MARIA, cammino di RICONCILIAZIONE Quando mi è stato proposto

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MARIA, cammino di RICONCILIAZIONE
Quando mi è stato proposto di offrire una riflessione sul tema “Maria, cammino di riconciliazione”, mi
sono chiesto subito che cosa avrei potuto dire/offrire. Mi è passata tra le mani una breve preghiera, che
accennava alla riconciliazione in tre parti: il dono di Dio per mezzo di Gesù Cristo nello Spirito Santo, la
partecipazione/cooperazione di Maria al piano salvifico di Dio e la missione della Chiesa per la
riconciliazione degli uomini con Dio e tra di loro. Purtroppo, nella confusione del mio ufficio, non ho
rintracciato quella preghiera, ma mi è sembrato opportuno seguire quella indicazione, attingendo alla
Sacra Scrittura, al Magistero della Chiesa e alla devozione del popolo cristiano.
Maria.
Dio ha chiamato Maria, umile fanciulla di Nazaret, a collaborare all’opera della Redenzione: l’ha
preparata tutta bella, santa e immacolata perché fosse degna dimora del suo Figlio fatto uomo; l’Angelo
Gabriele le ha annunciato che sarebbe stata la Madre del Figlio di Dio fatto uomo; Maria si è presentata
quale serva del Signore perché si adempisse in lei la Parola, che le era stata annunciata, e ha vissuto il
suo “sì” accogliendo il Verbo di Dio, lo ha dato alla luce, lo ha allevato, educato, lo ha accompagnato con
discrezione nella sua vita pubblica fin sotto la croce, momento supremo della missione di Gesù e culmine
della fede della Madre sua; ha condiviso fin in fondo la sorte del suo Figlio Gesù. Maria, nel suo canto di
lode, ha predetto che tutte le generazioni l’avrebbero chiamata “beata”, come l’ha salutata la parente
Elisabetta, per aver creduto al compimento della Parola del Signore. Maria, Madre di Dio e Madre della
Chiesa, intimamente congiunta all’opera della Redenzione del suo Figlio Gesù, celebrata nel corso
dell’anno liturgico e in una miriade di luoghi più o meno famosi, più o meno frequentati, come è questo
in cui ci troviamo, sotto una grande varietà di titoli: è sempre la Madre del Signore e Madre della Chiesa.
Riconciliazione
L’opera della Redenzione può essere indicata con vari termini: salvezza, giustificazione, perdono e
remissione dei peccati, santificazione, pace, riconciliazione. Per essere più breve mi servo di quanto
riporta il Dizionario di Teologia biblica, Ed. Marietti 1965, alla voce Riconciliazione:
Già nell’Antico Testamento il fatto che Dio non ha cessato di offrire agli uomini il suo perdono costituisce
un preludio alla sua riconciliazione con essi. Egli stesso si è rivelato come il “Dio di tenerezza e di
pietà”(Es 34,6), che desiste volentieri dal “furore della sua ira” (Sal 85,4; cfr 103,8-12) e parla di pace al
suo popolo (cfr Sal 85,9). Appunto una riconciliazione – anche se la parola non è usata – Javhe propone
alla sua sposa infedele (Os 2,16-22), ai suoi figli ribelli (Ez 18,31s). Tutti i riti di espiazione del culto
mosaico, ordinati alla purificazione delle mancanze più varie, miravano in definitiva alla riconciliazione
dell’uomo con Dio. Tuttavia non era ancora giunto il tempo della completa remissione dei peccati, ed i
fedeli del vero Dio rimanevano nell’attesa di qualcosa di meglio (cfr 2Mac 1,5; 7,33; 8,29).
La riconciliazione perfetta e definitiva è stata compiuta da Gesù Cristo “mediatore tra Dio e gli
uomini”(1 Tim 2,5), ed essa d’altronde non è che un aspetto della sua opera di redenzione. Rimane
tuttavia legittimo considerare il mistero della salvezza sotto questo punto di vista speciale alla luce di
alcuni testi di Paolo (Rom 5,10; 2 Cor 5,18ss; Ef 2,16s; Col 1,20ss).
