Corea del Sud - Camere di Commercio

Camera di Commercio di Genova
Ufficio E-Commerce e Commercio Estero
Sportello per l‟Internazionalizzazione
In collaborazione con
Italian Chamber of Commerce in Korea
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SUPERFICIE
99.646 kmq
POPOLAZIONE
48.183.584 milioni
DENSITA’
493 ab/kmq
LINGUA
Coreano
RELIGIONE
Buddismo, confucianesimo
CAPITALE
Seoul
FORMA
ISTITUZIONALE
Repubblica
UNITA’ MONETARIA
Won sudcoreano
TASSO DI CAMBIO
1€ =1.416,25 KRW
(29 ottobre 2012)
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Situazione economica generale
La Corea del Sud rappresenta la quarta potenza economica dell‟Asia
dopo Giappone, Cina e India e nel 2010 è diventata il sesto
produttore mondiale. Dal punto di vista commerciale è localizzata in
una delle zone più dinamiche del mondo (il nord est asiatico produce
il 22% del PIL mondiale e si prevede raggiungerà il 30% nel 2020) e
secondo il World Factbook della CIA, la Corea è posizionata al
tredicesimo posto per maggior potere d‟acquisto, con un valore di
export di quasi 468 miliardi di dollari US nel 2010. Si tratta di un
Paese tecnologicamente avanzato, patria di colossi dell‟elettronica e
delle telecomunicazioni come Samsung e LG, con una rete
infrastrutturale efficientissima ed un aeroporto internazionale, quello
di Incheon, classificato fra i migliori al mondo. La capitale Seoul offre
una buona qualità della vita ed è in costante mutamento, proiettata
verso una massiccia opera di ammodernamento dei propri servizi e
strutture.
L‟impegno
del
Governo
coreano
nell‟opera
di
internazionalizzazione e promozione del Paese in ambito culturale,
tecnologico ed economico è costante, per conquistare ulteriori
margini di sviluppo e preminenza nella scena mondiale.
La Corea del Sud è passata in pochi decenni da un livello del PIL
paragonabile a quello dei più poveri Paesi africani ad un‟economia
sviluppata e ad alto livello tecnologico.
Uscita distrutta dalla Guerra di Corea, tuttora divisa e tecnicamente in
guerra con il vicino del Nord, a partire dagli anni Sessanta ha iniziato
una vorticosa crescita economica e sociale. Dal 1963, quando era
ancora una paese totalmente chiuso e protetto, la Corea del Sud ha
fatto grandi passi avanti, trasformandosi in un sistema industriale
orientato fondamentalmente all‟esportazione. Molte tariffe che
ostacolavano il libero commercio in Corea sono state abolite o
abbassate, e da quando ha aderito all‟OMC nel 1995 e all‟OCSE nel
1996, il governo si è sforzato di aprire il mercato in misura sempre
crescente. Storicamente, le esportazioni coreane hanno raggiunto per
la prima volta i 200 miliardi di dollari US nel 2004, un traguardo reso
possibile grazie alle industrie-chiave del “motore coreano” ormai
affermate e conosciute a livello globale, vale a dire semiconduttori,
navi, autovetture e chip per computer.
Nel 2004 il Paese è entrato a far parte del gruppo delle economie dei
“mille miliardi di dollari” mondiali e inoltre è tra i 20 Paesi più
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sviluppati (G20). Negli anni recenti, dal 2004 al 2007, la crescita ha
registrato tassi di sviluppo compresi tra il 4 e il 5%.
La crisi economica del 2008, che ha avuto inizio negli Stati Uniti e che
si è poi propagata agli altri Paesi industrializzati, aveva gravemente
colpito anche la Corea del Sud, il cui export costituisce quasi la metà
del PIL. Secondo l‟OCSE la Corea del Sud risulta essere il quinto
Paese a dipendere maggiormente dall‟andamento del commercio
internazionale. Questo la rende pertanto particolarmente soggetta a
shocks esterni e dipendente dall‟andamento delle economie dei suoi
maggiori paesi clienti, in particolare dalla Cina, che assorbe 1/3 delle
esportazioni coreane.
