TUTTI I SANTI 2010 La solennità di tutti i santi ci dà l’opportunità di fare una riflessione sulla santità. La mentalità popolare associa santità e miracoli, forse perché la Chiesa per proclamare i santi attende come segno del cielo il compimento di miracoli. Ad esempio, la santità di Antonio da Padova e di P. Pio è legata a fatti straordinari. Il santo sarebbe l’uomo di eventi speciali che superano le leggi della natura. Il popolo associa anche santità e eroicità di virtù. La Chiesa considera più facilmente santi le persone eccezionali, gli eroi della vita morale, le persone chiamate alla vita consacrata più che quelle chiamate al matrimonio. Ma non è così: è sempre Dio che chiama e Dio chiama sempre tutti alla santità. La parola di Dio racconta la santità, educa alla santità dicendo cose diverse. La bibbia dice che è santo solo Dio. Tu solus santus: Tu solo sei santo. Ora Dio non è santo per le cose fa ma per quello che egli è. Tutte le cose che Dio fa sono cose molto belle/miracoli, comprese la natura e le leggi. Dio non è un eroe della vita morale, è semplicemente se stesso. La Bibbia dice che Dio è amore: amare è la sua santità. Quando Dio ama fino alla fine non è un eroe, è il Dio nella sua normalità, perché Dio non ama in parte ma ama sempre al massimo. La bibbia dice che Dio ha creato l’uomo a sua immagine: ha messo in lui il suo amore, la sua santità. Le persone dunque possono essere santi anche quando sono fragili, perché nell’uomo essere fragili è normale e la fragilità non annulla la santità. Le persone sante sono quelle abitate dalla santità divina, che è donata loro da Dio. Giovanni vede una moltitudine di persone segnate con il sigillo di Dio. Il sigillo di Dio posto in loro è lo Spirito santo, l’amore divino. Le persone sono fatta sante da Dio quando le inizia alla vita divina. L’iniziazione cristiana dona la santità. I santi sono coloro che sono passati attraverso la tribolazione, quella grande, e hanno lavato le loro stole e le hanno imbiancate nel sangue dell’agnello. Nella grande tribolazione, nella tentazione della vita, ci è chiesto solo di lavarci e imbiancarci nel sangue di Cristo, assecondando l’opera della redenzione in noi. Maria, la vergine madre, nella preghiera del magnificat, canta che tutte le generazioni la chiameranno beata e dice anche il perché. Lei è solo un’umile serva e Dio è colui che ha fatto in lei le cose grandi. Impariamo che di fronte al santo non dobbiamo guardare a lui e alla sua bravura ma a Dio, all’amore divino che Dio dà a una persona, amore che i santi sanno accogliere e vivere. E’ un messaggio per il nostro oggi, in cui i cristiani dimenticano Dio e celebrano l’uomo al posto di Dio. Voi vi date onore gli uni gli altri, ha detto Gesù. Meglio prender l’onore da Dio. L’amore non richiede cose straordinarie ma si manifesta nelle cose ordinarie. Amare nello Spirito santo è possibile a tutti, in particolare ai poveri, ai sofferenti e agli ultimi della terra, perché sono meno presi nel mondo e più radicati in Dio. Il vangelo di Matteo li descrive come i cittadini del regno dei cieli già ora, nella loro condizione di vita nel mondo. “Beati” ora perché vivono come primizia, qui e ora, la pace e la gioia che godranno in pienezza domani quando la santità sarà matura. Poveri in spirito, che possiedono il regno dei cieli; afflitti che saranno consolati, miti che erediteranno la terra; affamati ed assetati di giustizia che saranno saziati, misericordiosi che otterranno misericordia, puri di cuori che vedranno Dio, operatori di pace che saranno chiamati figli di Dio, perseguitati a causa della giustizia che possiedono già ora il regno dei cieli; profeti del tempo presente che hanno già un grande salario nei cieli. Santi sono quelli che sono morti in Cristo, i nostri defunti, e noi che ora viviamo in Cristo. Ora siamo figli allora saremo simili a lui e lo vedremo come egli è. Lo siamo ora come primizia per esserlo domani.