sacro / santo (nuova serie) 9 Collana diretta da Sofia Boesch Gajano, Philippe Boutry, Simon Ditchfield, Roberto Rusconi, Edith Saurer, Francesco Scorza Barcellona 2 Storia della santità nel cristianesimo occidentale Anna Benvenuti Sofia Boesch Gajano Simon Ditchfield Roberto Rusconi Francesco Scorza Barcellona Gabriella Zarri Storia della santità nel cristianesimo occidentale viella Copyright © 2005 - Viella s.r.l. Tutti i diritti riservati Prima edizione: marzo 2005 ISBN 88-8334-137-6 viella libreria editrice via delle Alpi, 32 I-00198 ROMA tel. 06 84 17 75 8 fax 06 85 35 39 60 www.viella.it Indice Premessa Orientamenti bibliografici I. Le origini 11 16 19 di Francesco Scorza Barcellona Dalla Chiesa di santi ai santi della Chiesa 19 1. L’idea di santità nelle Scritture ebraiche e cristiane 1.1. Sacro e/o santo 1.2. La Bibbia ebraica 1.3. Il Nuovo Testamento 25 25 27 29 2. I martiri 2.1. La testimonianza del martirio 2.2. Prima e dopo Costantino 2.3. La dignità del martire 31 31 34 40 3. I confessori 3.1. Verso una santità non martiriale 3.2. Asceti e monaci 3.3. Vescovi 43 43 45 50 4. Culto dei santi e culto delle reliquie 4.1. Dal culto dei defunti al culto dei santi 4.2. L’intercessione e il patronato 4.3 Le reliquie e i miracoli 4.4. Il controllo ecclesiastico 52 52 54 56 60 5. Le fonti dell’agiografia tardoantica 5.1. Tra agiografia e storia 5.2. La letteratura sui martiri 5.3. Le biografie 5.4. Calendari e martirologi 5.5. L’iconografia 61 61 63 68 73 75 6 Storia della santità nel cristianesimo occidentale Una eredità per i secoli a venire Orientamenti bibliografici 79 81 II. La strutturazione della cristianità occidentale 91 di Sofia Boesch Gajano Nuovi spazi e nuove strutture 91 1.Vita religiosa, agiografie e culti fra VI e VIII secolo 1.1. Luoghi e memoria 1.2. Protagonisti e testimoni: l’Italia 1.3. Protagonisti e testimoni: la Gallia merovingia 1.4. L’eccezionalità religiosa fra ‘centro’ e ‘periferia’ 94 94 96 98 101 2. Oggetti e strumenti della devozione 2.1. Reliquie e reliquiari 2.2. Il culto delle immagini fra Oriente e Occidente 2.3. Icone acheropite e iconografia mariana 2.4. Luoghi sacri e pellegrinaggi 105 105 108 112 114 3. Una santità aristocratica e istituzionale 3.1. Abati e vescovi in età carolingia 3.2. La memoria delle chiese 3.3. Il secolo X: tradizione e innovazione 3.4. Regalità e santificazione 116 116 118 121 124 4. Riforma e conquista 4.1. Riforme monastiche: i fondatori 4.2. La libertas ecclesiae e i suoi protagonisti 4.3. Primato romano e santità di funzione 4.4. Guerra santa e nuovi martiri 127 127 130 133 135 5. Antichi e nuovi spazi 5.1. Fra campagna e città 5.2. Tracce di religiosità alternativa 5.3. Cultura e santità: una difficile sintesi 5.4. Memoria e controllo 137 137 139 141 144 Santità e sacralità fra accumulazione e complementarità 146 Orientamenti bibliografici 148 Indice III. La civiltà urbana 7 157 di Anna Benvenuti Mondo e sopramondo 157 1. Culti patronali cittadini: continuità e trasformazioni 1.1. La memoria delle origini 1.2. Centralismo romano e autonomie ecclesiastiche locali 1.3. I santi protagonisti della storia cittadina 1.4. L’inflazione dei patroni 161 161 163 164 166 2. La spiritualità laica tra ortodossia e eterodossia 2.1. Sperimentazioni religiose 2.2. I tanti volti della santità 2.3. Religiosae mulieres 2.4. Ortodossia ed eresia: un confine ambiguo 168 168 172 173 177 3. Nuovi protagonisti: gli ordini mendicanti 3.1. Frati mendicanti e città 3.2. La memoria agiografica 3.3. Francesco: una memoria contesa 3.4. Domenico: una memoria ordinata 180 180 184 187 191 4. Santità canonizzata, santità percepita, santità negata 4.1. Le origini del processo di canonizzazione 4.2. La procedura del riconoscimento 4.3. Santi e beati 4.4. Carisma e diffidenza 195 