Nonostante questa sfavorevole congiuntura economica, il surplus
commerciale nel 2009 ha superato il 40 miliardi di dollari US
risultando uno degli unici tre membri OCSE a crescita positiva
(+0,2%). Questo successo deriva dall‟aver sfruttato con efficacia il
deprezzamento della moneta (approfittando anche del calo generale
del prezzo del petrolio e delle materie prime sui mercati
internazionali) per spingere l‟export.
Nel terzo trimestre 2009 l‟economia ha iniziato a risollevarsi grazie
alle ottime performance delle esportazioni e ai bassi tassi di
interesse.
La crisi del 2008 ha comunque avuto ricadute sull‟economia facendo
diminuire le importazioni nel 2009 del 25,8% rispetto al 2008 per un
totale di 323,08 miliardi di dollari US per poi però risalire nel 2010.
Tutti i principali Paesi fornitori della Corea hanno, infatti, registrato
una crescita significativa del proprio fatturato: Cina (+35,4%),
Giappone (+39,3%), Stati Uniti (+58,3%), Arabia Saudita (+51,9%).
Anche se con i suoi 48 milioni di abitanti il mercato interno coreano è
molto più ristretto rispetto a quello dei Paesi vicini, come Cina e
Giappone, ed offre minori possibilità di sbocco in caso di crisi
internazionale.
Nella versione completa della Guida sono, inoltre, disponibili
informazioni dettagliate su:
- Green New Deal
- Gli “Chaebol”
- Rete delle Infrastrutture
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Principali settori produttivi
Negli anni Settanta e Ottanta l‟economia coreana ha assistito alla
crescita sempre più consistente del settore manifatturiero, a spese
del settore agricolo. Infatti dalla fine degli anni Ottanta in poi, la
quota del settore manifatturiero ha contribuito al 33% del PIL,
rispetto al 25% registratosi negli anni Settanta, con la conseguente
diminuzione della percentuale dei settori agricolo, forestale e ittico,
che è passata dal 25% al 10% durante lo stesso periodo. Da allora la
quota del PIL del settore manifatturiero è rimasta stabile a circa il
25%, mentre le quote di agricoltura, foreste e pesca hanno
continuato a diminuire, raggiungendo nel 2006 il 3% del totale.
Caratteristica della struttura economica sudcoreana è la sua pesante
dipendenza dal commercio internazionale: il valore delle esportazioni
di merci equivale a oltre il 40% del PIL, contro il 10% registrato nei
primi anni Settanta. Il commercio estero rappresenta il 70% del PIL,
una quota simile a quella di Taiwan, ma nettamente superiore a
quella del Giappone o degli Stati Uniti.
Il settore primario ha subito un forte ridimensionamento in termini di
incidenza sul PIL a seguito della trasformazione economica;
nonostante l‟incremento di produttività, l‟agricoltura necessita di
ingenti sussidi statali. La quota del settore manifatturiero sul PIL è
stabilizzata dalla fine degli anni Ottanta (già dopo una rapida crescita
avvenuta a spese del peso percentuale del settore primario). Il
terziario sta mutando volto: alla ristrutturazione del comparto
finanziario si affiancano la forte dinamica della distribuzione e del
settore turistico-alberghiero.
In Corea l‟industria metalmeccanica è il cuore della tecnologia per la
produzione di automobili, macchinari, navi e imbarcazioni, ecc. Di
conseguenza l‟industria dei relativi componenti è indispensabile dal
punto di vista sia della produzione che dell‟import/export. In
particolare le importazioni coreane di macchinari, componenti
meccanici ed elettromeccanici si mantengono sempre costanti. dalle
industrie chiave dell‟economia coreana: il settore automobilistico,
navale e dell‟elettricità/elettronica che registrano a loro volta ingenti
investimenti in automazione e sicurezza. Inoltre, sono previsti
investimenti nei settori IT, automotive, eolico e dell‟energia che
genereranno un‟ulteriore domanda di macchine utensili.
