∂ 2010 ¥ 5 Traduzioni in italiano ∂ – Rivista di Architettura Inserto ampliato in italiano 2010 ¥ 5 · Componenti e sistemi analogici/digitali Traduzione: Rossella Mombelli E-Mail: [email protected] 1 ‡ Formfindung statt Formgebung ‡ Elbphilharmonie: Thema mit Variationen ‡ SANAA: Architektur als Landschaft ∂ Zeitschrift für Architektur + Baudetail · Review of Architecture · Revue d’Architecture Serie 2010 · 5 · Analog und Digital · Analogue and Digital · Analogique et numérique Potete trovare un’anteprima con immagine di tutti progetti cliccando su: http://www.detail.de/Archiv/De/HoleHeft/231/ErgebnisHeft cipi che generalmente vengono etichettati come “architettura digitale”. Il punto di partenza delle riflessioni, non è tanto chiarire l’opposizione di analogico/digitale utilizzata per la prima volta nel 1946 da Douglas Rayner Hartree nella sua descrizione del computer digitale ENIAC. La differenza digitale/ analogico è data dall’opposizione discontinuo/continuo. Nel saggio le definizioni verranno utilizzate secondo l’uso linguistico corrente. Diventa invece importante arrivare ad una comprensione su più livelli del digitale nel contesto dell’architettura. Pagina 420 Trasformazione architettonica di ­forma e materiale: dal Computer Aided al Computational Design. Achim Menges L’integrarsi di architettura e processi digitali va intensificandosi e coinvolge un numero sempre maggiore di parti di progetto, dalla fase iniziale e a quella esecutiva e realizzativa. La domanda, se i processi digitali subentreranno ai procedimenti analogici in ­architettura, sta gradualmente diventando obsoleta. La questione di come accadrà attualmente o di come potrebbe svolgersi in futuro tale integrazione, acquisisce invece importanza e fascino per il fatto che mai ­prima d’ora nella storia dell’architettura gli architetti, gli ingegneri e le aziende hanno avuto a disposizione in così breve tempo nuove tecniche. Non è mai capitato nella storia dell’architettura un momento in cui le nuove tecnologie venissero utilizzate come estensione dei processi tradizionali. Nell’architettura contemporanea, la geometria complessa, il linguaggio formale sfaccettato e l’articolazione elaborata delle superfici non dovrebbe far credere che l’uso attuale del computer non rappresenti un’innovazione nella metodologia progettuale. In maniera simile ad altri cambiamenti tecnologici, anche se in ritardo, gli effetti decisivi sul processo di progettazione si sono verificati. Il computer nell’attuale prassi architettonica entra in uso in tradizionali processi progettuali come strumento di lavoro efficiente e ad elevate prestazioni. Al centro del dibattito, quei prin- © Frank Kaltenbach, München Da Computerized Design a Computational Design Con la separazione dei ruoli tra l’architetto e il costruttore - descritta nel Trattato sull’Architettura di Leon Battista Alberti - che si afferma durante il Rinascimento con lo sviluppo della prospettiva e delle proiezioni, il disegno acquisisce un ruolo centrale in architettura; sia come notazione del progetto architettonico che come istruzione per la realizzazione del progetto in cantiere. Da notare è che la forma di notazione del disegno ­limita le informazioni alla presentazione geometrica. A livello relazionale, forma ed informazione costituiscono nel disegno di presentazione un’inscindibile unità. Il progettista opera sul piano del fenotipo ed è in questo senso parte del processo di determinazione della forma. Di fatto, sino ad oggi non è cambiato nulla, anche a seguito dell’introduzione del CAD (Computer Aided Design) che, diffuso da circa 20 anni nella prassi architettonica e tuttora sotto forma di un complesso di applicativi software, rappresenta lo strumento principale del progettista. L’uso è caratterizzato dal trasferimento di metodi di lavoro analogici in un ambito digitale. Inizialmente, le tecniche di disegno, di costruzione di modelli e di calcolo sono stati imitati nei software. Rispetto ai processi analogici, se l’incremento di efficienza e precisione da parte di questo tipo di strumenti digitali consente da un lato una razionalizzazione del processo progettuale e dall’altro un’estensione dei canoni formali architettonici, nella maggioranza dei casi, il Computer Aided Design ha indagato e modificato il modo di pensare di progettisti, tecnici e costruttori, “computerizzandoli”. Attualmente, è emersa una strategia parallela: il Computational ­Design che si basa sul concetto di una ­metodologia di approccio alternativa all’idea e al progetto, che riesce ad utilizzare il ­potenziale del computer, vale a dire la comprensione delle informazioni tecnologiche, l’elaborazione e l’utilizzo delle complesse relazioni d’interscambio per processi generativi ed algoritmici. Non si tratta di un aspetto completamente nuovo dato che questa strategia esplorata alla fine degli anni ’60 si è sviluppata sull’interfaccia tra architettura ed informatica, ma si è estesa alla prassi architettonica solo negli ultimi anni. Computation al contrario di Computing, in inglese ­come primo significato, indica fondamentalmente l’elaborazione delle informazioni. Il ­significato del termine sta nella processualità e nella informatività non solo nell’uso di un computer. In altre parole, mentre di solito il progetto relativamente ad una rappresentazione analogica o digitale in forma di schizzo, disegno, pianta o modello esegue il risultato determinato, nel Computation ­Design l’oggetto principale del progetto ­slitta sullo sviluppo di processi sotto forma di algoritmi o di regole generative sui quali attraverso la definizione e la ponderazione delle grandezze e i parametri influenti ne deriva un certo risultato. Il progettista opera a livello dei processi generativi, l’informazione genotipica e l’aspetto fenotipico. Nel Computational Design, l’architetto non viene sostituito dal computer come spesso si pensa, ma anzi, il ruolo del progettista viene implementato e l’architetto fluttua dal ruolo di utilizzatore di processi digitali a quelli di sviluppatore. Attraverso l’elevato grado d’integrazione dei fattori d’influsso direttamente nel processo di progettazione, il processo non solo consente di procedere con requisiti sempre più complessi, bensì offre l’opportunità di aprire un nuovo spazio possibilistico. Dalla generazione virtuale alla materializza­zione fisica Più che la questione analogico o digitale, in realtà per gli architetti l’interesse ruota intor- 2 Traduzioni in italiano no al passaggio tra virtuale e materiale. Virtuale non indica un’entità materica bensì un’entità che si concretizza attraverso le caratteristiche, la funzione e l’effetto. Diversamente da quanto spesso viene supposto, il contrario di virtuale non è reale ma più precisamente materiale nel senso fisico del termine. Uno dei punti fondamentali della nostra ricerca si confronta con la questione di come il Computational Design non possa essere concepito come linea di separazione tra il progetto virtuale e la trasformazione materiale ma debba essere considerato ­come un mezzo di comunicazione diretta. Come la carta da disegno si dimostra indulgente, i convenzionali modelli CAD sono svincolati dalle norme della fisica, dalle proprietà dei materiali o dai comportamenti costruttivi. Il punto d’intersezione concettuale con strumenti classici di progetto genera una immanente separazione tra determinazione della forma e la sua materializzazione. Anche i sempre più diffusi modelli informativi dell’edificio (Building Information Modelling) si comportano in maniera del tutto simile per il fatto che l’informazione viene estrapolata dalla geometria e non il contrario. Nel Computational Design la forma non viene a determinarsi tramite modelli o disegni ma viene generata sulla base di procedure definite dalle regole e delle connessioni parametriche descritte. Al contrario del Computer ­Aided Design, il Computational Design esplicita la relazione tra forma, informazione e trasformazione formale. Il conseguente ­manifestarsi dell’interscambio relazionale consente al progettista di “informare” il processo generativo formale della elaborazione algoritmica dell’informazione tramite peculiari specificità e limitazioni della materializzazione. Il Computational Design consente ­anche una comprensione della forma, del materiale, della struttura, della produzione e della realizzazione come sistematica correlazione nel cui spazio il progetto decade. Dalla razionalizzazione costruttiva al progetto informatizzato La generalizzazione “Architettura digitale” è in contrasto con la diversificazione informatica. Il fatto è di enorme importanza nella prassi. Come possiamo allora prefigurarci concretamente la differenza tra l’attuale ­stato della progettazione computerizzata e le prospettive offerte dal Computational ­Design? Due esempi sono di chiarimento: uno viene spesso celebrato come tecnicamente attualizzabile, l’altro è stato realizzato 35 anni fa. Il progetto della copertura del Centre Pompidou a Metz (Shigeru Ban, Jean de Gastines, Ove Arup & Partner) si ispira alla forma di una capanna cinese in paglia. Seguendo un leit motiv formale, la determinazione della forma digitale si basa principalmente su due componenti: in primo ­luogo, una superficie formale libera con un perimetro esagonale, in secondo luogo, un reticolo Kagome composto di esagoni e triangoli proiettato da una forma libera. Il re- 2010 ¥ 5 ∂ ticolo costruttivo strutturato a doppia curvatura in un software CAD genera una geometria di trave complessa in cui ogni elemento di copertura deve essere curvato tridimensionalmente. Il processo di generazione formale definisce solo la geometria di copertura. Alla fase di progetto segue un processo di rielaborazione del percorso del progetto realizzativo indicata come post-razionalizzazione della forma estetizzante. Inizialmente, in questo stadio gli ingegneri e i tecnici specializzati in geometria impostano un procedimento basato sull’informatica che cerca di ottimizzare le geometrie definite a priori gradualmente in vista della producibilità. Più di 100 travi continue doppie vengono scomposte in 1790 segmenti in tre tipologie di pezzi grezzi in lamellare (diritto, curvato in una o due direzioni), e prelavorati per una fabbricazione digitale in un centro di lavorazione del legno CNC. Il montaggio della complessa geometria della copertura avviene in cantiere attraverso un processo di composizione dei pezzi costruttivi su una struttura. Il guscio reticolare ligneo a doppia curvatura della sala polifunzionale costruita nel 1975 a Mannheim (Frei Otto, Carlfried Mutschler, Ove Arup & Partner) non deriva da un processo progettuale di assegnazione formale ma da un processo di individuazione di una forma. Il procedimento si basa su due elementi conoscitivi: il primo, che tramite l’inversione di una forma sospesa sottoposta a ­trazione di una rete con maglie di uguale dimensione si genera una geometria a guscio in cui sotto il peso proprio non si verifichino momenti di flessione. Il secondo, che è possibile mettere a punto una simile tipologia di guscio, tramite la flessione di una forma ­inizialmente piana di un reticolo composto di ­listelli di legno. Nello spazio così definito si può trovare una specifica forma di tetto ­modificando i parametri dimensionali come ad esempio l’altezza e la definizione del ­perimetro della rete sospesa. La costruzione del guscio in cantiere può sfruttare in tal modo il comportamento di flessione di una griglia a maglie quadrate originariamente piana. Il reticolo deve essere sollevato