195 197 200 201 5. Scritture e immagini fra tradizione e innovazione 5.1. La metafora mistica 5.2. La santità predicata 5.3. La santità volgarizzata 5.4. Immagini e immaginario 203 203 206 208 212 Un cielo troppo vicino alla terra 215 Orientamenti bibliografici 218 8 Storia della santità nel cristianesimo occidentale IV. L’età rinascimentale 223 di Gabriella Zarri L’età del Rinascimento e la cristianizzazione della società 223 1. Devotio moderna e Umanesimo cristiano 1.1. Studia humanitatis e devotio moderna 1.2 La letteratura agiografica nel secolo XV 1.3 Letteratura umanistica e leggendari agiografici 227 227 230 233 2. Osservanza e Papato 2.1. Letteratura devota in Italia 2.2. Le canonizzazioni del secolo XV 2.3. Contromodelli 2.4. Il culto mariano 235 235 237 239 241 3. Santità profetica e visionaria 3.1. Profezia politica: il caso Savonarola 3.2. Le ‘sante vive’: politica, devozione e carità 243 243 245 4. Modelli, rappresentazioni, devozioni 4.1. Predicatori e monache osservanti 4.2. Preghiera mentale e pellegrinaggio spirituale 247 247 250 5. Critiche e contestazioni 5.1. Dalle critiche ai santi alla contestazione della santità 5.2. Dalla contestazione alla abolizione del culto dei santi 252 252 253 Risposte e reazioni 255 Orientamenti bibliografici V. Il mondo della Riforma e della Controriforma 257 261 di Simon Ditchfield Verso nuovi assetti della cristianità 261 1. Un approccio comparativo 1.1. Identità confessionali e martirio 1.2. La riforma del culto fra particolare e universale 263 263 264 2. Una cristianità dinamica 2.1. La santità e lo spazio 268 268 Indice 2.2. I movimenti degli oggetti di culto 2.3. Plasmare le immagini 2.4. Plasmare la parola 2.5. Plasmare il suono 9 269 273 275 276 3. Appropriarsi del sacro 3.1. Reliquie e contrasti 3.2. La difficoltà del controllo 3.3. Le armi dei deboli 3.4. Il consumo del Cristo e della beata Vergine Maria 278 278 279 281 282 4. La congregazione dei Riti e l’Inquisizione 4.1. Le iniziative episcopali 4.2. La riforma della procedura di canonizzazione 4.3. Fare i santi 285 285 286 293 5. Liturgia, erudizione e culto dei santi 5.1. La riforma della liturgia dopo il concilio di Trento 5.2. Historia magistra sanctitatis 5.3. Una gerarchia liturgica della santità 297 297 301 305 6. Le terre di missione 6.1. Arte sacra: un linguaggio globale di scambio culturale 6.2. Appropriazioni culturali: il Nuovo Mondo 6.3. Appropriazioni culturali: la Vergine Maria in Giappone 6.4. L’assimilazione inversa: la Baviera del Settecento 309 309 311 313 314 7. Il culto dei santi nell’età dei lumi 7.1. Historia sacra e narrazioni illuministiche 7.2. Benedetto XIV e gli usi dell’erudizione 315 315 317 «C’è da presumere che questa pietosa commedia non finirà molto presto» 321 Orientamenti bibliografici 324 Storia della santità nel cristianesimo occidentale 10 VI. Una Chiesa a confronto con la società 331 di Roberto Rusconi L’età delle rivoluzioni e la restaurazione dei culti 331 1. Trasformazioni sociali e nuove forme di religiosità 1.1. L’emergere della santità sociale 1.2. La promozione dei santi giovani 1.3. Le missioni occidentali e i nuovi santi 338 338 340 342 2. Santità vissuta e santità canonizzata 2.1. Fondatrici e fondatori 2.2. I nuovi martiri 2.3. Santi laici oppure laici santi? 344 344 346 350 3. Beatificazioni e canonizzazioni 3.1. Dalla codificazione del processo di canonizzazione alla Lumen gentium 3.2. Decentramento e accelerazione delle procedure: Giovanni Paolo II 3.3. Il potere dei papi 353 4. Culto mariano e culto dei santi 4.1. Il Sacro Cuore di Gesù, Maria Santissima e la promozione del suo culto 4.2. La fitta rete dei santuari mariani 4.3. Santi e santuari 353 356 359 363 363 364 367 5. I nuovi strumenti della devozione: santini e mass media 5.1 Un’immagine medievale di cristianità e l’alluvione dei ‘santini’ 5.2. I bollettini dei santuari e il ruolo dell’editoria 5.3. La pagina e la scena 368 371 375 I santi: la medicina dell’anima? 