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**********************************ECONOMIA
Interscambio commerciale
Dal 1963, quando la Corea del Sud era ancora un Paese totalmente
chiuso e protetto da tasse d‟importazione di ogni genere, il mercato
coreano ha fatto grandi passi in avanti. Molte tariffe che ostacolavano
il libero commercio in Corea sono state abolite o abbassate e, da
quando la Corea del Sud ha aderito al World Trade Organisation
(WTO) e all‟OCSE, il Governo coreano si è sforzato di aprire il mercato
in misura crescente.
Il mercato coreano, prevalentemente orientato verso l‟export e alla
costante ricerca d‟investimenti esteri, favorisce il libero commercio
attraverso la conclusione di FTA (Free Trade Agreement) con alcuni
paesi quali Cile (aprile 2004), Singapore (marzo 2006), paesi EFTA
(settembre 2006), paesi ASEAN (maggio 2009), UE (ottobre 2010),
India (novembre 2009), Peru` (agosto 2010) e soprattutto gli USA
con cui ha raggiunto una storica intesa nell‟aprile 2007.
Il blocco ASEAN costituisce il quinto partner commerciale della Corea
e l‟accordo è entrato in vigore in due tempi con l‟iniziale abolizione
delle tariffe sul 70% dei prodotti con Vietnam, Myanmar, Singapore,
Malesia e Indonesia da giugno 2007 e successivamente con Brunei,
Filippine, Cambogia, Laos a cui a maggio 2009 si e` aggiunta la
Thailandia, il primo esportatore al mondo di riso, che aveva esitato ad
aprire il proprio mercato alla concorrenza coreana. La liberalizzazione
fino al 97% dei prodotti è avvenuta nel 2010 con l‟abbattimento delle
tariffe del 90%. I prodotti esclusi dall‟accordo sono quelli agricoli e
ittici come riso, aglio, cipolle, peperoncino, mandarini, banane, the
verde e alcuni tipi di pesce fresco. Per contro verranno abbassate le
tariffe su altri prodotti alimentari come la carne di manzo, di maiale e
di pollo, il ginseng, il mais, i granchi, le alghe, le seppie, le mele, ecc.
Con la firma dell‟accordo le auto coreane dovrebbero guadagnare
maggiore competitività nell‟area del sud-est asiatico sui concorrenti
cinesi e giapponesi. Inoltre è stata raggiunta un‟intesa secondo la
quale saranno applicate tariffe preferenziali nei confronti di 100
articoli prodotti in un complesso industriale amministrato
congiuntamente dalle due Coree situato a Kaesong, in Corea del
Nord, mentre con la Thailandia la Corea ha concluso un patto
commerciale per il settore dei servizi atto a sviluppare lo scambio di
professionisti nei comparti dei sistemi computeristici integrati, della
consulenza manageriale e dell‟industria alberghiera e della
ristorazione. I prodotti coreani più esportati in Thailandia sono i
prodotti chimici, i macchinari, l‟acciaio e i pneumatici mentre per
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**********************************ECONOMIA
contro si prevede una maggiore presenza in Corea di gamberi e
gomma thailandesi.
Con l‟Unione Europea a marzo 2009 e` stato raggiunto un accordo
provvisorio dopo due anni di negoziati; siglato formalmente il 6
ottobre 2010, è entrato in vigore il 1° luglio 2011. I negoziati sono
stati meno difficoltosi rispetto a quelli conclusi con gli USA in quanto
sono stati assenti dal tavolo delle trattative prodotti controversi quali
il cinema, il settore radiotelevisivo ed alcuni prodotti agricoli sensibili
come il riso, il peperoncino e l‟aglio. Entro cinque anni i dazi, che
attualmente sono in media dell‟11,2% in Corea e del 5,6% in Europa,
verranno aboliti sul 93,6% dei prodotti scambiati. Si stima che un
accordo di libero scambio con l‟Europa potrebbe accrescere le
esportazioni coreane del 36% e quelle europee del 47,8% per un
valore complessivo dell‟interscambio di 30 miliardi di euro. Ciò
aumenterebbe il PIL coreano del 5,6% con la creazione immediata di
253.000 posti di lavoro a lungo termine.
