ANALISI DELL’INFINITO COMPLEMENTO OGGETTO DIRETTO E COMPLEMENTO PREPOSIZIONALE IN ITALIANO E ROMENO Silvia PAŞCU Universitatea „Tibiscus”, Timişoara Tanto in italiano, quanto in romeno, l’infinito presenta varie caratteristiche verbali e nominali. Tra le caratteristiche verbali ricordiamo: la transitività e l’intransitività, la diatesi, il tempo (con l’aiuto del tempo dei verbi personali: impara a cantare/învaŃă a cânta, ha imparato a cantare/a învaŃat a cânta), la persona e il numero (con le forme atone dei pronomi riflessivi in dativo e accusativo: portarmi/a mă duce, portarci/a ne duce o con il pronome personale in nominativo: prima di arrivare io/ înainte de a veni eu). Tra le caratteristiche nominali, dobbiamo menzionare vari aspetti: l’infinito può compiere la funzione di qualsiasi parte del discorso, tranne quella di predicato e può essere parte di costrutti con diverse preposizioni e locuzioni preposizionali. Presenteremo, di seguito, l’infinito con funzione di complemento oggetto diretto e complemento preposizionale, in italiano e romeno. La classifica semantica dei verbi seguiti dall’infinito con le due funzioni sintattiche ha come punto di partenza la classifica fatta da Skytte e Salvi (2001: 483-571) per l’italiano e da Diaconescu (1977: 148-206) e GALR I (2005: 323-584) per il romeno. 1. L’infinito complemento oggetto diretto Nella lingua italiana, l’infinito con la funzione di complemento oggetto diretto può essere introdotto dalla preposizione di (Ho dimenticato di pagare la multa), dalla preposizione a (Imparo a guidare) oppure l’elemento introduttivo può mancare (Preferisco mangiare dei dolci). In romeno, l’infinito con la stessa funzione è preceduto dalla preposizione de: Iară alŃii spunea că Ńin minte de a fi auzit din bătrâni (Slavici 1967: 7) o non presenta nessun elemento introduttivo: Începu a cânta un cântec de jale (Bălcescu f.a.: 47). Semanticamente, in italiano, possiamo classificare i verbi che reggono un infinito complemento oggetto diretto, preceduto dalla preposizione di o senza preposizione, in (cf. Skytte, Salvi 2001: 497-552): 1.1. Verbi con significato dichiarativo: dire, affermare, dichiarare, sapere, aggiungere, annunciare, raccontare, negare, comunicare, ripetere, scrivere, rispondere, spiegare, promettere, urlare, giurare: Direi di pensare meglio alla sua proposta. Silvia PAŞCU 1.2. Verbi che esprimono il ricordo: dimenticare, ricordare: Mi sono ricordata di dirti qualcosa d’importante. 1.3.Verbi che indicano l’oppinione o il dubbio: credere, pensare, stimare, ritenere, riconoscere: Credo di aver ragione in questa questione. 1.4. Verbi che indicano la volontà, il desiderio, l’ordine o il permesso: volere, desiderare, preferire, proporsi, pregare, ordinare, comandare, vietare, impedire: L’anno prossimo vorrei laurearmi. 1.5. Verbi che esprimono la capacità: sapere: Sapeva guidare la mia vecchia macchina. Come possiamo notare, i verbi della classifica appartengono alla sfera semantica delle azioni mentali. Altri verbi che richiedono un complemento oggetto diretto, ma sono preceduti dalla preposizione a si possono dividere in: a) Verbi con valore aspettuale: proseguire, seguitare: Prosegue a dire bugie. b) Verbi che esprimono l’atteggiamento mentale: provare, aspettare, far bene, far male, insegnare, imparare, provare: Carlo impara a guidare la macchina. La classifica presentata sopra è valida anche per la lingua romena. Per questo motivo, ci accontentiamo solo ad affermare che l’infinito complemento oggetto diretto in romeno si realizza dopo i verbi declarandi, dicendi, sentiendi e voluntatis, spesso senza preposizione: Doresc de mult a mă lămuri asupra acestui soi de oameni (Alecsandri 1967: 38), ma anche dopo i verbi di modalità e aspetto come: a avea, a da, a începe, a prinde, a putea: Boierul a prins a râde. (Sadoveanu 1963: 5). Il verbo a avea seguito da un infinito complemento oggetto diretto può esprimere tre valori modali (cf. Diaconescu, 1977: 163-166): a) la necessità di realizzare un’azione: Atâta vreme să ai a mă sluji. (Creangă 1953: 197) b) la possibilità: – propria: Astăzi n-am a spune alt nimic înaintea dragostei voastre. (Ivireanul 1962: 103) – come desiderio: Şi de vei avea a întreba de mine, mă aflu sănătos. (Iorga 1965: 91) – con riferimento al futuro: Analisi Dell’infinito Complemento Oggetto Diretto E Complemento Preposizionale In Italiano E Romeno Şi noi ca mâne avem a ne duce acolo. (Creangă 1953: 27) c) la referenza, con l’aiuto del verbo a face come determinante del verbo a avea: Dar bietul tânăr avea a face cu o muiere măritată. (Ghica 1956: 137) L’infinito compie in romeno, nella grammatica attuale (cf. GALR II 2005: 394), anche la funzione di complemento secondario. Questo tipo di complemento è sempre accompagnato nella frase dal complemento oggetto diretto. Preceduto dalla preposizione a, l’infinito complemento secondario appare nei costrutti arcaici corrispondendo alle strutture con il congiuntivo: Te-a învăŃat a vorbi.1 2. L’infinito complemento preposizionale2 L’infinito con funzione di complemento preposizionale è preceduto dalle preposizioni di e a, in italiano, e de, cu, prin, în, la, din in romeno. Semanticamente, i verbi che richiedono, in italiano, un complemento preposizionale, espresso da un infinito preceduto dalla preposizione di, possono essere classificati in (cf. Skytte, Salvi, 2001: 497-552): 2.1. Verbi con significato dichiarativo: far cenno: Hanno fatto cenno di stare attenti. 