377 Orientamenti bibliografici Opere citate 368 380 387 Premessa Questo volume è frutto di un progetto: radicato in una stagione storiografica sempre più interessata al tema della santità e del culto dei santi, e fondato su alcune opzioni di fondo. La prima riguarda la scelta dell’ambito da privilegiare. Abbiamo individuato nel cristianesimo la religione nella quale il fenomeno della santità ha assunto un rilievo centrale, confortato dalla teologia, dalla liturgia, dal diritto, dalla produzione culturale, scritta e iconografica. E tuttavia la consapevolezza della polivalenza storicoreligiosa della santità, termine riferibile in molte religioni a coloro che praticano modalità di vita esemplare al fine di raggiungere un rapporto intimo con Dio, e della dimensione antropologica del santo come ‘luogo’, dell’incontro fra ‘natura’ e ‘sopranatura’, ci ha indotto a prestare particolare attenzione agli influssi e alle interazioni fra culture diverse. È questo un problema particolarmente evidente alle origini del fenomeno, ma presente persistentemente in tutta la lunga storia del cristianesimo sia in senso orizzontale – in tutte le terre di missione – sia in senso verticale – con riferimento ai dislivelli culturali all’interno di una stessa civiltà. Dopo avere collocato il tema nell’orizzonte della religione cristiana nel senso sopra indicato, era necessario farlo interagire con la dimensione geografica e con quella cronologica. L’impostazione del volume prende atto delle articolazioni storiche e geografiche del cristianesimo: il passaggio dall’unità mediterranea di età tardoantica alla progressiva differenziazione fra Oriente e Occidente, dà luogo a una profonda diversificazione per quanto attiene alla spiritualità, alle istituzioni, alle devozioni, pur nella continuità di rapporti e influssi. Dopo un primo capitolo dedicato alle origini del fenomeno omogeneamente diffuso nelle terre dell’Impero e documentato da testimonianze in lingua greca e latina, che rimangono 12 Storia della santità nel cristianesimo occidentale fondamento della tradizione cultuale e modello letterario della memoria storica di martiri e confessori, a partire dal secolo VI la nostra attenzione si rivolge decisamente verso Occidente: alle terre di più antica cristianizzazione, coincidenti con quelle più intensamente romanizzate – l’Italia, la Gallia, la Spagna, le Isole Britanniche – poi a quelle oggetto di progressiva cristianizzazione nelle regioni orientali e settentrionali del continente europeo, infine alle terre di missione negli altri continenti. All’interno del contesto occidentale così definito un ruolo centrale assume naturalmente la Chiesa di Roma, soprattutto dal momento in cui questa avoca a sé il riconoscimento ufficiale della santità attraverso la canonizzazione, e poi quando, dopo la Riforma e la sanzione definitiva della divisione della cristianità con il Concilio di Trento, esercita un controllo sempre più attento sulla vita religiosa. Si tratta dunque di un’idea dinamica di Occidente, considerato nella mobilità dei suoi confini e nella dialettica dei suoi rapporti politici e religiosi con civiltà contigue e ‘altre’. I quadri geografici e cronologici, intesi sempre nella loro problematicità e dinamicità, sono fondamentali nell’impostazione del volume, come risulta dall’attenzione ad essi rivolta all’inizio di ogni capitolo per dare conto della segmentazione di un fenomeno dalle caratteristiche solo apparentemente omogenee nel tempo e nello spazio. La dimensione accentuatamente diacronica fa propria la tendenza storiografica a sottrarre al periodo