L‟accordo così superebbe per dimensioni quello già concluso con gli
USA, attualmente ancora sotto esame legislativo e permetterebbe alla
Corea, l‟unico Paese membro dell‟OCSE situato al di fuori dei confini
europei, di immettersi in una corsia preferenziale per penetrare nel
mercato UE. Come condizioni indispensabili per un FTA, da parte
europea è stata chiesta l‟eliminazione delle ispezioni qualitative sui
farmaci ed una maggiore tutela dei diritti di proprietà intellettuale. Un
argomento controverso è stato il settore auto e le due parti si sono
accordate affinché le tariffe doganali vengano eliminate entro tre anni
per le vetture con motore di capacità superiore a 1,5 litri. Le tariffe
sulle utilitarie invece verranno eliminate entro cinque anni e con
queste agevolazioni fiscali si auspica che l‟export coreano di auto
cresca del 40%. Nel 2008 la Corea ha venduto 400.000 vetture in
Europa, mentre ne ha acquistate 32.000 dalle case automobilistiche
europee. Sul fronte agricolo la Corea manterrà le tariffe doganali sui
prodotti ritenuti più sensibili come riso, peperoni, aglio e cipolle.
Per contro con l‟abbassamento delle tariffe doganali i prezzi al
consumo di prodotti europei tipici come vino, whiskey e formaggi
dovrebbero calare del 12-13% rispetto a quelli attuali. Il vino sarà
uno dei primi prodotti per cui verrà eliminata la tariffa (del 15%), con
decorrenza immediata dopo la ratifica dell‟accordo.
Con la conclusione dell‟accordo con la Corea, l‟UE dovrebbe trarre
vantaggi, soprattutto nei settori dei macchinari, chimicofarmaceutico, agricolo e alimentare, specialmente carne suina,
formaggi e vino (per quanto riguarda i prodotti agricoli la Corea e`
uno dei più importanti Paesi clienti per gli agricoltori dell‟UE, con un
acquisto annuo di più di 1 miliardo di euro) e nei settori dei servizi e
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**********************************ECONOMIA
degli investimenti, mentre per contro auto, navi e i prodotti coreani
dell‟elettronica dovrebbero trovare maggiore spazio nel mercato
europeo. Sono in fase di stallo i negoziati, iniziati nel 2003, con il
Giappone e con il Canada.
Nella versione completa della Guida sono, inoltre, disponibili
informazioni dettagliate su:
-
Interscambio commerciale con l‟Italia
Programmi europei in favore della Corea
Prospettive future
Rischio Paese
Sistema distributivo
Il sistema distributivo è talvolta penalizzante per le nostre
esportazioni a causa del persistere di alti margini di profitto degli
intermediari che finiscono per alzare anche del 300% il prezzo al
consumatore. Il fenomeno, tuttavia, dovrebbe attenuarsi man mano
che i mercati settoriali si ingrandiscono. I negozi (quando non in
franchising o di proprietà diretta di commercianti/importatori o
produttori) si riforniscono presso le aziende importatrici che spesso
hanno l'esclusiva sulla base di appositi accordi con le case produttrici.
Anche a causa del predominio locale della distribuzione, si avverte
l'esigenza di un'attività di pubblicità e di marketing su grande scala
che faccia conoscere alle classi medie coreane i prodotti italiani in
modo da ampliarne la domanda (per l'agroalimentare spesso ristretta
al pur importante circuito dei ristoranti italiani), oltre che per evitare
una modifica dell'immagine strumentale alla sostituzione con prodotti
di Paesi terzi o locali.