lievemente in alcuni punti, ma poi assume la forma specifica per la flessione dei correnti lignei e la torsione a forbice delle maglie. Portato a compimento il fissaggio delle viti articolate, che garantiscono una connessione rigida a scorrimento dei correnti, viene fissata la forma complessa della copertura tramite la stabilizzazione del reticolo ai punti di appoggio. E’ da considerare anche che in confronto alla copertura del Centre Pompidou di Metz, che si estende ­fino a 50 metri con sei strati di lamellare di sezione 140 x 440 mm, la Multihalle di Mannheim composta con strati di legname massello e una sezione trasversale di 50 x 50 mm, si estende fino a 60 metri di luce. Tuttavia, in questo caso, si tratta di analizzare la differenza tra metodologie di progetto: l’eredità digitale della gerarchia derivante dal primo processo di creazione formale con una razionalizzazione postuma da un lato, e dall’altro quello che dal principio in un ­processo progettuale informatizzato anticipa la possibile materializzazione e il campo d’azione del progetto. Per le ricerche che stiamo svolgendo e in particolare lo sviluppo di un approccio integrativo della trasformazione formale e materica nel Computational Design, tra i diversi progetti d’avanguardia sono in prima fila le opere di Frei Otto. E’ irrilevante che Frei Otto nella sua ricerca formale, invece di una Machine Computation, avesse sostituito l’uso di un computer per lo più con un Computation Material lasciando “la calcolazione” al processo di autorealizzazione nel modello fisico. Dall’ottimizzazione funzionale all’integrazione ­performativa Le opere di Frei Otto per la peculiarità dell’ambito di ricerca in cui sono state create, quello delle costruzioni leggere, seguono per lo più criteri progettuali tecnico-strutturali come il rapporto fra massa e portata. Di conseguenza nella loro costruzione sono d’ausilio anche i modelli fisici per la connessione che c’è tra forma escogitata e la sua portanza, dato che questo si regola come lo stato di equilibrio delle forze insite e quelle che esercitano un’azione sui requisiti materici. L’introduzione del computer consente oggi di espandere notevolmente i criteri di progetto. Per lo sviluppo della forma possono entrare in gioco accanto ai criteri tecnico strutturali anche quelli di organizzazione ­dello spazio, quelli fisico tecnici o altri criteri in qualità di “forze” che si sviluppano nello spazio possibilistico della materializzazione. La differenza decisiva è che un processo generativo di questo genere che segue ­diversi criteri basandosi sul computer, non conosce solo uno ma diversi “stati di equilibrio”. Inoltre, il processo progettuale rimane di base aperto; e, per il grado di libertà dei processi realizzativi, è possibile espandere sensibilmente lo spazio possibilistico della materializzazione. Un ultimo rimando alle strutture lignee chiarisce il concetto in un progetto di ricerca: il comportamento a flessione differenziato e individuale dei correnti consente ad esempio minimali modifiche delle sezioni dei correnti stessi utilizzando un sistema di taglio a getto d’acqua computerizzato e robotizzato. Diventa possibile verificare reciprocamente la forma complessiva, la geometria degli elementi e il comportamento a flessione in un confronto reciproco delle parti e tramite altre esigenze di progetto realizzare differenziazioni localizzate di un guscio reticolare. In contrapposizione con la catena di processo lineare da CAD a CAM, il Computational Design consente un ciclo informativo dell’accoppiamento a reazione tra spazio possibilistico del processo generativo elaborato a computer con le peculiarità e i limiti di una produzione a supporto informatico. Ne deriva la possibilità di differenziazione che significa un processo di diversificazione ∂ 2010 ¥ 5 strutturale dell’elemento e dell’ordinamento del sistema che emerge da interazioni reciproche con fattori d’influsso esterni e requisiti insiti. La possibile differenziazione nel Computational Design è fondamentale e significa che attualmente aspetti parziali del sistema costruttivo trattati in modo isolato dal punto di vista metodico-progettuale, come ad esempio criteri tecnico-statici o fisico-tecnici, potrebbero diventare parte di un processo generativo integrativo che direttamente include le complesse relazioni reciproche dal carattere del sistema e la capacità funzonale nonchè performativa. La complessità di certe relazioni reciproche stimola lo slittamento di un processo di considerazione isolata della forma per la conoscenza di un modello comportamentale che si determina nel corso di una crescente differenziazione del sistema, sia localmente dal punto di vista tridimensionale sia lungo l’asse del tempo del processo generativo. Nel Computational Design, il potenziale del computer di allineare le grandezze d’influsso multiplo, di attraversare una molteplicità di processi e di elaborare la complessità del contesto, consente di conoscere nel processo progettuale modelli di indole diversa, di esplorare e utilizzare in modo completamente diverso una capacità che si vota ad una integrazione del divenire della forma e della materia performante. Il Computational ­Design non si basa allora sull’ottimizzazione di singoli aspetti bensì su un’integrazione evolutiva di un numero complesso di caratteri in un processo generativo. Ne potrebbero derivare sistemi di gradienti e strutture ­integrative e architettoniche che all’interno di un limitato numero di livelli di sistema, in base alla differenziazione morfologica, ­coprono una banda di requisiti performanti. In vista di singoli criteri, alcuni sistemi dimostrano una ridondanza strutturale. Questa forma di estesa robustezza è un ulteriore segnale significante del processo Computational Design. Se pensiamo che il progetto d’architettura è sempre un intervento in un futuro de facto sconosciuto, il concetto della robustezza se considerata una proprietà fondamentale, è propria di sistemi generativi per l’architettura ma mantiene chiaramente un’amplia cerchia di significati. Differenziazione, eterogeneità, robustezza diventano componenti di sostenibilità ecologica ed economica. La differenziazione di certi sistemi risulta in particolare da caratteristiche e circostanze spaziali, statiche e climatiche. I processi attivi basati su computer assicurano che questa differenziazione venga a compiersi sempre nello spazio possibilistico della materializzazione. In altre parole, attraverso la finestra di ricerca sulla base di ­materialità, struttura e produzione possono essere trovate nuove tipologie di soluzioni. Computational Design apre alle prossime generazioni di architetti notevoli soluzioni. Computational Design oppone alla complessità un approccio progettuale integrativo. Traduzioni in italiano Sintetizza costruito virtuale e costruzione materiale. Consente contemporaneamente una prassi genuina interdisciplinare e il riposizionamento dell’architetto nella casella ­della progettualità e dell’attività edilizia. Computational Design necessita tuttavia non solo dell’apprendimento di una nuova capacità tecnica ma esige soprattutto un modo di pensare diverso in relazione a ­molte convenzioni profondamente radicate nell’architettura. E’ contemporaneamente una grande occasione e un’enorme sfida. Pagina 426 Un’architettura parametrica Cristiano Ceccato Associate, Zaha Hadid Architects Zaha Hadid Architects (ZHA) è uno studio di architettura internazionale con sede a Londra e progetti in fase di sviluppo e in costruzione in tutto il mondo. Nell’ultimo decennio le richieste di progetti hanno portato lo studio a decuplicare la propria dimensione. Il successo sta nel metodo progettuale, nel controllo qualità e nel project management. La domanda crescente di dati precisi e completi da parte del committente richiede una base di calcolo ad elevate prestazioni. ZHA elabora diversi tipi di progetti, dai concorsi sino agli incarichi diretti oltre ad intraprendere ricerche nell’ambito del “progetto digitale” anche in relazione a ­progetti concreti. Geometria e tecnologia Zaha Hadid si interessa alla forma geometrica da più di trenta anni. Un obbiettivo fondamentale di ZHA è la ricerca di geometrie complesse, la loro rappresentazione e negli ultimi dieci anni anche la traduzione in forme fisiche di progetti realizzati. Da ZHA il linguaggio formale si è continuamente evoluto ma l’interesse centrale verte sempre su un concetto di forma dinamica architettonica ed urbanistica. L’architettura viene intesa come dinamismo o come movimento che si concretizza nel progetto a prescindere dalla ­rigidità del tradizionale linguaggio formale. Negli ultimi anni, si è arrivati ad una geometria ricca di curve e ad elementi edili complessi prodotti industrialmente che oggi sono al centro del dibattito architettonico contemporaneo. Dato che ZHA predilige da sempre ricerca e sperimentazione, lo studio 3 ha scelto di adottare una tecnologia soft­ ware non dogmatica. In altre parole, mentre l’introduzione e l’elaborazione di strumenti digitali e di tecnologie deve essere necessariamente controllata da grandi aziende di consulenza, da ZHA si utilizzano molteplici strumenti nelle diverse fasi di lavoro. Quale software si utilizzi, dipende ad esempio dalle differenti conoscenze tecniche dei diversi team di lavoro o da quale piattaforma si può lavorare in maniera più efficace ad un progetto. Nella maggior parte dei casi ci si affida a diversi programmi. L’operazione è laboriosa ma il vantaggio sta soprattutto nella possibilità di scelta tra i migliori strumenti e le tecnologie più adeguate. Il linguaggio parametrico del progetto Sotto la guida di Zaha Adid e Patrick Schumacher, ZHA ha sviluppato un metodo di ­design che si serve delle migliori tecnologie di progetto ad elevata prestazione supportate dai computer attualmente disponibili. Nella realtà, il linguaggio di progetto si è sviluppato all’unisono con la tecnologia. Sperimentiamo allora una continua estensione dei confini dell’espressione geometrica mentre contemporaneamente si sviluppa la capacità tecnica di considerare e realizzare in modo fedele il progetto. Viene raggiunta l’integrazione del processo progettuale e un’accurata ed efficiente realizzazione del progetto in cui il concetto iniziale diventa una summa di operazioni geometriche contestuali coordinate sotto l’aspetto digitale dove tramite la così detta geometria associativa e i parametri predominanti vengono generate molteplici varianti di soluzioni di progetto. Nelle tavole esecutive, la geometria concettuale si articola in gruppi indipendenti di componenti ottimizzati sulla fattibilità costruttiva in base ai costi, al rischio e all’estetica, e che possono essere prodotte tramite le tecnologie a controllo numerico di produzione (CNC). Il linguaggio parametrico consente a ZHA di affrontare in maniera veloce ed efficiente le problematiche di progetto, di fare in breve tempo una proposta flessibile di soluzioni realizzabili e contemporaneamente di essere in grado di realizzare progetti sulla fiducia. Pertanto, la maggior parte degli architetti che lavorano da ZHA possiedono elevate conoscenze informatiche e particolari abilità che spaziano dal disegno CAD al 3D toccando la costruzione di modelli parametrici e la programmazione di applicazioni interne (script). Molti hanno una profonda esperienza nel coordinamento e nel controllo digitale del progetto. Attraverso un numero crescente di collaboratori specializzati in ­progetti computerizzati, è sicuro che l’azienda sfrutti completamente