tardoantico – il periodo delle origini – e medievale, il ‘monopolio’ degli studi agiografici, rivendicando i caratteri insieme persistenti e mutevoli del fenomeno della santità e del culto dei santi. Dopo le coordinate geografiche e cronologiche è necessario presentare altri parametri che contribuiscono a definire il nostro progetto. La storia della santità e del culto dei santi, considerata, come sopra si è detto, nei suoi aspetti spirituali, istituzionali, devozionali, e più in generale sociali, non potrebbe assumere la sua fisionomia propria e il suo giusto rilievo se non fosse posta in relazione con il complesso delle credenze, dei riti, delle espressioni cultuali propri della religione cristiana. Il primo riferimento è alla dimensione teologica della santità, fondata sull’incarnazione, morte e resurrezione di Gesù Cristo, ribadita, con maggiore o minore consapevolezza nel corso dei secoli. Il secondo riferimento è al tempo cristiano e all’assetto liturgico annuale, che, scandito dal- Premessa 13 le ricorrenze legate agli eventi della vita e della morte di Cristo – il ciclo temporale – si arricchisce con le celebrazioni delle festività dei martiri e poi dei santi, dando vita a un calendario, che, con i continui ‘aggiornamenti’ riflette la storia del cristianesimo dalle origini a oggi – il ciclo santorale –. La liturgia rappresenta così un testo mobile, che ha avuto nel tempo accentuate caratteristiche regionali o nazionali, persistenti aldilà della proposta di carattere universale rappresentata dal Martirologio Romano di Cesare Baronio. Il terzo riferimento indispensabile è al rapporto con le forme di devozione che hanno per oggetto personaggi diversi dai santi: la Vergine e Cristo, considerati nella loro autonoma individualità come pure nel loro rapporto sancito dalla proclamazione di Maria come Madre di Dio. La santità si comprende infatti solo all’interno di una storia fatta di influssi, adeguamenti, ‘competizioni’. Il culto rivolto alla Vergine ha carattere di omogeneità, che gioca dialetticamente con la diversità delle tante Madonne venerate: varietà nell’iconografia, nella specializzazione taumaturgica, molto simile a quella attribuita ai santi, nella varietà delle funzioni, delle devozioni e dei riti. Quanto al Cristo, se egli è al centro della vita della Chiesa nella celebrazione eucaristica e presente nella quotidianità religiosa attraverso lo strumento della sua morte, la croce, è dal XII secolo che la sua figura assume un rilievo sempre più caratterizzato dalla fisicità nelle croci dipinte o scolpite e nelle rappresentazioni della crocifissione, divenendo strumento di esperienze spirituali che sollecitano l’unione del fedele con l’oggetto della sua devozione fino alle forme di identificazione proprie dell’esperienza mistica. Questa vicenda cultuale prosegue fino alle nuove proposte devozionali di età moderna e contemporanea sempre più legate alla dimensione corporea del Cristo, come quella al Sacro Cuore e al Preziosissimo Sangue. Un’altra opzione di fondo riguarda il nesso fra le esperienze religiose, il contesto sociale e culturale in cui si sono manifestate e che ne ha sancito l’eccezionalità, le testimonianze, che ne hanno conservato memoria, gli strumenti e le forme della devozione – considerata sul duplice versante della promozione e della fruizione –, le funzioni assolte dal santo da vivo e ancor più da morto a livello sociale e istituzionale. I protagonisti sono stati considerati nei loro rapporti dialettici con le comunità dei fedeli e con le istituzio- 14 Storia della santità nel cristianesimo occidentale ni di riferimento: l’attenzione è stata rivolta a coloro che quell’esperienza hanno riconosciuto come ‘straordinaria’ – gli artefici della fama sanctitatis e primi ‘impresari’ del culto, per