Rom 5,10-11: Se infatti, quando eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte
del Figlio suo, molto più, ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita. Non solo, ma ci
gloriamo pure in Dio, per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, grazie al quale ora abbiamo ricevuto la
riconciliazione.
2 Cor 5,17-20: Se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono
nate di nuove. Tutto questo, però, viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha
affidato a noi il ministero della riconciliazione. Era Dio infatti che riconciliava a sé il mondo in Cristo,
non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione.
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In nome di Cristo, dunque, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi
supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio.
Ef 2,14-18: Egli infatti è la nostra pace, colui che dei due ha fatto una cosa sola, abbattendo il muro di
separazione che li divideva, cioè l’inimicizia, per mezzo della sua carne. Così egli ha abolito la Legge,
fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, e
per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, eliminando in se stesso
l’inimicizia. Egli è venuto ad annunciare pace a voi che eravate lontani, e pace a coloro che erano vicini.
Per mezzo di lui infatti possiamo presentarci, gli uni e gli altri, al Padre in un solo Spirito.
Col 1,18-20: Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa. Egli è principio, primogenito di quelli che
risorgono dai morti, perché sia lui ad avere il primato su tutte le cose. E’ piaciuto infatti a Dio che abiti
in lui tutta la pienezza e che per mezzo di lui e in vista di lui siano riconciliate tutte le cose, avendo
pacificato con il sangue della sua croce sia le cose che stanno sulla terra, sia quelle che stanno nei cieli.
L’iniziativa di Dio. – L’uomo , da solo, è incapace di riconciliarsi con il Creatore, che ha offeso col suo
peccato. Qui l’azione di Dio è primaria e decisiva, e “tutto questo viene da Dio che ci ha riconciliati con
se stesso per mezzo di Cristo” (2 Cor 5,18). Egli ci amava già quando noi eravamo suoi “nemici” (Rom
5,10), e proprio allora il suo Figlio “è morto per noi” (Rom 5,8). Il mistero della nostra riconciliazione è
collegato a quello della croce (cfr Ef 2,16) e del “grande amore “ con cui siamo stati amati (cfr Ef 2,4).
Gli effetti della riconciliazione. – Dio, ormai, non tiene più conto delle mancanze degli uomini (cfr 2 Cor
5,19). Ma ciò è ben lungi dall’essere una semplice finzione giuridica, che anzi l’azione di Dio, a detta di
Paolo, è come “una nuova creazione” (2 Cor 5,17). La riconciliazione implica un rinnovamento completo
per coloro che ne beneficiano, e coincide con la giustificazione (Rom 5,9s), con la santificazione (Col
1, 21s). Nemici, fino a questo momento, di Dio per la nostra condotta cattiva (Rom 1,30; 8,7), ora
possiamo “gloriarci in Dio” (Rom 5,11), che vuole “farci comparire dinanzi a sé santi, immacolati ed
irreprensibili” (Col 1,22); abbiamo “tutti, in un solo Spirito, accesso al Padre” (Ef 2,18).
Il ministero della Riconciliazione. – Tutta l’opera della salvezza è già compiuta da parte di Dio, ma,
sotto un altro punto di vista, continua attualmente fino alla parusia, e Paolo può definire l’attività
apostolica come “il ministero della riconciliazione” (2 Cor 5,18). “Come ambasciatori di Cristo” gli
apostoli sono i messaggeri della “parola della riconciliazione” (5,19s). Un antico papiro parla qui
persino del “vangelo della riconciliazione”, e tale è appunto il tenore del messaggio apostolico (cfr Ef
6,15: “ il vangelo della pace”). Nel loro ministero i servi del Vangelo si sforzeranno quindi, ad esempio di
Paolo, di essere per parte loro gli artefici della pace che annunziano (2 Cor 6,4-13).
L’accoglienza del dono di Dio. – Dal fatto che Dio è l’autore primario e principale della riconciliazione non
consegue che l’uomo abbia qui un atteggiamento puramente passivo: deve accogliere il dono di Dio.
L’azione divina non esercita la sua efficacia se non per coloro che vogliono acconsentirvi mediante la
fede. Di qui il grido pressante di Paolo: “noi vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con
Dio”(2 Cor 5,20).