gli strumenti. Nello studio ZHA, conoscenze generiche di “script” sono di base e spalmate uniformemente tra ogni team di progetto. In generale si usa Maya “MEL”, il Visual Basic di “Rhino” con l’opzione di produrre e di riprodurre modelli complessi parametrici configurabili in Maya, Rhino Grasshopper e Digital Project PowerCopy. Quando scritture e programma- 4 Traduzioni in italiano zioni vengono lette come una comprensione di conoscenze utilizzate ripetutamente, la “modellazione parametrica” viene vista come una forma di “programmazione visuale” con la quale in molti casi si riesce a produrre la medesima cosa senza che l’utilizzatore debba apprendere la sintassi e la grammatica della programmazione. ZHA manifesta un costante interesse verso la formazione superiore in particolar modo verso la partecipazione attiva al corso di studi “Design Research Laboratory” (DRL) presso l’Architectural Association in cui si insegna modellazione parametrica e script. Progetto e ricerca computer assistita Oltre alla modellazione parametrica, all’interno dello studio ZHA esiste un team che elabora anche ricerche e sviluppi indipendenti di strumenti di progettazione informatica e ­algoritmi ad articolazione geometrica. Il t­eam è composto di architetti e progettisti che dispongono di particolare interesse e conoscenze rispetto allo sviluppo di software formale. I componenti del team ripartiscono il proprio tempo in alcuni settori dove conducono ricerche teoriche oppure ricerche connesse a progetti in fieri, supportano progetti a breve o a lungo termine con lo sviluppo di specifici strumenti e soluzioni. Gli strumenti di lavoro escogitati dai gruppi di ricerca potrebbero essere individuati come “script” o “plug-ins” da usare ad integrazione di sistemi di software utilizzati in studio. Necessarie integrazioni sono state create dai gruppi di ricerca tramite “Rhino Grasshopper”. In più, si tende ad un’integrazione strategica di dati tra diversi sistemi di software per semplificare la compatibilità e lo scambio delle informazioni in una fase di progetto e in una più avanzata di produzione. Realizzazione dell’edificio e ripartizione ­integrata digitale delle mansioni progettuali Da ZHA, la necessità di modelli tridimensionali e di dati digitali nel progetto, durante le fasi avanzate di progetto e di costruzione, è cresciuta negli anni passati. Agli inizi venivano utilizzati modelli 3D per lo sviluppo della geometria del progetto. In aggiunta alle ­tradizionali documentazioni grafiche cresce oggi tuttavia la necessità di elaborare e documentare progetti complessi tramite processi documentativi tridimensionali meglio conosciuti con la definizione di “Building ­Information Modelling” (BIM). Nel frattempo nei progetti vengono utilizzati in maniera crescente software idonei all’uso di software 3D come “Digital Project” o “Revit” in qualità di piattaforme centrali di coordinazione geometrica. L’informazione digitale viene scambiata a seconda delle necessità in diversi modi in relazione alla fase prestazionale, alla quantità d’informazioni e alla forma contrattuale per l’incarico e la fase di costruzione. I dati vengono scambiati in tutte le fasi di progetto soprattutto tra architetti ed ingegneri per accelerare la progettazione. Al contrario, le informazioni relative all’aspetto contrattua- 2010 ¥ 5 ∂ le vengono consegnate alle imprese realizzatrici in 2D, in formato Autocad (dwg) o ­Microstation (dng) oppure come modelli 3D in Rgino (3DM) o Digital Project (CATIA). Rispetto alla fase di progetto, lo scambio di informazioni viene ben documentato durante la fase di appalto e di costruzione al punto che ogni modifica della documentazione di contratto (come ad esempio la definizione formale geometrica) può essere condivisa come semplice integrazione di dati o variazione contrattuale. In ultimo, la medesima cosa porta ad incrementi di prezzi e alla definizione delle responsabilità. In ogni caso, le modifiche delle informazioni digitali vengono definite in maniera precisa. Le informazioni una volta attualizzate vengono coordinate come disegni in 2D oppure come modelli 3D per valutare le proporzioni della revisione di progetto e definire l’entità di lavoro che ne risulta. Un primo progetto con una coordinazione in 3D Uno dei primi progetti di ZHA in cui è stato utilizzato un coordinamento 3D digitale è il Glasgow Museum of Transport. Per il progetto, è stato creato in “Digital Project” un modello 3D per determinare integrazione fra struttura portante, involucro di facciata, interni e impiantistica. Le travi in acciaio inserite dagli ingegneri statici con “Tekla XSteel” erano un modello in acciaio assai dettagliato, in realtà un modello di produzione 3D che veniva utilizzato anche per la fabbricazione degli elementi. L’esattezza del dettaglio sino alla vite, è stato di enorme importanza per la coordinazione degli interni e per la geometria della copertura fino alla struttura portante. Mentre la coordinazione 3D ha avuto un ruolo marginale nel progetto di Glasgow, da ZHA ha aperto la via per l’uso di 3D-BIM, con un coinvolgimento variabile a seconda del progetto. I convenzionali disegni in 2D rimangono parte del processo di presentazione e di documentazione; sono ­richiesti come documenti di progetto dagli uffici tecnici comunali, anche se si tratta di opere pubbliche, molti di questi enti iniziano a richiedere modelli 3D spesso in formati generici come IFC o Industry Foundation Classes. Oggi pare improbabile pensare all’estinzione del disegno su carta anche se la liberazione della geometria di progetto dalle catene della rappresentazione bidimensionale è direttamente connessa con la richiesta di un’architettura contemporanea di forme complesse che può essere percepita solo tridimensionalmente. Definizione della forma e realizzazione ­digitallizate del prototipo Un processo di coordinazione 3D simile è stato utilizzato nel progetto “SOHO Galaxy” a Pechino, un edificio a destinazione mista attualmente in costruzione. Il progetto è rappresentativo per gli attuali sviluppi e per l’integrazione di metodi digitali progettuali e documentativi presso ZHA. La fase iniziale concettuale è stata sviluppata con il metodo “Subdivision Surface” di “Maya” con l’obbiettivo di definire l’aspetto esterno dell’involucro di facciata. La superficie principale designa come “parametro input” l’intera geometria del progetto e in particolare, in questo caso, la collocazione di quattro corpi di fabbrica connessi senza soluzione di continuità in un unicum. Questa “geometria input” determina la base per un processo di coordinazione 3D nel “Processo digitale” ­definendo completamente la geometria di progetto come per esempio la struttura portante, i profili, i contorni della facciata o l’involucro di facciata. La facciata del “SOHO Galaxy” viene generata da ogni livello di piano tramite una costante sezione orizzontale dell’involucro di facciata. Ne risultano fasce orizzontali definite per ogni piano da una facciata in vetro arretrata e da un basamento inferiore. Infine, la così detta “fascia” bianca costituisce una referenza di progetto per la geometria della superficie. Un capitolo dello sviluppo progettuale è costituito dalla serie di prototipi di facciata a nastro fatti produrre in Cina in una fase iniziale. I “mockup” sono geometricamente identici ma realizzati con materiali diversi per verificare la complessità geometrica, la fattibilità industriale cinese nella costruzione di facciate e la qualità dei materiali, la produzione e l’effetto estetico. Il computo dei prototipi è stato realizzato combinando documenti di disegni 2D e modelli 3D realizzando mockup da pannelli in lamiera preformata, lastre in acciaio saldata, plastiche come FRP o lastre in calcestruzzo rinforzato con fibra di vetro (GRC). Obbiettivo dei mockup era la verifica del materiale di facciata per le “fasce” nel caso specifico pannelli in alluminio. La geometria delle lastre di metallo garantisce che il processo di realizzazione minimizzi l’uso di sagome dispendiose come le forme a guscio e mantiene i costi nei limiti controllando che la realizzazione avvenga nei termini e verificando la disponibilità sul mercato cinese. L’uso di superfici curve semplici ad imitazione della geometria a doppia curvatura originaria richiede chiaramente una razionalizzazione della forma originale. Visivamente la differenza dimensionale delle lastre e la larghezza di ogni “fascia” è minima. Ad eccezione di aree sottoposte ad estreme flessioni, il 95% della superficie di facciata è stato realizzato in una semplice geometria curva. Integrazione edilizia intercontinentale Dei processi di coordinazione e di realizzazione digitale approfittano anche i progetti realizzati geograficamente lontano dal team di lavoro come nel caso del progetto “Seoul Dongdaemun” un grande centro culturale attualmente in costruzione in Corea. Il progetto particolareggiato dell’edificio proveniva da ZHA London e dal team di lavoro coreano, dove la geometria di progetto è stata prodotta contemporaneamente a Londra e a Seoul, integrandone le componenti con un ∂ 2010 ¥ 5 Traduzioni in italiano Pagina 454 Copertura in membrana dell’Architectural Association di Londra La copertura in membrana è una protezione permanente alle intemperie per la terrazza dell’Architectural Association (AA). Trasparente da lasciare la vista sul paesaggio di tetti londinesi ma tale da impedire la pressione del vento. Su invito del direttore della AA, docenti e studenti hanno lavorato in col- laborazione con lo studio Happold al progetto, alla produzione e alla costruzione della copertura. L’obbiettivo era tra l’altro, integrare nel progetto della copertura i processi sviluppati in anni di ricerca supportati dal computer, testandoli nella prassi. Varietà di requisiti progettuali Per l’intensità del vento e la limitata portata della terrazza non era possibile realizzare una copertura con superfici chiuse. La struttura doveva poggiare su tre pilastri esistenti che assorbissero la torsione risultante dai carichi orizzontali solo in misura minima ­trasmettendoli alla debole struttura portante. Il team di progetto arriva alla conclusione di sviluppare singoli componenti differenti a formare una membrana di copertura unica. Il sistema si basa su una composizione di singole componenti che concilia i diversi requisiti performanti – controllo vista, luce, passaggio del vento e clima – definendo ogni componente in un sistema complessivo. I singoli componenti sviluppati sulla base di diversi test analogici e digitali sono composti di un telaio stabile alla pressione in tubolare d’acciaio e un elemento di membrana stabile alla trazione. Le proprietà geometriche e specifiche del materiale sono state immesse in un modello parametrico, elemento principale del processo integrale che ne è seguito. La modifica della morfologia di sistema si compie sulla base di una progressiva differenziazione del sistema parametrico. La relazione tra forma generale, sistema di componenti e disposizione della membrana è determinante per tutti i criteri rilevanti di progetto: volume e forma dello spazio ­coperto, trasparenza visiva, traspirazione all’aria, trasmissione luminosa e ombreggiamento ma anche drenaggio controllato delle acque meteoriche. Le superfici in membrana pretensionate sono parte integrante del sistema statico, sono tiranti che collaborano all’irrigidimento tramite funi. Le superfici in membrana sono state dimensionate e disposte in modo tale che anche in presenza di un’elevata pressione del vento la superficie