usare l’espressione di Peter Brown –; alle istituzioni che l’hanno sancita ufficialmente con la liturgia, con la parola orale e scritta, con le immagini; ai fedeli, che al santo ricorrevano per ottenere protezione e guarigione, insomma ai fruitori del suo potere taumaturgico e della sua esemplarità spirituale, al suo ‘pubblico’. È proprio questa impostazione che meglio permette di cogliere differenze, complementarità, intersezioni fra uomini e donne sia sul versante delle esperienze spirituali, sia sul versante del riconoscimento della santità, sia infine sul piano delle devozioni. Questa impostazione è frutto di una feconda stagione storiografica, che dall’originaria ideologia femminista ha tratto stimolo e alimento per ricerche e interpretazioni ricche di novità metodologiche. Il volume intende presentare una storia attenta alla presenza delle donne, alle differenze di genere, al rapporto maschile/femminile. La complessità del fenomeno ha comportato un’attenzione specifica alle fonti sul piano delle scelte e del metodo di analisi: attenzione agevolata, soprattutto per alcuni periodi, da un’imponente stratificazione di edizioni e ricerche. Per quanto riguarda la produzione propriamente agiografica, avente per oggetto la passione di un martire, la vita di un santo, la loro memoria liturgica o il racconto di miracoli da loro compiuti in vita o in morte, essa è stata considerata nella varietà delle tipologie, con l’attenzione volta a cogliere le persistenze – sensibili soprattutto per quanto riguarda i generi letterari utilizzati –, ma insieme le variazioni all’interno della stessa tipologia e le novità, spesso molto rilevanti, determinate da nuove esigenze religiose o da mutamenti istituzionali. Basta pensare ai processi di canonizzazione, la cui importanza a partire dal sec.XIII è stata messa in rilievo da André Vauchez, o al materiale elaborato in età moderna dalle Congregazioni preposte al riconoscimento della santità. Questa produzione, inoltre, è stata considerata non solo nella sua identità specifica, volta all’esemplarità spirituale o morale o alla propaganda devozionale, ma nella sua dimensione storica, recuperabile attraverso strumenti analitici diversificati: dalla filologia alla storia dell’arte, dall’antropologia alla storia istituzionale. L’impostazione sopra ricordata porta a una decisa dilatazione del concetto di testo agiografico – potenzialmente ogni tipo di fon- Premessa 15 te in cui si trovino tracce utili a ricostruire la storia dei santi e dei culti – e ancora alla riflessione sulla labilità dei confini fra tipologie di testi scritti – ad esempio fra la varietà di agiografie, biografie, storiografie – o iconografici, con conseguente varietà di funzioni: immagine come esempio, immagine come reliquia, immagine come narrazione storica, immagine come ornamento. In ognuno di questi due ambiti, quello scritto e quello iconografico si possono inoltre cogliere infinite variazioni per quanto attiene alla dialettica fra committenza e esecuzione – essendo l’artista certamente parte in causa e non semplice artefice di un manufatto voluto da altri –, fra committenza e fruizione, fra livelli diversi di fruizione connessi con i livelli culturali e le esigenze dei devoti. La presentazione contestuale di personaggi, eventi, problemi e interpretazioni storiografiche definisce il carattere istituzionale di questo volume, nato dal desiderio di mettere a frutto un lungo comune cammino, segnato da ricerche individuali e collettive, da confronti metodologici e storiografici sviluppati in tanti fecondi incontri di discussione e di progetti. I singoli contributi assolvono al compito di presentare fonti, studi, tesi storiografiche, secondo l’articolazione di temi e problemi, pur nel comune orizzonte storiografico. Lo