È in genere consigliabile che l'azienda italiana interessata ad
esportare in Corea, individui un importatore locale di fiducia che lo
aiuti a superare alcuni problemi dovuti alla lingua, alle normative
locali, ecc. La Korean Importers Association è la principale
associazione del settore, raggruppando circa il 90 % degli importatori
coreani.
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*************************INVESTIMENTI ESTERI
Investimenti
Nel quadro del programma volto a rendere la Corea lo snodo
economico, logistico e finanziario del Nordest asiatico, l'attuale
Governo sta favorendo, tramite interventi legislativi e regolamentari,
una maggiore presenza di capitali nel mercato finanziario e borsistico,
nei settori bancario ed assicurativo, nelle industrie ad alto tasso di
innovazione tecnologica (aeronautica, elettronica, meccanica,
biotecnologie, ecc). La Corea è un Paese tecnologicamente avanzato,
il secondo al mondo per diffusione e utilizzo di tecnologie ICT, settore
che rappresenta il 17% del PIL e il 43% delle esportazioni totali del
Paese, con il 93% della popolazione che utilizza la telefonia mobile ed
il 96% delle utenze con una connessione Internet a banda larga e con
un sistema tra i più efficienti in materia di pagamento e trasferimento
di valuta per via elettronica.
Nonostante queste buone premesse, sono tuttavia ancora diversi gli
ostacoli che impediscono una maggiore partecipazione straniera
all'economia coreana, a cominciare dall'incognita della Corea del Nord
ed a fattori più immediati, quali l'elevata fiscalità e i costi dei fattori di
produzione, in particolare per quanto riguarda l'affitto degli immobili
e il costo della manodopera. Essa, pur essendo qualificata e con un
alto livello d'istruzione, richiede un compenso largamente superiore a
quello applicato in altri Paesi asiatici, con una media mensile di circa
1200 euro per un operaio specializzato.
Un'altra critica comune delle imprese straniere verso l'ambiente
imprenditoriale coreano è il basso grado di trasparenza delle politiche
fiscali, con la sensazione comune che queste ultime abbiano per gli
stranieri valore più stringente in confronto con quanto succede per le
imprese locali. Dal "FDI Restrictiveness Index” pubblicato dall'OCSE,
emerge che la Corea è tra i Paesi con maggiori barriere verso gli
investimenti esteri. I criteri di valutazione del rapporto vertono sul
grado di restrizione applicato dalla normativa in vigore, i limiti posti
sull'acquisto di azioni da parte di stranieri e sulla loro nazionalità, il
tipo di amministrazione aziendale.
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*************************INVESTIMENTI ESTERI
Nella versione completa della Guida sono, inoltre, disponibili
informazioni dettagliate su:
-
Restrizione agli investimenti
Normativa ed incentivi sugli investimenti esteri
Parchi industriali e Zone franche
Brevetti e proprietà intellettuale
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**********************************NORMATIVA
La Corea del Sud è un Paese afferente alla tradizione giuridica di civil
law, alla quale possono essere ricondotte le esperienze giuridiche di
altri Paesi quali Italia, Francia e Germania.
Ciò significa, per il contraente italiano impegnato in Corea, che il
diritto applicabile non sarà troppo distante dalla pratica italiana.
Tuttavia, specialmente negli ultimi anni è aumentata l‟influenza del
diritto statunitense, specialmente per quanto riguarda i traffici
commerciali e il diritto del sistema finanziario, i quali sono modellati
rispettivamente sulla disciplina dell‟Uniform Commercial Code e dei
Securities Acts statunitensi.
Per quanto riguarda il diritto civile, la Corea si era vista imporre il
codice giapponese, ma nel 1958, all‟indomani dell‟indipendenza dal
Giappone e dalla Guerra delle due Coree, la Corea del Sud ha
adottato un nuovo codice.
La Corea del Sud è membro di alcune importanti convenzioni
internazionali relative agli scambi commerciali. Questo assicura la
tendenziale applicazione di un regime normativo uniforme alla vendita
di merci tra Italia e Corea del Sud.