di aderenza sia minima. Il requisito è stato testato dal Computer Fluid Dynamic in ogni fase di sviluppo confrontando le reazioni con il comportamento statico degli elementi. Il comportamento aerodinamico dei componenti influisce sull’adattamento della forma localmente in modo tale che da un lato il ­sistema viene protetto dalla trazione esercitata dal vento, dall’altro la permeabilità della superficie non generi un’elevata velocità del vento. L’obbiettivo era minimizzare il carico esercitato sulla struttura e ridurre la sezione degli ∂ Service ∂ Abbonamento ‡ Formfindung statt Formgebung ‡ Elbphilharmonie: Thema mit Variationen ‡ SANAA: Architektur als Landschaft ∂ Zeitschrift für Architektur + Baudetail · Review of Architecture · Revue d’Architecture Serie 2010 · 5 · Analog und Digital · Analogue and Digital · Analogique et numérique © Sue Barr, London modello “Digital Project 3D”. L’involucro di facciata come “input parametrico” e la definizione della geometria esterna, oltre che ­limite per la struttura portante e per gli impianti, vengono utilizzate parallelamente dai vari team di lavoro. Il team ZHA di Londra dirige la determinazione dei parametri infrastrutturali del progetto sviluppando in collaborazione con l’azienda di consulenza viennese Evolute la collocazione geometrica dei pannelli articolati nell’involucro di facciata in famiglie di pannelli di facciata similari. Il numero delle lastre curvate in una o due direzioni è stato ridotto fino a raggiungere un ottimale equilibrio tra i costi della facciata e la qualità delle superfici. Il team di Seoul contemporaneamente utilizza l’involucro di facciata per la realizzazione della struttura non a vista, della struttura interna e dell’impiantistica. La geometria dell’involucro esterno, i modelli della struttura portante e degli impianti sono stati integrati a Seoul in un ­unico modello utilizzato solo per la coordinazione di cantiere. Dodici riviste all’anno. NUOVO: ora con due edizioni speciali DETAIL Green Uno sguardo sui vantaggi del tuo abbonamento: ‡ traduzione dei testi più importanti e degli articoli inediti in italiano ottenibile tramite download ‡ notevole risparmio rispetto all’acquisto di singoli numeri ‡ un buono di € 20,– valido un anno per il download di articoli e informazioni da DETAIL Online-Services ‡ riceverai le riviste direttamente a casa tua ‡ non perderai più nessun numero Temi delle riviste del 2010 1/2 Calcestruzzo 3 Conzept: Minicase 4 Luce + Interni 5 Componenti e sistemi analogici/digitali + DETAIL Green 6 Acciaio 7/8 9 10 11 12 Facciate Conzept: Ricerca e formazione Legno Strutture leggere + DETAIL Green Tema particolare (Sono possibili eventuali modifiche.) Institut für internationale Architektur-Dokumentation GmbH & Co. KG • Hackerbruecke 6 • 80335 Muenchen • Germania • Tel.: +49 89 38 16 20-0 • E-Mail: [email protected] Ordini online su www.detail.de/shop-italiano 5 6 Traduzioni in italiano elementi in acciaio. Da un lato, si alleggeriva anche il lavoro di costruzione nel laboratorio della scuola, dall’altro, pur mantenendo permeabilità alla vista, il sistema ombreggiava. Il sistema è stato testato con simulatore digitale per entrambi i requisiti. Anche il drenaggio è stato simulato in digitale verificandolo con altri criteri di progetto. Il sistema parametrico ha permesso che la gerarchia superasse il sistema monofunzionale conferendo una molteplicità di funzioni ad un sistema costruttivo. Il modello parametrico Sono state analizzate diverse configurazioni geometriche del sistema in membrana e si è sviluppato il modello digitale interattivo per riuscire a raggiungere un rapporto calibrato tra i diversi criteri tramite l’adattamento localizzato di ogni componente. Il problema dell’elevato carico orizzontale è stato risolto con un sistema differenziato, permeabile; dato che la corrente d’aria nel passaggio tra le aperture del sistema arrivava a compromettere il comfort dell’utente e la pioggia penetrava, si è pensato di ampliare le aperture ma questo implementava il flusso di acqua meteorica. Il processo generativo computerizzato ha fornito le basi per l’integrazione dei diversi requisiti di sistema. Dal modello alla realizzazione La forma finale e la struttura costituiscono un sistema unitario che raduna tutte le peculiarità di ogni singolo elemento. Gli elementi geometricamente diversi seguono tutti i principi costruttivi sulla base di pochi generici particolari parametrici. Il modello informativo supportato dal computer consente di selezionare tutti i dati rilevanti per la produzione e di generare le forme specifiche e il modello delle 150 diverse membrane. Le parti in metallo sono state realizzate in laboratorio dagli studenti e infine rivestite con procedimento galvanico. Basandosi su un modello di taglio realizzato seguendo un modello parametrico, le membrane sono state tagliate al laser da un produttore di vele. I bordi per il fissaggio al cavo perimetrale sono stati cuciti presso il Central Saint Martin College of Art e Design. Il peso ridotto della copertura ha permesso un montaggio in loco senza l’ausilio di strutture supplementari. Dal primi clic sulla tastiera sino alla produzione sono trascorse solo sette settimane a dimostrazione del fatto che un concetto morfogenico generato sulla sintesi di una trasformazione materico formale consente un elevato grado di differenziazione. Dopo due anni, la copertura è stata da poco rimossa per lasciare il posto ad un’altra struttura sperimentale. 1 2 3 Modelli di taglio della membrana Allontanamento delle acque meteoriche nei vari settori a scolo attraverso due angoli b scolo attraverso un angolo c scolo attraverso un bordo Modello parametrico 2010 ¥ 5 ∂ Sezione Vista superiore scala 1:20 Assonometria snodo scala 1:2 Assonometria scala 1:5 Dimensioni fisse: 1 Ø 10 mm barra filettata in acciaio zincato 2 Dado M10 con rondella in acciaio zincato 3 Flangia presollecitata 40/10/2 mm 4 Vite M5 con rondella 5 Ø 12 mm tubolare in acciaio 6 Ø 14 mm anello in acciaio saldato 7 Ø 2 mm fune della membrana in acciaio 8 Ø 2 mm fune in acciaio 9 Membrana in nylon rivestita in PU Parametri variabili: V1 Lunghezza tubolare in acciaio sopra e sotto V2 Lunghezza e Ø tubolare in acciaio (16 – 21 mm) V3 Angolare ß1, ß2 V4 Lunghezza fune membrana V5 lunghezza tirante V6 Angolare a1, a2 Pagina 458 Padiglione austriaco all’Expo 2010, Shanghai Tessere in ceramica rossa e bianca rivestono la copertura e la facciata del padiglione dell’Expo di Shanghai. Il materiale ceramico è simbolico per Cina e Austria, ha un’importanza storica per entrambi i paesi. La forma del padiglione è al contrario futuristica: a modello della forma curva sta la Natura e il suo sistema di aspetto organico e ad elevata efficienza. Durante il processo di sviluppo progettuale parametrico con modelli 3D il volume si cuce addosso caratteri migliorativi dal punto di vista della continuità della creazione della forma, della luce e dell’acustica. Il tema del passaggio senza cuciture si rispecchia nella graduale colorazione della facciata, nelle soluzioni escogitate nei punti di continuità e giunzione. All’interno, aspettano il visitatore immagini di paesaggi austriaci. Partendo dal punto più elevato dell’esposizione – le Alpi – il visitatore si muove verso il punto più basso del paesaggio urbano. Una parete didattica in vetro scuro mostra videoclip d’informazione mentre nella sala principale viene trasmesso un “Video-Jokey” su una superficie di proiezione di 300 mq con animazione visiva a ricordare le pitture barocche sui soffitti. E lo spa- zio curvo senza soluzione di continuità ne diventa un ideale sfondo. Topologia e spazio Il padiglione nasce traendo ispirazione dalla forma curvilinea di un vaso barocco bianco e rosso di Du Pasquier e dalle forme organiche della Natura. La relazione con la Natura non è intesa in questo caso come metaforica ma connette il sistema geometrico e ­matematico disponibile direttamente nel progetto. Un software sviluppato per la matematica consente di considerare numericamente geometrie complesse e di visualizzarle contemporaneamente. Da tempo ci occupiamo di superfici topologiche in architettura e di alcuni temi come l’integrazione di aperture in geometrie complesse. La topologia è una parte della matematica che si occupa delle proprietà geometriche dei corpi e definisce anche complesse superfici geometriche rendendole “realizzabili”. Questo tipo di strutture sono onnipresenti in tutto il contesto naturale. Come modello non ci appelliamo solo alla effettività delle forme naturali, ma soprattutto ai processi evolutivi che sono diventati importanti strategie di progetto nel nostro studio. Lo sviluppo evolutivo viene controllato impostando parametri con l’ausilio di un computer. Non si tratta di visualizzare un’idea ma di realizzare un processo parametrico di ideazione della forma che possa portare anche risultati non ­attesi. I parametri possono essere ad esempio fattori meteorologi come l’irradiazione solare o la pressione del vento. Nel padiglione anche l’acustica ha avuto un ruolo nella definizione formale: i parametri conducevano ad esempio ad un accesso organico schiacciato nel volume del complesso, protetto da sole e vento, mentre all’interno la riduzione a forme ortogonali migliorava ­significativamente l’acustica. L’origine Una topologia priva di cuciture in una trasformazione continua omomorfa del corpo architettonico. Come forma di partenza abbiamo scelto appositamente una forma rettangolare semplice a generare il telaio della superficie topologica. Il software-output dell’algoritmo topologico è composto di oltre 100 superfici che variano leggermente. Una volta verificate in base a certi criteri, il processo ne riduce notevolmente il numero mentre le varianti rimaste vengono infine ridotte sotto l’aspetto algoritmico alla soluzione migliore. Nella fase di progetto del padiglione abbiamo rinunciato a dei modelli fisici e abbiamo lavorato solo in digitale, fornendo dati rilevanti per il processo di progettazione. Solo nella seconda fase è stato realizzato un modello fresato con la CNC in scala 1:100 per il controllo dei modelli 3D. Esecutivi Dopo la selezione a seguito di un bando ­europeo e dopo il progetto preliminare, condotto da SPAN & Zeytinoglu come società di ∂ 2010 ¥ 5 Traduzioni in italiano Facciata a mosaico L’idea di rivestire con mosaico in porcellana la facciata ha diverse ragioni: dal punto di vista contenutistico, il materiale rappresenta il punto di contatto fra Cina – per il fatto che in questo paese da più di 1000 anni è iniziata la produzione di porcellana – e Austria – uno dei più antichi produttori di porcellana in Europa. La distribuzione delle tessere esagonali in facciata determina un graduale variazione degli esagoni rossi e bianchi per riprodurre il motivo del vaso di Du Paquier. La dimensione del modulo aveva un ruolo fondamentale. Moduli esagonali di 2,5 cm di diametro si sono dimostrati idonei a saturare senza vuoti le superfici complesse. L’andamento cromatico e la distribuzione delle tessere ha richiesto alcuni mesi di scripting per raggiungere il risultato ottimale: le geometrie complesse possono essere infatti generate con uno “script” automatizzato. Questa autoestensione di programma consente di realizzare una serie di comandi in un determinato ordine per trovare una forma ottimizzata. Nel caso del padiglione è stato possibile ­determinare la dimensione del modulo, l’andamento cromatico e la strategia distributiva delle tessere. Come materiale di supporto del mosaico sono state adottate lastre in ­fibra di cemento montate su struttura in acciaio. In corrispondenza degli angoli a piccolo raggio di curvatura sono stati introdotti elementi fresati in EPS sigillati con le lastre in cemento, isolati dall’umidità e incollati con le tessere di porcellana. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 Ingresso visitatori Uscita visitatori Esposizione Alpi Esposizione foresta Esposizione acqua Esposizione città Multi-media Personale Impianti Lobby VIP Shop Esposizione Ufficio Sala riunioni Area VIP Cucina in ∂ Tutti i libri della serie in DETAIL in hardcover, formato 23 x 29,7 cm 17 Bar 18 Ristorante 19 Cortile “Schanigarten” Sezioni Piante scala 1:500 Sezione verticale facciata ovest con collegamento ristorante/terrazza scala 1:20 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Mosaico in porcellana 8 mm colla per piastrelle vernice impermeabilizzante sigillante cementizio polimerico 1,5 mm pannello in fibra di cemento 15 mm tubolare in acciaio | 50/50 mm tubolare in acciaio | 100/100 mm con termoisolante intermedio EPS 60 mm trave reticolare in acciaio pannello antincendio 25 mm strato termoisolante 50 mm pannello in cartongesso 15 mm Elemento in EPS fresato Mosaico in porcellana 8 mm colla per piastrelle pittura impermeabilizzante sigillante cementizio polimerico 1,5 mm pannello in fibra di cemento 15 mm tubolare in acciaio | 2≈ 50/50 mm termoisolante 100 mm profili di alluminio con isolante 50 mm pannello antincendio 15 mm Struttura in profili di acciaio Å 500 – 800 mm Soffitto acustico con intonaco Canale di aerazione Vetrazione isolante ristorante/terrazza Rivestimento in resina epossidica 3 – 5 mm autolivellante 25 mm guaina impermeabilizzante poliuretanica 1,5 mm pannello composito lamiera grecata e calcestruzzo 120 mm profilo in acciaio Å 700 mm Tavole in legno 15 mm listelli in legno fissati ∂ Edition La sfida dell’edilizia residenziale – i dettagli della flessibilità tipologica Di fronte alla prospettiva di una moltiplicazione continua degli stili di vita, la ricerca di flessibilità e adattabilità planimetrica sta diventando una delle priorità dell’architettura residenziale. L’edilizia ­residenziale ad alta densità abitativa, con la crescita della domanda di spazi all’interno dei centri urbani, rappresenta oggi più che mai una sfida importante e complessa per architetti e pianificatori. Altri libri della serie: ‡ Involucri edilizi ‡ Case unifamiliari ‡ Architettura solare ‡ Ristrutturazioni ‡ Interni Alta densità abitativa, Christian Schittich, 2005. 176 pagine con numerosi disegni e foto, formato 23 ≈ 29,7 cm. ISBN 978-3-7643-7529-4 € 44.90 + costo di spedizione e imballaggio (+7% IVA se dovuta) Institut für internationale Architektur-Dokumentation GmbH & Co. KG • Hackerbruecke 6 • 80335 Muenchen • Germania • Tel.: +49 89 38 16 20-0 • E-Mail: [email protected] Ordini online su www.detail.de/shop-italiano I prezzi sono riferiti al listino di 2010 lavoro, si sono aggiunte Alpine Mayreder come impresa principale e Xian Dai, un grande studio di Shanghai, come ente di ­riferimento in loco. Con l’ausilio di modelli ­digitali è stato possibile l’interscambio tra i partner, i progettisti tecnici e le ditte realizzatrici. Il così detto BIM (Building Information Modeling) integrato nel nostro modello 3D connette virtualmente tutti i dati tecnici dell’edificio, come l’HKLS collega tecnologie media con la struttura. Tramite il modello, sono stati generati disegni costruttivi basati su calcoli. Sul cantiere, poi, un geometra ha verificato con uno scanner 3D se la realtà costruita corrispondeva al modello, consentendo un’estrema precisione. Già nella fase di concorso, la struttura in acciaio era stata prefissata per il fatto che il padiglione dopo l’Expo doveva essere smontato. In cooperazione con Arup Amsterdam abbiamo elaborato un concetto di struttura portante che fosse compatibile con l’dea di uno spazio senza soluzione di continuità. Per riprodurre la forma precisa, la struttura non a vista è stata generata a tratti. 7 8 Traduzioni in italiano 2010 ¥ 5 ∂ con angolari di acciaio 50 mm strato di protezione in calcestruzzo 40 mm strato termoisolante XPS 60 mm guaina impermeabilizzante bituminosa a doppio strato malta cementizia 20 mm calcestruzzo alleggerito 35 mm solaio composito in lamiera grecata e calcestruzzo 120 mm profilo in acciaio Å 700 mm soffitto acustico con intonaco A,B C,D,E F G H I J Sequenza di sezioni fronte ovest, distanza 60 cm Modellazione topografica (TopMod) Progettazione parametrica con Scripting (Grasshopper) Cromatizzazione della facciata (McNeel Rhino) Verifica del giunto facciata/struttura (McNeel Rhino) Verifica austica (Ecotect) Studio delle superfici (Maya) Pagina 464 Ufficio a Londra Dalla pulsante mall commerciale di Oxford­ street, si gira nel vicolo cieco Hills Place, ed improvvisamente tutto è tranquillo. Poca luce penetra attraverso gli alti fabbricati fino al ­pavimento. E il committente del progetto ­cercava proprio un vicolo secondario come ancora ne esistono nel centro di Londra, da valorizzare con un’architettura non convenzionale. L’edificio distribuito su sei livelli di aspetto estraneo all’intorno si colloca tra edifici in pietra di epoche precedenti attorno ai quali si stringe con una leggera curvatura. Il contrasto tra storico e nuovo costruito si risolve smaterializzando la facciata in alluminio. Se il cielo è coperto il corpo di fabbrica si dissolve tra le nuvole. Se la luce incontra le plance tridimensionali in alluminio, la pelle scintilla a diverse intensità. Di notte, tre occhi sovradimensionati in vetro plasmati sulla facciata proiettano luce nell’oscurità. L’effetto è impressionante anche dall’interno. In corrispondenza del basamento in cui sono integrate lastre di vetro retroilluminate e pellicole dicroiche, la facciata sembra in movimento. © Gidon Fuehrer/AL_A, London In architettura si riconosce una tendenza ad avere pelli d’involucro di forme libere. Tuttavia, la produzione in tutte le direzioni di elementi edili curvi di grande formato sembra essere quasi impossibile per il fatto che si tratta di ­serie di pochi pezzi realizzabili a ­costi elevati: quasi ogni elemento diventa un prototipo. Le superfici a forma libera, richiedendo spesso una progettazione molto laboriosa, sono di sviluppo impossibile. Con l’ausilio di procedimenti di saldatura a scorrimento connessi con strutture per facciate di nuova concezione e relativo supporto software, è possibile prefabbricare elementi di facciata come moduli. L’ulteriore sviluppo della ­copertura nervata aggraffata presenta un profilo ad aggraffatura verticale tramite un processo di forma a rotazione con cui si possono descrivere quasi tutte le superfici curve, a vantaggio dell’eleganza dell’architettura determinata da una rigida strutturazione del giunto. Frener & Reifer hanno scelto per il primo progetto a forme libere una soluzione artigianale. La realizzazione delle più svariate facciate metalliche in combinazione con le analisi geometriche, ha mostrato che le superfici a forma libera con lieve curvatura possono portare elasticità se viene scelta l’idonea struttura. Le cosiddette “good free form” sono selezionate in base ai parametri di curvatura consentiti dalle proprietà del materiale. I rimanenti elementi edili sono detti “bad free form” e costituiscono in media dal 10 al 20% delle superfici architettoniche generate. Per questo progetto, esclusa la possibilità di metodi meccanici artigianali di supporto, su indicazione degli architetti si è optato per un nuovo concetto: la costruzione navale ­offre elementi costruttivi per barche con un design individuale; la tecnologia costruttiva, d’altro canto, consente la costruzione di quasi tutte le superfici a forma libera curve con l’introduzione di profili in alluminio estrusi che assumono la funzione degli assi. A seguito del montaggio degli elementi su una struttura, la superficie viene chiusa saldando lungo i bordi e sigillando con fughe epossidiche. E solo dopo il completamento del montaggio lo scafo viene protetto con un primer e con uno smalto. A seguito dell’adattamento alle esigenze della tecnologia costruttiva, il sistema è stato integrato in un contesto produttivo, logistico e di montaggio che ha richiesto lo sviluppo di una struttura di base standardizzata con elementi specificatamente studiati per il montaggio dei singoli elementi tra di loro e per l’accoppiamento con la struttura primaria. I connettori dovevano essere a basso costo ma razionali nel montaggio. I connettori rivestiti parzialmente in teflon e la geometria della struttura scelta garantivano il montaggio razionale e consentivano la realizzazione di superfici quasi senza fughe. Il sistema strutturale non visibile realizzato da CNC definisce la geometria della superficie del fabbricato. Il punto di partenza del progetto della costruzione metallica era il modello prodotto dal software Rhino. Per lo sviluppo formale della facciata complessa è stato sviluppato un concetto di progetto su un modello geometrico parametrico che considera l’individualità di ogni componente edile. Per poter seguire meglio le fasi di montaggio, con l’obbiettivo di otti- mizzare tutti i processi di produzione e di istallazione è stato realizzato un prototipo di circa 17 x 5 x 3 metri con strutture secondarie e terziarie. In più, è stata costruita una superficie test di 3 x 3 x 1 metri (geometria curvata tridimensionalmente) per sottoporre il nuovo sistema a tutte le verifiche necessarie. L’intero progetto si è svolto in collaborazione con l’Università di Stoccarda per favorire uno scambio tra designer e produzione, elaborando strumenti comuni per progetti a forma libera. Materiali di qualità garantiscono poi la durata del sistema: alluminio per la struttura in profili e in relazione ai calcoli statici acciaio per la struttura di supporto. Planimetria generale scala 1:2000 Sezione Pianta scala 1:400 Costruzione facciata in fase di progetto 1 Canale di raccolta delle acque piovane arretrato in acciaio inox 2 Copertina in acciaio inox lucidata 3 Struttura in compensato fresato con CNC 4 Rivestimento in compensato 5 Intonaco di gesso tinteggiato 6 Pannello in particelle di legno 7 Isolante termico 8 Fascia in acciaio zincato 9 Facciata in alluminio Sezione scala 1:20 1 Pannello sandwich in alluminio verniciato a polvere 3 mm strato minimo di isolante termico 60 mm guaina impermeabilizzante pannello in compensato 19 mm 2 Fascia in acciaio saldata a lamiera in acciaio 12 mm 3 Compensato 6 mm stuccato sottostruttura in legno 34/50 mm pannello in compensato 19 mm 4 Supporto per lastra in vetro acciaio inox lucidato 5 mm 5 Lastra in stratificato di sicurezza composto di tre cristalli temperati 12 mm 6 Vetro isolante nanorivestito autopulente vetro di sicurezza 10 + intercapedine 16 mm + 10 + 10 stratificato di sicurezza 7 Fascia in alluminio precurvata 140 mm con guarnizione in gomma sigillata, incollata a struttura nascosta in profili di alluminio 8 Schiuma estrusa rigida 60 mm 9 Tubo di drenaggio 10 Pannello di compensato 6 mm barriera al vapore fibra minerale 120 mm tra la struttura non a vista guaina impermeabilizzante traspirante pannello in fibra di cemento stabile alla fiamma 15 mm sistema delle ordinate in compensato fresato con CNC 11 Illuminazione LED a pavimento 12 Pavimento doppio inserito in telaio metallico soffitto piano 140 mm su struttura in acciaio 13 Copertina in lamiera d’acciaio inox lucidata 2 mm 14 Copertura in legno duro 24 mm impermeabilizzazione liquida isolante termico 160 mm barriera