testimoniano le indicazioni bibliografiche finali, che insieme agli indici relativi ai personaggi storici e agli autori moderni sono da considerare strumenti di consultazione e di lavoro: elaborati nella speranza di aiutare il lettore a seguire propri specifici interessi e a individuare nuovi campi di ricerca. Ferma restando la responsabilità scientifica dei testi firmati individualmente da ciascuno di noi, rivolgiamo al lettore l’invito a considerare ogni capitolo come parte di un volume unitario nella sua concezione e nella sua realizzazione: non una raccolta di ‘saggi d’autore’, ma, in aderenza al titolo, la ricostruzione di una storia lunga ormai duemila anni, sostenuta da un’interpretazione comune. Ogni capitolo è seguito da una bibliografia ragionata. Le opere citate in forma abbreviata sono riportate nella loro forma completa nell’elenco alla fine del volume. Questa bibliografia ragionata sostituisce i riferimenti in nota; quelli all’interno del testo sono limitati alle citazioni testuali. Nei rinvii interni il numero romano indica il capitolo mentre i numeri arabi i paragrafi e i sottoparagrafi. 16 Storia della santità nel cristianesimo occidentale Orientamenti bibliografici Si offrono qui i riferimenti ai principali strumenti e alle opere fondanti il nostro comune percorso di ricerca (queste ultime segnalate in ordine cronologico per permettere di seguire lo sviluppo della storiografia agiografica). STRUMENTI Dizionari specifici Bibliotheca Sanctorum (1961-1970; 1990-19962), con Appendici (1987; 2000); Bibliotheca Sanctorum Orientalium (1998-1999); Il grande libro dei santi (1998); Histoire des saints et de la sainteté chrétienne (19861988) [trad. it. Storia dei santi e della santità cristiana (1991)]; quest’ultima opera si caratterizza per un’innovativa estensione della definizione di santità e per l’ordinamento storico-cronologico anziché alfabetico dei diversi volumi. Per i pontefici martiri e santi Enciclopedia dei papi (2000). Dizionari generali, utili per singole voci Dictionnaire d’archéologie chrétienne et de liturgie (1907-1953); Dictionnaire d’histoire et de géographie ecclésiastiques (1912-2003, in cont.); Dictionnaire de théologie catholique (1923-1972); Dictionnaire de spiritualité, ascétique et mystique, doctrine et histoire (1937-1994); Catholicisme (1948-2000); Lexikon für Theologie und Kirche (199320013); Grande lessico del Nuovo Testamento (1965-1992); Lexikon der Christlichen Ikonographie (1968-1976); Dizionario patristico e di antichità cristiane (1983-1984); Dizionario di omiletica (1998). Repertori e opere di metodologia agiografica La Société des Bollandistes svolge da più di quattro secoli un’ininterrotta attività a favore della scienza agiografica (per il suo ruolo nella storiografia agiografica si vedano gli orientamenti bibliografici relativi al capitolo VI), testimoniata in primo luogo dai 70 volumi degli Acta Sanctorum (1643-1940), ordinati secondo il calendario liturgico, con pubblicazione delle principali testimonianze scritte, precedute da un commentario storico-critico per ciascun santo. Premessa 17 La Societé des Bollandistes ha curato inoltre numerosi repertori di fonti tardoantiche e medievali Bibliotheca hagiographica latina (1898-1901), Bibliotheca hagiographica latina. Novum Supplementum (1986); Bibliotheca hagiographica graeca (19573), Novum Auctarium Bibliothecae hagiographicae graecae (1984); Bibliotheca hagiographica orientalis (1910). E, ancora, edizioni e studi, editi nella collana Subsidia Hagiographica e nella rivista «Analecta Bollandiana», corredata da preziosi indici onomastici. Fondamentali per la metodologia agiografica i contributi di Delehaye, Les légendes hagiographiques (1905; 19062; 19273; 19554) [trad. it. Le leggende agiografiche (1906)]; Les