2.2. Verbi e locuzioni verbali che esprimono la percezione: accorgersi, rendersi conto: Il professore si è reso conto di aver fatto un errore. 2.3. Verbi indicanti sentimenti: godere, rallegrarsi, accontentarsi, meravigliarsi, lodarsi, stupirsi, aver paura, aver vergogna: Aveva paura di entrare nell’aula. Allo stesso modo, gli infiniti precedutti dalla preposizione a, con la funzione di complemento preposizionale, si distinguono in: a) Verbi con valore aspettuale: persistere: Il ragazzo persisteva a dire la stessa cosa. b) Verbi che esprimono l’atteggiamento mentale: esitare, abituarsi, adattarsi, decidersi, prepararsi, rinunciare, sbagliare, pensare: Ci siamo abituati a passeggiare ogni giorno. L’infinito complemento preposizionale preceduto in romeno dalla preposizione de appare dopo i verbi, che semanticamente esprimono un’interdizione o un obbligo: a opri, a înceta, a părăsi, a lăsa, a găta: Biletul încetează de-a mai circula (Eminescu 1964: 328). Sempre qua, si deve indicare anche la costruzione con l’infinito dopo i verbi che implicano un oggetto preceduto dalla preposizione de: Şi sufleŃel consultă fizionomiile celorlalŃi, temându-se de a nu fi persiflat (Călinescu 1968: 28). Silvia PAŞCU I verbi di aspetto sono seguiti in romeno da un infinito complemento preposizionale, preceduto dalla preposizione cu: A început cu a recunoaşte importanŃa lucrării. La struttura è raramente usata, e sembra strana, perciò è stata sostuita dalla costruzione con la preposizione prin: A început prin a recunoaşte importanŃa lucrării. Un’altra preposizione che precede, in romeno, l’infinito complemento preposizionale è în. I verbi che richiedono questa costruzione sono: a consta, a se complace, a se specializa, a întârzia, a rezida: S-au specializat în a demonstra… (Iordan 1947: 361). Raramente, si possono trovare costrutti infinitivali di questo tipo con la preposizione la, condizionati dalla presenza dei verbi: a contribui, a se limita, a renunŃa: Au contribuit la a face situaŃia şi mai plină de încordări. Sempre più raramente si notano complementi preposizionali preceduti dalla preposizione din, costrutto richiesto dal verbo a face: Îşi fac un obicei din a părăsi întreprinderea. Spesso, il complemento preposizionale può apparire in romeno senza preposizione, questa potendo essere sottintesa dal contesto: – la: Se pricepe a scrie poezii. – de: Se teme a spune adevărul. – în: Se complace a fugi de adevăr. Tanto in italiano quanto in romeno, l’infinito complemento preposizionale si realizza dopo i verbi: – riflessivi: Si è abituato a parlare sottovoce. Se obişnuise a vorbi. (Călinescu 1968: 42). – transitivi: L’hanno obbligato a dire la verità. Îl obligă pe profesor a le întregi şi a le pune de acord (Vianu: 1965: 11). – intransitivi: Ho rinunciato di/a dire tante bugie. Am renunŃat a mai pune întrebări.. Il nostro articolo ha provato dimostrare il fatto che l’infinito, tanto in italiano, quanto in romeno, in rapporto con vari tipi di verbi (dicendi, sentiendi, voluntatis, aspettuali etc.) svolga le funzioni di complemento oggetto diretto e di complemento preposizionale. Abbiamo identificato, anche le varie preposizioni che possono precedere l’infinito e la possibilità di ometterle. Sebbene le differenze tra le due lingue siano minori, esse sottolineano la loro specificità. NOTE 1 Te ha la funzione di complemento diretto, mentre a vorbi quella di complemento secondario. Generalmente, invece, si usa il congiuntivo: Te-a învăŃat să vorbeşti. 2 Il termine di complemento preposizionale viene usato nella grammatica romena nella GALR (2005). Nella grammatica tradizionale romena, i complementi preposizionali erano nominati complementi indiretti assieme ai complementi in dativo. Analisi Dell’infinito Complemento Oggetto Diretto E Complemento Preposizionale In Italiano E Romeno FONTI Bălcescu, Nicolae, Istoria Românilor sub Mihai Vodă Viteazul, ediŃia a V-a, Cartea Românească, Bucureşti (f.a.). (Bălcescu f.a.) Călinescu, George, Scrinul negru, Editura pentru literatură, Bucureşti, 1968. (Călinescu 1968) Creangă, Ion, Opere, E.S.P.L.A., Bucureşti, 1953. (Creangă 1953) Eminescu, Mihai, Proza literară, Editura pentru literatură, Bucureşti, 1964. (Eminescu 1964) Ghica, Ion, Opere, I, Editura de stat pentru literatură şi artă, Bucureşti, 1956. (Ghica 1956) Iordan, Iorgu, Limba română actuală. O gramatică a „ greşelilor”, Editura Socec, Bucureşti, 1947. (Iordan 1947) Iorga, Nicolae, Pagini alese, I, Editura pentru literatură, Bucureşti, 1965. (Iorga 1965) Ivireanul, Antim, Predici, Editura Academiei R.P.R., Bucureşti, 1962. (Ivireanul 1962) Sadoveanu, Hanul AncuŃei şi alte povestiri, Editura pentru literatură, Bucureşti, 1963. 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