Il Paese è membro della Convenzione di Vienna dell‟11 aprile 1980
sulla vendita internazionale di beni mobili, ratificata anche dall‟Italia.
Nel 1973 ha sottoscritto la Convenzione per il riconoscimento e
l‟esecuzione delle sentenze arbitrali straniere, firmata a New York il
10 agosto 1958. Ciò permette alle parti di un rapporto commerciale
internazionale di prevedere, anche a mezzo di apposita clausola
compromissoria da inserire nel contratto, la risoluzione delle proprie
controversie tramite arbitrato internazionale. L‟adesione della Corea
(e dell‟Italia) alla Convenzione di New York assicura nella maggior
parte dei casi la possibilità di ottenere il riconoscimento e l‟esecuzione
della decisione arbitrale (lodo) in territorio coreano, a patto che la
materia del contendere sia considerata “commerciale” ai sensi del
diritto coreano.
Nella versione completa della Guida sono, inoltre, disponibili
informazioni dettagliate su:
- Normativa societaria
- Normativa tributaria
- Normativa contrattuale
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Generalità sul sistema bancario
Le basi del moderno sistema finanziario in Corea furono poste negli
anni „50 quando la banca centrale e le banche commerciali furono
ricomprese nel nuovo quadro istituzionale stabilito dal Bank of Korea
Act. Durante gli anni „60 vennero istituite alcune banche specializzate,
al fine di aumentare la mobilità del capitali e rafforzare il supporto
finanziario per settori sottosviluppati e strategicamente rilevanti. La
maggior parte delle istituzioni finanziarie non bancarie furono
introdotte durante gli anni „70, al fine di diversificare le risorse
finanziarie, promuovere lo sviluppo del mercato monetario e attrarre
fondi nei mercati organizzati. Negli anni „80, nello sforzo di un
passaggio da un‟economia a stretto controllo statale ad un‟economia
di mercato e di dare un impulso alla liberalizzazione finanziaria e
all‟internazionalizzazione, furono aperti nuovi istituti di credito e
società finanziarie. Dopo la crisi del 1997, il sistema finanziario
coreano è stato cambiato in maniera sostanziale in un programma di
riforma complessiva.
Attualmente le istituzioni finanziarie in Corea del Sud possono essere
divise in tre categorie:
1) La Banca Centrale
2) Le banche, commerciali e specializzate
3) Le istituzioni finanziarie non bancarie, che comprendono istituti
di deposito non bancari, assicurazioni e società di gestione dei
titoli.
La Banca Centrale è la Bank of Korea (Bok), che fu creata nel 1950 in
base al Bank of Korea Act. La sua struttura operativa è composta
dalla sede a Seoul, 14 Dipartimenti, 16 filiali e 3 uffici di
Rappresentanza stabiliti nelle maggiori città della nazione.
Inizialmente aveva un capitale pari a 1,5 miliardi di Won interamente
sottoscritto dal Governo, ma in base alla riforma del Bank of Korea
Act, la Bok è diventata una persona giuridica a statuto speciale senza
dotazione di capitale. Il suo principale scopo è quello di perseguire la
stabilità dei prezzi e per questo la banca stabilisce un target di
inflazione, in consultazione con il Governo, e fissa, rendendolo
pubblico, un piano operativo di politica monetaria.
Nella versione completa della Guida sono, inoltre, disponibili
informazioni dettagliate su:
- Sistema fieristico
- Indirizzi utili
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Ufficio E-Commerce e Commercio Estero
Sportello per l’Internazionalizzazione
C.C.I.A.A. Genova
Via Garibaldi, 4
16124 Genova
Tel. 010/2704560
Fax 010/2704298
E-mail: [email protected]
T
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Sito: www.ge.camcom.gov.it
T
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Dicembre 2012
La Guida Paese è stata realizzata in collaborazione con
la Dott.ssa Zoe Pellegrini
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