al vapore Pagina 470 Rolex Learning Center, Losanna La posizione della Scuola Politecnica Federale di Losanna (EPFL) sulla sponda settentrionale del lago di Ginevra è unica. E unico è anche il nuovo cuore del campus, un rettangolo di 166 x 121 metri di lato, ondulato come le colline del paesaggio morenico ­circostante dove la luce filtra attraverso 14 patii rotondi da 7 a 15 metri di diametro. Il programma del Learning Center riunisce su 17.000 mq al piano terreno le più svariate funzioni per promuovere lo scambio interdisciplinare tra scienziati e attrarre le punte di diamante della ricerca scientifica in un ambiente internazionale. Con un concetto non convenzionale e un linguaggio formale organico, il volume plastico riesce ad incarnare idealmente i valori della scuola superiore ­diventando logo di trasparenza, connessione e innovazione. Ma che cos’è un Learning Center? Si tratta di un micro-campus all’interno di un Campus. In un unico spazio si raduna una biblioteca, postazioni di lavoro, uffici, caffetterie, un ristorante, una libreria, una filiale di banca e un auditorio multifunzionale; il tutto senza pareti divisorie, senza porte e senza corridoi. I cannocchiali visivi verso l’esterno, verso l’interno e attraverso gli spazi, ma soprattutto le onde sul pavimento di 30° di pendenza che vengono accompagnate dal controsoffitto fanno dello spazio alto 3,30 metri un percorso di sensazioni. Dal garage interrato, il visitatore emerge tramite un ascensore in vetro con la possibilità di raggiungere ogni area usando uno dei tre tapis roulant in pendenza. Piattaforme piane consentono alla stregua di terrazze la disposizione di elementi di seduta anche dove il pavimento è inclinato. A seconda delle necessità, le piattaforme tonde sono aperte, protette da lamiera stirata, acusticamente separate da vetrate o chiuse con cartongesso. Inserire l’ambizioso progetto nella realtà mantenere la leggerezza e la luminosità richiedeva un elevato impegno di progetto. Architettura come paesaggio Detail: L’architettura de Rolex Learning Center è atipica; di solito gli edifici universitari hanno pavimento e soffitti piani, hanno corridoi e porte. Ruye Nishizawa: L’idea delle onde si è sviluppata sin dall’inizio, quando abbiamo assunto l’incarico. Sul terreno, verso nord si trovano gli edifici universitari, verso sud il Lago di Costanza con le Alpi sullo sfondo. Il progetto doveva conservare il collegamento tra scuola e sponde lacustri. Kazuyo Sejima: Dovete pensare che l’edificio è 160 metri di lunghezza e 120 di larghezza. Volevamo che fosse disposto su un unico piano, che tutte le funzioni fossero raggiungibili su un livello e contemporaneamente realizzare una certa permeabilità ­negli spazi. Ruye Nishizawa: Inoltre, arrivando studenti da tutte le direzioni, volevamo avere solo un ingresso centrale che doveva essere nel fulcro dell’edificio. Ma come era possibile Traduzioni in italiano realizzarlo in un edificio ad un piano non ci era ben chiaro. Si richiedeva poi che dalla biblioteca e dal ristorante si vedesse il lago da un punto più alto. Accantonata l’idea di avere un livello sopra l’altro serviti da scale eravamo d’accordo di avere un pavimento e un soffitto inclinato senza soluzione di ­continuità. Così è nata l’idea di un’onda. Detail: La topografia non ha creato problemi. Ruye Nishizawa: Naturalmente, per alcune persone è difficoltoso stare in piedi e andare su e giù, ma è anche divertente e in uno spazio multifunzionale la pendenza ha la funzione di una collina naturale per sedersi. Si guarda verso il lago sentendosi parte ­integrante del paesaggio. Detail: E il soffitto ondulato è il cielo? Kazuyo Sejima: Camminando sotto il soffitto si può notare che le superfici sono indisturbate e inalterate da allestimenti isolati. Ogni area funzionale è zonizzata da un’atmosfera di luce diversa. I soffitto non si differenzia solo con la luce naturale ma riflette anche la luce artificiale nello spazio in maniera identica sia che si tratti di proiettori di facciata, di lampade da tavolo o luci da tavolo. Detail: Una particolare atmosfera è data dalle corti tonde che rendono difficile l’orientamento all’interno dell’edificio. Kazuyo Sejima: Le corti interne creano anche al centro dell’edificio un contatto con il mondo esterno e provvedono alla trasparenza dell’open space raccolto in un guscio di calcestruzzo. Naturalmente non si può attraversare con lo sguardo l’intero edificio, ma con le onde a pavimento e a soffitto si vede sino alla prossima collina. Detail: Concettualmente qual era il vostro ­obbiettivo? Ruye Nishizawa: Noi stessi siamo impazienti di vedere come l’utente si approprierà di uno spazio non convenzionale sotto i più ­diversi aspetti. Ci auguriamo che l’apertura al contatto e lo scambio stimoli e promuova nuove attività. Processo digitale a catena La geometria degli elementi strutturali del Rolex Learning Center è definita dall’andamento di due gusci in calcestruzzo disposti sulla copertura del garage interrato. Il solaio pretensionato funge da supporto orizzontale del guscio il cui carico verticale viene trasmesso attraverso i muri al piano interrato nella fondamenta. Durante il concorso e nella prima fase di progetto, gli architetti hanno sviluppato la geometria del guscio e il progetto generale tramite modello fisico. Simile al modello topografico con le diverse curve di livello, il modello fisico è stato la base per le prime planimetrie digitali di progetto. I primi modelli digitali tridimensionali sono stati generati da questi disegni e hanno fatto da base per i primi calcoli realizzati con speciali metodi che hanno trasformato le superfici in 9 reticolati fini. Presupposto del modello era ottimizzare la forma lavorando con una medesima superficie in cui i patii venivano intagliati. Le variazioni geometriche del patio sono state assorbite velocemente nell’ambito del processo di sviluppo industriale senza dover rigenerare nuovamente la superficie. Un modello architettonico verso un modello ingegneristico Durante la fase di progetto, è stato necessario un intenso lavoro di confronto fra architetti ed ingegneri per far conciliare i criteri di ottimizzazione differenti e spesso contrari di struttura portante, funzioni d’uso e visione estetica. Sono stati sviluppati due modelli paralleli: un modello architettonico che ­rappresentava la geometria del guscio alla quale si auspicava e il cosiddetto modello ingegneristico che si basava su una super­ ficie sovradimensionata in altezza usato per avvicinarsi il più possibile allo stato finale dell’edificio dato dalla geometria degli ­architetti. La geometria generata ha assunto la funzione nelle fasi successive di base per gli esecutivi. Dalla progettazione 3D delle cassaforme ­alla fresa CNC Per il progetto delle casseforme sono state individuate delle coordinate. La scelta era stata tra informazioni misurate da un geometra sulla base di coordinate globali con l’ausilio di un GPS come ad esempio l’andamento del perimetro del patio e informazioni che potevano essere fissate su assi locali. Le coordinate sono state trasmesse sotto forma di tabella excel e trasferite sulle planimetrie per un ulteriore controllo. La base per la costruzione delle casseforme è un modello tridimensionale. La cassaforma stessa è, invece, composta di lastre di 2,5 x 2,5 metri che sono realizzate assemblando ad una struttura sette assi di legno che definiscono la geometria della cassaforma e un pannello in particelle come rivestimento. Nei disegni costruttivi è stato elaborato un modello virtuale al fine di automatizzare il taglio mettendone i dati a disposizione della CNC. Dato che durante certi processi automatizzati sono necessari idonei meccanismi di controllo per evitare errori, in concomitanza con la ­costruzione delle tavole di cassaforma, ad esempio, sono state inserite le informazioni calcolate per la produzione in un modello 3D separato e le superfici trovate nuova- © SANAA/Roland Halbe, Stuttgart ∂ 2010 ¥ 5 Traduzioni in italiano mente confrontate con il modello originale. Un altro aspetto importante, era l’interpretazione automatizzata del modello 3D svoltosi tramite Scripting, una forma semplificata di programmazione. Vantaggi dell’automatizzazione sono accanto ad una riduzione dei tempi e ad un’elevata precisione, la riduzione delle fasi di lavoro. Progetto 3D delle armature Anche parte della progettazione delle armature si è svolta tramite script. La questione riguardava principalmente l’appoggio della cassaforma. L’armatura ancorata in corrispondenza degli appoggi doveva avvenire senza tolleranza alcuna per poter posizionare successivamente l’armatura e le tavole di cassaforma. La soluzione si basava su due vuoti in corrispondenza degli appoggi; dato che ognuno dei 400 vuoti era di geometria diversa, l’uso di script ha alleggerito il lavoro di calcolo. Modello 3D per la copertura d’acciaio e le travi in legno Anche la progettazione della copertura in acciaio ha richiesto l’elaborazione di un ­modello 3D dettagliato ed automatizzato. Le travi principali disposte nord-sud sono state adattate all’andamento curvilineo della geometria. Per le travi disposte in direzione est-ovest è stato scelto il lamellare adattandosi esattamente alla geometria di copertura. In maniera simile agli elementi per il getto delle lastre di calcestruzzo, i disegni hanno fornito le informazioni alle frese CNC. Le esperienze evinte da questo e da altri progetti con geometrie tridimensionali ­complesse mostrano che il progetto in 2D perde sempre più significato rispetto ad una progettazione 3D. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Ingresso principale Caffé, bar, mensa Ascensore inclinato Banca, libreria Ufficio Aree multifunzionali Terrazza biblioteca Posto di lavoro Patio Ristorante con vista sul lago Planimetria generale 1:10000 Piante Sezioni scala 1:1500 Sezione scala 1:200 Paesaggio architettonico aperto 1 Fronte sud: mensa, bar 2 Angolo nord-est: area uffici 3 Angolo nord-ovest: negozio di libri, uffici 4 Angolo sud-ovest: auditorium/area polifunzionale 5 Prima “collina” dopo la reception: in basso a destra l’ingresso principale, l’area multi funzione, bar e negozio libri, in alto si giunge al ristorante (verso destra) o alla biblioteca e alla zona della ricerca (a sinistra). Sezione scala 1:200 2010 ¥ 5 ∂ Struttura portante principale e secondaria in acciaio (colore nero) Travi secondarie in legno lamellare curvato (colore rosso) Sezione: facciata perimetrale scala 1:20 Sezione orizzontale scala 1:5 A Facciata perimetrale nord-sud-ovest-est: lastre piane con fuga in silicone fissaggio a punti nell’intercapedine B Facciata del patio: lastre curve. I diversi movimenti orizzontali della piastra pavimento e copertura rendono necessario un fissaggio elastico 1 2 3 4 5 6 7 8 9 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Vista delle casserature prima del getto Guscio in cls. con copertura in legno/acciaio Vista della struttura di copertura, scala 1:3000 Modello 3D costuttivo della casseratura Cassaforme Pagina 498 Un nuovo luogo in città, la città in un n ­ uovo luogo Herzog & de Meuron Impermeabilizzazione in PVC grigio chiaro lana minerale 220 mm barriera al vapore struttura portante nella parte piana: lamiera grecata 80 mm trave principale in profili d’acciaio IPE 400, distanza 9 mt, l = 9 m trave secondaria in profilo d’acciaio IPE 300 distanza 3 m, l = 9 m struttura portante nella parte curva: lamiera grecata curvata 26 mm trave principale in profilo d’acciaio IPE 400 distanza 9 m, l = 9 m lunghezza