La creazione riconciliata. – Parlando della riconciliazione del mondo (2 Cor 5,19; Rom 11,15: Se infatti il
loro esser rifiutati è stata una riconciliazione del mondo, che cosa sarà la loro riammissione se non una
vita dai morti?) Paolo finora aveva di mira soprattutto gli uomini peccatori. … in Col e Ef l’orizzonte
dell’apostolo si allarga. La riconciliazione sembra designare la salvezza collettiva dell’universo.
Perfettamente riconciliati con Dio, gli esseri sono riconciliati tra di loro (col 1,20).
La riconciliazione dei Giudei e dei pagani. – Paolo corona il suo insegnamento in Ef 2,11-22. L’azione di
Cristo “nostra pace” (2,14) vi è messa in piena luce e soprattutto i meravigliosi benefici che egli procura
ai pagani di ieri: essi sono ora integrati nel popolo eletto allo stesso titolo dei Giudei, l’era della
separazione e dell’odio è terminata, tutti gli uomini non formano più in Cristo che un solo corpo (2,16),
un solo tempio santo (2,21) … Paolo è stato il teologo ispirato ed il ministro instancabile della
riconciliazione, ma Gesù stesso, col suo sacrificio, ne è stato l’artefice, “nel suo corpo di carne” (Col
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1,22); e per primo ne ha pure sottolineato le esigenze profonde: il peccatore riconciliato da Dio non può
rendergli un culto gradito se prima non va a riconciliarsi egli stesso con il suo fratello (Mt 5,23s).
Il beato Giovanni Paolo II ha illustrato ampiamente questa dottrina nella sua Esortazione apostolica
Reconciliatio et Paenitentia.(2-12-1984).
Il Papa enumera le numerose, profonde e dolorose divisioni nel mondo e nell’umanità del nostro tempo e
come radice di tali lacerazioni indica il peccato ( ReP 1-2). Egli avverte una profonda nostalgia di
riconciliazione da parte degli uomini di buona volontà e dei veri cristiani per ricomporre le fratture,
rimarginare le lacerazioni ed instaurare, a tutti i livelli, un’essenziale unità., ma osserva, la
riconciliazione non può essere meno profonda di quanto non sia la divisione. La nostalgia della
riconciliazione e la riconciliazione stessa saranno piene ed efficaci nella misura in cui giungeranno - per
guarirla – a quella lacerazione primigenia, che è radice di tutte le altre ed è il peccato (ReP 3). Dopo
aver presentato il tema del Sinodo sulla Penitenza il Papa aggiunge: “La Penitenza è strettamente
congiunta alla Riconciliazione, perché il riconciliarsi con Dio, con se stessi e con gli altri suppone
che si sconfigga la rottura radicale, che è il peccato”… La riconciliazione si fa necessaria, perché c’è
stata la rottura del peccato, dalla quale sono derivate tutte le altre forme di rottura nell’intimo
dell’uomo e intorno a lui. La riconciliazione, dunque, per essere piena, esige necessariamente la
liberazione dal peccato, rifiutato nelle sue più profonde radici. Perciò, uno stretto legame interno
unisce conversione e riconciliazione: è impossibile disgiungere le due realtà, o parlare dell’una
tacendo dell’altra … La Chiesa, in forza della sua missione essenziale, sente il dovere di giungere fino
alle radici della lacerazione primigenia del peccato, per operarvi il risanamento e ristabilirvi, per così
dire, una riconciliazione anch’essa primigenia, che sia principio di ogni vera riconciliazione (ReP 4).
