modulo 12 - Simone per la scuola

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MODULO 12
L’individuo e il gruppo
Contenuti
• Unità 1
• Unità 2
• Unità 3
Il giudizio sociale
Le relazioni sociali
Il gruppo: relazioni interpersonali e dinamiche di
potere
Obiettivi
• Il modulo approfondisce le dinamiche delle relazioni sociali nel più ampio
contesto dei processi di comunicazione.
Unità 2
Le relazioni sociali
Contenuti
•1
•2
Le relazioni significative
Stabilità e soddisfazione
nelle relazioni
❱❱ 1.Le relazioni significative
L’approccio sperimentale della social cognition ha consentito di studiare il modo in
cui gli individui formulano giudizi su persone estranee; ma non consente un’analisi
efficace quando oggetto del giudizio non sono gli estranei, quanto piuttosto degli
individui significativi per l’attore sociale.
Si parla in questo caso di relazioni significative o ancora affettive, caratterizzate da
una forte interdipendenza tra i partners, i quali influenzano i comportamenti reciproci nell’ambito di molteplici contesti. Attualmente lo studio delle relazioni affettive
segue due principali prospettive teoriche che si integrano tra loro: la prospettiva che
deriva dalla teoria dell’interdipendenza di Harold H. Kelley e John W. Thibaut
e quella dell’approccio cognitivo alle relazioni di Garth J.O. Fletcher e Frank D.
Fincham.
Secondo la prima, l’elemento fondamentale di una relazione è costituito dall’influenza che ciascun soggetto esercita sull’altro: ossia dall’interdipendenza. Per analizzare quest’ultima, occorre andare oltre le caratteristiche peculiari e comuni di ciascun
partner (la personalità, la somiglianza negli atteggiamenti ecc.), per soffermarsi invece sull’ambiente sociale (la rete di rapporti in cui la relazione si inserisce) e su
quello fisico.
Gli eventi che si originano nell’interazione modificano gli elementi in gioco, facendo
evolvere sia la relazione sia i partecipanti. Il metodo di studio più appropriato in
questo caso appare dunque la ricerca longitudinale che, ripetuta nel tempo, può far
cogliere i mutamenti suddetti.
Nell’approccio cognitivo, invece, lo schema della relazione è composto dai seguenti elementi:
—il Sé in relazione;
—le credenze riguardanti il partner;
—lo script interpersonale (la sequenza attesa delle interazioni).
Gli schemi che rappresentano gli «altri significativi» sono più complessi di quelli
relativi agli estranei. Lo script della relazione è per lo più una componente di attivazione automatica: i comportamenti, nelle relazioni significative, sono frutto di sequenze routinizzate, prive di elaborazione consapevole delle informazioni che
orientano selettivamente l’attenzione.
In altre parole, le persone presterebbero attenzione solo alle informazioni coerenti
alle proprie aspettative, sottovalutando i mutamenti del partner nel corso del tempo.
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Unità 2
Le relazioni sociali
Le scelte individuali che conducono allo sviluppo delle relazioni sono influenzate da
fattori relativi alle caratteristiche fisiche e sociali dell’ambiente in cui ci si trova:
—il fattore principale è la prossimità fra le persone, che oltre a rendere ovviamente più probabile il contatto necessario per l’avvio dell’interazione, aumenta la
familiarità dei potenziali partners, grazie all’esposizione ripetuta allo stimolo;
—il secondo elemento per importanza è la percezione di somiglianza fra i partners,
indicata da Byrne nella legge dell’attrazione. La condivisione da parte di altri
delle nostre idee, rende gli altri attraenti; al contrario, la somiglianza di personalità minaccia il senso di unicità dell’individuo e non risulta associata all’attrazione. Rosenbaum (in uno studio del 1986) sostiene l’esistenza di una legge di repulsione: non si tratta tanto di essere attratti da chi è simile a noi, quanto piuttosto
di non esserlo da chi la pensa troppo diversamente da noi. Vicinanza e somiglianza di atteggiamenti spesso covariano: è più probabile incontrare persone che
condividono i nostri gusti e opinioni che persone del tutto diverse;
—il terzo fattore è quello della bellezza fisica. Si tende sempre ad associare la bellezza ad altre qualità, per cui chi è più attraente ha più possibilità di ricevere feedback positivi dagli altri.