dei segmenti 3 m trave secondaria in lamellare curvato 360/200 mm intradosso ed estradosso fresato in diagonale l = 9 m, distanza 1,5 m controvento in piatto d’acciaio Protezione solare a lamelle Vetrazione a controllo solare Tipo A (curvata in corrispondenza del patio, Tipo B) vetro di sicurezza 10 + intercapedine 14 + stratificato di sicurezza 12 mm U = 1,1 W/m²k, g = 58% Montanti facciata in profili d’acciaio T 70/90/10 mm Rivestimento fonoassorbente 8 mm strato di isolante acustico 25 mm cartongessso curvato 12,5 mm struttura nascosta in guide di alluminio Pilastri in tubolare d’acciaio 127 mm Moquette, massetto senza fughe armato 80 mm con riscaldamento/raffrescamento a pavimento membrana, strato isolante termico 350 mm barriera al vapore c.a. C50/60 fibrorinforzato senza fughe curvato 600 mm Granulare di calcare 150 mm, impermeabilizzazione c.a. 280 mm o 600 mm in corrispondenza dell’appoggio, con armatura pretesa integrata (trefolo dell’arco nel guscio sovrastante) Piastra del pavimento autorimessa interrata c.a. 250 mm, pali trivellati Ø 500, 600, 900 mm profondità 14 – 20 m Modelli delle quote altimetriche degli architetti: a fase di concors b modello fase di progetto Analisi delle curvature del progettista strutturale: sovrapposizione dei modelli superficiali e del reticolo a elementi finiti Armatura 3D del pilone di appoggio Armatura del grande guscio, il guscio piccolo sullo sfondo è appena stato gettato Veduta della copertura dopo l’ultimazione © Herzog & de Meuron, Basel 10 In futuro, la Elbphilarmonie nei magazzini portuali di Amburgo diventerà un luogo di raccolta di gente da tutto il mondo trasformandosi in un centro societario, culturale e per la vita di tutti i giorni di nuova generazione. Il magazzino progettato da Werner Kall­ morgen è stato costruito tra il 1963 e il 1966 e usato fino alla fine del secolo scorso come deposito per semi di cacao. Il volume di nuova costruzione si estrude dalla forma del magazzino sovrapponendosi con una base identica al volume storico in mattoni. La ­parte superiore e quella inferiore del corpo di fabbrica assumono un aspetto completamente diverso dalla forma arcaica del magazzino. In contrapposizione alla facciata storica, l’involucro in vetro composto di pannelli curvi trasforma il corpo sovrapposto della Filarmonica in un enorme cristallo sfaccettato che cattura i riflessi di cielo, acqua e della città e si inserisce in una magica visione del paesaggio. L’ingresso principale si colloca sul lato orientale del magazzino portuale. La scala mobile che si allunga sino alla copertura dei magazzini è leggermente curvata poiché dall’ingresso sino al punto di approdo non risulti palesemente riconoscibile il tragitto. Il percorso è un’esperienza spaziale unica per la vista come da una grande finestra sull’intera area portuale. Arrivati sulla copertura, si estende un’ampia terrazza che diventa una nuova piazza immanente sulla città. La “Plaza” situata sopra i magazzini, si trova sotto il nuovo volume a formare una linea di demarcazione tra le parti dell’edificio. Uno spazio pubblico con panorama unico animato da ristorante, bar e caffetteria oltre all’ingresso principale che dà accesso alla nuova Filarmonica. Lungo il perimetro attraverso intarsi a volta si apre la vista dalla ­Plaza verso il cielo, con spettacolari cannocchiali visivi sull’Elba e sul centro urbano. All’interno squarcia un profondo taglio verso l’alto che permette libere visuali tra la Plaza e i diversi livelli del foyer. La nuova Filarmonica non è solo una casa per la musica ma un intero complesso residenziale e culturale: una sala concerti per 2100 persone e una sala per la musica da camera per 550 persone sono due nuclei inseriti in un complesso che comprende un hotel a cinque stelle e relativi servizi (ristoranti, aree wellness, sale conferenza, appartamento di lusso). E’ un progetto del XXI ∂ 2010 ¥ 5 Traduzioni in italiano secolo impensabile in un altro periodo. L’idea di base della Filarmonica come spazio dove l’orchestra e il direttore d’orchestra si trovano in mezzo al pubblico, la disposizione delle balconate, si sviluppano da una logica di percezione acustica e visiva della musica, dell’artista e del pubblico rimasta intatta. In questo progetto, la logica porta ad una conclusione completamente diversa. Le balconate, le pareti e i soffitti costituiscono uno spazio di uniforme armonia. Le persone, gli spettatori e i musicisti definiscono insieme lo spazio che si erge verticale. La forma in altezza della sala è la forma conferita dalla struttura statica all’intero corpo di fabbrica. te l’inserzione di una precisa tipologia che varia in base alla collocazione. Per determinare una relazione tra le funzioni d’uso con l’esterno, la pelle massiva in vetro viene intagliata, modellata, aperta. L’aerazione naturale sta in primo piano quanto il relazionarsi con i rumori e gli odori tipici del luogo, dell’area portuale e dell’Elba. La forma geometrica attribuita ai vetri descrive le aperture nella facciata, i riflessi delle superfici inseriscono il corpo in vetro in una piacevole atmosfera che varia in base all’angolo visivo a seconda della posizione dell’osservatore. Digital Technology Group Tipo 1 la vetrata isolante Tramite un “rigonfiamento” nel piano del vetro in corrispondenza del punto di giunzione di due lastre si crea una superficie ad imbotte che materialmente rappresenta il profilo nero in alluminio. Il taglio che ne risulta perpendicolare alla facciata consente l’aerazione diretta tramite l’anta ovale. La tipologia è stata inserita nell’hotel dato che consentiva l’aerazione naturale nelle sale degli ospiti evitando la climatizzazione. La tipologia 1 di vetrata è stata introdotta in diverse larghezze, in forma concava e convessa regalando un ritmo mutevole alla facciata. La complessità del progetto richiedeva un adattamento della struttura dello studio Herzog & de Meuron. In alcuni progetti la complessità e il volume delle informazioni cresce in maniera esponenziale, mentre i cicli di progetto diventano sempre più corti e sempre più rapidi. Nell’organizzazione dell’ufficio abbiamo installato un Digital Technology Group integrato in un team di progetto per seguire il processo progettuale collaborando allo sviluppo di geometrie complesse. Utilizziamo il computer come strumento di stimolo per un efficiente scambio di dati e di idee con ingegneri e consulenti. Il computer è uno strumento ad elevate prestazioni per rappresentare relazioni spaziali o parametrizzare. In un processo continuo a catena, è anche molto utile per trasferire dati di progetto nella produzione. Ma non usiamo mai il computer come strumento per trovare una forma o per sostituire il processo progettuale creativo di dialogo e scambio nel team. Il computer non potrà mai sostituire un pensiero per concetti o una visione intuitiva, ma ha la funzione di strumento supplementare a modelli, disegni a mano, diagrammi e foto, ecc che usiamo per un progetto e per lo ­sviluppo di progetti. Sviluppare strumenti di progetto digitale significa sviluppare un programma studiato appositamente per una specifica idea concettuale. Per rispondere al dinamismo del processo progettuale, il programma deve essere modulare e flessibile da un lato, e i parametri di progetto devono essere semplicemente adattabili. La più importante sfida consiste nell’astrarre un concetto architettonico in una struttura dati parametrizzabile e sviluppare algoritmi oltre a programmare tutto quello che delinea il concetto di progetto architettonico. La facciata La facciata del corpo di nuova costruzione è stata concepita all’inizio del 2006 come facciata in vetro in elementi monolitici. Oltre ad adempiere a molteplici requisiti tecnici, crea un elemento di netto contrasto con l’architettura in mattoni dei magazzini. Concilia le più diverse funzioni inserendo un linguaggio architettonico tenendo in considerazione le diverse condizioni trami- Ne derivano due tipologie di vetrata: Tipo 2 Vetrata monostrato La facciata della loggia si apre allo spazio esterno tramite un elemento in vetro ad U collocato tra due lastre. Le vetrate rimangono elementi a parapetto e protezione al ­vento. Incorniciano la vista tramite aperture all’inisono con gli elementi a parapetto perimetrali a forma di Y in fibra di vetro a taglio termico. L’accesso alla loggia avviene attraverso porte scorrevoli vetrate a tutta altezza. Il modulo, con l’apertura eccentrica interrompe la regolarità del reticolo dei profili della facciata. Elementi di aerazione nell’area foyer Come aperture di aspirazione per l’estrazione dei fumi sono previsti nella facciata del foyer elementi descritti nel tipo 1 che servono anche per la ventilazione trasversale e il raffrescamento notturno. L’introduzione di poche tipologie consente di animare il ritmo di facciata altrimenti composta di lastre piane di vetro isolante ponendo l’accento sulle diverse aree funzionali senza considerarlo una frattura nell’immagine complessiva della facciata. Formatura dei vetri La produzione dei vetri preformati avviene tramite un procedimento industriale. La tecnica di produzione si basa sulla preparazione di una forma in cui una lastra inizialmente piana inserita in un forno sprofonda sotto il proprio peso. Le lastre vengono confezionate in modo tale che a seguito della deformazione, una lastra rettangolare con spigoli piani rientra nelle necessarie e consentite 11 tolleranze previste per il vetro. Nel caso del vetro isolante sono importanti le caratteristiche del forno, la temperatura e anche un adeguato raffreddamento. Struttura in vetro La vetrata isolante è composta di un vetro doppio stratificato a tre lastre. Oltre al rivestimento per il controllo solare e i requisiti termoisolanti, le vetrate mostrano una stampa a punti grigi e un rivestimento puntiforme al cromo a specchio. Dal punto di vista tecnico, la serigrafia a punti significa anzitutto controllo solare che ottimizza il valore g della vetrata di circa il 25 %. I decori a punti sviluppano un andamento dimensionale dei punti e un andamento nella intensità dal perimetro dove la serigrafia si fa intensa sino alla parte trasparente centrale. L’immagine stampata riflette la contestualizzazione e la destinazioni d’uso degli spazi. Si dispongono secondo diverse dimensioni di maglia nell’intero quadro di facciata. La disposizione della serigrafia a punti grigi e il cromorivestimento a specchio nel decoro a punti è variabile se vista a distanza ravvicinata, a seconda dell’angolo visivo. Dall’esterno, il rivestimento al cromo cambia in intensità e colore a seconda del tempo e del punto di vista dell’osservatore. Procedimento di stampa: immagini tridimensionali e serigrafia Il concetto architettonico del complesso di stampa ha portato ad un unicum quasi per ogni lastra. Tramite i parametri marginali diversi come le diverse dimensioni degli spazi e le funzioni spaziali, del valore g, dei requisiti per il radar di navigazione interna, della differente altezza e larghezza delle lastre erano richieste 4400 serigrafie differenti per le 2200 lastre diverse. Tramite lo sviluppo di una sistematica, il numero poteva essere ridotto a circa 200 serigrafie. L’unicità formale non viene raggiunta dall’unicità dei singoli elementi ma tramite la suddivisione, la variazione e la combinazione di elementi che si ripetono. La complessità di questo compito non è risolvibile con il disegno ma richiede una parametrizzazione a diversi livelli. La forma estetica delle differenti immagini ­tridimensionali riportate su più lastre viene generata con un disegno parametrizzato. Per la produzione della serigrafia sono stati calcolati i dati di produzione confrontandosi con le ditte realizzatrici. Per supportare il corso di produzione e coordinare il montaggio è stata calcolata una logistica di distribuzione della serigrafia in facciata: nella serigrafia è stato calcolato un codice che consente il controllo dell’immagine stampata in cantiere. 