Passions des martyrs et les genres littéraires (1921; 19662); Cinq leçons sur la méthode hagiographique (1934); Les origines du culte des martyrs (1912; 19332); Sanctus. Essai sur le culte des saints dans l’antiquité (1927). Nei Subsidia Hagiographica è stata ripubblicata quella che resta la principale introduzione agli studi agiografici: Aigrain, L’hagiographie (1953) (nuova edizione con un aggiornamento bibliografico a cura di R. Godding [2000]). Altri strumenti Clavis Patrum Latinorum (19953); Hagiographies (1994-2001), fondamentale come panorama della letteratura agiografica occidentale nel Medioevo e nella prima età moderna; Bibliografia agiografica italiana. 1976-1999 (2001); Biblioteca Agiografica Italiana (2003). Dal 1978 (24 volumi finora usciti) il prezioso repertorio bibliografico Medioevo Latino. Per un costante aggiornamento bibliografico e una riflessione storiografica attenta ai nuovi approcci al tema della santità e del culto dei santi utile lo spoglio delle seguenti riviste: «Archives d’histoire des religions», «Archivum Historiae Pontificiae», «The Catholic Historical Review», «Church History», «Hagiographica», «Revue d’Histoire Ecclesiastique», «La ricerca folklorica», «Rivista di Storia della Chiesa in Italia», «Sanctorum» e «Terrain». Opere di interesse metodologico e bibliografico Agiografia altomedievale (1976); Saints and their Cults. Studies in Religious Sociology, Folklore and History (1983); Grégoire, Manuale di agiologia (1987; 19962); Heiligenverehrung in Geschichte und Gegenwart (1990); Dubois, Lemaitre, Sources et méthodes de l’hagiographie médiévale (1993); Boesch Gajano, La santità (1999); Angenendt, Heiligen und Reliquien (1994; 19972); per gli aggiornamenti si rinvia al sito dell’Associazione italiana per lo studio della santità, dei culti e dell’agiografia: www.AISSCA.org. 18 Storia della santità nel cristianesimo occidentale Opere di interesse generale (in ordine cronologico) Delooz, Sociologie et canonisations (1969); Hermann-Mascard, Les reliques des saints (1975); Brown, The Cult of the Saints (1981) [trad. it. Il culto dei santi (1983)]; Les saints et les stars (1983); Vauchez, La sainteté en Occident (1981; 19882) [trad. it. La santità nel Medioevo (1989)]; Hagiographie, cultures et societés (1981); Culto dei santi, istituzioni e classi sociali in età preindustriale (1984); Santi e demoni nell’alto Medioevo occidentale (1989); Freedberg, The Power of Images (1989) [trad. it. Il potere delle immagini (1993)]; Belting, Bild und Kult (1990) [trad. it. Il culto delle immagini (2001)]; Zarri, Le sante vive. Profezie di corte e devozione femminile tra ’400 e ’500 (1990); Raccolte di vite di santi dal XIII al XVIII secolo (1990); Finzione e santità tra medioevo ed età moderna (1991); Barbero, Un santo in famiglia (1991); Bambini santi (1991); Les fonctions des saints dans le monde occidental, IIIe-XIIIe siècle (1991); Martyrs and Martyrologies (1993); Modelli di santità e modelli di comportamento (1994); Martyrium in multidisciplinary Perspective (1995); La religion civique à l’époque médiévale et moderne (Chrétienté et Islam) (1995); Santità, culti, agiografia (1997); Santi, culti, simboli nell’età della secolarizzazione, 1815-1915 (1997); Santi della Chiesa nell’Italia contemporanea (1997); Diventare santo (1998); Santi del Novecento (1998); Scrivere di santi (1998); Dalla Torre, Santità e diritto (1999); Miracoli. Dai segni alla storia (1999) (il volume offre un capitolo di Orientamenti bibliografici, selezionati tematicamente); Miracle et Karama (2000); Erudizione e devozione (2000); Il pubblico dei santi (2000); Les reliques (2000); Europa sacra (2002); Colonial Saints (2003); Gotor, I beati del papa (2003); Heming, Protestants (2003); Cabibbo, Santa Rosalia (2004).