Richiamando la parabola del figliol prodigo, precisa subito che la riconciliazione è principalmente un dono
del Padre celeste, la riconciliazione è un dono di Dio ed una sua iniziativa … questa iniziativa si
concretizza nel mistero di Cristo redentore, riconciliatore, liberatore dell’uomo dal peccato sotto
tutte le sue forme. Lo stesso san Paolo non esita a riassumere in tale compito e funzione l’incomparabile
missione di Gesù di Nazaret, Verbo e Figlio di Dio fatto uomo … Anche noi possiamo partire da questo
mistero centrale dell’economia della salvezza, punto chiave della cristologia dell’Apostolo. “Se mentre
eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, - egli scrive ai
Romani – molto più, ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita. Non solo, ma ci
gloriamo pure in Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, dal quale ora abbiamo ottenuto la
riconciliazione”. Poiché dunque Dio ci ha riconciliati con sé per mezzo di Cristo, Paolo si sente ispirato
ad esortare i cristiani di Corinto: “Lasciatevi riconciliare con Dio”. … Ma ancora san Paolo ci consente di
allargare la nostra visione dell’opera di Cristo a dimensioni cosmiche, quando scrive che in lui il Padre
ha riconciliato con sé tutte le creature, quelle del cielo e quelle della terra. Giustamente si può dire di
Cristo redentore che nel tempo dell’ira è stato fatto riconciliazione, e che, se egli è la nostra pace, è
anche la nostra riconciliazione. Ben a ragione la sua passione e morte, sacramentalmente rinnovate
nell’Eucaristia, vengono chiamate dalla liturgia sacrificio di riconciliazione: riconciliazione con Dio e
con i fratelli, se Gesù stesso insegna che la riconciliazione fraterna deve operarsi prima del sacrificio
(ReP 7).
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In intima connessione con la missione di Cristo, si può riassumere la missione, pur ricca e complessa,
della Chiesa nel compito per lei centrale della riconciliazione dell’uomo: con Dio, con se stesso, con i
fratelli, con tutto il creato; e questo in modo permanente, perché la Chiesa è per sua natura sempre
riconciliante … in quanto proclama il messaggio della riconciliazione … in quanto mostra all’uomo le vie e
gli offre i mezzi per la suddetta quadruplice riconciliazione. Le vie sono, appunto quelle della
conversione del cuore e della vittoria sul peccato, sia questo l’egoismo, l’ingiustizia, la prepotenza o lo
sfruttamento altrui, l’attaccamento ai beni materiali o la ricerca sfrenata del piacere. I mezzi sono quelli
del fedele e amoroso ascolto della parola di Dio, della preghiera personale e comunitaria, e soprattutto,
dei sacramenti, veri segni e strumenti di riconciliazione,tra i quali eccelle, proprio sotto questo
aspetto, quello che con ragione usiamo chiamare il sacramento della riconciliazione, o della
penitenza. (ReP 8).
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La Chiesa, per essere riconciliatrice deve cominciare con l’essere una Chiesa riconciliata. Dopo aver
ricordato che la riconciliazione viene da Dio e si è compiuta nell’atto redentore di Cristo, il Papa
aggiunge: La Chiesa continuando l’annuncio di riconciliazione fatta risuonare da Cristo nei villaggi della
Galilea e di tutta la Palestina, non cessa di invitare l’umanità intera a convertirsi e a credere alla buona
novella. Essa parla in nome di Cristo, facendo suo l’appello dell’apostolo Paolo: Noi fungiamo .. da
ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro. Vi supplichiamo in nome di Cristo:
Lasciatevi riconciliare con Dio.
(ReP 10). La Chiesa ha la missione di annunciare questa
riconciliazione e di esserne il sacramento nel mondo. Sacramento, cioè segno e strumento di
riconciliazione , è la Chiesa a diversi titoli … per la sua stessa esistenza di comunità riconciliata .. per il
suo servizio di custode e di interprete della Sacra Scrittura, che è lieta novella di riconciliazione … per i
sette sacramenti … che poiché commemorano e rinnovano il mistero della pasqua di Cristo … sono
sorgente di vita per la Chiesa e … sono strumento di conversione a Dio e di riconciliazione degli uomini
(ReP 11).
Dopo avere parlato a lungo del mistero del peccato e del mysterium pietatis, il Papa ribadisce che
suscitare nel cuore dell’uomo la conversione, la penitenza e offrirgli il dono della riconciliazione è
la connaturale missione della Chiesa, come continuatrice dell’opera redentrice del suo fondatore
divino … La funzione riconciliatrice della Chiesa deve così svolgersi secondo quell’intimo nesso, che
raccorda strettamente il perdono e la remissione del peccato di ciascun uomo alla fondamentale e piena
riconciliazione dell’umanità, avvenuta con la redenzione.