1. Sistematica Con uno sviluppo tipizzato della facciata, vengono definite le funzioni d’uso che si svolgono dietro alle lastre di vetro. Ogni ­unità spaziale corrispondente si concentra su un’immagine. Tramite ulteriori parametri, 12 Traduzioni in italiano le immagini nella facciata possono essere slittate o ruotate per rompere un rigido reticolato nelle aree dove è intensa la ripetitività del motivo. Dato che la serigrafia era più grande del formato della lastra, l’unicità di ogni lastra può essere riprodotta in produzione con un numero limitato di serigrafie. Si può far slittare orizzontalmente o verticalmente o ruotare di 180° il motivo, ad esempio. 2. Immagine spaziale Le immagini definite nella sistematica vengono parametrizzate con pochi punti e curve di controllo. L’area interna trasparente è definita da una forma ellittica. L’andamento del gradiente lungo il perimetro dell’immagine può essere prodotta individualmente per ogni livello di stampa. Si verifica la possibilità che l’intensità della stampa del cromospecchio aumenti mentre l’intensità della stampa grigia si dissolva nuovamente lungo il perimetro. 3. Serigrafia I dati di stampa sono stati prodotti confrontandosi con le aziende realizzatrici. La serigrafia viene calcolate sulle informazioni in pixel. L’andamento dei punti è controllato tramite la dimensione dei punti stessi e anche la probabilità di comparire di ogni punto e viene integrata da un fattore di casualità per impedire un reticolato troppo intenso oppure un effetto moiré . Il reticolo di punti è composto di punti con un diametro di più di 8 mm seguito da un punto di un millimetro di diametro. Con fino a mezzo milione di punti per ogni serigrafia, la quantità di dati non può più essere manovrata con un disegno CAD. Le serigrafie vengono generate con le informazioni e i segnali per la produzione come dati di stampa. Nel reticolo di punti viene poi inserito un codice con il quale ogni serigrafia utilizzata per la stampa e per il rivestimento può essere controllata sulle lastre finite. 4. Logistica Per la produzione, accanto ai dati di stampa vengono generate automaticamente liste di elementi in vetro con tutte le informazioni . Per ogni serigrafia un documento descrive in quale area della facciata si colloca mentre i dati vengono messi a disposizione per supportare il processo di produzione. Infine, per il controllo interno dei dati, indipendentemente dai controlli della produzione, abbiamo sviluppato in ultima analisi un programma che ricalcola i dati utilizzati dalla produzione della serigrafia per un completo sviluppo della facciata. 2010 ¥ 5 ∂ serigrafia ottiene un passaggio fluido tra le aree illuminate con intensità differente. 7 Vetrazione isolante Tipo 1: geometria tipo con, per ogni elemento, una lastra piana e una curva 8 Simulazione al computer della facciata isolante, 2006 9 Vetrazione monolitica della loggia: geometria tipo un taglio a U che interessa entrambe le lastre 10 Simulazione al computer della facciata ­monolitica, 2006 11,12 Forma di vetro 13 Lastra di vetro dopo la deformazione a gravità 14 Modello di facciata derivato dallo studio di fattibilità, 2006 15 Verifica con sagome della geometria di un modello di facciata 16 Modello di facciata per entrambi gli elementi tipo, marzo 2009 17 Particolare della vetrazione del piano tipo, sezione orizzontale scala 1:5 struttura della vetrazione Tipo 1 dall’esterno: stratificato di sicurezza 2 x 8 mm extrachiaro, con decorazione a bolli specchianti cromati, serigrafia a bolli grigi, deposito di protezione solare + intercap. 16 mm + stratificato di sicurezza 2 x 6 mm extrachiaro, con deposito termoisolante struttura della vetrazione Tipo 2: stratificato di sicurezza 3 x 8 mm extrachiaro, con decorazione a bolli specchianti cromati, serigrafia a bolli grigi, deposito di protezione solare 18 Particolare della vetrazione curva 19 Vista interna della vetrazione curva isolante con anta a bilico verticale aperta 20 Montaggio della facciata, marzo 2010 21 Parametrizzazione della gradazione di grigio, che serve da base per il calcolo della serigrafia. La curva interna definisce l’area non serigrafata trasparente, la linea esterna indica il massimo della stampa. 22 Disegno CAD della ripartizione delle funzioni 23 Parametri di rotazione e di traslazione 24 Taglio di facciata parametrizzato 25 Ripartizione della serigrafia 26 Particolare della serigrafia con codificazione 27 Particolare della serigrafia, marzo 2010 Tipo 1: vetrazione isolante, elemento prefabbricato di facciata Sezioni orizzontali scala 1:50 Sezioni verticali scala 1:20 1 2 3 4 5 6 1 Simulazione al computer del fronte ovest, 2006 2 Montaggio della facciata nord-est, livelli 9 –12 marzo 2010 3 Sezione scala 1:2000 4 Vista interna della facciata 5 Diagramma dello sviluppo complessivo della facciata con le superfici della Filarmonica, del backstage, dell’area impianti, alberghi e residenze 6 Veduta notturna dello sviluppo della facciata: la 7 8 9 Vetrata termoisolante e a controllo solare preformata a caldo ,piana o curvata verso l’esterno o verso l’interno, asse h = 3350 mm, l = 2150/2500 mm stratificato di sicurezza 8 + 8 mm + intercapedine 16 mm + stratificato di sicurezza 6+6 mm Ug1,1/1,3 W/m² k, g = 25% Pannello sandwich in alluminio e schiuma di PU 80 mm Anta ad apertura manuale Copertine del montante centrale in acciaio inox curvato Alluminio verniciato a fuoco, colore nero (RAL 9005) Tenda parasole, Trevira CS, vaporizzazione alluminio Vetrata in vetro monolitico preformata a caldo , curvato verso l’esterno, asse h = 3350 mm, l = 2150/2500 mm stratificato di sicurezza 8 + 8 + 8 mm Parapetto con listello di fissaggio del vetro i­ntegra to elemento in fibra di vetro 3 – 5 mm rivestimento Gel Coat bianco (RAL 9016) Controsoffitto con intonaco fine organico su lastra portante per intonaco 10 Pavimento loggia in lastre di legno piallate lisce 11 Drenaggio loggia Tipo 2: Facciata monolitica della loggia elemento di facciata prefabbricato nello stabilimento di Gundelfingen della Gartner Sezione orizzontale scala 1:50 Sezione verticale scala 1:20 ∂ Service 3 libri in un cofanetto Materiali isolanti Materiali differenti, applicati in maniera corretta. Il manuale per la scelta ed l’utilizzo consapevole dei materiali isolanti. Acustica e isolamento acustico Organizzazione spaziale appropriata per un’acustica ottimale – Il manuale per la pianificazioni acustica degli spazi Detail Praxis “Costruzioni a secco” fornisce uno sguardo d’insieme – articolato in base alle parti dell’edificio (parete, copertura, solaio) e alle possibilità di utilizzo – sui sistemi costruttivi a secco più utilizzati, costituendo un utile supporto alla progettazione e alla pianificazione. Le principali problematiche relative alle costruzioni a secco come, ad esempio, la resistenza al fuoco, la protezione acustica o l’applicazione in ambienti umidi vengono affrontate fornendo soluzioni dettagliate. La parte generale è completata con esempi di progetti realizzati presentati con dettagli di elevata qualità. Il testo fornisce inoltre importanti informazioni sull’utilizzo di nuovi materiali e utili consigli sulle loro modalità di applicazione. Normalmente l’isolamento acustico e l’acustica non sono tra i principali parametri che influenzano la progettazione di un edificio. Tuttavia, quando non è possibile comprendere un relatore in una sala conferenze, il rumore in uno studio openspace diviene insopportabile o il russare del vicino ci impedisce di dormire, ci si rende conto di come l’acustica di uno spazio influenzi il benessere quotidiano dell’utente. Ogni spazio ha un livello di comfort acustico adeguato che varia in base alla funzione che vi si svolge e alle esigenze individuali. Questo testo fornisce ai pianificatori e agli architetti, ma anche ai committenti interessati, le nozioni pratiche relative al tema dell’acustica negli edifici. Il testo vuole inoltre essere uno strumento per aumentare la consapevolezza collettiva che le condizioni acustiche possono concorrere al successo di un progetto. Detail Praxis “Materiali isolanti” offre un ampio catalogo di materiali per l’edilizia. Le dettagliate spiegazioni dei singoli isolanti forniscono informazioni sui materiali che li compongono, sulle loro peculiarità, sulle possibili applicazioni e sui formati disponibili. Le tabelle con i dati fisici e quelli relativi alla resistenza al fuoco, così come le indicazioni sull’impatto ambientale e sulla salute umana fanno si che i materiali isolanti presentati siano facilmente confrontabili tra loro. Uno sguardo d’insieme sulle disposizioni di legge e le norme nazionali ed europee sui materiali isolanti e le delucidazioni sui marchi e sui sistemi di certificazioni dei prodotti costituiscono un valido aiuto alla pianificazione e alla partecipazione a bandi di concorso. Al fine di supportare la scelta del materiale isolante più appropriato vengono presentati i criteri di costruzione e di utilizzo. Inoltre le riflessioni riguardanti gli effetti ambiente dei materiali isolanti offrono un elevato potenziale per una loro applicazione sostenibile. Karsten Tichelmann, Jochen Pfau, 2009. 112 pagine con numerose illustrazioni e fotografie. Formato 21 x 29,7 cm Eckard Mommertz, Müller BBM, 2009. 112 pagine con numerose illustrazioni e fotografie. Formato 21 x 29,7 cm Margit Pfundstein, Roland Gellert, Martin H. Spitzner, Alexander Rudolphi, 2009. 112 pagine con numerose ­illustrazioni e fotografie. Formato 21 x 29,7 cm Costruzioni a secco Costruire e progettare utilizzando tecnologie a secco. Il manuale per l’utilizzo corretto di sistemi costruttivi a secco ∂ Praxis ____ ____ ____ ____ per un cofanetto: € 130.– + costo di spedizione e imballaggio € 12.84 (+7% IVA se dovuta) Acustica, Materiali isolamenti, Costruzioni Intonaci – stucchi e pitture, Luce, Trasparenze + CD-ROM Riqualificazione energetica, Acciaio, Calcestruzzo + CD-ROM Pietra naturale, Legno, Laterizi di grande formato + CD-ROM Desidero ricevere le pubblicazioni al seguente indirizzo: Modalità di pagamento: ¥ VISA ¥ Eurocard/ Mastercard ¥ Diners ¥ American Express Carta no/ Kartennr. Scadenza (mese/anno) Verfallsdatum (Monat/Jahr) Via, piazza, no/ Straße, Hausnummer Importo €/ Betrag € CAP, città, prov./ PLZ, Stadt ¥ In contrassegno/Gegen Rechnung Cognome/Name Professione/Beruf Telefono, Fax / Telefon, Fax No. IVA Telefono cellulare/Handy Data, Firma del titolare/ Datum, Unterschrift E-Mail B050 ¥S i, desidero ricevere gratuitamente per e-mail la newsletter mensile di DETAIL I Suoi dati personali sono in buone mani ed è assolutamente da escludersi una loro diffusione. I suoi dati verranno utilizzati esclusivamente per le finalità per le quali sono stati raccolti e, con il suo consenso, per motivi commerciali relativi ai nostri prodotti e a ricerche di mercato. Se non volesse che i suoi dati vengano utilizzati a scopi pubblicitari, può disdire tale richiesta in qualsiasi momento. I prezzi sono riferiti al listino di 2010 ¥ Carta di credito/Kreditkarte Nome/ Vorname Institut für internationale Architektur-Dokumentation GmbH & Co. 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