. Come reazione a questo pericolo, c’è quello di promuovere una specie di emancipazione verso tutto ciò che è maschile o una clericalizzazione, per abbandonare il femminile con i tratti preziosi che lo caratterizza”. E’ il “maschilismo” e il “clericalismo”. A un giornalista che chiedeva al papa se si poteva pensare a una donna cardinale, rispondeva: “Le donne nella Chiesa devono essere valorizzate, non ‘clericalizzate’. Chi pensa alle donne cardinale soffre un po' di clericalismo”. Nell’udienza al Centro Italiano Femminile il papa afferma che l’'apporto del genio femminile nel lavoro e nella sfera pubblica è “importante” ma il ruolo della donna nella famiglia è “insostituibile”. “A questo riguardo, come è possibile crescere in una presenza efficace nella vita pubblica, nel mondo del lavoro e nei luoghi dove vengono adottate le decisioni più importanti e al tempo stesso mantenere una presenza e un'attenzione preferenziale e speciale nella famiglia e per la famiglia?». Il papa risponde che la donna cristiana, deve trovare un sano equilibrio e discernimento con la riflessione sul ruolo della donna nella società, con la preghiera assidua e perseverante, col dialogo con Dio, illuminato dalla sua Parola, irrigato dalla grazia dei sacramenti. Così la donna cristiana cerca di rispondere alla vocazione avuta dal Signore, nella sua condizione concreta di donna”. Alla fine della sua “Evangelii Gaudium”, papa Francesco invita specialmente le donne a guardare Maria come modello di donna pienamente realizzata in Dio. Maria, Madre della Chiesa e dell’evangelizzazione Fin dall’inizio della Chiesa, Maria è stata al centro della vita cristiana. Lei radunava i discepoli per la preghiera (At 1,14) e così rese possibile l’esplosione missionaria che avvenne a Pentecoste. Lei è la Madre della Chiesa evangelizzatrice, senza di lei non possiamo comprendere pienamente lo spirito della nuova evangelizzazione” (EG, n. 284). Quando Gesù vide ai piedi della Croce la presenza della Madre e del discepolo amato, disse a Maria: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo amato: «Ecco tua madre!» (Gv 19,26-27). Gesù ci lasciava sua madre come madre nostra e madre della Chiesa. Solo dopo aver fatto questo, Gesù ha potuto dire: «Tutto è compiuto» (Gv 19,28). Con il sacrificio del Figlio di Dio nasceva la Chiesa e subito Gesù l’affidava alla sua madre, elevata alla dignità più grande possibile per una donna, quella di Madre di Dio e Madre della Chiesa. Queste parole di Gesù in punto di morte manifestano il mistero di una speciale missione salvifica affidata da Cristo a una donna. Maria è colei che, quale madre di tutti, è segno di speranza per tutti, aprendo i cuori alla fede con il suo affetto materno. Come una vera madre, cammina con noi, combatte con noi ed effonde continuamente l’amore di Dio nei nostri cuori (EG nn. 285-286). Chiediamole che con la sua preghiera materna aiuti la Chiesa a diventare una madre per tutti i popoli e renda possibile la nascita di un mondo nuovo. Con Maria avanziamo fiduciosi verso questa promessa, e diciamole: Vergine e Madre Maria, tu che, mossa dallo Spirito, hai accolto il Verbo della vita nella profondità della tua umile fede, aiutaci a dire il nostro “sì” nell’urgenza di far risuonare la Buona Notizia di Gesù. Tu, ricolma della presenza di Cristo, hai portato la gioia a Giovanni il Battista, facendolo esultare nel seno di sua madre. Tu, trasalendo di giubilo, hai cantato le meraviglie del Signore. Tu, che rimanesti ferma davanti alla Croce con una fede incrollabile, e ricevesti la gioiosa consolazione della risurrezione, hai radunato i discepoli nell’attesa dello Spirito perché nascesse la Chiesa evangelizzatrice. Ottienici ora un nuovo ardore di risorti per portare a tutti il Vangelo della vita che vince la morte. Stella della nuova evangelizzazione, aiutaci a risplendere nella testimonianza della comunione, del servizio, della fede ardente e generosa, della giustizia e dell’amore verso i poveri, perché la gioia del Vangelo giunga sino ai confini della terra e nessuna periferia sia priva della sua luce. Madre del Vangelo vivente, sorgente di gioia per i piccoli, prega per noi. Amen. Alleluia. Rifletti 1. 2. 3. 4. Che cosa pensi del ruolo della donna nella vita della Chiesa? Che cosa potrebbe fare di più? Che cosa pensi del ruolo della donna nella società? Che cosa potrebbe fare di più? In che cosa Maria può essere modello della donna nella vita della Chiesa e della società? Che cosa pensi del ruolo della donna negli AGC? P. Alberto Pierangioli