E il Papa illustra l’importanza del ministero della riconciliazione come dovere fondamentale della
Chiesa (ReP 23); indica i mezzi e le vie per la promozione della penitenza e della riconciliazione: il
dialogo (ReP 25), la catechesi (ReP 26), i sacramenti (ReP 27), in particolare il sacramento della
Penitenza e della Riconciliazione (ReP 28-34). E osserva: Il frutto più prezioso del perdono ottenuto nel
sacramento della penitenza consiste nella riconciliazione con Dio … tale riconciliazione ha come
conseguenza … altre riconciliazioni, che rimediano ad altrettante rotture, causate dal peccato: il
penitente perdonato si riconcilia con se stesso nel fondo più intimo del proprio essere, in cui recupera la
propria verità interiore; si riconcilia con i fratelli, da lui in qualche modo aggrediti e lesi; si riconcilia
con la Chiesa; si riconcilia con tutto il creato.
E concludendo invita a rivolgersi al Cuore Immacolato di Maria, Madre di Gesù, nella quale si è
operata la riconciliazione di Dio con l’umanità … si è compiuta l’opera della riconciliazione, perché
Ella ha ricevuto da Dio la pienezza della grazia in virtù del sacrificio redentore di Cristo. In verità Maria
è diventata l’alleata di Dio, in virtù della sua maternità divina, nell’opera della Riconciliazione , e
auspica che per la sua intercessione l’umanità stessa scopra e percorra la via della penitenza, l’unica
che potrà condurla alla piena riconciliazione.
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Questo insegnamento finale a riguardo di Maria, il Beato Giovanni Paolo II l’ha proposto abbondantemente
sia in alcune sue Lettere Encicliche, sia in varie occasioni, a più riprese; insegnamento ripresentato in un
libro recente di Fra CRISTOFORO AMANZI, dal titolo Maria segno e strumento di Riconciliazione e di
Pace nel Magistero di Giovanni Paolo II, Città aperta Edizioni, 2010, che tento di riassumere
brevemente:
Maria è stata la Madre del Redentore, Cristo, nostra riconciliazione e nostra pace. Con il suo Fiat si
è posta al servizio di un Piano ben preciso: il piano di Dio per la riconciliazione dell’uomo. Questo Piano
consiste nel dono della vita grazie al sacrificio di Cristo, dal quale la si attinge, e all’opera dello Spirito
Santo, che dall’interno vivifica coloro che accolgono il Cristo e con Lui il mistero della Redenzione: è il
Piano della Riconciliazione con Dio, in Cristo redentore. … Cristo ha riconciliato a sé tutte le cose
rappacificandole per mezzo del suo sangue … E’ a questo Piano che Maria coopera, un Piano di
Riconciliazione e di Pace. Di questo Piano, Lei stessa è la primizia, la figura, il segno e lo strumento
(pag 34).
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Maria è Madre della Chiesa, perché in virtù dell’ineffabile elezione dello stesso eterno Padre e sotto la
particolare azione dello Spirito d’amore, Ella ha dato la vita umana al Figlio di Dio … sin dagli inizi stessi,
cioè dal momento dell’Annunciazione, è stata inserita nella storia della salvezza e nella missione
della Chiesa (pag.37). … Ella concepì il Figlio, per opera dello Spirito Santo. E, per volontà del Figlio, salì
sul Calvario e restò nel Cenacolo, attendendo in preghiera il nuovo parto, nello Spirito Santo: la Chiesa. …
Della Chiesa Maria è Madre e primizia, membro sovreminente e singolarissimo.
Maria è colei che è stata redenta nel modo più sublime in virtù dei meriti di Cristo, che ha vissuto sin dal
primo istante della sua esistenza i benefici della Redenzione e come nessun altro può introdurre la Chiesa
e l’umanità in tale mistero …
* Abbracciando la volontà divina di salvezza con tutto il cuore e senza impedimento di alcun peccato, si è
dedicata totalmente alla persona e all’opera del suo Figlio, mettendosi al servizio del mistero della
Redenzione sotto di Lui e con Lui, per la grazia di Dio onnipotente (LG,56)
* Maria è al centro stesso della Riconciliazione con Dio e con i fratelli: piena di grazia sin dal primo
istante della sua esistenza, opera per la Riconciliazione e per la Pace. … Maria immette nel mistero della
Redenzione e nella vita della Chiesa l’amore materno, amore singolarmente vicino all’uomo e alle sue
vicende.
