10 marzo 2013 - Quarta domenica di Quaresima C (Laetare) IL CAMMINO DELLA RICONCILIAZIONE Giosuè 5,9a.10-12 Salmo 33 (Gustate e vedete com’è buono il Signore) 2 Corinzi 5,17-21 Luca 15,1-3.11-32 Il libro di Giosuè, da cui è tratta la prima lettura di oggi, raccoglie antiche tradizioni, ordinate all’epoca della riforma religiosa del re Giosia, verso il 620 a.C. Esso narra la conclusione dell’esodo, cioè, dopo la morte di Mosè, l’ingresso degli Israeliti nella Palestina, sotto la guida di Giosuè; avvenimenti accaduti tra il 1250 e il 1200 a.C. Dopo la fuga dalla schiavitù dell’Egitto, il cammino nel deserto era durato ben quarant’anni, tra infedeltà del popolo e doni di Dio (la manna). Finalmente viene celebrata la prima festa di Pasqua, cioè della liberazione, nella terra promessa. Anche il vangelo narra una festa di liberazione e di riconciliazione. La vicenda è quella notissima della parabola cosiddetta “del figliol prodigo”: un ragazzo se ne va da casa, ma poi si pente e ritorna. Il vero protagonista della parabola però è il padre che accoglie amorosamente il figlio fuggito e convince anche l’altro figlio a far festa con lui. Il messaggio quindi è duplice. Liberarci dal male che sta dentro di noi e attorno a noi. La quaresima è tempo di riflessione e di esame di coscienza. È male l’orgoglio che pretende l’autonomia assoluta dagli altri, è male l’edonismo che riduce la vita solo alla prospettiva del piacere, è male la violenza contro le persone e contro la natura. Riconciliarci con Dio, con i fratelli, con le cose. L’amore di Dio, paterno e materno insieme, non ci abbandona mai e attende sempre ogni nostro ritorno al bene. La quaresima è una opportunità per stabilire relazioni più belle e felici col Signore mediante una vita spirituale più intensa, col prossimo attraverso il perdono e la cordialità, con la natura rispettandola maggiormente. La liberazione dal male e la riconciliazione sono impegnative, e anche dolorose, ma, una volta realizzate, danno profonda pace e serenità al cuore, una vera festa! San Paolo, scrivendo ai Corinzi, approfondisce il tema della riconciliazione. La riconciliazione è un cammino nel quale non siamo soli, ma veniamo guidati dallo Spirito di Cristo che ci fa conoscere l’amore del Padre. Essa non è opera nostra, ma è dono di Dio. Noi dobbiamo solo accogliere il suo amore: «Lasciatevi riconciliare con Dio»; sentirci figli e amati, creature sempre rigenerate e sempre nuove, impegnati nella testimonianza del bene e della giustizia. Nella Chiesa esiste un “ministero della riconciliazione” che si esprime nel sacramento della confessione individuale, ma che si estende anche a tutte quelle forme pubbliche di pacificazione che in vari paesi le Chiese cristiane tentano per il bene dei popoli. La riconciliazione forma il nucleo più puro del messaggio morale cristiano: rinnovare le relazioni nella pace, a gloria di Dio e a felicità dell’umanità.