L’apertura all’altro (self-disclosure) è un ulteriore elemento che contribuisce alla
percezione dell’attrazione reciproca. Chi si espone più facilmente è maggiormente
apprezzato; le persone tendono inoltre ad aprirsi di più con coloro da cui sono attratte e l’esporsi ad una persona conduce, a sua volta, ad un maggior apprezzamento di
quest’ultima.
❱❱ 2.Stabilità e soddisfazione nelle relazioni
Lo studio dei fattori che rendono una relazione soddisfacente e stabile è uno degli
aspetti cruciali della ricerca psicosociale sulle relazioni interpersonali. Secondo la
teoria dello scambio del sociologo statunitense George Homans (1910-1989) un
individuo permane in una relazione finché ne è soddisfatto: ossia finché ne trae i
massimi benefici al minimo costo.
Un partner può garantire un certo status oltre che una dimensione affettiva gratificante; i costi, invece, possono essere rappresentati dalle assenze prolungate, dai tradimenti, dalle cattive abitudini, dagli obblighi.
La valutazione dei benefici e dei costi è fatta anche attraverso il confronto con gli
standard sociali, le aspettative personali e le alternative alla relazione. Lo stesso livello di autostima influisce sulla valutazione: chi possiede alta stima di sé si impone
anche alte aspettative personali, crederà più facilmente nella possibilità di trovare
alternative migliori e non accetterà una relazione non soddisfacente.
La valutazione delle alternative influenza l’assunzione d’impegno nella relazione: a
sua volta quest’ultimo fa sì che le alternative alla relazione appaiano meno attraenti.
Infine, ad aumentare le probabilità di mantenimento di una relazione sarà anche
l’ammontare dell’investimento che gli individui hanno posto nella relazione stessa:
ossia di quei vincoli psicologici e materiali costruiti durante la vita in comune (amici, patrimonio, progetti, rinunce ecc.).
Questo modello ha ricevuto diverse critiche, poiché applica principi economici ad un
fenomeno che in realtà appare molto più complesso. Non tiene conto, infatti, né delle differenze individuali nella tendenza ad impegnarsi in relazioni né delle emozioni
e dei comportamenti impulsivi.
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Modulo 12
L’individuo e il gruppo
Uno sviluppo della teoria dello scambio è rappresentato dalla teoria dell’equità di
Elaine Hatfield Walster e Elen Berscheid (elaborata alla fine degli anni Settanta),
che attribuisce un ruolo al concetto di giustizia distributiva nella valutazione della
relazione. Così, quando uno dei due membri riceve molto più di quanto offre e molto più dell’altro, la stabilità è sicuramente a rischio.
Ciò può trovare spiegazione nel principio della dissonanza cognitiva: la dissonanza
prodotta dalla valutazione differenziata di ciò che un partner mette e ricava, in rapporto all’altro, rappresenta una spinta al mutamento verso un nuovo stato di equilibrio.
Ad esempio, il principio dell’equità, tipico delle società individualiste come quelle
occidentali, assume maggiore rilevanza nelle prime fasi della relazione e nel mantenimento delle relazioni di amicizia e lavoro, mentre è meno utile nelle relazioni di
coppia; quello dello scambio, invece, appare sensato solo nelle relazioni lavorative
o in quelle tra estranei. Entrambi gli orientamenti tendono comunque a sottovalutare
il ruolo svolto dalle abitudini consolidate, dalla resistenza al mutamento e dalle pressioni sociali a mantenere una relazione, anche se svantaggiosa.
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