* Attraverso Maria, l’eterno amore del Padre diviene più comprensibile e si avvicina ad ogni uomo.
* Gli Atti degli Apostoli ci presentano gli apostoli in preghiera con Maria, la Madre di Gesù.
Madre di misericordia. Nel Magnificat Maria esalta la misericordia di Dio che si stende lungo tutta la
storia. Maria è invocata “madre di misericordia”: è colei che, in modo particolare ed eccezionale – come
nessun altro – ha sperimentato la misericordia e al tempo stesso, sempre in modo eccezionale, ha reso
possibile col sacrificio del cuore la propria partecipazione alla rivelazione della misericordia divina.
In Lei e per mezzo di Lei non cessa di rivelarsi, nella storia della Chiesa e dell’umanità, l’amore
misericordioso di Dio: Maria ha operato e opera perché tutti i fratelli del Figlio suo ancora peregrinanti
e posti in mezzo a pericoli e affanni, possano vivere pienamente la comunione con Dio, riconciliandosi e
vivendo nella pace.
La maternità spirituale di Maria diventa universale in quanto legata al mistero della Redenzione, al quale
Ella ha partecipato e partecipa cooperando con il Figlio perché tutti abbiano la vita eterna e l’abbiano in
abbondanza. Nel Prefazio della Messa della B.V. Maria, Madre e Mediatrice di grazia si dice: Padre, nel
mistero della tua benevolenza hai voluto che Maria, Madre e socia del Redentore, continuasse nella
Chiesa la sua missione materna: di intercessione e di perdono, di protezione e di grazia, di
riconciliazione e di pace.
Maria è presente nella Chiesa, oltre che come modello, anche come cooperatrice e Madre: ogni uomo
Le è affidato come figlio (in Giovanni sotto la Croce), ed Ella è chiamata ad essere per tutti e per
ciascuno segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano, segno e
strumento di Riconciliazione e di pace.
Maria è invocata: Arca dell’Alleanza. Il tema dell’Alleanza è molto presente nell’Antico Testamento:
l’Alleanza di Dio con Noè, con Abramo, con Mosè, con il popolo eletto; il tema dell’Alleanza, non
mantenuta, è presente nei profeti e nei profeti si annuncia una nuova Alleanza, perché Israele è stato
infedele. L’Arca dell’Alleanza era il segno della presenza di Dio in mezzo al suo popolo e della sua
protezione. Gesù, dando l’Eucaristia, dice che è il suo Sangue dell’alleanza nuova ed eterna (ricordiamo
tutte le volte che celebriamo l’Eucaristia in sua memoria). Maria, Alleata di Dio nella Riconciliazione,
rivela la sollecitudine e la bontà del Padre. Con l’annunzio dell’angelo e la risposta di Maria, si è
realizzata un’autentica alleanza, vissuta nella pace e per la pace, con Dio e tra gli uomini. In Lei vediamo
il trionfo della grazia e comprendiamo meglio la riconciliazione operata da Cristo e la tenerezza del
Padre.
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La riconciliazione con Dio Padre attraverso il Figlio si realizza anche per l’opera della Madre, la quale
partecipa ad essa in modo particolare. Certamente Maria è divenuta alleata di Dio nella riconciliazione in
quanto, grazie al suo Fiat, il Verbo ha assunto la carne e ha compiuto il sacrificio redentore della Croce.
In Maria l’umanità si riconcilia e ritrova la pace; la frattura tra Dio e l’uomo, determinatasi con il peccato
originale, viene ricomposta dall’autodonazione di Cristo, resa possibile anche dal Fiat dell’Annunciazione.
Il ruolo principale di Maria è far comprendere meglio la sollecitudine e la bontà del Padre, attirare i
peccatori con la sua simpatia e la sua indulgenza, per rivelare loro l’offerta divina di riconciliazione, il cui
frutto è la pace.
Maria, alleata di Dio nella Riconciliazione, è anche operatrice di pace a motivo del fatto che la pace è
frutto della stessa Riconciliazione … Maria è stata creata immacolata al fine di poter meglio agire in
nostro favore … ha accolto l’invito ad essere madre della Chiesa e non cessa di aiutare, intercedere e
soccorrere, al fine di condurre tutti coloro che sono nell’angoscia spirituale alla riconciliazione.
