sabato 10 marzo 2012 ore 17 Ridotto del Teatro Dalla Spagna alle Americhe. Danze e Follie, Tanghi e Fandanghi Giovanni Cenci Maurizio Pagliarini duo di chitarre LE DEUX AMIS Isaac Albeniz (1860-1909) Rumores de la Caleta (Malagueña) Tango spagnolo Astor Piazzolla (1921-1992) Llo que vendrà (Tango) Roland Dyens (1955) Tango en Skaï Egberto Gismonti (1947) Memoria e Fado Enrique Granados (1867-1916) Vals Poeticos Manuel de Falla (1876-1946) Danza del Fuego Fatuo Danza del Molinero (Farrucca) Matteo Bevilacqua (1772-1849) Variazioni su Les Folies d’Espagne Luigi Boccherini (1743-1805) Introduzione e Tempo di Fandango Rumores de la Caleta. Malagueña è tratto da Recuerdos de Viaje op. 71, suite composta da Isaac Albéniz nel 1887. L'incontro con Felipe Pedrell, padre della moderna musicologia spagnola, fu decisivo per la formazione dello stile di Albéniz, proiettato all'affermazione della scuola iberica ed al suo inserimento nel contesto europeo. In queste pagine spunti della tradizione autoctona (Malagueña è una particolare forma di flamenco, basata su un canto rapsodico ed altamente virtuosistico) si fondono con le istanze più innovative dell'orizzonte europeo: alla florida e popolareggiante inventiva ritmica si accosta un'indagine timbrica squisitamente impressionista. Un sentito omaggio è riservato anche al virtuosismo di Franz Liszt, che di Albéniz fu maestro nei primi anni Ottanta. Il Tango che segue è l'episodio conclusivo di España op. 165, datata 1890. La danza, di presunta origine cubana, si diffuse in Europa nell'ultimo decennio dell'Ottocento; Albéniz la accoglie e la rivisita attraverso la mediazione della cultura europea. La complessità armonica, la scrittura briosa e vivace (ancora memore della lezione di Liszt) approfondiscono il fascino del tango con colori e soluzioni inaspettate. Dei caratteri del tango Astor Piazzolla è stato tra i principali innovatori, attraverso la personalissima scrittura, raffinata e complessa, che emerge anche da Llo que vendrà, del 1953. La danza di origine popolare è sublimata a raffinato ed organico prodotto artistico, in linea sia con le coeve avanguardie europee, sia con il linguaggio ritmico ed armonico del jazz. Tango en Skaï (1983) è la composizione più celebre del francese Roland Dyens, tra i più accreditati chitarristi contemporanei. Di nuovo la genuina immediatezza dei motivi popolari offre ampio spazio a movenze improvvisative di sapore jazzistico, unite ad un'attenta esplorazione del potenziale timbrico dello strumento. Il sincretismo stilistico travalica ogni definizione di genere nella produzione di Egberto Gismonti, che spazia dai paradigmi europei al jazz, dalle tradizioni popolari più varie al patrimonio dei nativi americani. Memoria e Fado richiama l'omonima espressione spontanea del popolo portoghese; le tematiche legate al rimpianto, all'abbandono, alla soggezione, al fato si rispecchiano nell'instabilità modale e nella melodia, cangiante e volubile, di colore arabico. Vals poéticos di Enrique Granados approfondisce il lascito della tradizione del Romanticismo europeo con elementi derivati dal folklore iberico, in conformità con il moderno e peculiare nazionalismo stilistico che caratterizza l'intero suo opus. Danza del fuego fatuo è tratta dalla suite El Amor brujo, composta da Manuel de Falla nel 1915. Spunti della tradizione spagnola si affiancano a suggestioni del mondo gitano, riconoscibili dall'ansiogeno virtuosismo fatto di abbellimenti in rapidissima successione, dalle continue oscillazioni dinamiche, dall'inquietante sacralità dei richiami rituali. Danza del Molinero è una Farucca, tradizionale danza maschile tratta da El sombrero de tres picos (1919-1921) di de Falla. Un'introduzione vagamente rapsodica lascia poi spazio al trascinante ritmo di danza, fino alla vorticosa accelerazione della coda. Le Variazioni su “Les folies d'Espagne” op. 48 di Matteo Bevilacqua, databili al 1807, si inseriscono nella fase iniziale della fioritura del repertorio chitarristico. Si generano a partire dal tema di Follia, melodia di origine portoghese, il cui andamento ternario, grave e solenne, è fiorito e sviluppato da una serie di fantasiose elaborazioni. In conclusione, Introduzione e Tempo di Fandango, composti da Luigi Boccherini attorno al 1798 su commissione del mecenate marchese di Benavent, chitarrista dilettante. Alla solennità del Grave di apertura si contrappone la gioiosa energia del fandango, strettamente connesso alle tradizionali musiche da ballo di area madrilena. (Annalisa Lo Piccolo) GIOVANNI CENCI comincia lo studio della chitarra a dodici anni alla Scuola Media a Indirizzo Musicale “Luigi Chinaglia” di Montagnana con Maurizio Pagliarini, sotto la cui guida si diplomerà più tardi presso il Conservatorio di Musica di Adria con il massimo di voti e la lode. Nel 2006 si trasferisce a Parigi per perfezionarsi con Alberto Ponce all’Ecole Normale de Musique Alfred Cortot, dove ottiene il Diploma esecuzione. Ha partecipato a numerose masterclass con famosi concertisti tra i quali Roland Dyens, Eduardo Isaac e Alberto Ponce. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti in concorsi nazionali tra cui il primo premio al Concorso Città di Stresa, il secondo premio al Giulio Rospigliosi e il terzo premio al Concorso “Arte a sei corde”. Suona regolarmente sia in qualità di solista che in duo con la violinista Lada Bronina, la flautista Francesca Salvemini, il chitarrista Paolo Ambroso. Si esibisce inoltre accompagnando il poeta canario Paula Vorace nella recitazione di poesie di Garcia Lorca. Ha curato gli interventi musicali per l’audiolibro su Pablo Neruda edito dalle edizioni “Il Narratore”. Insegna al Conservatorio di Musica di Rovigo. MAURIZIO PAGLIARINI ha conseguito il Diploma di Chitarra con lode presso il Conservatorio di Musica G. Frescobaldi di Ferrara con Roberto Frosali (allievo di Andrès Segovia) e si è perfezionato all'Ecole Normale de Musique Alfred Cortot di Parigi con Alberto Ponce (allievo di Emilio Pujol). Nel 2009 alla “Cortot” ha svolto un anno sabbatico in veste di assistente del suo Maestro. Si è laureato in Giurisprudenza presso l'Università di Bologna con la tesi "Tutela delle opere dell'ingegno dell'autore e dell'esecutore musicale”. Ha collaborato con la Chamber Orchestra of Europe e Claudio Abbado, con Christian Thielemann, Daniele Gatti e collabora con la Malher Chamber Orchestra. Suona con il Nuovo Quartetto Italiano, accompagna dal 1987 Arnoldo Foà (Lorca, Dante, Ariosto) e ha suonato con il cantante rossiniano Juan Diego Flòrez. Nel 2006 presso il Teatro Manzoni di Bologna ha eseguito come solista “Grabstein fur Stephan” per chitarra e l’Orchestra Mozart di Bologna, diretto da Claudio Abbado in presenza del compositore Gyorgy Kurtag. Insegna Chitarra e Legislazione dello Spettacolo al Conservatorio di Ferrara.