Regina della pace è pure invocata Maria. Maria è colei che ha vissuto e vive nella pace, che desidera
offrirla, che è fonte di quella pace che solo da Cristo procede, che può esserne definita icona e che è
posta davanti a noi perché la contempliamo e, contemplandola, la imitiamo come modello ed immagine
perfetta della creatura unita al suo Creatore e Padre. … Maria è dimora, santuario, arca, immagine,
tipo (figura), segno, modello, specchio, fonte. … Ella, fonte della pace, la alimenta sempre. Maria
trova uno spazio proprio anche in quanto annuncio della pace del cuore, frutto della Riconciliazione con
Dio. Dalla quale ogni altra pace proviene e senza la quale ogni altra è precaria, illusoria e
insoddisfacente. Maria, icona della pace, richiama tutti a vivere nella pace e a divenire operatori della
pace, riconciliati e pacificati per essere strumenti di riconciliazione e di pace.
Rifugio dei peccatori. Altro titolo con cui è invocata la beata Vergine Maria. Ecco come tutto questo è
richiamato, sinteticamente, nel Messale della Beata Vergine Maria, nell’introduzione alla Messa n. 14:
Maria Vergine Madre di riconciliazione: In modo sempre più chiaro la Chiesa ha riconosciuto il ruolo
della beata Vergine
Maria nella riconciliazione con Dio. Nei primi secoli i santi Padri, trattando del mistero dell’Incarnazione
del Verbo, non di rado affermano che il grembo verginale della Madre del Signore è stato il luogo dove si
è instaurata la “pace” tra Dio e l’umanità. A tale dottrina è mirabilmente conforme il magistero dei
Pontefici del nostro tempo: “a motivo della sua maternità divina la beata Vergine è divenuta socia di Dio
- insegna Giovanni Paolo II – nella stessa opera della riconciliazione” (Riconciliazione e Penitenza, 35).
Nel Medioevo gli scrittori ecclesiastici riflettendo più profondamente sulla funzione materna della beata
Vergine Maria, la chiamano “via di riconciliazione”, come pure “madre di riconciliazione”, per il fatto
che da lei è nato Gesù Cristo, “riconciliazione dei peccatori”: ”Non vi è infatti riconciliazione – afferma
sant’Anselmo di Canterbury (+1109) - se non quella che tu hai generato, rimanendo vergine”. Perciò i
fedeli ricorrono fiduciosi alla intercessione della beata vergine per ottenere la “grazia della
riconciliazione” e, almeno a partire dal XII secolo, piamente la venerano con il titolo “Rifugio dei
peccatori”. Ai nostri giorni la beata Vergine è venerata in molti luoghi, anche con culto liturgico, quale
“riconciliatrice dei peccatori”, soprattutto per l’opera dei Missionari di Nostra Signora de la Salette.
Lungo il corso dei secoli Maria si è fatta annunciatrice di conversione, penitenza, riconciliazione: a Laus,
a La Salette, a Lourdes, a Fatima: Ella esercita la sua maternità nella Chiesa portando i suoi figli al suo
Figlio Gesù. I Santuari sono luoghi privilegiati di conversione, di confessioni e di preghiera.
Questo Santuario si caratterizza per l’invito pressante alla conversione e alla Riconciliazione anche
sacramentale. Benoite Rencurel, destinataria delle ripetute apparizioni di Maria Santissima in questa
terra, nella sua vita si è adoperata per accompagnare i pellegrini, che qui venivano, alla riconciliazione e
al sacramento della Riconciliazione o Penitenza. Da quel tempo, come noi oggi, i pellegrini, accogliendo
questo invito, sono venuti, a questo scopo, in questo luogo, oggi ancor più in seguito al riconoscimento
ufficiale della Chiesa delle apparizioni di Nostra Signora di Laus.
A tutti auguro di poter vivere intensamente questa esperienza spirituale sotto la materna protezione e
per l’intercessione della sempre Vergine Maria, Madre di Dio e Madre della Chiesa.
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